Tovazzi epistolario 7 (ms 62) - Provincia Tridentina
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praeerant: qui vero in vicis, et oppidis sacris praeficiebantur, ii appellabantur presbyteri. Se chi scrisse la nota del Sacerdotes, et episcopi avesse preteso d’insinuare, che non tutti gli antecessori di san Vigilio furono vescovi, non avrebbe messo il titolo Ordo epsicoporum avanti Giovino; ma bensì avanti ‘l da lui supposto primo vescovo. Certamente in tutta l’Italia Sacra dell’Ughelli, nella Germania sacra dell’Hansizio, ne’ cataloghi del Beyerlinck, dell’Hibnero etc. non v’ha esempio d’una così fatta confusione di parrochi, preposito, vescovi. Le odierne dolorose vicende non mi permettono lo scrivere di più. E perciò pregandola d’avermi per iscusato, le fo una divotissima riverenza, e mi dichiaro Di V.S.Ill.ma Umil.mo, ossequ.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo da Volano Minore Riformato. Foris. All’Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo Il sig. abate Giuseppe Stanchina di Panianthurn, e Lauffenberg. Cle. Livo Nota per mia memoria. Il sig. abate Stanchina ha letto le Antichità del P. Bonelli, ed il Libro de Tartarotti de Origine Eccl. Trid. Perciò ricerca da me. 1. Se la tradizione, che s. Ermagora sia stato il primo fondatore della Chiesa di Trento, sia una tradizione vaga, oppure a motivi forti appoggiata. 2. Se sia vero, che il medesimo s. Ermagora sia stato discepolo di san Marco evangelista. 3. Se meriti più fede il catalogo deì vescovi di Trento scritto dal Pincio, che mette dicissette vescovi avanti s. Vigilio, oppure l’Udalriciano, e quello di Donato Fecio del 1559, che en mettono due soli. Così egli. Il Tartarotti ha scritto avanti del P. Bonelli, e dallo Stanchina dicesi scrittore appassionato. 3145. 1805 Al P. Provinciale Giuseppe Antonio. Cles. M.R.P. Benedicite. Trento 20 luglio 1805. Spero, che avrà ricevuto un’altra mia de’ 15. Ora gli fo sapere, che in questa mattina un officiante militare fu qui a chiedere l’albergo per gli uomini, che lavoreranno intorno ai fortini di Pedecastello, e dal P. Vicario prudentemente gli fu promesso. Si crede, che si contenteranno del camerone appresso la porta, il quale perciò fu interamente sgombrato. Disse, che verranno domani, o posdomani 495 . Un Generale (Vidovitz) ha rifiutato l’albergo di s. Marco, perché non gli ha piaciuto, ed hallo tolto nella casa Cappelletti appresso s. Maria. Que’ Padri però sono stati avvisati di salvarlo per qualche altro, giacché sono per venir qua molti Generali. Ho inteso in questa mattina, che li nostri candidati anauniesi trattano d’andare a Roma nel prossimo settembre, qualora non possano essere vestiti da noi:e che per loro carteggia il P. Carlo Felice da Bresimo. Ho fatto rispondere ai medesimi, che stiamo aspettando qualche risposta al nostro memoriale, la quale dovrebbe venire avanti del predetto settembre. 495 Vedi sotto num. 3149.
Il signor curato di Gardolo (Gio. Battista Gelmini), che vuole andare per qualche tempo a Storo sua patria, ieridì ci ha chiesto un supplimentario. Fu dunque destinato a ciò il P. Leonardo 496 . Sono alcuni giorni, che parecchi soldati travagliano nel vaso della Fersina verso il monte, per disghiararlo, e ridurlo a coltura fruttifera. Fu comperato per nove anni da uno del Borgo di Santa Croce. Il P. Alessandro Kraus da s. Ippolito Carmelitano Scalzo, ultimamente fu confermato sotto-Priore del convento lastano. Egli è qualche tempo, che questi nostri Padri nelle feste vanno a celebrare in Povo per il sig. Conte Gervasio Alberti 497 , ed in Ravina per quel sig. curato (Giacomantonio Gigli di Brezzo) assente. Lo prego genuflesso della sua paterna benedizione. Senza soscrizione. 3146. 1805 Al P. Cirillo da Cles. Arco. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo S.N. Trento 21 luglio 1805498 . Gli rispondo subito, che io non credo bene il fare le ricerche suggeritemi: e che parimente disapprovo il chiedere la licenza de’ libri proibiti senza bisogno. Legga tutti gli altri libri non proibiti, e stia sicuro, che imparerà quanto gli farà di bisogno per servire degnamente al Signor Iddio, ed anche al prossimo. Al giorno d’oggi non sarà poco, se potremo leggere il Breviario dell’officio divino. Mi compatisca, e mi creda Suo affett.mo servo in Cristo F. Gio. Grisostomo. 3147. 1805 Al P. Gio. Antonio da Moena Vicario e maestro. Cavalese. Rev. Padre sia lodato Gesù Cristo Signor Nostro. Trento 21 luglio 1805. La lettera di V.P. indiritta a F. Clemente capitò in buone mani, le quali la fecero passare nelle mie, coll’incarico di risponderle. L’avviso dunque da vero amico, che senza un particolare bisogno, e motivo non iscriva a chierici, e molto più, che non dia loro così fatte incombenze. Potrà scrivere utilmente ai loro Vicari, o lettori. o Guardiano, od anche altri. La famosa dispensa, di cui fa ricerca, si è, che a tenore delle Costituzioni apostoliche, e de’ nostri Statuti, la P.V. non potrebbe esser maestro di novizzi, atteso che non ha trentacinque anni di età fisica. Rapporto alle antifone nuove di s. Bonaventura la servirò io, se il Signor Iddio mi darà vita, e pace. Frattanto il P. Wenceslao potrà scrivere gl’inni propri di s. Bonaventura, e di s. Margarita da Cortona. Circa poi gli uccelli posso dirle, che a’ miei giorni qui un Provinciale ha vietato il tenere una parisola ad un teologo, predicatore, ex Guardiano, ex segretario Provinciale, e confessore attuale di monache. Un altro Provinciale in Arco facendo la visita paternale delle celle aprì la finestrina della gabbia, e caccionne l’uccello d’un Padre graduato. Nella vita del nostro buon Padre Giuseppe Maria da Varallo Riformato milanese, morto nel 1756 ho letto, che da vecchio deplorava l’aver tenuto uccelli in gabbia da ragazzo. 496 È andato a Gardolo li 23 luglio. Ritornò al convento li 17 agosto. 497 In Povo cessarono dopo gli undici d’agosto. 498 Spedita li 22.
