Elezioni: astensionismo e voglia di cambiamento ... - Auser Liguria
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<strong>Elezioni</strong>: <strong>astensionismo</strong><br />
e <strong>voglia</strong> <strong>di</strong> <strong>cambiamento</strong><br />
Franco Astengo a pagina 9<br />
“Festa della Repubblica<br />
tra storia e attualità<br />
Zinola -Tortarolo alle pagine 6- 7<br />
10 giugno Giornata<br />
Volontario <strong>Auser</strong><br />
Scarrone- Piccardo alle pagine 3 e 4<br />
Perio<strong>di</strong>co d’informazione del volontariato e dei centri <strong>Auser</strong> della provincia <strong>di</strong> Savona Numero verde “Filo d’Argento” 800.995.988<br />
Poste italiane Spe<strong>di</strong>zione in abbonamento postale – D.L. 352/2003 (conv. L. 27. 02. 200 4 nr. 46) Art. 1, comma 2, DCB/ Savona nr. 3/ 2012
L’E<strong>di</strong>toriale<br />
Stiamo celebrando il 66°anniversario della nostra<br />
repubblica in un clima <strong>di</strong>fficile e poco chiaro, perché<br />
dopo la prima e la seconda repubblica e il terremoto<br />
politico provocato dai risultati delle ultime votazioni<br />
amministrative, non sappiamo ancora se vi sarà e come<br />
sarà la terza.<br />
In questa brutta situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>saffezione verso i partiti<br />
<strong>di</strong>mostrata dai citta<strong>di</strong>ni italiani con l’astensione e il loro<br />
voto <strong>di</strong> protesta, sono convinto, che malgrado tutto, i<br />
partiti possono ancora rappresentare il seme della<br />
democrazia nel nostro Paese, perchè l’antipolitica, anzi<br />
l’antipartitismo sono un serio pericolo aperto a qualsiasi<br />
sviluppo, e alcuni episo<strong>di</strong> poco chiari <strong>di</strong> questi ultimi<br />
giorni sembrano volgere in questa <strong>di</strong>rezione.<br />
Ma sono altresì convinto che i partiti e soprattutto i loro<br />
<strong>di</strong>rigenti, se vogliono riacquistare la fiducia degli elettori,<br />
devono cambiare ra<strong>di</strong>calmente il loro modo <strong>di</strong> gestire la<br />
politica e <strong>di</strong>mostrare concretamente una specchiata<br />
onestà e la massima trasparenza delle loro azioni e <strong>di</strong><br />
non anteporre gli interessi personali a quelli del proprio<br />
paese, è la primaria richiesta degli italiani alle forze<br />
politiche. Tutti i partiti <strong>di</strong>cono <strong>di</strong> volersi rinnovare ed<br />
estirpare il marcio dalle loro file, ma mi devono spiegare<br />
come lo possono fare gli stessi uomini che ne sono<br />
coinvolti. Senza fare <strong>di</strong> tutta l’erba un fascio, credo che<br />
se si vuole fare veramente pulizia bisogna cambiare<br />
anche qualche <strong>di</strong>rigente perché mi sembra che tutti<br />
coloro che sono inquisiti o sono in odore <strong>di</strong> operazioni<br />
poco pulite si <strong>di</strong>chiarano innocentissimi e <strong>di</strong>fficilmente<br />
lasciano il loro posto.<br />
In questa sempre più tragica situazione <strong>di</strong> crisi, sono<br />
mesi che i partiti promettono agli italiani <strong>di</strong> volere<br />
rivedere i rimborsi elettorali, <strong>di</strong>minuirli e renderli<br />
trasparenti, <strong>di</strong> ridurre i parlamentari, <strong>di</strong> volere una<br />
nuova legge elettorale senza, sino ad oggi, essere<br />
riusciti ad approdare a nulla mentre la scadenza del<br />
2013 si avvicina velocemente.<br />
Credo che continuando su questa strada è senz’altro il<br />
modo per alimentare l’antipolitica. Perciò cari partiti<br />
datevi una mossa e decidevi a fare queste riforme<br />
prima che sia troppo tar<strong>di</strong>. E’ il solo modo per<br />
riacquistare la fiducia dei citta<strong>di</strong>ni e il voto <strong>di</strong> maggio ne<br />
è stato un forte segnale,<br />
Ma quello che mi preoccupa veramente è che in tutto<br />
questo bailamme <strong>di</strong> rinvii, <strong>di</strong> proposte e controproposte<br />
ne è scaturita una che aumenta la mia solita<br />
perplessità: è quella <strong>di</strong> estendere ai partiti il<br />
finanziamento elettorale tramite il 5xmille che sino ad<br />
oggi i contribuenti italiani hanno devoluto al no profit.<br />
Mi trovo completamente contrario a una simile ipotesi<br />
perché significherebbe togliere risorse al volontariato in<br />
un momento in cui i tagli <strong>di</strong> spesa pubblica lo stanno<br />
penalizzando in modo assai pesante mentre le richieste<br />
<strong>di</strong> sostegno e aiuto stanno salendo vertiginosamente<br />
senza contare la nuova tegola che si è abbattuta<br />
sui portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap con il taglio netto del fondo<br />
sulla non autosufficienza da parte dell’attuale governo.<br />
PARTITI, ANTIPOLITICA, 5X1000<br />
TOMASO MINUTO<br />
Sappiamo che sino ad oggi la destinazione del 5x1000,<br />
nella maggioranza dei casi è stata devoluta dai<br />
contribuenti italiani alle associazioni <strong>di</strong> volontariato in<br />
cui hanno piena fiducia e ne conoscono l’attività, ma se<br />
si attuasse la proposta in <strong>di</strong>scussione, la <strong>voglia</strong> degli<br />
iscritti <strong>di</strong> aiutare il proprio partito potrebbe portare a<br />
sottrarre finanziamenti al volontariato.<br />
Perciò lasciamo stare questo benedetto 5x1000 perché<br />
da quando è stato istituito ogni governo lo sta<br />
martoriando, prima lo si voleva togliere, poi è stato<br />
messo un tetto, oggi lo si vuole strutturare non si sa<br />
come. Si sappia che rappresenta un finanziamento non<br />
in<strong>di</strong>fferente per le associazioni no profit che senza <strong>di</strong><br />
esso rischierebbero <strong>di</strong> morire e con esse il sostegno e<br />
quei servizi alle persone in <strong>di</strong>fficoltà che il governo a<br />
causa della crisi e del rigore sta tagliando<br />
paurosamente.<br />
Sommario<br />
E<strong>di</strong>toriale - Minuto Pag. 2<br />
2<br />
Lettera ai volontari - Scarrone Pag. 3<br />
Festa volontari - Piccardo Pag. 4<br />
Chiesa Evangelica - Becchino Pag. 5<br />
Nasce la Repubblica - Zinola Pag. 6<br />
Basta Schettino della politica - Tortarolo Pag. 7<br />
Una strada particolare - Castelli Pag. 8<br />
<strong>Elezioni</strong> amministrative 2012 - Astengo Pag. 9<br />
Mobilitazione per il terremoto in Emilia Pag. 10<br />
Sindacato Cgil Rossello - Dabove Pag. 11<br />
Spi Cgil - Giacobbe Pag. 12<br />
La nobiltà <strong>di</strong> Aida - Pastore Pag. 13-14<br />
L’avventura delle colonie - Paro<strong>di</strong> Pag. 15-16<br />
Notizie dai centri Albisola - Sorgente Pag. 16<br />
I campi solari - Olivieri Pag. 17<br />
Come eravamo – Calabria Pag. 18<br />
Camminiamo verso l’estate - Sortino Pag. 19<br />
San Paragorio in Noli - Moggio Pag. 20<br />
L’intervento - Tissone Pag. 21<br />
Il viaggio: il Ciapas - Tagliavini Pag. 22- 23<br />
Come eravamo - Tissone Pag. 24<br />
Storia del ciclismo a Savona Pag. 25<br />
Notizie <strong>Auser</strong> - Burattini - Girar<strong>di</strong> Pag. 26<br />
Ginnastica per la mente Pag. 27
10 giugno 2012 giornata del Volontario <strong>Auser</strong><br />
LETTERA ALLA FAMIGLIA DEI VOLONTARI<br />
Con piacere mi rivolgo <strong>di</strong>rettamente a Voi Volontari<br />
<strong>Auser</strong> perchè vi sento vicini come foste una grande<br />
famiglia <strong>di</strong> cui mi onoro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nare alcune attività ma<br />
della quale sono orgogliosa e partecipe. Sempre <strong>di</strong> più<br />
<strong>Auser</strong> è un punto <strong>di</strong> riferimento nella nostra città e nella<br />
nostra provincia. Vorrei ricordare a tutti noi che la<br />
nostra Associazione ha svolto e svolge sul territorio<br />
tante iniziative, tante attività, tanti servizi. Ha incontrato<br />
e offerto in modo <strong>di</strong>sinteressato compagnia, aiuto,<br />
amicizia a tantissime persone anziane sole, tentando <strong>di</strong><br />
farle partecipi della vita della comunità.<br />
Abbiamo sviluppato una mole <strong>di</strong> interventi sia <strong>di</strong><br />
protezione sociale sia <strong>di</strong> promozione<br />
dell’invecchiamento attivo e tutti insieme abbiamo<br />
trascorso un anno <strong>di</strong> “lavoro” a favore dei nostri<br />
concitta<strong>di</strong>ni meno fortunati ma, anche <strong>di</strong> stimolo e<br />
attività che ci hanno mantenuto vivi sia come persone<br />
sia come citta<strong>di</strong>ni.<br />
Tutto questo è stato e sarà possibile grazie alla<br />
<strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> voi Volontari. Al dono <strong>di</strong> tutti noi che in<br />
questi anni abbiamo partecipato e <strong>di</strong> molti altri che, ci<br />
auguriamo, offrano la propria <strong>di</strong>sponibilità, la propria<br />
intelligenza, il proprio impegno agli altri, <strong>di</strong>ventando<br />
Volontari <strong>Auser</strong>.<br />
I valori che <strong>Auser</strong> propone - solidarietà, inclusione,<br />
rapporto tra le generazioni - si concretizzano attraverso<br />
il vostro operato, la vostra presenza, la vostra<br />
sensibilità. Per queste ragioni, da alcuni anni, l’<strong>Auser</strong><br />
Nazionale, con la con<strong>di</strong>visione delle strutture regionali e<br />
territoriali, ha deciso <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care ai Volontari una<br />
giornata, nella quale rendere conto <strong>di</strong> questo valore.<br />
Quest’anno abbiamo anche voluto sottolineare il nostro<br />
impegno per facilitare l’inclusione dei citta<strong>di</strong>ni stranieri e<br />
la solidarietà tra le generazioni, tenendo conto che molti<br />
dei giovani, anche savonesi, sono figli proprio <strong>di</strong><br />
citta<strong>di</strong>ni provenienti da altri paesi, a volte lontanissimi,<br />
per geografia e per cultura. La reciproca conoscenza, la<br />
fraterna vicinanza, la con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong> allegria<br />
come quelli trascorsi insieme durante la nostra giornata<br />
3<br />
<strong>di</strong> festa vogliono proprio sottolineare e rafforzare questi<br />
legami <strong>di</strong> amicizia e <strong>di</strong> reciproca accettazione.<br />
La “Giornata del Volontario” del 10 giugno si è svolta<br />
presso la S.m.s. Serenella, che ringraziamo, e ha<br />
coinvolto più <strong>di</strong> 180 persone. Gli invitati e i loro<br />
famigliari hanno partecipato alla festa che è stata un<br />
momento in cui si sono con<strong>di</strong>vise parole, emozioni, idee<br />
e sentimenti.<br />
Il mio pensiero corre ancora a voi Volontari che<br />
abbiamo premiato, durante la festa, con una ceramica<br />
ricordo ma ai quali va, oltre alla nostra riconoscenza, il<br />
mio più caldo abbraccio.<br />
Il presidente <strong>Auser</strong> Savona<br />
Ileana Scarrone<br />
Un momento della festa: Ahmed e Meriem<br />
leggono il biglietto ricordo della giornata
10 giugno 2012 giornata del Volontario <strong>Auser</strong><br />
VOLONTARI AUSER TESTIMONI DI SOLIDARIETÀ E INCLUSIONE<br />
2012 anno europeo dell’invecchiamento attivo e della solidarietà tra generazioni e tra i popoli.<br />
La terza età: fase dell’arco della vita che può essere vissuta da protagonisti<br />
La tavola rotonda: da sn. Zargar, Regazzoni, Rambau<strong>di</strong>, Rossello, Berbal<strong>di</strong>, Sorgini. In pie<strong>di</strong> Scarrone e Berruti<br />
Gli anziani accolgono, sostengono,<br />
aiutano le nuove generazioni e nel<br />
contempo invecchiano sempre più<br />
attivamente. La vecchiaia non è più<br />
vista come un onere da sopportare<br />
ma come una fase della vita nella<br />
quale si può contare, partecipare<br />
essere attivi e utili alla società. I<br />
nostri Volontari sono la<br />
<strong>di</strong>mostrazione viva <strong>di</strong> questo<br />
<strong>cambiamento</strong> culturale. Ma<br />
testimoniano anche l’impegno, la<br />
solidarietà e la <strong>di</strong>sponibilità<br />
de<strong>di</strong>cando una parte del loro tempo<br />
ai coetanei e alle persone più fragili.<br />
L’attività all’auser mantiene giovani<br />
perchè consente <strong>di</strong> realizzare le<br />
proprie aspirazioni, mantenere<br />
rapporti sociali significativi,<br />
programmare, progettare e<br />
realizzare progetti ed eventi.<br />
Quest’anno è stato <strong>di</strong>chiarato anno<br />
europeo per l’invecchiamento attivo<br />
e per la solidarietà tra generazioni,<br />
il 10 giugno a Savona abbiamo<br />
deciso <strong>di</strong> festeggiare i nostri<br />
volontari proponendo un momento<br />
<strong>di</strong> riflessione sull’inclusione e sul<br />
rapporto corretto con i migranti e le<br />
loro famiglie. Sono ormai tanti gli<br />
stranieri: commercianti, nostri vicini<br />
<strong>di</strong> casa o presenti nelle nostre<br />
famiglie magari proprio per accu<strong>di</strong>re<br />
gli anziani. Parlando <strong>di</strong> solidarietà<br />
tra generazioni, inoltre, dobbiamo<br />
prendere coscienza che tra i nostri<br />
giovani molti hanno genitori non<br />
italiani, e tra loro tanti non sono<br />
considerati neppure nostri<br />
DOMINICA PICCARDO<br />
connazionali o concitta<strong>di</strong>ni. Il<br />
presidente Napolitano ha sollecitato<br />
per questi ragazzi il riconoscimento<br />
<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza onoraria e anche il<br />
Comune <strong>di</strong> Savona e la Regione<br />
<strong>Liguria</strong> si sono <strong>di</strong>mostrati sensibili a<br />
questo problema. Ma non basta.<br />
I migranti lavorano, hanno una<br />
famiglia e vanno considerati nostri<br />
concitta<strong>di</strong>ni e come tali trattati con<br />
<strong>di</strong>ritti e doveri ma, soprattutto,<br />
superando un razzismo strisciante<br />
mai del tutto scomparso.. La nostra<br />
festa e i volontari vorremmo fossero<br />
testimonial ed artefici <strong>di</strong> questo<br />
processo <strong>di</strong> inclusione a partire<br />
dalla giornata del 10 giugno, per<br />
come li conosciamo abbiamo la<br />
certezza che questa fratellanza,<br />
tolleranza ed inclusione sia già,<br />
<strong>di</strong>ciamo così, nel loro patrimonio<br />
genetico ma vorremmo, con questa<br />
iniziativa, darne visibilità soprattutto<br />
ai migranti della nostra città in modo<br />
che sentano la nostra e le altre<br />
associazioni <strong>di</strong> volontariato come<br />
risorse e come testimonianza,<br />
appunto, <strong>di</strong> amicizia e <strong>di</strong> simpatia.<br />
La tavola rotonda alla quale hanno<br />
partecipato: Lorena Rambau<strong>di</strong><br />
assessore regionale alle politiche<br />
sociali, Zaor Zargar rappresentante<br />
dei Musulmani non arabofoni in<br />
<strong>Liguria</strong>, Marco Berbal<strong>di</strong> della<br />
Fondazione Comunità Servizi<br />
Diocesani, Isabella Sorgini<br />
assessore alle politiche sociali del<br />
comune <strong>di</strong> Savona, Clau<strong>di</strong>o<br />
Regazzoni vice presidente <strong>Auser</strong><br />
4<br />
nazionale e Francesco Rossello<br />
segretario della Camera del Lavoro<br />
<strong>di</strong> Savona, ha messo in luce<br />
molti problemi ma ha anche tante<br />
speranze e risorse. Gra<strong>di</strong>ta la<br />
presenza del sindaco Berruti che<br />
ha portato i suoi saluti. La nostra<br />
giornata è proseguita col pranzo<br />
preparato dall’Associazione Amici<br />
del Me<strong>di</strong>terraneo e con la<br />
premiazione dei Volontari.<br />
Regazzoni e Sottanis (presidente<br />
regionale <strong>Auser</strong>) hanno consegnato<br />
il piatto, in ceramica marocchina,<br />
ricordo della giornata e<br />
riconoscimento dell’impegno<br />
profuso in questo anno. La società<br />
<strong>di</strong> Mutuo Soccorso Serenella è<br />
stata la bella cornice della festa.<br />
Una splen<strong>di</strong>da giornata nella quale<br />
anche un po’ <strong>di</strong> sole ha favorito i<br />
festeggiamenti per i 250 Volontari<br />
dell’<strong>Auser</strong> provinciale e per le loro<br />
famiglie dando vita a momenti <strong>di</strong><br />
riflessione e <strong>di</strong> puro <strong>di</strong>vertimento. Il<br />
pranzo multietnico preparato con<br />
maestria dall’associazione Amici del<br />
Me<strong>di</strong>terraneo ha fatto assaporare<br />
piatti esotici e gustosi che hanno<br />
accontentato anche i palati<br />
maggiormente tra<strong>di</strong>zionalisti.<br />
A coronamento della giornata, però,<br />
non è mancato il ballo liscio con la<br />
musica del Dj Tommy. Un po’ <strong>di</strong><br />
allegra tra<strong>di</strong>zione squisitamente<br />
italiana che ha fatto sentire tutti,<br />
anche chi è italiano da poco, a casa<br />
sua e tra amici allegri e accoglienti.
