LA GARFAGNINA BIANCA - Assonapa
LA GARFAGNINA BIANCA - Assonapa
LA GARFAGNINA BIANCA - Assonapa
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ANNO XIX - N. 4<br />
APRILE 2003<br />
l’allevatore di 4<br />
OVINI E CAPRINI<br />
ORGANO MENSILE DI INFORMAZIONE DEL<strong>LA</strong> ASSOCIAZIONE NAZIONALE DEL<strong>LA</strong> PASTORIZIA (ASSO.NA.PA.)<br />
Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/b - 45% legge 662/96 Filiale di Roma - Redazione - 00155 Roma - Via Palmiro Togliatti, 1587<br />
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<strong>LA</strong> <strong>GARFAGNINA</strong> <strong>BIANCA</strong><br />
Una razza ovina sulla soglia dell’estinzione<br />
La Garfagnina bianca appartiene alle razze ovine<br />
toscane iscritte al Repertorio delle risorse genetiche<br />
animali autoctone e tutelate dalla L.R. 50/1997.<br />
Di probabile derivazione da un ceppo ovino di origine<br />
Appenninica, la seconda edizione della World<br />
Watch List (WWL) della FAO (Scherf, 1996), la considera<br />
a rischio di estinzione, e la consistenza attuale<br />
della popolazione è inferiore ai 150 capi.<br />
Cenni Storici<br />
L’allevamento di pecore nella<br />
valle del Serchio in Garfagnana e<br />
nella val di Magra (Lunigiana e zona<br />
di Pontremoli) ha origini antichissime<br />
e già ne parla Columella<br />
nel “De re rustica” nel I secolo d.C.<br />
Gli ovini che venivano allevati in<br />
queste valli prendevano il nome a<br />
seconda delle località in cui pascolavano<br />
(Garfagnini, Massesi, Fornesi,<br />
ecc.) ed a lungo si è discusso nei<br />
primi anni del secolo appena trascorso<br />
se si trattasse di popolazioni<br />
diverse o di animali di un unico ceppo<br />
ma con caratteristiche morfologiche<br />
diverse a seconda dell’ambiente<br />
in cui venivano allevate. Si<br />
faceva infatti, un tempo, una netta<br />
distinzione tra di essi e sta di fatto<br />
che, benché la maggior parte degli<br />
autori, tra cui il Parisi (1927) li considerasse<br />
di origine comune ed anche<br />
di caratteristiche simili, i pastori<br />
erano concordi nel fissare una netta<br />
distinzione tra ovini garfagnini ed<br />
ovini massesi o fornesi, essendo i<br />
primi ritenuti più rustici, robusti e di<br />
maggior sviluppo, sebbene nella<br />
media un po’ inferiori come attitudine<br />
lattifera; i secondi più lattiferi,<br />
un po’ meno sviluppati, ma più esigenti<br />
e meno facilmente adattabili<br />
alle condizioni di ambienti poco favorevoli.<br />
È vecchia abitudine di<br />
molti pastori, quando intendono<br />
spingere la produzione del latte, ricorrere<br />
ad arieti massesi e quando<br />
vogliono aumentare la robustezza e<br />
rusticità del gregge, a quelli garfagnini<br />
(Bujatti, 1949). Gli incroci<br />
con arieti Sopravissani e Gentili di<br />
Puglia, tentati evidentemente per<br />
migliorare la produzione di lana,<br />
dettero risultati nel complesso negativi<br />
(Bujatti, 1949) e l’azione di miglioramento<br />
genetico della razza<br />
consistette, in linea di massima, nella<br />
selezione. Le trasformazioni socio-economico-strutturali<br />
che hanno<br />
radicalmente modificato, dal dopoguerra<br />
in poi, l’agricoltura, l’allevamento<br />
e la pastorizia della Toscana<br />
hanno fatto sì che le popolazioni<br />
ovine locali perdessero di importanza<br />
a scapito di razze più produttive e<br />
più specializzate. La razza Garfagnina<br />
bianca ha subito dunque un<br />
rapido declino, fino a quando, negli<br />
anni ’70, ormai raggiunta la soglia<br />
dell’estinzione, per salvaguardare il<br />
patrimonio ancora esistente, l’Ufficio<br />
ex ASFD di Lucca si fece carico<br />
dell’allevamento di un nucleo di<br />
Garfagnina bianca partendo prevalentemente<br />
da individui con vello<br />
bianco acquistati nella valle di Soraggio,<br />
comune di Sillano, culla della<br />
razza. L’allevamento si protrasse<br />
fino al 1995 e raggiunse anche il numero<br />
di 250 capi in piena produzione,<br />
da cui derivavano vendite di<br />
agnelli e formaggio. L’allevamento,<br />
effettuato in amministrazione diretta,<br />
era mantenuto in purezza, pur effettuando<br />
all’interno delle strutture<br />
paralleli allevamenti (in misura nettamente<br />
minore) di soggetti incrociati<br />
con le provenienze Massese e<br />
Delle Langhe. Nel 1995, per ragioni<br />
di gestione delle Riserve Naturali<br />
e di inadeguatezza delle strutture<br />
fisse, gli individui residui, circa 180<br />
capi, furono trasferiti presso l’ufficio<br />
ex ASFD dell’Aquila, al cui interno<br />
prosegue l’allevamento ed il<br />
mantenimento della razza (Cappelli<br />
et al., 2002).<br />
Consistenza<br />
Come altre razze autoctone italiane,<br />
specie quelle originarie di zone<br />
particolarmente difficili ed isola-<br />
te, la consistenza della Garfagnina<br />
bianca è andata rarefacendosi e dai<br />
circa 50.000 capi presenti all’inizio<br />
degli anni ’60, diffusi nelle province<br />
di Lucca (alto Serchio), Modena<br />
e Pistoia (Federconsorzi, 1961), si è<br />
passati ad appena 50 capi allevati alla<br />
fine degli anni ’70.<br />
I capi attualmente iscritti al Registro<br />
Anagrafico sono 178 distribuiti<br />
in 3 aziende, di cui solo 70 sono<br />
allevati in Toscana, nella zona di<br />
origine della razza. L’allevamento<br />
più numeroso (108 capi) è quello<br />
gestito dall’Ufficio ex ASFD dell’Aquila<br />
ed è costituito dal nucleo<br />
originario di Garfagnina bianca<br />
(Cappelli et al., 2002).<br />
Sistema di allevamento<br />
L’allevamento, praticato in zone<br />
collinari e montuose, è di tipo stanziale<br />
(Foto 2).<br />
Scopo del lavoro<br />
Nell’ottica della salvaguardia e<br />
della valorizzazione delle biodiversità<br />
autoctone il Dipartimento di<br />
Scienze Zootecniche dell’Università<br />
di Firenze ha effettuato un’indagine<br />
sulle caratteristiche zoomorfologiche<br />
della pecora Garfagnina bianca<br />
presente sul territorio nazionale nell’anno<br />
2001, volta alla caratterizzazione<br />
di una razza di sicuro interesse<br />
per la sua capacità di adattamento<br />
a zone geograficamente svantaggiate.<br />
Caratteristiche zoomorfologiche<br />
degli animali<br />
I risultati relativi ai caratteri visuali<br />
rilevati su 72 pecore sembrano<br />
rispecchiare mediamente le caratteristiche<br />
morfologiche di popolazione<br />
descritte dall’ASSONAPA (AS-<br />
SONAPA, 2002) per ciò che concerne<br />
la presenza di corna, riscontrata<br />
nel 95,8% dei soggetti, e la colorazione<br />
del vello, bianco nel<br />
98,6% delle pecore controllate. Alta<br />
appare invece la percentuale di pecore<br />
che presentano orecchie pendenti<br />
(56,9 %) anziché a portamento<br />
orizzontale, come previsto dai caratteri<br />
tipici della popolazione. Le<br />
caratteristiche rilevate nell’indagine<br />
hanno riguardato anche l’estensione<br />
del vello che è risultata limitata al<br />
tronco, alla zona prossimale degli<br />
arti e, nel 47,2 % delle pecore valutate,<br />
al collo: la testa ed il ventre ne<br />
sono in grande maggioranza sprovvisti.<br />
La limitata estensione del vello,<br />
considerando la scarsissima qualità<br />
della lana che lo costituisce, appare<br />
dunque una caratteristica positiva.<br />
Le tettole, appendici vestigiali<br />
pendenti dal collo, sono presenti solo<br />
con bassissima frequenza.<br />
Sommario<br />
Pag. 1<br />
• La Garfagnina<br />
bianca<br />
Una razza ovina<br />
sulla soglia<br />
dell’estinzione<br />
Pag. 3<br />
• Discplinari di<br />
produzione agnelli<br />
di qualità razze<br />
ovine italiane<br />
Pag. 5<br />
• <strong>Assonapa</strong> informa<br />
• Polizza<br />
assicurazione<br />
bestiame<br />
Pag. 6-7<br />
• <strong>Assonapa</strong> informa<br />
Pag. 8<br />
• Notizie dalle<br />
istituzioni<br />
• Il perché di un<br />
I.G.P. per l’agnello<br />
dell’Appennino<br />
Centrale<br />
Pag. 9<br />
• Ismea Newsletter -<br />
Mercato ovini<br />
Pag. 11<br />
• Un libro per voi<br />
• L’angolo del<br />
Veterinario<br />
Particolare attenzione è stata dedicata,<br />
in considerazione della preminente<br />
attitudine lattifera della popolazione,<br />
alla valutazione della<br />
mammella; a questo scopo 41 soggetti<br />
hanno mostrato una mammella<br />
valutabile. Relativamente ai 41 soggetti<br />
valutati per questo carattere essa<br />
è risultata simmetrica nella maggioranza<br />
dei casi (85,3%), con sviluppo<br />
medio nel 53,8 % dei soggetti,<br />
abbondante nel 30,8 % e scarso<br />
nel 15,4 %.<br />
La posizione dei capezzoli, utilizzando<br />
la scala proposta da Casu<br />
et al. (1983), si è rivelata inclinata<br />
(classe 3) nel 43,6 % e laterale<br />
(classe 4) nel 56,4 % delle pecore,<br />
al riguardo è da tenere presente che<br />
queste classi presentano minore fa
l’allevatore di ovini e caprini 2<br />
cilità di mungitura. Nel 61,11 % delle<br />
fattrici considerate sono stati riscontrati<br />
capezzoli sopranumerari.<br />
La mammella nel suo complesso<br />
sembra indicare dunque che la razza,<br />
pur presentando una non trascurabile<br />
tendenza alla produzione lattifera,<br />
avrebbe bisogno, per migliorare<br />
questa attitudine di un attento<br />
lavoro di selezione.<br />
I dati biometrici sono stati rilevati<br />
su 72 pecore, classificate per età<br />
inferiore, uguale o superiore ai tre<br />
anni. Relativamente alle misure della<br />
testa (tabella 1), le pecore esaminate<br />
presentano caratteristiche in linea<br />
con quanto previsto dal Registro<br />
anagrafico della popolazione, mostrando<br />
piccole differenze tra arco e<br />
corda fronto-nasale ad indicare un<br />
profilo solo leggermente montonino.<br />
(Tab. 1).<br />
Le misure della testa hanno generalmente<br />
andamento crescente in<br />
funzione dell’età, risultando significativamente<br />
minori nei soggetti inferiori<br />
ai tre anni, intermedie in<br />
quelli di tre e maggiori in quelle di<br />
età superiore. Solo le orecchie sembrano<br />
aver completato il loro accrescimento<br />
in lunghezza nel passaggio<br />
dalla prima alla seconda classe.<br />
Dall’esame della tabella 2 si può<br />
osservare che mentre il peso vivo<br />
aumenta in modo lineare al crescere<br />
dell’età, con la classe di 3 anni in<br />
posizione intermedia anche per ciò<br />
che concerne la significatività statistica,<br />
le misure del tronco, quelle del<br />
torace e la larghezza bisiliaca aumentano<br />
significativamente solo nel<br />
passaggio tra la prima e la seconda<br />
classe stabilizzandosi a partire dai<br />
tre anni. Anche la circonferenza degli<br />
stinchi (tabella 3) sembra accrescersi<br />
significativamente entro i tre<br />
anni. L’entità del peso vivo risulta<br />
in linea con quanto riportato nel Registro<br />
anagrafico mentre l’altezza al<br />
garrese evidenzia animali più alti rispetto<br />
a quanto previsto dallo standard<br />
anche nella classe di età inferiore.<br />
Prospettive<br />
Dallo studio effettuato risulta in<br />
definitiva che mentre alcuni dei caratteri<br />
morfologici dei soggetti considerati<br />
(colore, presenza di corna),<br />
sono rispondenti a quelli riportati<br />
nel Registro anagrafico, altre ne<br />
differiscono in misura più o meno<br />
marcata. Le misure somatiche in<br />
particolare sembrerebbero descrivere<br />
animali di taglia non propria-<br />
l’allevatore di<br />
OVINI E CAPRINI<br />
Mensile dell’Associazione<br />
Nazionale della Pastorizia<br />
Direttore Responsabile<br />
Nazario Nazzarri<br />
Capo redattore<br />
Claudio Giuliani<br />
Comitato di redazione<br />
Pancrazio Fresi, Giovanni Festante,<br />
Enzamaria Macca,<br />
Alessandro Maggio, Ilaria Pernazza,<br />
Luigi Roberti, Salvatore Schembri,<br />
Giovanni Sleiter<br />
Redazione e amministrazione<br />
ASSONAPA - viale Palmiro Togliatti, 1587<br />
00155 Roma<br />
Tel.: 064090011 Fax: 0640900130<br />
E-mail: info@assonapa.com<br />
Autorizzazione del Tribunale di Roma<br />
n. 89/94 del 29 febbraio 1994<br />
Spedizione in abbonamento postale<br />
art. 2 comma 20/b - 45% legge 662/96<br />
Filiale di Roma<br />
Finito di stampare<br />
nel mese di aprile 2003<br />
PrimeGraf<br />
Via Ugo Niutta, 2 - 00177 Roma<br />
Tel. 06.2428352 - Fax 06.2411356<br />
mente piccola: anche considerando<br />
la sola altezza al garrese, unica misura<br />
relativa alla statura riportata<br />
nei caratteri biometrici del Registro<br />
anagrafico, si possono notare, nelle<br />
classi di soggetti di tre anni e di<br />
oltre tre anni, valori di 6 – 11 cm in<br />
più rispetto ai dati di riferimento.<br />
Le misure somatiche riscontrate<br />
nella presente prova sono paragonabili<br />
d’altra parte con quelle riportate<br />
da altri autori (Biagi et al.,<br />
1992).<br />
La maggior mole, unitamente alla<br />
morfologia della mammella, non<br />
sempre rispondente agli attuali criteri<br />
di valutazione dei caratteri lat-<br />
tiferi, sembrerebbero indicare scelte<br />
degli allevatori tendenti non già<br />
alla preminente attitudine lattifera<br />
come specificato nel disciplinare<br />
del Registro anagrafico, ma ad ottenere<br />
una maggior produzione di<br />
carne.<br />
Ma la conclusione più evidente e<br />
più preoccupante scaturita dalla presente<br />
indagine è sicuramente quella<br />
legata alla consistenza della razza<br />
ed alla localizzazione geografica degli<br />
