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Elezioni: astensionismo e voglia di cambiamento ... - Auser Liguria

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Riflessioni sulla Repubblica e sull’Europa<br />

Mario Monti tra i terremotati dell’Emilia<br />

La paura. E’ questo il sentimento<br />

che affiora nei colloqui tra amici,<br />

negli incontri casuali per la strada,<br />

nelle parole scambiate con quella<br />

“base” popolare e semplice, ma<br />

spesso intuitiva ed acuta, che<br />

popola i nostri rioni <strong>di</strong> periferia. Mi<br />

riferisco a quella base <strong>di</strong> lavoratori<br />

<strong>di</strong>pendenti e pensionati che hanno<br />

seguito le vicende degli ultimi mesi,<br />

nazionali e internazionali, con<br />

preoccupazione crescente, con<br />

partecipazione ed ansia;<br />

consapevoli <strong>di</strong> dover <strong>di</strong> nuovo<br />

rimboccarsi le maniche, pronti ad<br />

accettare ancora sacrifici. Ma ora,<br />

nelle ultime settimane passate alla<br />

ricerca <strong>di</strong> soluzioni e spiegazioni<br />

razionali, sta subentrando il<br />

pessimismo; sta affiorando la paura<br />

che è una cattiva consigliera. Da<br />

qualche tempo, i <strong>di</strong>scorsi finiscono<br />

sempre lì: “non ce la faremo”, “se<br />

crolla tutto, cosa facciamo?”.<br />

Eppure questa è la parte sana del<br />

paese, non facile a scoraggiarsi,<br />

che ha sempre lavorato e pagato le<br />

tasse, quella che ha sostenuto i<br />

consumi, quella moralmente ed<br />

eticamente integra, quella capace <strong>di</strong><br />

pensare all’interesse collettivo. La<br />

paura affiora perché ci si pongono<br />

alcune domande. Questo governo è<br />

stato accettato (o subito) con un<br />

sentimento <strong>di</strong> sollievo: era il dopo,<br />

finalmente. Un gruppo qualificato <strong>di</strong><br />

ministri. Attivo. Determinato.<br />

Competente. Ora, però, qualcosa<br />

si sta rompendo. Il governo sembra<br />

impantanato. Gli interventi sulle<br />

SERGIO TORTAROLO*<br />

pensioni, sullo stato sociale, sugli<br />

Enti Locali sono stati duri e pesanti.<br />

Il peso delle tasse sta <strong>di</strong>ventando<br />

insopportabile. Perché non si va<br />

avanti? I partiti frenano: si attende<br />

la nuova (e doverosa) legge<br />

elettorale, quella sulla corruzione, la<br />

riduzione dei costi della politica,<br />

eccetera, eccetera; ma non arrivano<br />

risultati, se non la solita confusione<br />

con<strong>di</strong>ta da buone intenzioni. Le<br />

statistiche ci parlano <strong>di</strong> un paese<br />

impoverito, nel quale le<br />

<strong>di</strong>suguaglianze sociali sono<br />

aumentate. Sarà anche vero che si<br />

sta pagando la crisi, ma chi la paga<br />

davvero (i più poveri) lo fa anche<br />

per ricchi ed evasori, che davanti al<br />

precipitare della situazione hanno,<br />

per <strong>di</strong> più, robusti paracadute.<br />

Insomma, è una brutta storia. Dalla<br />

crisi si esce se si rafforza la<br />

solidarietà e il patto sociale, ma non<br />

si esce se questo patto viene<br />

continuamente incrinato e violato.<br />

Così nasce, inesorabilmente il<br />

rischio <strong>di</strong> tensioni sociali gravi e<br />

pericolose. Purtroppo, l’Italia, così si<br />

<strong>di</strong>ce dal panettiere o dal giornalaio,<br />

non è la Francia. Lì, in pochi giorni,<br />

un bel cambio <strong>di</strong> governo, con stile<br />

(<strong>di</strong> tutti, maggioranza uscente e<br />

nuova maggioranza). E l’Italia non è<br />

nemmeno la Germania. Altre<br />

nazioni europee affrontano questa<br />

tempesta complessa, questa vera<br />

guerra finanziaria dall’esito incerto e<br />

impreve<strong>di</strong>bile con una forza e una<br />

compattezza che a noi mancano.<br />

Siamo una nazione con<strong>di</strong>zionata<br />

7<br />

Colloqui casuali tra i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Savona:<br />

la gente ha <strong>voglia</strong> <strong>di</strong> partecipare<br />

BASTA<br />

CON GLI “SCHETTINO<br />

DELLA POLITICA”<br />

Necessità vuole che si vada avanti<br />

sino a al 2013 con il governo Monti.<br />

Dopo quale nocchiero e quali marinai<br />

porteranno Paese e Europa fuori dal<br />

“terremoto” che ha colpito politica e<br />

Italia?<br />

pesantemente dall’avere una<br />

democrazia più fragile e una<br />

economia stravolta da una evasione<br />

fiscale sistematica, impensabile<br />

negli altri paesi. E’ qui la fonte <strong>di</strong><br />

tutti i nostri guai. L’evasione è stata<br />

tollerata, ad<strong>di</strong>rittura giustificata, ma<br />

è una grande vergogna. Si <strong>di</strong>cono<br />

altre cose in questi colloqui<br />

preoccupati e sempre più tesi; ad<br />

esempio, ma come è stato possibile<br />

che la maggioranza degli italiani<br />

abbia consegnato per tutti questi<br />

anni il governo del paese a una<br />

destra rappresentata da Berlusconi<br />

e Bossi? Oggi, si <strong>di</strong>ce, è chiaro per<br />

tutti che i due rappresentavano un<br />

<strong>di</strong>sastro, autentici Schettino della<br />

politica. Ma era così <strong>di</strong>fficile capirlo<br />

anche prima? Come è stato<br />

possibile che quella miscela <strong>di</strong><br />

populismo, demagogia, mascherata<br />

da antipolitica, veicolata dalla tv,<br />

con venature <strong>di</strong> razzismo e <strong>di</strong><br />

intolleranza, fosse accettata e<br />

sostenuta anche dai ceti popolari?<br />

Sono domande retoriche; è stato<br />

possibile! E quin<strong>di</strong> la vera domanda<br />

oggi è un’altra; la crisi della destra<br />

lascia i suoi elettori in un limbo, nel<br />

vuoto; è il ventre molle dell’Italia,<br />

una massa consistente. Verso cosa<br />

si orienterà domani?<br />

Ecco l’altro aspetto della paura <strong>di</strong><br />

cui parlavo. In questa nazione,<br />

massacrata culturalmente da quasi<br />

<strong>di</strong>ciassette anni <strong>di</strong> berlusconismo e<br />

leghismo, afflitta da una questione<br />

morale <strong>di</strong>ffusa e inquietante, in cui<br />

(segue a pagina 8)

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