10 giugno 2012 giornata del Volontario <strong>Auser</strong><br />
CITTADINANZA<br />
ONORARIA PER I FIGLI<br />
DEGLI IMMIGRATI<br />
Lorena Rambau<strong>di</strong>, assessore<br />
alle Politiche Sociali della<br />
Regione <strong>Liguria</strong> prende spunto<br />
da un'iniziativa del Comune <strong>di</strong><br />
Savona e dalla presa <strong>di</strong> posizione<br />
del Presidente Napolitano<br />
La presenza degli immigrati è<br />
triplicata negli ultimi <strong>di</strong>eci anni (nelle<br />
regioni settentrionali più che nel<br />
resto del paese). E in proporzione è<br />
aumentato il numero dei figli <strong>di</strong><br />
immigrati nati in Italia.<br />
Lo <strong>di</strong>cono i dati provvisori del<br />
censimento 2011, che cominciano a<br />
essere <strong>di</strong>ffusi in queste ore. Ma la<br />
legge ancora non permette ai nati in<br />
Italia da genitori immigrati <strong>di</strong> avere<br />
subito la citta<strong>di</strong>nanza tanto che il<br />
Presidente della Repubblica Giorgio<br />
Napolitano l'ha definita "follia".<br />
Il Comune <strong>di</strong> Savona ha approvato<br />
recentemente un regolamento che<br />
prevede all'articolo 10 il<br />
riconoscimento <strong>di</strong> una "citta<strong>di</strong>nanza<br />
onoraria". Prendendo spunto da<br />
questa iniziativa e dalla forte presa<br />
<strong>di</strong> posizione <strong>di</strong> Napolitano il 27<br />
aprile l'assessore alle politiche<br />
sociali Lorena Rambau<strong>di</strong> ha<br />
proposto, a margine della seduta<br />
della Giunta, <strong>di</strong> estendere la<br />
possibilità <strong>di</strong> riconoscere questa<br />
citta<strong>di</strong>nanza onoraria ai nati in tutto<br />
il territorio ligure. I comuni avranno<br />
facoltà <strong>di</strong> aderire o no, ma la strada<br />
è tracciata ed è in sintonia con le<br />
buone pratiche <strong>di</strong> integrazione che<br />
in <strong>Liguria</strong> hanno dato ottimi risultati,<br />
anche in perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> forte pressione<br />
migratoria come durante l'ultima<br />
emergenza libica e nordafricana.<br />
In attesa <strong>di</strong> un cambio legislativo–<br />
ha spiegato Lorena Rambau<strong>di</strong> – mi<br />
auguro che tutti i comuni liguri<br />
possano aderire a questo appello,<br />
frutto <strong>di</strong> civiltà e anche segnale<br />
culturale e politico importante, oltre<br />
che atto <strong>di</strong> giustizia e speranza<br />
rispetto all’invecchiamento<br />
demografico del nostro territorio”.<br />
“L’ITALIA SONO ANCH’IO” MESSAGGIO DELLA<br />
CHIESA EVANGELICA METODISTA DI SAVONA<br />
FRANCO BECCHINO *<br />
La Chiesa Evangelica meto<strong>di</strong>sta è<br />
la più antica chiesa protestante <strong>di</strong><br />
Savona essendo stata fondata nel<br />
1875, essa annovera nella sua<br />
comunità membri <strong>di</strong> nove<br />
nazionalità o etnie: cubana,<br />
ecuadoregna, italiana, keniota,<br />
olandese, romena, statunitense,<br />
tedesca, ungherese, che vivono<br />
bene insieme, si sentono<br />
grandemente arricchite dalla<br />
<strong>di</strong>versità e sono persuase <strong>di</strong><br />
costruire veramente una sola<br />
famiglia, per cui chiamarsi sorelle e<br />
fratelli non è una formalità ma una<br />
<strong>di</strong>mensione autentica. Siamo<br />
pertanto profondamente addolorati<br />
per le manifestazioni <strong>di</strong> razzismo,<br />
anche violento, che si verificano<br />
con sempre maggior frequenza nel<br />
nostro Paese. Per parte nostra<br />
<strong>di</strong>chiariamo che ci atterremo<br />
strettamente nella nostra vita<br />
personale e comunitaria e<br />
nell’impegno nella città alla chiara<br />
parola della Bibbia:” Quando<br />
qualche forestiero soggiornerà con<br />
voi nel vostro paese, non gli farete<br />
torto. Il forestiero che soggiorna fra<br />
voi, lo tratterete come colui che è<br />
nato tra voi; tu l’amerai come te<br />
stesso; poiché anche voi foste<br />
forestieri ...Ci sarà una stessa legge<br />
e uno stesso <strong>di</strong>ritto per voi e per lo<br />
5<br />
IL MESSAGGIO<br />
straniero che soggiorna da voi” (dai<br />
libri del Levitico 19/33- 34 e numeri<br />
15/16). Invitiamo poi i nostri<br />
concitta<strong>di</strong>ni ad essere fermi nella<br />
<strong>di</strong>fesa del principio proclamato nella<br />
Costituzione della nostra repubblica<br />
secondo il quale ”Tutti i citta<strong>di</strong>ni<br />
hanno pari <strong>di</strong>gnità sociale e sono<br />
eguali davanti alla legge, senza<br />
<strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> razza, <strong>di</strong> lingua, <strong>di</strong><br />
religione...” Segnaliamo due<br />
progetti <strong>di</strong> iniziativa popolare con il<br />
motto “l’Italia sono anch’io”<br />
promosso da 19 organizzazioni tra<br />
le quali la federazione delle Chiese<br />
Evangeliche in Italia che prevedono<br />
l’uno una mo<strong>di</strong>fica della legge sulla<br />
citta<strong>di</strong>nanza che consenta ai figli <strong>di</strong><br />
genitori stranieri l’accesso alla<br />
citta<strong>di</strong>nanza, l’altro che conceda ai<br />
lavoratori stranieri che soggiornino<br />
in Italia da 5 anni: il <strong>di</strong>ritto elettorale<br />
per le elezioni delle amministrazioni<br />
locali. A questi progetti si è<br />
implicitamente riferito il Presidente<br />
della Repubblica nel suo intervento<br />
sul tema della citta<strong>di</strong>nanza a favore<br />
dello straniero nato in Italia, in<br />
occasione del ricevimento al<br />
Quirinale dei partecipanti al<br />
convegno celebrativo del 150esimo<br />
dell’unità d’Italia promosso dalla<br />
predetta Federazione delle Chiese<br />
Evangeliche in Italia.<br />
____________________ IL COMMENTO __________________<br />
Il messaggio della nostra chiesa, sul tema del fenomeno emigratorio, è stato<br />
in<strong>di</strong>rizzato alla città sul finire dello scorso anno e al momento della sua <strong>di</strong>ffusione<br />
non ebbe una grande eco in città. L’iniziativa <strong>di</strong> cui si parla ha avuto un notevole<br />
successo ed ha raccolto in tutta Italia un numero <strong>di</strong> firme <strong>di</strong> gran lunga maggiore <strong>di</strong><br />
quello minimo richiesta dalla Costituzione. E’ notizia <strong>di</strong> questi giorni che la<br />
Presidenza della Camera dei Deputati ha dato il suo patrocinio all’incontro tra il<br />
Comitato promotore per ottenere un sollecito esame da parte del Parlamento dei<br />
due progetti <strong>di</strong> iniziativa popolare. Tornando al messaggio della comunità<br />
savonese, si tratta <strong>di</strong> un testo interessante perché parte da una esperienza <strong>di</strong> vita<br />
comune fra etnie e culture <strong>di</strong>verse per giungere a delle affermazioni <strong>di</strong> principio:<br />
una confessione <strong>di</strong> fede che riba<strong>di</strong>sce il principio dell’accoglienza dello straniero”<br />
come colui che è nato tra voi”, e quin<strong>di</strong> del suo trattamento paritario sul piano del<br />
<strong>di</strong>ritto; il dovere, per la citta<strong>di</strong>nanza <strong>di</strong> rispettare e far rispettare con convinzione la<br />
fondamentale norma costituzionale sulla pari <strong>di</strong>gnità e sulla eguaglianza davanti<br />
alla legge <strong>di</strong> tutte le persone, senza <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong> razza, <strong>di</strong> lingua, <strong>di</strong> religione. E’ la<br />
coerente ri-proposizione <strong>di</strong> un caratteristico principio protestante che afferma con<br />
forza il valore della <strong>di</strong>versità e la conseguente convinzione che nulla più <strong>di</strong> una<br />
società plurale, che realizzi l’incontro e non il conflitto delle culture può arricchire<br />
tutti e ciascuno in modo incomparabile. Ancora una volta, ci sembra, la comunità<br />
meto<strong>di</strong>sta da alla nostra città un contributo che sollecita riflessione ed impegno.<br />
*Presidente del consiglio della Chiesa Evangelica Meto<strong>di</strong>sta <strong>di</strong> Savona
Riflessioni sulla Repubblica e sull’Europa<br />
“Nasce la Repubblica”. “E’ Repubblica”. “L’Italia è una<br />
Repubblica”. Rileggere i titoli dei giornali dell’epoca<br />
riporta alla mente caratteri e modelli grafici <strong>di</strong> giornali<br />
che non erano poi così male. Come la Repubblica<br />
appena nata e che oggi, troppi, vorrebbero prepensionare<br />
come la Costituzione. Elementi perfettibili,<br />
certo, ma non con procedure in cui - come si suol <strong>di</strong>re -<br />
si rischia <strong>di</strong> buttare via “il bambino con l’acqua sporca”.<br />
Di acqua sporca sotto i ponti <strong>di</strong> questi decenni ne è<br />
passata (purtroppo) molta e rileggere la storia della<br />
repubblica italiana, tra i giornali <strong>di</strong> ieri e quelli <strong>di</strong> oggi è<br />
significativo. Per <strong>di</strong>versi elementi.<br />
Il primo: la passione e l’euforia. Si cambiava registro<br />
dopo due guerre e la Resistenza. Un paese <strong>di</strong>sastrato,<br />
ma con la forza <strong>di</strong> reagire e <strong>di</strong> uscire dalla “fame”.<br />
Voglia <strong>di</strong> vivere e <strong>di</strong> fare politica. Certo con una<br />
accentuazione ideologica serrata, con un quadro<br />
internazionale poi sfociato nella contrapposizione<br />
occidente/Usa contro l’Urss e il blocco dei paesi dell’Est<br />
culminata con la sconfitta elettorale del fronte popolare<br />
in Italia. Le cronache ondeggiavano tra il racconto della<br />
passione dei giornali ideologicamente più schierati<br />
(Unità e Popolo) e quelle un po’ più asciutte <strong>di</strong><br />
quoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> area più liberale o “in<strong>di</strong>pendente”. Ma in<br />
tutti emergeva la convinzione che da quel referendum<br />
che fotografava un paese che aveva ancora nella sua<br />
memoria e tra<strong>di</strong>zione la “real casa”, poteva nascere<br />
un’Italia <strong>di</strong>versa. Il passaggio elettorale che si<br />
avvicinava avrebbe poi cambiato il taglio <strong>di</strong> articoli e<br />
schieramenti con una campagna elettorale che oggi si<br />
sarebbe detta “feroce”. Con l’innegabile influenza Usa e<br />
la forte presenza dell’allora Pci, Psi e del movimento<br />
operaio al cui interno l’area cattolica si sarebbe poi<br />
organizzata attorno alla Cisl. Dai titoli dei giornali sulla<br />
“festa” per la Repubblica, dall’analisi sulle<br />
caratteristiche <strong>di</strong> una Costituzione che era stata<br />
calibrata in modo da contenere nelle rappresentanze<br />
parlamentari ogni possibile deriva autoritaria e che<br />
sarebbe <strong>di</strong>ventata modello per stu<strong>di</strong> giuri<strong>di</strong>ci<br />
internazionali, si passò ben presto a quelli legati<br />
MARCELLO ZINOLA*<br />
6<br />
NASCE LA REPUBBLICA<br />
OPERA INCOMPIUTA<br />
ANCHE SUI MEDIA<br />
I titoli <strong>di</strong> ieri e quelli <strong>di</strong> oggi:<br />
quanti ideali<br />
ancora da realizzare<br />
ai veri e propri slogan elettorali. Significative, in tal<br />
senso, le pubblicazioni che oggi si<br />
<strong>di</strong>rebbero alternative. Grafica e impostazione, in taluni<br />
casi innovative, “mordevano” come i contenuti.<br />
Il secondo: l’evoluzione dagli anni cinquanta agli<br />
anni ottanta.<br />
I giornali superata la prima vera grande competizione<br />
elettorale, si attestarono sulle posizioni <strong>di</strong> area o <strong>di</strong><br />
netto schieramento ideologico. C’è la grande stagione<br />
dei giornali della sera, lo “strillo” sui fatti <strong>di</strong> cronaca nera<br />
che massacrano i protagonisti. Lasciando “intendere”<br />
laddove non si racconta perché i protagonisti sono <strong>di</strong><br />
classe sociale “intoccabile” o politici. L’influenza della<br />
collocazione internazionale italiana, nell’alleanza<br />
atlantica, si leggeva in molti fon<strong>di</strong> e articoli <strong>di</strong> politica<br />
interna e internazionale. Il mondo del lavoro aveva<br />
pochi riferimenti: Unità, l’Avanti (quello vero, non quello<br />
del faccen<strong>di</strong>ere Lavitola). E <strong>di</strong>ffondeva le proprie idee<br />
utilizzando i volantini, giornali murali. La stampa che<br />
veniva definita “borghese” era maggioritaria. Il taglio <strong>di</strong><br />
molti servizi sulle lotte operaie, le crisi, i rinnovi dei<br />
contratti era non tanto censorio, quanto impostato ad<br />
evidenziare “il danno” del fermo delle produzioni. Il<br />
paese comunque evolveva e la repubblica arriva a<br />
vivere gli anni più duri tra la fine degli anni Sessanta e<br />
gli anni Ottanta. Il golpe borghese, la strategia della<br />
tensione con il terrorismo nero e Savona coinvolta con<br />
le bombe del 74-75, i primi scandali con Savona ad<br />
annunciare Tangentopoli con il caso Teardo, gli anni <strong>di</strong><br />
piombo. Fare informazione non era facile. Gli scandali<br />
“sifar”, il golpe borghese, le cronache e soprattutto le<br />
inchieste giornalistiche costarono molto care a quella<br />
parte <strong>di</strong> informazione che, al <strong>di</strong> là delle collocazioni<br />
ideali, aveva la “repubblica” in testa. La magistratura<br />
degli anni Sessanta e primi anni Settanta era meno<br />
incisiva. Furono spesso inchieste e denunce<br />
giornalistiche a rompere il silenzio, a evidenziare fatti e<br />
retroscena poi emersi, spesso anni dopo, in indagini<br />
giu<strong>di</strong>ziarie.<br />
(segue a pagina 10)
Riflessioni sulla Repubblica e sull’Europa<br />
Mario Monti tra i terremotati dell’Emilia<br />
La paura. E’ questo il sentimento<br />
che affiora nei colloqui tra amici,<br />
negli incontri casuali per la strada,<br />
nelle parole scambiate con quella<br />
“base” popolare e semplice, ma<br />
spesso intuitiva ed acuta, che<br />
popola i nostri rioni <strong>di</strong> periferia. Mi<br />
riferisco a quella base <strong>di</strong> lavoratori<br />
<strong>di</strong>pendenti e pensionati che hanno<br />
seguito le vicende degli ultimi mesi,<br />
nazionali e internazionali, con<br />
preoccupazione crescente, con<br />
partecipazione ed ansia;<br />
consapevoli <strong>di</strong> dover <strong>di</strong> nuovo<br />
rimboccarsi le maniche, pronti ad<br />
accettare ancora sacrifici. Ma ora,<br />
nelle ultime settimane passate alla<br />
ricerca <strong>di</strong> soluzioni e spiegazioni<br />
razionali, sta subentrando il<br />
pessimismo; sta affiorando la paura<br />
che è una cattiva consigliera. Da<br />
qualche tempo, i <strong>di</strong>scorsi finiscono<br />
sempre lì: “non ce la faremo”, “se<br />
crolla tutto, cosa facciamo?”.<br />
Eppure questa è la parte sana del<br />
paese, non facile a scoraggiarsi,<br />
che ha sempre lavorato e pagato le<br />
tasse, quella che ha sostenuto i<br />
consumi, quella moralmente ed<br />
eticamente integra, quella capace <strong>di</strong><br />
pensare all’interesse collettivo. La<br />
paura affiora perché ci si pongono<br />
alcune domande. Questo governo è<br />
stato accettato (o subito) con un<br />
sentimento <strong>di</strong> sollievo: era il dopo,<br />
finalmente. Un gruppo qualificato <strong>di</strong><br />
ministri. Attivo. Determinato.<br />
Competente. Ora, però, qualcosa<br />
si sta rompendo. Il governo sembra<br />
impantanato. Gli interventi sulle<br />
SERGIO TORTAROLO*<br />
pensioni, sullo stato sociale, sugli<br />
Enti Locali sono stati duri e pesanti.<br />
Il peso delle tasse sta <strong>di</strong>ventando<br />
insopportabile. Perché non si va<br />
avanti? I partiti frenano: si attende<br />
la nuova (e doverosa) legge<br />
elettorale, quella sulla corruzione, la<br />
riduzione dei costi della politica,<br />
eccetera, eccetera; ma non arrivano<br />
risultati, se non la solita confusione<br />
con<strong>di</strong>ta da buone intenzioni. Le<br />
statistiche ci parlano <strong>di</strong> un paese<br />
impoverito, nel quale le<br />
<strong>di</strong>suguaglianze sociali sono<br />
aumentate. Sarà anche vero che si<br />
sta pagando la crisi, ma chi la paga<br />
davvero (i più poveri) lo fa anche<br />
per ricchi ed evasori, che davanti al<br />
precipitare della situazione hanno,<br />
per <strong>di</strong> più, robusti paracadute.<br />
Insomma, è una brutta storia. Dalla<br />
crisi si esce se si rafforza la<br />
solidarietà e il patto sociale, ma non<br />
si esce se questo patto viene<br />
continuamente incrinato e violato.<br />
Così nasce, inesorabilmente il<br />
rischio <strong>di</strong> tensioni sociali gravi e<br />
pericolose. Purtroppo, l’Italia, così si<br />
<strong>di</strong>ce dal panettiere o dal giornalaio,<br />
non è la Francia. Lì, in pochi giorni,<br />
un bel cambio <strong>di</strong> governo, con stile<br />
(<strong>di</strong> tutti, maggioranza uscente e<br />
nuova maggioranza). E l’Italia non è<br />
nemmeno la Germania. Altre<br />
nazioni europee affrontano questa<br />
tempesta complessa, questa vera<br />
guerra finanziaria dall’esito incerto e<br />
impreve<strong>di</strong>bile con una forza e una<br />
compattezza che a noi mancano.<br />
Siamo una nazione con<strong>di</strong>zionata<br />
7<br />
Colloqui casuali tra i citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> Savona:<br />
la gente ha <strong>voglia</strong> <strong>di</strong> partecipare<br />
BASTA<br />
CON GLI “SCHETTINO<br />
DELLA POLITICA”<br />
Necessità vuole che si vada avanti<br />
sino a al 2013 con il governo Monti.<br />
Dopo quale nocchiero e quali marinai<br />
porteranno Paese e Europa fuori dal<br />
“terremoto” che ha colpito politica e<br />
Italia?<br />
pesantemente dall’avere una<br />
democrazia più fragile e una<br />
economia stravolta da una evasione<br />
fiscale sistematica, impensabile<br />
negli altri paesi. E’ qui la fonte <strong>di</strong><br />
tutti i nostri guai. L’evasione è stata<br />
tollerata, ad<strong>di</strong>rittura giustificata, ma<br />
è una grande vergogna. Si <strong>di</strong>cono<br />
altre cose in questi colloqui<br />
preoccupati e sempre più tesi; ad<br />
esempio, ma come è stato possibile<br />
che la maggioranza degli italiani<br />
abbia consegnato per tutti questi<br />
anni il governo del paese a una<br />
destra rappresentata da Berlusconi<br />
e Bossi? Oggi, si <strong>di</strong>ce, è chiaro per<br />
tutti che i due rappresentavano un<br />
<strong>di</strong>sastro, autentici Schettino della<br />
politica. Ma era così <strong>di</strong>fficile capirlo<br />
anche prima? Come è stato<br />
possibile che quella miscela <strong>di</strong><br />
populismo, demagogia, mascherata<br />
da antipolitica, veicolata dalla tv,<br />
con venature <strong>di</strong> razzismo e <strong>di</strong><br />
intolleranza, fosse accettata e<br />
sostenuta anche dai ceti popolari?<br />
Sono domande retoriche; è stato<br />
possibile! E quin<strong>di</strong> la vera domanda<br />
oggi è un’altra; la crisi della destra<br />
lascia i suoi elettori in un limbo, nel<br />
vuoto; è il ventre molle dell’Italia,<br />
una massa consistente. Verso cosa<br />
si orienterà domani?<br />
Ecco l’altro aspetto della paura <strong>di</strong><br />
cui parlavo. In questa nazione,<br />
massacrata culturalmente da quasi<br />
<strong>di</strong>ciassette anni <strong>di</strong> berlusconismo e<br />
leghismo, afflitta da una questione<br />
morale <strong>di</strong>ffusa e inquietante, in cui<br />
(segue a pagina 8)
Solidarietà tra generazioni<br />
Attività dei volontari dell’<strong>Auser</strong> nella Scuola<br />
UNA STRADA PARTICOLARE<br />
VIA SAN LORENZO<br />
Progetto per far conoscere il quartiere<br />
<strong>di</strong> Villapiana ai ragazzi delle elementari<br />
GIORGIO CASTELLI 1933: collaudo del ponte sulla ferrovia in via San Lorenzo<br />
Come spesso accade in primavera<br />
dopo un lunedì <strong>di</strong> pioggia, martedì<br />
22 maggio è una bella giornata <strong>di</strong><br />
sole. L’appuntamento è alle ore 9 in<br />
via Schiantapetto, <strong>di</strong> fronte alla<br />
Scuola della Rusca. L’accordo con<br />
le maestre Marisa e Alessandra è <strong>di</strong><br />
far percorrere agli alunni della<br />
classe quarta via S. Lorenzo<br />
raccontando le sue origini e i<br />
cambiamenti subiti nei secoli scorsi.<br />
Usciti da scuola si scende lungo via<br />
Padova e si percorrono i giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />
via Trincee fino al ponte sul<br />
Letimbro dove il rio S. Lorenzo si<br />
immette nel torrente. C’è un po’<br />
d’acqua dovuta alla pioggia del<br />
giorno precedente ma è certo che<br />
anticamente questo ruscello doveva<br />
essere ben alimentato dal bacino <strong>di</strong><br />
impluvio che va dall’attuale via P.<br />
Garibal<strong>di</strong> a via Firenze passando<br />
per la valletta dello Zerbino, tanto<br />
che nei primi anni ’50 ha allagato<br />
<strong>di</strong>verse volte il cortile e le officine<br />
dell’Itis G. Ferraris con grande gioia<br />
<strong>di</strong> noi, allora alunni, per la festa<br />
non programmata. Via S. Lorenzo<br />
rimane un percorso particolare, sia<br />
per la sua lunghezza sia perché<br />
nata nel tortuoso percorso <strong>di</strong> questo<br />
ruscello oggi del tutto coperto, ma<br />
anche per l’avvicendarsi dei suoi<br />
aspetti e nomi che la in<strong>di</strong>cano come<br />
“Valletta”, poi via, e infine, creusa e<br />
colle. Abbiamo iniziato il percorso<br />
da via Trincee risalendo il primo<br />
tratto della valletta fino al “palazzo<br />
delle pipe” sorto a seguito della<br />
demolizione della fabbrica che dalla<br />
metà del 1800 produceva pipe in<br />
terracotta. Questo tratto attraversa<br />
via Piave nel punto dove, fino al<br />
1915, esisteva il ponte dello Sbarro<br />
che scavalcava il ruscello lungo la<br />
via <strong>di</strong> Torino, proseguimento<br />
dell’antica via del mercato vecchio.<br />
Non si hanno notizie della originale<br />
costruzione in pietra del ponte, ma<br />
si sa per certo della sua<br />
sostituzione con uno in legno nel<br />
1809 con uno successivo in ferro<br />
nel 1893. Proseguendo, la via si<br />
allarga, ma rimane tortuosa,<br />
scavalca la ferrovia per Genova<br />
con un ponte allargato nel 1933, e<br />
prosegue sino a piazza Brennero<br />
<strong>di</strong>ventando creusa e salendo con<br />
gra<strong>di</strong>ni fino alla antica chiesetta <strong>di</strong><br />
San Lorenzo, Biagio e Donato. I<br />
tempi scolastici non ci permettono<br />
<strong>di</strong> visitare l’interno della chiesa la<br />
cui costruzione è antecedente il<br />
1178 anno della sua prima notizia<br />
certa. Con i bambini, ora un po’<br />
affaticati e meno partecipi, saliamo<br />
ancora sorpassando l’autostrada e<br />
ritroviamo, con una breve scalinata,<br />
8<br />
la creusa che continua. Queste<br />
antiche strade racchiuse tra muri<br />
con porte <strong>di</strong> accesso alle proprietà,<br />
cantate dal poeta Fabrizio De<br />
Andrè, sono caratteristiche del<br />
nostro imme<strong>di</strong>ato entroterra e le<br />
troviamo felicemente, ancora<br />
numerose, appena fuori città. Con<br />
la nostra quarta A della Rusca<br />
siamo rientrati a scuola scendendo<br />
per le stra<strong>di</strong>ne e i sottopassi della<br />
