LA GARFAGNINA BIANCA - Assonapa

More documents

Recommendations

Info

l’allevatore di ovini e caprini 2 cilità di mungitura. Nel 61,11 % delle fattrici considerate sono stati riscontrati capezzoli sopranumerari. La mammella nel suo complesso sembra indicare dunque che la razza, pur presentando una non trascurabile tendenza alla produzione lattifera, avrebbe bisogno, per migliorare questa attitudine di un attento lavoro di selezione. I dati biometrici sono stati rilevati su 72 pecore, classificate per età inferiore, uguale o superiore ai tre anni. Relativamente alle misure della testa (tabella 1), le pecore esaminate presentano caratteristiche in linea con quanto previsto dal Registro anagrafico della popolazione, mostrando piccole differenze tra arco e corda fronto-nasale ad indicare un profilo solo leggermente montonino. (Tab. 1). Le misure della testa hanno generalmente andamento crescente in funzione dell’età, risultando significativamente minori nei soggetti inferiori ai tre anni, intermedie in quelli di tre e maggiori in quelle di età superiore. Solo le orecchie sembrano aver completato il loro accrescimento in lunghezza nel passaggio dalla prima alla seconda classe. Dall’esame della tabella 2 si può osservare che mentre il peso vivo aumenta in modo lineare al crescere dell’età, con la classe di 3 anni in posizione intermedia anche per ciò che concerne la significatività statistica, le misure del tronco, quelle del torace e la larghezza bisiliaca aumentano significativamente solo nel passaggio tra la prima e la seconda classe stabilizzandosi a partire dai tre anni. Anche la circonferenza degli stinchi (tabella 3) sembra accrescersi significativamente entro i tre anni. L’entità del peso vivo risulta in linea con quanto riportato nel Registro anagrafico mentre l’altezza al garrese evidenzia animali più alti rispetto a quanto previsto dallo standard anche nella classe di età inferiore. Prospettive Dallo studio effettuato risulta in definitiva che mentre alcuni dei caratteri morfologici dei soggetti considerati (colore, presenza di corna), sono rispondenti a quelli riportati nel Registro anagrafico, altre ne differiscono in misura più o meno marcata. Le misure somatiche in particolare sembrerebbero descrivere animali di taglia non propria- l’allevatore di OVINI E CAPRINI Mensile dell’Associazione Nazionale della Pastorizia Direttore Responsabile Nazario Nazzarri Capo redattore Claudio Giuliani Comitato di redazione Pancrazio Fresi, Giovanni Festante, Enzamaria Macca, Alessandro Maggio, Ilaria Pernazza, Luigi Roberti, Salvatore Schembri, Giovanni Sleiter Redazione e amministrazione ASSONAPA - viale Palmiro Togliatti, 1587 00155 Roma Tel.: 064090011 Fax: 0640900130 E-mail: info@assonapa.com Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 89/94 del 29 febbraio 1994 Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b - 45% legge 662/96 Filiale di Roma Finito di stampare nel mese di aprile 2003 PrimeGraf Via Ugo Niutta, 2 - 00177 Roma Tel. 06.2428352 - Fax 06.2411356 mente piccola: anche considerando la sola altezza al garrese, unica misura relativa alla statura riportata nei caratteri biometrici del Registro anagrafico, si possono notare, nelle classi di soggetti di tre anni e di oltre tre anni, valori di 6 – 11 cm in più rispetto ai dati di riferimento. Le misure somatiche riscontrate nella presente prova sono paragonabili d’altra parte con quelle riportate da altri autori (Biagi et al., 1992). La maggior mole, unitamente alla morfologia della mammella, non sempre rispondente agli attuali criteri di valutazione dei caratteri lat- tiferi, sembrerebbero indicare scelte degli allevatori tendenti non già alla preminente attitudine lattifera come specificato nel disciplinare del Registro anagrafico, ma ad ottenere una maggior produzione di carne. Ma la conclusione più evidente e più preoccupante scaturita dalla presente indagine è sicuramente quella