allevamenti presenti. Si può affermare<br />
senza ombra di smentita<br />
che la razza, benché dotata di Registro<br />
anagrafico, sembra irrimediabilmente<br />
destinata alla scomparsa, a<br />
meno che non vengano intrapresi<br />
adeguati e tempestivi provvedimenti<br />
legati essenzialmente ad una maggiore<br />
diffusione del patrimonio animale<br />
nella sua zona di origine ed alla<br />
valorizzazione dei prodotti ottenibili,<br />
necessariamente di nicchia<br />
data la ridotta consistenza della razza.<br />
Ringraziamenti<br />
Il presente lavoro è stato possibile<br />
grazie alla collaborazione di: Amministrazione<br />
ex ASFD de L’Aquila<br />
(dott. Luigi Ranieri), Parco Scientifico<br />
Tecnologico d’Abruzzo (dott.<br />
Pierluigi Imperiale), Sigg. Bresciani<br />
e Bertelli, ASL di Castelnuovo Garfagnana<br />
(dott. Casanovi e Bocci).<br />
Finanziamento: M.A.E., Programma<br />
SUPERA-ANUIES (Messico)<br />
e Ricerca scientifica di Ateneo<br />
(ex Quota 60%).<br />
Bibliografia<br />
Biagi G. M., Pasquini, Greppi G., Liponi<br />
G.B., Bagliacca M., Romagnoli A.<br />
(1992 a). La pecora ”Garfagnina”.<br />
Misure somatiche. Annali Fac. Med.<br />
Vet. Università di Pisa. 45:295-303.<br />
Biagi G.M., Pasquini G., Greppi G.,<br />
Bezzecchi M., Bagliacca M. (1992<br />
b). La pecora “Garfagnina”:rilievi<br />
sulla produzione dell’agnello. Annali<br />
Fac. Med. Vet. Università di Pisa.<br />
45:305-314.<br />
Bujatti P. G. (1949). Gli ovini della Magra<br />
e della Garfagnana. Rivista di<br />
Zootecnia, XXII (6): 195-202.<br />
Cappelli F., Sargentini C., Diaz Rivera<br />
P., Moretti M. (2002). Garfagnina<br />
bianca - Risorse genetiche animali<br />
autoctone della Toscana – EFFEEM-<br />
ME LITO srl. Firenze:73-78.<br />
Casu S., Carta R., Ruda G. (1983).<br />
Morphologie de la mamelle et aptutide<br />
à la traite mècanique de la brebis<br />
Sarde. III Symposium Internacional<br />
de ordeño mecánico de pequeños rumiantes.<br />
Valladolid (España). pp<br />
592-603.<br />
Federazione Italiana dei Consorzi Agrari.<br />
(1961). Allevamenti Italiani Ovini.<br />
pp 220.<br />
http//www.assonapa.com/norme_ecc/re<br />
g_anag/garfagnina.htm<br />
Parisi O. (1927). Gli ovini della Lucchesia.<br />
Lucca.<br />
Parisi O. (1930). Esperimento di incro-<br />
Tabella 1 – Dati biometrici di pecore Garfagnine bianche - Misure della testa<br />
cio fra pecore gentili di Puglia e garfagnine.<br />
Rivista di zootecnia,<br />
VII:347-368.<br />
Scherf B.D. (1996). Liste Mondiale<br />
d’Alerte pour la diversité des domestiques.<br />
FAO 2 ed.<br />
Per informazioni:<br />
Dott. Riccardo Bozzi<br />
Via delle Cascine, 5.<br />
50144 Firenze.<br />
Tel. 0553288355 Fax 055321216<br />
Email: riccardo.bozzi@unifi.it<br />
Diaz Rivera P., Sargentini C.,<br />
Bozzi R., Degl’Innocenti P.,<br />
Giorgetti A., Martini A.<br />
Dipartimento di Scienze Zootecniche<br />
Via delle Cascine, 5 50144 Firenze<br />
Età < 3 anni Età = 3 anni Età > 3 anni<br />
Numerosità n 36 14 22<br />
Larghezza della testa cm 11,3 ± 0,1b 11,7 ± 0,2ab 11,8 ± 0,1 a<br />
Arco fronto-nasale cm 24,5 ± 0,2 b 25,5 ± 0,1 ab 25,7 ± 0,3 a<br />
Corda fronto-nasale cm 23,7 ± 0,2 b 24,5 ± 0,3 ab 24,7 ± 0,3 a<br />
Lunghezza orecchie<br />
a, b = medie ≠ P 3 anni<br />
Larghezza della testa cm 11,3 ± 0,1b 11,7 ± 0,2ab 11,8 ± 0,1 a<br />
Peso kg 39,8 ± 1,4 b 47,8± 2,1 ab 51,9 ± 1,8 a<br />
Alt. al garrese cm 68,7 ± 0,5 b 71,5 ± 0,7 a 71,5 ± 0,6 a<br />
Alt. alla croce cm 70,8 ± 0,5 b 73,2 ± 0,7 a 73,0 ± 0,5 a<br />
Lungh. del tronco cm 70,4 ± 0,8 b 74,5 ± 1,2 a 74,4 ± 1,0 a<br />
Alt. del torace cm 27,3 ± 0,3 b 30,0 ± 0,5 a 30,8 ± 0,4 a<br />
Largh. del torace cm 16,6 ± 0,3 b 17,9 ± 0,4 a 18,2 ± 0,3 a<br />
Circ. toracica cm 81,3 ± 1,0 b 87,1 ± 1,6 a 90,3 ± 1,3 a<br />
Lungh. della groppa cm 21,9 ± 0,3 22,9 ± 0,4 22,9 ± 0,3<br />
Largh. bisiliaca cm 17,1 ± 0,2 b 19,2 ± 0,4 a 19,3 ± 0,3 a<br />
Largh. bisischiatica<br />
a, b = medie ≠ P 3 anni<br />
Circ. stinco ant. dx cm 7,7 ± 0,1 b 8,0 ± 0,1 ab 8,3 ± 0,1 a<br />
Circ. stinco post. dx<br />
a, b = medie ≠ P
3 l’allevatore di ovini e caprini<br />
Disciplinari di produzione agnelli di qualità razze ovine italiane<br />
DISCIPLINARE DI<br />
PRODUZIONE I.G.P.<br />
“AGNELLO<br />
DELL’APPENNINO<br />
CENTRALE”<br />
Art. 1<br />
Denominazione<br />
L’Indicazione Geografica Protetta<br />
(I.G.P.) “Agnello dell’Appennino<br />
Centrale” è riservata esclusivamente<br />
al prodotto che risponde alle condizioni<br />
ed ai requisiti del presente<br />
disciplinare di produzione.<br />
Art. 2<br />
Descrizione del prodotto<br />
L’”Agnello dell ‘Appennino<br />
Centrale” è il prodotto derivante<br />
dall’ottenimento, previa macellazione,<br />
di carcasse di agnelli nati, allevati<br />
e macellati nel territorio di cui<br />
all’Art. 3.<br />
Le carcasse possono essere:<br />
• leggere che presentano le caratteristiche:<br />
colore: rosa chiaro rosa con grasso<br />
bianco bianco crema<br />
consistenza delle masse muscolari:<br />
solida<br />
consistenza del grasso: solido e<br />
mediamente diffuso;<br />
• pesanti colore: rosa o rosa scuro<br />
con grasso bianco o bianco crema<br />
consistenza delle masse muscolari:<br />
solida<br />
consistenza del grasso: solida da<br />
scarsa a mediamente abbondante<br />
diffusione.<br />
Art. 3<br />
Zone di produzione<br />
L’area geografica di produzione<br />
delle carni di “Agnello dell’Appennino<br />
Centrale” comprende interamente<br />
i territori delle seguenti Regioni:<br />
Abruzzo, Lazio, Marche, Toscana,<br />
Umbria e i territori delle province<br />
di Forlì-Cesena e Ravenna,<br />
come definiti nell’allegata cartografia.<br />
Art. 4<br />
Elementi comprovanti<br />
l’origine del prodotto<br />
Le razze che producono gli<br />
agnelli per i quali si propone il marchio<br />
– eccetto la Bergamasca – hanno<br />
come base costitutiva ovini di<br />
popolazione Appenninica, popolazione<br />
la cui origine si perde nella<br />
notte dei tempi essendosi formate<br />
attraverso insanguamenti con razze<br />
da carne (Appenninica attuale, Fabrianese<br />
e Pomarancina) o Merinos<br />
(Sopravissana) o da razze derivate<br />
Merinos da carne (Merinizzata).<br />
Si tratta, pertanto, di razze di origine<br />
polimeticcia ad indirizzo carne<br />
che ancora oggi, data la persistenza<br />
di una parte del patrimonio genetico<br />
della razza incrociata, presentano<br />
doti di rusticità tali da permetterle lo<br />
sfruttamento di territori alto-collinari<br />
o montani anche attraverso una<br />
transumanza di tipo verticale.<br />
Art. 5<br />
Metodo di ottenimento del prodotto<br />
1) Materia prima<br />
Gli agnelli allevati per la produzione<br />
di “Agnello dell’Appennino Centrale”<br />
sono i maschi e le femmine di<br />
razza: Appenninica (comprendente<br />
anche il sottogruppo Pomarancina),<br />
Bergamasca, Fabrianese, Merinizzata<br />
e Sopravissana; provenienti da<br />
allevamenti iscritti al Libro Genealogico<br />
o per la Pomarancina al Registro<br />
Anagrafico, con ovini di<br />
ascendenza nota.<br />
2) Metodo di allevamento<br />
Gli agnelli devono essere allattati<br />
naturalmente dalle madri fino allo<br />
svezzamento.<br />
Successivamente la base alimentare<br />
deve essere rappresentata da fieni<br />
provenienti da prati naturali o artificiali<br />
della zona geografica indicata.<br />
In aggiunta è permesso l’uso di<br />
mangimi concentrati, semplici o<br />
composti con l’addizione di integratori<br />
minerali e vitaminici. La razione<br />
deve essere calcolata in modo<br />
da assicurare livelli nutritivi alti (><br />
di 0,8 Unità Foraggere/kg di sostanza<br />
secca) ed una quota proteica<br />
compresa tra il 18-15% in funzione<br />
dello stadio di sviluppo degli animali.<br />
I soggetti dovranno essere identificati<br />
non oltre i 30 giorni dalla nascita<br />
mediante apposizione sul padiglione<br />
auricolare sinistro di idonea<br />
fascetta o bottone auricolare<br />
contenente sul fronte i codici di<br />
identificazione dell’allevamento<br />
completo di lettere e cifre e, sul retro,<br />
il numero progressivo del capo.<br />
Per quanto concerne i ricoveri essi<br />
dovranno garantire condizioni adeguate<br />
alla produzione di carne di<br />
qualità; in particolare tali condizioni<br />
riguardano: la densità degli animali,<br />
il ricambio dell’aria, l’illuminazione,<br />
la pavimentazione, la distribuzione<br />
degli alimenti e dell’acqua<br />
di bevanda, gli interventi sanitari.<br />
3) Macellazione<br />
Gli agnelli maschi e femmine dovranno<br />
essere macellati ad un’età<br />
compresa tra i 50 e 130 giorni (fino<br />
a 150 giorni per i Bergamaschi).<br />
La macellazione dovrà essere<br />
eseguita entro 24 ore dal conferimento<br />
al mattatoio mediante recisione<br />
netta della vena giugulare, si<br />
procede poi allo spellamento e recisione<br />
della testa e delle parti distali<br />
degli arti. Successivamente la carcassa<br />
dovrà essere eviscerata eccetto<br />
i reni.<br />
La macellazione deve avvenire in<br />
mattatoi idonei, situati all’interno<br />
della zona di produzione, al fine di<br />
evitare fenomeni di stress nell’animale,<br />
particolare cura va prestata al<br />
trasporto ed alla sosta prima della<br />
macellazione evitando l’utilizzo di<br />
mezzi cruenti per il carico e lo scarico<br />
dagli automezzi e la promiscuità<br />
con animali provenienti da al<br />
levamenti diversi.<br />
Le carcasse degli agnelli sono suddivise<br />
in due categorie:<br />
• leggere: di peso tra 8 e 13 kg,<br />
prive di testa e corata;<br />
• pesanti: di peso superiore ai 13<br />
kg, prive di testa e corata; e devono<br />
rispondere alle seguenti caratteristiche:<br />
• leggere: colore della carne: rosa<br />
chiaro o rosa rilievo fatto sui muscoli<br />
interni delle pareti addominali<br />
(valutazione secondo griglia<br />
mediterranea) consistenza delle<br />
masse muscolari: solida (assenza<br />
di sierosità)<br />
ingrassamento: 2 – 3 (valutazione<br />
secondo griglia mediterranea)<br />
consistenza del grasso: solido, ri-<br />
lievo fatto sulla massa adiposa<br />
che sovrasta<br />
l’attacco della coda a temperatura<br />
ambiente di 18-20°C<br />
colore del grasso: bianco o bianco<br />
crema (valutazione secondo la<br />
griglia mediterranea)<br />
• pesanti: colore della carne: rosa<br />
o rosa scuro<br />
conformazione: non inferiore a R<br />
(valutazione secondo griglia comunitaria)<br />
consistenza delle masse muscolari:<br />
solida<br />
ingrassamento: 2 – 3 – 4 (valutazione<br />
secondo griglia comunitaria)<br />
consistenza del grasso: solida<br />
colore del grasso: bianco o bianco<br />
crema.<br />
4) Caratteristiche chimico fisiche al<br />
consumo<br />
La carne di agnello, ottenuta secondo<br />
le metodologie di allevamento e<br />
macellazione descritte nel presente<br />
disciplinare deve presentare le seguenti<br />
caratteristiche chimicofisiche<br />
(rilevate sul longissimus dorsi):<br />
CARATTERISTICHE CHIMICHE<br />
Sostanza secca: non inferiore al<br />
23% (per 100 grammi di carne edibile)<br />
Protidi: non inferiori al 18% (per<br />
100 grammi di carne edibile)<br />
Lipidi: tra il 2-5% (per 100 grammi<br />
di carne edibile)<br />
CARATTERISTICHE FISICHE<br />
Calo frigo: non superiore al 2%<br />
Tenerezza (WBS) sul cotto: non<br />
superiore a 5 per Kg/cm2<br />
pH: 5,2-6,0 rilevato dopo refrigerazione<br />
5) Marchiatura delle carcasse<br />
Alle carcasse aventi i requisiti di cui<br />
ai paragrafi precedenti viene effettuata<br />
la marchiatura, con caratteri<br />
chiari ed indelebili, nettamente distinta<br />
da ogni altra scritta ed impressa<br />
sulla superficie delle carcasse.<br />
• Nelle leggere (di peso non superiore<br />
ai 13 kg) il marchio viene<br />
applicato sulla faccia esterna dei<br />
seguenti tagli:<br />
- spalla<br />
- costolette<br />
- lombo<br />
- coscia<br />
• nelle pesanti (di peso superiore ai<br />
13 kg) nella faccia esterna dei tagli:<br />
- collo<br />
- spalla<br />
- costolette<br />
- petto<br />
- lombi<br />
- pancetta<br />
- coscia<br />
Il marchio deve essere conservabile<br />
in tutte le fasi della distribuzione.<br />
Art. 6<br />
Elementi comprovanti il legame<br />
con il territorio<br />
Gli stessi nomi delle razze testimoniano<br />
come esse siano legate all’Area<br />
Geografica alla quale si fa riferimento:<br />
Appenninica che indica la<br />
zona montuosa dell’Italia Centrale,<br />
Fabrianese (da Fabriano comune<br />
delle Marche), Pomarancina (da Pomarance<br />
comune della Toscana), Sopravissana<br />
(da Visso comune delle<br />
Marche), Merinizzata razza derivata<br />
dall’ incrocio tra Sopravissana e<br />
razze di derivate Merinos da carne.<br />
La Bergamasca, da tempo diffusasi<br />
nell’Italia Centrale oltre che essere<br />
stata utilizzata come razza incrociante<br />
su pecore di razze locali, è<br />
allevata in purezza tanto che oggi<br />
può essere considerata una entità del<br />
patrimonio dell’area geografica alla<br />
quale il Disciplinare fa riferimento.<br />
APPENNINICA<br />
Tali razze pertanto sono da ritenersi<br />
prettamente autoctone e quindi rispondenti<br />
alla regolamentazione CE<br />
che attribuisce rilevante importanza<br />
alla influenza sulla tipicità e sulla<br />
qualità delle carni al tipo genetico<br />
ossia alle razze che preferibilmente<br />
dovrebbero essere quelle autoctone.
