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Promesse e bugie Gli effetti collaterali di una ... - teramani.info

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<strong>Promesse</strong><br />

e <strong>bugie</strong><br />

pag. 8<br />

mensile <strong>di</strong> <strong>info</strong>rmazione in <strong>di</strong>stribuzione gratuita<br />

n. 54 • maggio 2009<br />

<strong>Gli</strong> <strong>effetti</strong><br />

<strong>collaterali</strong> <strong>di</strong> <strong>una</strong><br />

elezione pag. 18<br />

Shopping<br />

card<br />

pag. 24


maggio 2009<br />

3 The Code<br />

sommario<br />

6 Recessione a Teramo<br />

7 Luce sulla città<br />

8 <strong>Promesse</strong> e <strong>bugie</strong><br />

10 L’Istituto d’Arte “Francesco Grue”<br />

12 La corsa dei soliti noti<br />

16 Un territorio tra due fi umi<br />

15 L’oggetto del desiderio<br />

18 <strong>Gli</strong> <strong>effetti</strong> <strong>collaterali</strong> <strong>di</strong> <strong>una</strong> elezione<br />

20 Dura Lex sed lex<br />

22 Il Parco della Scienza<br />

24 La Shopping Card<br />

26 L’oggetto del desiderio<br />

27 Col<strong>di</strong>retti <strong>info</strong>rma<br />

28 Lettere dai Caraibi<br />

29 Note linguistiche<br />

32 Cinema<br />

34 Basket<br />

è possibile scaricare il pdf<br />

<strong>di</strong> questo e degli altri numeri dal sito web<br />

www.<strong>teramani</strong>.<strong>info</strong><br />

scriveteci a<br />

<strong>di</strong>mmitutto@<strong>teramani</strong>.<strong>info</strong><br />

Direttore Responsabile: Biagio Trimarelli<br />

Redattore Capo: Maurizio Di Biagio<br />

Coor<strong>di</strong>natore: Maria Grazia Frattaruolo<br />

Hanno collaborato: Mimmo Attanasii, Maurizio Di Biagio,<br />

Maria Gabriella Di Flaviano, Elvio Fort<strong>una</strong>,<br />

Maria Grazia Frattaruolo, Antonella Gaita,<br />

Carmine Goderecci, Federico Ioannoni, Amilcare Lauria,<br />

Bebè Martorelli, Francesco Pellecchia, LeonardoPersia,<br />

Sergio Scacchia<br />

<strong>Gli</strong> articoli fi rmati sono da intendersi come libera espressione<br />

<strong>di</strong> chi scrive e non impegnano in alcun modo né la Redazione<br />

né l’E<strong>di</strong>tore. Non è consentita la riproduzione, anche solo<br />

parziale, sia degli articoli che delle foto.<br />

Ideazione grafi ca ed impaginazione: Antonio Campanella<br />

Perio<strong>di</strong>co E<strong>di</strong>to da “Teramani”, <strong>di</strong> Marisa Di Marco<br />

Via Carlo Forti, 41/43 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930<br />

per l’Associazione Culturale Project S. Gabriele<br />

Organo Uffi ciale <strong>di</strong> <strong>info</strong>rmazione<br />

dell’Associazione Culturale Project S. Gabriele<br />

Via Carlo Forti, 41/43 - 64100 - Teramo - Tel 0861.250930<br />

Registro stampa Trib<strong>una</strong>le <strong>di</strong> Teramo n. 1/04 del 8.1.2004<br />

Stampa Bieffe - Recanati<br />

Per la pubblicità: Tel. 0861 250930<br />

347.4338004 - 333.8298738 - 320.0455180<br />

Teramani è <strong>di</strong>stribuito da:<br />

Pegaso Distribuzioni <strong>di</strong> Roberto Cerasi - 389.7822574<br />

bufale<br />

The Code<br />

<strong>di</strong> Mimmo Attanasii<br />

ad uso e consumo dei gonzi<br />

Dan Brown ha costruito le proprie fortune letterarie sulla simbologia religiosa, sui segni e la loro<br />

interpretazione. Con il suo celebre romanzo, Il co<strong>di</strong>ce da Vinci, intriso d’alchimie storiche e<br />

allucinazioni mentali, <strong>di</strong> vedute acrobatiche e f<strong>una</strong>mboliche dei fatti, fulminanti dal punto <strong>di</strong> vista narrativo, ma<br />

scientificamente atten<strong>di</strong>bili quanto le illusioni ottiche <strong>di</strong> quelle figurine bi<strong>di</strong>mensionali nascoste nelle confezioni<br />

<strong>di</strong> detersivo, che se le muovi cambiano aspetto… ha impensierito, e non poco, le menti millenarie della<br />

Chiesa <strong>di</strong> Roma. Prima ancora, lo scrittore americano, con Angeli e demoni, ci ha condotti per le vie della Città<br />

Eterna, in un’estenuante caccia all’antimateria; alla ricerca <strong>di</strong> mistiche testimonianze<br />

suggestive e raccattare, sparsi qua e là, i cadaveri <strong>di</strong> alti prelati successori<br />

più probabili al soglio pontificio, vittime della setta segreta degli<br />

Illuminati. Sarà per desiderio d’emulazione, o chissà per quale altra<br />

ragione, che da qualche tempo, un novello Dan Brownino de noartri<br />

si <strong>di</strong>verte a raccontare in città, a mettere in giro voci imbarazzanti,<br />

d’apparizioni papaline, dal sapore squisitamente soprannaturale.<br />

Quello che vedete raffigurato sulla prima immagine, e che<br />

probabilmente avrete già avuto modo <strong>di</strong> consultare su alcuni<br />

quoti<strong>di</strong>ani locali, dovrebbe essere il volto tratteggiato <strong>di</strong> Karol Wojtyla.<br />

Può darsi. Adesso, invece, vogliamo risparmiarvi la fatica <strong>di</strong> girare il<br />

giornale, riproducendo ancora la stessa fotografia, però capovolta. Osservate con<br />

attenzione: non vi sembra <strong>di</strong> scorgere le sottili fattezze del viso affascinante <strong>di</strong><br />

Monica Bellucci?! Cari citta<strong>di</strong>ni, fate vobis!<br />

Per concludere, un po’ <strong>di</strong> cronaca. È <strong>di</strong> queste ore la notizia che,<br />

a casa <strong>di</strong> un povero cristo, sulla parete umida del soggiorno<br />

comprato tutto da Ikea, pare sia apparso, dall’oggi al domani, il<br />

ghigno strafottente <strong>di</strong> un <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> banca. Un segno <strong>di</strong>vino per<br />

alcuni, <strong>una</strong> precisa in<strong>di</strong>cazione terrena per altri, comunque pronta a<br />

ricordare a tutti che, alla fine del mese, con la pioggia e con il vento,<br />

con la neve o con il sole, c’è sempre l’ineluttabilità <strong>di</strong> un mutuo da<br />

pagare. E qui sì che servono miracoli per trovare i sol<strong>di</strong>…<br />

“Signo’ pruteggi gli ricc, ca gli pover s’arangia da sul.” (Proverbio ferentinate) u<br />

pag<br />

03


Committente responsabile: Massimo Gramenzi


pag<br />

06<br />

recessione a Teramo<br />

All’inizio<br />

erano i<br />

subprime<br />

la povertà creativa<br />

N<br />

on voglio deprimere: parlo della povertà normale col<br />

mezzo sorriso rigato in volto, che più ad un sorriso somigli<br />

ad <strong>una</strong> smorfia, o viceversa, quello che può far accadere<br />

le cose anche se poi non accadono, quello che domani è<br />

un altro giorno e oggi è già domani. Parlo della povertà <strong>di</strong> tutte<br />

l’ore, anche <strong>di</strong> quella che non appare perché troppo lacerante,<br />

perché svela il lato oscuro della l<strong>una</strong>, perché ad ora <strong>di</strong> pranzo<br />

i tg non possono trasmettere queste storie così tristi e perché<br />

può bastare la mia, la nostra, <strong>di</strong> povertà. Ma non voglio<br />

deprimervi. E perciò su con la vita in questi giorni<br />

andanti <strong>di</strong> crisi economica, <strong>di</strong> recessione stabile<br />

al meno 4,4, con Tremonti Giulio che afferma <strong>di</strong><br />

scorgere a mesi un happy end per la bestia e con<br />

gli economisti <strong>di</strong> mezzo mondo che fanno a gara<br />

per riven<strong>di</strong>care la primogenitura del caos: “L’avevo<br />

previsto io, no io” sussultano, mentre<br />

solo qualche tempo prima facevano<br />

girare la storia a forza <strong>di</strong> subprime, derivati<br />

e tossicità varie, col clic <strong>di</strong> mouse in<br />

mano da cui partiva il creativo milione <strong>di</strong> dollari in<br />

combutta con molte banche meretrici <strong>di</strong> <strong>una</strong> filosofia<br />

senz’occhi. Su dai. Non arrestiamoci <strong>di</strong>nanzi al drago<br />

dalle narici infiammate. Anche perché – tanto per tornare<br />

alla nostra città - il teramano Mario B. la crisi proprio non l’ha<br />

mai percepita: “Non peregrinavo pe’ bar e ristoranti prima, non<br />

lo faccio ora”; risultato: crisi questa sconosciuta.<br />

A Fabio B. che piova o che nevichi poco importa; mette mano<br />

al motto che furoreggiava ai tempi d’austerity, quasi 30 anni<br />

fa, quando i petrolieri arabi in tunica bianca dettavano le<br />

con<strong>di</strong>zioni: “Che me ne frega se la benzina aumenta, tanto<br />

io metto sempre 10 mila lire”. Ma in tutta verità, per cogliere<br />

l’attuale stato <strong>di</strong> recessione a Teramo, è opportuno riportare<br />

tra le viuzze del centro storico i rituali che, come i tg, non si<br />

vogliono vedere: ogni sabato mattina, ad esempio, lungo Via<br />

Irelli, un anziano posa la sua mercanzia <strong>di</strong> due bici semi nuove,<br />

su cartoncini rigati e sbia<strong>di</strong>ti appesi ai raggi scrive a mano 50<br />

e 70 euro. “Questa crisi aguzza l’ingegno - <strong>di</strong>chiara Giancarlo<br />

A. – e si <strong>di</strong>venta più virtuosi, si cambiano meno scarpe e vestiti”.<br />

D’altronde i cartoncini <strong>di</strong> cartone sono espliciti, in<strong>di</strong>cano la<br />

voglia <strong>di</strong> ricominciare tra <strong>una</strong> trage<strong>di</strong>a e l’altra o meglio tra le<br />

maggio 2009<br />

<strong>di</strong> Maurizio Di Biagio<br />

due <strong>di</strong>verse e cicliche opportunità della vita. L’altra metafora<br />

della crisi <strong>teramani</strong>zzata ce la descrive Sandro M. che tirando in<br />

ballo pure la filmografia evocatrice <strong>di</strong> Chaplin, scorge nel corpo<br />

abbandonato sulle mura bianche del Provve<strong>di</strong>torato, lungo il<br />

corso <strong>di</strong> Benedetto M. con la scatola <strong>di</strong> cartone ai pie<strong>di</strong> il dolore<br />

dei nostri tempi. “<strong>Gli</strong> <strong>di</strong>ssi un giorno: Domenico che stai facendo<br />

lì? Allargo il suo faccione e mi rispose: mica posso andare a<br />

rubare”. Basta: “Che le banche riaprano i rubinetti” e si riparta<br />

come prima, fa intendere il commerciante D.D. “Le banche,<br />

quelle sono terrorizzate, ma le vere banche siamo noi”. Luigi M.<br />

<strong>di</strong>ce a chiare lettere che bisogna ritornare all’economia reale e<br />

senza tanti voli pindarici, bisogna tornare alle cose concrete <strong>di</strong><br />

<strong>una</strong> volta, alla gente, al suo lavoro.<br />

Anche alla libretta della Posta come asserisce l’operaio single<br />

Franco: “Non si guadagnerà un granché ma è più sicura” rumina<br />

chewing amaro. Lui ora va per outlet, non fa più vacanze,<br />

e <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> indebitarsi “ma questa volta solo per cose essenziali”.<br />

Enrico B. invece è un professore <strong>di</strong>venuto precario ad <strong>una</strong> certa<br />

età ma serba sotto <strong>una</strong> lanugine bianca un sorriso a <strong>di</strong>r poco<br />

stupefatto: <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> essere un jazzista e quello che salva il suo<br />

<strong>di</strong>venire è il “fatto <strong>di</strong> essere appunto un artista”. Rimane incantato<br />

per un attimo e parla dei suoi figli. Nel frattempo, un po’ più<br />

là, i <strong>teramani</strong> atterriti rifuggono dalle tentazioni <strong>di</strong> televisori a<br />

300 euro: “E’ importante non farsi sedurre ora” sottolinea<br />

Gino M., che è molto preoccupato della piega che sta<br />

prendendo questa maledetta depressione soprattutto<br />

quando accenna ai suoi figli: “E’ <strong>una</strong> crisi<br />

che durerà 4-5 anni”, alla faccia delle profezie<br />

<strong>di</strong> Tremonti, della Bce, e dei vati della finanza<br />

che continuano “a sbagliare; però i <strong>teramani</strong><br />

continuano ad andare per ristoranti: sono<br />

pieni!”. Dino DF. tira la cinghia su abbigliamento,<br />

moto, computer e progetti futuri, e ricorda come il<br />

momentaccio sia iniziato proprio un anno fa quando<br />

la benzina saliva alle stelle. I sacrifici si fanno per le<br />

stesse bollette, aggiunge Bruno C., e in tanti contraggono<br />

mutui solo per pagarle.<br />

Solo un anno fa, Ezio perdeva il posto <strong>di</strong> lavoro: già in tempi<br />