Rusca ma la via San Lorenzo<br />
prosegue ancora come via al Colle<br />
fino a congiungersi, nei pressi<br />
appunto del colle Crocetta, con la<br />
antica “saonensis” oggi via Ranco<br />
che, se unita in <strong>di</strong>scesa a via Loreto<br />
Vecchia offre un anello ricco <strong>di</strong><br />
storia e <strong>di</strong> panorami inaspettati.<br />
(segue da pagina 7) Basta con gli Schettino...<br />
la battaglia per la legalità è fondamentale e prioritaria, quali orientamenti<br />
assumeranno questi settori, che erano la forza della destra? Detto ancora<br />
più esplicitamente: ci attendono altre esperienze nefaste o finalmente il<br />
centrosinistra riuscirà a riprendere il bandolo della matassa visto che gli<br />
elettori, come con un’ultima fiammella <strong>di</strong> speranza, gliene lasciano la<br />
possibilità? Ma il tempo è poco, siamo in un passaggio tumultuoso e<br />
complesso, <strong>di</strong> sistema. Domani non sarà più come oggi. C’è bisogno <strong>di</strong><br />
razionalità, buonsenso, competenza: questa situazione invece favorisce<br />
purtroppo chi strilla <strong>di</strong> più, chi le spara grosse, chi fa leva sulla pancia<br />
della gente, sull’emotività, sulle scorciatoie. In un paese normale, se una<br />
maggioranza ampia come quella che i nostri concitta<strong>di</strong>ni hanno purtroppo<br />
avuto la bontà <strong>di</strong> regalarci nel 2008 fallisce ovunque e si frantuma, si va<br />
alle nuove elezioni. In Italia ciò significherebbe oggi un’evidente<br />
vantaggio per il centrosinistra con (probabile, ma non è detto) sua vittoria.<br />
Curiosamente, da noi nessuno pone esplicitamente questo problema. E<br />
così, necessità vuole che si vada avanti fino al 2013 con il governo Monti.<br />
Bene. Ma da qui ad allora cosa sarà del quadro politico? Del sistema dei<br />
partiti? Dell’Europa e dell’euro? Troppe variabili, troppo <strong>di</strong>fficile per<br />
qualche pensionato a passeggio.<br />
Ma, come al solito, anche gli economisti e gli esperti ci spiegano le cose<br />
dopo che queste sono avvenute; ecco perché le tante domande<br />
importanti e concatenate che ci siamo posti e alle quali non riusciamo a<br />
dare una risposta concreta generano inevitabilmente paura per il domani;<br />
con la sensazione sgradevole <strong>di</strong> essere anche privi <strong>di</strong> strumenti per<br />
<strong>di</strong>fenderci, passeggeri, come <strong>di</strong>rebbe il poeta, “<strong>di</strong> nave senza nocchiero in<br />
gran tempesta”.<br />
* Già sindaco <strong>di</strong> Savona
L’opinione<br />
In oltre 100 comuni <strong>di</strong> quasi tutte le Regioni italiane si è<br />
svolto, tra il 6-7 Maggio (primo turno) e il 20 e 21 dello<br />
stesso mese (turno <strong>di</strong> eventuale ballottaggio) un<br />
importante appuntamento elettorale che ha riguardato<br />
non semplicemente il pur importante aspetto locale<br />
delle competizioni, ma il cui esito si è riflettuto sull’intero<br />
quadro politico.<br />
Un risultato complessivo che ha fornito alcune<br />
importanti in<strong>di</strong>cazioni: si è verificata un’ulteriore<br />
deframmentazione tra la società e la politica, tradottasi<br />
in un livello <strong>di</strong> astensioni dal voto mai fatto registrare in<br />
precedenza in alcun tipo <strong>di</strong> competizione elettorale; la<br />
geografia politica espressa dai vari partiti e movimenti è<br />
apparsa fortemente frammentata, ben al <strong>di</strong> là della<br />
presenza <strong>di</strong> moltissime liste civiche, soltanto una parte<br />
delle quali da collegarsi agli schieramenti tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong><br />
centro destra e <strong>di</strong> centro sinistra; appare evidente, a<br />
questo punto, come al centrodestra dello schieramento<br />
politico italiano si profili un vero e proprio “vuoto”,<br />
dovuto al declino <strong>di</strong> una leadership che aveva<br />
impresso, negli anni scorsi, un vero e proprio “marchio”<br />
a questa parte politica: un dato reso ancor più<br />
complesso dalla crisi verticale della Lega Nord colpita<br />
dagli scandali e dallo “sfarinamento” del Pdl; il Pd<br />
conquista successi importanti in alcuni capoluoghi<br />
tra<strong>di</strong>zionalmente amministrati dalla parte avversa come<br />
Como e Monza, ma “non vince” in altre situazioni<br />
importanti come Parma e rimane, comunque, in bilico<br />
rispetto alla strategia delle alleanze non ancora definita<br />
sul piano degli elementi programmatici e delle<br />
<strong>di</strong>namiche <strong>di</strong> schieramento (del resto in vista delle<br />
politiche 2013, rimane tutta intera l’incognita<br />
riguardante l’eventuale mo<strong>di</strong>fica della legge elettorale).<br />
Il movimento 5 stelle si è chiaramente <strong>di</strong>mostrata l’unica<br />
forza politica in grado <strong>di</strong> aggregare consenso, ma,<br />
almeno nelle situazioni in cui ha ottenuto i suoi maggiori<br />
successi, sia eleggendo alcuni sindaci sia sfiorando il<br />
ballottaggio come a Genova, è necessario costatare<br />
come questi risultati non abbiano inciso sul complesso<br />
dell’astensione, che rimane il segnale vero e concreto<br />
dell’emergere <strong>di</strong> quella che è stata definita<br />
giornalisticamente ma in maniera del tutto impropria<br />
“antipolitica”. Del resto il movimento 5 stelle è ormai<br />
presente da <strong>di</strong>verso tempo alle tornate elettorali (come<br />
FRANCO ASTENGO*<br />
9<br />
VOGLIA DI CAMBIAMENTO<br />
E ASTENSIONISMO<br />
è stato fin dalle Regionali 2010) e al <strong>di</strong> là delle “sparate”<br />
del suo leader, maestro <strong>di</strong> istrionia propagan<strong>di</strong>stica,<br />
appare saldamente all’interno del recinto democratico<br />
(ben <strong>di</strong>versa la situazione, da questo punto <strong>di</strong> vista, in<br />
Francia con il Front National o in Grecia con i neonazisti;<br />
mentre rispetto ai “pirati” tedeschi e svedesi<br />
l’analogia, per ora, può essere sviluppata nella comune,<br />
tra 5 stelle e Pirati, in<strong>di</strong>sponibilità a stringere alleanza <strong>di</strong><br />
governo: ma per restare al “caso italiano” l’obbligatoria<br />
assunzione <strong>di</strong> responsabilità amministrative nel Comuni<br />
rappresenterà la vera cartina <strong>di</strong> tornasole per giu<strong>di</strong>care<br />
la realtà <strong>di</strong> questo nuovo soggetto politico).<br />
Forniamo, ancora, alcuni dati significativi rispetto<br />
all’entità dell’assenza dal voto: prendendo in esami i<br />
risultati <strong>di</strong> 124 comuni (il 122 compresi nelle regioni a<br />
Statuto or<strong>di</strong>nario più Gorizia e Palermo) si registravano<br />
un totale <strong>di</strong> 5.273.844 elettrici ed elettori aventi <strong>di</strong>ritto;<br />
tra questi 3.054.821 (il 57,92%) hanno depositato<br />
nell’urna un voto valido per l’elezione del Sindaco e<br />
2.863.144 (il 54,28%) per le liste.<br />
Di conseguenza il tasso <strong>di</strong> astensione, per quel che<br />
riguarda le liste può essere valutate al 46,72%: come si<br />
scriveva all’inizio assolutamente un record per analogo<br />
tipo <strong>di</strong> elezione nella storia della Repubblica.<br />
La provincia <strong>di</strong> Savona ha avuto un ruolo<br />
assolutamente marginale in questa complessa vicenda:<br />
si è votato, infatti, in soli sei comuni, tutti al <strong>di</strong> sotto della<br />
soglia del 15.000 abitanti, Altare, Boissano, Borghetto<br />
Santo Spirito, Cairo Montenotte, Calizzano e Giusvalla.<br />
L’esito è stato assolutamente favorevole allo<br />
schieramento <strong>di</strong> centrosinistra (fornendo così anche<br />
una in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> massima per l’insieme della<br />
situazione politica provinciale) che oltre a confermare il<br />
governo dell’importante comune <strong>di</strong> Cairo Montenotte,<br />
con la can<strong>di</strong>datura del sindaco uscente Fulvio Briano,<br />
ha strappato i comuni <strong>di</strong> Altare (tornato al centro sinistra<br />
dopo un intervallo) e Borghetto Santo Spirito (un<br />
risultato assolutamente storico).<br />
Un buon viatico quin<strong>di</strong> per l’apertura <strong>di</strong> un ciclo<br />
amministrativo <strong>di</strong>verso dal passato, al riguardo del<br />
quale non ci resta che formulare i migliori auguri per i<br />
nuovi amministratori.<br />
*Storico e politologo
Solidarietà <strong>Auser</strong><br />
MOBILITAZIONE STRAORDINARIA<br />
PER LE POPOLAZIONI COLPITE DAL TERREMOTO IN EMILIA<br />
La terra continua a tremare in Emilia. In una notte,<br />
nell’arco temporale compreso tra mezzanotte e le 6 del<br />
mattino, sono state registrate 31 scosse con epicentro<br />
nelle campagne fra Medolla, San Felice e Mirandola,<br />
ma tutta l’Emilia è in ginocchio. Si piangono i morti, la<br />
maggior parte operai che sono rimasti sepolti dalle<br />
macerie dei capannoni industriali. Ma, altri operai, con<br />
tenacia e coraggio, continuano a chiedere aiuti per<br />
riprendere a lavorare, per non perdere le commesse<br />
per le aziende e la fonte <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to per le proprie<br />
famiglie. La grande <strong>di</strong>gnità e la laboriosità degli emiliani<br />
ci ha fatto scoprire un’Italia piegata ma non vinta. Gente<br />
spaventata che ha paura <strong>di</strong> entrare nella propria casa<br />
ma che non esita a riprendere il lavoro e una parvenza<br />
<strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>anità; dorme in auto ma non perde il proprio<br />
orgoglio e riven<strong>di</strong>ca l’appartenenza a quella terra da<br />
cui sembra essere stata tra<strong>di</strong>ta. La zona ricca e<br />
produttiva del parmigiano e dell’elettrome<strong>di</strong>cale, la zona<br />
che contribuisce sostanzialmente al mantenimento del<br />
benessere <strong>di</strong> tutto il Paese è gravemente ferita e sta<br />
soffrendo con <strong>di</strong>gnità ma non con rassegnazione. I più<br />
colpiti rimangono, come sempre durante queste<br />
catastrofi, le fasce più deboli della popolazione e tra<br />
loro certamente gli anziani. E’ per questo che la nostra<br />
associazione si mobilita sia a livello periferico sia<br />
nazionale. Abbiamo infatti ricevuto dalle nostre strutture<br />
questo comunicato che pubblichiamo integralmente<br />
certi nella solidarietà anche dei nostri lettori. “L’<strong>Auser</strong><br />
Nazionale nell’esprimere il proprio cordoglio per le<br />
vittime e la solidarietà a tutti i citta<strong>di</strong>ni colpiti da questo<br />
tremendo terremoto, invita tutte le sue strutture ad un<br />
impegno straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> raccolta fon<strong>di</strong>.<br />
Le risorse saranno finalizzate al sostegno dei citta<strong>di</strong>ni<br />
ed al ripristino dell’agibilità e funzionalità delle attività<br />
delle <strong>di</strong>verse strutture delle associazioni <strong>Auser</strong><br />
danneggiate dalle ripetute e forti scosse.<br />
Appena possibile, attraverso una riunione specifica con<br />
le strutture dell’Emilia Romagna, verrà definita la<br />
destinazione precisa delle risorse raccolte e si valuterà<br />
la necessità <strong>di</strong> ulteriori impegni a sostegno delle<br />
popolazioni delle città colpite dal sisma.”<br />
Le donazioni, da subito, possono essere effettuate<br />
tramite il conto corrente appositamente costituito o<br />
attraverso le se<strong>di</strong> territoriali dell’<strong>Auser</strong>.<br />
10<br />
É stato attivato un numero <strong>di</strong> conto corrente<br />
nazionale su cui operare i versamenti delle <strong>di</strong>verse<br />
raccolte fon<strong>di</strong>: c.c. bancario intestato a:<br />
“<strong>Auser</strong> Solidarietà Eventi”<br />
presso: Monte dei Paschi <strong>di</strong> Siena<br />
Agenzia n. 1 Via Po, 94 – 00198 Roma<br />
Cod. Iban: IT 24 S 01030 03201 000002233115<br />
Un’altra forma <strong>di</strong> solidarietà possibile è l’acquisto <strong>di</strong><br />
formaggio parmigiano reggiano a costi <strong>di</strong> produzione.<br />
L’iniziativa ha però avuto così tante adesioni che le<br />
scorte già liberate dalle macerie sono esaurite e il<br />
rimanente parmigiano è ancora stoccato nei capannoni<br />
che sono, al momento, resi inagibili dalle scosse <strong>di</strong><br />
terremoto che si sono succedute in modo serrato.<br />
Se sarà possibile aderire, in seguito, a tale iniziativa o<br />
ad altre che <strong>Auser</strong> promuoverà ne daremo conto ai soci<br />
e ai nostri lettori in tempo utile.<br />
A cura della Redazione<br />
(segue da pagina 6) Nasce la repubblica ...<br />
La “repubblica” ha tenuto in quegli anni, ma a prezzi<br />
pesanti. Che si scontano ancora oggi. L’informazione<br />
però in quegli anni è cresciuta. Nascono e muoiono<br />
vecchi e nuovi giornali. La Repubblica (il giornale) è<br />
negli anni Settanta l’esperimento più significativo.<br />
E i perio<strong>di</strong>ci (Espresso, Panorama, Epoca, Europeo,<br />
Abc che sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Ruggero Orlando sarà una<br />
delle voci laiche per le battaglie sui <strong>di</strong>ritti civili, per<br />
citarne alcuni) vendono molto, sono fonti autorevoli con<br />
inchieste e reportage.<br />
Il terzo: gli anni novanta e oggi. La repubblica,<br />
<strong>di</strong>venta seconda repubblica senza che la prima si sia<br />
davvero compiuta. L’informazione cambia, <strong>di</strong>venta<br />
oggetto, iniziativa e proprietà <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> gruppi<br />
economico finanziari o industriali. Tra crisi e rilanci con<br />
l’esplosione del modello televisivo commerciale. Se<br />
“Non è mai troppo tar<strong>di</strong>” aveva alfabetizzato molti<br />
italiani, la tv commerciale che sommerge e lascia in<br />
secondo piano approfon<strong>di</strong>mento e informazione<br />
concreta, rappresenta il classico fenomeno dell’<br />
“analfabetizzazione” <strong>di</strong> ritorno. La repubblica e<br />
l’informazione sembra meno compiuta, come la<br />
costituzione, nella vita <strong>di</strong> ogni giorno, nella politica, negli<br />
scandali e in generazioni che trovano sempre meno<br />
testimonianza della storia, del vissuto. Anche per le<br />
carenze della formazione scolastica. Il multime<strong>di</strong>ale<br />
(cioè la rete, i nuovi me<strong>di</strong>a) aprono a gran<strong>di</strong> spazi <strong>di</strong><br />
partecipazione e <strong>di</strong> partecipazione, <strong>di</strong>ventano strumenti<br />
<strong>di</strong> lotta politica e <strong>di</strong> informazione. Ma la televisione<br />
<strong>di</strong>venta anche “partito” nell’era berlusconiana. Talvolta<br />
contribuendo a sbeffeggiare i valori della repubblica e<br />
della sua costituzione.<br />
Repubblica e Costituzione da rottamare? Proprio no.<br />
Proprio perché incompiute vale la pena <strong>di</strong> raccontarle e<br />
renderle compiute. Perché i rottamatori, spesso,<br />
buttano via il bambino con l’acqua sporca.<br />
*Giornalista de “Il Secolo XIX”
La Costituzione e il lavoro<br />
SINDACATI UNITI PER CONFERMARE IL VALORE DEL LAVORO<br />
FRANCESCO ROSSELLO*<br />
Viviamo tempi <strong>di</strong>fficili. Nell’articolo a fianco, Dabove traccia<br />
un breve quadro del precariato nella nostra provincia; in<br />
altre occasioni abbiamo descritto gli effetti della crisi<br />
sull’economia locale e sull’occupazione. Ognuno <strong>di</strong> noi<br />
vive sulla propria pelle il <strong>di</strong>sagio più o meno pesante che<br />
deriva da questa situazione, gli effetti nefasti <strong>di</strong> questa crisi<br />
incidono <strong>di</strong>rettamente sulle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> tutti.<br />
Quando qualcuno soffre, serve a poco <strong>di</strong>rgli “guarda che<br />
stai male” perché lo sa già, occorre invece scoprire le<br />
cause del suo dolore ed in<strong>di</strong>viduare la terapia giusta.<br />
Proviamo quin<strong>di</strong> a soffermarci prima sulla <strong>di</strong>agnosi, poi<br />
sulla cura. Nei mesi scorsi i Governi europei, e con essi il<br />
Governo Monti, ci hanno spiegato che l’’unica via per<br />
uscire dalla crisi risiedeva nel rigore e nell’austerità, era<br />
necessario riportare in pareggio i conti pubblici, tagliando<br />
la spesa pubblica, se occorre anche welfare, sanità e<br />
istruzione. Si <strong>di</strong>ceva “Prima ci vuole il risanamento, poi si<br />
penserà alla crescita”. Queste idee sono tipiche della<br />
destra europea e si basano sul concetto che gli Stati<br />
nazionali vadano gestiti come un’azienda privata, per cui i<br />
servizi pubblici non possono essere finanziati con il debito<br />
(da qui l’idea assolutamente non con<strong>di</strong>visibile <strong>di</strong> inserire in<br />
Costituzione l’obbligo <strong>di</strong> pareggio <strong>di</strong> bilancio). Sulla base <strong>di</strong><br />
questo principio sono state aumentate spropositatamente<br />
le tasse che però, sono state utilizzate per ripianare il<br />
deficit pubblico. Quin<strong>di</strong> ad un aumento delle tasse non ha<br />
corrisposto un aumento dei servizi nella quantità e nella<br />
qualità, al contrario anche i servizi sono <strong>di</strong>minuiti perché<br />
anche i Comuni hanno dovuto dare il proprio contributo<br />
all’obiettivo del risanamento accettando <strong>di</strong> vedersi ridurre<br />
le risorse. Quin<strong>di</strong> più tasse e meno servizi, una situazione<br />
che unita alla crisi industriale ed occupazionale, si è<br />
rivelata esplosiva. Le persone perdono il lavoro, pagano<br />
più tasse, non hanno prospettive e, quin<strong>di</strong> consumano <strong>di</strong><br />
meno. Meno consumi vuol <strong>di</strong>re ancora più crisi aziendali e<br />
più <strong>di</strong>soccupazione. Gli Stati <strong>di</strong>ventano bersaglio <strong>di</strong><br />
attacchi finanziari, le borse perdono, il famigerato spread<br />
aumenta, aumentano gli interessi sul debito che dobbiamo<br />
pagare e, alla fine <strong>di</strong> questo circolo vizioso, tutti i nostri<br />
sacrifici vanno in fumo e che, come beffa finale, il nostro<br />
debito aumenti anziché <strong>di</strong>minuire. Questa è la <strong>di</strong>agnosi e<br />
la prima cosa da <strong>di</strong>re con forza è che questa ricetta <strong>di</strong><br />
destra, che fino a qualche settimana fa ci veniva venduta<br />
come l’unica possibile, si è rivelata fallimentare.<br />
Fatta questa premessa, la cura non può che consistere in<br />
scelte <strong>di</strong> politica economica <strong>di</strong>verse e, se possibile,<br />
opposte, a quelle <strong>di</strong> prima. Nei giorni scorsi il Governo ha<br />
licenziato la riforma del mercato del lavoro, una riforma<br />
debole ed insufficiente che è stata venduta falsamente<br />
come uno strumento utile a creare occupazione. Non è<br />
con queste leggi che si crea occupazione, ma liberando<br />
risorse che facciano ripartire la produzione ed i consumi.<br />
11<br />
Come fare? Abolire l’Imu sull’abitazione principale,<br />
aumentare le detrazioni sui red<strong>di</strong>ti da lavoro <strong>di</strong>pendente<br />
per ridurre subito le tasse a lavoratori e pensionati,<br />
allentare il patto <strong>di</strong> stabilità per quei Comuni che hanno<br />
lavori cantierabili e potrebbero pagarli. Sono tutti interventi<br />
finanziabili utilizzando le risorse recuperate dalla lotta<br />
all’evasione fiscale, riducendo i costi della politica e i costi<br />
per le “consulenze” nel sistema pubblico, tassando in<br />
maniera più incisiva i capitali esportati e, soprattutto,<br />
istituendo una patrimoniale vera che colpisca le gran<strong>di</strong><br />
ricchezze. All’art. 4 la Costituzione impegna lo Stato a<br />
“promuovere le con<strong>di</strong>zioni” che rendano effettivo il <strong>di</strong>ritto al<br />
lavoro. Con questa formulazione, lo Stato non deve<br />
trovare un posto <strong>di</strong> lavoro per ogni singolo citta<strong>di</strong>no, ma<br />
deve creare le con<strong>di</strong>zioni economiche e sociali che lo<br />
mettano nelle con<strong>di</strong>zioni “<strong>di</strong> svolgere, secondo le proprie<br />
possibilità e la propria scelta, un'attività o una funzione che<br />
concorra al progresso materiale o spirituale della società”.<br />
Creare queste con<strong>di</strong>zioni è un dovere costituzionale e per<br />
questo, Cgil, Cisl e Uil hanno scelto <strong>di</strong> manifestare<br />
unitariamente e <strong>di</strong> proporre la propria “cura” in occasione<br />
del 2 giugno (manifestazione rinviata al 16 giugno a<br />
seguito del terremoto in Emilia). Quin<strong>di</strong> non solo scendere<br />
in piazza per manifestare un <strong>di</strong>sagio, ma, come sempre,<br />
per chiedere scelte politiche <strong>di</strong>verse.<br />
*Segretario Camera del Lavoro <strong>di</strong> Savona<br />
IL PRECARIATO A SAVONA<br />
FAUSTO DABOVE*<br />
Quello del precariato <strong>di</strong>ffuso ed ormai insostenibile sotto<br />
ogni punto <strong>di</strong> vista (sociale, economico, morale) è un<br />
fenomeno che ha investito in pieno anche la nostra<br />
provincia. Nel 2011 a Savona ben l’85% delle assunzioni<br />
sono avvenute con forme contrattuali precarie e solo nel<br />
15% dei casi il lavoratore ha ottenuto un contratto a tempo<br />
indeterminato. In altri termini su 20 savonesi che riescono<br />
a trovare lavoro, cosa già <strong>di</strong> per sé <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong> questi tempi,<br />
solo 3 vengono assunti con contratto a tempo<br />
indeterminato: gli altri 17 ottengono solo contratti precari.<br />
Per le persone sotto i 30 anni <strong>di</strong> età la situazione è ancora<br />
peggiore: in questo caso la percentuale <strong>di</strong> chi viene<br />
assunto con un contratto a tempo indeterminato è minore<br />
del 9%. Da tempo la precarietà non è più un fenomeno<br />
riconducibile solo ai giovani che entrano nel mondo del<br />
lavoro: anche chi cerca lavoro perché l’ha perso a causa<br />
della crisi si trova, in<strong>di</strong>pendentemente dall’età, <strong>di</strong> fronte<br />
questo scenario. Nella nostra provincia questa precarietà<br />
si manifesta prioritariamente con i contratti a tempo<br />
determinato (circa il 48% del totale delle assunzioni), quelli<br />
a chiamata (più 14%), o in somministrazione (interinali,<br />
circa il 10%). Seguono poi le tipologie contrattuali non<br />
riconducibili a lavoro <strong>di</strong>pendente, come i <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong><br />
collaborazione (poco meno del 5% del totale delle<br />
assunzioni). Ci sono, infine, le false Partite Iva che spesso<br />
possono mascherare un rapporto <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong>pendente: un<br />
fenomeno <strong>di</strong>fficile da stimare ma in sensibile aumento<br />
anche a Savona.<br />
*Segretario Ni<strong>di</strong>L CGIL Savona<br />
Ni<strong>di</strong>L (Nuove Identità <strong>di</strong> Lavoro) è la categoria che si occupa dei<br />
lavoratori con forme contrattuali precarie come il lavoro interinale,<br />
l’associazione in partecipazione, il contratto a progetto, le partite Iva<br />
in<strong>di</strong>viduali.
