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Elezioni: astensionismo e voglia di cambiamento ... - Auser Liguria

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Come eravamo<br />

ESTATE AI CAMPI SOLARI: BAGNI E GIOCHI IN SPIAGGIA<br />

Con la maestra sulla spiaggia <strong>di</strong> Zinola. Io, seduta al centro, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> me Rita; Tosca è la terza da dx in pie<strong>di</strong><br />

Finita la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, nel 1946, per me<br />

e per le mie cugine Tosca e Rita fu il primo anno <strong>di</strong><br />

campi solari. Eravamo 25 bambine che<br />

frequentavano le scuole elementari. C’erano anche<br />

per i maschietti i campi solari ma, rigorosamente<br />

separati, tanto che non ricordo <strong>di</strong> averli mai visti.<br />

Iniziavano il primo luglio.<br />

Il ritrovo era alle 8,30 davanti alle scuole elementari<br />

<strong>di</strong> Villapiana. Accompagnate da tre maestre<br />

andavamo a prendere il tram che ci portava a<br />

Zinola, alla scuola elementare dove era la nostra<br />

sede per spogliarci e metterci in costume. L’uscita<br />

dal retro della scuola dava accesso alla spiaggia,<br />

avevano pre<strong>di</strong>sposto una tettoia coperta con foglie<br />

<strong>di</strong> palma per tenerci al riparo dal sole <strong>di</strong> luglio. Il<br />

tratto <strong>di</strong> spiaggia destinato a noi era cintato con<br />

paletti e una corda e anche lo specchio d’acqua<br />

dove ci bagnavamo era ugualmente cintato. Le<br />

bambine, naturalmente, non dovevano andare oltre<br />

le corde dove l’acqua era più profonda. C’era un<br />

bagnino, un ragazzo non alto ma robusto, ci<br />

<strong>di</strong>videva in due gruppi per fare il bagno, che durava<br />

una trentina <strong>di</strong> minuti. Un secondo bagno lo<br />

facevamo prima <strong>di</strong> andare a pranzare.<br />

Ricordo un giorno in cui mia madre, che era venuta<br />

a vedermi, chiese al bagnino se poteva insegnarmi a<br />

nuotare, lui rispose <strong>di</strong> si, mi portò dove non toccavo<br />

e mi buttò in mare. Cominciai ad annaspare ma<br />

riuscii a stare a galla, da quel giorno, anche se come<br />

un cagnolino imparai a nuotare.<br />

Tra un bagno e l’altro ci organizzavano dei giochi, il<br />

mio preferito era il gioco del fazzoletto. La maestra<br />

formava due squadre, tracciava due righe nella<br />

sabbia <strong>di</strong>stanti una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> metri una da’altra e<br />

una al centro dove si metteva la maestra con il<br />

EMILIA OLIVIERI<br />

17<br />

fazzoletto che pendeva dalla mano, chiamava per<br />

nome due bambine che correvano veloci a prendere<br />

il fazzoletto senza farsi toccare dall’avversaria e<br />

senza oltrepassare la riga <strong>di</strong> centro dove era la<br />

maestra. Vinceva chi riusciva a prendere il fazzoletto<br />

senza farsi toccare dall’avversaria e portarlo dalle<br />

sue compagne. Altri giochi che facevamo erano “ Un<br />

due tre stella” e “O regina, mia regina quanti passi<br />

devo fare per raggiungere il tuo regno?”.<br />

Una cosa che mi è rimasta impressa: non ci davano<br />

da bere fin dopo l’ultimo bagno per la paura che ci<br />

facesse male, ma la mattinata era lunga e, col sole<br />

<strong>di</strong> luglio stare tutta la mattina senza bere era una<br />

sofferenza.<br />

A mezzogiorno rientravamo nella scuola dove c’era<br />

la mensa, si pranzava e subito dopo un riposino.<br />

Per completare il pomeriggio la maestra ci leggeva<br />

dei racconti da un libro, narrava delle favole o ci<br />

faceva cantare. Quando erano le cinque, adunata e<br />

tutti a prendere il tram dove proseguivamo a cantare<br />

a squarciagola. Ci riportava alle scuole elementari<br />

<strong>di</strong> Villapiana proprio vicino a dove abitavo.<br />

Oltre alle mie cugine, molte <strong>di</strong> quelle bambine le ho<br />

frequentate anche da adulta e una la incontro<br />

ancora adesso. E’ un bel ricordo, dopo cinque anni<br />

<strong>di</strong> guerra e <strong>di</strong> paure, tornare alla pace e al<br />

<strong>di</strong>vertimento per noi bambini era un sogno.

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