<strong>di</strong> busta paga ogni fine mese il ristorante non lo vedeva mai, ora<br />

con le 840 euro mensili a malapena riesce a pagare telefono,<br />

gas, luce ed acqua, più il condominio. Ma ciò che lo rattrista non<br />

è tanto la sua storia da <strong>di</strong>soccupato, quanto piuttosto conoscere<br />

che tutti quei <strong>di</strong>ritti dei lavoratori “acquisiti dagli anni ’60 ai ’90<br />

siano svaniti del tutto. Mese dopo mese li ho visti scomparire<br />

in fabbrica: maternità, fogli bianchi con il licenziamento<br />

già firmato, mobbing, e tante angherie ancora, senza che i<br />

sindacati abbiano mosso <strong>una</strong> foglia. E gli operai? Stronzi più <strong>di</strong><br />

tutti”. Eppure malgrado i soprusi, i pochi sol<strong>di</strong> in tasca, Ezio si<br />

sente liberato da un enorme peso, “liberato dall’inferno della<br />

produzione, dalle prepotenze cui dovevo sottostare tutti i giorni<br />

e dalle pressioni ricattatorie del datore <strong>di</strong> lavoro. Non vi va bene<br />

così?, ci <strong>di</strong>ceva.<br />

Ok, allora mo’ chiudo! minacciava. In questi tempi <strong>di</strong> scarpe e<br />

pullover dell’anno passato è giunto davvero il giorno della liberazione<br />

da fardelli sempre sopportati. Ci voleva <strong>una</strong> crisi. u


dalla Redazione<br />

Una luce<br />

sulla città<br />

Per un mero errore <strong>di</strong> trascrizione, nell’articolo<br />

<strong>di</strong> pagina 13 <strong>di</strong> “Teramani” <strong>di</strong> Aprile, abbiamo<br />

omesso <strong>di</strong> in<strong>di</strong>care alcuni dei componenti<br />

degli Uffici Com<strong>una</strong>li che hanno<br />

fattivamente collaborato nella gestione<br />

dell’Assistenza a quanti hanno ricevuto<br />

danni <strong>di</strong> varia natura ed entità dal<br />

terremoto.<br />

Ci scusiamo con loro e vogliamo citarli<br />

tutti con grande piacere.<br />

Essi sono: ing. Giuseppe Di<br />

Bonaventura; geom. Giuseppe Ciprietti;<br />

geom. Gustavo Giordano; geom.<br />

Adriano Di Michele; geom. Divinangelo<br />

Terribile; geom. Patrizia Ponziani;<br />

geom. Paolo Boraschini; geom. Ennio<br />

Battistelli; geom. Ala<strong>di</strong>no Testa. u<br />

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IL 6-7 GIUGNO VOTA<br />

Mirella<br />

MARCHESE<br />

L’Esperienza e la Concretezza<br />

che conoscete<br />

AL COMUNE DI TERAMO CON MAURIZIO BRUCCHI<br />

pag<br />

07


pag<br />

08<br />

l’assalto dei 500<br />

<strong>Promesse</strong><br />

e Bugie:<br />

“mi ricorderò<br />

<strong>di</strong> te!”<br />

Chie<strong>di</strong>amo<br />

<strong>una</strong> cauzione ai politici<br />

A<br />

lcuni vivono per la politica, molti della politica. Sicuramente<br />

non la stragrande maggioranza dei circa 500 can<strong>di</strong>dati<br />

<strong>teramani</strong> che il 6 e 7 giugno subiranno il giu<strong>di</strong>zio dei<br />

propri concitta<strong>di</strong>ni: geometri, impiegati, commercianti, per lo più<br />

<strong>di</strong>lettanti dell’”arte del possibile” che vedono nell’appuntamento<br />

<strong>di</strong> fine primavera forse davvero un servizio da offrire al citta<strong>di</strong>no e<br />

non un business da cui trarre solo vantaggi personali.<br />

maggio 2009<br />

<strong>di</strong> Maurizio Di Biagio<br />

C’è chi ovviamente fa gavetta per or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> partito, chi si vuol<br />

mettere in luce, chi <strong>di</strong>sturba e basta, chi pompa il proprio io e chi<br />

resta idealista perfino ballando sul Titanic alla fine delle ideologie.<br />

E c’è anche chi invece ci crede davvero e pensa <strong>di</strong> cambiare il<br />

mondo con due massime roboanti ma senza esercito. La politica<br />

peraltro non è <strong>una</strong> scienza esatta ma un’arte: quin<strong>di</strong> chi più <strong>di</strong> noi<br />

italioti è suscettibile a queste forme <strong>di</strong> strambe alchimie magiche,<br />

<strong>di</strong> visioni magnificenti, <strong>di</strong> coltellate alla schiena, <strong>di</strong> strategie arzigogolate?<br />

Chi più <strong>di</strong> noi si crogiola nel catartico “fine che giustifica<br />

i mezzi”, nelle “promesse che si possono anche non mantenere,<br />

ma bisogna saperle fare”, nel lodare uno ed un attimo dopo <strong>di</strong>sprezzarlo?<br />

D’altronde è l’unica professione per la quale non si ritiene<br />

necessaria alc<strong>una</strong> preparazione, e i risultati si vedono pure.<br />

A Teramo, come del resto in tutto lo stivale, le tornate elettorali<br />

sono subite con santa rassegnazione, capita sempre qualcuno<br />

<strong>di</strong> nostra stretta conoscenza a cui un voto <strong>di</strong>viene pure <strong>di</strong>fficile<br />

negarlo, un geometra utile per le ultime lesioni post terremoto,<br />

un ragioniere che ci sbriga la tortuosa <strong>di</strong>chiarazione dei red<strong>di</strong>ti,<br />

nostro marito o nostra moglie. Conosco casi dove un can<strong>di</strong>dato<br />

non fu votato nemmeno dalla propria consorte.<br />

Allora che fare? Infatti i <strong>teramani</strong>, che appartengono ad <strong>una</strong><br />

genia quieta e mansueta, dopo <strong>una</strong> prima e malcelata insofferenza,<br />

tengono sempre in serbo i legami stretti: “Vado a votare<br />

perché c’è un amico – rende noto il tecnico Andrea Ricci - ma in<br />

definitiva penso che comunque sia importante andare a votare,<br />

<br />

<br />

<br />

Siriano.indd 1 21-05-2009 11:16:17


in<strong>di</strong>pendentemente dai colori politici,<br />

visto che Teramo è davvero ridotta male.<br />

Ogni mattina, quando mi reco sul posto <strong>di</strong><br />

lavoro, vedo cose che non vorrei vedere<br />

nella mia città”.<br />

Il commerciante Flavio Franchi ha pure lui<br />

un amico da ricompensare, perché in tempi<br />

<strong>di</strong> amministrative può capitare anche<br />

questo, che ad esempio un geometra “si<br />

comporti nei suoi lavori in maniera onesta,<br />

<strong>di</strong>sinteressata e franca” e che poi venga<br />

indennizzato nella semioscurità delle<br />

cabine elettorali sotto forma <strong>di</strong> voto.<br />

Anche se per la verità i <strong>teramani</strong> sono<br />

stanchi <strong>di</strong> santini, <strong>di</strong> sei per sei, <strong>di</strong> appuntamenti<br />

elettorali in genere: “In un anno<br />

siamo alla terza votazione – <strong>di</strong>chiara il sociologo<br />

Gianni Di Giacomantonio - la gente<br />

è spossata, in un periodo poi caratterizzato<br />

dai <strong>di</strong>sastri del sisma”.<br />

Il teramano azzarda <strong>una</strong> previsione: “Si<br />

recherà alle urne il 75% degli aventi <strong>di</strong>ritto,<br />

e questo perché si presentano più <strong>di</strong> 500<br />

can<strong>di</strong>dati: ci sono parenti, amici, amici<br />

degli amici, <strong>una</strong> partecipazione che non<br />

si vede invece per le regionali”. “Sì vado a<br />

votare – riba<strong>di</strong>sce il professore Lorenzo<br />

Di Giuseppe -. Sinceramente non sapevo<br />

nemmeno che si votasse, però mi hanno<br />

chiesto il voto per un progetto sportivo da<br />

con<strong>di</strong>videre e io sono della partita”. A volte<br />

anche un calcio al pallone o <strong>una</strong> maratona<br />

sono sufficienti per un proficuo e sano<br />

scambio <strong>di</strong> voti: il do ut des è vecchio<br />

quanto il mondo. Il critico d’arte Giovanni<br />

Corrieri appartiene alla folta schiera dei<br />

delusi: “Sono <strong>di</strong>eci anni che non vado a<br />

votare; dapprima non sono d’accordo sulla<br />

legge elettorale, poi mi sono <strong>di</strong>samorato<br />

verso la politica”. Un <strong>di</strong>samore che aleggia<br />

greve sulla città, un sentimento che i<br />

politici si sono facilmente conquistati nel<br />

tempo per le loro troppe leggerezze.<br />

L’operaio Bruno Calisti è caustico: “A<br />

Teramo non chiedono consensi, li comprano,<br />

e <strong>una</strong> volta eletti non sono più soggetti<br />

al controllo dell’elettorato”. E per concludere,<br />

sentite questa: “Ho la tentazione<br />

<strong>di</strong> non andare a votare o <strong>di</strong> annullare la<br />

scheda elettorale – ammonisce l’impren<strong>di</strong>tore<br />

Gabriele Verni - perché da sempre<br />

Teramo da quei due-tre poteri forti non ne<br />

esce mai.<br />

Ma cosa hanno fatto per noi citta<strong>di</strong>ni? Un<br />

bel niente, si fanno i cavoli propri. Non<br />

esiste più la politica, semmai ci fosse mai<br />

stata prima, non esiste quell’orgoglio <strong>di</strong><br />

mettersi al servizio della comunità, non<br />

c’è. Io con la mia <strong>di</strong>tta nelle gare d’appalto<br />

sono costretto a versare delle cauzioni<br />

anche gravose. Ebbene, farei lo stesso con<br />

i politici: a quei can<strong>di</strong>dati sindaci che non<br />

attuano almeno il 75% del loro programma<br />

<strong>di</strong>chiarato in campagna elettorale,<br />

farei sganciare la moneta scintillante<br />

della cauzione. Ve<strong>di</strong>amo chi andrà a fare il<br />

sindaco!”. u<br />

pag<br />

09


pag<br />

10<br />

eccellenze <strong>di</strong>dattiche<br />

N<br />

el lontano 1906, nel piccolo borgo <strong>di</strong> Castelli ai pie<strong>di</strong> del<br />

massiccio del Gran Sasso, immerso nel verde, in<br />

Provincia <strong>di</strong> Teramo, venne istituita la “ Regia Scuola<br />

d’Arte Ceramica “ F.A.Grue”, allo scopo <strong>di</strong> dare continuità,<br />

affinare ed impreziosire quella che<br />

era - ed è ancora oggi- la cultura<br />

artistica e artigianale della ceramica<br />

castellana,<br />

conosciuta in tutto il mondo.<br />

La “ Scuola”, con la riforma del 1961,<br />

<strong>di</strong>ventò Istituto Statale D’Arte per la<br />

Ceramica “ F.A.Grue” , sviluppando<br />

nuove proposte formative mirate<br />

alla sfera dell’arte e preparando<br />

tanti giovani ad <strong>una</strong> vita <strong>di</strong> professionisti<br />

ed operatori dell’arte.<br />

L’Istituto , attualmente <strong>di</strong>retto da<br />

Carla Marotta, avvalendosi <strong>di</strong> un<br />

corpo docente altamente<br />

qualificato e ricco <strong>di</strong> esperienza,<br />

si è particolarmente <strong>di</strong>stinto per<br />

innumerevoli iniziative culturali e<br />

<strong>di</strong>dattiche e per il conseguimento <strong>di</strong> prestigiosi riconoscimenti in<br />

concorsi italiani e internazionali:<br />

• 1° Premio Concorso Nazionale “ Contenitore con coperchio” ,<br />

Faenza (Ravenna), giugno 2007;<br />

• 1° Premio Concorso Internazionale <strong>di</strong> Grafica “ L’Arte in<br />

Bottiglia”, Agliano T. (Asti), giugno 2008;<br />

• 1° Premio –Borsa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o- Concorso Istituti d’Arte d’Abruzzo,<br />

Guar<strong>di</strong>agrele (Chieti), giugno 2008<br />

• 1° Premio” Concorso “ Pasquale Celommi”,Roseto degli<br />

Abruzzi (Teramo), giugno 2008<br />

Recentissimi sono i riconoscimenti ottenuti nei seguenti concorsi:<br />

• 1° premio, Concorso Nazionale “ Versatoio senza manico” ,<br />

Faenza (Ravenna), maggio 2009<br />

• 1° Premio, Concorso “ Un gioiello per il Me<strong>di</strong>terraneo” -<br />

Pescara 2009- Ente Mostra <strong>di</strong> Guar<strong>di</strong>agrele, (Ch);<br />

maggio 2009<br />

L’Istituto<br />

Statale d’Arte<br />

“Francesco<br />

Grue”<br />

Una scuola<br />

che guarda al futuro<br />

<strong>di</strong> Antonella Gaita<br />

• 1° Premio, “Concorso <strong>di</strong> idee sulla legalità”per la Provincia <strong>di</strong><br />

Teramo , e<strong>di</strong>z. 2009<br />

• 2° Premio, Concorso “ Pasquale Celommi”, Roseto degli<br />

Abruzzi (Teramo), maggio 2009<br />

L’istituto è, a sua volta, promotore <strong>di</strong> iniziative culturali <strong>di</strong> ampio<br />

respiro, che arricchiscono la sua offerta formativa e la<br />

collegano al circuito internazionale dell’arte.<br />

Si tratta delle<br />

• “Giornate Internazionali nell’Istituto d’arte”, iniziativa che ha<br />

consentito, a maggio 2008, a studenti e docenti dell’ Istituto<br />

<strong>di</strong> Castelli <strong>di</strong> vivere un’ esperienza artistica con studenti della<br />

Scuola d’Arte <strong>di</strong> Spalato e con l’artista Statunitense Regis<br />

Bro<strong>di</strong>e dello Skidmore Institute <strong>di</strong> Saratoga;<br />

• “Natale a Castelli”, realizzazione <strong>di</strong> installazioni artistiche<br />

in ceramica che ogni anno l’Istituto propone per l’arredo<br />

natalizio del borgo.<br />

Insomma, chi più ne ha più ne metta! Ma non è finita qui.<br />

Sì, perché l’Istituto ha ban<strong>di</strong>to per le Scuole Me<strong>di</strong>e della Provincia<br />