Sindacato pensionati Cgil<br />
Basta andare un po’ tra la gente, basta stare qualche<br />
ora nelle se<strong>di</strong> del Sindacato dei Pensionati e incontrare<br />
le persone che arrivano lì, per vedere come stanno le<br />
cose, senza avere bisogno <strong>di</strong> tante statistiche (ma<br />
anche quelle confermano la reltà).<br />
La con<strong>di</strong>zione materiale <strong>di</strong> tanti anziani è peggiorata in<br />
questi anni; molti <strong>di</strong> loro con<strong>di</strong>vidono le incertezze e le<br />
preoccupazioni <strong>di</strong> famiglie in cui i ragazzi non trovano<br />
lavoro e gli adulti spesso lo perdono. I red<strong>di</strong>ti da<br />
pensione pagano più tasse <strong>di</strong> altri; pagano troppo,<br />
perchè ci sono ancora troppi che non pagano. Una<br />
malattia, la per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> autosufficienza possono fare<br />
precipitare "sotto la soglia <strong>di</strong> povertà" persone che<br />
avrebbero un red<strong>di</strong>to anche decente. Una pensione da<br />
1200 euro netti in su non avrà, quest'anno ed il<br />
prossimo, nessun adeguamento del suo valore<br />
all'aumento del costo della vita, che è tornato a<br />
crescere. Chi ha una casa propria, anche se ha solo<br />
quella, pagherà <strong>di</strong> nuovo una tassa in più.<br />
Certo, l'Italia era sull'orlo del <strong>di</strong>sastro economico; se<br />
fosse accaduto staremmo tutti peggio. Ma per tenere a<br />
galla questa barca hanno pagato quelli che vivono del<br />
proprio lavoro e che versano regolarmente le tasse.<br />
Tutte cose che sappiamo. Così come è certo che se<br />
non ci sarà un po' <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong> nuova occupazione, se<br />
non crescerà l'economia e se non cominceranno a<br />
pagate il giusto quelli che hanno <strong>di</strong> più, anche tutti i<br />
sacrifici dei lavoratori e dei pensionati non serviranno a<br />
femare il declino,l'impoverimento <strong>di</strong> tanti italiani. Questa<br />
deve essere la principale preoccupazione <strong>di</strong> chi<br />
governa oggi; questo è l'obiettivo del nostro sindacato.<br />
Le cose possono prendere un'altra piega se in Europa<br />
(a quel livello si decidono oggi cose importanti) prevarrà<br />
un altro modo <strong>di</strong> affrontare la crisi, non solo mettendo in<br />
or<strong>di</strong>ne i conti pubblici, e certo non tagliando servizi e<br />
protezioni sociali, ma finanziando la crescita economica<br />
e uno stato sociale all’altezza delle necessità delle<br />
persone. E intanto, però, c’è bisogno che il Governo e il<br />
Parlamento italiano decidano <strong>di</strong> dare a chi “ha pagato”<br />
risposte precise ed urgenti: quel che si recupara dalla<br />
lotta all’evasione fiscale va restituito ai lavoratori<br />
ANNA GIACOBBE*<br />
12<br />
La crisi colpisce tutte le età.<br />
Ma gli anziani sono<br />
maggiormente penalizzati<br />
20 GIUGNO 2012<br />
MANIFESTAZIONE<br />
DEL SINDACATO<br />
PENSIONATI<br />
Dopo anni <strong>di</strong> separazione<br />
Cgil-Cisl e Uil in piazza<br />
uniti per tutelare i <strong>di</strong>ritti<br />
<strong>di</strong>pendenti e ai pensionati, riducendo loro le tasse; ai<br />
più ricchi va fatta pagare una tassa sui gran<strong>di</strong> patrimoni;<br />
vanno trovati i sol<strong>di</strong> e date in<strong>di</strong>cazioni precise a Comuni<br />
e Aziande sanitarie per sostenere le persone non<br />
autosufficienti con servizi e aiuti alle famiglie; l’IMU sulla<br />
prima casa deve essere cancellata e, intanto, almeno,<br />
devono pagare meno non solo le famiglie con figli, ma<br />
anche quelle che hanno <strong>di</strong>sabili e anziani non<br />
autosufficenti e chi affitta a canone concordato. Sono<br />
queste le principali richieste che i sindacati dei<br />
pensionati<strong>di</strong> <strong>di</strong> Cgil Cisl e Uil, finalmente uniti dopo anni<br />
<strong>di</strong>fficili, hanno presentato e sosterranno con azioni<br />
pubbliche. In particolare stiamo preparando una<br />
giornata <strong>di</strong> mobilitazione per il 20 giugno, con tre<br />
manifestazioni contemporanee a Milano, Roma e Bari.<br />
E poi decideremo come proseguire la nostra battaglia.<br />
E’ importante che tanti e tante siano presenti.<br />
Anche avanti con l’età, nessuno “ci regala” nulla: tutto si<br />
deve conquistare e ri-conquistare. Insieme ai lavoratori,<br />
insieme ai giovani: gli interessi sono comuni.<br />
*Segretaria regionale Spi <strong>Liguria</strong>
L’opera Lirica<br />
“Aida” è, in or<strong>di</strong>ne cronologico, la<br />
ventinovesima opera <strong>di</strong> Giuseppe<br />
Ver<strong>di</strong>. E’ stata composta, su libretto<br />
<strong>di</strong> Antonio Ghislanzoni (tratto, a sua<br />
volta, da un soggetto <strong>di</strong> Auguste<br />
Mariette) negli anni 1870-1871,<br />
previa richiesta del Khe<strong>di</strong>vè<br />
d’Egitto. E’ stata rappresentata, per<br />
la prima volta, al teatro dell’opera<br />
del Cairo, in data 24 <strong>di</strong>cembre<br />
1861, in occasione della cerimonia<br />
inaugurale dell’apertura del canale<br />
<strong>di</strong> Suez.<br />
Ad un primo e superficiale esame,<br />
“Aida” sembra essere un’opera<br />
semplicemente celebrativa; non a<br />
caso, essa è stata rappresentata,<br />
più volte, in occasione <strong>di</strong> festival ed<br />
è stata oggetto <strong>di</strong> innumerevoli e<br />
gran<strong>di</strong>ose esecuzioni all’aperto,<br />
destinate, soprattutto, ai turisti. Ma,<br />
le cose non sono così semplici; se<br />
noi esaminiamo l’opera nel suo<br />
profondo, possiamo riscontrare il<br />
suo alto significato etico e spirituale<br />
e possiamo scorgere in essa un<br />
eccezionale valore anche sotto il<br />
profilo puramente artistico e<br />
musicale. Incominciamo, allora, ad<br />
esaminarla partendo dalla trama,<br />
articolata in quattro atti.<br />
Atto primo- quadro primo<br />
Palazzo del re a Menfi<br />
Aida, figlia del re etiope Amonasro,<br />
vive, come una schiava, alla corte<br />
del re d’Egitto. Si è innamorata <strong>di</strong><br />
Radames ed i suoi sentimenti sono<br />
ricambiati appassionatamente(ve<strong>di</strong><br />
la romanza <strong>di</strong> Radames: “Celeste<br />
Aida”). Ma, anche la figlia del re<br />
d’Egitto, Amneris ama il giovane e<br />
valoroso guerriero; tuttavia, ella si<br />
accorge, con inquietu<strong>di</strong>ne, che<br />
Radames nutre nei confronti <strong>di</strong> Aida<br />
una profonda simpatia (terzetto:<br />
Aida, Amneris, Radames).<br />
ALDO PASTORE<br />
Al riaccendersi della guerra tra<br />
Etiopia ed Egitto, Radames, viene<br />
nominato condottiero delle truppe<br />
reali. Tutti gli augurano la vittoria;<br />
anche Aida, la quale, solo più tar<strong>di</strong>,<br />
si rende conto <strong>di</strong> aver desiderato la<br />
sconfitta del padre e, <strong>di</strong>sperata,<br />
chiede agli Dei Patrizi consolazione<br />
alle proprie pene.<br />
Il conflitto interiore tra il sentimento<br />
per il padre e quello per l’uomo che<br />
ama è insolubile (ve<strong>di</strong> aria <strong>di</strong><br />
Aida:”Ritorna vincitor”).<br />
Atto primo- quadro secondo<br />
Interno del tempio <strong>di</strong> Vulcano a<br />
Menfi.<br />
Sacerdoti e sacerdotesse invocano<br />
la <strong>di</strong>vinità con canti e danze rituali,<br />
affinché Radames possa ritornare<br />
vincitore. Il gran sacerdote Ramfis<br />
consegna al condottiero la sacraspada.<br />
Atto secondo – quadro primo<br />
Sala nell’appartamento <strong>di</strong> Amneris.<br />
Gli egizi, guidati da Radames,<br />
hanno sconfitto gli etiopi. Aiutata<br />
dalle ancelle, Amneris si abbiglia<br />
sontuosamente per partecipare alla<br />
celebrazione della vittoria. Rimasta<br />
sola con Aida, riesce con uno<br />
stratagemma a farle confessare il<br />
suo amore per Radames (scena e<br />
duetto”Trema o vil schiava”).<br />
Atto secondo – quadro secondo<br />
Una delle porte della città <strong>di</strong> Tebe.<br />
I soldati egizi, tornati in patria,<br />
vengono accolti dal popolo<br />
esultante (Marcia trionfale).<br />
Amneris incorona Radames con il<br />
serto dei vincitori e il re promette<br />
solennemente al condottiero <strong>di</strong><br />
sod<strong>di</strong>sfare ogni suo desiderio.<br />
Radames chiede che venga<br />
concessa la libertà ai prigionieri<br />
etiopi. Il re acconsente, trattenendo<br />
però, in ostaggio Aida e suo padre.<br />
13<br />
LA NOBILTÀ<br />
E IL MESSAGGIO<br />
DI AIDA<br />
Quin<strong>di</strong>, offre a Radames la mano <strong>di</strong><br />
Amneris e la successione al trono<br />
d’Egitto.<br />
Atto terzo<br />
Sulle rive del Nilo <strong>di</strong> notte.<br />
Alla vigilia delle nozze, Amneris si<br />
reca a pregare nel tempio <strong>di</strong> Iside.<br />
Sulle sponde del Nilo, Aida attende<br />
Radames per un incontro segreto<br />
(aria <strong>di</strong> Aida: ”O cieli azzurri”).<br />
Amonasro, che ha seguito la figlia,<br />
ne approfitta per ricordarle le pene<br />
sofferte dal suo popolo e<br />
convincerla a farsi rivelare da<br />
Radames i piani <strong>di</strong> battaglia<br />
dell’esercito egizio (duetto: Aida-<br />
Amonasro: “Rivedrai le foreste<br />
imbalsamate” ). Aida convince<br />
Radames a fuggire con lei (duetto:<br />
Aida -Radames:” Oltre il Nilo ne attendono i<br />
pro<strong>di</strong> a noi devoti”). Non appena<br />
Radames svela attraverso quale<br />
percorso il suo esercito avanzerà<br />
contro gli etiopi, Amonasro, che ha<br />
u<strong>di</strong>to tutto <strong>di</strong> nascosto, esce<br />
dall’oscurità e si presenta a<br />
Radames con atteggiamento<br />
trionfale, <strong>di</strong>chiarando <strong>di</strong> essere il Re<br />
degli Etiopi. Amneris, uscita dal<br />
tempio, è testimone dell’involontario<br />
tra<strong>di</strong>mento e denuncia il complotto<br />
ai sacerdoti ed alle guar<strong>di</strong>e. Mentre<br />
Aida ed Amonasro riescono a<br />
fuggire, Radames si consegna<br />
prigioniero al capo dei sacerdoti.<br />
Atto quarto- quadro primo<br />
Sala del palazzo del re d’Egitto.<br />
Radames, accusato <strong>di</strong> alto<br />
tra<strong>di</strong>mento, si <strong>di</strong>fende davanti al<br />
tribunale dei sacerdoti. Amneris<br />
promette <strong>di</strong> salvarlo, purché rinunci<br />
ad Aida. Radames, irremovibile, è<br />
pronto a sacrificare la vita (scena e<br />
duetto Amneris Radames: E’ la morte un<br />
ben supremo”).<br />
(Segue a pagina 14)
L’opera Lirica<br />
(segue da pagina 13)<br />
Atto quarto – quadro secondo<br />
Tempio <strong>di</strong> Vulcano, sopra ad un<br />
sotterraneo. Radames viene<br />
rinchiuso vivo nella cella mortale.<br />
Aida si è nascosta nel sotterraneo<br />
per morire assieme a lui. Mentre i<br />
sacerdoti invocano la <strong>di</strong>vinità e<br />
Amneris prega la dea Iside, affinché<br />
conceda a Radames la pace<br />
eterna, i due amanti danno,<br />
insieme, l’ad<strong>di</strong>o alla vita. (duetto<br />
finale Aida - Radames: “O terra,<br />
ad<strong>di</strong>o, ad<strong>di</strong>o, valle <strong>di</strong> pianti”).<br />
Dalla lettura del testo poetico, ma,<br />
soprattutto, dall’au<strong>di</strong>zione musicale<br />
emerge molto chiaramente la<br />
straor<strong>di</strong>naria nobiltà <strong>di</strong> questa<br />
opera. E’ pur vero, infatti, che<br />
esistono, nel contesto del dramma,<br />
delle scene coreografiche, affidate<br />
a gruppi danzanti, ma esse hanno,<br />
tutte, un ben preciso scopo e<br />
significato; così la danza delle<br />
sacerdotesse (primo atto- secondo<br />
quadro) non è un inserto<br />
in<strong>di</strong>pendente e fine a se stesso, ma<br />
rappresenta il complemento visivo<br />
<strong>di</strong> un rituale, caratteristico della<br />
tra<strong>di</strong>zione egizia. Lo stesso <strong>di</strong>casi<br />
per la danza dei giovani schiavi<br />
(secondo atto- primo quadro), la<br />
quale è un breve inserto, ma viene<br />
a configurarsi come un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
una complessa vita collettiva. Infine,<br />
la famosa ”Marcia trionfale”,<br />
collocata nel finale del secondo<br />
atto, rappresenta l’esaltazione della<br />
“Vis bellica” ed è perfettamente<br />
coerente con il pensiero e l’azione<br />
dei protagonisti egizi (da Radamens<br />
a Ramfis, al Re ed al popolo nel<br />
suo complesso).<br />
Un secondo aspetto che desidero<br />
evidenziare è rappresentato dal<br />
raffinato esotismo musicale,<br />
esistente in quest’opera; non risulta<br />
da nessun documento che Ver<strong>di</strong><br />
abbia mai compiuto stu<strong>di</strong> sulla<br />
musica e sul folklore arabo e<br />
orientale, in genere; viene quasi<br />
naturale pensare che Ver<strong>di</strong> abbia<br />
creato autonomamente(e quin<strong>di</strong> con<br />
un eccezionale istinto artistico) gli<br />
elementi esotici presenti nello<br />
spartito; questi, infatti, risultano,<br />
ancora oggi, sorprendentemente<br />
coerenti con i presupposti fondanti<br />
della tra<strong>di</strong>zione araba.<br />
Infine: un breve, ma sentito, cenno<br />
al personaggio <strong>di</strong> Aida, giovane<br />
donna, che compare come schiava<br />
all’inizio dell’opera, che ama<br />
Radames con una luminosa<br />
spontaneità e che, tuttavia, non<br />
vuole scindere il legame ancestrale<br />
verso il Padre ed il popolo etiopico<br />
e che, infine, in assoluta coerenza e<br />
con una istintiva nobiltà d’animo,<br />
decide <strong>di</strong> morire con Radames,<br />
incoronata dai mirabili versi:” A noi<br />
si schiude il cielo e alme erranti<br />
volano al raggio dell’eterno dì”.<br />
14<br />
Aida<br />
all’Arena<br />
<strong>di</strong> Verona<br />
Il 28 e il 29 giugno (due giorni e<br />
una notte) l’<strong>Auser</strong> <strong>di</strong> Savona<br />
organizza un viaggio a Verona per<br />
assistere alla rappresentazione<br />
dell’opera Aida allestita all’Arena. Il<br />
Viaggio è in bus Gran turismo con<br />
accompagnatore; il pernottamento<br />
in hotel 4 stelle La quota <strong>di</strong><br />
partecipazione comprende i pranzi<br />
in ristorante con bevande.<br />
Programma del viaggio<br />
1 giorno<br />
Partenza dalla Riviera per Verona.<br />
Pranzo in ristorante. Nel pomeriggio<br />
visita guidata della città.<br />
Serata all’arena per la<br />
rappresentazione <strong>di</strong> Aida<br />
2 giorno<br />
Visita a Sirmione e Lago <strong>di</strong> Garda.<br />
Tempo libero oppure escursione<br />
facoltativa in battello. Pranzo in<br />
agriturismo<br />
Nel pomeriggio viaggio <strong>di</strong> rientro<br />
Quote <strong>di</strong> partecipazione<br />
in<strong>di</strong>viduale: 225 euro<br />
(supplemento camera singola: 22<br />
euro)<br />
Biglietto <strong>di</strong> ingresso alla<br />
rappresentazione<br />
(Costo: da 25,50€ in gra<strong>di</strong>nata a<br />
73€ in poltrona)<br />
Assicurazione annullamento<br />
facoltativa (15 euro a persona).<br />
Informazioni: numero verde<br />
800.995.988<br />
oppure Ennio Moretti<br />
338.234.3982<br />
La curiosità<br />
CHIAMATO ELISIR D'AMORE<br />
PER AMORE DELLA LIRICA<br />
Ver<strong>di</strong> patriota convinto della nuova<br />
Italia unita, fu sostenitore dei moti<br />
risorgimentali tanto che, durante<br />
l'occupazione austriaca, la scritta<br />
"Viva V.E.R.D.I." pare fosse letta<br />
come "Viva Vittorio Emanuele Re<br />
d'Italia". Fu deputato del primo<br />
parlamento del Regno d'Italia e<br />
rappresentò, attraverso le sue opere,<br />
la somma dei simboli che avevano<br />
guidato i patrioti e i “giovani” italiani<br />
all'unificazione nazionale contro<br />
l'oppressione straniera.<br />
In molte sue opere la coralità dei<br />
popoli è protagonista <strong>di</strong> arie famose e<br />
gli italiani, forse anche per questo,<br />
agli inizi del Novecento, amavano e<br />
conoscevano le arie <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong> che lo<br />
resero un mito.<br />
Un lettore ci ha raccontato, a questo<br />
proposito, un aneddoto riguardante la<br />
sua famiglia. Testimonianza della<br />
conoscenza profonda del repertorio<br />
ver<strong>di</strong>ano e dell’amore per la lirica che<br />
aveva suo nonno.<br />
“Vissuto a cavallo tra i due secoli, mio<br />
nonno, originario <strong>di</strong> Verona, aveva<br />
percorso l’Italia, traslocando per<br />
lavoro, era ferroviere, da una città<br />
all’altra sino a fermarsi, non più<br />
giovanissimo, a Savona. Aveva un<br />
viscerale amore per l’opera lirica, una<br />
grande conoscenza musicale, un<br />
buon orecchio, ma anche un carattere<br />
focoso, che prendeva il sopravvento<br />
in particolare quando andava a teatro.<br />
Capitava spesso che, nel pieno <strong>di</strong> una<br />
romanza o <strong>di</strong> un duetto, se anche una<br />
sola nota non era interpretata a<br />
dovere, non esitava ad alzarsi e a<br />
manifestare il suo <strong>di</strong>ssenso, faceva<br />
rimarcare l'errore, costringendo il<br />
maestro e <strong>di</strong>rettore d'orchestra a<br />
interrompere l'esecuzione. Un<br />
personaggio davvero eccentrico, un<br />
loggionista ante litteram nel solco<br />
della storia della lirica. Ma non era<br />
solo un attento fruitore del<br />
melodramma. Era un melomane<br />
convinto, al punto che volle far<br />
entrare nella vita reale i personaggi<br />
ver<strong>di</strong>ani. I suoi figli, ne ebbe ben otto,<br />
presero tutti il nome <strong>di</strong> personaggi<br />
della lirica: da Ruy Blas ad Elisir<br />
d’Amore con un contorno, a conferma<br />
della sua passione per le opere<br />
ver<strong>di</strong>ane, <strong>di</strong> Aida, Radames,<br />
Amneris, Ramfis e Amonasro, più<br />
Lohengrin”.
