Elezioni: astensionismo e voglia di cambiamento ... - Auser Liguria
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Come eravamo<br />
“REMESCIANDU” TRA I RICORDI DELLA VECCHIA VADO<br />
Niente è più come allora: 60 anni hanno cambiato città e modo <strong>di</strong> vivere<br />
Come e quanto è cambiato il mondo dal primo dopo<br />
guerra ad oggi, e con lui, anche il nostro territorio e il<br />
nostro modo <strong>di</strong> vivere. Ricordo il vivere quoti<strong>di</strong>ano<br />
quando, ad esempio, la ra<strong>di</strong>o era un lusso per poche<br />
famiglie mentre adesso i ragazzi hanno alla loro portata<br />
notizie, musica e video da ascoltare o vedere in<br />
qualsiasi posto tenendo in mano il cellulare iphone.<br />
Anche le case erano <strong>di</strong>verse, specialmente dal punto <strong>di</strong><br />
vista igienico. Il gabinetto, quasi sempre sul balcone,<br />
non aveva il bagno con vasca, doccia e il lavabo era<br />
una rarità. Ricordo che, nel 1949, un mio amico mi<br />
portò a casa sua per mostrarmi il nuovo bagno<br />
installato in un vano apposito, tutto piastrellato: era una<br />
sciccheria ed ebbi un po’ d’invi<strong>di</strong>a. La mia cucina, come<br />
la maggior parte in quel periodo, era arredata con una<br />
credenza a due ante e un tavolo con il coperchio<br />
rimovibile che, rovesciandolo, serviva per impastare<br />
completato ed era dotato <strong>di</strong> mattarello inserito sul<br />
fianco del tavolo stesso. Sotto una grande cappa<br />
c’erano due piccoli fornelli a legna, uno più grande: ”U<br />
Runfo” era nell’angolo e serviva per cucinare con<br />
grosse pentole sul fuoco a legna o carbone. Per<br />
riscaldare c’era una stufa detta a “chitarra” per la forma<br />
che scaldava solo la cucina. La sera, prima <strong>di</strong> andare a<br />
letto, si riscaldavano le lenzuola con la borsa dell’acqua<br />
calda o con i mattoni refrattari scaldati sulla stufa e<br />
fasciati in pezze <strong>di</strong> stoffa. Le strade, a Vado Ligure,<br />
erano tutte in terra battuta e d’estate piene <strong>di</strong> polvere<br />
tanto che, durante il giorno, nelle vie principali passava<br />
un carro con una botte che spruzzava acqua per<br />
attenuare il polverone che si alzava appena c’era un po’<br />
<strong>di</strong> vento. D’inverno con la pioggia <strong>di</strong>ventava tutto fango,<br />
le ruote delle biciclette sprofondavano e rendevano<br />
<strong>di</strong>fficoltoso procedere, specialmente per gli operai che<br />
dovevano raggiungere il posto <strong>di</strong> lavoro a volte lontano<br />
dalla propria casa. Quando passavano i carri con i<br />
cavalli le ruote lasciavano solchi profon<strong>di</strong> anche <strong>di</strong>eci<br />
centimetri e i cavalli faticavano molto con gli zoccoli che<br />
sprofondavano. Le auto erano pochissime, ricordo<br />
bene, non più <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ecina in tutto il paese contando<br />
anche l’ambulanza della Croce Rossa. I carri erano il<br />
mezzo <strong>di</strong> trasporto per tutte le merci: legna, cemento<br />
mattoni da costruzione, refrattari ed altro; per la terra, la<br />
sabbia, la ghiaia, il carbone e altri materiali sfusi veniva<br />
usato un carro <strong>di</strong>verso “A tumbarella” che era posta su<br />
sole due ruote che facevano da perno centrale. La<br />
forma, staccando il cavallo, facilitava lo scarico del<br />
materiale facendolo scivolare a terra senza uso <strong>di</strong> pale.<br />
L’unico mezzo efficiente era il tram (tranvai) che<br />
collegava Vado a Savona partendo da Porto Vado. Per<br />
raggiungere i paesini nei <strong>di</strong>ntorni si usavano le carrozze<br />
a cavalli, dove esistevano, altrimenti ci si procedeva a<br />
pie<strong>di</strong> o in bicicletta. Il telefono era per pochi, quasi<br />
sempre commercianti o professionisti che lo usavano<br />
per lavoro. Chi ne aveva bisogno, si recava al locale<br />
ANGELO CALABRIA<br />
18<br />
Il tram<br />
della linea<br />
Savona- Vado<br />
davanti alla<br />
stazione<br />
Letimbro<br />
dove c’erano i telefoni pubblici, una centralinista<br />
passava la linea in una delle tre cabine esistenti.<br />
Gli amici erano i vicini <strong>di</strong> casa, oppure quelli che<br />
abitavano nella stessa via. Quando ero ragazzino<br />
eravamo <strong>di</strong>stinti in gruppi col nome della zona in cui<br />
abitavamo. C’erano i ragazzi della stazione, o quelli del<br />
centro paese, della “Valletta”, strada che porta da Vado<br />
verso Valleggia, da”Baladda”, zona tra Vado e Porto<br />
Vado, quelli “du Portiu”, “du petrolio”, che abitavano nei<br />
pressi della Esso Petroli, “Da giescia” che comprendeva<br />
quelli che abitavano nei <strong>di</strong>ntorni della chiesa. Questi<br />
gruppi erano ostili fra <strong>di</strong> loro, tanto che ricordo <strong>di</strong> aver<br />
assistito, da bambino, a qualche scontro a sassate tra i<br />
ragazzi un po’ più gran<strong>di</strong>. Anche per gli adulti gli amici<br />
facevano parte degli abitanti del rione, gli uomini si<br />
trovavano all’osteria, nelle serate del sabato o<br />
domenica. Le donne passavano le serate in casa<br />
dell’una o dell’altra, facendo due chiacchiere e<br />
rammendando qualche calzino. Era abitu<strong>di</strong>ne a quei<br />
tempi, lasciare la chiave <strong>di</strong> casa nella toppa, è vero che<br />
c’era poco da rubare in quelle case ma, la gente era<br />
fondamentalmente molto più onesta e non ricordo furti<br />
nelle case della mia via. Adesso abbiamo tutti porte<br />
blindate antiscasso o allarmi vari ma i furti in<br />
appartamenti sono frequenti. Le famiglie erano più<br />
numerose, avevano più figli, sovente vivevano nella<br />
stessa casa anche i nonni e magari anche uno zio<br />
scapolo fratello della madre o del padre. Adesso molte<br />
famiglie sono formate da una persona: i “singol”. Sono<br />
in costante aumento le vedove e i vedovi rimasti soli<br />
loro malgrado e le famiglie <strong>di</strong> due persone, coppie<br />
giovani senza figli o coppie <strong>di</strong> anziani i cui figli vivono<br />
ormai fuori casa. Le coppie al massimo hanno un<br />
bambino le poche volte in cui ci sono più figli i genitori<br />
non sono <strong>di</strong> origini Italiane.<br />
Ai miei tempi non c’era la televisione, che occupa le<br />
nostre serate e ci da informazioni da tutto il mondo.<br />
Oggi sappiamo tutto <strong>di</strong> tutti ma non conosciamo i<br />
problemi dei nostri vicini <strong>di</strong> casa, <strong>di</strong> chi abita nella<br />
nostra via; in effetti ve<strong>di</strong>amo il mondo ma viviamo<br />
isolati, noi e la televisione che ci fa compagnia ma<br />
senza più il contatto umano come invece avevano i<br />
nostri genitori e i nostri nonni.