l’allevatore di ovini e caprini 4<br />
Le carni di agnello di queste razze<br />
sono, da oltre venti anni commercializzate<br />
e ben accette dai consumatori<br />
in quanto derivando da razze<br />
di tipo muscolare e quindi, non tipicamente,<br />
digestive sono in grado di<br />
soddisfare le esigenze dei produttori<br />
e dei consumatori per un elevato<br />
rapporto carne osso e di colore chiaro<br />
attraente, con giusto contenuto di<br />
grasso e con bassa ritenzione idrica.<br />
Il consumo di carne ovina nella suddetta<br />
Area Geografica è nel frattempo<br />
aumentato oltre che per le caratteristiche<br />
suddette, anche perché le<br />
carcasse di peso maggiore rispetto a<br />
quelle da latte fornendo una vasta<br />
gamma di tagli offrono una maggiore<br />
possibilità di scelta.<br />
Art. 7<br />
Controlli<br />
Il controllo sulla conformità del<br />
prodotto al disciplinare, è svolto<br />
conformemente a quanto stabilito<br />
dall’art. 10 del Regolamento CEE<br />
2081/92.<br />
Gli allevamenti saranno sottoposti<br />
ad un controllo della filiera produttiva<br />
al fine di certificare la tracciabilità<br />
del prodotto.<br />
Art. 8<br />
Confezionamento<br />
ed etichettatura<br />
La carne di “Agnello dell’Appennino<br />
Centrale” deve essere immessa<br />
al consumo provvista di particolare<br />
contrassegno a garanzia dell’origine<br />
e dell’identificazione delprodotto.<br />
La carne è posta in vendita al taglio<br />
o confezionata.<br />
La vendita al taglio può avvenire<br />
anche in punti vendita appositamente<br />
convenzionati i quali dietro l’impegno<br />
sottoscritto a vendere esclusivamente<br />
carne di agnello timbrata<br />
con il marchio della Indicazione<br />
Geografica Protetta, vengono sottoposti<br />
ad ulteriori controlli e possono<br />
pertanto pubblicizzare tale condizione.<br />
La carne confezionata porzionata,<br />
fresca o surgelata, è posta in vendita<br />
solo in confezioni sigillate.<br />
Il confezionamento può avvenire<br />
solo in laboratori abilitati e sotto<br />
il controllo dell’organo preposto<br />
che consente la stampigliatura del<br />
marchio della Indicazione Geografica<br />
Protetta sulle singole confezioni.<br />
E’ comunque vietata l’aggiunta<br />
di qualsiasi qualificazione non<br />
espressamente prevista.<br />
Nell’etichetta oltre alle informazioni<br />
obbligatorie per legge, dovranno<br />
altresì essere indicati: la categoria<br />
della carcassa, la razza di appartenenza,<br />
il mese di nascita dell’agnello,<br />
l’azienda di allevamento<br />
(denominazione sede), il giorno ed<br />
il luogo della macellazione.<br />
Art. 9<br />
Logo<br />
Il logo è riportato nell’allegato<br />
del presente disciplinare con la scritta:<br />
“Agnello dell’Appennino Centrale”.<br />
Il logo ha dimensioni cm 7x6 e<br />
riporta al centro un agnello stilizzato<br />
di colore bianco contornato<br />
dalla scritta ad arco – di colore rosso<br />
“Agnello dell’Appennino Centrale”.<br />
E’ comunque vietata l’aggiunta<br />
di qualsiasi qualificazione non<br />
espressamente prevista.<br />
AGNELLO DA <strong>LA</strong>TTE<br />
PISANO - DISCIPLINARE<br />
DI PRODUZIONE<br />
L’Associazione Provinciale Allevatori<br />
di Pisa, d’ora in poi denominata<br />
anche soltanto Apa , d’intesa<br />
con le Organizzazioni Professionali<br />
Agricole e la Provincia istituisce il<br />
marchio “AGNELLO DA <strong>LA</strong>TTE<br />
PISANO” d’ora in poi denominato<br />
anche soltanto “Marchio”, per la<br />
identificazione degli agnelli allevati<br />
in aziende della Provincia di Pisa<br />
che aderiscono al disciplinare della<br />
Produzione Integrata.<br />
Art. 1 - Nome del prodotto<br />
La Denominazione del prodotto<br />
“Agnello da Latte Pisano” è riservata<br />
alle carni prodotte dall’allevamento<br />
ovino che risponde alle condizioni<br />
e ai requisiti stabiliti nel presente<br />
disciplinare di produzione.<br />
Art. 2 - Descrizione del prodotto<br />
La carne dell’“Agnello da latte<br />
Pisano” è derivata da soggetti di pura<br />
razza Massese, Sarda e Comisana,<br />
di età compresa tra i 20 ed i 40<br />
giorni con un peso vivo alla macellazione<br />
compreso tra gli 8 Kg e i<br />
15Kg. nati ed allevati in allevamenti<br />
pisani che aderiscono al presente<br />
disciplinare ed aderenti ai Libri Genealogici.<br />
I soggetti dovranno presentare<br />
i relativi contrassegni identificativi<br />
o marche auricolari previsti<br />
dalla normativa vigente.<br />
2.1 Caratteristiche della carne e<br />
della carcassa<br />
• Peso della carcassa Kg. 5-10<br />
• Colore della carne:rosa chiaro<br />
• Consistenza delle masse muscolari:<br />
solida (assenza di sierosità)<br />
• Colore del grasso : bianco<br />
• Tenore del grasso: moderatamente<br />
coperta la superficie esterna<br />
della carcassa (2-3 class. UE)<br />
• Consistenza del grasso : solido a<br />
rilevamento fatto sulla massa<br />
adiposa sovrastante l’attacco della<br />
coda ed a temp. Ambiente 18-<br />
20° c.<br />
Art. 3 - Metodo di ottenimento<br />
del prodotto<br />
3.1.Tipo di Allevamento<br />
Sono ammessi gli allevamenti<br />
stanziali, bradi e semibradi e la transumanza.<br />
Gli agnelli destinati alla macellazione<br />
devono essere allevati secondo<br />
le disposizioni del presente disciplinare<br />
per tutto il ciclo di vita<br />
3.2 Origine degli animali e riproduzione<br />
Non è ammesso l'allevamento di<br />
animali geneticamente modificati ne<br />
clonati<br />
È ammessa la riproduzione tramite<br />
inseminazione strumentale con<br />
metodi non invasivi (metodo laparoscopico).<br />
È vietato l'utilizzo di materiale<br />
seminale proveniente da animali<br />
clonati.<br />
3.3.Alimentazione fattrici<br />
Gli animali devono essere alimentati<br />
con alimenti derivanti da<br />
coltivazioni che seguono i disciplinari<br />
di produzione integrata.<br />
Per un periodo transitorio della<br />
durata di quattro anni dall’entrata in<br />
vigore del presente disciplinare è<br />
ammesso l'utilizzo fino ad un massimo<br />
del 35 % del fabbisogno annuale<br />
di sostanza secca dell'allevamento<br />
di alimenti e mangimi provenienti<br />
dall'agricoltura convenzionale<br />
che rispettino i requisiti previsti<br />
dai principi generali delle produzio-<br />
ni zootecniche integrate.<br />
La percentuale di alimento di origine<br />
aziendale o proveniente dal<br />
comprensorio in cui ricade l'azienda<br />
deve coprire almeno il 50 % del<br />
fabbisogno annuale di sostanza secca.<br />
Il Comprensorio è inteso come<br />
l'insieme delle aziende a produzione<br />
integrata o biologica che insistono<br />
in un'area geograficamente definita<br />
e che, al fine del rispetto del suddetto<br />
vincolo, si accordano, dandone<br />
evidenza documentale.<br />
La razione giornaliera deve garantire<br />
un adeguato apporto, in funzione<br />
dei fabbisogni di mantenimento<br />
e produzione dell'animale, di<br />
sostanza secca costituita da foraggi<br />
freschi, essiccati o insilati.<br />
Le tecniche di conservazione degli<br />
alimenti devono essere idonee ad<br />
evitare lo sviluppo di muffe mantenendo<br />
il contenuto di aflatossine entro<br />
i limiti della specifica normativa<br />
in materia.<br />
Qualora le fattrici destinate alla<br />
produzione di agnelli da latte da<br />
iscrivere al Marchio siano fatte pascolare<br />
in ambiente delimitato, le<br />
aree pascolative debbono essere<br />
suddivise in appezzamenti tali da<br />
permettere l'uso turnato del pascolo<br />
stesso e di sfalciare o trinciare almeno<br />
una volta l'anno le erbe e gli<br />
arbusti non utilizzati dal bestiame<br />
Non è ammesso l’uso di prodotti<br />
auxinici<br />
3.4. Alimentazione agnello<br />
È obbligatorio l’allattamento materno,<br />
dal 15° giorno l’agnello può<br />
assumere anche alimenti di origine<br />
vegetale provenienti da coltivazioni<br />
che seguono le norme dei disciplinari<br />
di produzione integrata.<br />
3.5.Ricoveri<br />
Gli animali all'interno degli spazi<br />
dedicati al ricovero devono disporre<br />
delle seguenti superfici minime:<br />
animali adulti 1 mq; animali da<br />
rimonta 0,8 mq.<br />
Gli ovili devono essere dotati di<br />
abbeveratoi e mangiatoie con una<br />
dimensione di almeno 30 cm per capo.<br />
Gli ambienti dove viene allevato<br />
l'agnello devono essere sufficientemente<br />
aerati ed illuminati.<br />
All'animale va garantito la libertà<br />
di movimento ed il regolare movimento<br />
fisico e nell'allevamento in<br />
gruppi sia la consistenza di questi<br />
che lo spazio devono essere dimensionati<br />
in relazione alle fasi di crescita<br />
ed alle esigenze comportamentali<br />
degli ovini.<br />
I ricoveri degli animali devono<br />
consentire di mantenere condizioni<br />
ambientali: temperatura, umidità relativa<br />
dell'aria, circolazione dell'aria,<br />
concentrazione di gas, entro limiti<br />
che non nuocciano agli animali.<br />
3.6. Trattamenti sanitari<br />
L'uso di prodotti antielmintici è<br />
consentito sulle fattrici non più di 2<br />
volte/anno e non durante la fase di<br />
allattamento.<br />
Nella gestione dell'igiene e della<br />
cura degli animali dovranno essere<br />
adottate tutte le soluzioni necessarie<br />
a prevenire/ridurre l'insorgenza di<br />
patologie e garantire il benessere<br />
dell'animale.<br />
3.7. Trasporto e macellazione<br />
La macellazione deve avvenire in<br />
mattatoi conformi con la legislazione<br />
vigente in materia, presenti nella<br />
zona di produzione.<br />
Si dovranno rispettare le normative<br />
relative al “benessere degli animali”,<br />
con particolare attenzione a<br />
tutte le operazioni di trasporto, carico<br />
e scarico, sosta dei soggetti de-<br />
stinati al mattatoio al fine di evitare<br />
pericolosi fenomeni di stress negli<br />
animali.<br />
La durata del trasporto degli<br />
agnelli non deve superare le 6 ore<br />
Gli animali devono essere macellati<br />
entro 6 ore dalla visita ante mortem<br />
del veterinario (salvo diversa<br />
indicazione veterinaria)<br />
Art. 4 - Marchiatura<br />
La carcassa dell’ “Agnello da<br />
Latte Pisano” deve essere immessa<br />
al consumo provvista di marchio a<br />
garanzia dell’origine e dell’identificazione<br />
del prodotto.<br />
Il marchio riproduce il logo costituito<br />
da un cerchio, con scritta circolare<br />
Agnello da Latte Pisano, contenente<br />
due sagome di testa di<br />
agnello una di colore bianco e una<br />
di colere nero e nella parte basale,<br />
in nicchia a semiluna , la razza di<br />
appartenenza.<br />
La marchiatura deve essere effettuata<br />
presso i mattatoi, da un esperto<br />
incaricato dell’Ente gestore che<br />
verifica l’identità dell’animale prima<br />
della scuoiatura e della marchiatura.<br />
Il marchio deve essere apposto,<br />
ad inchiostro, in corrispondenza della<br />
faccia esterna degli arti anteriori e<br />
posteriori e del torace.<br />
Il marchio deve essere ben visibile<br />
al momento della distribuzione.<br />
Art. 5 - Commercializzazione<br />
L’Agnello è posto in vendita nel<br />
seguente modo: carcassa intera, in<br />
mezzene, in quarti o in sesti. Su ciascuna<br />
porzione venduta deve essere<br />
comunque presente e ben evidente<br />
il marchio apposto al mattatoio.<br />
Al momento della spedizione alle<br />
macellerie delle carcasse, il titolare<br />
dello stabilimento di macellazione<br />
emetterà documento di identità<br />
dell’agnello o della partita di<br />
agnelli debitamente compilato, di<br />
cui copia sarà conservata presso lo<br />
stesso stabilimento e copia entro fine<br />
mese inviata all’Ente Gestore per<br />
le opportune verifiche.<br />
5.1 Confezionamento del prodotto<br />
La carne confezionata e porzionata,<br />
fresca o surgelata, è posta in<br />
vendita solo in confezioni sigillate,<br />
secondo le modalità del precedente<br />
comma.<br />
Il confezionamento può avvenire<br />
solo in laboratori autorizzati dall’Ente<br />
gestore alla stampigliatura<br />
del Marchio sull’esterno delle singole<br />
confezioni.<br />
Art. 6 - Adesione ed ammissione<br />
Possono aderire al marchio le<br />
aziende zootecniche ubicate nel territorio<br />