legata alla consistenza della razza ed alla localizzazione geografica degli allevamenti presenti. Si può affermare senza ombra di smentita che la razza, benché dotata di Registro anagrafico, sembra irrimediabilmente destinata alla scomparsa, a meno che non vengano intrapresi adeguati e tempestivi provvedimenti legati essenzialmente ad una maggiore diffusione del patrimonio animale nella sua zona di origine ed alla valorizzazione dei prodotti ottenibili, necessariamente di nicchia data la ridotta consistenza della razza. Ringraziamenti Il presente lavoro è stato possibile grazie alla collaborazione di: Amministrazione ex ASFD de L’Aquila (dott. Luigi Ranieri), Parco Scientifico Tecnologico d’Abruzzo (dott. Pierluigi Imperiale), Sigg. Bresciani e Bertelli, ASL di Castelnuovo Garfagnana (dott. Casanovi e Bocci). Finanziamento: M.A.E., Programma SUPERA-ANUIES (Messico) e Ricerca scientifica di Ateneo (ex Quota 60%). Bibliografia Biagi G. M., Pasquini, Greppi G., Liponi G.B., Bagliacca M., Romagnoli A. (1992 a). La pecora ”Garfagnina”. Misure somatiche. Annali Fac. Med. Vet. Università di Pisa. 45:295-303. Biagi G.M., Pasquini G., Greppi G., Bezzecchi M., Bagliacca M. (1992 b). La pecora “Garfagnina”:rilievi sulla produzione dell’agnello. Annali Fac. Med. Vet. Università di Pisa. 45:305-314. Bujatti P. G. (1949). Gli ovini della Magra e della Garfagnana. Rivista di Zootecnia, XXII (6): 195-202. Cappelli F., Sargentini C., Diaz Rivera P., Moretti M. (2002). Garfagnina bianca - Risorse genetiche animali autoctone della Toscana – EFFEEM- ME LITO srl. Firenze:73-78. Casu S., Carta R., Ruda G. (1983). Morphologie de la mamelle et aptutide à la traite mècanique de la brebis Sarde. III Symposium Internacional de ordeño mecánico de pequeños rumiantes. Valladolid (España). pp 592-603. Federazione Italiana dei Consorzi Agrari. (1961). Allevamenti Italiani Ovini. pp 220. http//www.assonapa.com/norme_ecc/re g_anag/garfagnina.htm Parisi O. (1927). Gli ovini della Lucchesia. Lucca. Parisi O. (1930). Esperimento di incro- Tabella 1 – Dati biometrici di pecore Garfagnine bianche - Misure della testa cio fra pecore gentili di Puglia e garfagnine. Rivista di zootecnia, VII:347-368. Scherf B.D. (1996). Liste Mondiale d’Alerte pour la diversité des domestiques. FAO 2 ed. Per informazioni: Dott. Riccardo Bozzi Via delle Cascine, 5. 50144 Firenze. Tel. 0553288355 Fax 055321216 Email: riccardo.bozzi@unifi.it Diaz Rivera P., Sargentini C., Bozzi R., Degl’Innocenti P., Giorgetti A., Martini A. Dipartimento di Scienze Zootecniche Via delle Cascine, 5 50144 Firenze Età < 3 anni Età = 3 anni Età > 3 anni Numerosità n 36 14 22 Larghezza della testa cm 11,3 ± 0,1b 11,7 ± 0,2ab 11,8 ± 0,1 a Arco fronto-nasale cm 24,5 ± 0,2 b 25,5 ± 0,1 ab 25,7 ± 0,3 a Corda fronto-nasale cm 23,7 ± 0,2 b 24,5 ± 0,3 ab 24,7 ± 0,3 a Lunghezza orecchie a, b = medie ≠ P 3 anni Larghezza della testa cm 11,3 ± 0,1b 11,7 ± 0,2ab 11,8 ± 0,1 a Peso kg 39,8 ± 1,4 b 47,8± 2,1 ab 51,9 ± 1,8 a Alt. al garrese cm 68,7 ± 0,5 b 71,5 ± 0,7 a 71,5 ± 0,6 a Alt. alla croce cm 70,8 ± 0,5 b 73,2 ± 0,7 a 73,0 ± 0,5 a Lungh. del tronco cm 70,4 ± 0,8 b 74,5 ± 1,2 a 74,4 ± 1,0 a Alt. del torace cm 27,3 ± 0,3 b 30,0 ± 0,5 a 30,8 ± 0,4 a Largh. del torace cm 16,6 ± 0,3 b 17,9 ± 0,4 a 18,2 ± 0,3 a Circ. toracica cm 81,3 ± 1,0 b 87,1 ± 1,6 a 90,3 ± 1,3 a Lungh. della groppa cm 21,9 ± 0,3 22,9 ± 0,4 22,9 ± 0,3 Largh. bisiliaca cm 17,1 ± 0,2 b 19,2 ± 0,4 a 19,3 ± 0,3 a Largh. bisischiatica a, b = medie ≠ P 3 anni Circ. stinco ant. dx cm 7,7 ± 0,1 b 8,0 ± 0,1 ab 8,3 ± 0,1 a Circ. stinco post. dx a, b = medie ≠ P