Come eravamo<br />
L’AVVENTURA ALLE COLONIE ESTIVE DI ULZIO<br />
Savona 1961: Partenza per la colonia “Cailani” <strong>di</strong> Ulzio (foto archivio Camera del Lavoro Savona)<br />
Quante foto da rior<strong>di</strong>nare! E’ giunto<br />
il momento e con pazienza cerco <strong>di</strong><br />
riscoprire, organizzare in or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong><br />
tempo una quantità infinita <strong>di</strong> foto,<br />
iniziando da quelle più vecchie,<br />
potrei <strong>di</strong>re antiche, rigorosamente in<br />
bianco e nero. Tra tutte eccone un<br />
gruppetto che mi fa balzare il cuore<br />
in petto: le foto della colonia <strong>di</strong><br />
Ulzio, dove ho vissuto la prima<br />
esperienza <strong>di</strong> vita lontana da casa,<br />
sola, anche se inserita in un gruppo<br />
perfettamente organizzato, in cui<br />
<strong>di</strong>sciplina, gioco e movimento<br />
avevano lo scopo <strong>di</strong> aiutare la<br />
crescita armonicamente intrecciata<br />
con l’aspetto salutistico: “cambiare<br />
aria” era uno dei dettami cui si<br />
ispirava l’organizzazione dell’attività<br />
<strong>di</strong> educazione e <strong>di</strong> crescita dei<br />
giovani. Ricordo...Perplessità, lievi<br />
imprecisati timori, ma anche la<br />
curiosità, le aspettative che mi<br />
investirono al momento in cui<br />
”barba” Checchin comunicò ai miei<br />
genitori la sua idea <strong>di</strong> proporre il<br />
mio nome al posto <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> suo<br />
figlio, il cuginone Ninni, per il<br />
soggiorno ad Ulzio, nella colonia<br />
dell’Ilva, <strong>di</strong> cui era <strong>di</strong>pendente. Tutte<br />
le incertezze furono fugate dalle<br />
storiche parole <strong>di</strong> zia Rina: ”Questa<br />
bambina deve cambiare aria! Deve<br />
imparare a mangiare <strong>di</strong> tutto, senza<br />
tante storie! Ci vuole la montagna!<br />
Non basta il clima degli Arbi!”<br />
Ed entrai nel manipolo dei figli<br />
dell’Ilva, pronti alla partenza per le<br />
alte quote della Val <strong>di</strong> Susa. A<br />
ripensarci, risento l’emozione della<br />
consegna della <strong>di</strong>visa: gonnellina in<br />
CARMEN PARODI<br />
tela pesante blu scuro, giacchina a<br />
vento azzurro e cappellino bianco.<br />
Ci si sentiva così componenti <strong>di</strong> un<br />
gruppo solidale, in cui identificarci.<br />
E la partenza in treno: un piccolo<br />
esercito salutava dai finestrini i<br />
parenti, in uno sventolio <strong>di</strong><br />
fazzoletti! Qualcuno tra i piccoli<br />
frignava un po’, ma presto la<br />
malinconia lasciava il posto<br />
all’impegno nei cori, che lungo tutto<br />
il tragitto verso la montagna<br />
entusiasmavano ed univano esperti,<br />
che ripetevano viaggio e soggiorno,<br />
e neofiti, che via via superavano le<br />
titubanze con cui si univano ai canti<br />
<strong>di</strong> montagna intonati dalle<br />
volenterose signorine che ci<br />
accompagnavano. Le foto mi<br />
ripropongono gruppi in cui sono<br />
stati immortalati ufficialmente tutti i<br />
partecipanti al soggiorno con la<br />
<strong>di</strong>rettrice, le educatrici, la cuoca,<br />
l’infermiera; in altre si notano<br />
gruppetti ridotti: le amiche del<br />
cuore, appunto, Nellida e Franca<br />
con me: sempre insieme, durante<br />
tutti i giorni, anche a Savona, dalla<br />
scuola ai giochi nella nostra via<br />
(non trascurabile penso sia stato il<br />
loro peso sulla mia accettazione<br />
dell’esperienza). In tutte le foto sullo<br />
sfondo domina l’imponente sagoma<br />
del monte Chaberton, dalla cima<br />
sempre innevata. Una meta che<br />
ogni giorno immaginavo <strong>di</strong><br />
raggiungere e che invece restò un<br />
sogno irrealizzato. Passeggiate ne<br />
facevamo ogni giorno, nei prati e<br />
nei boschi nei <strong>di</strong>ntorni della<br />
costruzione in mattoni rossi che ci<br />
15<br />
ospitava e, a volte, ci<br />
avventuravamo al colle, dove stava<br />
sorgendo la stazione sciistica del<br />
Sestrière. Il ritmo delle nostre<br />
giornate era regolato e scan<strong>di</strong>to<br />
dalle occupazioni quoti<strong>di</strong>ane: la<br />
sveglia ci richiamava il mattino<br />
come un plotoncino militarmente<br />
or<strong>di</strong>nato. Le gran<strong>di</strong> aiutavano le più<br />
piccole a rifare i letti, schierati nella<br />
camerata, sul fondo della quale un<br />
paravento bianco occultava il letto<br />
dell’educatrice; il passaggio ai<br />
bagni, segnato da piccoli scherzi,<br />
giochi e qualche <strong>di</strong>sputa, senza mai<br />
degenerare. La <strong>di</strong>sciplina,<br />
dominava ogni momento delle<br />
giornate, durante le quali, i giochi, i<br />
canti, le piccole recite si<br />
alternavano a esercizi ginnici, brevi<br />
momenti <strong>di</strong> riflessione (qualche<br />
compito da recuperare) oltre alle<br />
passeggiate, perfetto schieramento<br />
in fila per due! Il momento dei pasti,<br />
tutte or<strong>di</strong>natamente sedute lungo i<br />
tavoloni della mensa, era per me,<br />
poco propensa al cibo, tanto più se<br />
non cucinato da mia madre o dalle<br />
mie zie, un passaggio molto <strong>di</strong>fficile:<br />
mi pareva che non sarei mai riuscita<br />
ad ingurgitare quella roba! Ma<br />
giorno dopo giorno, forse complice<br />
l’aria fina della montagna, o lo<br />
sguardo attento dell’educatrice,<br />
avvenne il miracolo: cominciai a<br />
mangiare tutto senza tante storie,<br />
apprezzando soprattutto il momento<br />
della merenda, quando, tutte in fila,<br />
nel cortile, ricevevamo, sulla soglia<br />
della cucina, pane e cremifrutto<br />
(segue a pagina 16)
Come eravamo<br />
Estate ’56 a Ulzio da dx. Carmen, Nellida e Franca.<br />
Sullo sfondo il monte Chaberton<br />
(segue da pagina 15)<br />
quei mattoncini <strong>di</strong> marmellata<br />
solida) oppure una pesca da<br />
mangiare con il pane, cosa che<br />
entrerà nelle mie abitu<strong>di</strong>ni (ancora<br />
oggi trovo molto goloso pane e<br />
pesca). Mi si affollano alla mente<br />
momenti <strong>di</strong>versi; la scoperta del<br />
piccolo centro <strong>di</strong> Ulzio, paesino tutto<br />
in pietra, la chiesetta, <strong>di</strong> fronte al<br />
cancello della colonia, dove la<br />
domenica ascoltavamo la santa<br />
Messa con i pochi abitanti della<br />
zona; gli animali al pascolo, che<br />
passavano davanti a noi, la raccolta<br />
della lavanda, che con l’aiuto delle<br />
gran<strong>di</strong>, confezionavamo in mazzetti<br />
per farli <strong>di</strong>ventare piccoli “fiaschetti”<br />
(mi pare venissero chiamati così)<br />
rigirando gli steli in modo da<br />
ricoprire i fiori per proteggerli ed<br />
evitare la <strong>di</strong>spersione dei petali<br />
quando, rinsecchiti, sarebbero stati<br />
usati come profumatori nei cassetti.<br />
Riandare ad un tempo, ormai tanto<br />
lontano, mi ha fatto riflettere su<br />
quanto sia stata importante<br />
l’esperienza, accettata quasi <strong>di</strong><br />
mala<strong>voglia</strong>, e che mi entusiasmò<br />
gradualmente, aiutandomi anche a<br />
superare la mia tendenziale ritrosia,<br />
abituandomi ad apprezzare la vita<br />
in comunità, io, figlia unica,<br />
tormentata dal desiderio <strong>di</strong> avere<br />
un fratello, ma anche capace <strong>di</strong><br />
trascorrere ore con un libro.<br />
Il ritorno a casa,<br />
forse con un filo <strong>di</strong><br />
malinconia, era la<br />
gioia <strong>di</strong> poter<br />
raccontare in casa<br />
tutte le nuove<br />
esperienze, ma<br />
anche la maggiore<br />
consapevolezza <strong>di</strong><br />
ciò che potevano<br />
fare i bimbi delle<br />
numerose colonie<br />
marine esistenti<br />
lungo la nostra<br />
costa, nelle quali, a<br />
Celle, ad Andora,<br />
ricordo bene, mio<br />
padre aveva fatto e<br />
curava gli impianti<br />
elettrici, e dove,<br />
secondo le sue<br />
abitu<strong>di</strong>ni, molto<br />
spesso mi aveva<br />
portato in visita, suscitando in me<br />
gran<strong>di</strong> curiosità su ciò che poteva<br />
rappresentare il soggiorno in Riviera<br />
per bambini che arrivavano da<br />
Milano, da Bergamo, da Torino. E<br />
così potevo immaginare anche la<br />
scansione delle giornate <strong>di</strong> quei<br />
bambini che mi capitava <strong>di</strong> vedere,<br />
non molto lontano dalla mia<br />
spiaggia, fare il bagno tutti insieme<br />
sotto l’attento sguardo del bagnino,<br />
stendersi al sole, fare piccoli giochi<br />
con relative piccole penitenze, né<br />
più né meno <strong>di</strong> ciò che io stessa<br />
avevo vissuto su in montagna, ad<br />
Ulzio.<br />
Pubblicità del ”cremifrutto” anni ‘60<br />
16<br />
Notizie dai Centri<br />
Solidarietà tra generazioni<br />
PULMINO E PIEDIBUS<br />
L’<strong>Auser</strong> <strong>di</strong> Albisola Superiore<br />
accompagna i bambini a scuola<br />
DORA SORGENTE<br />
Da anni i volontari <strong>Auser</strong> <strong>di</strong> Albisola<br />
Superiore accompagnano i bambini<br />
delle elementari sul pulmino dello<br />
scuolabus. Il servizio è stato<br />
garantito, per tutto quest’anno, dai<br />
volontari Ignazio Baragatti e<br />
Giuseppe Pastorino. Il loro impegno<br />
quoti<strong>di</strong>ano è stato per il rientro a<br />
casa degli scolari su un percorso<br />
che, partendo dalla Scuola Primaria<br />
<strong>di</strong> via alla Massa 7, li riaccompagna<br />
alle loro abitazioni nelle frazioni <strong>di</strong><br />
Luceto ed Ellera. La collaborazione<br />
tra Scuola, Comune e <strong>Auser</strong> si è<br />
rivelata proficua tanto che, da<br />
marzo <strong>di</strong> quest’anno, è attivo un<br />
nuovo servizio sempre a favore dei<br />
bambini. L’importanza <strong>di</strong> insegnare<br />
ai piccoli a camminare a pie<strong>di</strong> su<br />
percorsi urbani, il desiderio <strong>di</strong><br />
stimolare in loro l’amore per la città<br />
e il quartiere, l’importanza <strong>di</strong><br />
stimolare lo spirito <strong>di</strong> osservazione<br />
unito alla socializzazione e al senso<br />
civico sono gli elementi portanti del<br />
“progetto Pie<strong>di</strong>bus.” Il pie<strong>di</strong>bus è<br />
già stato attivato, con successo, in<br />
molti comuni, tra cui la vicina<br />
Savona. Per Albisola la<br />
sperimentazione è stata possibile<br />
grazie ai volontari: Antonio<br />
Amendola, Giuseppe Pastorino,<br />
Rosanna Bombo, Loredana<br />
Tammurello, Nicoletta Martini,<br />
Stefania Cuvato, Karina Guelfi e<br />
Dora Sorgente che si sono resi<br />
<strong>di</strong>sponibili ad accompagnare a pie<strong>di</strong><br />
i bambini. La prima “linea”<br />
sperimentale va dal capolinea <strong>di</strong> via<br />
Dei Conra<strong>di</strong> (con una fermata<br />
interme<strong>di</strong>a davanti alla Stazione<br />
Ferroviaria) sino alla Scuola<br />
elementare <strong>di</strong> via alla Massa. I<br />
bambini che hanno aderito al<br />
progetto sono stati circa una decina<br />
ma questo numero è destinato ad<br />
aumentare in autunno quando al<br />
riaprire della scuola, probabilmente,<br />
il progetto prenderà forma in<br />
maniera definitiva magari<br />
aggiungendo qualche altra “linea”<br />
urbana.
Come eravamo<br />
ESTATE AI CAMPI SOLARI: BAGNI E GIOCHI IN SPIAGGIA<br />
Con la maestra sulla spiaggia <strong>di</strong> Zinola. Io, seduta al centro, <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> me Rita; Tosca è la terza da dx in pie<strong>di</strong><br />
Finita la seconda guerra mon<strong>di</strong>ale, nel 1946, per me<br />
e per le mie cugine Tosca e Rita fu il primo anno <strong>di</strong><br />
campi solari. Eravamo 25 bambine che<br />
frequentavano le scuole elementari. C’erano anche<br />
per i maschietti i campi solari ma, rigorosamente<br />
separati, tanto che non ricordo <strong>di</strong> averli mai visti.<br />
Iniziavano il primo luglio.<br />
Il ritrovo era alle 8,30 davanti alle scuole elementari<br />
<strong>di</strong> Villapiana. Accompagnate da tre maestre<br />
andavamo a prendere il tram che ci portava a<br />
Zinola, alla scuola elementare dove era la nostra<br />
sede per spogliarci e metterci in costume. L’uscita<br />
dal retro della scuola dava accesso alla spiaggia,<br />
avevano pre<strong>di</strong>sposto una tettoia coperta con foglie<br />
<strong>di</strong> palma per tenerci al riparo dal sole <strong>di</strong> luglio. Il<br />
tratto <strong>di</strong> spiaggia destinato a noi era cintato con<br />
paletti e una corda e anche lo specchio d’acqua<br />
dove ci bagnavamo era ugualmente cintato. Le<br />
bambine, naturalmente, non dovevano andare oltre<br />
le corde dove l’acqua era più profonda. C’era un<br />
bagnino, un ragazzo non alto ma robusto, ci<br />
<strong>di</strong>videva in due gruppi per fare il bagno, che durava<br />
una trentina <strong>di</strong> minuti. Un secondo bagno lo<br />
facevamo prima <strong>di</strong> andare a pranzare.<br />
Ricordo un giorno in cui mia madre, che era venuta<br />
a vedermi, chiese al bagnino se poteva insegnarmi a<br />
nuotare, lui rispose <strong>di</strong> si, mi portò dove non toccavo<br />
e mi buttò in mare. Cominciai ad annaspare ma<br />
riuscii a stare a galla, da quel giorno, anche se come<br />
un cagnolino imparai a nuotare.<br />
Tra un bagno e l’altro ci organizzavano dei giochi, il<br />
mio preferito era il gioco del fazzoletto. La maestra<br />
formava due squadre, tracciava due righe nella<br />
sabbia <strong>di</strong>stanti una quin<strong>di</strong>cina <strong>di</strong> metri una da’altra e<br />
una al centro dove si metteva la maestra con il<br />
EMILIA OLIVIERI<br />
17<br />
fazzoletto che pendeva dalla mano, chiamava per<br />
nome due bambine che correvano veloci a prendere<br />
il fazzoletto senza farsi toccare dall’avversaria e<br />
senza oltrepassare la riga <strong>di</strong> centro dove era la<br />
maestra. Vinceva chi riusciva a prendere il fazzoletto<br />
senza farsi toccare dall’avversaria e portarlo dalle<br />
sue compagne. Altri giochi che facevamo erano “ Un<br />
due tre stella” e “O regina, mia regina quanti passi<br />
devo fare per raggiungere il tuo regno?”.<br />
Una cosa che mi è rimasta impressa: non ci davano<br />
da bere fin dopo l’ultimo bagno per la paura che ci<br />
facesse male, ma la mattinata era lunga e, col sole<br />
<strong>di</strong> luglio stare tutta la mattina senza bere era una<br />
sofferenza.<br />
A mezzogiorno rientravamo nella scuola dove c’era<br />
la mensa, si pranzava e subito dopo un riposino.<br />
Per completare il pomeriggio la maestra ci leggeva<br />
dei racconti da un libro, narrava delle favole o ci<br />
faceva cantare. Quando erano le cinque, adunata e<br />
tutti a prendere il tram dove proseguivamo a cantare<br />
a squarciagola. Ci riportava alle scuole elementari<br />
<strong>di</strong> Villapiana proprio vicino a dove abitavo.<br />
Oltre alle mie cugine, molte <strong>di</strong> quelle bambine le ho<br />
frequentate anche da adulta e una la incontro<br />
ancora adesso. E’ un bel ricordo, dopo cinque anni<br />
<strong>di</strong> guerra e <strong>di</strong> paure, tornare alla pace e al<br />
<strong>di</strong>vertimento per noi bambini era un sogno.