provinciale, socie della Associazione<br />
Provinciale Allevatori di<br />
Pisa che allevano ovini, di cui all’Art.<br />
1, che aderiscono al presente<br />
disciplinare e ad ogni altra norma<br />
che sarà in proposito emanata, che<br />
attuano “l’autocontrollo del processo<br />
produttivo” e che fanno domanda<br />
scritta di adesione al marchio all’Ente<br />
gestore.<br />
A seguito della domanda di adesione<br />
il richiedente sottopone il proprio<br />
allevamento alle verifiche di<br />
cui agli Artt. 2 e 3.<br />
Al momento della domanda di<br />
ammissione al marchio, l’azienda<br />
deve essere stata sottoposta ai controlli<br />
ed alle valutazioni morfologiche<br />
previste dal regolamento dei<br />
LL.GG. che attestano l’appartenenza<br />
alla razza di cui al precedente<br />
Art. 2<br />
Successivamente al sopralluogo<br />
di verifica aziendale, operata a cura<br />
del personale dell’Ente Gestore, ed<br />
al parere espresso dall’apposito Comitato<br />
di Controllo di cui al successivo<br />
Art. 7.1, sarà data comunicazione<br />
all’interessato dell’ avvenuto<br />
accoglimento o rifiuto della domanda<br />
stessa.<br />
Il periodo di conversione della<br />
pecora deve essere di almeno 3 mesi.<br />
Per gli animali destinati alla produzione<br />
dicarne il periodo di conversione<br />
deve essere di almeno 3<br />
settimane.<br />
Art. 7 - Controlli<br />
7.1 La vigilanza per l’applicazione<br />
delle disposizioni del presente disciplinare<br />
di produzione è svolta<br />
dall’Organo di Controllo che sarà<br />
all’uopo identificato .<br />
Le aziende Inoltre sono tenute a<br />
far controllare in qualsiasi momento<br />
dal personale dell’Organo di<br />
Controllo, il proprio allevamento<br />
per verificare:<br />
• l’identità degli animali attraverso<br />
le matricole auricolari, applicate<br />
conformemente alla normativa<br />
vigente<br />
• i foraggi e gli altri alimenti somministrati<br />
al bestiame<br />
• il sistema di allevamento,<br />
• l’igiene dei locali<br />
il corretto uso dei prodotti sanitari<br />
• la sanità del bestiame<br />
• il manuale dell’autocontrollo<br />
• verifica del numero di capi aderenti<br />
al marchio venduti dall’allevatore<br />
con il numero di carcasse<br />
marchiate, vendute dallo stabilimento<br />
di macellazione<br />
7.2 Comitato di Controllo<br />
Al fine di garantire il corretto<br />
svolgimento di tutte le operazioni<br />
previste per la realizzazione e successiva<br />
gestione del marchio, opera<br />
opera il Comitato di Controllo composto<br />
da un rappresentante per ciascuno<br />
dei seguenti Enti: Provincia,<br />
Az. S.L., Coldiretti, C.I.A., Unione<br />
Agricoltori, Università. La segreteria<br />
del Comitato sarà affidata al Direttore<br />
dell’Apa. Il Comitato si riunirà<br />
ogni qualvolta se ne ravveda la<br />
necessità o periodicamente, secondo<br />
criteri che lo stesso stabilirà.<br />
7.3 Organo di Controllo<br />
È L’Organo individuato dalla Regione<br />
per i controlli previsti dal disciplinare<br />
Produzione Zootecnica<br />
Integrata Marchio “Farfalla” Agriqualità<br />
Toscana, o da altro organismo<br />
omologo autorizzato a tale sco-
5 l’allevatore di ovini e caprini<br />
po, individuato dall’Ente gestore,<br />
qualora il disciplinare suddetto lo<br />
consenta.<br />
Art. 8 - Gestione del marchio<br />
L’Ente Gestore del Marchio<br />
“Agnello da Latte Pisano” è l’Associazione<br />
Provinciale Allevatori di<br />
Pisa, la quale curerà tutta la parte organizzativa<br />
ed i rapporti con gli allevatori,<br />
i mattatoi e l’Organo di<br />
Controllo e le Istituzioni pubbliche.<br />
L’Ente Gestore inoltre puo’ curare,<br />
direttamente o tramite la società<br />
di servizi Agritoscana S.R.L. la:<br />
promozione, distribuzione e commercializzazione<br />
degli agnelli marchiati.<br />
L’Ente Gestore potrà richiedere<br />
agli allevatori aderenti ed alle macellerie<br />
una quota ad agnello macellato<br />
e marchiato, a copertura parziale<br />
o totale delle spese di controllo e<br />
marcatura dei soggetti.<br />
Art. 9 - Vigilanza e sanzioni<br />
Il personale incaricato dall’Organo<br />
di Controllo, munito di apposito<br />
documento di riconoscimento puo’<br />
accedere liberamente, nel rispetto<br />
delle norme sanitarie ed antinfortunistiche,<br />
agli allevamenti, ai laboratori<br />
di produzione e di macellazione,<br />
ai macelli, ai depositi, agli altri punti<br />
vendita, dove si lavori o si commercializzi<br />
carne identificata con il<br />
marchio.<br />
Chiunque produce, pone in vendita<br />
o comunque immette sul mercato<br />
carne marchiata in modo improprio<br />
e chiunque fa uso del marchio,<br />
non conforme a quanto prescritto<br />
nel presente disciplinare sarà<br />
denunciato all’autorità competente.<br />
Chiunque impedisce l’espletamento<br />
delle verifiche e dei controlli<br />
previsti nel presente regolamento<br />
può essere escluso dal marchio.<br />
L’allevatore che impieghi nell’allevamento<br />
sostanze non consentite<br />
dalla normativa vigente in materia,<br />
oltre alle sanzioni di legge, incorre<br />
nelle seguenti sanzioni:<br />
a) divieto dell’utilizzo del marchio<br />
per un periodo non inferiore di<br />
sei mesi<br />
b) cancellazione dal registro degli<br />
aderenti nei casi più gravi o di<br />
recidiva.<br />
Art. 10 - Modulistica<br />
La modulistica è costituita dai seguenti<br />
modelli:<br />
mod. 1 adesione al marchio<br />
mod. 2 scheda check up aziendale<br />
mod. 3 schema di autocontrollo<br />
mod. 4 documento di identificazione<br />
dell’agnello o della<br />
partita di agnelli<br />
Norme transitorie<br />
1. Fino al 31/12/2004 l’ammissione<br />
al marchio avviene anche per le<br />
aziende che sono in conversione<br />
da allevamento con sistema tradizionale<br />
a sistema integrato<br />
2. I modelli di cui all’art. 10 potranno<br />
essere modificati o altri ne<br />
potranno essere aggiunti al momento<br />
dell’entrata in vigore del<br />
disciplinare del marchio Farfalla<br />
“Agriqualità Toscana”<br />
3. In attesa dell’entrata in vigore del<br />
Marchio farfalla “Agriqualità Toscana”<br />
L.R. 25/00 l’attività prevista<br />
agli Artt. 7.1 e 9 com.1 sarà<br />
svolta da tecnici abilitati incaricati<br />
direttamente dall’Ente Gestore.<br />
4. L’applicazione del com 1 dell’art.3.3.<br />
è resa obbligato all’entrata<br />
in vigore del disciplinare del<br />
marchio farfalla “Agriqualità Toscana”.<br />
Il FATA Assicurazioni, forte della<br />
grande esperienza nell’assicurazione dei<br />
rischi agricoli ha avviato, di concerto con<br />
l’AssoNaPa, uno studio per la realizzazione,<br />
mediante una forma assicurativa,<br />
di uno strumento che garantisse, almeno<br />
in parte, gli allevatori dai rischi di perdita<br />
legati alla gestione degli animali allevati.<br />
Il FATAAssicurazioni e ASSO.NA.PA.<br />
hanno realizzato una polizza di assicurazione<br />
indirizzata esclusivamente agli<br />
allevamenti iscritti ai LL.GG. a garanzia<br />
della mortalità di tutti i capi presenti<br />
nell’ allevamento.<br />
È stato pensato di creare una copertura<br />
specifica in quanto le forme assicurative<br />
standard si sarebbero male adattate,<br />
in quanto spesso limitate a singole tipologie<br />
di rischio, e quindi non soddisfacenti<br />
alla realtà degli allevatori iscritti ai<br />
LL.GG.<br />
La polizza prevede la copertura assicurativa<br />
nei seguenti casi di morte per:<br />
– infortunio,<br />
– malattie comuni degli apparati digerenti,<br />
riproduttivo, circolatorio e respiratorio,<br />
– mastiti traumatiche e non,<br />
– morso di animali velenosi , assalto di<br />
cani randagi<br />
– ingestione di corpi estranei<br />
– abbattimento di necessità per gli eventi<br />
suindicati.<br />
Sono escluse le affezioni dell’apparato<br />
locomotore (es. zoppie) e tutte le epi-<br />
COMUNICAZIONE PER GLI ALLEVATORI<br />
ISCRITTI AI LL.GG. E RR.AA.<br />
Si comunica che nel sito web dell’Associazione è stata inserita una nuova funzione finalizzata a migliorare la gestione degli<br />
allevatori che ricevono il nostro mensile; infatti, con essa sarà possibile sia l’aggiornamento che l’inserimento di una nuova anagrafica<br />
(allevamento) che, per un’anagrafica già esistente, anche l’inserimento dell’indirizzo presso cui si preferisce ricevere il<br />
giornale.<br />
Le operazioni richieste sono poche e di semplice attuazione:<br />
1) si apre il sito dell’Asso.Na.Pa. (www.assonapa.com);<br />
2) si clicca sulla finestra “Banca dati”;<br />
3) si inseriscono le coordinate richieste (ID utente e Password);<br />
4) si seleziona “Elenco aziende” avendo cura di avere prima selezionato “tutte le aziende” ed indicato “si” alla domanda: compreso<br />
eliminate?; si aprirà una pagina contenente l’elenco delle aziende presenti in provincia; a questo punto sarà possibile fare<br />
due operazioni, quali:<br />
4a) cliccare sulla casella in alto “Inserimento nuovo allevamento” per inserire l’anagrafica di un nuova allevamento ;<br />
4b) cliccare sul bottone “gestione” posto alla destra della riga corrispondente all’allevamento oggetto di intervento per:<br />
4ba) modificare l’anagrafica in atto;<br />
4bb) inserire l’indirizzo presso cui si preferisce ricevere il giornale.<br />
Vista la semplicità e l’utilità di predetta funzione, si invitano gli allevatori a fare attivare le rispettive A.P.A. onde evitare disguidi<br />
nella distribuzione del giornale “L’allevatore di ovini e caprini” a cui, si ricorda, hanno diritto tutti gli allevatori iscritti<br />
ai Libri Genealogici ed ai Registri Anagrafici.<br />
Per ogni maggiore informazione contattate il nostro ufficio CED (sig. Fabrizio Sarti, 06.40900127).<br />
POLIZZA ASSICURAZIONE MORTALITÀ BESTIAME<br />
Convenzione Asso.Na.Pa-FATA<br />
zosie indicate all’art. 1 del Regolamento<br />
di Polizia Veterinaria<br />
La garanzia comprende anche la morte<br />
o abbattimento per BRC, nel caso in<br />
cui l’allevamento sia in possesso al momento<br />
dell’avvio della copertura assicurativa<br />
della qualifica di ufficialmente indenne.<br />
In questo caso vengono dedotti gli<br />
eventuali indennizzi pubblici .<br />
Le somme assicurate per ciascun animale<br />
sono convenzionalmente pari ad<br />
Euro 400,00 per i maschi ed Euro<br />
150,00 per le femmine con una franchigia<br />
del 20%<br />
Per capo iscritto di intendono i soggetti<br />
di età superiore ad 6 mesi ovviamente<br />
dotati di propria matricola di LG<br />
e minori di 6 anni.<br />
Nel caso in cui dell’ animale possano<br />
essere recuperate le carni, alle stesse sarà<br />
dato un valore pari al 10% degli importi<br />
suindicati (20% per le mastiti ).<br />
È prevista altresì una franchigia fissa<br />
per allevamento è pari al 3% dei capi assicurati,<br />
con un minimo di 3 capi (es. nel<br />
caso di 250 capi assicurati i primi 7 decessi<br />
NON sono coperti da assicurazione).<br />
I limiti massimi di indennizzo annuo<br />
per allevamento sono:<br />
– 50% del valore assicurato<br />
– per morti e abbattimenti per MASTI-<br />
TI: 10% del valore assicurato<br />
– per abbattimento forzoso 70% dei capi<br />
assicurati.<br />
Le liquidazioni verranno effettuate<br />
entro 60 gg. dal termine dell’annualità<br />
assicurativa in un’unica soluzione.<br />
Nel caso in cui si verifichi un sinistro<br />
l’allevatore deve osservare le seguenti disposizioni:<br />
– avvisare immediatamente<br />
l’ASSO.NA.PA<br />
– chiamare il Servizio Veterinario ASL<br />
o il veterinario convenzionato APA<br />
– inviare all’ASSONAPA la documentazione<br />
inerente il sinistro quali ad<br />
esempio: certificato e relazione sanitaria<br />
con indicazione della data del<br />
sinistro, descrizione delle cause o<br />
modalità di accadimento e dati identificativi<br />
ufficiali dei capi coinvolti<br />
Il premio lordo annuo per ogni capo<br />
assicurato e’ di Euro 2 oltre le imposte<br />
di legge.<br />
Il numero minimo di capi che dovranno<br />
aderire per attivare la convenzione è<br />
400.000.<br />
Le adesioni preliminari potranno essere<br />
inviate via fax al numero<br />
06/40900130 con l’indicazione del nominativo<br />
dell’allevatore e numero AUA dell’allevamento.