3 l’allevatore di ovini e caprini Disciplinari di produzione agnelli di qualità razze ovine italiane DISCIPLINARE DI PRODUZIONE I.G.P. “AGNELLO DELL’APPENNINO CENTRALE” Art. 1 Denominazione L’Indicazione Geografica Protetta (I.G.P.) “Agnello dell’Appennino Centrale” è riservata esclusivamente al prodotto che risponde alle condizioni ed ai requisiti del presente disciplinare di produzione. Art. 2 Descrizione del prodotto L’”Agnello dell ‘Appennino Centrale” è il prodotto derivante dall’ottenimento, previa macellazione, di carcasse di agnelli nati, allevati e macellati nel territorio di cui all’Art. 3. Le carcasse possono essere: • leggere che presentano le caratteristiche: colore: rosa chiaro rosa con grasso bianco bianco crema consistenza delle masse muscolari: solida consistenza del grasso: solido e mediamente diffuso; • pesanti colore: rosa o rosa scuro con grasso bianco o bianco crema consistenza delle masse muscolari: solida consistenza del grasso: solida da scarsa a mediamente abbondante diffusione. Art. 3 Zone di produzione L’area geografica di produzione delle carni di “Agnello dell’Appennino Centrale” comprende interamente i territori delle seguenti Regioni: Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana, Umbria e i territori delle province di Forlì-Cesena e Ravenna, come definiti nell’allegata cartografia. Art. 4 Elementi comprovanti l’origine del prodotto Le razze che producono gli agnelli per i quali si propone il marchio – eccetto la Bergamasca – hanno come base costitutiva ovini di popolazione Appenninica, popolazione la cui origine si perde nella notte dei tempi essendosi formate attraverso insanguamenti con razze da carne (Appenninica attuale, Fabrianese e Pomarancina) o Merinos (Sopravissana) o da razze derivate Merinos da carne (Merinizzata). Si tratta, pertanto, di razze di origine polimeticcia ad indirizzo carne che ancora oggi, data la persistenza di una parte del patrimonio genetico della razza incrociata, presentano doti di rusticità tali da permetterle lo sfruttamento di territori alto-collinari o montani anche attraverso una transumanza di tipo verticale. Art. 5 Metodo di ottenimento del prodotto 1) Materia prima Gli agnelli allevati per la produzione di “Agnello dell’Appennino Centrale” sono i maschi e le femmine di razza: Appenninica (comprendente anche il sottogruppo Pomarancina), Bergamasca, Fabrianese, Merinizzata e Sopravissana; provenienti da allevamenti iscritti al Libro Genealogico o per la Pomarancina al Registro Anagrafico, con ovini di ascendenza nota. 2) Metodo di allevamento Gli agnelli devono essere allattati naturalmente dalle madri fino allo svezzamento. Successivamente la base alimentare deve essere rappresentata da fieni provenienti da prati naturali o artificiali della zona geografica indicata. In aggiunta è permesso l’uso di mangimi concentrati, semplici o composti con l’addizione di integratori minerali e vitaminici. La razione deve essere calcolata in modo da assicurare livelli nutritivi alti (> di 0,8 Unità Foraggere/kg di sostanza secca) ed una quota proteica compresa tra il 18-15% in funzione dello stadio di sviluppo degli animali. I soggetti dovranno essere identificati non oltre i 30 giorni dalla nascita mediante apposizione sul padiglione auricolare sinistro di idonea fascetta o bottone auricolare contenente sul fronte i codici di identificazione dell’allevamento completo di lettere e cifre e, sul retro, il numero progressivo del capo. Per quanto concerne i ricoveri essi dovranno garantire condizioni adeguate alla produzione di carne di qualità; in particolare tali condizioni riguardano: la densità degli animali, il ricambio dell’aria, l’illuminazione, la pavimentazione, la distribuzione degli alimenti e dell’acqua di bevanda, gli interventi sanitari. 