<strong>di</strong> Teramo il Concorso “Letteratura in ceramica”, con lo scopo <strong>di</strong><br />

offrire agli studenti del teramano l’opportunità <strong>di</strong> scoprire <strong>una</strong> realtà<br />

formativa spesso sottaciuta. E’ stata proposta la realizzazione<br />

<strong>di</strong> un piatto decorato o modellato sul quale trasferire liberamente<br />

la rappresentazione pittorica <strong>di</strong> un<br />

episo<strong>di</strong>o della “ Divina Comme<strong>di</strong>a”.<br />

Il Concorso tende a riba<strong>di</strong>re il<br />

profondo ed imprescin<strong>di</strong>bile legame<br />

fra formazione umanistica ed<br />

espressione artistica, ad impostare<br />

un percorso culturale allargando il<br />

<strong>di</strong>battito a tutto il consiglio <strong>di</strong> classe,<br />

a programmare un’esperienza consistente<br />

e duratura nel tempo che<br />

negli anni, potrà interessare <strong>di</strong>versi<br />

perio<strong>di</strong> letterari e perciò, costituire<br />

<strong>una</strong> vera e propria carrellata nella<br />

letteratura italiana e internazionale.<br />

Il Concorso vuole anche essere l’occasione<br />

per indurre nei ragazzi la<br />

consapevolezza del proprio territorio,<br />

per aiutarli a scoprire attitu<strong>di</strong>ni<br />

nascoste e a coltivare giuste aspettative, per ospitare almeno <strong>una</strong><br />

volta, studenti e docenti delle scuole me<strong>di</strong>e in un Istituto che da<br />

più <strong>di</strong> un secolo contribuisce a scrivere la storia della formazione<br />

artistica della Provincia <strong>di</strong> Teramo.<br />

<strong>Gli</strong> elaborati realizzati sono moltissimi. Una Commissione <strong>di</strong> artisti,<br />

artigiani e docenti in<strong>di</strong>viduerà i vincitori che verranno premiati<br />

nei primi giorni <strong>di</strong> ottobre 2009 presso l’Aula Magna dell’Istituto,<br />

alla presenza delle famiglie, <strong>di</strong> autorità locali e provinciali.<br />

Seguirà <strong>una</strong> Mostra nelle strade <strong>di</strong> Castelli e negli spazi espositivi<br />

dell’Istituto, meta continua <strong>di</strong> visitatori .<br />

L’intera iniziativa verrà documentata attraverso un catalogo <strong>di</strong><br />

tutti gli elaborati proposti.<br />

Insomma, <strong>una</strong> scuola che da un lontano passato, fatto <strong>di</strong> tra<strong>di</strong>zione<br />

ed esperienze sul campo, sa guardare all’oggi e al futuro dei<br />

nostri ragazzi. u


pag<br />

12<br />

accade a Teramo<br />

La corsa dei<br />

soliti noti<br />

I nuovi… vecchi<br />

<strong>teramani</strong>, badate bene: le<br />

zaffate <strong>di</strong> benzina combusta già<br />

“Cari<br />

riammorbano dannunzievolmente<br />

le narici. Ad<strong>di</strong>o ora <strong>di</strong> sosta a <strong>di</strong>scorrere<br />

tranquilli con gli amici, ad ammirare senza<br />

patemi la bella vetrina, l’unica che c’è… Ed io,<br />

se Teramo avesse avuto e rispettato un vero<br />

piano regolatore, e se si fosse preoccupata<br />

in tempo d’approntar piazze e parcheggi<br />

nell’imme<strong>di</strong>ata periferia, avrei già preteso l’isola pedonale per<br />

tutto il centro storico, da Porta San Giorgio a Porta Reale, da Porta<br />

Romana a Porta Melatina, così limitato com’è, così aduso da<br />

secoli a servi con due passi il piede dell’uomo!”<br />

Scriveva così, nel suo stile inarrivabile, l’amico Giammario Sgattoni<br />

nell’ormai lontano 1969.<br />

E mai scritto fu così attuale quarant’anni dopo.<br />

Via Pretuzio, 36<br />

Angolo Via Getulio<br />

(Zona Piazza S.Anna)<br />

Teramo<br />

Mobile 339.2112322<br />

Aperti a<br />

Pranzo e Cena<br />

Chiuso il Martedì<br />

maggio 2009<br />

<strong>di</strong> Sergio Scacchia<br />

www.pensieri<strong>teramani</strong>.splinder.com<br />

Ormai si è perpetrato definitivamente lo scempio <strong>di</strong> <strong>una</strong> città che<br />

ha perso la sua identità, il suo umile ma omogeneo tessuto urbanistico<br />

dentro il quale, la voce e la bellezza <strong>di</strong> monumenti secolari,<br />

porticati trecenteschi, palazzi stile barocco, vecchie fontane,<br />

avevano piena citta<strong>di</strong>nanza.<br />

Una Teramo in cui, intorno al suo Duomo, sono scomparse le<br />

inutili bancarelle terribilmente paesane, elegantemente sostituite<br />

da improvvi<strong>di</strong> parcheggi a pagamento e lavori<br />

infiniti, che arrivano fino al quartiere Castello<br />

del “visionario” Della Monica, soffocandolo<br />

irrime<strong>di</strong>abilmente.<br />

Ormai si può <strong>di</strong>re <strong>di</strong>strutta anche la cerchia<br />

delle colline fin sopra Colle Izzone, tra ville <strong>di</strong><br />

primari ospedalieri, politici e benestanti. Quelle<br />

stesse colline che erano il grande amore<br />

<strong>di</strong> un certo sindaco, forse l’ultimo vero che<br />

Teramo ha annoverato storicamente, il Carino<br />

popolare, Gambacorta.<br />

Agli scempi del dopoguerra con la scomparsa del Parco del Delfico,<br />

della casa degli Antonelli, dell’interramento del «Ponte degli<br />

Impiccati», uno dei rari archi del tempo romano sopravvissuti in<br />

Abruzzo, oggi i moderni Nerone, vista la penuria <strong>di</strong> monumenti<br />

rimasti, <strong>di</strong>struggono l’ambiente. Ecco l’erezione <strong>di</strong> manieri <strong>di</strong><br />

cemento, privi del respiro urbano, che opprimono le necessità del<br />

traffico. Già, il traffico!<br />

Cavallo <strong>di</strong> battaglia degli o<strong>di</strong>erni can<strong>di</strong>dati sindaci che <strong>di</strong> colpo si


iscoprono ambientalisti. Hanno in mano<br />

la giusta ricetta per le annose incompiute<br />

stradali che non hanno risolto, nonostante<br />

suggerimenti e progetti <strong>di</strong> ogni tipo, il problema<br />

delle auto e delle polveri sottili.<br />

Anzi, mentre gli infiniti cantieri <strong>di</strong>struggono<br />

verde e reperti archeologici, Teramo<br />

continua a non vedere un solo e<strong>di</strong>le<br />

denunciare le cospicue e talora preziosissime<br />

scoperte archeologiche <strong>di</strong>strutte<br />

durante ogni sterro in città.<br />

Così qualcuno, tra tanta in<strong>di</strong>fferenza<br />

complice e tanto vergognoso silenzio, si<br />

scopre sgomento alla notizia che Teramo<br />

sprofonda nella graduatoria nazionale<br />

sulla vivibilità stilata dal “Sole 24 ore”, dal<br />

15 posto del 2001 all’attuale 87 posto tra le<br />

103 città capoluogo <strong>di</strong> provincia italiane.<br />

I can<strong>di</strong>dati sindaci continuano a <strong>di</strong>rci che<br />

loro la ricetta ce l’hanno.<br />

Ha la giusta prescrizione per curare il paziente,<br />

il Dottor Brucchi del PdL, che non<br />

l’ha cacciata fuori quando c’era Chio<strong>di</strong> e<br />

aveva l’assessorato ai lavori pubblici, forse<br />

perché aspira ad essere oggi il protagonista<br />

del cambiamento.<br />

Dice <strong>di</strong> averla anche il dottor Albi che giura<br />

<strong>di</strong> essere il nuovo che avanza. Dimentica<br />

<strong>di</strong> essere ex Udc, ex maggioranza<br />

Chio<strong>di</strong> e amico dell’anfitrione della politica<br />

teramana, Lino Silvino. Il terzo incomodo è<br />

l’uomo senza speranza, tal Sandro Santacroce<br />

<strong>di</strong> Rifondazione.<br />

La verità, forse, ve la <strong>di</strong>ce un umile<br />

scribacchino che fa un mestiere non suo:<br />

quello del grillo parlante. Lo sviluppo<br />

urbano <strong>di</strong> Teramo è avvenuto senza un<br />

progetto complessivo coerente delle<br />

amministrazioni com<strong>una</strong>li <strong>di</strong> oltre trenta<br />

anni che hanno preferito, affidarsi <strong>di</strong> volta<br />

in volta alle opportunità offerte dal settore<br />

privato. Tutto questo, è stato fatto ab<strong>di</strong>cando<br />

a giuste decisioni in materia urbanistica<br />

e ambientale e svolgendo <strong>una</strong> funzione<br />

tecnica strumentale ai limitati obiettivi <strong>di</strong><br />

alcuni e non all’interesse generale.<br />

Se oggi la situazione è degenerata, la<br />

responsabilità è in gran parte della scarsa<br />

attenzione al futuro da parte dei nostri<br />

politici, che hanno sempre guardato alla<br />

crescita imme<strong>di</strong>ata.<br />

Peccato che, scorrendo le liste dei due<br />

schieramenti, ritrovi gran parte dei nomi<br />

che hanno contribuito alla degenerazione<br />

della nostra città. <strong>Gli</strong> stessi che oggi ci<br />

chiedono il voto.<br />

Nell’ascoltarli non sento l’aria <strong>di</strong> <strong>una</strong><br />

politica che guar<strong>di</strong> al futuro e che si ponga<br />

il problema <strong>di</strong> salvaguardare e ampliare<br />

il verde, recuperare piazze, giar<strong>di</strong>ni e,<br />

soprattutto, garantire <strong>una</strong> buona qualità<br />

della vita a chi abita in città e a coloro che<br />

la scelgono come meta turistica.<br />

Non sento nelle loro elucubrazioni, la necessità<br />

della creazione <strong>di</strong> un piano verde,<br />

con un serio censimento delle presenze<br />

arboree in città. Non sento la vera voglia <strong>di</strong><br />

creare <strong>una</strong> Teramo a misura <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>no.<br />

Non percepisco niente <strong>di</strong> buono.<br />

E allora, non resta altro che chiudere<br />

ancora con le parole forbite dell’amico<br />

Giammario nel 1969, quando Brucchi aveva<br />

i calzoni corti e nove anni <strong>di</strong> vita e Paolo<br />

Albi era poco più <strong>di</strong> un giovanotto.<br />

“Stasera debbo essere triste, cari colleghi,<br />

perché m’andrebbe <strong>di</strong> continuare; ma a<br />

chi li facciamo questi <strong>di</strong>scorsi, per chi ci<br />

ostiniamo a sprecare la nostra logorrea?<br />

L’epice<strong>di</strong>o per Teramo e l’epice<strong>di</strong>o per noi<br />

stessi, per quel poco <strong>di</strong> umano e <strong>di</strong> intatto<br />

che ancora ci resta, e che ci strugge <strong>di</strong><br />

sopravvivere: mentre attorno impazza<br />

ogni giorno <strong>di</strong> più la mostruosa tregenda<br />

plutocratica che ciascuno <strong>di</strong> noi - senza<br />

<strong>di</strong>scriminazione o alibi <strong>di</strong> sorta, per vigliaccheria,<br />

pigrizia ed egoismo qualunquismo -<br />

ha contribuito purtroppo ad alimentare”. u<br />

pag<br />

13


pag<br />

14<br />

artigianato<br />

Uno Sportello<br />

Italia sulle<br />

Vie della Seta<br />

Gloriano Lanciotti in Cina<br />

Il 4 aprile 2009, <strong>una</strong> delegazione composta da Orazio Di<br />

Marcello Assessore Prov.le alle Attività Produttive, Carlo<br />

Pirozzolo Segr. Gen. della Provincia ed il Direttore CNA Gloriano<br />

Lanciotti in rappresentanza della Camera <strong>di</strong> Commercio, é<br />

partita alla volta della Cina per incontrare gli Organi <strong>di</strong> governo <strong>di</strong><br />

due importanti Città della Repubblica popolare cinese, Cangzhou<br />

e Tianjin, per definire e<br />

sottoscrivere un Accordo<br />

<strong>di</strong> amicizia e cooperazione<br />

per promuovere scambi<br />

culturali, commerciali,<br />

impren<strong>di</strong>toriali e<br />

scientifici. La Cina, negli<br />

ultimi 10 anni, è <strong>di</strong>ventata<br />

protagonista nei processi<br />

<strong>di</strong> internazionalizzazione<br />

delle imprese con investimenti<br />

da tutto il mondo, attratti dai costi<br />

bassi <strong>di</strong> produzione e dalle potenzialità<br />

espresse dal mercato Cinese.<br />

Per far cogliere questa opportunità<br />

alle imprese abruzzesi e teramane in<br />

particolare, l’Amministrazione provinciale<br />

ha messo in cantiere l’apertura a<br />

Tianjin <strong>di</strong> uno SPORTELLO ITALIA atto<br />

a garantire supporto e consulenza alle<br />

imprese e implementare gli scambi commerciali, generando<br />

opportunità per la nostra economia<br />

Tianjin, provincia autonoma con 13 milioni <strong>di</strong> abitanti, è <strong>una</strong> città<br />

strategica per la sua posizione, con un management e centri<br />

scientifici e <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> eccellenza in molti settori.<br />

L’obiettivo è promuovere “canali permanenti e strutturali <strong>di</strong><br />

scambi <strong>di</strong> esperienze, relazioni economiche, culturali e politiche<br />

con alcune realtà <strong>di</strong> Cina” allo scopo <strong>di</strong> giungere ad <strong>una</strong> proficua<br />

cooperazione basata sul “Made in Italy”, sui marchi <strong>teramani</strong> e<br />

sulla qualità dei nostri prodotti artigianali, agroalimentari, industriali,<br />

molto apprezzati dai consumatori cinesi.<br />

Quello del sostegno all’internazionalizzazione delle nostre imprese,<br />

in presenza dei limiti del mercato interno, è uno degli obiettivi<br />

del programma dell’attuale Amministrazione provinciale.<br />

Da tempo infatti sono stati avviati contatti con le Autorità <strong>di</strong><br />