l’allevatore di ovini e caprini 6<br />
Dall’APA di Oristano<br />
9ª Mostra-Concorso Provinciale<br />
Ovini di Razza Sarda<br />
Si è svolta nel rinnovato quartiere<br />
fieristico di Abbasanta dall’11 al<br />
13 Aprile u.s. la 9ª edizione della<br />
Provinciale Ovini di Razza Sarda.<br />
Nona edizione che giunge dopo ben<br />
quattro anni di attesa, che hanno segnato<br />
il comparto per tutte le problematiche<br />
sanitarie legate alla Blue<br />
Tongue ed alla “ripresa” degli allevamenti<br />
ovini. Ferma volontà dell’APA<br />
nel voler riprendere l’appuntamento<br />
provinciale in agro di Abbasanta,<br />
per tutte le caratteristiche<br />
di centralità e non solo geografica<br />
già espresso nel numero precedente,<br />
che è stata seguita da un numero<br />
“interessante” di allevatori soci del<br />
comparto ovino. Non si può parlare<br />
di numeri molto elevati, ma si sa…<br />
la ripresa dopo un fermo è sempre<br />
complicata!<br />
Comunque sia hanno risposto all’appello<br />
APA otto allevamenti provinciali,<br />
provenienti un po’ da tutte<br />
le zone della provincia:<br />
- Cera Cristina e Scintu Francesco<br />
da San Nicolò d'Arcidano<br />
- Madau Bachisio da Tresnuraghes<br />
- Mastino Giovanni Giuseppe e<br />
Meles Antonello da Cuglieri<br />
- Perra Gesuino da Nuraxinieddu<br />
- Piras Vincenzo da Mogoro<br />
- Salaris Giovannino da Sedilo<br />
Otto allevamenti con 452 capi<br />
iscritti a catalogo di cui 321 presenti<br />
in fiera. La volontà APA di ripresa<br />
dell’iniziativa è stata sposata in<br />
pieno dall’Amministrazione Comunale<br />
di Abbasanta, sindaco Prof.<br />
Stefano Pinna, in testa che ci ha<br />
messo a disposizione le strutture fieristiche<br />
comunali, accogliendo le<br />
nostre richieste e sostenendoci via<br />
via nell’approntamento del tutto. Il<br />
capannone centrale si è rivelato ottimale<br />
per l’esposizione e l’apprezzamento<br />
da parte del pubblico degli<br />
ottimi soggetti presenti in concorso;<br />
cosa che sicuramente verrà ripresa<br />
anche nelle prossime edizioni. Edizioni<br />
che per volontà espressa da<br />
tutti, non devono più subire interruzioni<br />
di sorta (salvo cause di forza<br />
maggiore) neanche nell’anno della<br />
Mostra Regionale/Nazionale, come<br />
avverrà il prossimo anno. Ciò non<br />
vuol dire non partecipare alla Nazionale<br />
di Macomer, ma invece un<br />
maggiore sforzo ed impegno della<br />
struttura e del comparto allevatoriale<br />
provinciale per essere presente sia<br />
all’appuntamento di Abbasanta che<br />
a quello più ampio di Macomer. Impegno<br />
e volontà ferma espressa da<br />
tutti, anche dalla parte politica, come<br />
il Presidente dalla Provincia On.<br />
Mario Diana in occasione del convegno<br />
di domenica 13 Aprile u.s.,<br />
prima della cerimonia delle Premiazioni;<br />
dato che nell’anno della Mostra<br />
Regionale/Nazionale le quattro<br />
iniziative provinciali non vengono<br />
finanziate.<br />
Parlando di premiazioni, che<br />
hanno concluso la mattinata della<br />
domenica, riportiamo i risultati e<br />
classifiche che evidenziano come si<br />
sia imposto quest’anno l’allevamento<br />
Scintu Francesco di San Ni-<br />
colò d’Arcidano, vincendo sei categorie<br />
su otto ed aggiudicandosi anche<br />
la classifica miglior allevamento<br />
con 111 punti. In più il Trofeo<br />
Triennale miglior allevamento, come<br />
riepilogato nell’apposita tabella,<br />
che è ancora in attesa dell’assegnazione<br />
definitiva, non essendoselo<br />
ancora aggiudicato nessun allevamento<br />
per tre anni, anche non consecutivi.<br />
Validissimi e preparati tutti gli allevatori<br />
partecipanti e con soggetti<br />
di grande pregio, a detta degli stessi<br />
giudici: Tomaso Manca, Paolino<br />
Zonca e Beniamino Sirigu, provenienti<br />
il primo dalla provincia di<br />
Nuoro e gli altri due da quella di<br />
Cagliari; per mantenere la tradizione<br />
di far valutare i soggetti di una<br />
provincia da esperti di razza provenienti<br />
dal di fuori della stessa. Una<br />
tre giorni, in totale, di lavoro, impegno,<br />
sacrificio ma che alla fine ha<br />
dato anche tanta soddisfazione all’intera<br />
struttura, nel vedere gli allevatori<br />
soddisfatti, ed agli stessi allevatori<br />
che sono stati primi attori in<br />
questa esperienza pesante ma anche<br />
coinvolgente ed entusiasmante che<br />
è una mostra. Il pubblico è stato numeroso<br />
ed interessato e l’atto finale,<br />
la compravendita degli eccellenti<br />
animali c’è stata con pieno appagamento<br />
da ambo le parti, acquirente e<br />
venditore!<br />
Il programma approntato, oltre<br />
alle valutazioni di Libro ed al Convegno<br />
tecnico curato dai tecnici<br />
ARA, ha visto anche dei momenti<br />
di aggregazione e relax estremamente<br />
interessanti e simpatici, come<br />
la degustazione (quest’anno ripetuta<br />
sia il sabato che la domenica a<br />
conclusione del tutto) della ottima<br />
pecora bollita fornita dagli allevatori<br />
e preparata dalla volenterosa Proloco<br />
di Abbasanta, cui va sicuramente<br />
un sentito ringraziamento per<br />
la grande disponibilità messa in<br />
campo.<br />
Anche lo spettacolo folcloristico<br />
ha arricchito l’esposizione tutta dando<br />
un tocco di completamento al<br />
programma. Ancora; l’APA ha curato,<br />
oltre alla parte tecnica di Libro<br />
Genealogico, la 4ª edizione del<br />
“Concorso di disegno e pittura” con<br />
lo scopo di avvicinare e sensibilizzare<br />
il pubblico presente alla 9ª Mostra<br />
Provinciale Ovini di Razza Sarda,<br />
al mondo allevatoriale della specie.<br />
La giuria ha premiato due elaborati<br />
della sezione Baby anziché<br />
uno solo, dato che nella terza sezione,<br />
quella Senior, in cui si articola il<br />
concorso oltre alla Junior, non vi è<br />
stata nessuna adesione. Si riportano<br />
i nominativi dei vincitori del cesto<br />
di prodotti offerto dall’APA. In fase<br />
di ringraziamenti è d’obbligo iniziare<br />
con gli allevatori e la loro Sezione<br />
Ovina, veri artefici della manifestazione<br />
che hanno creduto nell’iniziativa<br />
fortemente caldeggiata dall’Associazione,<br />
come già si è detto;<br />
un ringraziamento per quanto fatto e<br />
per la cortesia sempre riservataci al<br />
Comune di Abbasanta ed alla Proloco<br />
di Abbasanta, all’Associazione<br />
Regionale Allevatori per la disponibilità<br />
offertaci con i veterinari che<br />
hanno seguito con scrupolo ed attenzione<br />
i soggetti esposti e per la<br />
fase di convegno in cui ha relazionato<br />
solo il Dott. Giovanni Cicalò,<br />
ma a cui ha contribuito come stesura<br />
anche la Dott.ssa Maria Cosima<br />
Deiana. Un grazie a tutte le autorità<br />
intervenute, dal Presidente Mario<br />
Diana, al Senatore Matteo Piredda,<br />
Capo di Gabinetto dell’Assessore<br />
all’Agricoltura On. Felicetto Contu,<br />
che ha inviato i suoi saluti ed auguri<br />
per l’iniziativa, al Direttore del<br />
Servizio Ripartimentale dell’Agricoltura<br />
di Oristano Dr. Roberto Meloni<br />
ed all’On. Alberto Sanna, Consigliere<br />
Regionale, che non hanno<br />
voluto mancare.<br />
Unitamente ai vertici APA, Presidente<br />
Sardo, Vice Presidenti Balliana<br />
e Scanu, Presidente di Sezione<br />
Ovina Flore, hanno partecipato ai<br />
lavori ed alla cerimonia delle premiazioni.<br />
Un grazie finale doveroso,<br />
sentito e non scontato a tutti i dipendenti<br />
APA, in particolar modo ai<br />
presenti in fiera, ma a tutti indistintamente,<br />
perché ancora una volta<br />
con un’azione “corale” si è riusciti a<br />
portare avanti una iniziativa importante<br />
per il nostro settore ovino provinciale<br />
che potrebbe darci tante e<br />
gratificanti soddisfazioni come adesioni<br />
al Libro Genealogico ed ai<br />
Controlli Funzionali.<br />
Risultati<br />
e Classifiche<br />
Osvaldo Panetto<br />
CATEGORIA 1ª - ARIETI da 12<br />
a 24 mesi di età<br />
SCINTU FRANCESCO<br />
San Nicolò d'Arcidano<br />
matricola soggetto ORAV 00915G<br />
CATEGORIA 2ª - ARIETI oltre<br />
i 24 mesi di età<br />
SCINTU FRANCESCO<br />
San Nicolò d'Arcidano<br />
matricola soggetto CABS 01986<br />
CATEGORIA 3ª - PECORE di<br />
primo parto con lattazione in<br />
corso<br />
SA<strong>LA</strong>RIS GIOVANNINO<br />
Sedilo<br />
matricola soggetto ORSN 00810G<br />
CATEGORIA 4ª - PECORE di<br />
secondo parto ed oltre<br />
SCINTU FRANCESCO<br />
San Nicolò d'Arcidano<br />
matricola soggetto ORAV 00759E<br />
CATEGORIA 5ª - GRUPPO di 4<br />
agnelloni dell'annata 2002<br />
SCINTU FRANCESCO<br />
San Nicolò d'Arcidano<br />
CATEGORIA 6ª- GRUPPO di 6<br />
agnelle dell'annata 2002<br />
SCINTU FRANCESCO<br />
San Nicolò d'Arcidano<br />
CATEGORIA 7ª - GRUPPO di 6<br />
pecore di primo parto o con<br />
lattazione in corso<br />
SCINTU FRANCESCO<br />
San Nicolò d'Arcidano<br />
CATEGORIA 8ª - GRUPPO di 8<br />
pecore di secondo parto ed oltre<br />
SA<strong>LA</strong>RIS GIOVANNINO<br />
Sedilo<br />
Classifica Migliore<br />
Allevamento<br />
1° Scintu Francesco<br />
San Nicolò d'Arcidano p. 111<br />
2° Salaris Giovannino<br />
Sedilo 92<br />
3° Perra Gesuino<br />
Nuraxinieddu 83<br />
4° Mastino Giovanni Giuseppe<br />
Cuglieri 82<br />
5° Piras Vincenzo<br />
Mogoro 78<br />
6° Cera Cristina<br />
San Nicolò d'Arcidano 50<br />
7° Madau Bachisio<br />
Tresnuraghes 44<br />
8° Meles Antonello<br />
Cuglieri 40<br />
Trofeo Triennale<br />
Miglior Allevamento<br />
1985 Talloru Aldo<br />
Terralba<br />
1986 Talloru Aldo<br />
Terralba<br />
1989 Sechi Salvatore<br />
Massama<br />
1990 Az. Agr. Zedda F.lli<br />
Milis<br />
1991 Zedda Pietro e Antonino<br />
Milis<br />
1996 Madau Angelo Maria<br />
Tresnuraghes<br />
1998 Salaris Giovannino<br />
Sedilo<br />
1999 Salaris Giovannino<br />
Sedilo<br />
2003 Scintu Francesco<br />
San Nicolò d’Arcidano<br />
4° Concorso<br />
di Disegno e Pittura<br />
sull'allevamento ovino<br />
Risultati<br />
• Baby (fino a 11 anni):<br />
1° Piras Serena - Mogoro<br />
2° Onida Maurizio - Abbasanta<br />
• Junior (da 11 a 18 anni):<br />
1° Onida Davide - Abbasanta<br />
• Senior (oltre i 18 anni):<br />
nessun iscritto
7 l’allevatore di ovini e caprini<br />
IIª Campagna di vaccinazione<br />
di tutti i ruminanti.<br />
Con l’intento di dare maggiore<br />
risalto alla Ordinanza pubblicata<br />
dal Ministero della Salute in data 8<br />
Aprile 2003, che ha modificato l’elenco<br />
dei comuni già inseriti nella<br />
precedente Ordinanza, riportiamo<br />
il nuovo piano di vaccinazione di<br />
tutti i ruminanti per il 2003, con<br />
l’elenco dei territori con obbligo di<br />
vaccinazione per la Febbre catarrale<br />
degli Ovini.<br />
Sulla base dell’attuale situazione<br />
epidemiologica, l'obbligo della<br />
vaccinazione con sierotipo n 2 e 9<br />
Il Ministero della Salute,<br />
in data 01 aprile 2003, ha<br />
dato una risposta favorevole<br />
in merito alla richiesta dell’Asso.Na.Pa.<br />
d’iscrizione<br />
del “Centro Genetico” di<br />
Asciano in provincia di Siena<br />
nell’Elenco delle Stazioni<br />
di Quarantena, con scadenza<br />
alla fine dell’anno in<br />
corso.<br />
A predetto centro è stato<br />
assegnato il numero 01/2003<br />
SI con la possibilità di rinnovo<br />
dell’autorizzazione, da<br />
parte del Servizio veterinario<br />
della Regione Toscana,<br />
sulla base delle verifiche<br />
ispettive effettuate al fine<br />
della conferma dei necessari<br />
requisiti, ivi compreso il<br />
permanere del grado di protezione<br />
dall'ingresso degli<br />
insetti alati.<br />
Inoltre, lo stesso decreto<br />
consente l’ingresso nell’azienda<br />
dei riproduttori vaccinati,<br />
purché si rispetti la<br />
normativa del provvedimento<br />
608BT/505 del<br />
11/02/2003.<br />
è esteso alle province di Chieti, Pescara<br />
e Teramo.<br />
Inoltre, a seguito di provata circolazione<br />
del virus della Febbre<br />
catarraIe degli ovini, sierotipo 16 e<br />
4, sul territorio della Regione Calabria<br />
e nelle province di Siracusa e<br />
Ragusa e del solo sierotipo 16, nelle<br />
province di Lecce e Taranto e tenuto<br />
conto che nell'area mediterranea,<br />
territorio di probabile origine<br />
dei sierotipi 4 e 16, è stata segnalata<br />
anche la presenza del sierotipo<br />
1, la VIIIª Sezione della Direzione<br />
Generale Sanità Pubblica Veterinaria,<br />
Alimenti e Nutrizione ha disposto<br />
l'obbligo della vaccinazione,<br />
contro la febbre catarrale degli<br />
ovini, con il vaccino pentavalente<br />
contenente i sierotipi 1,2,4,9,16 su<br />
tutto il territorio precedentemente<br />
indicato.<br />
Nell’Ordinanza che pubblichiamo<br />
integralmente è riportato l’elenco<br />
dei territori sottoposti all’obbligo<br />
della vaccinazione per l’anno<br />
in corso.<br />
■<br />
Il “Centro genetico” dell’Asso.Na.Pa<br />
è nell’Elenco Ufficiale Nazionale<br />
delle Stazioni di Quarantena per Blue Tongue
l’allevatore di ovini e caprini 8<br />
NOTIZIE DALLE ISTITUZIONI<br />