Come eravamo<br />
“REMESCIANDU” TRA I RICORDI DELLA VECCHIA VADO<br />
Niente è più come allora: 60 anni hanno cambiato città e modo <strong>di</strong> vivere<br />
Come e quanto è cambiato il mondo dal primo dopo<br />
guerra ad oggi, e con lui, anche il nostro territorio e il<br />
nostro modo <strong>di</strong> vivere. Ricordo il vivere quoti<strong>di</strong>ano<br />
quando, ad esempio, la ra<strong>di</strong>o era un lusso per poche<br />
famiglie mentre adesso i ragazzi hanno alla loro portata<br />
notizie, musica e video da ascoltare o vedere in<br />
qualsiasi posto tenendo in mano il cellulare iphone.<br />
Anche le case erano <strong>di</strong>verse, specialmente dal punto <strong>di</strong><br />
vista igienico. Il gabinetto, quasi sempre sul balcone,<br />
non aveva il bagno con vasca, doccia e il lavabo era<br />
una rarità. Ricordo che, nel 1949, un mio amico mi<br />
portò a casa sua per mostrarmi il nuovo bagno<br />
installato in un vano apposito, tutto piastrellato: era una<br />
sciccheria ed ebbi un po’ d’invi<strong>di</strong>a. La mia cucina, come<br />
la maggior parte in quel periodo, era arredata con una<br />
credenza a due ante e un tavolo con il coperchio<br />
rimovibile che, rovesciandolo, serviva per impastare<br />
completato ed era dotato <strong>di</strong> mattarello inserito sul<br />
fianco del tavolo stesso. Sotto una grande cappa<br />
c’erano due piccoli fornelli a legna, uno più grande: ”U<br />
Runfo” era nell’angolo e serviva per cucinare con<br />
grosse pentole sul fuoco a legna o carbone. Per<br />
riscaldare c’era una stufa detta a “chitarra” per la forma<br />
che scaldava solo la cucina. La sera, prima <strong>di</strong> andare a<br />
letto, si riscaldavano le lenzuola con la borsa dell’acqua<br />
calda o con i mattoni refrattari scaldati sulla stufa e<br />
fasciati in pezze <strong>di</strong> stoffa. Le strade, a Vado Ligure,<br />
erano tutte in terra battuta e d’estate piene <strong>di</strong> polvere<br />
tanto che, durante il giorno, nelle vie principali passava<br />
un carro con una botte che spruzzava acqua per<br />
attenuare il polverone che si alzava appena c’era un po’<br />
<strong>di</strong> vento. D’inverno con la pioggia <strong>di</strong>ventava tutto fango,<br />
le ruote delle biciclette sprofondavano e rendevano<br />
<strong>di</strong>fficoltoso procedere, specialmente per gli operai che<br />
dovevano raggiungere il posto <strong>di</strong> lavoro a volte lontano<br />
dalla propria casa. Quando passavano i carri con i<br />
cavalli le ruote lasciavano solchi profon<strong>di</strong> anche <strong>di</strong>eci<br />
centimetri e i cavalli faticavano molto con gli zoccoli che<br />
sprofondavano. Le auto erano pochissime, ricordo<br />
bene, non più <strong>di</strong> una <strong>di</strong>ecina in tutto il paese contando<br />
anche l’ambulanza della Croce Rossa. I carri erano il<br />
mezzo <strong>di</strong> trasporto per tutte le merci: legna, cemento<br />
mattoni da costruzione, refrattari ed altro; per la terra, la<br />
sabbia, la ghiaia, il carbone e altri materiali sfusi veniva<br />
usato un carro <strong>di</strong>verso “A tumbarella” che era posta su<br />
sole due ruote che facevano da perno centrale. La<br />
forma, staccando il cavallo, facilitava lo scarico del<br />
materiale facendolo scivolare a terra senza uso <strong>di</strong> pale.<br />
L’unico mezzo efficiente era il tram (tranvai) che<br />
collegava Vado a Savona partendo da Porto Vado. Per<br />
raggiungere i paesini nei <strong>di</strong>ntorni si usavano le carrozze<br />
a cavalli, dove esistevano, altrimenti ci si procedeva a<br />
pie<strong>di</strong> o in bicicletta. Il telefono era per pochi, quasi<br />
sempre commercianti o professionisti che lo usavano<br />
per lavoro. Chi ne aveva bisogno, si recava al locale<br />
ANGELO CALABRIA<br />
18<br />
Il tram<br />
della linea<br />
Savona- Vado<br />
davanti alla<br />
stazione<br />
Letimbro<br />
dove c’erano i telefoni pubblici, una centralinista<br />
passava la linea in una delle tre cabine esistenti.<br />
Gli amici erano i vicini <strong>di</strong> casa, oppure quelli che<br />
abitavano nella stessa via. Quando ero ragazzino<br />
eravamo <strong>di</strong>stinti in gruppi col nome della zona in cui<br />
abitavamo. C’erano i ragazzi della stazione, o quelli del<br />
centro paese, della “Valletta”, strada che porta da Vado<br />
verso Valleggia, da”Baladda”, zona tra Vado e Porto<br />
Vado, quelli “du Portiu”, “du petrolio”, che abitavano nei<br />
pressi della Esso Petroli, “Da giescia” che comprendeva<br />
quelli che abitavano nei <strong>di</strong>ntorni della chiesa. Questi<br />
gruppi erano ostili fra <strong>di</strong> loro, tanto che ricordo <strong>di</strong> aver<br />
assistito, da bambino, a qualche scontro a sassate tra i<br />
ragazzi un po’ più gran<strong>di</strong>. Anche per gli adulti gli amici<br />
facevano parte degli abitanti del rione, gli uomini si<br />
trovavano all’osteria, nelle serate del sabato o<br />
domenica. Le donne passavano le serate in casa<br />
dell’una o dell’altra, facendo due chiacchiere e<br />
rammendando qualche calzino. Era abitu<strong>di</strong>ne a quei<br />
tempi, lasciare la chiave <strong>di</strong> casa nella toppa, è vero che<br />
c’era poco da rubare in quelle case ma, la gente era<br />
fondamentalmente molto più onesta e non ricordo furti<br />
nelle case della mia via. Adesso abbiamo tutti porte<br />
blindate antiscasso o allarmi vari ma i furti in<br />
appartamenti sono frequenti. Le famiglie erano più<br />
numerose, avevano più figli, sovente vivevano nella<br />
stessa casa anche i nonni e magari anche uno zio<br />
scapolo fratello della madre o del padre. Adesso molte<br />
famiglie sono formate da una persona: i “singol”. Sono<br />
in costante aumento le vedove e i vedovi rimasti soli<br />
loro malgrado e le famiglie <strong>di</strong> due persone, coppie<br />
giovani senza figli o coppie <strong>di</strong> anziani i cui figli vivono<br />
ormai fuori casa. Le coppie al massimo hanno un<br />
bambino le poche volte in cui ci sono più figli i genitori<br />
non sono <strong>di</strong> origini Italiane.<br />
Ai miei tempi non c’era la televisione, che occupa le<br />
nostre serate e ci da informazioni da tutto il mondo.<br />
Oggi sappiamo tutto <strong>di</strong> tutti ma non conosciamo i<br />
problemi dei nostri vicini <strong>di</strong> casa, <strong>di</strong> chi abita nella<br />
nostra via; in effetti ve<strong>di</strong>amo il mondo ma viviamo<br />
isolati, noi e la televisione che ci fa compagnia ma<br />
senza più il contatto umano come invece avevano i<br />
nostri genitori e i nostri nonni.
Notizie <strong>Auser</strong><br />
Il gruppo <strong>di</strong> “auserini” durante la prima gita alle Manie<br />
L’estate è alle porte ma l’<strong>Auser</strong>, da<br />
tempo, si è preparata a vivere<br />
all’aria aperta. Già ad aprile, il 18,<br />
sperando nel risveglio della<br />
primavera riscaldata dal sole,<br />
dall’aumento della temperatura e<br />
dalla maggiore durata delle<br />
giornate, abbiamo iniziato a<br />
organizzare delle passeggiate<br />
salutari e rilassanti. La prima uscita<br />
però è stata caratterizzata da un<br />
tempo ventoso ed incerto tanto che<br />
ci ha fatto propendere per un<br />
itinerario <strong>di</strong>verso da quanto<br />
previsto. Tra una nuvola e l’altra la<br />
fortuna ci ha assistito e la<br />
passeggiata alle Manie è andata<br />
benissimo anche se, al rientro,<br />
Savona ci ha accolto un bel<br />
temporale.<br />
La collaborazione tra il gruppo<br />
escursionistico savonese (Ges) e i<br />
volontari auser ha consentito<br />
l’accompagnamento <strong>di</strong> anziani alla<br />
scoperta <strong>di</strong> paesaggi e luoghi che,<br />
talvolta, anche se vicini, per alcuni<br />
sono sconosciuti.<br />
Sono passeggiate dolci della durata<br />
<strong>di</strong> due ore circa realizzate una volta<br />
ogni 15 giorni nei mercoledì o<br />
venerdì pomeriggio.<br />
La fase sperimentale ci ha visto<br />
allegri e numerosi pertanto<br />
pensiamo <strong>di</strong> proseguire l’esperienza<br />
anche nel prossimo autunno. Le<br />
passeggiate sono uno degli<br />
strumenti per invecchiare bene ed<br />
in salute. Molti sono i consigli che<br />
possiamo dare anche per affrontare<br />
l’incalzare del caldo.<br />
L’abbigliamento, sia per camminare<br />
che nella vita quoti<strong>di</strong>ana, deve<br />
MARIA GRAZIA SORTINO<br />
essere leggero, <strong>di</strong> tessuto naturale<br />
e traspirante, <strong>di</strong> colore<br />
possibilmente chiaro. Assolutamente<br />
necessario coprire il capo e<br />
proteggere gli occhi con lenti scure.<br />
Anche durante le nostre brevi<br />
escursioni abbiamo notato che<br />
questi piccoli, ma essenziali<br />
consigli, sono stati in<strong>di</strong>spensabili.<br />
Ma che <strong>di</strong>re dell’alimentazione?<br />
Sarà necessario aumentare<br />
l’apporto <strong>di</strong> frutta e verdura e<br />
introdurre più liqui<strong>di</strong> per non far<br />
<strong>di</strong>sidratare la cute e per permettere<br />
una funzionalità renale adeguata<br />
specialmente quando si svolge<br />
un’attività fisica.<br />
A questo proposito, proprio durante<br />
le passeggiate abbiamo sempre<br />
portato una bottiglietta con acqua e<br />
integratori salini. In l’estate vi<br />
consigliamo <strong>di</strong> usarli anche se i<br />
percorsi citta<strong>di</strong>ni richiedono un<br />
minore sforzo fisico ma la<br />
sudorazione <strong>di</strong>venta comunque<br />
abbondante. Sembra pleonastico<br />
l’ultimo suggerimento: continuate a<br />
camminare e a muovervi anche<br />
d’estate ma fatelo nelle ore più<br />
fresche, mattino o pomeriggio<br />
inoltrato. Mai fermarsi perché<br />
anche il più piccolo esercizio fisico<br />
ci porta benessere e ci permette <strong>di</strong><br />
allontanare il più possibile il<br />
momento del ”fermo obbligatorio”.<br />
Siamo convinti che nel “movimento<br />
c’è vita” e lo hanno <strong>di</strong>mostrato le<br />
varie attività che abbiamo<br />
organizzato: nell’inverno, in<br />
collaborazione con l’Asl 2 savonese<br />
e l’Università, sono stati organizzati<br />
i “gruppi <strong>di</strong> cammino” su percorsi<br />
19<br />
CAMMINIAMO<br />
INSIEME<br />
VERSO L’ESTATE<br />
Passeggiate, gite e utili consigli<br />
urbani e in primavera, appunto,<br />
abbiamo dato seguito a questa<br />
iniziativa con le passeggiate fuori<br />
porta. L’invecchiamento attivo ha<br />
bisogno <strong>di</strong> tanti supporti: stare<br />
all’aria aperta, con<strong>di</strong>videre con altri<br />
tempo e <strong>di</strong>vertimento, leggere un<br />
buon libro o ascoltare buona<br />
musica. Fare una bella nuotata,<br />
trascorrere del tempo con i propri<br />
parenti e, nel caso non ci fossero o<br />
non fossero <strong>di</strong>sponibili, rivolgersi ad<br />
associazioni come la nostra che<br />
possono fornire aiuto e compagnia.<br />
Se siete già arrivati al “fermo<br />
obbligatorio” non spaventatevi<br />
troppo, anche in questo caso <strong>Auser</strong><br />
sarà al vostro fianco con il “Filo<br />
d’argento”. Saremo una voce amica<br />
al telefono ma anche un po’ le<br />
vostre “gambe“ per piccole<br />
commissioni, o le vostre “ruote” con<br />
il servizio <strong>di</strong> trasporto sociale.<br />
Insomma, in un modo o nell’altro,<br />
anche in estate l’<strong>Auser</strong> c’è e<br />
cammina con voi!<br />
Camminando ... un pomeriggio<br />
Mercoledì 28 aprile<br />
“Le Manie - Grotta dell’Arma”<br />
(programma variato causa maltempo)<br />
Venerdì 4 maggio<br />
“San Pietro ai Monti”<br />
dalla Val Varatella<br />
Venerdì 1 giugno<br />
“Rocche bianche e la faggeta ”<br />
(rinviata per maltempo)<br />
Venerdì 22 giugno<br />
Rifugio “Prariundu”<br />
monte Beigua -Giornata conclusiva<br />
BUONA ESTATE A TUTTI
Monumenti e luoghi storici<br />
SAN PARAGORIO, LA CHIESA TESTIMONE DELLA STORIA DI NOLI<br />
La chiesa <strong>di</strong> San Paragorio, eretta intorno la metà del<br />
XI secolo su un precedente sito religioso <strong>di</strong> età<br />
bizantina, fu cattedrale <strong>di</strong> Noli per oltre cinque secoli.<br />
La chiesa fu e<strong>di</strong>ficata nei pressi dell’affluenza del rio<br />
Sant’Antonio (a Sciümèa in gergo nostrano) da<br />
probabili maestranze <strong>di</strong> origine comacina.<br />
Ancora oggi, del loro geniale operato, resta ancora del<br />
tutto intatto buona parte dell’aspetto esterno<br />
dell’e<strong>di</strong>ficio, “…caratterizzato dalla tipica decorazione<br />
lombarda a lesene ed archetti, binati in facciata e nella<br />
zona absidale, raggruppati a tre e quattro sui fianchi, la<br />
presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni geometrici in bicromia bianco-rosso<br />
sotto la gronda, finestre a doppia strombatura che si<br />
aprono tanto nelle absi<strong>di</strong> che sui fianchi della navata<br />
centrale…”<br />
Nella storia locale più antica questo sito religioso ha<br />
certamente svolto un ruolo <strong>di</strong> grande importanza per la<br />
comunità locale poiché, tra il XII e il XIII secolo, qui si<br />
sottoscrissero i più significativi Atti relativi alle libertà<br />
comunali. È noto che nel Basso me<strong>di</strong>o-evo Noli era<br />
inserita nella Marca Aleramica e governata dai<br />
marchesi <strong>di</strong> Savona. Anche sotto l’egida ecclesiastica,<br />
la chiesa locale era sottomessa a quella savonese.<br />
Un lento progressivo cammino - cosparso <strong>di</strong> moneta<br />
sonante (come <strong>di</strong>rò in seguito) -portò i rappresentanti la<br />
Comunitas Nauli a scrollarsi <strong>di</strong> dosso questi due “poteri”<br />
grazie anche alla fedele appartenenza alla causa guelfa<br />
e, soprattutto, al costante aiuto della potente Genova <strong>di</strong><br />
cui Noli ne fu sempre “fedelissima alleata”.<br />
Ma veniamo ai storici fatti.<br />
- Il giorno 1° ottobre del 1181, presso la cripta <strong>di</strong> San<br />
Paragorio, si <strong>di</strong>edero convegno: il marchese <strong>di</strong> Savona,<br />
Enrico I, detto il Guercio, e i Consoli <strong>di</strong> Noli Rubaldo<br />
Pelatia, Rubaldo Tederate, Guglielmo Cappello e<br />
Ottone Aurame. L’incontro ebbe per scopo la firma <strong>di</strong><br />
una Convenzione in forza della quale il Marchese <strong>di</strong><br />
Savona concedeva ai rappresentanti il Governo locale<br />
“…facoltà <strong>di</strong> fortificarsi il borgo, le mura, e il castello<br />
senza impe<strong>di</strong>menti alcuni in cambio della conferma <strong>di</strong><br />
sottomettersi a tutti i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> sud<strong>di</strong>tanza”.<br />
- Il 10 luglio dell’anno 1192, ancora in San Paragorio,<br />
Enrico II del Carretto, secondogenito del fu Enrico I,<br />
marchese <strong>di</strong> Finale, feudatario per <strong>di</strong>ritto<br />
consuetu<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Noli, vende ai Consoli nolesi la<br />
quarta parte dei pedaggi riscossi alle porte <strong>di</strong> piazza e<br />
la sesta parte dell’imposta prevista sulla ven<strong>di</strong>ta<br />
giornaliera del legname.<br />
- Il 7 agosto 1192, nuovamente in San Paragorio, è<br />
ancora Enrico II a cedere alla richiesta nolese <strong>di</strong><br />
rinunciare ad altri suoi “<strong>di</strong>ritti” riscossi sulla ripa e sulla<br />
piscaria, e quelli su fitti e possessioni più, l’antico<br />
privilegio <strong>di</strong> farsi giustizia; tutto questo per la somma <strong>di</strong><br />
lire 1440 <strong>di</strong> moneta genovese.<br />
- Il 23 maggio del 1193, San Paragorio ospita ancora il<br />
marchese <strong>di</strong> Finale e i rappresentanti la Comunitas<br />
Naulenses i quali intendono riscattare gli ultimi suoi<br />
GIULIANO MOGGIO<br />
20<br />
la Chiesa romanica <strong>di</strong> San Paragorio: quel sacro<br />
suolo che testimoniò l’avvento delle più importanti<br />
conquiste <strong>di</strong> libertà conseguite dai nolesi.<br />
Chiesa <strong>di</strong> San Paragorio: il Pronao<br />
privilegi goduti dal feudatario: la tassa sul grano che si<br />
riscuoteva alla porta <strong>di</strong> piazza, il tutto per 708 lire <strong>di</strong><br />
Genova.<br />
Infine, il 23 ottobre del 1239 fu il popolo nolese a riunirsi<br />
in San Paragorio per ricevere dal delegato Apostolico,<br />
Car<strong>di</strong>nale Giacomo da Pecoraia, la Bolla <strong>di</strong> papa<br />
Gregorio IX con la quale il pontefice attribuì alla chiesa<br />
romanica piena autonomia <strong>di</strong>staccandola dal dominio<br />
ecclesiastico savonese, la nominò Diocesi e inoltre,<br />
conseguì alla località <strong>di</strong> fregiarsi del titolo <strong>di</strong> Civitas e<br />
non più Vicus.<br />
Bibliografia<br />
Carlo Varaldo: La chiesa <strong>di</strong> San Paragorio a Noli e la zona<br />
archeologica.<br />
Monumenti e tesori d’arte del savonese, Sabatelli E<strong>di</strong>tore,<br />
Savona 1978.<br />
La chiesa <strong>di</strong> San Paragorio non è sempre visitabile.<br />
Si effettuano aperture straor<strong>di</strong>narie per visite guidate<br />
Per informazioni: contattare lo 019.822708<br />
oppure info@museoarcheosavona.it<br />
AUSER A NOLI<br />
Nella città <strong>di</strong> Noli la nostra Associazione è presente il<br />
mercoledì pomeriggio dalle 15 alle 18 nel Centro<br />
Sociale ubicato in piazza Cattedrale presso le Opere<br />
Parrocchiali.<br />
I volontari <strong>Auser</strong>, inoltre, svolgono attività <strong>di</strong><br />
socializzazione e <strong>di</strong> animazione presso la Casa <strong>di</strong><br />
riposo Villa Rosa
L’intervento<br />
Voglio parlare <strong>di</strong> via Buozzi che sta<br />
nel mio quartiere: piazzale Moroni;<br />
ad un tiro <strong>di</strong> schioppo dal comando<br />
dei Vigili Urbani <strong>di</strong> Savona e<br />
dell’avventura che debbo affrontare<br />
per attraversare da un marciapiede<br />
all’altro. Esco circa alle otto del<br />
mattino e il traffico veicolare è<br />
intenso nei due sensi <strong>di</strong> marcia.<br />
Prima <strong>di</strong> attraversare la strada, da<br />
buon pedone, guardo con molta<br />
attenzione per scegliere il momento<br />
adatto. Sono fermo davanti ad un<br />
attraversamento pedonale con una<br />
gamba all’infuori quasi per<br />
<strong>di</strong>re:”Guarda che attraverso” ma mi<br />
accorgo che non rallenta nessuno<br />
