16.06.2013 Views

L'alpeggio nelle Alpi lombarde tra passato e presente - Ruralpini

L'alpeggio nelle Alpi lombarde tra passato e presente - Ruralpini

L'alpeggio nelle Alpi lombarde tra passato e presente - Ruralpini

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

(da cui “gli alpi”) 101 , un uso che trova riscontro anche nel comasco almeno per tutto il XIX secolo 102 .<br />

Nell’italiano regionale ticinese e grigionese la pratica dell’alpeggio è definita “alpeggiatura”.<br />

La voce aalp (che continua l’uso del latino medioevale alpis) è diffusa <strong>nelle</strong> aree nord-occidentali<br />

(varesotto, comasco, Valchiavenna, parte del lecchese, Valtellina retica, Alta Valtellina) e trova<br />

corrispondenza nella diffusione di tale voce <strong>nelle</strong> limitrofe aree del Canton Ticino e dei Grigioni (sia<br />

<strong>nelle</strong> valli lombardofone che retoromance 103 ).<br />

Il dualismo alpe/malga non esaurisce gli aspetti linguistici relativi alle voci utilizzate in Lombardia per<br />

denominare le alpi pascolive; infatti questo dualismo è tale con riferimento all’italiano (in bilico <strong>tra</strong> il<br />

registro regionale e quello tecnicistico). Se allarghiamo l’esame al registro delle parlate locali (più o<br />

meno italianizzate) emerge come gran parte delle aree di alpe da una parte e di malga dall’al<strong>tra</strong> siano<br />

interessate alle voci che hanno continuato l’uso del latino mons. Tali voci risultano: múunt (con le<br />

varianti móont e múut) e muntágna (móntagna), utilizzate in un’area che interessa buona parte delle<br />

<strong>Alpi</strong> <strong>lombarde</strong> (parte della montagna lecchese, quasi tutte le valli bergamasche, parte della Valtellina,<br />

buona parte della Vallecamonica e della montagna bresciana). Anche “monte” e “montagna”, forme<br />

italianizzate delle voci sopra indicate, sono utilizzate nell’italiano regionale, ma ad esse è associato<br />

uno scarso prestigio e l’uso avviene sempre al di fuori di contesti tecnici e burocratici.<br />

3. Tipologie insediative e strutture edilizie d’alpeggio<br />

La forme di proprietà e di gestione dei pascoli alpini condizionano la tipologia degli insediamenti<br />

temporanei utilizzati per l’alpeggio. Il sistema di alpeggio <strong>tra</strong>dizionale è difficilmente riconducibile a<br />

dei modelli e, anche qualora si voglia procedere ad una schematizzazione dei modelli di alpeggio, ci si<br />

trova costretti a riconoscere l’esistenza di tipi intermedi e “ibridi”. Questa considerazione, già espressa<br />

da Scheuermeier 104 a proposito dell’insieme del sistema d’alpeggio <strong>nelle</strong> <strong>Alpi</strong> italiane e della Svizzera<br />

italiana e retoromanza, può essere riferita anche alle sole <strong>Alpi</strong> <strong>lombarde</strong> dove, sino alla metà del<br />

secolo scorso, era <strong>presente</strong> un’ampia gamma di forme di proprietà, di conduzione e di tipologie<br />

insediative. L’alpeggio, innanzitutto, non è riconducibile, <strong>nelle</strong> <strong>Alpi</strong> <strong>lombarde</strong>, al modello dell’alpe<br />

pascoliva intesa come unità organica di pascoli, fabbricati ed infrastrutture funzionali ad una gestione<br />

aziendale unitaria. Nell’ alpe unitaria sono presenti un grande fabbricato (al proprio interno ripartito<br />

funzionalmente) o pochi fabbricati, ciascuno con una funzione specifica . Questa tipologia è<br />

largamente <strong>presente</strong> anche in Lombardia. Essa è tipica delle alpi affittate a uno o pochi caricatori o<br />

condotte direttamente dal proprietario (o da un gruppo ristretto di compropietari). Era diffusa anche<br />

dove i titolari dei diritti di uso civico si recavano ciascuno con il proprio bestiame in alpe utilizzando,<br />

però, strutture abitative e per la lavorazione del latte comuni o anche dove numerosi comproprietari, o<br />

titolari del diritto d’uso, affidavano a personale salariato la gestione unitaria dell’alpe.<br />

Nelle alpi unitarie, oltre a quella principale, che spesso, ma non sempre, coincide con il “piede”<br />

dell’alpe si possono trovare diverse stazioni (quelle che la letteratura geografica, mutuando dal<br />

piemontese, definisce “<strong>tra</strong>muti” e che, in Lombardia, sono definite mudate 105 , corti o cambi). Più<br />

101 ALP, p. 90.<br />

102 In un documento conservato all’Archivio Parrocchiale di Pellio superiore (n. 28, pp 66-67) sono riportati i capitolati<br />

d’affitto dell’Alpe concernenti il “Bon regolamento delli casari che spirano a prendere in affitto li alpi della suddetta<br />

Comunità” e datati “1776 li 30 novembre”, C. Patocchi, F. Pusterla, Lingua e cultura in Val d’Intelvi, Senna Comasco (Co),<br />

1983, p. 127; un altro esempio è offerto dallo storico Cesare Cantù “Piu su trovansi gli alpi, pianori rivestiti di folte erbe<br />

sustanziose e fragranti, che l’inverno restan coperte di neve: son per lo più di ragione comunale e vengono presi in affitto da<br />

mandriani (alpee) (...)”, C. Cantù, Grande illus<strong>tra</strong>zione del Lombardo-Veneto Vol III, 1858, p. 764. Ancora alla fine del XIX<br />

secolo P. Conti, op. cit., a p. 9-10 “... <strong>tra</strong> le menzionate cime sono frequentissimi i così detti <strong>Alpi</strong>, nei quali si alpeggia buona<br />

parte dell’anno. Il rozzo abituro, il barco del bestiame, la baita del guardiano, la vita pastorizia di gente robusta e colorita, i<br />

cibi semplici, i sonni <strong>tra</strong>nquilli all’ombra di annosi faggi, ed il cane fedele custode di ogni cosa, offrono nel complesso uno<br />

stampo caratteristico gradito di primitivo e naturale.”<br />

103 In alcune località del Ticino si trova aarp, nella Bregaglia eelp (ALP, p.90).<br />

104 Scheuermeier P., Bauerwerk in Italien der italienischen und rätoromanischen Schweiz. Eine sprach- und sachkundliche<br />

Darstellung häuslichen und ländlicher Geräte, Bern, 1956.<br />

105 Dicesi müdá l aalp il <strong>tra</strong>sferimento da una stazione all’al<strong>tra</strong>. In una Stima della rendita dell’Alpe di Soé in Val Bodengo<br />

(bassa Valchiavenna) del 1839 troviamo la descizione delle tre mutate di cui era composta l’alpe. “La suddetta alpe che<br />

abbraccia un’intera vallata è divisa in tre corti o mutate; la prima posta al principio della vallata è fornita di una cascina, di un<br />

casello e di una stalla con superiore fienile; la seconda detta corte vecchia posta alla metà circa della valle è fornita soltanto di

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!