L'alpeggio nelle Alpi lombarde tra passato e presente - Ruralpini
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linguistico dal momento che la voce malga nel bormiese quasi scomparve nel corso del XIX secolo –<br />
tanto che non venne regis<strong>tra</strong>ta nel famoso Vocabolario bormino di G.Longa edito all’inizio del XX<br />
secolo 51 - per conoscere un singolare revival ai giorni nostri 52 , probabilmente sotto l’influenza, del<br />
successo –e quindi del prestigio culturale- dei modelli di gestione dell’alpeggio e delle connesse<br />
attività agrituristiche 53 del vicino Trentino, oggetto di campagne di comunicazione promozionale a<br />
livello nazionale at<strong>tra</strong>verso diversi canali mediatici 54 .<br />
Una testimonianza estremamente significativa della maggior antichità del significato di “mandria”<br />
rispetto a quello di “alpe pascoliva” della voce malga è offerto, sempre in Alta Valtellina, dalla parlata<br />
grosina, dove il DEG 55 regis<strong>tra</strong> malga con il significato di “alpeggio con caseificio” quale voce del<br />
grosino ancor oggi parlato, 56 mentre il significato di “gregge, mandra” è riferito al grosino antico.<br />
Vale la pena completare l’esame dei differenti significati di malga prendendo in esame anche le voci<br />
derivate. Tra queste grande rilievo hanno quelle di malgarius e malghesius corrispondenti alle voci<br />
<strong>lombarde</strong> malghées (più raramente, e in disuso malghée) e a quelle italianizzate di malghese (o<br />
malgaro 57 ). Il termine malghées/malghese è ampiamente utilizzato con diversi significati che si<br />
sovrappongono e si confondono <strong>tra</strong> loro. E’ tipico del bresciano 58 e del bergamasco. Nel mediovevo e<br />
nell’età moderna il significato di malghese coincide con quello di pastore o mandriano <strong>tra</strong>nsumante 59 .<br />
Riferimenti ai malghesi quali protagonisti della <strong>tra</strong>nsumanza ovina 60 si trovano in diversi documenti<br />
lodigiani con riferimento al diritto di erbatico da essi dovuto al vescovo 61 . I melgari (“cum quantità di<br />
vacche”) sono citati anche in un documento pavese del XV secolo. 62 Riferimenti ai malghesi sono<br />
presenti anche in documenti di Leno (comune della bassa bresciana) 63 e Crema 64 . I malghesi sono i<br />
protagonisti dell’undicesima giornata (“Intorno alle vacche, vitelli, giovenchi, e buoi”) della famosa<br />
Analoga considerazione vale per l’alta Valle camonica (W.Belotti, Malghe e alpeggi in: G.Berruti, W., Belotti, D.M. Tognali,<br />
E. Bressan, A. Majo, op. cit.)<br />
51 Longa G, Vocabolario bormino, Perugia, Unione Tipografica Cooperativa, 1913 (rist.anast., Tirano, 1975).<br />
52 E’ indicativo che quella che era indicata come “Alpe Trela” nella documentazione tecnica (toponimo Baite di Trela) sia<br />
indicata oggi, dopo la ristrutturazione a fini agrituristici, come “Malga Trela”.<br />
53 M. Corti, op. cit., 2004.<br />
54 Basti pensare alla fortissima esposizione sul web del programma “Andar per malghe” o alle pagine dedicate all’ “Andar<br />
per malghe” nella guida delle Osterie d’Italia 2004 (Slow Food, Osterie d’Italia 2004, Bra –Cn-, 2003 , p. 106-107) , per<br />
comprendere che, per un vasto pubblico, l’unica comunicazione sulla realtà dell’alpeggio veicola una “cultura della malga”<br />
che si <strong>tra</strong>duce in una pressione a favore dell’estensione dell’ambito d’uso della voce malga come sinonimo di alpe pascoliva<br />
anche laddove questa non ha alcun precedente storico. Di fronte all’interesse dei turisti-consumatori per le “malghe” e i<br />
“formaggi di malga” è ovvio che non possa non manifestarsi la tendenza da parte degli operatori agricoli, turistici e<br />
commerciali a conformarsi a queste “aspettative lessicali”.<br />
55 DEG, 508.<br />
56 Per Grosio l’ AIS regis<strong>tra</strong> nàar em málga = salire all’alpeggio.<br />
57 Bracchi segnala, in un documento del 1665, anche l’uso bormiese di malghero (Bracchi, 1996, op. cit.) ; raramente era<br />
utilizzata anche melgari (Pavia, a. 1448 “alcuni melgari cum quantità di vacche” C.Magenta, I Visconti e gli Sforza nel<br />
Castello di Pavia e le loro attinenze con la Certosa e la Storia cittadina, Vol. II, Milano, 1883, cit. da Alomb, p. 187).<br />
58 “I Bresciani chiamano Malghesi [corsivo nel testo]que’ proprietari di mandrie di vacche i quali da maggio sino a<br />
settembre si <strong>tra</strong>ttengono sulle montagne vicine pascolando ivi le loro vacche; alla fine di settembre poi o al più al principio<br />
dell’ottobre scendono con le loro mandre alla pianura ove rimangono infino a maggio, mantenendo il bestiame con erbe e<br />
fieni comprati. Di questi proprietarj di vacche noi ne abbiamo tuttora moltissimi nel Milanese, Lodigiano, Pavese e<br />
Cremonese e sono detti volgarmente Bergamini.” D. Berra, Memoria sul bestiame bovino della Lombardia, Milano, 1827, p.<br />
23.<br />
59 “Li pecorai e malghesi forestieri, che caricavano i monti di tutta la Valtellina siino obligati di dare...idonea sigurtà”, Grida<br />
de’ Signori Grigioni, Sondrio, 1781 (P.Monti, op.cit.).<br />
60 Vale la pena ricordare che le pecore bergamasche erano utilizzate all’epoca principalmente per la produzione di formaggio.<br />
61 Codice diplomatico laudense, a. 1235: “(ipsis) malgariis (solventibus...) pro herbatico, ...pro casatico”, Alomb p. 187;<br />
Codice diplomatico laudense, a. 1304: “dederunt et lacaverunt ad pastullandum (...) malgariis episcopatus Pergami<br />
[Bergamo]totum erbaticum loci et territorii de Orio episcopatus Laude cum trentenaris vigentisex ovium ab hodie in antea<br />
usque usque (...), ibidem.<br />
62 Cfr. nota n. 58; va segnalato, però, che, all’epoca, erano più spesso denominati nel pavese “pergamaschi” (E. Roveda,<br />
Allevamento e <strong>tra</strong>nsumanza nella pianura lombarda: i bergamaschi nel pavese <strong>tra</strong> ‘400 e ‘500, Bollettino della Società<br />
Pavese di Storia Patria, 1988, 13-34), forma da cui è derivata la voce conservatasi sino ai giorni nostri di bergamini.<br />
forma da cui è derivata la voce bergamini.<br />
63 a. 1297 Leno “quod Maligarii seu tenentes bestias pro dicto herbatico” Zaccaria F.A., Dell’antichissima badia di Leno,<br />
Venezia, Marcuzzi, 1767, ALomb, p. 187.<br />
64 Municipalia Cremae, 1534 “malghesios, socidarios”, ibidem; “De malgariis forensium venientibus ad pasculandum”,<br />
ibidem.