ne’ si ferma. Nessuno mi lascia il<br />
passo. L’altra mattina, al contrario,<br />
si è fermato un camioncino tutto<br />
rosso che mi ha lasciato scendere<br />
dal marciapiede e, così, ho<br />
attraversato quasi metà della<br />
carreggiata quando mi sono<br />
istintivamente fermato e girato per<br />
via del rombo <strong>di</strong> una motocicletta e<br />
forte della mia esperienza da ex<br />
vigile urbano. Con la testa mi sono<br />
sporto in avanti per vedere oltre il<br />
camioncino. Subito dopo il rombo<br />
una motocicletta ha superato il<br />
“pedonale” a tutta velocità<br />
sorpassando il camioncino e la<br />
colonna <strong>di</strong> auto ferme.<br />
“Brutto porco!” gli ho gridato a gran<br />
voce, mentre lo seguivo con lo<br />
sguardo. Ma non è servito a nulla<br />
perché il centauro ormai era troppo<br />
<strong>di</strong>stante. Ho pensato che mi<br />
avrebbe potuto maciullare tanto<br />
andava forte.<br />
Ma un altro pensiero mi rodeva: su<br />
quella strada non ho mai visto un<br />
vigile urbano; e pensare che a volte<br />
basta la presenza per rendere il<br />
traffico meno teso!<br />
Ma la medaglia ha anche il suo<br />
rovescio. Basta vedere come si<br />
comportano i pedoni mettendosi<br />
accanto ad un semaforo. L’altro<br />
giorno l’ho fatto per circa mezz’ora<br />
sull’incrocio tra Santa Rita, via De<br />
Amicis e corso Tardy e Benech.<br />
Per poter passare da un lato<br />
all’altro della strada il momento<br />
giusto viene quando appare l’omino<br />
tutto verde. Oltre il 90% dei pedoni<br />
attraversa regolarmente la strada.<br />
Ma il 10% no.<br />
IL PEDONE È L’ULTIMA RUOTA DELLA STRADA?<br />
MARIO TISSONE<br />
Pedoni ad un attraversamento<br />
regolato da semaforo<br />
Sono quelli che attraversano con<br />
l’omino tutto rosso dopo aver dato<br />
un rapido sguardo sia a sinistra sia<br />
a destra andando ad infilarsi nei<br />
vuoti del traffico.<br />
Troppe volte sono giovani o<br />
stranieri e nessuno <strong>di</strong>ce loro nulla,<br />
ne’ la gente che sta, <strong>di</strong>ligentemente,<br />
aspettando l’omino verde ne’, tanto<br />
meno, il vigile urbano che non si<br />
vede mai vicino ad un semaforo.<br />
Noi siamo, per natura, ottimisti e<br />
speriamo in comportamenti più<br />
responsabili.<br />
Proviamo ad aspettare.<br />
____________________<br />
RISPONDE CINZIA TEI<br />
RAPPRESENTANTE<br />
SINDACALE CGIL DELLA<br />
POLIZIA MUNICIPALE<br />
“Anche se il nome è cambiato da<br />
Vigili Urbani a Polizia Municipale o<br />
Locale, la sostanza è sempre la<br />
stessa. Soprattutto la “scarsa”<br />
sostanza. Scarsa, non per poca<br />
professionalità, ma perché<br />
costantemente sotto organico.”<br />
Così Cinzia Tei, delegato sindacale<br />
Cgil, esor<strong>di</strong>sce nella risposta<br />
all’intervento del nostro Mario<br />
Tissone, suo ex collega.<br />
“Questo è il primo aspetto: la<br />
carenza <strong>di</strong> organico ci impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong><br />
essere ovunque. Sicuramente<br />
potremmo essere più presenti nelle<br />
periferie se l'organico e la<br />
conseguente organizzazione del<br />
lavoro ce lo consentisse. Altra<br />
questione sono proprio i quartieri<br />
periferici, quelli un po' bistrattati, <strong>di</strong><br />
cui ci si ricorda solo in periodo pre<br />
elettorale. Quelli dove non passano<br />
21<br />
i turisti e dove an<strong>di</strong>amo poco<br />
perché chiamati altrove, magari in<br />
centro. E’ vero che manca la nostra<br />
costante presenza su tutto il<br />
territorio comunale ed ecco allora<br />
che i quartieri <strong>di</strong> periferia tornano ad<br />
essere solo dormitori o zone <strong>di</strong><br />
transito dove, il <strong>di</strong>stratto<br />
automobilista o motociclista, passa<br />
impunemente e <strong>di</strong> corsa incurante<br />
dei pedoni.<br />
La scelta, peraltro giusta, dell'<br />
Amministrazione <strong>di</strong> eliminare le<br />
Circoscrizioni non deve essere alibi<br />
per ridurre i servizi e, tra questi,<br />
anche quelli resi dalla Polizia<br />
Municipale. Nel corso degli anni,<br />
ancor prima <strong>di</strong> tale scelta, la nostra<br />
presenza nei quartieri si era<br />
assottigliata, sempre per carenza <strong>di</strong><br />
organico, ma anche per una scelta<br />
organizzativa del nostro Comando.<br />
Rispetto a questa scelta non<br />
abbiamo nulla da <strong>di</strong>re in questa<br />
sede. Sia il citta<strong>di</strong>no a chiederne<br />
conto alla politica.” Così prosegue<br />
la Tei: “Ancora un pensiero. Il<br />
motociclista che non rispetta il<br />
pedone sulle strisce è figlio <strong>di</strong> una<br />
cattiva educazione ricevuta in<br />
famiglia, a scuola e nella società.<br />
A tale proposito i Vigili fanno la loro<br />
parte. Da oltre 40 anni insegnano<br />
educazione stradale nelle scuole<br />
per contribuire alla formazione <strong>di</strong><br />
buoni citta<strong>di</strong>ni e inculcare, nei<br />
ragazzi, il rispetto dell'altro. Ma<br />
evidentemente non basta.<br />
Che cosa possono fare, insieme a<br />
noi, chiese, politica, amministrazioni<br />
e citta<strong>di</strong>ni?<br />
Certo non aspettare a porsi il<br />
problema solo quando le chiese si<br />
riempiono per i funerali dei troppi<br />
ragazzi che lasciano la vita sulle<br />
strade, in auto, in moto o contro un<br />
muro.<br />
Chi educa i giovani al rispetto<br />
dell'altro e delle regole?<br />
Chi li prepara a essere citta<strong>di</strong>ni<br />
responsabili e partecipi della vita<br />
della città?<br />
Queste domande, alle quali non so<br />
dare una risposta, vorrei rivolgerle a<br />
Tissone ma anche a tutti noi “
Racconti <strong>di</strong> viaggio<br />
SULLE MONTAGNE DEL CHIAPAS CON GLI EREDI DEI MAYA<br />
Riti <strong>di</strong> purificazione, niente foto, mitragliatrici ai lati della strada, intensa e folkloristica religiosità,<br />
zapatisti vestiti <strong>di</strong> bianco nel culto del mitico comandante Marcos<br />
La chiesa <strong>di</strong> San Juan Chamula<br />
E’ il primo giorno in terra Maya lo trascorro a San<br />
Cristobal (120.000 abitanti -2200 metri sul livello del<br />
mare).Manuel, non è ancora arrivato, ho il tempo <strong>di</strong> fare<br />
colazione al bar ristoro, dell’Hotel “Ciudad Real”, che<br />
<strong>di</strong>sta un centinaio <strong>di</strong> metri da qui. Un Amerindo mi<br />
accompagna gentilmente ad un tavolo, in sala non c’e’<br />
ancora nessuno. Non vedo l’ora che Manuel mi<br />
raggiunga, non conosco lo spagnolo e qui si parla,<br />
prevalentemente, il <strong>di</strong>aletto Maya. Uso la lingua della<br />
gestualità per farmi capire e, timidamente, or<strong>di</strong>no una<br />
tortillas farcita e una tazza <strong>di</strong> caffè all’americana<br />
(chiamarlo espresso, è un eufemismo). Nel frattempo,<br />
anche lui in anticipo, arriva Manuel Humberto<br />
Cardenas.<br />
“Buenas <strong>di</strong>as amigo!» e mi dà una pacca sulla spalla<br />
esibendo un sorriso smagliante. La giornata<br />
programmata è intensa e intendo arricchire la mia<br />
conoscenza della storia <strong>di</strong> questo popolo antichissimo.<br />
Le gesta maggiormente rievocate, attraverso una<br />
<strong>di</strong>ffusa letteratura, riguardano la violenza con la quale,<br />
molti secoli fa, i Maya sacrificavano vite umane per<br />
ingraziarsi i loro dei. Ma se questo è un aspetto brutale<br />
<strong>di</strong> quella civiltà non si può eludere la straor<strong>di</strong>naria<br />
cultura, che ci hanno tramandato, nel campo<br />
dell’astronomia, dell’astrologia. Una storia che ancora<br />
oggi suscita stupore, pur conservando aspetti<br />
misteriosi. “Buenas <strong>di</strong>as!” rispondo, con la bocca<br />
ancora piena e, lentamente, mi alzo. Non vedo l’ora <strong>di</strong><br />
esplorare le montagne del Chiapas e Manuel con uno<br />
sguardo compiacente mi <strong>di</strong>mostra tutta la sua<br />
sod<strong>di</strong>sfazione. Salutiamo il “camarero” con una buona<br />
mancia e usciamo. Siamo vicini al tropico eppure<br />
l’altitu<strong>di</strong>ne ci concede solo 10°. Con un vecchio<br />
fuoristrada, attraversiamo le vie perpen<strong>di</strong>colari,<br />
fiancheggiate da case tipiche, basse, dai colori vivi fino<br />
all’uscita della città.<br />
L’immenso mercato <strong>di</strong> S. Cristobal<br />
“Stiamo vicini” mi consiglia Manuel, “il mercato è molto<br />
vasto, alcune regole <strong>di</strong> vita degli in<strong>di</strong>os non consentono<br />
CLAUDIO TAGLIAVINI<br />
22<br />
<strong>di</strong>strazioni, meglio non crearci problemi” Un vocìo<br />
strano, con sottofondo <strong>di</strong> musica folcloristica in<strong>di</strong>gena,<br />
ci accompagna nell’infinità <strong>di</strong> corsie che si snodano tra<br />
miria<strong>di</strong> <strong>di</strong> espositori carichi <strong>di</strong> merce. Non avevo mai<br />
visto tanta varietà <strong>di</strong> frutta, spezie e ortaggi, piante<br />
esotiche che vanno dal caffè, al cacao, all’agave<br />
largamente usato in questo paese. Peperoncini <strong>di</strong> ogni<br />
genere, pesce fluviale che non conoscevo.<br />
Conclu<strong>di</strong>amo la visita con un pasto frugale che ci<br />
fornisce energie sufficienti per partire alla volta <strong>di</strong><br />
Zinacantàn. Strada facendo incrociamo uno dei tanti<br />
posti <strong>di</strong> blocco sparsi per tutto il Messico. Da una<br />
barriera <strong>di</strong> sacchi <strong>di</strong> sabbia ammassati ai lati della<br />
carretera spunta una mitragliatrice pesante. Sono<br />
impressionato e Manuel se ne accorge: “In questo<br />
paese è molto <strong>di</strong>ffuso il traffico <strong>di</strong> droga, questi controlli<br />
sono frequenti, non dobbiamo preoccuparci”. Venti<br />
minuti dopo, entriamo in una valle circondata da alte<br />
montagne, sullo sfondo spunta il villaggio <strong>di</strong> Zinacantàn<br />
(3.000 ab. 2400 mt. slm.). Manuel si ferma, vuole<br />
informarmi sui comportamenti strani dei suoi abitanti.<br />
“E’ un giorno <strong>di</strong> festa, per loro la religione, la famiglia e<br />
la gerarchia sociale sono i fili attorno ai quali ruota la<br />
filosofia <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> questi in<strong>di</strong>os. Oggi, gli uomini del<br />
villaggio, sono presenti in massa sulla piazza della<br />
Chiesa <strong>di</strong> S. Lorenzo. Non è gra<strong>di</strong>ta la presenza <strong>di</strong><br />
estranei, il Consiglio religioso, organo principale e<br />
unico, giu<strong>di</strong>ca i comportamenti del suo popolo, valuta e<br />
decide elogi o eventuali condanne”.<br />
Costumi immutabili<br />
“Non devi assolutamente scattare fotografie è un<br />
oltraggio alla loro religiosità, può generare reazioni<br />
violente”. Sono turbato, fotografare l’ambiente faceva<br />
parte dei miei progetti. Sommessamente attraversiamo<br />
la piazza sotto gli sguar<strong>di</strong> severi e seminascosti del<br />
“pueblo”, abbigliato con costumi dai colori vistosi che<br />
vanno dal blu cobalto all’indaco. Indossano i simboli<br />
insoliti e suggestivi della loro carica, sento sulla pelle la<br />
loro ostilità. Sembra che ci <strong>voglia</strong>no chiudere il passo<br />
verso il sagrato. Abbasso lo sguardo e mi avvicino<br />
lentamente verso l’ingresso della chiesa. Entriamo. Uno<br />
spettacolo sconcertante si offre ai nostri occhi, niente<br />
panche, niente se<strong>di</strong>e, una quantità impressionante <strong>di</strong><br />
fiori (gigli, crisantemi, gla<strong>di</strong>oli, rose), sparsi tutt’intorno.<br />
Centinaia <strong>di</strong> lumini accesi che emanano un profumo<br />
nauseante, una esaltazione farsesca della religione.<br />
Sotto una grande statua <strong>di</strong> San Lorenzo una in<strong>di</strong>gena,<br />
dagli atteggiamenti più consoni al paganesimo che al<br />
cattolicesimo, sta ricevendo alcuni creduloni per la<br />
purificazione dell’anima. Secondo la convinzione locale,<br />
sarebbe in grado <strong>di</strong> attrarre su <strong>di</strong> se i peccati altrui. Tale<br />
servigio viene ricompensato con galline, uova, Coca<br />
Cola o altro. A sua volta si rivolgerà a S. Lorenzo per la<br />
propria purificazione, una liturgia che può fare a meno<br />
<strong>di</strong> sacerdoti.<br />
(segue a pagina 23)
(da pagina 22)<br />
Nonostante questo, stranamente, esiste una<br />
straor<strong>di</strong>naria ospitalità all’esterno dell’area templare.<br />
Donne in<strong>di</strong>gene invitano a visitare le proprie case e una<br />
tequila sancirà l’amicizia. Sotto quelle casupole pulsa<br />
una povertà sconcertante in con<strong>di</strong>zioni igieniche, per<br />
noi, inaccettabili.<br />
Tuttavia, è <strong>di</strong> notevole interesse osservare la loro abilità<br />
nella lavorazione dei tessuti, del mais e dell’agave.<br />
Un governo tutto particolare<br />
Nonostante esista un governo federale centrale, alcune<br />
etnie si fanno le proprie leggi. Gli in<strong>di</strong>os <strong>di</strong> Zinacantàn<br />
hanno deciso <strong>di</strong> non pagare tasse, nessun rammarico<br />
per la mancanza <strong>di</strong> modernità. Loro sono felici così.<br />
Nessuno lascia il villaggio, ritengono che la felicità<br />
consiste nell’allevare figli, nel conservare le proprie<br />
tra<strong>di</strong>zioni. Per loro, quella, è la miglior vita possibile.<br />
Vecchi e giovani rimangono coscientemente confinati in<br />
quel fazzoletto <strong>di</strong> terra. Manuel lo definisce,<br />
metaforicamente, socialismo primitivo.<br />
Partiamo da Zinacantàn avvolti in una nuvola <strong>di</strong> polvere<br />
per andare a San Juan Chamula, situato in un’altra<br />
vallata sempre a 2400 mt..Strada facendo ci troviamo <strong>di</strong><br />
fronte ad un nuovo sbarramento. Uomini vestiti <strong>di</strong><br />
bianco con sombrero ci fanno rallentare e,<br />
fortunatamente, fanno segno <strong>di</strong> proseguire. Poco<br />
lontano si intravede il loro villaggio. Polveroso, fatto <strong>di</strong><br />
casette bianche tutte uguali. Questa volta si tratta, così<br />
mi <strong>di</strong>ce Manuel, <strong>di</strong> Zapatisti. Non sapevo che ne<br />
esistessero ancora. Di questi villaggi se ne contano<br />
parecchi nel Chiapas, sono abitati da oppositori<br />
estremisti che mantengono un’assoluta autonomia in<br />
con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> semiclandestinità. Obbe<strong>di</strong>scono<br />
esclusivamente alle proprie leggi, auspicando una<br />
caduta dell’attuale governo conservatore, solidamente<br />
in mano al P.r.i. (Partido Revolucionario Istituzional). Il<br />
loro capo carismatico, l’anziano Comandante Marcos,<br />
vive ancora tra quelle montagne.<br />
A San Juan Chamula<br />
Arrivo, un po’ provato. Qui, vive un gruppo <strong>di</strong> Tzotzil<br />
sempre appartenenti al popolo Maya. Il sorriso <strong>di</strong><br />
Manuel preannuncia nuove stranezze.<br />
Avanziamo. Una strada polverosa, fiancheggiata da<br />
tuguri che espongono caoticamente merci <strong>di</strong> ogni<br />
genere, ci porta ai confini <strong>di</strong> una immensa piazza dove<br />
troviamo molte donne che indossano indumenti tipici<br />
(gonne dal pelo corvino lungo che arrivano fino ai pie<strong>di</strong>)<br />
e bambini seminu<strong>di</strong> che si avvicinano imme<strong>di</strong>atamente<br />
porgendo le mani per ottenere qualche pesos. Anche in<br />
questo villaggio è vietato scattare fotografie. Oltre a<br />
possibili reazioni violente sono previste sanzioni e il<br />
carcere per chi trasgre<strong>di</strong>sce.<br />
L’atmosfera è molto <strong>di</strong>versa rispetto a Zinacantàn, qui<br />
emerge chiaramente la presenza <strong>di</strong> due classi sociali.<br />
Una, composta da pochi ras irreperibili e l’altra<br />
estremamente in<strong>di</strong>gente. Proseguiamo cauti, in silenzio,<br />
in mezzo ad una popolazione che trasuda povertà<br />
economica e culturale. Entriamo nella caratteristica<br />
chiesa bianca dove ci aspetta una scena simile a quella<br />
<strong>di</strong> Zinacantàn. Anche qui, niente panche, niente se<strong>di</strong>e,<br />
un’infinità <strong>di</strong> fiori, <strong>di</strong> candele accese, il pavimento<br />
cosparso <strong>di</strong> rami <strong>di</strong> pino scivolosi. Tutto, allo scopo <strong>di</strong><br />
creare un’atmosfera gra<strong>di</strong>ta ai santi, custo<strong>di</strong>ti nelle<br />
bacheche che fiancheggiano l’unica navata.<br />
23<br />
Una bambina <strong>di</strong> San Juan Chamula<br />
A destra i santi a sinistra le sante. In grembo a ciascuna<br />
<strong>di</strong> quelle raffigurazioni, uno specchio, con funzioni <strong>di</strong><br />
rimando delle impurità che ogni visitatore porta con sé.<br />
In mezzo, soli o in gruppo, peccatori genuflessi che<br />
chiedono, a presunte figure venerabili interme<strong>di</strong>e, <strong>di</strong><br />
incamerare i propri peccati. Naturalmente, <strong>di</strong>etro<br />
compenso. Una grande statua sale fin quasi a toccare<br />
la volta, è quella del patrono San Giovanni Battista<br />
considerato più importante <strong>di</strong> Gesù. All’uscita, una<br />
bambina, succinta, sporca, a pie<strong>di</strong> nu<strong>di</strong>, con due occhi<br />
bruni e tristi, mi porge la mano. Cerca compagnia.<br />
Mano nella mano attraversiamo quell’enorme piazza,<br />
curiosamente osservati da Manuel e accompagnati<br />
dagli sguar<strong>di</strong> stupiti degli in<strong>di</strong>os. Pochi minuti, nei quali<br />
provo una sensazione in<strong>di</strong>menticabile. Alla fine mi chino<br />
su <strong>di</strong> lei e avvolgo le sue spalle in un bellissimo scialle<br />
che intendevo portare in Italia. Le sue labbra<br />
accennano un dolce sorriso. Commosso, l’accarezzo.<br />
Infrango le regole e fisso la sua immagine nella<br />
fotocamera. Ricorderò, per sempre, il tenero sguardo <strong>di</strong><br />
quella creatura tanto cara quanto sfortunata.<br />
Chiapas: 73.887 km², 4.255.790 abitanti, stato del<br />
Messico. La capitale e città più grande è Tuxtla<br />
Gutiérrez, ma la città più importante turisticamente è<br />
San Cristóbal de Las Casas. Con un'estensione pari a<br />
circa un quinto dell'Italia, è una delle 32 entità federali<br />
(31 stati e 1 <strong>di</strong>stretto federale) che costituiscono la<br />
Repubblica Messicana.
