Bollettino n°4-2010 - unita' pastorale sant'ercolano
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36 PARROCCHiA Di CECinA<br />
Sant'Antonio di Padova,<br />
il Santo delle<br />
grazie impossibili<br />
Sant’Antonio, nato Fernando di Buglione a Lisbona<br />
nel 1195 circa, è uno fra i Santi più venerati in<br />
tutto il mondo. Dottore della Chiesa, proclamato<br />
da Papa Pio XII nel 1946, ed instancabile oratore,<br />
Antonio viene mandato da San Francesco d’Assisi<br />
a predicare contro l’eresia catara nell’Italia del nord<br />
e successivamente contro quella albigese in Francia<br />
durante il primo ventennio del 1200. I temi preferiti<br />
dei suoi sermoni sono i precetti della fede, della<br />
morale e della virtù, l’amore di Dio e la pietà verso i poveri, la preghiera,<br />
l’umiltà e la mortificazione; si scaglia contro l’orgoglio, la lussuria, l’avarizia e l’usura. Facendo diventare Padova<br />
sua dimora fissa, egli si dedica alla predicazione assidua fino al giorno della sua morte, avvenuta il 13 giugno del<br />
1231. Trentadue anni dopo la sua morte, durante la traslazione delle sue spoglie, San Bonaventura da Bagnoregio<br />
trova la lingua di Antonio incorrotta, conservata nella cappella del Tesoro presso la basilica della città patavina di<br />
cui è patrono. Sin da quando Antonio è in vita opera miracoli quali esorcismi, profezie, guarigioni, predica ai<br />
pesci, viene visto in più luoghi contemporaneamente e, in alcune occasioni con Gesù Bambino in braccio.<br />
Negli atti della visita <strong>pastorale</strong> effettuata nel 1667 dal<br />
Vescovo Marino Giovanni Giorgi appare la prima citazione<br />
della Chiesa di Sant’Antonio in Cecina. Anche nei documenti<br />
scritti durante le visite pastorali successive alla data<br />
sopra citata, la chiesa viene definita “oratorio construito in<br />
honor di Sant’Antonio di Padova”. La Chiesetta venne fatta<br />
edificare intorno al 1667 da Domenico Zuanelli, proprietario<br />
del palazzo attiguo all’edificio sacro del quale aveva il<br />
jus (il diritto). Curiosamente l’iscrizione nel cartiglio dell’altare<br />
della chiesa riporta quanto segue: “il Signor Paolo<br />
Bernini per volontà di Dio fece decorare a proprie spese<br />
questo altare di San Giovanni Battista con questa immagine<br />
e con marmi 1681”. La studiosa Letizia Erculiani, che<br />
gentilmente ha contribuito alla stesura di questo articolo<br />
fornendo apporti storici, avanza alcune ipotesi sulla duplicità<br />
di dedicazione della Chiesa. In particolare, il cognome<br />
Zuanelli potrebbe trarre origine dal dialetto veneto in<br />
cui il nome “Zuane” corrisponde all’italiano “Giovanni”.<br />
Perciò questa interpretazione potrebbe giustificare una particolare<br />
devozione della famiglia Zuanelli a San Giovanni<br />
il Battista, sebbene la dedicazione della Chiesa di Messaga<br />
in Cecina sia a Sant’Antonio di Padova. Il signor Paolo<br />
Bernini, committente dell’altare e dell’immagine di San<br />
Giovanni Battista era probabilmente legato da profonda<br />
amicizia agli Zuanelli, per questo motivo commissionò<br />
l’esecuzione dell’opera, affidando a San Giovanni Battista, il Precursore, la protezione della famiglia. Quasi sicuramente<br />
sull’altare si trovava un dipinto o una statua raffigurante sant’Antonio ; per rispetto verso il Signor Bernini,<br />
gli Zuanelli accettarono di sostituire l’effige del santo di Padova con quella del Precursore, ma dopo la morte del<br />
committente, potrebbero avere ripristinato l’immagine originaria, più consona alla dedicazione.