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Tovazzi epistolario 7 (ms 62) - Provincia Tridentina

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Pro memoria.<br />

Il R.mo signor Provicario Generale Capitolare di Trento Giuseppe Antonio de<br />

Menghin oggi li 15 giugno mi ha dato da leggere, e considerare un’interessante risposta<br />

di monsignor Edmondo Conte d’Arsio vescovo di Teia in partibus, e Preposito di<br />

Vienna, data a sua eccellenza R.ma monsignor Sigismondo Conte di Hochenwart di<br />

Lubiana arcivescovo di Vienna, e già Gesuita. Ella è del tenore seguente:<br />

Traduzione dal tedesco di una copia. P.P.<br />

Nella nota comunicataci in copia, e segnata sotto li 4 aprile di quest’anno, che V.E.<br />

a noi inviò per ordine supremo dell’inclita Reggenza dei 10 marzo, si adducono i<br />

motivi, li quali comprovano la necessità di provedere per mezzo di una ristampa<br />

eseguita nell’interno della monarchia alla mancanza di Breviari, Messali, Corali, ed altri<br />

simili libri. Ma giacché, come si dice in seguito, le spese considerevoli richieste a tal<br />

uopo anderebbero in gran parte perdute, se in quest’incontro non si realizzasse il<br />

desiderio dimostrato da molti pii, e dotti Prelati di veder mutati, e corretti in molti punti<br />

questi libri, perciò V.E. dice essere stata ricercata di rispondere coll’intendimento de’<br />

suoi vescovi suffraganei<br />

1. Se essi persuasi della necessità di queste correzioni?<br />

2. In qual maniera e per mezzo di qual persona si debbano eseguire tali correzioni?<br />

3. Entro qual termine sia ciò da eseguirsi? e finalmente<br />

4. Quali ostacoli si oppongono a tale esecuzione?<br />

Sembra veramente, che tale sovrana incombenza non tocchi al sottosegnato, mentre<br />

il medesimo non ha alcuna diocesi attualmente, e per conseguenza neppur clero proprio,<br />

che abbisogni di simili libri di liturgia, per cui egli fosse in dovere di farne la<br />

provisione. Nonpertanto anche nel dubbio per secondare quest’ordine supremo, ed il<br />

desiderio di V.E. colla più possibile brevità, egli deve far osservare anticipatamente, che<br />

qui non può essere la quistione circa la correzione dei Messali attuali, giacché quanto<br />

egli sa, niuno tra i cattolici desiderò, o propose di fare mutazioni, o correzioni nei<br />

medesimi. Ciò premesso sembra, che la dimanda suddetta si ristringa puramente ai<br />

Breviari e libri corali. In risposta della medesima ora credette egli di fare la seguente<br />

dichiarazione dettata dalla coscienza, e dalla propria persuasione.<br />

1. Che egli non ritrova nei Breviari attuali romani usitati quasi in tutte le chiese<br />

cattoliche, e neppure nei corali, alcun errore sostanziale, che richieda<br />

indispensabilmente mutazione, o correzione. Che poi se si ritrovassero anche in quelli<br />

alcune mancanze accidentali in punto di cronologia, geografia, istoria, o letteratura, in<br />

tale caso per conservare l’uniformità nella Chiesa,<br />

2. Appartenga pure al supremo capo della Chiesa, oppure ad un Concilio generale<br />

sotto la di lui presidenza, l’intraprendere questa correzione esclusivamente, e per<br />

conseguenza il prescrivere anche il modo, con cui si debba dar mano all’opera.<br />

Questa asserzione si fonda non solo sulla pratica dedotta, ed osservata da anni<br />

immemorabili, ma ben anche sulla possibilità evidentemente maggiore di avvicinare alla<br />

perfezione un’opera, i di cui antichi originali, unitamente agli atti, che li precedettero,<br />

solo in Roma si conservano, e puossene far uso.<br />

Senza rintracciare con istento la storia dell’origine del Breviario, e senza ritoccare<br />

gli sforzi 45 in questo genere dei sommi Pontefici più antichi sino a Gregorio settimo, e<br />

dipoi sino a Paolo quarto, basta solo il considerare con qualche accuratezza il decreto<br />

del Concilio generale di Trento, rilasciato sopra questo oggetto alla fine della sessione<br />

45<br />

Videsis Ioannem Grancolas parisiensem in Commentario historico in Breviarium romanum Lib. 1,<br />

cap. 5 et seqq.

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