3) Macellazione Gli agnelli maschi e femmine dovranno essere macellati ad un’età compresa tra i 50 e 130 giorni (fino a 150 giorni per i Bergamaschi). La macellazione dovrà essere eseguita entro 24 ore dal conferimento al mattatoio mediante recisione netta della vena giugulare, si procede poi allo spellamento e recisione della testa e delle parti distali degli arti. Successivamente la carcassa dovrà essere eviscerata eccetto i reni. La macellazione deve avvenire in mattatoi idonei, situati all’interno della zona di produzione, al fine di evitare fenomeni di stress nell’animale, particolare cura va prestata al trasporto ed alla sosta prima della macellazione evitando l’utilizzo di mezzi cruenti per il carico e lo scarico dagli automezzi e la promiscuità con animali provenienti da al levamenti diversi. Le carcasse degli agnelli sono suddivise in due categorie: • leggere: di peso tra 8 e 13 kg, prive di testa e corata; • pesanti: di peso superiore ai 13 kg, prive di testa e corata; e devono rispondere alle seguenti caratteristiche: • leggere: colore della carne: rosa chiaro o rosa rilievo fatto sui muscoli interni delle pareti addominali (valutazione secondo griglia mediterranea) consistenza delle masse muscolari: solida (assenza di sierosità) ingrassamento: 2 – 3 (valutazione secondo griglia mediterranea) consistenza del grasso: solido, rilievo fatto sulla massa adiposa che sovrasta l’attacco della coda a temperatura ambiente di 18-20°C colore del grasso: bianco o bianco crema (valutazione secondo la griglia mediterranea) • pesanti: colore della carne: rosa o rosa scuro conformazione: non inferiore a R (valutazione secondo griglia comunitaria) consistenza delle masse muscolari: solida ingrassamento: 2 – 3 – 4 (valutazione secondo griglia comunitaria) consistenza del grasso: solida colore del grasso: bianco o bianco crema. 4) Caratteristiche chimico fisiche al consumo La carne di agnello, ottenuta secondo le metodologie di allevamento e macellazione descritte nel presente disciplinare deve presentare le seguenti caratteristiche chimicofisiche (rilevate sul longissimus dorsi): CARATTERISTICHE CHIMICHE Sostanza secca: non inferiore al 23% (per 100 grammi di carne edibile) Protidi: non inferiori al 18% (per 100 grammi di carne edibile) Lipidi: tra il 2-5% (per 100 grammi di carne edibile) CARATTERISTICHE FISICHE Calo frigo: non superiore al 2% Tenerezza (WBS) sul cotto: non superiore a 5 per Kg/cm2 pH: 5,2-6,0 rilevato dopo refrigerazione 5) Marchiatura delle carcasse Alle carcasse aventi i requisiti di cui ai paragrafi precedenti viene effettuata la marchiatura, con caratteri chiari ed indelebili, nettamente distinta da ogni altra scritta ed impressa sulla superficie delle carcasse. • Nelle leggere (di peso non superiore ai 13 kg) il marchio viene applicato sulla faccia esterna dei seguenti tagli: - spalla - costolette - lombo - coscia • nelle pesanti (di peso superiore ai 13 kg) nella faccia esterna dei tagli: - collo - spalla - costolette - petto - lombi - pancetta - coscia Il marchio deve essere conservabile in tutte le fasi della distribuzione. Art. 6 Elementi comprovanti il legame con il territorio Gli stessi nomi delle razze testimoniano come esse siano legate all’Area Geografica alla quale si fa riferimento: Appenninica che indica la zona montuosa dell’Italia Centrale, Fabrianese (da Fabriano comune delle Marche), Pomarancina (da Pomarance comune della Toscana), Sopravissana (da Visso comune delle Marche), Merinizzata razza derivata dall’ incrocio tra Sopravissana e razze di derivate Merinos da carne. La Bergamasca, da tempo diffusasi nell’Italia Centrale oltre che essere stata utilizzata come razza incrociante su pecore di razze locali, è allevata in purezza tanto che oggi può essere considerata una entità del patrimonio dell’area geografica alla quale il Disciplinare fa riferimento. APPENNINICA Tali razze pertanto sono da ritenersi prettamente autoctone e quindi rispondenti alla regolamentazione CE che attribuisce rilevante importanza alla influenza sulla tipicità e sulla qualità delle carni al tipo genetico ossia alle razze che preferibilmente dovrebbero essere quelle autoctone.
Page 1: ANNO XIX - N. 4 APRILE 2003 l’all
Page 5 and 6: 5 l’allevatore di ovini e caprini
Page 11 and 12: 11 l’allevatore di ovini e caprin

LA GARFAGNINA BIANCA - Assonapa

Create successful ePaper yourself

Delete template?

Save as template?