Cangzhou e Tianjin al fine <strong>di</strong> stringere intese volte a sviluppare<br />

strette relazioni, sulla base <strong>di</strong> programmi <strong>di</strong> collaborazione con<strong>di</strong>-<br />

maggio 2009<br />

visi. In questa <strong>di</strong>rezione si è lavorato cercando contatti e pre<strong>di</strong>sponendo<br />

intese che, nella fase preparatoria, hanno visto anche la<br />

partecipazione della Regione Abruzzo e del Governo nazionale.<br />

I questi tre giorni si sono susseguiti incontri istituzionali con<br />

omologhe delegazioni che hanno manifestato grande attenzione e<br />

interesse per l’iniziativa <strong>di</strong> cooperazione, riservando alla delegazione<br />

teramana <strong>una</strong> premurosa ospitalità.<br />

Nei colloqui intercorsi sono emerse numerose <strong>di</strong>sponibilità e<br />

tanta attenzione per i nostri prodotti, le nostre eccellenze e verso<br />

le imprese teramane che volessero entrare nel mercato cinese.<br />

Queste <strong>di</strong>sponibilità sono state manifestate sia dalle autorità <strong>di</strong><br />

Cangzhou che <strong>di</strong> Tianjin.<br />

Per quanto riguarda la prima città <strong>di</strong> Cangzhou che conta oltre<br />

sette milioni <strong>di</strong> abitanti, le Autorità locali, con<strong>di</strong>videndo l’iniziativa<br />

e il progetto, hanno espresso la volontà <strong>di</strong> venire in Italia, nella<br />

nostra Provincia, entro il mese <strong>di</strong> maggio o giugno prossimo per<br />

sottoscrivere l’intesa <strong>di</strong> amicizia e cooperazione.<br />

Cangzhou è in fase <strong>di</strong> ricostruzione e ammodernamento, tanto da<br />

apparire tutta un cantiere, con molte opportunità <strong>di</strong> investimento<br />

sostenute da agevolazioni e contributi del Governo cinese; inoltre<br />

ha in costruzione <strong>una</strong> struttura portuale per lo sfruttamento<br />

delle risorse energetiche<br />

presenti in loco, in enormi<br />

quantità, che la vedono<br />

can<strong>di</strong>data a <strong>di</strong>ventare leader<br />

del settore energetico<br />

e portuale della Cina. La<br />

delegazione cinese si è<br />

<strong>di</strong>chiarata favorevole e<br />

<strong>di</strong>sponibile ad accogliere<br />

impren<strong>di</strong>tori <strong>teramani</strong><br />

che volessero intervenire<br />

nella ricostruzione o investire in loco per avviare proprie attività,<br />

assicurando supporto e collaborazione.<br />

Fruttuoso è stato anche l’incontro con il Governo <strong>di</strong> Tianjin che<br />

in <strong>una</strong> cerimonia ufficiale ha sottoscritto la proposta <strong>di</strong> accordo<br />

trasmessa in precedenza dalla Provincia <strong>di</strong> Teramo.<br />

La cerimonia si è svolta in <strong>una</strong> cornice <strong>di</strong> alto profilo istituzionale,<br />

con la partecipazione delle autorità del Comitato Amministrativo<br />

della Zona Industriale per le Tecnologie <strong>di</strong> Tianjin: Vice Presidente<br />

dell’Ufficio degli Affari della Comunità cinese del Comune <strong>di</strong> Tianjin<br />

Sig. Liu Zhiyong e Vice Direttore del Comitato <strong>di</strong> Gestione della<br />

Zona Industriale per le Nuove Tecnologie <strong>di</strong> Tianjin Sig. Li u jinyuan.<br />

A conclusione degli interventi le Parti hanno sottoscritto, in forma<br />

ufficiale, l’Accordo <strong>di</strong> cooperazione tra la Provincia <strong>di</strong> Teramo e<br />

la Cina. u


MANDATARIO ELETTORALE: IN PROPRIO<br />

ELEZIONI COMUNALI<br />

TERAMO<br />

6-7 GIUGNO<br />

2009<br />

“Costruiamo insieme <strong>una</strong> città<br />

più bella, più umana e più grande”<br />

Sono Doriano Panichi e per la prima volta mi accingo ad<br />

affrontare questa impegnativa esperienza politica.<br />

Nella mia vita ho fatto sempre tutto con grande entusiasmo: gli<br />

anni <strong>di</strong> scuola e quelli ancora più importanti della scuola della vita che<br />

ho la fort<strong>una</strong> <strong>di</strong> “frequentare”<br />

con la mia famiglia con la quale con<strong>di</strong>vido <strong>una</strong> intensa<br />

attività lavorativa.<br />

Ogni giorno tempro il mio carattere e maturo la mia formazione<br />

umana e professionale anche per via del quoti<strong>di</strong>ano carico <strong>di</strong><br />

incombenze e <strong>di</strong> responsabilità<br />

che richiede la gestione della nostra azienda famigliare.<br />

Credo sia superfl uo <strong>di</strong>re cosa comporta essere <strong>di</strong> fatto un<br />

riferimento per l’azienda e riuscire sempre a rispondere a tutte<br />

le richieste della variegata clientela!<br />

Signifi ca cercare le soluzioni a tutte le necessità che si<br />

presentano e fare in modo che nulla sia lasciato al caso e<br />

tutto funzioni al meglio.<br />

Svariate sono le mansioni che fanno capo a me.<br />

Sono il “jolly” della società, pronto ad affrontare ogni<br />

problema nel modo in cui mi hanno insegnato i miei<br />

genitori: sempre con serietà ed impegno.<br />

Vorrei mettere al servizio della nostra Città tutta<br />

l’esperienza acquisita in questi anni nell’amministrare<br />

la nostra società, perché credo che tutti dobbiamo dare<br />

il nostro contributo. Teramo ha davvero bisogno<br />

dell’impegno e della partecipazione <strong>di</strong> uomini<br />

capaci e fattivi che vogliono fare della politica<br />

uno strumento al servizio del bene comune.<br />

Care Elettrici e cari Elettori sono qui a<br />

chiedere il Vostro aiuto per essere eletto e<br />

per consentirmi <strong>di</strong> poter essere un futuro<br />

componente della nuova amministrazione<br />

<strong>di</strong> Teramo, nella certezza che massimo sarà<br />

il mio impegno per rappresentare nel modo<br />

migliore possibile le Vostre istanze.<br />

Con il Vostro voto possiamo vincere! Possiamo<br />

vedere realizzate le nostre idee sulla città <strong>di</strong><br />

Teramo che partono dalle intuizioni lungimiranti della<br />

Giunta Chio<strong>di</strong>!<br />

Uniti con il nostro can<strong>di</strong>dato a Sindaco, Maurizio Brucchi<br />

possiamo costruire <strong>una</strong> città più grande, più umana e più bella.<br />

Doriano<br />

Panichi<br />

con Maurizio Brucchi sindaco


pag<br />

16<br />

Teramo<br />

Un<br />

territorio<br />

tra due<br />

fi umi<br />

la chiamavano<br />

Intermnia Urbs<br />

I<br />

n ogni caso varrà la pena parlarne. Alla fine<br />

dovrò farlo, buttare fuori in uno sfogo tutto <strong>di</strong><br />

un botto la rabbia che mi rode dentro da tanto<br />

tempo. Probabilmente servirà a ben poco mettere<br />

in fila queste parole, ma se non le sbatto in faccia<br />

a qualcuno, rischio un’emorragia idrofoba. La<br />

scuola e poi il lavoro e il lavoro che arriva tar<strong>di</strong><br />

che già hai un figlio da campare. Nelle gran<strong>di</strong> città<br />

si sa che c’è la mafia, e anche la malavita da organizzare,<br />

a renderti la vita <strong>di</strong>fficile; ma da qualche<br />

altra parte, per quanto piccolo possa essere un agglomerato<br />

urbano, non ci manca mai niente, e la consorteria <strong>di</strong> potenti &<br />

notabili vari, tutti quanti insieme, la chiamiamo affettuosamente:<br />

“La mafia bianca.” Da un semplice certificato, agli esami del<br />

sangue; da <strong>una</strong> concessione e<strong>di</strong>lizia, alla pensione d’invali<strong>di</strong>tà,<br />

quello che conta è se puoi affidarti al santo, che con un voto<br />

comprato si è ritrovato fresco fresco in para<strong>di</strong>so. E qui <strong>di</strong> santi<br />

ne abbiamo eletti davvero tanti, democraticamente, dopo l’arrivo<br />

degli americani.<br />

A giugno si nominerà il nuovo Sindaco: citta<strong>di</strong>ni in sven<strong>di</strong>ta e<br />

can<strong>di</strong>dati bene accomodati a ricevere suppliche nelle loro lussuose<br />

se<strong>di</strong> elettorali.<br />

Hai l’imbarazzo della scelta, durante le peripezie quoti<strong>di</strong>ane, <strong>di</strong>nanzi<br />

agli sportelli degli uffici pubblici, che assomigliano sempre<br />

<strong>di</strong> più ad ospizi per impiegati molesti. A chi mi rivolgo adesso per<br />

questo servizio?! Al signorotto delle Industrie Arrangiate S.p.A.<br />

del Centro Sud, che da un secolo si va comprando interi pezzi <strong>di</strong><br />

città messi in saldo dagli amici degli amici oppure vado a piangere<br />

dall’Onorevole <strong>di</strong> serie B, che in Parlamento non conta un<br />

c…zo, ma qui da noi si muove come Abraham Lincoln? Mi fischia<br />

un orecchio. Avverto sempre più forte la sensazione <strong>di</strong> essere <strong>di</strong><br />

troppo per qualcuno. Ciò che mi consola è che non esistono solo<br />

le libertà “positive”, cioè la libertà <strong>di</strong> esprimere le proprie idee,<br />

<strong>di</strong> manifestare il proprio <strong>di</strong>ssenso… insomma, tutte quelle libertà<br />

inscritte a lettere maiuscole nelle Costituzioni <strong>di</strong> tutti i gran<strong>di</strong><br />

paesi civili; ma ci sono anche le libertà “negative”, vale a <strong>di</strong>re<br />

le “libertà <strong>di</strong> non”: non associarsi, non affiliarsi, non iscriversi<br />

a lobby <strong>di</strong> potere per cercare <strong>di</strong> sopravvivere in qualche modo<br />

maggio 2009<br />

<strong>di</strong> Mimmo Attanasii<br />

alle prepotenze quoti<strong>di</strong>ane. Ma dove vivo? Me lo chiedo spesso<br />

durante la giornata. Soprattutto quando vedo strade appena<br />

costruite franare per la piena <strong>di</strong> un torrente; quando cammino<br />

per il vicolo del centro storico e sento puzza <strong>di</strong> pisciate contro i<br />

muri dei palazzi. <strong>Gli</strong> sputi espettorati con impeto e fiotto finale<br />

sul selciato, nella piena incuranza <strong>di</strong> farlo quando intorno non<br />

c’è nessuno; sorci morti e cartacce a terra perché non c’è un<br />

cestino dei rifiuti lì pronto sotto il naso e la cattiva educazione<br />

è sempre colpa degli altri. Sarebbero assai necessarie norme<br />

determinate e con<strong>di</strong>vise, lo sguardo incombente e giu<strong>di</strong>catore<br />

sulle piccole forme d’illegalità d’ogni giorno, tanto<br />

<strong>di</strong>ffuse quanto depenalizzate nelle coscienze<br />

<strong>di</strong> chi le commette. Comunque sia, io amo molto<br />

la mia terra. In questi luoghi leggendari, lungo il<br />

corso <strong>di</strong> fiumi detti del para<strong>di</strong>so, nominati nella<br />

Bibbia, nei poemi sumerici e acca<strong>di</strong>ci, nei testi<br />

degli storici greci e romani, da Erodoto a Polibio<br />

a Tacito, negli scritti dei Padri della Chiesa, e<br />

nei racconti <strong>di</strong> letterati e viaggiatori, il Tigri e<br />

l’Eufrate sono stati tra i testimoni della nascita<br />

della civiltà. Un territorio tra due fiumi. Mesopotamia<br />

(en mésos potamós): questa è la mia terra.<br />

Per <strong>di</strong>rla alla maniera dei latini, <strong>una</strong> Interamnia<br />

Urbs. Come il nome <strong>di</strong> <strong>una</strong> prestigiosa Coppa per<br />

un torneo <strong>di</strong> pallamano, che si <strong>di</strong>sputa <strong>di</strong> là, da<br />

qualche parte, in Occidente, <strong>di</strong>venuta ormai la<br />

World Cup International exhibition full optional<br />

e<strong>di</strong>tion on the road in joy together. Praticamente <strong>una</strong> festa<br />

paesana, che mia madre ricorda con affetto perché da giovane<br />

vi ha partecipato come pivot, nella squadra <strong>di</strong> handball della<br />

nostra citta<strong>di</strong>na. Mi racconta anche che durante l’intervallo della<br />

partita, le si è avvicinato un giovane con i capelli ricci e la barba<br />

corta a chiederle, in un improbabile inglese, un autografo sul<br />

gesso del braccio: “ …a causa <strong>di</strong> quella frattura non poteva più<br />

fare niente per quell’anno”.<br />

Le fece uno scarabocchio <strong>di</strong> nascosto del suo allenatore baffuto<br />

e, arrossendo in un timido sorriso, lo salutò per sempre.<br />

Ancora oggi, quando è in vena <strong>di</strong> nostalgie, pensa a quel ragazzo<br />

<strong>di</strong> un’Europa ancora lontana. Pochi capelli, la barba bianca e<br />

labbra sottili, che scrive c…zate su qualche giornale <strong>di</strong> provincia.<br />

