Bollettino n°4-2010 - unita' pastorale sant'ercolano
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La storia di Vega<br />
L a b a r c a s i<br />
chiamava Vega:<br />
era bianca con<br />
un bordo azzurro,<br />
ma ciò che<br />
la distingueva<br />
dalle altre era<br />
...il gatto. Si,<br />
un vero gatto,<br />
enorme, color carota.<br />
D'estate stava sdraiato dentro la barca, d'inverno,<br />
nei giorni di sole, steso accanto alla<br />
chiglia capovolta.<br />
E pescava anche! D'estate col suo padrone,<br />
ma pure da solo. Seduto su qualche pietra<br />
comoda e liscia pareva sonnecchiare, ma<br />
se sotto passava qualche incauta albarella<br />
paf... il pesciolino non riusciva mai a farla<br />
franca.<br />
Purtroppo il padrone della barca era morto.<br />
La nipote di lui, Vega, aveva ereditato la<br />
barca, la soffitta e Zoroastro, il gatto.<br />
Vega era povera e non aveva amici perché,<br />
fin dall'infanzia, il suo unico gioco era stato<br />
andare a pesca con il nonno. Però scambiava<br />
sempre qualche parola con lei il farmacista,<br />
grande estimatore del pesce benacense, al<br />
quale il nonno era solito vendere il migliore.<br />
Quando il nonno morì per Vega fu dura.<br />
Vega allora aveva soltanto diciassette anni.<br />
Don Angelo, dopo il funerale, la fece entrare<br />
in salotto e le chiese che cosa pensava di fare<br />
per l'avvenire.<br />
“Pescare” rispose Vega. Al che il pastore<br />
delle anime rimase interdetto.<br />
“Da sola ?” - fu tutto quello che gli riuscì di<br />
aggiungere. Ma la candida risposta di Vega<br />
gli tolse del tutto la parola:<br />
“Non da sola, ho Zoroastro!”<br />
Zoroastro era ormai noto all'intero paese,<br />
turisti compresi. Il fotografo locale aveva<br />
fatto delle splendide cartoline con Zoro nel<br />
golfo, sulla “sua” barca.<br />
Don Angelo, sconcertato, incaricò qualche<br />
pia donna di far ragionare la ragazzina.<br />
Le venne quindi offerto di andare a servizio,<br />
oppure di entrare alla fabbrica di calze<br />
Marylin. Ma anche le pie donne furono sconfitte.<br />
Il farmacista invece sentenziò: “lascia-<br />
di Maria Cecilia Merzari<br />
(prima puntata)<br />
PARROCCHiA Di FASAnO 35<br />
re tempo al tempo!”.<br />
Però la morte del vecchio aveva portato il<br />
vuoto nella soffitta. Zoroastro faceva molto<br />
per animarla, è vero: capriole improvvise,<br />
moine, corse pazze, affettuosi agguati, furti<br />
acrobatici.... e dai tetti portava dentro passeri,<br />
lucertole, topi, pipistrellini, senza contare<br />
i suoi rapporti odio – amore con Franz Josef,<br />
il cane del farmacista.<br />
Era un magistrale cacciatore Zoro, ma la sua<br />
dieta preferita restava il pesce.<br />
Quando il nonno si ammalò Zoroastro andava<br />
a pesca con Vega. Era un gatto eccezionale.<br />
“Gli manca solo la parola” sentenziava il<br />
nonno.<br />
Era stato lui a battezzarlo Zoroastro, non<br />
tanto per ammirazione verso l'antico profeta,<br />
quanto perché il nome terminava in astro<br />
e lui aveva una passione per il cielo stellato.<br />
Ma torniamo a Vega rimasta sola.<br />
Il primo Natale fu amaro. Non le mancava<br />
nulla: la cucina economica borbottava, la<br />
stanza era in perfetto ordine e il paravento,<br />
che fungeva da separazione fra la cucina e la<br />
camera, lei lo aveva sostituito con una delle<br />
reti del nonno, azzurra, decorata di stelline<br />
di carta.<br />
Zoroastro poi troneggiava sopra un suo proprio<br />
cuscino viola, regalo del farmacista,<br />
anziché in mezzo al divano letto, come egli<br />
avrebbe di gran lunga preferito. Eppure il<br />
vuoto trovava il modo di insinuarsi tra le<br />
sedie e il paravento, tra la cucina economica<br />
e le finestre.<br />
Il nonno d'inverno diventava più casalingo.<br />
Le aveva fatto tanta compagnia. Aggiustava<br />
le reti, cantava, leggeva a voce alta oppure<br />
cucinava i suoi piatti preferiti: polenta,<br />
minestra di fagioli, frittelle e nelle lunghe<br />
serate serene le parlava di stelle indicandogliele<br />
dal loro terrazzino sul tetto, proprio di<br />
fronte a Malcesine.<br />
Le luci della costa veronese gareggiavano da<br />
principio con le stelle ma poi l'occhio si abituava<br />
ed errava nella volta come una pecora<br />
che bruca.<br />
Da quando lui era morto Vega non aveva più<br />
chiuso le imposte di notte, perché il cielo le<br />
facesse compagnia fino all'alba.<br />
- continua -