tratto per gentile concessione da NEWS Coldiretti<br />
BSE E "LINGUA BLU"<br />
La Presidenza del Consiglio dei<br />
Ministri comunica l'avvenuta conferma,<br />
sino al 31 dicembre 2003, del<br />
dott. Giuseppe Ambrosio a Commissario<br />
straordinario del Governo<br />
per il coordinamento delle iniziative<br />
volte a fronteggiare le conseguenze<br />
dell'encefalopatia spongiforme bovina,<br />
con estensione dell'incarico all'emergenza<br />
derivante dall'epizoozia<br />
denominata "blue tongue".<br />
COMMISSIONE<br />
UE-BENESSERE<br />
ANIMALE: CAMBIERA'<br />
<strong>LA</strong> DIRETTIVA<br />
SUI TRASPORTI<br />
ZOOTECNICI<br />
Si avvicina la revisione della direttiva<br />
sul trasporto degli animali. Il<br />
portavoce del commissario Ue alla<br />
Salute Byrne, Gminder, ha reso noto<br />
che la Commissione europea si<br />
propone di migliorare le condizioni<br />
degli animali durante i trasferimenti,<br />
soprattutto nelle lunghe distanze.<br />
Si tratta - ha aggiunto - di una questione<br />
molto dibattuta nella società:<br />
numerose associazioni ambientaliste<br />
chiedono maggiore attenzione al<br />
benessere del bestiame''. ''Il commissario<br />
Byrne - ha proseguito la<br />
Gminder - pensa che sia necessario<br />
rafforzare le regole di protezione e<br />
per questo presto sarà proposta una<br />
modifica delle regole attuali, che<br />
tuttavia se ben applicate già porterebbero<br />
ad una situazione migliore''.<br />
La questione del trasporto degli animali<br />
vede in campo posizioni contrastanti<br />
tra loro: da una parte gli<br />
ambientalisti che vorrebbero regole<br />
molto più severe delle attuali e dall'altra<br />
i trasportatori di bestiame e gli<br />
allevatori.<br />
Bruxelles si orienterà, con ogni<br />
probabilità, su una revisione delle<br />
normative lontana dalle posizioni<br />
estreme assunte dall'una e dall'altra<br />
parte con una direttiva che conduca<br />
in ogni caso al miglioramento delle<br />
condizioni degli animali trasportati,<br />
specie quelli per lunghe distanze,<br />
che interessa il 10% circa del movimento<br />
complessivo.<br />
Le modifiche dovrebbero riguardare,<br />
principalmente, l'ammontare<br />
massimo delle ore di viaggio a cui<br />
gli animali potranno essere sottoposti<br />
senza interruzioni, ma anche la<br />
quantità massima di animali per carico,<br />
le condizioni di illuminazione<br />
ed aerazione nonchè i luoghi dove<br />
sarà possibile far sostare i convogli.<br />
"LINGUA BLU":<br />
LE VALUTAZIONI<br />
DEL<strong>LA</strong> COMMISSIONE<br />
D'INCHIESTA<br />
La Commissione d'inchiesta istituita<br />
il 6 marzo scorso dal ministro<br />
della Salute Sirchia ha reso noto ieri<br />
che le patologie lamentate recentemente<br />
dagli allevatori non sono<br />
direttamente correlabili con la somministrazione<br />
dei vaccini contro la<br />
febbre catarrale degli ovini, "blu<br />
tongue". In una nota, il Ministero<br />
della Salute ha ribadito che "le campagne<br />
vaccinali si sono tradotte in<br />
un vantaggio enorme per gli allevatori<br />
che oggi possono movimentare,<br />
quindi vendere, i loro capi anche<br />
nelle regioni non contaminate".<br />
Inoltre, "dove la vaccinazione è stata<br />
eseguita per tempo non c'è stato<br />
nessun problema di salute per gli<br />
animali". Secondo gli esperti incaricati<br />
dal Ministro, "già le percentuali<br />
di casi infetti sono irrilevanti ai<br />
fini di una valutazione negativa della<br />
vaccinazione: infatti su un totale<br />
Il perché di un I.G.P.<br />
per l’Agnello dell’Appennino Centrale<br />
La produzione di carne dell’allevamento ovino italiano<br />
è fortemente differenziata a causa delle diverse<br />
consuetudini alimentari e dei tipi genetici allevati.<br />
Al contrario di quanto queste variegate<br />
offerte farebbero presupporre,<br />
i consumi di carne ovina in Italia<br />
sono molto contenuti, superando, di<br />
poco, i kg 1,5 annui pro-capite.<br />
Va inoltre considerato che, a<br />
fronte di una richiesta così esigua, il<br />
mercato italiano deve ricorrere per<br />
il 50% alle importazioni onde saturare<br />
il proprio fabbisogno.<br />
Da tale constatazione deriva la<br />
necessità di incrementare la produzione<br />
nazionale di carne ovina e ciò<br />
può essere realizzato attraverso la<br />
costituzione di nuove razze, attuando<br />
una opportuna selezione sugli<br />
ovini polimeticci ad attitudine carne,<br />
come del resto è stato fatto per<br />
l’Appenninica, la Fabrianese e la<br />
Merinizzata Italiana.<br />
Del resto il Prof. Tortorelli già<br />
nel 1956 considerando la composizione<br />
razziologica ovina italiana e<br />
gli indirizzi produttivi di carne, incentrata.2<br />
soprattutto nella produzione<br />
di agnelli da latte, caratterizzata<br />
da carcasse inferiori a 7 kg -<br />
che producevano poca carne e tra<br />
l’altro di scarso valore nutritivo,<br />
contenendo molta acqua - parlava<br />
della necessità di aprire nuove vie<br />
alla produzione di carne ovina riassumendo<br />
nei seguenti tre punti le<br />
vie da seguire:<br />
1. aumentare il numero degli ovini<br />
da carne allevati in Italia per produrre<br />
soggetti da macellare intorno<br />
ai 100 giorni;<br />
2. abbandonare la mungitura, rinunciando<br />
a qualche decina di litri<br />
di latte;<br />
3. prolungare l’allattamento degli<br />
agnelli e quindi procedere all’asciugamento<br />
delle pecore onde<br />
avere la possibilità dell’ottenimento<br />
di tre parti ogni due anni<br />
per pecora.<br />
Tutti gli ovini producono carne,<br />
indipendentemente dalla razza di<br />
appartenenza, ma quelle da latte oltre<br />
che fornirne una minore quantità,<br />
presentano un più basso rapporto<br />
muscolo/osso ed un maggiore contenuto<br />
idrico, mentre le razze miogene<br />
possono produrre carne più o<br />
meno grassa.<br />
Quelle a maturazione tardiva sono<br />
in grado di meglio soddisfare le<br />
esigenze dei produttori e soprattutto<br />
dei consumatori in quanto le carni<br />
sono di colore chiaro attraente, con<br />
giusto contenuto di grasso, tenere e<br />
con minore ritenzione idrica.<br />
La regolamentazione CE attribuisce<br />
rilevante importanza alla influenza<br />
sulla qualità delle carni al tipo<br />
genetico ossia nella scelta delle<br />
razze, che preferibilmente, dovrebbero<br />
essere quelle autoctone, mettendo<br />
anche in evidenza che la qualità<br />
è anche in funzione della omogeneità<br />
del prodotto. Ciò giustifica<br />
l’ammissione al marchio solo di<br />
agnelli di allevamenti iscritti al Libro<br />
Genealogico, in quanto da una<br />
contenuta variabilità genetica deriva<br />
una maggiore omogeneità del<br />
prodotto.<br />
Le razze da carne italiane, che<br />
nell’ultimo ventennio sono aumentate<br />
numericamente, (nell’Italia centrale<br />
oggi rappresentano circa il<br />
20% del totale degli ovini ivi allevati),<br />
hanno dimostrato di fornire<br />
agnelli leggeri e pesanti con carni<br />
dalle ottime qualità chimico-fisiche:<br />
ricche di proteine, sali minerali e<br />
giustamente grasse, trattandosi appunto<br />
di razze costituzionalmente<br />
più assimilabili al tipo muscolare<br />
che al digestivo (vedi Tab.1).<br />
I risultati della classifica delle<br />
carcasse di agnello leggero (secondo<br />
la griglia mediterranea) e di quelle<br />
pesanti (secondo la griglia SEU-<br />
ROP) hanno dato risultati oltremodo<br />
soddisfacenti (vedi Tab.2).<br />
Utilizzando tali razze è possibile<br />
inoltre ottenere una destagionalizzazione<br />
delle produzioni e fornire,<br />
con carcasse di peso maggiore rispetto<br />
a quelle da latte, una vasta<br />
gamma di tagli che favoriscono un<br />
più elevato consumo di carne ovina.<br />
Tali allegati stanno altresì a dimostrare<br />
come tali carni siano già<br />
presenti nella distribuzione.<br />
Ad un’analisi fisico-sensoriale, le<br />
carni così ottenute, hanno fornito risposte<br />
ottimali sia alle prove sperimentali<br />
che al consumo.<br />
Nel Disciplinare proposto è da<br />
evidenziare come non si sia trascurato<br />
il problema, oggi impellente,<br />
della sicurezza alimentare e quindi<br />
della qualità conseguente alla tracciabilità<br />
del prodotto.<br />
Le ultime e ben note emergenze<br />
di carattere “sanitario” legate alla<br />
qualità delle carni hanno non solo<br />
sconvolto i mercati europei, ma<br />
anche evidenziato con estrema “visibilità”<br />
quanto sia fragile il sistema<br />
“agro-industriale” sotto il punto<br />
di vista della sicurezza alimentare.<br />
La tracciabilità rappresenta un<br />
mezzo di comunicazione e di rassicurazione<br />
del consumatore che potrà<br />
essere informato di come è stata<br />
prodotta la carne che acquista.<br />
Concludendo, le quattro razze<br />
italiane che producono “l’Agnello<br />
dell’Appennino Centrale”, di origine<br />
autoctona, sono: Appenninica<br />
(comprendente anche la varietà Pomarancina),<br />
Fabrianese, Merinizzata<br />
e Sopravissana che presentano:<br />
• alta rusticità e quindi facilità di<br />
adattamento ad ambienti collinari<br />
e montani come dimostra la distribuzione<br />
percentuale per zona<br />
altimetrica degli ovini nelle aree<br />
geografiche interessate (vedi<br />
Tab. 3);<br />
• quasi uguali capacità di accrescimento;<br />
di 47.223 allevamenti bovini solo 5<br />
allevamenti sono risultati positivi al<br />
virus della "blu tongue" pari allo<br />
0,01% e su un totale di 47.033 allevamenti<br />
ovini-caprini ne sono risultati<br />
positivi 61, pari allo 0,13%". La<br />
Commissione d'inchiesta ha anche<br />
reso noto l'andamento dei focolai di<br />
malattia clinica negli ovini su tutto il<br />
territorio nazionale: il numero degli<br />
allevamenti infetti e' passato dai<br />
6.889 e 6.809 delle prime due epidemie<br />
(2000-2001 e 2001-2002) ai<br />
418 della terza epidemia dopo vaccinazione;<br />
il numero di animali ammalati<br />
si è ridotto dai 263.626 e<br />
251.378 ai 3.625 e i capi morti dai<br />
47.099 e 73.171 delle prime due<br />
epidemie senza vaccinazione ai<br />
2.657 dopo vaccinazione; il numero<br />
di 213.957 animali abbattuti nella<br />
prima epidemia si è ridotto a 218<br />
nella terza epidemia. Nei bovini, anche<br />
a seguito delle vaccinazioni,<br />
non è stato segnalato alcun focolaio.<br />
SANITÀ VETERINARI:<br />
CENTRI DI REFERENZA<br />
Il Ministero della Salute, con Decreto<br />
13 febbraio 2003, provvede all'istituzione<br />
di nuovi Centri di referenza<br />
nazionali nel settore veterinario.<br />
Presso l'Izs della Sardegna viene<br />
attivato il Centro di referenza<br />
nazionale per la agalassia contagio-<br />
• facilità di parto con elevata produzione<br />
di agnelli, in quanto le<br />
pecore, non sottoposte a mungitura,<br />
partoriscono in media tre<br />
volte ogni due anni, così da ottenere<br />
in media 1,5 agnelli per fattrice<br />
all’anno;<br />
• produzione di agnelli leggeri o<br />
pesanti macellati ad un’età com-<br />
sa; presso l'Izs delle Venezie quello<br />
per l'apicoltura; presso l'Izs della<br />
Lombardia e dell'Emilia-Romagna<br />
quelli per il benessere animale (sezione<br />
di Milano) e per la paratubercolosi<br />
(sezione di Piacenza); presso<br />
l'Izs dell'Umbria e delle Marche (sezione<br />
di Ancona) quello per il controllo<br />
microbiologico e chimico dei<br />
molluschi bivalvi vivi; presso l'Izs<br />
della Sicilia quello per le leishmaniosi;<br />
e presso l'Izs del Piemonte,<br />
Liguria e Valle d'Aosta quello per<br />
la sorveglianza ed il controllo degli<br />
alimenti per gli animali.<br />
<strong>LA</strong>TTE E FORMAGGI:<br />
ANALISI<br />
Il Ministero delle Politiche agricole<br />
e forestali, con Decreto 28 marzo<br />
2003 approva tre metodiche analitiche<br />
per latte e formaggi. Si tratta<br />
del "Metodo di ricerca della presenza<br />
qualitativa del latte vaccino nel<br />
latte e nei formaggi di pecora mediante<br />
Rp-Hplc delle siero-proteine<br />
specifiche", del "Metodo di ricerca<br />
della presenza qualitativa del latte<br />
vaccino nel latte e nei formaggi di<br />
capra mediante Rp-Hplc delle sieroproteine<br />
specifiche" e del "Metodo<br />
di riferimento per la rilevazione<br />
di grassi estranei nei formaggi di latte<br />
vaccino mediante analisi gascromatografica<br />
dei trigliceridi".<br />
presa tra i 50 e i 130 giorni (150<br />
giorni per gli agnelli Bergamaschi),<br />
che forniscono carni molto<br />
apprezzate dai consumatori e dalla<br />
ristorazione, soprattutto agrituristica.<br />
F.M. Sarti<br />
Dip. Scienze Zootecniche<br />
Università di Perugia<br />
Tabella 1 – Caratteristiche chimico-fisiche della carne di agnello rilevate<br />
sul muscolo longissimus dorsi.<br />
CARCASSE LEGGERE CARCASSE PESANTI<br />
Sostanza secca: %<br />
Per 100 g di carne edibile 23,7 24,9<br />
Protidi: %<br />
Per 100 g di carne edibile 19,1 19,6<br />
Lipidi: %<br />
Per 100 g di carne edibile 2,3 4,1<br />
Calo da frigo:<br />