“Simul stabant, simul cadent” u


pag<br />

18<br />

Manifesti e slogan…or<strong>di</strong>nari<br />

<strong>Gli</strong> <strong>effetti</strong><br />

<strong>collaterali</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>una</strong> elezione<br />

meglio i writer che i santini<br />

N eppure questa volta i “nostri bravi can<strong>di</strong>dati” ci hanno voluto<br />

risparmiare la sequela <strong>di</strong> slogan partoriti dalla fantasia <strong>di</strong><br />

chissà quali pseudo-improvvisati-consulenti-fattiincasacomunicatori<br />

politici. Noi non li possiamo citare perché ci troveremmo<br />

a fare pubblicità a chi crede <strong>di</strong> poter impunemente giurare e<br />

spergiurare che, votando loro, assieme a loro ci saremo guadagnati<br />

il Para<strong>di</strong>so. “Io ne ho sentite promesse che voi umani non potreste<br />

immaginarvi…” si <strong>di</strong>ceva nel film Blade Runner. <strong>Promesse</strong> che non<br />

si potranno mai mantenere e scenari che non potremo mai raccontare,<br />

semplicemente perché utopistici ed irrealizzabili. Eppure tutto<br />

ciò, nella testa <strong>di</strong> chi ha coniato tali insulsità, sembra debba pagare,<br />

anche perché alla fine nessuno gliene renderà veramente conto.<br />

Quella che riportiamo è semplicemente <strong>una</strong> vetrina <strong>di</strong> quelli più<br />

scherzosi, che ci fanno sorridere e ci fanno sentire un po’ meno<br />

tristi <strong>di</strong> fronte alle cose serie del mondo.<br />

Ma la politica oggi cos’è veramente?<br />

Paolo Albi (foto 1)<br />

Mai visto un Paolo Albi con questo cipiglio e con questa luce crepuscolare<br />

da Cinemascope dei film <strong>di</strong> un tempo. E’ un Albi che ha i<br />

tratti del Mosè solenne de “La Bibbia” <strong>di</strong> John Huston, la pellicola<br />

del 1966 a base <strong>di</strong> Arca <strong>di</strong> Noè e Torre <strong>di</strong> Babele. Non sorride, è severo,<br />

lo spazio è riservato tutto per il suo volto contrito. Il Sindaco –<br />

<strong>di</strong>cono – è vero. Motto che vorrebbe far presumere altre cineserie?<br />

Comunque lui conserva la sua aria bonaria e soprattutto sorniona:<br />

basta osservare i gatti stampati sulla sua cravatta. Come i felini lui<br />

ama il formaggio svizzero, quello senza i brucchi però.<br />

Maurizio Brucchi (foto 2)<br />

E’ un can<strong>di</strong>dato sindaco che prepara la sfida alla maniera <strong>di</strong> un<br />

boxeur, incrociando i suo pugni. Tende a sporgersi un po’ alla Lilli<br />

Gruber ma intende dare un senso <strong>di</strong> quiete e sicurezza, con la sua<br />

fede in primo piano (la famiglia ed il suo alveo) e con i termini che<br />

suscitano altrettanta armonia, come “La città che sorride”, “sicurezza”,<br />

per <strong>una</strong> città che sa tendere la mano.<br />

Valter Catarra (foto 3)<br />

“Vieni con me in Provincia”, un invito terribilmente pericoloso in<br />

questi giorni per le note vicende della chiacchierata inagibilità della<br />

sede della Provincia <strong>di</strong> Via Milli. Faccia paciosa da manager dell’Asl,<br />

in un non-sorriso forzato: un non luogo per lui che ride o che s’intristisce.<br />

Grafica roboante e piena da circo appena oggi giunto in città.<br />

Ha anche la parvenza <strong>di</strong> un cantante degli anni ’60 in <strong>una</strong> copertina<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>schi 45 giri: il fenomeno dell’estate o del Cantagiro. <strong>Gli</strong> occhiali<br />

alla Al Bano lo ringalluzziscono. Senza dubbio il primo manifesto<br />

maggio 2009<br />

<strong>di</strong> Maria Grazia Frattaruolo<br />

oggimordo@<strong>teramani</strong>.<strong>info</strong><br />

Pdl fuori dagli schemi dell’estetica <strong>di</strong> partito: poco azzurro rilassante,<br />

qualche inconfessato rosso, più un arancione che sa <strong>di</strong> eretico<br />

nella visione camomillizzante del Berlusca. Lo slogan “Vota Valter<br />

Catarra” è stato rispolverato da qualche manifesto Dc <strong>di</strong> un tempo.<br />

Ernino D’Agostino (foto 4)<br />

Il roteare della sua mano sinistra, evidenziato dalla virgola verde<br />

a lato (genialità del grafico!!) sta lì a in<strong>di</strong>care: Eh vai, ve l’ho fatta<br />

ancora! A passo <strong>di</strong> marcia, l’ex presidente s’accinge a riconquistare<br />

la sua poltrona (lo assicura perfino il motivo: “D’Agostino la Tua<br />

Provincia”). “Sappiamo crescere”, <strong>di</strong>cono: certo, dal secondo piano<br />

della sede <strong>di</strong> Via Milli, al terzo della nuova sede <strong>di</strong> Via Carducci, davvero<br />

un bel salto in avanti! “Sappiamo riformare”: pensate al titolo<br />

V, dopo i tre al multisala Smeraldo, ora i due in via Carducci: “Ernino<br />

e i suoi fratelli” e “Profondo Rosso” (due titoli intramontabili). “Sappiamo<br />

innovare”: da Ernino D’Agostino I a Ernino D’Agostino II.<br />

Verticelli (foto 5)<br />

In un’orgia <strong>di</strong> ban<strong>di</strong>ere, non si sa se la foto è stata fatta in curva sud<br />

a Berlino nel 2006 davanti a Zidane e Materazzi oppure nei pressi<br />

dell’Eurotower <strong>di</strong> Bruxelles. il suo ghigno è quello edulcorato dei<br />

migliori sorrisi stampati made in Psi anni ’80: raggiante e proteso<br />

verso un futuro della “nave che va”. Ha la faccia terribilmente<br />

ascetica del mega <strong>di</strong>rettore fantozziano ma ti riserva un motivetto<br />

da “paura”, fin troppo in linea con il tema delle europee. Scontato.<br />

Ma lui se la ride lo stesso: nella giornata burrascosa e ventilata (ve<strong>di</strong><br />

la foto), i suoi capelli non fanno <strong>una</strong> grinza! Unto dal signore e dalla<br />

Gilette.<br />

Manola Di Pasquale (foto 6)<br />

Il manifesto richiama più <strong>una</strong> copertina patinata dai color pastello<br />

anni ’50 <strong>di</strong> “Elle” quando nominata donna dell’anno sfoggia il suo<br />

sorriso acquiescente e maternamente risoluto, del tipo: “Lo so che<br />

mi voterete, beccatevi ‘sta Manola Di Paquale, che tanto vale”. Tutti<br />

ora abbiamo “un’amica in Comune”, quin<strong>di</strong> alzate la cornetta e chiedetele<br />

un posto da usciere, a meno che non sia un posto in comune,<br />

allora sarete in 10 mila (quasi gli stessi numeri <strong>di</strong> un concorso pubblico).<br />

Togliete imme<strong>di</strong>atamente la licenza alla sua parrucchiera.<br />

Taroccata. Nel senso arancione dei prelibati tarocchi siciliani (che<br />

cospargono la sua mise).<br />

Anna Marcozzi (foto 7)<br />

Appena tornata dal Kenya, stretta nella sua sahariana e nella camicia<br />

bianca alla Meryl Streep, non si sa se aspetta un taxi a Mozambico<br />

o a Miramare <strong>di</strong> Rimini. E poi con quella vegetazione lussureggiante<br />

alle spalle: ma dov’era? Alla Villa <strong>di</strong> Teramo o ai giar<strong>di</strong>ni <strong>di</strong><br />

Naxos? Non è sicuramente <strong>una</strong> turista fai da te, ma sicuramente un<br />

Pi<strong>di</strong>essina fai da te, e senza il kit del boss. Si appropria <strong>di</strong> un gingle<br />

abusato e riabusato ormai in <strong>di</strong>suso: quella formula del TE sventagliata<br />

come fosse <strong>una</strong> trovata geniale: davvero non se ne può più!<br />

Luca Boschi (Al Centro per Teramo) (foto 8)<br />

Il suo santino riecheggia vagamente un biglietto da visita <strong>di</strong> un<br />

brioso agente <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> qualche nota marca <strong>di</strong> aspirapolvere o se<br />

vogliamo proprio insistere richiama <strong>una</strong> card <strong>di</strong> un rampante guru<br />

<strong>di</strong> qualche chiesa battista negli Stati Uniti, con tanto <strong>di</strong> cellulare e<br />

fax, <strong>di</strong> quelli che vanno in giro in fiammanti Bmw e spennano gli<br />

adepti.<br />

Verdecchia John (Idv) (foto 9)<br />

Non si sa se il santino sia <strong>una</strong> vecchia locan<strong>di</strong>na <strong>di</strong> qualche film<br />

californiano anni ’70 con qualche autore emergente (tipo uno


Schwarzenegger ante litteram, John gli è sosia) o solo un me<strong>di</strong>ocre<br />

fotomontaggio <strong>di</strong> quelli che si fanno negli apparecchi delle foto in<br />

tre minuti con la tua faccia sul corpo <strong>di</strong> un giocatore <strong>di</strong> football. I<br />

caratteri del nome sono affascinanti, old fashion, magica la sventagliata<br />

dei colori che vuole riprendere il volatile dell’Idv : un iride che<br />

va dall’arancio al giallo verde-oro brasileiro, fino al celeste Savoia!<br />

Volto da collegiale americano, pulito ed innocente.<br />

Mauro Di Dalmazio (Al Centro per Teramo) (foto 10)<br />

Lui che è un bell’uomo si riduce virtuosamente ad icona per far spazio<br />

ad <strong>una</strong> massima <strong>di</strong> un documentario del 1955 che ha fatto epoca<br />

introducendo neologismi da fantascienza: “The future is now”. La<br />

grafica (pare un Sudoku) è da saggio che tratta materie tecnologiche,<br />

chips e kappabaits. Come per la Terribile si sta spandendo<br />

il fenomeno dei manifesti elettorali trattati come copertine <strong>di</strong> libri.<br />

Sorriso da lusingatore come se volesse far capire: “Vi ho purgato<br />

ancora”, firmato Francesco Totti.<br />

Raffaele Battistella (UDC) (foto 11)<br />

Il sapore è quello vago e pirotecnico <strong>di</strong> un Pirata dei Caraibi alla<br />

Johnny Depp calato all’improvviso tra i flutti impetuosi della tera-<br />

manità. Il can<strong>di</strong>dato, nella sua posa affettata, <strong>di</strong>vide alla Mosè la<br />

folla in due, folla che nei visi degli astanti pare attendersi qualcosa<br />

<strong>di</strong> importante dal can<strong>di</strong>dato. Un D’Artagnan dei nostri tempi su un<br />

set cinematografico virtuale: a quanto pare il manifesto elettorale è<br />

opera <strong>di</strong> svariati fotomontaggi, nei visi <strong>di</strong> ciascuno infatti domina <strong>una</strong><br />

luce <strong>di</strong>versa. Muy Barocco.<br />

Sinistra e Liberta’ (foto 12)<br />

Unica cosa viva nel manifesto che esprime <strong>una</strong> certa congruenza<br />

estetica resta il logo <strong>di</strong> Sinistra e Libertà. La gente ai bor<strong>di</strong> e quella<br />

specie <strong>di</strong> arena danno l’impressione <strong>di</strong> assistere alla solita rabbiosa<br />

puntata <strong>di</strong> Anno Zero, con la partecipazione popolare che si fa<br />

sentire. La gente: un elemento imprescin<strong>di</strong>bile per la vera sinistra.<br />

Il giallo paglierino che si è voluto conferire al manifesto svilisce però<br />

gli intenti rivoluzionari <strong>di</strong> un tempo, quelli puri e rossi.<br />

Lega Nord (foto 13)<br />

Inchiniamoci al genio lumbàrd. Unire il guerriero <strong>di</strong> Giussano al<br />

locale detto popolare “Mo avaste” è stato quantomeno innovativo.<br />

Come unire il riso alla milanese con le verdure delle virtù teramane.<br />

Con quell’affermazione imperiosa e territoriale uno si aspettava al<br />

massimo il Guerriero <strong>di</strong> Capestrano. E poi non si capisce se si debba<br />

votare Lega Nord Abruzzo, cioè per S.Egi<strong>di</strong>o alla Vibrata, per Ancarano,<br />

per Martinsicuro, ecc. (città stato che volevano migrare sotto il<br />

cappello protettivo <strong>di</strong> Ascoli), oppure Lega Nord e basta in Abruzzo.<br />

Il verde è un pugno in un occhio ma tant’è, siamo già abituati alle<br />

sgargianti cravatte e orribili pochette nel Transatlantico. Facciamocene<br />

<strong>una</strong> ragione.<br />

Guido Campana (Al Centro per Teramo) (foto 14)<br />

A vederlo meglio “il consigliere <strong>di</strong> tutti i <strong>teramani</strong>” ha preso le sembianze<br />

bonarie <strong>di</strong> Marcello Olivieri nella noche pescarese. Mitico<br />

duomo alle spalle dai contorni imprecisati che gli rammenta anche<br />

la sua provenienza <strong>di</strong> papaboys. Sorriso fin troppo indeciso, stu<strong>di</strong>ato<br />

<strong>di</strong>nanzi ad un fotografo che speciosamente gli ha richiesto un mezzo<br />

ghigno serioso, decisamente contro natura per i suoi costumi, per<br />

uno come lui abituato dappertutto ad elargire euforia e a sgambettare<br />

in fretta lungo l’asse Piazza Martiri-Corso nuovo e vecchio.<br />

Doriano Panichi (Pdl) (foto 15)<br />

Decisamente il Bruce Willis della politica teramana. I suoi tratti sono<br />

1 2 3 4 5 6 7 8<br />

9 10 11<br />

inconfon<strong>di</strong>bili, e ricordano quelli hollywoo<strong>di</strong>ani del noto attore alle<br />

prese <strong>di</strong> inseguimenti, meteoriti e assalti. A proposito <strong>di</strong> meteore:<br />

non è che Panichi appare e scompare come del resto la maggior<br />

parte dei can<strong>di</strong>dati? Bah, saranno gli elettori a deciderlo. Sfondo<br />

psichedelico alla stessa stregua dei primi video dei Pink Floyd ed<br />

in genere in quelli dei primi anni ’70. Maglietta a “V” bianca un po’<br />

troppo desueta per i canoni estetici del Berlusca: se lo vede il boss<br />

lo potrebbe scambiare per un comunista <strong>di</strong> quelli che…(rileggetevi<br />

le sue ultime <strong>di</strong>chiarazioni in merito!).<br />

Marco Tancre<strong>di</strong> (Pdl) (foto 16)<br />

Viso da boxeur francese, camicia celeste, braccia buttata da <strong>una</strong><br />

parte, Marco Tancre<strong>di</strong> si autoproclama l’anima casual dell’ingessato<br />

Popolo delle Libertà. Quando non si sa come riempire un santino in<br />

genere si ricorre a TE, al panorama citta<strong>di</strong>no per delimitare il territorio<br />

politico con coor<strong>di</strong>nate fotografiche, per riba<strong>di</strong>re il concetto <strong>di</strong><br />