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praeerant: qui vero in vicis, et oppidis sacris praeficiebantur, ii appellabantur<br />
presbyteri.<br />
Se chi scrisse la nota del Sacerdotes, et episcopi avesse preteso d’insinuare, che non<br />
tutti gli antecessori di san Vigilio furono vescovi, non avrebbe messo il titolo Ordo<br />
epsicoporum avanti Giovino; ma bensì avanti ‘l da lui supposto primo vescovo.<br />
Certamente in tutta l’Italia Sacra dell’Ughelli, nella Germania sacra dell’Hansizio, ne’<br />
cataloghi del Beyerlinck, dell’Hibnero etc. non v’ha esempio d’una così fatta<br />
confusione di parrochi, preposito, vescovi.<br />
Le odierne dolorose vicende non mi permettono lo scrivere di più. E perciò<br />
pregandola d’avermi per iscusato, le fo una divotissima riverenza, e mi dichiaro<br />
Di V.S.Ill.ma<br />
Umil.mo, ossequ.mo servo in Cristo<br />
F. Gio. Grisostomo da Volano Minore Riformato.<br />
Foris. All’Ill.mo sig. sig. e padrone colendissimo<br />
Il sig. abate Giuseppe Stanchina<br />
di Panianthurn, e Lauffenberg.<br />
Cle. Livo<br />
Nota per mia memoria. Il sig. abate Stanchina ha letto le Antichità del P. Bonelli, ed<br />
il Libro de Tartarotti de Origine Eccl. Trid. Perciò ricerca da me. 1. Se la tradizione, che<br />
s. Ermagora sia stato il primo fondatore della Chiesa di Trento, sia una tradizione vaga,<br />
oppure a motivi forti appoggiata. 2. Se sia vero, che il medesimo s. Ermagora sia stato<br />
discepolo di san Marco evangelista. 3. Se meriti più fede il catalogo deì vescovi di<br />
Trento scritto dal Pincio, che mette dicissette vescovi avanti s. Vigilio, oppure<br />
l’Udalriciano, e quello di Donato Fecio del 1559, che en mettono due soli. Così egli. Il<br />
Tartarotti ha scritto avanti del P. Bonelli, e dallo Stanchina dicesi scrittore<br />
appassionato.<br />
3145. 1805<br />
Al P. <strong>Provincia</strong>le Giuseppe Antonio. Cles.<br />
M.R.P. Benedicite.<br />
Trento 20 luglio 1805.<br />
Spero, che avrà ricevuto un’altra mia de’ 15. Ora gli fo sapere, che in questa<br />
mattina un officiante militare fu qui a chiedere l’albergo per gli uomini, che lavoreranno<br />
intorno ai fortini di Pedecastello, e dal P. Vicario prudentemente gli fu promesso. Si<br />
crede, che si contenteranno del camerone appresso la porta, il quale perciò fu<br />
interamente sgombrato. Disse, che verranno domani, o posdomani 495 . Un Generale<br />
(Vidovitz) ha rifiutato l’albergo di s. Marco, perché non gli ha piaciuto, ed hallo tolto<br />
nella casa Cappelletti appresso s. Maria. Que’ Padri però sono stati avvisati di salvarlo<br />
per qualche altro, giacché sono per venir qua molti Generali.<br />
Ho inteso in questa mattina, che li nostri candidati anauniesi trattano d’andare a<br />
Roma nel prossimo settembre, qualora non possano essere vestiti da noi:e che per loro<br />
carteggia il P. Carlo Felice da Bresimo. Ho fatto rispondere ai medesimi, che stiamo<br />
aspettando qualche risposta al nostro memoriale, la quale dovrebbe venire avanti del<br />
predetto settembre.<br />
495 Vedi sotto num. 3149.