Come eravamo<br />
QUANDO, PER STRADA, SI SENTIVA L’ODORE DEL PANE FRESCO<br />
Ogni tanto il mio pensiero corre agli<br />
anni della mia gioventù. Ricordo il<br />
garzone del fornaio che correva<br />
pedalando sulla sua bicicletta alla<br />
quale, sul manubrio, era attaccata<br />
una grossa cesta con il pane<br />
appena sfornato. Anche se non lo si<br />
vedeva passare nella stretta viuzza,<br />
si capiva che era passato <strong>di</strong> li<br />
perché <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> se aveva lasciato<br />
una scia inconfon<strong>di</strong>bile <strong>di</strong> profumo<br />
<strong>di</strong> pane tanto che ti rimaneva il<br />
gusto in bocca. A volte lo vedevamo<br />
fermo con la bicicletta appoggiata al<br />
muro mentre scaricava la sua<br />
merce in una botteguccia che poi lo<br />
avrebbe rivenduto. A quei tempi il<br />
pane si preparava impastandolo<br />
ancor prima che venisse la notte<br />
perché il suo impasto doveva<br />
lievitare tante ore. Quando l’impasto<br />
era bello gonfio veniva tagliato a<br />
forme e cotto nel forno a legna con<br />
il giusto calore.<br />
Di prima mattina veniva sfornato e il<br />
suo odore si spargeva intorno<br />
inondando i palazzi vicini.<br />
Nel 1940 e per tutta la durata della<br />
guerra c’era la tessera annonaria<br />
che assegnava solo centocinquanta<br />
grammi <strong>di</strong> pane per persona.<br />
Negli anni sessanta lavoravo nei<br />
vigili urbani <strong>di</strong> Savona e ricordo<br />
che un collega, <strong>di</strong>staccato presso<br />
l’ufficio <strong>di</strong> igiene,aveva il compito <strong>di</strong><br />
prelevare alcuni campioni <strong>di</strong> pane<br />
nei vari forni. Successivamente, in<br />
laboratorio, veniva controllata<br />
l’umi<strong>di</strong>tà contenuta nel pane in<br />
quanto, fornai <strong>di</strong>sonesti la<br />
aumentavano apposta così il pane<br />
pesava <strong>di</strong> più. Credo che oggi<br />
questi controlli non si facciano più<br />
anche se il pane, mentre si mastica,<br />
si impasta e appare più umido del<br />
dovuto. Lo stesso vigile <strong>di</strong>staccato<br />
all’ufficio <strong>di</strong> igiene controllava, <strong>di</strong><br />
primo mattino, la centrale del latte.<br />
Campionava il latte che confluiva<br />
alla centrale per valutarne l’aci<strong>di</strong>tà.<br />
Il controllo era preciso e si faceva<br />
prima <strong>di</strong> imbottigliare il latte nelle<br />
bottiglie <strong>di</strong> vetro che naturalmente si<br />
restituivano e si recuperavano.<br />
Allora non esisteva l’usa e getta,<br />
ma il concetto <strong>di</strong> riutilizzo dei<br />
materiali; concetto che è tornato <strong>di</strong><br />
moda con la raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />
MARIO TISSONE<br />
dei rifiuti che però non tutti sono<br />
<strong>di</strong>sposti a fare. Ci si accorge subito<br />
dei citta<strong>di</strong>ni con poco senso civico:<br />
la loro spazzatura viene cacciata<br />
nell’in<strong>di</strong>fferenziata e le bottiglie<br />
fanno rumore quando colpiscono il<br />
cassonetto. Spesso si vedono<br />
gettare cartoni interi, vetri, e altra<br />
spazzatura in modo in<strong>di</strong>fferente.<br />
Probabilmente non esiste un<br />
regolamento <strong>di</strong> polizia municipale<br />
che or<strong>di</strong>ni questo smaltimento<br />
oppure, se c’è, è <strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile<br />
applicazione. Il vigile <strong>di</strong> un tempo,<br />
quello <strong>di</strong>staccato all’ufficio <strong>di</strong> igiene,<br />
tutti i giorni controllava anche<br />
l’acqua e la campionava. I prelievi li<br />
faceva nelle varie fontanelle che<br />
erano poste in ogni quartiere. Erano<br />
tante queste fontanelle dalle quali<br />
tutti potevano prelevare<br />
gratuitamente l’acqua, bene<br />
prezioso che era, ed è tuttora<br />
necessario, rimanga pubblico. A<br />
questo scopo abbiamo indetto, e<br />
vinto, un referendum popolare.<br />
L’acqua pubblica savonese è<br />
sempre stata una delle migliori.<br />
Grazie alle sorgenti <strong>di</strong> Quiliano si è<br />
classificata, in passato, in una<br />
graduatoria nazionale, al terzo<br />
posto. Un tempo erano tanti i<br />
rubinetti pubblici che ora non<br />
esistono più, così come i bagni che<br />
sono quasi scomparsi costringendo<br />
le persone alla consumazione in un<br />
bar per poter utilizzare i servizi.<br />
Quanto è cambiata la mia città!<br />
Anche altri miei coetanei potrebbero<br />
scrivere e raccontare ai giovani<br />
aneddoti e stili <strong>di</strong> vita che non si<br />
dovrebbero <strong>di</strong>menticare.<br />
24<br />
IL PANE<br />
<strong>di</strong> Gianni Rodari<br />
S'io facessi il fornaio<br />
vorrei cuocere un pane<br />
così grande da sfamare<br />
tutta, tutta la gente<br />
che non ha da mangiare.<br />
Un pane più grande del sole,<br />
dorato, profumato<br />
come le viole.<br />
Un pane così<br />
verrebbero a mangiarlo<br />
dall’In<strong>di</strong>a e dal Chilì<br />
i poveri, i bambini,<br />
i vecchietti e gli uccellini.<br />
Sarà una data<br />
da stu<strong>di</strong>are a memoria:<br />
un giorno senza fame!<br />
Il più bel giorno <strong>di</strong> tutta la storia.<br />
U VEGIU MÛÌN<br />
<strong>di</strong> Gio Batta Sirombra<br />
L’ea triste u vegiu mûìn:<br />
“Proppiu nu ghe capiˆsˆciu:<br />
u bêu u l’è bèllu pin<br />
e mi me rüzinìˆsˆciu;<br />
nu vegnan ciü i vilén<br />
a maxinä u gran;<br />
mi, ch’ei serviva ben,<br />
sun chì cu’e man in man.<br />
Anche u rianettu föa<br />
nu canta ciü a cansùn:<br />
le, ch’u gîäva a röa,<br />
pä ch’u l’agge u magùn.<br />
U mü, sulu ’nt’a stalla,<br />
spessu u fa ˙ un suspìu:<br />
sensa u bastu in spalla,<br />
nisciün ch’ou porte in gìu”.<br />
Quèxi a ilüdde, a-u prezente,<br />
d’u tenpu ch’u l’ea bun,<br />
primma ancùn ch’â curente<br />
a-u metisse in pensciùn.<br />
Traduzione<br />
Era triste il vecchio mulino / “Proprio<br />
non ci capisco più / Il canale è pieno /E<br />
io mi arrugginisco / non vengono più i<br />
conta<strong>di</strong>ni / a macinare il grano / io, che li<br />
servivo bene, / sono qui in ozio / Anche<br />
il ruscello fuori / non canta più la<br />
canzone: / lui che girava la ruota /<br />
sembra che sia triste / Il mulo solo nella<br />
stalla / spesso fa un sospiro / senza il<br />
basto / nessuno che lo porti in giù /<br />
Quasi ad illudere il presente / <strong>di</strong> un<br />
tempo bello /prima che la corrente<br />
elettrica / lo mettesse in pensione
Il Giro a Savona<br />
“Savona nella storia del ciclismo” è<br />
il titolo della pubblicazione e<strong>di</strong>ta in<br />
occasione della tre<strong>di</strong>cesima tappa<br />
del Giro d’Italia partita da Savona il<br />
18 maggio.<br />
Gli autori (Luciano Angelini, Franco<br />
Astengo, Carlo Delfino, Natalino<br />
Bruzzone, Giuseppe Castelnovi e<br />
Roberto Giannotti) hanno dato vita<br />
ad un fascicolo ricco <strong>di</strong> aneddoti,<br />
storia, umorismo, ricor<strong>di</strong> e cronache<br />
che hanno caratterizzato, anche<br />
con vicende a volte drammatiche, la<br />
Corsa Rosa.<br />
Di particolare rilievo la parte<br />
riservata alla storia del ciclismo e<br />
della bicicletta nella nostra città,<br />
dagli operai che andavano a<br />
lavorare in bici nelle gran<strong>di</strong><br />
fabbriche, ai passaggi colorati della<br />
Milano-Sanremo, dall’epopea del<br />
cellese Gepin Olmo alle squadre in<br />
allenamento sull’Aurelia.<br />
Non mancano foto quasi introvabili<br />
come la pace fatta tra i due storici<br />
rivali Coppi e Bartali suggellata con<br />
una stretta <strong>di</strong> mano all’hotel Riviera<br />
e la foto <strong>di</strong> Gino Bartali che gioca a<br />
boccette al bar Commercio <strong>di</strong> via<br />
Astengo.<br />
Il libro contiene, inoltre, numerosi<br />
riferimenti culturali come l’articolo <strong>di</strong><br />
Giuseppe Cava (Bepin da Cà) del<br />
1939 de<strong>di</strong>cato a Giuseppe Genta,<br />
vincitore <strong>di</strong> tante corse ma mai<br />
nella sua città. Oltre al contributo<br />
del critico cinematografico Natalino<br />
Bruzzone con il ricordo del film<br />
“Totò al Giro d' Italia” con Coppi,<br />
Bartali e Magni.<br />
UN VIAGGIO<br />
TRA STORIA<br />
E CURIOSITÀ<br />
DEL CICLISMO<br />
E DEL<br />
GIRO D’ITALIA<br />
Notevoli i riferimenti ai contributi <strong>di</strong><br />
scrittori e giornalisti come Pasolini,<br />
Buzzati, Giuseppe Berto, Montanelli<br />
e Brera che de<strong>di</strong>carono pagine<br />
in<strong>di</strong>menticabili alle epiche imprese<br />
<strong>di</strong> gran<strong>di</strong> campioni delle due ruote e<br />
al Giro d'Italia.<br />
Il fascicolo vuole essere un tributo<br />
ad uno sport che dai primi del<br />
Novecento ha entusiasmato e<br />
ancora entusiasma le folle e le<br />
masse popolari. Ma anche una<br />
originale testimonianza <strong>di</strong> come<br />
eravamo. E lo fa da una particolare<br />
angolazione, quella dello sport della<br />
bicicletta, con i suoi valori <strong>di</strong> lealtà e<br />
<strong>di</strong> sacrificio ancora in grado <strong>di</strong><br />
entusiasmarci e <strong>di</strong> farci rivivere le<br />
gran<strong>di</strong> sfide del passato.<br />
Eddy Maerckx nella stanza dell’hotel<br />
Excelsior <strong>di</strong> Albisola capo<br />
25<br />
18 maggio 2012<br />
Aspettando il Giro d’Italia<br />
SAVONA IN ROSA<br />
‘Savona in bici’ la prima ciclo<br />
pedalata in rosa<br />
Domenica 13 maggio grande<br />
partecipazione alla pedalata,<br />
l’iniziativa è stata seguita il 16 da<br />
“Un campione per amico”, con<br />
Adriano Panatta, Andrea<br />
Lucchetta, Ciccio Graziani e Juri<br />
Chechi in Piazza Sisto IV, quattro<br />
campioni del mondo che si sono<br />
allenati con i giovani delle scuole<br />
elementari e me<strong>di</strong>e savonesi.<br />
Graffiti: writers e Giro d'Italia<br />
Il writer Mr Pollo ha realizzato una<br />
lunga scritta rosa sotto il<br />
cavalcavia ferroviario <strong>di</strong> Corso<br />
Ricci ed ha come tema il Giro<br />
d'Italia<br />
La “Notte rosa”, il concorso<br />
“Vetrine in rosa” e il ”Premio del<br />
Panathlon Club” che sarà<br />
consegnato a Roberto Ballini,<br />
invitato per l’occasione, vincitore<br />
del primo arrivo <strong>di</strong> tappa a Savona<br />
il 1 giugno 1969,”.<br />
Pasticceria Pasquale: secondo<br />
classificato al concorso vetrine in rosa
Notizie <strong>Auser</strong><br />
TROFEO GAMBETTA<br />
LUCIANA BURATTINI<br />
Come ogni anno soci e volontari<br />
<strong>Auser</strong> hanno partecipato alla<br />
“Camminata panoramica” non<br />
competitiva intitolata a Nicola<br />
Gambetta organizzata dalla<br />
Polisportiva San Francesco <strong>di</strong><br />
Savona. Domenica 20 maggio oltre<br />
540 persone hanno aderito alla<br />
ventiquattresima e<strong>di</strong>zione del<br />
“Trofeo Gambetta” camminando<br />
sul percorso urbano <strong>di</strong> otto<br />
chilometri: Villetta, Ranco, San<br />
Nazario, Lavagnola Villetta.<br />
Naturalmente i tempi sono stati<br />
<strong>di</strong>versi: i corridori delle polisportive<br />
hanno concluso la marcia in 28<br />
minuti mentre altri hanno usufruito<br />
per intero delle due ore <strong>di</strong> gara. La<br />
camminata si è svolta sotto una<br />
pioggerella che ha reso, a tratti, la<br />
strada particolarmente viscida e<br />
insi<strong>di</strong>osa tanto che, il partecipante<br />
spagnolo, premiato come il<br />
concorrente che veniva da più<br />
lontano, è anche caduto.<br />
I concorrenti più anziani sono stati<br />
una <strong>di</strong>namica signora sordomuta <strong>di</strong><br />
84 anni e un signore con 88<br />
primavere. Ma non sono mancati<br />
riconoscimenti ai concorrenti più<br />
giovani due bambini piccoli: uno <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>eci e l’altro <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciassette mesi.<br />
Tra i partecipanti gruppi tra cui<br />
quello <strong>Auser</strong> con i suoi 215 iscritti è<br />
risultato il più numeroso è ha vinto,<br />
con questa motivazione, una bella<br />
coppa. Tutti i partecipanti hanno<br />
gra<strong>di</strong>to le bevande nei punti ristoro<br />
e l’abbondante buffet <strong>di</strong> fine gara<br />
ricco <strong>di</strong> cioccolato, focaccia, gelati,<br />
panini ed ogni ben<strong>di</strong>d<strong>di</strong>o.<br />
L’appuntamento, che la folla festosa<br />
si è data all’arrivo, è stato per il<br />
prossimo anno. Anche noi lo<br />
rivolgiamo ai nostri soci nella<br />
speranza <strong>di</strong> ritrovarci in buona<br />
salute e in grado <strong>di</strong> camminare<br />
ancora tutti insieme in allegria.<br />
PIEDIBUS: SOLIDARIETÀ TRA GENERAZIONI<br />
LUCIANO GIRARDI<br />
Il 29 maggio, nel contro viale <strong>di</strong><br />
corso Tardy&Benech, si è svolta<br />
l’iniziativa ”Insieme per la<br />
sicurezza”; i bambini della Scuola<br />
primaria Astengo con le maestre, i<br />
volontari del Pie<strong>di</strong>bus, Croce<br />
Rossa, Salvamento, Vigili urbani,<br />
Carabinieri, Finanzieri e con il<br />
fattivo contributo dei commercianti<br />
della zona Oltreletimbro, hanno<br />
dato vita alla giornata per far si che<br />
gli alunni della scuola più amata del<br />
quartiere avessero visibilità e un<br />
momento <strong>di</strong> allegra con<strong>di</strong>visione.<br />
Questa festa, che si ripete da<br />
qualche anno, ha lo scopo <strong>di</strong><br />
insegnare ai ragazzini l’importanza<br />
<strong>di</strong> essere pedoni o ciclisti attenti e<br />
rispettosi delle regole della strada.<br />
I bimbi hanno potuto sperimentare,<br />
grazie alle biciclette messe a<br />
<strong>di</strong>sposizione da Olmo e all’aiuto <strong>di</strong><br />
un ciclista provetto, l’ex vigile<br />
Beppe Mozzachio<strong>di</strong>, un percorso<br />
nel quale si doveva rispettare il<br />
co<strong>di</strong>ce della strada, dare<br />
precedenza ai pedoni negli<br />
attraversamenti e, solo dopo, ci si<br />
poteva <strong>di</strong>vertire con uno slalom tra<br />
i birilli. Alcuni bambini, indossata la<br />
pettorina dei vigili urbani, si sono<br />
trasformati in custo<strong>di</strong> del traffico.<br />
Tutti sono stati affascinati dalle<br />
moto e dalle auto della polizia e dei<br />
carabinieri che, con pazienza,<br />
hanno spiegato il funzionamento <strong>di</strong><br />
lampeggianti e sirene. I nostri<br />
volontari <strong>Auser</strong> hanno simulato i<br />
percorsi del Pie<strong>di</strong>bus con tanto <strong>di</strong><br />
pettorine e paletta per facilitare gli<br />
attraversamenti. I percorsi, nella<br />
realtà, si sono snodati ogni mattina<br />
nei vari quartieri della nostra città<br />
per accompagnare i bambini a<br />
scuola. Le linee gestite dall’<strong>Auser</strong><br />
sono 3 e coinvolgono circa 35<br />
bambini.<br />
26<br />
Da quest’autunno si aggiungerà un<br />
ulteriore percorso: dalla Chiesa del<br />
Sacro Cuore alle scuole XXV Aprile.<br />
La fase sperimentale, da maggio<br />
sino alla prima settimana <strong>di</strong> giugno,<br />
ha coinvolto 12 bambini.<br />
La collaborazione tra <strong>Auser</strong> e<br />
scuole ha ra<strong>di</strong>ci profonde e si è<br />
sviluppata negli anni attraverso<br />
momenti <strong>di</strong> incontro in aula per riscoprire<br />
giochi, tra<strong>di</strong>zioni, cucina,<br />
valori e mestieri <strong>di</strong> un tempo.<br />
Quest’anno, è stato proclamato<br />
anno europeo dell’invecchiamento<br />
attivo e della solidarietà tra le<br />
generazioni e ci sembra che il<br />
Pie<strong>di</strong>bus sia un bel esempio da<br />
valorizzare proprio in questa<br />
occasione. Esso è un elemento <strong>di</strong><br />
solidarietà perchè facilita i genitori<br />
che lavorano, aumenta la coscienza<br />
civica, l’integrazione tra bambini <strong>di</strong><br />
varie etnie e la conoscenza del<br />
territorio urbano ma promuove<br />
anche l’invecchiamento attivo.<br />
Infatti i volontari, per effettuare<br />
questo servizio, sono impegnati<br />
molte mattine la settimana: si<br />
alzano presto, si assumono la<br />
responsabilità dei più piccoli, si<br />
sentono utili e percorrono, a pie<strong>di</strong>,<br />
lunghi tratti ri-scoprendo vie e<br />
quartieri.<br />
*Coor<strong>di</strong>natore Volontari Pie<strong>di</strong>bus<br />
Il servizio “Pie<strong>di</strong>bus” è possibile<br />
grazie al Comune <strong>di</strong> Savona, alle<br />
Direzioni Didattiche e all’impegno<br />
<strong>di</strong> 13 Volontari <strong>Auser</strong> ai quali va il<br />
nostro plauso e il rinnovato<br />
l’appuntamento per il prossimo<br />
settembre . Chi fosse interessato a<br />
prestare attività <strong>di</strong> volontariato per<br />
questo servizio può contattare il<br />
numero verde <strong>Auser</strong> 800.995.988
Ginnastica per la mente<br />
REBUS (FRASE: 8,6)<br />
Soluzione:<br />
COME SI GIOCA A SUDOKU<br />
* Alcune caselle sono già fissate, le altre vanno riempite con<br />
numeri dall'1 al 9<br />
* la tavola è sud<strong>di</strong>visa in 9 quadranti <strong>di</strong> 3x3 caselle<br />
* su ogni quadrante devono essere messi tutti e 9 i numeri,<br />
senza ripetizioni<br />
* inoltre, ogni riga orizzontale e ogni riga verticale dell'intera<br />
tavola non deve contenere ripetizioni <strong>di</strong> numeri<br />
27<br />
HANNO DETTO<br />
"L'inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n'è<br />
uno, è quello che è già qui, l'inferno che abitiamo tutti i<br />
giorni, che formiamo stando insieme. Due mo<strong>di</strong> ci sono<br />
per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare<br />
l'inferno e <strong>di</strong>ventarne parte fino al punto <strong>di</strong> non vederlo<br />
più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e<br />
appren<strong>di</strong>mento continui: cercare e saper riconoscere<br />
chi e cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno, farlo<br />
durare e dargli spazio.<br />
Italo Calvino<br />
Direttore Responsabile:Tomaso Minuto<br />
Coor<strong>di</strong>namento redazionale: Dominica Piccardo<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Franco Astengo, Franco Becchino, Luciana Burattini,<br />
Angelo Calabria, Giorgio Castelli, Fausto Dabove, Anna<br />
Giacobbe, Luciano Girar<strong>di</strong>, Giuliano Moggio, Carmen<br />
Paro<strong>di</strong>, Aldo Pastore, Emilia Olivieri, Ileana Scarrone,<br />
Maria Grazia Sortino, Dora Sorgente, Clau<strong>di</strong>o<br />
Tagliavini, Mario Tissone, Sergio Tortarolo, Marcello<br />
Zinola.<br />
EDITORE<br />
AUSER PROVINCIALE SAVONA – ONLUS<br />
(Associazione per l’AUtogestione dei SERvizi e la solidarietà)<br />
Via Boito 9r - Savona tel. 019-83889226<br />
e mail: ausersv@libero.it<br />
Autorizzazione Tribunale <strong>di</strong> Savona n. 552/54<br />
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