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Tovazzi epistolario 7 (ms 62) - Provincia Tridentina

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ventesima quinta, e tutto ciò, che in riga di questo avvenne dipoi, per convincersi<br />

intieramente della verità della suddetta proposizione. Il Concilio generale avendo<br />

creduto necessario in quei tempi infelici di formare un catalogo dei libri nocivi 46 ,<br />

d’introdurre un catechismo universale, e di correggere il Messale, ed il Breviario, fu<br />

addossata l’estensione in ogni genere ad alcuni Padri, colla riserva di proporla dipoi al<br />

Concilio per essere giudicata. Ma non avendo questi ancor terminate le loro fatiche,<br />

allorché si finì il Concilio, questo ordinò, che tali preparativi, terminati, che fossero,<br />

dovessero essere presentati al Sommo Pontefice, acciò egli col suo giudizio, ed autorità<br />

li termini, e ne promova la stampa: e questo senza dubbio, acciocché tutta la Chiesa ne<br />

faccia uso, come del catalogo de’ libri proibiti, e del catechismo: Praecipit, ut quidquid<br />

ab illis praestitum est, sanctissimo romano Pontifici exhibeatur, ut eius iuditio, atque<br />

auctoritate terminetur, et evulgetur. Idemque de catechismo a patribus, quibus illud<br />

mandatum fuerat, et de Missali, et Breviario fieri mandat.<br />

Queste correzioni incominciate da Paolo quarto, e continuate durante il Concilio da<br />

Pio quarto, furono poi condotte a fine da Pio quinto, come lo dimostra la sua Bolla.<br />

Quod a nobis dell’anno 1568, e dal medesimo giudicate, ed approvate. Per suo comodo<br />

fu promossa la stampa del Breviario corretto: l’uso futuro di questo fu prescritto a tutte<br />

le chiese per uniformità: fu proibito di mutare, aggiungere, o detrarre cosa alcuna nel<br />

medesimo: furono aboliti tutti gli antecedenti Breviari introdotti dai vescovi sotto<br />

qualunque approvazione, con questa limitazione però che quelle chiese, le quali si<br />

servirono da dugento anni dei loro Breviari antichi, ed approvati dalla Santa Sede,<br />

oppure di altri per una sì lunga consuetudine, potessero anche in seguito ritenerli, e<br />

servirsene colla libertà sempre di poter accettare, ed introdurre con consenso del<br />

vescovo, o del Capitolo anche il nuovo Breviario. Di questo Breviario si fecero tosto<br />

molte edizioni. Ma non potendosi dopo pochi anni averne più alcuna copia, che per<br />

negligenza degli stampatori, o per la temerità d’altri non fosse differente dalla prima<br />

edizione di Pio quinto, e richiedendosi perciò una nuova rivista, Clemente ottavo, come<br />

appare dalla sua Bolla: Cum in Ecclesia dell’anno 1602 lo fece rivedere, e ridurre alla<br />

prima edizione.<br />

Urbano ottavo finalmente per mezzo della sua Bolla. Divinum Psalterium 47 del<br />

1631 lo fece replicatamente esaminare, correggere, e stampare ad uso comune della<br />

Chiesa a motivo degli anzidetti,e d’altri inconvenienti. Dopo questo tempo dunque i<br />

riga del succennato decreto del Concilio di Trento restò quasi mai sempre il Breviario<br />

universale della Chiesa, sebbene alcune poche chiese sino a quest’ora si siano servite di<br />

un Breviario proprio probabilmente per la consuetudine di dugento anni precedente ai<br />

tempi di Pio quinto. Si dice bensì, che anche Benedetto XIV abbia fatto esaminare di<br />

nuovo il Breviario coll’intenzione di correggerlo: e che anche l’istesso progetto sia stato<br />

fatto a Pio sesto di felice ricordanza; ma si sa puramente, che moltiplici ostacoli, e<br />

motivi di somma importanza, che non sono noti, lo costrinsero ad abbandonare<br />

l’impresa. Se inoltre qui si aggiunge, che dal primo secolo del cristianesimo sino a noi il<br />

supremo Capo per conservare l’uniformità non solo della dottrina, e del culto divino, ma<br />

anche delle preghiere, prescrisse sempre i libri liturgici della Chiesa, gl’introdusse, e gli<br />

approvò almeno per la sua chiesa particolare, sembra debba propriamente intraprendere<br />

tali correzioni in mancanza di un Concilio generale, e prescrivere il odo di eseguirle.<br />

Quindi risulta che da sé la risposta al terzo, e quarto punto, cioè che anche il medesimo<br />

può solo assegnare il termine necessario per tale esecuzione, ed indicare gli ostacoli, che<br />

46 Sess. 18 habita die 26 februarii 15<strong>62</strong>.<br />

47 Lege Divinam Psalmodiam.

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