<strong>teramani</strong>tà, della presenza, della vicinanza ai problemi <strong>di</strong> tutti i giorni.<br />

“Un cuore teramano”, il suo adagio, appare un po’ scontato e più<br />

consono ad <strong>una</strong> campagna pro Aido. Certo poteva sforzarsi <strong>di</strong> più.<br />

pag<br />

19<br />

12 13 14 15 16


pag<br />

20<br />

dura lex sed lex<br />

Sia fatta<br />

la volontà<br />

del…<br />

malato!<br />

Con la vicenda Englaro il Governo ha presentato un <strong>di</strong>segno<br />

<strong>di</strong> legge sul testamento biologico che, approvato velocemente<br />

in Senato, si è poi arenato alla Camera, sicché<br />

sembrerebbe ora impossibile esprimere anticipatamente la<br />

proprie volontà <strong>di</strong> rifiuto a qualsiasi trattamento me<strong>di</strong>co nell’ipotesi<br />

<strong>di</strong> futura incapacità <strong>di</strong> intendere e <strong>di</strong> volere.<br />

Ma la giurisprudenza è <strong>di</strong> contrario avviso, quanto meno quella del<br />

Trib<strong>una</strong>le <strong>di</strong> Modena, che il 5 novembre 2008 ha emesso un decreto<br />

che, <strong>di</strong> fatto, consegue i medesimi <strong>effetti</strong> giuri<strong>di</strong>ci del “testamento<br />

biologico”. Tale decisione basa la propria motivazione giuri<strong>di</strong>ca su<br />

alcune norme del co<strong>di</strong>ce civile, che <strong>di</strong>sciplinano l’amministrazione<br />

Committente responsabile: il can<strong>di</strong>dato<br />

maggio 2009<br />

Anch’io<br />

scendo in campo<br />

per la città<br />

a cura <strong>di</strong><br />

Amilcare Laurìa ed Elvio Fort<strong>una</strong><br />

avvocati associati<br />

<strong>di</strong> sostegno, istituita dalla L n. 6 del 9 gennaio 2004, con il fine <strong>di</strong><br />

tutelare al meglio gli incapaci, rispetto a vecchi strumenti quali: la<br />

inabilitazione e l’inter<strong>di</strong>zione, reputati, non a torto, infamanti per<br />

l’in<strong>di</strong>viduo. Le norme sull’amministrazione <strong>di</strong> sostegno, contenute<br />

nel co<strong>di</strong>ce civile dagli artt. 404 – 413, prevedono la possibilità per<br />

<strong>una</strong> persona affetta da infermità fisica e psichica e che si trovi<br />

nella impossibilità, anche parziale o temporanea, <strong>di</strong> provvedere<br />

ai propri interessi, <strong>di</strong> essere assistita da un amministratore <strong>di</strong> sostegno<br />

nominato dal giu<strong>di</strong>ce tutelare del luogo in cui questa ha la<br />

residenza o il domicilio. La funzione dell’istituto non è solo quella<br />

<strong>di</strong> tutelare l’interessato dal punto <strong>di</strong> vista patrimoniale, bensì <strong>di</strong><br />

porre al centro dell’attenzione la persona, o, come tecnicamente<br />

si chiama, il sostituito, salvaguardandolo con uno strumento agile<br />

e variegato che non incide in maniera ra<strong>di</strong>cale sulla sua capacità<br />

<strong>di</strong> agire. In <strong>effetti</strong>, con il decreto <strong>di</strong> nomina dell’amministratore<br />

<strong>di</strong> sostegno, il giu<strong>di</strong>ce commisura <strong>di</strong> volta in volta i relativi poteri<br />

<strong>di</strong> amministrazione, adattandoli alle concrete esigenze del<br />

sostituito.<br />

Ciò premesso, il decreto del Giu<strong>di</strong>ce tutelare <strong>di</strong> Modena non passa<br />

inosservato data la sua indubbia originalità. Il provve<strong>di</strong>mento<br />

è stato richiesto da un soggetto che aveva precedentemente<br />

depositato da un notaio <strong>una</strong> scrittura privata ove aveva espresso,<br />

in caso <strong>di</strong> malattia invalidante o lesione cerebrale irreversibile,<br />

da <strong>una</strong> parte il rifiuto a qualsivoglia trattamento terapeutico, ivi<br />

compresa l’alimentazione forzata e artificiale, e, dall’altra parte,<br />

Elezioni al Comune <strong>di</strong> Teramo<br />

6 - 7 giugno 2009<br />

Franco<br />

CHIONCHIO<br />

con MAURIZIO BRUCCHI Sindaco


la richiesta <strong>di</strong> vedersi somministrati tutti i<br />

farmaci idonei a lenire le proprie sofferenze,<br />

compresi gli oppiacei, anche nella<br />

eventualità che essi dovessero anticipare<br />

il decesso. Nel ricorso l’interessato<br />

aveva chiesto al giu<strong>di</strong>ce la nomina <strong>di</strong> un<br />

amministratore <strong>di</strong> sostegno, designando<br />

all’uopo la moglie, con il preciso incarico<br />

<strong>di</strong> eseguire le <strong>di</strong>sposizioni contenute nella<br />

scrittura depositata dal notaio. Il giu<strong>di</strong>ce<br />

ha accolto il ricorso, osservando che l’art.<br />

32 della Costituzione, tutelando la salute<br />

come fondamentale <strong>di</strong>ritto dell’in<strong>di</strong>viduo,<br />

impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> fatto al me<strong>di</strong>co l’esecuzione<br />

<strong>di</strong> trattamenti terapeutici in <strong>di</strong>fetto del<br />

consenso libero e <strong>info</strong>rmato del malato.<br />

Il giu<strong>di</strong>ce ha poi escluso che la questione<br />

a lui sottoposta fosse eutanasia, giacché<br />

nella fattispecie non c’è richiesta <strong>di</strong><br />

somministrare un farmaco in grado <strong>di</strong> cagionare<br />

la morte, ma, più semplicemente<br />

<strong>di</strong> rispettare il naturale percorso biologico<br />

<strong>di</strong> un in<strong>di</strong>viduo senza interferire con il suo<br />

decorso. Da ciò il giu<strong>di</strong>ce, con l’art. 408<br />

del cc, come sostituito dalla L. 6 del 2004,<br />

ai sensi del quale l’amministratore <strong>di</strong> sostegno<br />

può essere designato dallo stesso<br />

interessato con atto pubblico o scrittura<br />

privata autenticata, anche in previsione<br />

della propria eventuale e futura incapacità,<br />

ha in<strong>di</strong>viduato lo strumento idoneo a tutelare<br />

il ricorrente perché potesse anticipa-<br />

tamente esprimere le proprie volontà sui<br />

trattamenti sanitari.<br />

Si potrebbe, a questo punto, muovere<br />

verso tale provve<strong>di</strong>mento l’obiezione<br />

secondo cui, la scienza me<strong>di</strong>ca, nel<br />

periodo intercorrente tra il deposito<br />

della scrittura contenente le <strong>di</strong>sposizione<br />

terapeutiche e l’evento invalidante che le<br />

renderebbe operative, potrebbe progre<strong>di</strong>re<br />

a segno tale da poter consentire<br />

un domani la guarigione <strong>di</strong> malattie<br />

che all’atto della scrittura erano state<br />

reputate irreversibili. Questo argomento,<br />

se fosse corretto, renderebbe paradossale<br />

un provve<strong>di</strong>mento che, incentrato<br />

sul rispetto della persona, si ritorcerebbe<br />

contro la medesima. Ma l’obiezione sopra<br />

illustrata è stata contemplata dal giu<strong>di</strong>ce<br />

che l’ha ritenuta <strong>info</strong>ndata, dal momento<br />

che il presupposto della <strong>di</strong>sposizione<br />

notarile è la sussistenza <strong>di</strong> <strong>una</strong> malattia<br />

irreversibile. Dunque, è tale con<strong>di</strong>zione a<br />

dover sussistere perché le <strong>di</strong>sposizioni<br />

<strong>di</strong> volontà del ricorrente <strong>di</strong>ventino efficaci;<br />

sicché un progresso me<strong>di</strong>co idoneo a<br />

rendere reversibile il decorso <strong>di</strong> <strong>una</strong> malattia,<br />

che all’epoca della scrittura notarile<br />

era stata considerata come irreversibile,<br />

eliminerebbe il presupposto oggettivo <strong>di</strong><br />

operatività del provve<strong>di</strong>mento. u<br />

pag<br />

21


pag<br />

22<br />

aspettando “Godot”<br />

Il Parco della<br />

Scienza<br />

(in)esatta<br />

…la città perde<br />

<strong>una</strong> importante<br />

occasione <strong>di</strong> crescita<br />

Doveva essere uno dei fiori all’occhiello della rinascita <strong>di</strong><br />

Teramo, della sua nuova vocazione tecnologico-scientifica,<br />

rischia invece <strong>di</strong> rimanere, chi sa ancora per quanto,<br />

un’eterna incompiuta. Ormai parlare del Parco della Scienza e<br />

del suo Au<strong>di</strong>torium inagibile non fa più nemmeno notizia visto<br />

il continuo susseguirsi <strong>di</strong> intoppi e problematiche varie. La<br />

struttura, inaugurata in pompa magna la scorsa primavera, ha<br />

avuto <strong>una</strong> vita intensa…ma breve. Infatti già in settembre venne<br />

<strong>di</strong>chiarata inagibile e quin<strong>di</strong> imme<strong>di</strong>atamente chiusa dopo che un<br />

sopralluogo della Commissione provinciale <strong>di</strong> vigilanza riscontrò<br />

delle carenze a livello strutturale, burocratico e nel rispetto delle<br />

maggio 2009<br />

<strong>di</strong> Federico Ioannoni<br />

nuove normative in materia <strong>di</strong> sicurezza. Si <strong>di</strong>sse che si trattava <strong>di</strong><br />

interventi <strong>di</strong> modesta entità e che, al massimo entro la primavera,<br />

tutto sarebbe stato risolto, ma purtroppo così non è stato e alcune<br />

aree della struttura restano ancora chiuse al pubblico. Infatti,<br />

a seguito <strong>di</strong> un nuovo sopralluogo, è arrivata l’ennesima doccia<br />

fredda: l’Au<strong>di</strong>torium non potrà riaprire nei tempi e nei mo<strong>di</strong> previsti<br />

perché necessita <strong>di</strong> nuovi interventi per la messa in sicurezza.<br />

Per carità, piccole cose che riguardano solo alcuni pa<strong>di</strong>glioni, ma<br />

che rischiano <strong>di</strong> tenere questo importante pezzo della città chiuso<br />

chi sa ancora per quanto. Per prima cosa si dovranno spostare<br />

alcuni “pezzi” della Ludoteca tecnico-scientifica dell’Università <strong>di</strong><br />

Teramo, inizialmente posizionati lungo i corridoi, perché possono<br />

creare intralcio alle uscite <strong>di</strong> sicurezza in caso <strong>di</strong> evacuazione. Poi<br />

si dovrà procedere a nuovi lavori sulla più volte citata scalinata<br />

che, nella zona dell’Au<strong>di</strong>torium, porta al secondo piano dell’e<strong>di</strong>ficio;<br />

malgrado le prescrizioni ricevute infatti risulta ancora non<br />

completamente a norma. Ultimo, ma non ultimo, si dovrà rifare<br />

daccapo la pavimentazione nell’ala che dovrà ospitare il Museo<br />

dell’Astrofisica gestito dall’Infn che, per la seconda volta, ha ceduto<br />

lasciando <strong>di</strong>verse crepe. In tutto si stimano interventi per oltre<br />

50.000 euro con buona pace <strong>di</strong> quanto già investito e del tempo<br />

finora perso. Così <strong>di</strong>verse iniziative programmate in primavera<br />

all’interno dell’Au<strong>di</strong>torium sono saltate, con evidenti ripercussioni<br />

per <strong>una</strong> struttura che, appena un anno fa, si can<strong>di</strong>dava a <strong>di</strong>ventare<br />

il cuore del nuovo polo tecnico-scientifico regionale e che invece<br />

oggi appare sempre più un’eterna incompiuta. u<br />

al Comune <strong>di</strong> Teramo<br />

con PAOLO ALBI Sindaco<br />

Esperienza<br />

e Progetti<br />

per il futuro<br />

della città<br />

Carlo<br />

GAITA


ORDINE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI<br />

ED ESPERTI CONTABILI DI TERAMO<br />

VIA Melchiorre Delfi co n. 6 - 64100 TERAMO<br />

Tel 0861 - 245541 • FAX 0861 - 245651<br />

A cura della FONDAZIONE DEI DOTTORI COMMERCIALISTI E<br />

DEGLI ESPERTI CONTABILI DI TERAMO, con sede in Teramo,<br />

alla via Melchiorre Delfico n. 6, si comunicano:<br />

LE PRINCIPALI SCADENZE RELATIVE AL<br />

MESE DI GIUGNO 2009<br />

LUNEDI’ 1<br />

• Presentazione ad un CAF o ad un professionista abilitato<br />

del 730 / 2009 2009 modello base per l’assistenza fiscale,<br />

e del modello 730-1.<br />

LUNEDI’ 15<br />

• IVA fatturazione <strong>di</strong>fferita - relativa a beni consegnati o spe<strong>di</strong>ti<br />

nel mese precedente.<br />

• Consegna del modello 730 / 2009 e del prospetto <strong>di</strong> liquidazione<br />

modello 730-3 al contribuente da parte del CAF o<br />

professionista abilitato che presta assistenza fiscale.<br />

MARTEDI’ 16<br />

• UNICO 2009 – versamento del saldo 2008 e/o del 1° acconto<br />

delle imposte risultanti dalla <strong>di</strong>chiarazione dei red<strong>di</strong>ti<br />

(per le persone fisiche, le società <strong>di</strong> persone e i soggetti<br />

Committente responsabile: il can<strong>di</strong>dato<br />

Bruno<br />

IRES con periodo d’imposta coincidente con l’anno solare)<br />

o della prima rata delle stesse in caso <strong>di</strong> rateizzazione,<br />

senza l’applicazione della maggiorazione. Entro oggi deve<br />

essere versato l’acconto, in unica soluzione o la prima rata,<br />

dell’ad<strong>di</strong>zionale com<strong>una</strong>le Irpef senza maggiorazione.<br />