dopo 24 ore dalla macellazione 1,0 0,7<br />
Tenerezza (WBS) sul cotto:<br />
kg/cm 2 2,9 3,7<br />
pH: 5,9 5,9<br />
Tabella 2 – Classificazione delle carcasse secondo le griglie comunitarie.<br />
LEGGERE PESANTI<br />
I qualità 75% 80%<br />
II qualità 25% 20%<br />
Tabella 3 – Aree Geografiche Distribuzione % degli ovini per zona altimetrica<br />
Montagna Collina Pianura<br />
Romagna 26 43 31<br />
Toscana 15 78 7<br />
Umbria 35 65 _<br />
Marche 31 69 _<br />
Lazio 17 54 29<br />
Abruzzo 70 30 _
9 l’allevatore di ovini e caprini<br />
Mercato nazionale<br />
Viterbo. Lo stato di siccità ha ridotto<br />
in maniera drastica la presenza<br />
di pascoli e quindi la disponibilità<br />
di foraggio; ciò ha costretto gli<br />
allevatori a “governare” interamente<br />
gli animali utilizzando molte delle<br />
scorte di fieno e foraggio precedentemente<br />
raccolte.<br />
Conseguenza dell’allevamento<br />
forzoso in stalla per la quasi totalità<br />
dei capi, è stato l’aumento dei<br />
costi di produzione da un lato,<br />
mentre dall’altro, tale situazione,<br />
ha inciso sulla produzione del latte,<br />
che ha registrato un calo piuttosto<br />
evidente.<br />
Per quanto riguarda i parti viene<br />
sottolineato il ritardo per la maggior<br />
parte delle pecore; al momento gli<br />
agnelli risultano particolarmente richiesti,<br />
nonostante il prezzo sia ancora<br />
contenuto.<br />
Continua la situazione conflittuale<br />
tra allevatori e veterinari, in conseguenza<br />
degli effetti provocati al<br />
bestiame dalla vaccinazione nei<br />
confronti della lingua blu; sono segnalati<br />
un incremento eccessivo degli<br />
aborti, il prosciugamento del latte<br />
nelle pecore, la mancanza di calore<br />
delle stesse .<br />
Foggia e Napoli. Dato il buon<br />
andamento climatico del periodo<br />
trascorso, tranne qualche gelata eccezionale,<br />
si prevede un’ottima disponibilità<br />
di foraggio.<br />
I parti sono stati completati, così<br />
come la vaccinazione per la lingua<br />
blu. La questione dei possibili effetti<br />
del vaccino sui fenomeni degli<br />
aborti e delle malformazioni degli<br />
animali è ancora oggetto di studio<br />
da parte delle commissioni tecniche<br />
preposte.<br />
La produzione, comunque, risulta<br />
in chiara flessione; una stima<br />
prudenziale attesta nella quota del<br />
20% la carne di agnello commercializzata<br />
di provenienza locale, mentre<br />
il resto proviene dalla Nuova Zelanda,<br />
Sud Africa ed i Paesi dell’Est<br />
Europa.<br />
La domanda sta seguendo un<br />
buon trend mentre l’offerta di carni<br />
locali diminuisce con l’aumentare<br />
del prodotto d’importazione. Le<br />
contrattazioni appaiono comunque<br />
ferme.<br />
Macomer. Con riferimento alla<br />
Sardegna, nella zona di Macomer si<br />
evidenziano difficoltà legate allo<br />
stato dei pascoli e la conseguente<br />
scarsa disponibilità di foraggio che<br />
hanno caratterizzato l’intera stagione,<br />
dominata da inverni rigidi, forti<br />
gelate e temperature fortemente al<br />
di sotto delle medie.<br />
Per quanto riguarda i parti, la stagione<br />
sembra oramai conclusa.<br />
I prezzi di mercato stanno evidenziando<br />
apprezzabili incrementi,<br />
per effetto di una consistente richiesta<br />
a cui l’offerta riesce a far fronte<br />
con difficoltà. Sino a metà della settimana<br />
in corso l’attività di macellazione<br />
servirà a soddisfare soprattutto<br />
il mercato nazionale, mentre<br />
successivamente sarà alimentato solo<br />
il mercato locale.<br />
Per quanto riguarda le vaccina-<br />
Andamento mercato Ovini<br />
Settimana dal 7 al 13 aprile 2003<br />
zioni, sono riprese quelle relative alla<br />
nuova stagione che termineranno<br />
alla fine di aprile; esistono però, difficoltà<br />
strutturali per il loro svolgimento.<br />
Per quanta riguarda il prodotto<br />
estero, si assiste ad una forte presenza<br />
degli agnelli provenienti dalla<br />
Grecia e soprattutto dalla Spagna,<br />
paesi che iniziano a rappresentare<br />
(per gentile concessione della ISMEA NEWSLETTER)<br />
dei forti competitor nei confronti del<br />
prodotto locale.<br />
Cagliari. Prosegue la buona disponibilità<br />
alimentare sia nei pascoli<br />
di tipo spontaneo sia nelle produzioni<br />
foraggere degli erbai, anche se<br />
a ciò non continua a fare seguito una<br />
produzione di latte soddisfacente.<br />
Circa la “questione lingua blu”,<br />
dopo le sollecitazioni degli allevatori<br />
ed organizzazioni di categoria<br />
per indagare su eventuali correlazioni<br />
tra gli effetti del vaccino ed i<br />
casi frequenti di aborto, l'Istituto<br />
Zooprofilattico di Sassari ha evidenziato<br />
che, al momento, non vi è<br />
alcun riscontro su possibili collegamenti<br />
tra il vaccino utilizzato e l'aumento<br />
riscontrato dei casi di aborto.<br />
Mercato estero<br />
L'Unione Europea ha importato<br />
complessivamente, nel 2002,<br />
246,9 mila tonnellate di carne ovina<br />
e 19,6 mila tonnellate equivalenti<br />
di ovini vivi. Sebbene la<br />
quantità di carne acquistata è stata<br />
inferiore alle previsioni, l'equivalente<br />
in animali vivi è stato lievemente<br />
superiore alle attese. Non<br />
sono state registrate forti variazioni<br />
dei volumi importati dai paesi<br />
terzi in quanto regolati dalla quota<br />
tariffaria annuale che, generalmente,<br />
induce un limite alla quantità<br />
complessiva introdotta. La principale<br />
variazione è stata riscontrata<br />
nell'aumento di 8,6 mila tonnellate<br />
di carne ovina acquistate dal Regno<br />
Unito, a causa della scarsa disponibilità<br />
nazionale dovuta alla<br />
malattia dell'Afta. L'importazione<br />
è aumentata anche per la Francia,<br />
mentre per gli altri paesi comunitaria<br />
gli acquisto sono stati inferiori<br />
l'anno precedente. Delle 106 mila<br />
tonnellate di carne importate dal<br />
Regno Unito, circa il 12% era rappresentato<br />
da carne refrigerata, la<br />
quale ha registrato solo limitati aumenti<br />
rispetto l'anno precedente.<br />
Nel caso della Francia, questa tipologia<br />
di carne ha inciso per il 30%,<br />
mentre ha raggiunto il 43% nell'importazione<br />
belga. L'Italia e la<br />
Grecia sono stati quasi gli unici<br />
paesi importatori di ovini vivi, acquistando,<br />
rispettivamente, 12,7<br />
mila e 6,1 mila tonnellate di carne<br />
equivalente.<br />
In Irlanda, il commercio interno<br />
degli agnelli nazionali, durante l'ultima<br />
settimana di marzo, è sostanzialmente<br />
equilibrato. Nonostante il<br />
maggiore afflusso di soggetti leggeri,<br />
l'offerta rimane relativamente<br />
scarsa rispetto alla domanda. Questa<br />
situazione non influenza negativamente<br />
il volume esportato in Italia,<br />
necessario per soddisfare la domanda<br />
pasquale.<br />
La consistenza ovina irlandese<br />
nel 2002 ha mostrato un incremento<br />
solo marginale sull'anno precedente,<br />
raggiungendo 4,83 milioni di capi.<br />
E' aumentata la taglia dei greggi<br />
a fronte della diminuzione del numero<br />
di pecore in produzione, imputabile<br />
alla cessazione dell'attività<br />
da parte di alcuni allevatori. Le pecore<br />
con oltre due anni di età (3 milioni<br />
di capi) sono diminuite del 3%,<br />
mentre le primipare (683 mila capi)<br />
sono aumentate del 3%. La consistenza<br />
delle altre categorie di ovini è<br />
aumentata del 12% rispetto l'anno<br />
precedente.<br />
Nel Regno Unito, durante il<br />
2002, le macellazioni di agnelli (13<br />
milioni di capi) sono aumentate del<br />
16% rispetto al 2001. L'importazione<br />
di carne ovina durante lo<br />
stesso periodo è aumentata del 4%,<br />
raggiungendo 110 mila tonnellate.<br />
Di questo quantitativo, il 75% è<br />
stato fornito dalla Nuova Zelanda,<br />
e il volume di carne congelata importata<br />
è aumentato del 15% rispetto<br />
al 2000. L'esportazione per<br />
il 2002 è stata pari a 58 mila tonnellate,<br />
con un aumento del 87%<br />
rispetto l'anno precedente. Oltre il<br />
70% dell'esportazione è stata desti-
l’allevatore di ovini e caprini 10<br />
nata alla Francia, che ha riguadagnato<br />
la sua posizione quale principale<br />
mercato per la carne inglese.<br />
La consistenza ovina è aumentata<br />
del 2% nel 2002, raggiungendo i<br />
2,9 milioni di capi. In ogni modo<br />
questo numero è stato inferiore del<br />
10% ai livelli del 2000. Il numero<br />
di pecore in produzione è aumentato<br />
del 3% fino a 15,6 milioni di capi,<br />
mentre il numero di agnelli da<br />
rimonta è aumentato del 17% fino<br />
a 2,7 milioni di capi. Questo significativo<br />
incremento ha confermato<br />
la tendenza dei produttori a riformare<br />
i loro greggi dopo la diminuzione<br />
riscontrata a seguito della<br />
crisi Afta (FMD). Con l'aumento<br />
del numero degli agnelli destinati<br />
alla rimonta interna, i soggetti disponibili<br />
per la macellazione sono<br />
diminuiti del 5%, fino a raggiungere<br />
4,6 milioni di capi. La produzione<br />
complessiva di carne ovina è<br />
stata prevista, per il 2003, in 299<br />
tonnellate, relativamente costante<br />
al valore del 2002.<br />
L'esportazione spagnola di ovini<br />
vivi è stata di circa 346 mila capi<br />
nei primi undici mesi del 2002,<br />
significativamente maggiore (50%)<br />
rispetto al 2001. L'aumento è stato<br />
parzialmente indotto dalla carenza<br />
di prodotto sul mercato italiano<br />
causato della malattia della Lingua<br />
Blu, in quanto la Spagna ha raggiunto<br />
una quota, su tale mercato,<br />
del 15%. Inoltre, a seguito della riduzione<br />
della disponibilità di carne<br />
d'agnello in Francia, la Spagna ha<br />
potuto incrementare l'esportazione<br />
delle proprie carcasse, raggiungendo<br />
una quota di mercato del 60%.<br />
L'importazione è aumentata del<br />
13%, raggiungendo un quantitativo<br />
di circa 8 mila tonnellate di carne<br />
ovina. La Nuova Zelanda è stata<br />
Commercio estero<br />
nazionale<br />
Il bilancio del commercio con<br />
l’estero del comparto ovicaprino,<br />
relativo all’anno 2002, ha raggiunto<br />
un passivo di 194 milioni di Euro,<br />
facendo registrare una variazione<br />
negativa del 2,5% rispetto allo<br />
stesso dato osservato nell’anno<br />
precedente. Tale risultato è stato<br />
GADGETS<br />
Portachiave<br />
argento 900<br />
€ 30,99<br />
nuovamente il principale pese fornitore,<br />
soprattutto di tagli congelati,<br />
rappresentando il 50% dell'importazione<br />
totale spagnola. L'importazione<br />
di ovini vivi è aumentata<br />
(14%) fino a raggiungere 127<br />
mila capi, ma è stata comunque inferiore<br />
ai livelli precedenti la crisi<br />
dell'Afta epizootica.<br />
In Francia, nella prima settimana<br />
di aprile, sul mercato del vivo, gli<br />
agnelli migliori sono disponibili in<br />
limitate quantità e sono, quindi,<br />
venduti abbastanza rapidamente ad<br />
un prezzo più che soddisfacente. Le<br />
vendite delle pecore invece sono<br />
difficoltose. Gli operatori attendono<br />
con fiducia le festività pasquali, in<br />
cui si dovrebbero riscontrare scambi<br />
più dinamici. Sul mercato di Rungis,<br />
le vendite sono più attive con un<br />
offerta complessiva che rimane moderata.<br />
La consistenza ovina francese,<br />
a fine novembre 2002, è stata di 9<br />
milioni di capi, minore del 1% rispetto<br />
al 2001. Il numero di pecore<br />
è diminuito del 2%, raggiungendo<br />
i 6 milioni, ed è stato in linea<br />
con l'andamento negativo degli<br />
ultimi venti anni. Il numero di<br />
agnelli da rimonta è invece aumentato<br />
di quasi il 3%, raggiungendo<br />
922 mila capi. Il numero totale<br />
degli altri ovini è stato inferiore<br />
l'anno precedente, raggiungendo<br />
2,1 milioni. Nel 2003, è<br />
ipotizzabile, quale conseguenza<br />
della diminuzione della taglia dei<br />
greggi, una riduzione della produzione,<br />
stimata oltre 1%. L'importazione<br />
francese di carni di agnello<br />
e di montone nell'ultimo anno è<br />
stata del 15% più elevata rispetto<br />
al 2001. Comunque, l'importazione<br />
è rimasta inferiore (19%) ai livelli<br />
del 2000. L'importazione dal<br />
determinato da una significativa<br />
diminuzione delle importazioni (-<br />
8,5 milioni di Euro) e delle esportazioni<br />
(-3,5 milioni di Euro). Analizzando<br />
questi dati più in dettaglio,<br />
si può notare che la diminuzione<br />
è da attribuirsi esclusivamente<br />
al segmento delle carni fresche e<br />
congelate che ha mostrato una contrazione<br />
del 12% sul fronte della<br />
spesa e del 53% su quello delle<br />
vendite.<br />
Regno Unito è aumentata almeno<br />
di due volte, sebbene è rimasta<br />
ben al di sotto del 2000 (45%). La<br />
Nuova Zelanda ha rafforzato la<br />
sua posizione sul mercato francese<br />
a causa dei problemi del comparto<br />
registrati nell'intera Unione Europea.<br />
L'importazione dalla Spagna<br />
è aumentata oltre il 4%, ma dovrebbe<br />