• IVA liquidazione e versamento dovuto dai contribuenti<br />

mensili relativo al mese <strong>di</strong> maggio.<br />

• IVA versamento della quarta rata dovuta sulla base della<br />

<strong>di</strong>chiarazione annuale.<br />

• IVA, Versamento delle ritenute sui red<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> lavoro autonomo,<br />

<strong>di</strong>pendente e su provvigioni.<br />

• INPS – versamento contributi artigiani e commercianti<br />

IVS dovuti sul red<strong>di</strong>to eccedente il minimale a saldo per il<br />

2008 e del 1° acconto per il 2009, senza maggiorazione.<br />

• INPS – versamento contributi lavoro <strong>di</strong>pendente.<br />

• INPS – versamento contributi gestione separata.<br />

• ICI – versamento della prima rata ( o unica ) dovuta per<br />

l’anno 2009.<br />

• DIRITTO ANNUALE CCIAA – versamento dovuto da tutte<br />

le imprese già iscritte al Registro delle Imprese (sezione<br />

or<strong>di</strong>naria e speciale) senza maggiorazione dello 0,40 %.<br />

MERCOLEDI’ 17<br />

• IVA / ritenute – ravve<strong>di</strong>mento relativo al versamento perio<strong>di</strong>co<br />

del 18 maggio.<br />

SABATO 20<br />

• Presentazione modello INTRASTAT per operatori intracomunitari<br />

con obbligo mensile.<br />

MARTEDI’ 30<br />

• Presentazione cartacea dei modelli <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazione Mod.<br />

UNICO 2009 per le persone fisiche in Posta.<br />

Elezioni al Comune <strong>di</strong> Teramo 6 - 7 giugno 2009<br />

un amico<br />

in comune<br />

CIPOLLONE<br />

Me<strong>di</strong>co Psichiatra Psicoterapeuta<br />

pag<br />

23


pag<br />

24<br />

shopping card<br />

Sentimento<br />

Armato<br />

Il mio nome è nessuno<br />

“È un aiuto anche per le famiglie che hanno qualche problema<br />

per arrivare alla fine del mese!”.<br />

Segue sentito applauso del pubblico.<br />

Così Jerry Scotti chiosava la spiegazione <strong>di</strong> un concorso a premi<br />

con in palio <strong>una</strong> shopping card deliziosamente offerta da Me<strong>di</strong>aset.<br />

Il gioco consiste in questo: bisogna mandare un SMS o telefonare<br />

da rete fissa a pagamento rispondendo ad <strong>una</strong> domanda, <strong>di</strong> solito<br />

piuttosto semplice, dopo<strong>di</strong>ché si viene messi in un grande calderone<br />

e si “pesca” <strong>info</strong>rmaticamente quel fort<strong>una</strong>to/a signore/a che vince<br />

questa carta <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to spen<strong>di</strong>bile nei punti ven<strong>di</strong>ta convenzionati Visa<br />

electron. Tutto giusto: è un concorso, si partecipa ma non si sa se si<br />

vince! Sul sito internet del programma “ Chi vuol essere milionario?”<br />

tale competizione è presentata come “servizi SMS”, dove ogni giorno<br />

si possono vincere: <strong>una</strong> shopping card da mille euro; ogni domenica<br />

<strong>una</strong> da <strong>di</strong>ecimila euro; un giorno jolly stabilito dalla produzione in cui se<br />

ne vince <strong>una</strong> da tremila euro. Se si vuol partecipare, bisogna cliccare<br />

per ricevere “maggiori <strong>info</strong>rmazioni”. Tutto sacrosanto: è <strong>una</strong> gara!<br />

Il punto è proprio questo: se uno ti aiuta è perché lo vuol fare, come<br />

<strong>di</strong>ce Rocky al cognato nel terzo film della saga, ma dov’è l’assistenza<br />

maggio 2009<br />

SERA<br />

EMOZIONI D’ARREDO<br />

Ven<strong>di</strong>ta Promozionale<br />

Sconto del 30%<br />

<strong>di</strong> Ivan Di Nino<br />

onesta e sincera se il servizio è oneroso?<br />

Certo, per partecipare basta <strong>una</strong> manciata <strong>di</strong> spiccioli, ma provate a<br />

sommare un tot <strong>di</strong> partecipanti a fronte <strong>di</strong> mille o anche <strong>di</strong>ecimila euro<br />

in palio: Me<strong>di</strong>aset guadagna <strong>una</strong> vagonata <strong>di</strong> sol<strong>di</strong> sborsando <strong>una</strong> somma<br />

modestissima. Inoltre, qualcuno può tranquillamente affermare<br />

che l’aiuto è piccolissimo: telefonano in milioni, vince uno solo!Ogni<br />

tanto su internet girano vicende ri<strong>di</strong>cole: ti arriva <strong>una</strong> e-mail in cui è<br />

scritto “ho urgente bisogno <strong>di</strong> denaro, datemi centomila euro e tra due<br />

mesi ne renderò cinquecentomila”. Dammene tu cinquantamila subito<br />

e la chiu<strong>di</strong>amo! Da queste sciocchezze è poi nato il “Raggiro World<br />

championship” <strong>di</strong> Striscia la notizia.<br />

Niente a che vedere con queste truffe, per carità, tuttavia se quello presentato<br />

da Jerry è un concorso a premi tale deve restare, ma non può<br />

passare per beneficienza ciò che non lo è e nemmeno vuole esserlo.<br />

Qualcuno ricorderà la storiella <strong>di</strong> Terence Hill nel famosissimo film “Il<br />

mio nome è nessuno”: un pulcino è intirizzito per il freddo ed emette<br />

alcuni gemiti <strong>di</strong> dolore; passa <strong>una</strong> mucca che pare guardarlo con<br />

<strong>di</strong>sprezzo e…patapam! Lo sommerge <strong>di</strong> letame. Il piccolo pian piano si<br />

riscalda, comincia a sentirsi meglio e torna a pigolare <strong>di</strong> felicità: “Pio,<br />

pioooo!!!”. Un coyote, allertato dal rumore, si avvicina, toglie il pulcino<br />

dalla cacca, lo pulisce per bene e… lo mangia in un boccone! Alla fine<br />

del film, il grande Henry Fonda trova la spiegazione: “Non tutti quelli<br />

che ti buttano della merda addosso lo fanno per farti del male. Non<br />

tutti quelli che ti tirano fuori dalla merda lo fanno per farti del bene”<br />

Nessuno regala niente, figuriamoci i sol<strong>di</strong>. No, Jerry, quella frase non<br />

dovevi <strong>di</strong>rla. Pazienza. Tuttavia gl’italiani non sono stupi<strong>di</strong> (eh…)e capiranno<br />

che eri in buona fede. Me<strong>di</strong>tate gente, me<strong>di</strong>tate. u


pag<br />

26<br />

l’oggetto del desiderio<br />

La Regina<br />

dei Carpazi<br />

come Renoir<br />

S<br />

e qualcuno <strong>di</strong> voi l’ha vista partire,<br />

racconti com’era vestita. Quanta<br />

fretta aveva nei capelli, ae era triste<br />

o era felice. Il giorno che Alina prese la corriera<br />

salutò il granaio del mondo e via lontano<br />

sfidando d’azzardo il suo destino. Da<br />

qualche parte ci sarà <strong>una</strong> casa più grande<br />

pensò, probabilmente esiste un uomo migliore.<br />

Da allora la Regina dei Carpazi, così<br />

la chiamava suo padre quand’era sbronzo,<br />

cambiò passo. Lo specchio tornò a sorridere e il Bel Paese<br />

che l’aveva accolta le ruotava intorno. Alina realizzò presto il<br />

sogno <strong>di</strong> vestire la sua mano con un prezioso crisoprasio.<br />

Un crisoprasio verde come la speranza e come quello che<br />

indossava la Regina dei Carpazi.<br />

Il nostro Oggetto del Desiderio è il Crisoprasio<br />

Il Crisoprasio è <strong>una</strong> bella varietà <strong>di</strong> calcedonio verde mela con<br />

Elezioni al Comune <strong>di</strong> Teramo<br />

6 - 7 giugno 2009<br />

Marcello<br />

maggio 2009<br />

...la mia<br />

esperienza<br />

al vostro servizio.<br />

www.marcelloolivieri.it<br />

OLIVIERI<br />

con MAURIZIO BRUCCHI Sindaco<br />

<strong>di</strong> Carmine Goderecci<br />

<strong>di</strong> Oro e Argento<br />

<strong>una</strong> durezza che varia da 6,5 a 7. appartiene al gruppo del<br />

quarzo ed è relativamente raro. Nei secoli scorsi era usato<br />

per decorazioni nelle cattedrali e nei xastelli e nei gioielli<br />

cretai per le famiglie reali. Si può trovare in Brasile, In<strong>di</strong>a,<br />

Russia, Sud Africa e Usa. Metafisicamente il Crisoprasio è<br />

<strong>una</strong> pietra che porta pace al cuore e benessere agli stati<br />

emotivi, mentali e fisici. Permette <strong>di</strong> centrare facilmente il<br />

chakra del cuore e incoraggia un processo<br />

<strong>di</strong> crescita interiore equilibrato e or<strong>di</strong>nato.<br />

I me<strong>di</strong>um riferiscono che il Crisoprasio<br />

instilla uno stato <strong>di</strong> grazia interiore facilitando<br />

stati me<strong>di</strong>tativi profon<strong>di</strong>, la pietà e il<br />

perdono. Si <strong>di</strong>ce che sia <strong>una</strong> finestra verso<br />

la perfezione interiore e che incoraggi<br />

l’adattabilità, l’accettazione <strong>di</strong> sé e il rilassamento.<br />

Si crede che sia curativa per le<br />

emozioni, in modo particolare per il crepacuore,<br />

e che permetta <strong>di</strong> vedere opportunità<br />

<strong>di</strong> crescita anche nella sfort<strong>una</strong>. Il suo uso<br />

è raccomandato per coloro che desiderano sollevarsi dallo<br />

stress. Può essere calmante per l’ira e anche per la paura.<br />

Il Crisoprasio combina armoniosamente con tutti i membri<br />

della famiglia del quarzo così come con la Moldavite, la Fenacite,<br />

la Tanzanite, la Danburite, l’Azeztulite, la Labradorite<br />

dorata, la Ciaroite, la Serafinite, la Morganite, il Quarzo<br />

blu siberiano, lo smeraldo e molte altre gemme. u<br />

Committente responsabile: il can<strong>di</strong>dato


col<strong>di</strong>retti <strong>info</strong>rma<br />

Due anni <strong>di</strong><br />

congedo retribuito<br />

ai figli <strong>di</strong> soggetti<br />

portatori<br />

<strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap<br />

Una sentenza della Corte Costituzionale<br />

rivoluziona le norme della legge<br />

104 a favore dei figli <strong>di</strong> soggetti che<br />

sono stati riconosciuti portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap.<br />

Fino ad ora i lavoratori <strong>di</strong>pendenti, che<br />

assistevano i genitori con han<strong>di</strong>cap grave,<br />

potevano beneficiare <strong>di</strong> 3 giorni al mese <strong>di</strong><br />

permesso retribuito. Grazie a questa recente<br />

sentenza avranno <strong>una</strong> ulteriore possibilità:<br />

richiedere la concessione <strong>di</strong> due anni <strong>di</strong><br />

congedo retribuito. In precedenza il congedo<br />

straor<strong>di</strong>nario veniva concesso solo ai genitori<br />

<strong>di</strong> figli con grave <strong>di</strong>sabilità. La sentenza in<br />

questione ha sancito l’iniquità della norma in<br />

questione, che viola gli articoli 2,3 e 32 della<br />

Costituzione che riguardano i doveri inderogabili<br />

<strong>di</strong> solidarietà politica, economica e<br />

sociale della collettività per garantire la tutela<br />

la cura della persona. L’INPS si sta attrezzan-<br />

maggio 2009<br />

do per recepire questo nuovo orientamento<br />

adeguando la modulistica per la presentazione<br />

della domanda. Ovviamente la concessione<br />

<strong>di</strong> questo importante beneficio è subor<strong>di</strong>nata<br />

alla sussistenza <strong>di</strong> determinate con<strong>di</strong>zioni.<br />

Per prima cosa è in<strong>di</strong>spensabile che i genitori<br />

per cui si chiede il congedo siano in possesso<br />

del verbale ASL che attesti il riconoscimento<br />

<strong>di</strong> uno stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilità <strong>di</strong> tipo grave ai sensi<br />

della legge 104 (ricor<strong>di</strong>amo che non è sufficiente<br />

aver ottenuto l’accompagnamento).<br />

Inoltre il richiedente deve provare l’<strong>effetti</strong>va<br />

convivenza con il genitore da assistere e<br />

l’assenza nel nucleo familiare <strong>di</strong> altre persone<br />

“idonee” a prendersi cura del portatore <strong>di</strong><br />

han<strong>di</strong>cap. Per esempio: il genitore portatore<br />

<strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap grave non deve essere coniugato<br />

oppure, in presenza <strong>di</strong> coniuge, lo stesso non<br />

deve prestare attività lavorativa <strong>di</strong>pendente<br />

(è ammessa solo attività autonoma, ad<br />

esempio coltivatore <strong>di</strong>retto ecc…). E’ possibile<br />

usufruire dei benefici se ci sono altri figli nello<br />

stesso stato <strong>di</strong> famiglia, ma a con<strong>di</strong>zione che<br />

svolgano attività autonoma (coltivatore <strong>di</strong>retto<br />

ecc…) oppure che non svolgano alc<strong>una</strong> attività.<br />

In caso contrario gli altri figli dovranno<br />

rinunciare espressamente al congedo per il<br />

genitore nello stesso periodo attraverso <strong>una</strong><br />

apposita <strong>di</strong>chiarazione.<br />

<strong>di</strong> Nicola Lucci<br />

Col<strong>di</strong>retti Teramo<br />

INVALIDI CIVILI<br />

Nuovi importi e limiti <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to<br />

per ottenerli<br />

L’Inps sta provvedendo all’invio della<br />

<strong>di</strong>chiarazione <strong>di</strong> responsabilità, per i titolari<br />