diminuire nell'anno in corso,<br />
in seguito alla ripresa della<br />
produzione inglese. L'importazione<br />
dall'Irlanda, aumentata nel<br />
2001, è invece diminuita nell'anno<br />
seguente del 22%, riflettendo il<br />
L’analisi delle quantità scambiate<br />
denota un aumento nelle importazioni<br />
degli animali vivi (+11%),<br />
ma un calo nel segmento delle carni<br />
fresche e congelate (-11%). Dati del<br />
tutto analoghi, ma con variazioni<br />
più significative, si sono avuti nelle<br />
esportazioni; il mercato, rappresentato<br />
esclusivamente dagli ovini vivi,<br />
ha registrato infatti una consistente<br />
crescita in termini di capi<br />
(+225%) mentre ha denotato un for-<br />
crollo della produzione irlandese e<br />
l'aumento della competizione con<br />
il Regno Unito e la Nuova Zelanda.<br />
L'importazione di ovini vivi ha<br />
mostrato una riduzione del 14%,<br />
de è rimasta a livelli inferiori<br />
(44%) a quelli del 2000. L'importazione<br />
francese di ovini vivi dal<br />
Regno Unito ha dato segni di ripresa<br />
negli ultimi mesi del 2002,<br />
ma è stata comunque limitata rispetto<br />
agli anni precedenti. Contrariamente,<br />
l'esportazione francese<br />
di ovini vivi è aumentata fino a<br />
raggiungere 517 mila capi, anche<br />
te calo nel segmento delle carni fresche<br />
e congelate (-49%).<br />
La maggior parte delle importazioni<br />
di animali vivi (1,7 milioni di<br />
capi) proviene principalmente dai<br />
paesi extra comunitari (71%), dei<br />
quali i principali fornitori sono l'Ungheria<br />
(51%), che ha registrato un<br />
aumento percentuale del 4%, e la<br />
Romania (13%), che ha evidenziato<br />
un calo del 9,4%. Per quanto concerne<br />
invece le provenienze comu-<br />
Volume € 7,75 Volume € 7,75 Cappellino blu/bianco € 5,16 Giaccone trapuntato blu € 30,99 Polo bianca/blu € 20,66<br />
Materiale disponibile presso l’ufficio promozioni dell’Asso.Na.Pa.<br />
se è stata ancora inferiore del 22%<br />
a quella del 2000.<br />
In Germania, nella prima settimana<br />
di aprile, le quotazioni per<br />
l'acquisto degli agnelli da macello<br />
rimangono sostanzialmente invariate,<br />
anche se in alcune zone sono in<br />
aumento rispetto la settimana precedente.<br />
Nel commercio all’ingrosso,<br />
i listini sono stabili con scambi non<br />
particolarmente attivi. Nella settimana<br />
entrante è previsto l'aumento<br />
dell’offerta e una leggera flessione<br />
dei prezzi.<br />
nitarie (29%) i principali fornitori<br />
sono la Spagna (15%), che ha più<br />
che raddoppiato i propri invii<br />
(+124%), e la Francia (9%) che ha<br />
denotato un un incremento del 19%.<br />
Per quanto riguarda l'importazione<br />
di carni, il 65% deriva dai paesi<br />
dell'Unione Europea. Fra i principali<br />
paesi vi sono la Spagna (21%)<br />
che ha avuto un aumento percentuale<br />
del quantitativo del 11% e la<br />
Francia (13%) che ha avuto una diminuzione<br />
percentuale del 17%,<br />
mentre tra gli altri Paesi assume un<br />
particolare rilievo la posizione ricoperta<br />
dalla Nuova Zelanda (23%)<br />
che ha avuto una diminuzione percentuale<br />
del 24%.<br />
Per quanto concerne il livello<br />
medio dei prezzi, per le importazioni<br />
di animali vivi si è registrato un<br />
lieve arretramento medio (-1,5%),<br />
senza sensibili differenze tra le diverse<br />
aree di provenienza, mentre<br />
per le carni si è rilevato un lieve calo<br />
(-1%), attribuibile ad una notevole<br />
flessione dell’area UE (-6%) che<br />
ha più che compensato l’aumento<br />
osservato nei Paesi terzi (+6%).
11 l’allevatore di ovini e caprini<br />
Previsioni<br />
di produzione<br />
Bilancio 2002. Sulla base dei<br />
dati disponibili, definitivi per l'intero<br />
2002, relativi all'attività di<br />
macellazione e del commercio con<br />
l'estero, è possibile rilevare lo scenario<br />
complessivo della produzione<br />
nazionale del comparto. Si osserva,<br />
per i principali indicatori,<br />
un indebolimento complessivo del<br />
comparto nazionale.<br />
Un libro per Voi<br />
Si riscontra, infatti, una progressiva<br />
diminuzione delle macellazioni<br />
che, tra il 2001 e il 2002,<br />
si riducono del 4,3%, a fronte di<br />
un'importazione di animali vivi in<br />
netta ripresa nell'ultimo anno considerato<br />
(+11%).<br />
Tali variazioni inducono una<br />
flessione della produzione interna<br />
(macellazioni - importazioni di<br />
animali vivi + esportazioni di animali<br />
vivi) dell'11%, non potendo,<br />
la limitata quantità di animali vivi<br />
esportati (296 t.) influenzarne l'e-<br />
“Solo 5 delle 38 razze di suini esistenti in Italia sono sopravvissute fino ai nostri<br />
giorni – ed anche di queste restano unicamente pochi esemplari”. Così, od in maniera<br />
simile, potrebbero risultare i titoli relativi allo studio “Risorse genetiche agrarie in<br />
Italia – Rischio di estinzione – Iniziative per la conservazione – Necessità di<br />
intervento”. Questo studio, frutto di due anni e mezzo di intenso lavoro da parte del<br />
Monitoring Institute (succursale scientifica della Fondazione europa SAVE), è stato<br />
infatti pubblicato di recente. In esso viene descritta la situazione delle risorse<br />
genetiche delle razze di animali domestici nonché delle varietà dei vegetali in Italia.<br />
Lo studio ne indica il rischio di estinzione, ne specifica le iniziative per la<br />
conservazione a livello statale, universitario e privato e valuta le necessità di<br />
intervento. Il rapporto è stato appositamente allestito come opera di consultazione.<br />
Infine desideriamo ringraziare sentitamente tutti coloro che, con informazioni e<br />
documentazioni, hanno contribuito alla riuscita di quest’opera.<br />
Con questa dettagliata esposizione globale, ci auguriamo di dare un impulso per<br />
un lavoro coordinato di salvaguardia e per favorire il collegamento tra gli attori,<br />
molto frammentati a tutti i livelli. Augurandovi un’interessante lettura, rimaniamo<br />
in attesa di vostre eventuali considerazioni in merito.<br />
Il volume può essere acquistato ordinandolo direttamente presso il:<br />
Monitoring Institute<br />
Schneebergstr. 14 - CH-9000 San Gallo - Svizzera<br />
Tel. +41-71/222 74 10 - Fax +41-71/222 74 40<br />
Web: http://www.monitoring-inst.de<br />
E-mail: monitoring@swissonline.ch<br />
contro il pagamento di Euro 25,00 cadauno, più Euro 5,00 per spese di spedizione<br />
(la fornitura viene effettuata tramite un’organizzazione partner italiana).<br />
voluzione. La disponibilità di carne<br />
ovicaprina, invece, si riduce,<br />
nell'ultimo anno, solamente del<br />
6%, grazie al contributo positivo<br />
fornito dalla diminuzione degli acquisti<br />
di carne fresca e congelata.<br />
Oltre alla flessione dell'importazione<br />
di carne, si osserva, parallelamente,<br />
anche un calo delle vendite,<br />
che vanno ad incidere, seppure<br />
in lieve misura, sulla disponibilità<br />
di carne per il consumo interno;<br />
quest'ultimo, infatti, si riduce<br />
del 5,5%<br />
L’Angolo ’Angolo<br />
del<br />
Veterinario<br />
eterinario<br />
Il mese di Aprile:<br />
Errori da evitare<br />
Riprendiamo la chiacchierata<br />
interrotta lo scorso mese, facendo<br />
una rapida carrellata degli errori<br />
che si commettono comunemente<br />
nella gestione del nostro allevamento.<br />
Tra gli errori che si commettono<br />
più di frequente, è quello di<br />
destinare agli animali non in lattazione<br />
una alimentazione non adeguata,<br />
utilizzando magari foraggi<br />
scadenti o non integrando la dieta<br />
con sali minerali e/o vitamine.<br />
E’ una situazione che rilevo<br />
frequentemente nei piccoli allevamenti,<br />
per contro in allevamenti<br />
più importanti numericamente,<br />
solitamente si rileva l’esatto contrario<br />
con agnelle, pronte alla<br />
monta troppo grasse e pecore in<br />
asciutta altrettanto.<br />
In effetti, in questo caso il giusto<br />
è nel mezzo, infatti agnelle<br />
troppo grasse possono non rimanere<br />
gravide a causa di cisti ovariche<br />
(alcune possono avere calori<br />
non manifesti).<br />
Più grave è la situazione per le<br />
pecore in gestazione e con un accumulo<br />
di grasso eccessivo, questi<br />
animali infatti, possono andare<br />
incontro a gravi disturbi metabolici<br />
noti con il nome di TOSSICO-<br />
Statistiche<br />
Macellazioni comunitarie<br />
Analizzando i dati Eurostat relativi<br />
alle macellazioni ovicaprine del<br />
periodo gennaio-settembre 2002, si<br />
rileva una evidente flessione dell'offerta<br />
comunitaria di carne bovina<br />
rispetto allo stesso periodo dell'anno<br />
precedente, pari al 9%, sia in termi-<br />
SI GRAVIDICA, è una patologia<br />
molto seria per pecore e capre. Infatti,<br />
molte volte l’unico modo di<br />
salvare l’animale è quello di indurre<br />
il parto o l’aborto!<br />
Qualunque sia la via terapeutica<br />
intrapresa una cosa è certa: la<br />
lattazione non sarà esaltante ed<br />
anche la ripresa della attività riproduttiva<br />
ne risentirà, con assenza<br />
di calori o numerosi casi di<br />
animali che ritornano in calore.<br />
Altra situazione che si rileva di<br />
frequente, è la promiscuità tra animali<br />
di differenti classi di età.<br />
E’ una condizione che dobbiamo<br />
evitare assolutamente, se vogliamo<br />
avere una rimonta degna<br />
di tale appellativo.<br />
Gli animali adulti, sottraggono<br />
infatti, alimento a quelli più giovani<br />
che per ovvie ragioni non<br />
possono competere.<br />
Anche se mettessimo a disposizione<br />
notevoli quantità di alimento<br />
ai soggetti giovani, andrebbe<br />
sempre la parte meno pregiata del<br />
foraggio, senza considerare lo<br />
spreco di alimento che si avrebbe.<br />
Corretta programmazione degli<br />
interventi farmacologici da effettuare<br />
sul gregge . Non possiamo<br />
deciderci all’ultimo se eseguire un<br />
trattamento.<br />
Molti di voi non saranno d’accordo<br />
con quanto stò dicendo, ma<br />
vi assicuro che è quasi la norma.<br />
Una corretta gestione degli interveti<br />
antiparassitari o vaccinali ci<br />
consente di risparmiare tempo e<br />
denaro, pensate solo al latte che<br />
non dovete eliminare, per rispettare<br />
i tempi di sospensione.<br />
Grande importanza riveste anche<br />
l’ambiente dove pascolano i<br />
nostri animali, evitate il più possibile<br />
terreni con ristagni di acqua,<br />
frutteti, erbai ricchi di trifoglio o<br />
di medica nel periodo primavera<br />
inizio autunno: i motivi sono noti<br />
a tutti.<br />
Utilizzazione degli antibiotici è<br />
ni di capi abbattuti sia in termini di<br />
peso carcassa.<br />
Con particolare riguardo ai soli<br />
ovini, di cui si dispone dei dati relativi<br />
all’intero 2002, si registra un<br />
lieve incremento del numero di animali<br />
abbattuti (+1,3%) e, per effetto<br />
della crescita del peso medio, in misura<br />
maggiore (+2,1%) della quantità<br />
di carne ottenuta (963 mila tonnellate).<br />
una altra nota dolente, anche se la<br />
loro prescrizione ed utilizzo è sotto<br />
la responsabilità del veterinario,<br />
c’è sempre la tendenza a farne<br />
un uso poco corretto, nel senso<br />
che l’allevatore, anche per patologie<br />
che non necessitano di questi<br />
farmaci tende ad utilizzarli come<br />
se fossero una panacea.<br />
Questo è un errore gravissimo<br />
che purtroppo rilevo quasi costantemente,<br />
la cosa è ancora più grave,<br />
quando il sanitario asseconda<br />
l’allevatore in questa sua scelta,<br />
purtroppo non è finita qui, perché,<br />
anche quando fosse necessaria la<br />
terapia antibiotica, questa deve<br />
essere praticata per almeno 48 ore<br />
dalla remissione dei sintomi e non<br />
per solo 1 o 2 giorni, come più<br />
comunemente avviene.<br />
Questo tipo di condotta è la via<br />
più diretta per generare forme di<br />
antibiotico resistenza.<br />
Tante volte mi viene chiesto di<br />
trattare prima dei calori od in<br />
prossimità dei parti, gli animali<br />
con questo o quel antibiotico, e<br />
quando chiedo il motivo, la risposta<br />
più frequente è questa : “un<br />
mio amico lo ha fatto lo scorso<br />
anno e le pecore non si sono ripassate<br />
o non gli anno abortito”.<br />
Questo atteggiamento è riprovevole<br />
quanto controproducente ,<br />
è solo un modo molto sciocco di<br />
aggirare i problemi a volte banali<br />
che possono affliggere i nostri<br />
animali, per combatterlo il nemico<br />
bisogna conoscerlo altrimenti<br />
si prolunga soltanto l’agonia.<br />
Bene anche per questa volta,<br />
siamo giunti al termine, il prossimo<br />
mese faremo un prospetto sui<br />
tempi e modi dei trattamenti farmacologici<br />
questo perché, un allevatore<br />
mi ha contattato ponendomi<br />
domande molto interessanti e<br />
facendomi capire che sarebbe gradita<br />
una linea guida sugli interventi<br />
da effettuarsi. Buon lavoro<br />
al prossimo mese.<br />
Fabio Rossi
l’allevatore di ovini e caprini 12