<strong>di</strong> indennità <strong>di</strong> accompagnamento, relativa<br />

alla sussistenza o meno della con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

ricovero gratuito e per i titolari <strong>di</strong> assegno<br />

mensile, relativa allo svolgimento o meno <strong>di</strong><br />

un’attività lavorativa. <strong>Gli</strong> invali<strong>di</strong> civili in base<br />

alla percentuale <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà riconosciuta<br />

dalle commissioni me<strong>di</strong>che ASL hanno <strong>di</strong>ritto<br />

a specifiche prestazioni economiche, oltre<br />

che <strong>di</strong> tipo sanitario. A partire da un riconoscimento<br />

del 34%, l’invalido civile ha <strong>di</strong>ritto<br />

a protesi e ausili sanitari. Con il riconoscimento<br />

<strong>di</strong> un grado <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà, almeno pari<br />

al 46% è prevista la possibilità <strong>di</strong> iscriversi<br />

nelle liste speciali del collocamento obbligatorio.<br />

Dal 67% in poi si può usufruire anche<br />

dell’esenzione del ticket sanitario. Il <strong>di</strong>ritto<br />

alle prestazioni economiche previste dalla<br />

Legge è anche con<strong>di</strong>zionato dal rispetto dei<br />

limiti <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to rivalutati annualmente, oltre<br />

che dal requisito <strong>di</strong> età anagrafica. In sintesi,<br />

l’invalido civile <strong>di</strong> età compresa tra i 18 e i<br />

64 anni nei cui confronti sia accertata <strong>una</strong><br />

invali<strong>di</strong>tà.<br />

pag<br />

27


pag<br />

28<br />

La Televisione<br />

cubana<br />

C redo<br />

lettere dai Caraibi<br />

che la maggioranza degli abitanti <strong>di</strong> ciascun paese vorrebbe<br />

migliorarla a proprio uso e consumo e secondo i propri gusti. Così in<br />

Italia, quando c’era solamente la rai, la televisione era forse meno<br />

criticata che dopo l’avvento delle reti Me<strong>di</strong>aset che ha portato certamente <strong>una</strong><br />

scelta o almeno <strong>una</strong> concorrenza che prima non esisteva. Che poi l’offerta sia<br />

migliorata o meno non sta a me <strong>di</strong>rlo ma certamente ora c’è <strong>una</strong> scelta maggiore<br />

rispetto a qualche decennio fa’. L’offerta televisiva qui a Cuba invece si evolve<br />

molto lentamente. Rispetto alla situazione italiana questa cubana è davvero preoccupante<br />

e non parlo soltanto per la pluralità delle voci (in Italia non mi sembra<br />

<strong>una</strong> situazione i<strong>di</strong>lliaca a proposito) quanto alla qualità e varietà dei programmi<br />

offerti. Se c’è <strong>una</strong> cosa su cui tutti i cubani sono d’accordo è la dubbia qualità dei<br />

programmi dell’ICRT. Questa sigla è la corrispondente alla nostra RAI, cioè la<br />

televisione rigorosamente statale i cui programmi vengono irra<strong>di</strong>ati dalle varie<br />

se<strong>di</strong> del Vedado avanero. Fino a otto anni fa’ c’erano solo due canali: l’ammiraglia<br />

Cubavision e il canale d’intrattenimento Tele Rebelde. Poi negli anni si sono<br />

aggiunti due canali che in Italia chiameremmo Educational (Canal Educativo 1 e<br />

2) e infine tre anni e mezzo fa’ è giunta <strong>una</strong> quinta (e per il momento ultima) rete<br />

prettamente regionale che nella capitale si chiama Canal Habana. I palinsesti,<br />

come <strong>di</strong>cevo, lasciano un po’ a desiderare: telenovele, partite <strong>di</strong> baseball cubano,<br />

lezioni d’idraulica la fanno da padrona. I telegiornali sono a reti unificate (tranne<br />

maggio 2009<br />

<strong>di</strong> Francesco Pellecchia<br />

agente.havana@yahoo.it<br />

che su Tele Rebelde che alle otto <strong>di</strong> sera trasmette sport), poi c’è la versione<br />

cubana del “Porta a Porta” <strong>di</strong> Vespa che qui si chiama “Mesa Redonda<br />

Informativa” che tratta dei temi (<strong>di</strong> solito politici) che riguardano Cuba e/o i<br />

suoi alleati nella regione (Venezuela, Bolivia ecc.) o i nemici storici statunitensi.<br />

Da qualche stagione però sono arrivati i telefilm americani come CSI o<br />

Doctor House che hanno spopolato soprattutto nelle fasce più giovani della<br />

popolazione. Questa tendenza è <strong>una</strong> novità assoluta a Cuba poiché ciò che<br />

proveniva dagli Stati Uniti era sempre o quasi da evitare. Dico quasi perché i<br />

film, come ovvio, sono in gran maggioranza made in Usa e sono trasmessi tutti<br />

i giorni. Il sabato è però il giorno dei film per eccellenza: dalle 22,00 in poi ben<br />

quattro in rapida successione interrotti solo da un breve notiziario <strong>di</strong> tre minuti<br />

tra il primo e il secondo. Personalmente non sono mai stato uno spettatore<br />

assiduo della tv e a Cuba ancora meno considerando anche che le antenne<br />

paraboliche sono proibite nelle case private. Questa strana proibizione è<br />

sempre stata in vigore per ragioni che cambiano secondo i due punti <strong>di</strong> vista<br />

correnti (pro o contro il governo). I primi <strong>di</strong>fendono la scelta giustificandola con<br />

l’evitare l’asse<strong>di</strong>o me<strong>di</strong>atico che i canali del sud della Florida esercitano contro<br />

la politica governativa. I secon<strong>di</strong> invece asseriscono che tale proibizione sta nel<br />

fatto che il governo non vuol tenere <strong>info</strong>rmato il popolo se non con l’<strong>info</strong>rmazione<br />

<strong>di</strong> Stato. Come sempre non voglio pronunciarmi sui guelfi e ghibellini<br />

anche se qualche partita <strong>di</strong> calcio internazionale dal mio sofà non guasterebbe<br />

le mie giornate e invece sono costretto ad andare in qualche hotel o ristorante<br />

dove le immagini satellitari sono permesse (al servizio dei turisti). Strano vero?<br />

Sono tentato a scrivere un articolo su altre singolari proibizioni in vigore qui a<br />

Cuba, a volte quando le racconto agli italiani che vengono per turismo non mi<br />

credono ma ci sono situazioni davvero grottesche che però vanno lette sempre<br />

nel contesto in cui ci si trova. Ora vi lascio: ho la ripetizione della replica della<br />

telenovela cubana del 2000 che mi attende su Cubavision. Hasta la proxima. u


note linguistiche<br />

L’origine<br />

della parola<br />

“quiz”<br />

Gentile Professoressa Di Flaviano, seguo<br />

sempre con molta attenzione la Sua rubrica<br />

e voglio chiederLe <strong>di</strong> darmi delucidazioni<br />

sull’origine della parola “quiz”.<br />

Cor<strong>di</strong>ali saluti<br />

Un Suo affezionato lettore<br />

Gentile lettore, la parola chiave per arrivare a “quiz” è quesito,<br />

parola che viene dal verbo latino quaero-is-quaesivi, quaesitum,<br />

quaerere e che in origine significò “cercare, ricercare”, successivamente<br />

“fare <strong>una</strong> inchiesta, <strong>info</strong>rmarsi” e infine “chiedere per<br />

sapere, domandare”.<br />

maggio 2009<br />

<strong>di</strong> Maria Gabriella Di Flaviano<br />

Derivano proprio da questo verbo le parole questione (= interrogazione,<br />

argomenti <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione); questionario (= serie <strong>di</strong> questioni,<br />

<strong>di</strong> quesiti su un dato argomento); quesito (= domanda, questione<br />

da risolvere); questore (= funzionario che ha l’incarico <strong>di</strong> indagare,<br />

<strong>di</strong> investigare); questura (= organo amministrativo che ha il<br />

compito <strong>di</strong> indagare sui reati); questurino (= addetto alla questura,<br />

investigatore); questua (= il chiedere l’elemosina);<br />

questuante (= chi chiede l’elemosina).<br />

Quiz sembra derivare dalla stessa ra<strong>di</strong>ce, essendo<br />

l’abbreviazione dell’inglese “inqusition” (= quesito,<br />

domanda, interrogatorio). C’è però chi sostiene<br />

trattarsi <strong>di</strong> <strong>una</strong> parola <strong>di</strong> pura invenzione, uscita dalla<br />

fantasia <strong>di</strong> un impresario teatrale <strong>di</strong> Dublino, un certo<br />

Daly il quale aveva scommesso <strong>di</strong> introdurre, nel<br />

breve giro <strong>di</strong> un giorno, <strong>una</strong> nuova parola tra i suoi<br />

concitta<strong>di</strong>ni. Per attuare il suo piano, il Daly cominciò a scrivere<br />

su tutti i muri della città le prime quattro lettere che gli vennero<br />

in mente: quiz. In breve tempo questo vocabolo, scritto a caratteri<br />

cubitali in vernice rossa, suscitò la curiosità <strong>di</strong> tutti che si domandavano:<br />

che cosa vuol <strong>di</strong>re? Che cosa significa? E siccome la<br />

risposta non venne mai, quiz acquistò il significato <strong>di</strong> “?, domanda”<br />

con cui è passato alla storia della lingua. u<br />

Vota<br />

pag<br />

29


L’AZIENDA E LA SUA MISSION<br />

La Julia Servizi Più è <strong>una</strong> società, con capitale pubblico, specializzata nella fornitura <strong>di</strong> gas metano ad uso civile e industriale, con<br />

10.000 clienti già serviti e 14 milioni <strong>di</strong> metri cubi annui erogati nella provincia <strong>di</strong> Teramo.<br />

La società è nata nel 2004, a seguito della liberalizzazione del mercato del gas naturale, <strong>di</strong>sposta dal Decreto Legislativo 23 maggio 2000 n. 164.<br />

L’obiettivo primario primario della Julia Servizi Più è è rispondere alle esigenze <strong>di</strong> gas metano nel territorio, garantendo un servizio efficiente e<br />

qualificato a costi convenienti.<br />

Si tratta <strong>di</strong> <strong>una</strong> società <strong>di</strong> proprietà del Comune <strong>di</strong> Giulianova che svolge, in collaborazione con l’amministrazione l’amministrazione com<strong>una</strong>le, anche anche<br />

un importante ruolo in ambito ambito sociale, attraverso <strong>una</strong> <strong>una</strong> serie <strong>di</strong> agevolazioni agli utenti che vivono in con<strong>di</strong>zioni con<strong>di</strong>zioni economicamente<br />

<strong>di</strong>sagiate.<br />

L’attività <strong>di</strong> Julia Servizi Più si basa su:<br />

• rapporto <strong>di</strong>retto con la clientela;<br />

• sconti tariffari sul costo del gas;<br />

• fatturazione mensile o bimestrale;<br />

• fatturazione costante dei consumi con conguaglio <strong>di</strong> fine anno;<br />

• rateizzazione dei pagamenti;<br />

• pagamento tramite domiciliazione bancaria o postale;<br />

• pagamento tramite sportelli provinciali della SOGET Spa senza costi aggiuntivi,<br />

e altre soluzioni personalizzate per favorire e agevolare le famiglie e le imprese clienti.<br />

JULIA SERVIZI PIÙ ARRIVA A TERAMO<br />

Con lo stesso spirito e i medesimi obiettivi aziendali e sociali, Julia Servizi Più si affaccia sul mercato della città <strong>di</strong> Teramo,<br />

proponendo le proprie offerte commerciali a privati, imprese ed enti, con servizi innovativi e personalizzati, in grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare<br />

le esigenze <strong>di</strong> tutti.<br />

L’offerta <strong>di</strong> Julia Servizi Più agli utenti <strong>di</strong> Teramo porterà RISPARMIO e QUALITÀ nei servizi; sarà sempre possibile il contatto<br />

<strong>di</strong>retto con il personale dell’azienda, nonchè concordare tempi e modalità <strong>di</strong> pagamento delle bollette, per rispondere al meglio alle<br />

esigenze <strong>di</strong> ognuno.<br />

I clienti <strong>di</strong> Julia Servizi Più hanno a <strong>di</strong>sposizione un sito internet per ricevere <strong>info</strong>rmazioni specifiche, richiedere un appuntamento o<br />

contattare l’azienda, proporre variazioni al contratto o alla gestione dell’utenza, richiedere ulteriori preventivi, segnalare inefficienze<br />

o proporre iniziative utili al miglioramento del servizio, ecc. Ciò nell’ottica del CONTATTO DIRETTO e quoti<strong>di</strong>ano tra l’azienda <strong>di</strong><br />

erogazione e l’utente.<br />

Per essere CLIENTI <strong>di</strong> Julia Servizi Più è sufficiente sottoscrivere un contratto, senza apportare alc<strong>una</strong> mo<strong>di</strong>fica al proprio impianto<br />

in casa o in azienda. L’erogazione del gas metano continuerà come sempre, ma avverrà a opera <strong>di</strong> un altro fornitore, Julia Servizi Più,<br />

con un significativo risparmio e migliori servizi.<br />

Julia Servizi Più<br />

Corso Garibal<strong>di</strong>, 65 - 64021 Giulianova (Teramo)<br />

Tel. 085 8001111 - 085 8007651 • Fax 085 8025783<br />

commerciale@juliaservizi.it<br />

www.juliaservizi.it


pag<br />

32<br />

il cinema segreto<br />

La Jerusalem<br />

liberata<br />

Il fi lm liberatorio <strong>di</strong><br />

Masharawi<br />

Nel mondo arabo i programmi culturali<br />

hanno sempre rincorso i progetti politici.<br />

Jibril Awad<br />

I<br />

metafilm, cioè le pellicole che parlano del cinema (per<br />

mezzo del cinema), facendo finta <strong>di</strong> parlar d’altro e, inevitabilmente,<br />

parlando d’altro, andrebbero <strong>di</strong>visi almeno<br />

in tre categorie: quelli che semplicemente citano altri testi (i<br />

vari Scream) o, al limite, ne sono <strong>una</strong> parafrasi o <strong>una</strong> perifrasi<br />

(ancora Scream), sguaiata (Scary Movie) o sofisticata (De Palma<br />

su Hitchcock, Woody Allen su Fellini o Bergman); le opere che<br />

hanno per soggetto la settima arte, esplorata, narrativamente,<br />

nelle fasi produttiva (Hollywood<br />

En<strong>di</strong>ng; Hollywood,<br />

Vermont), <strong>di</strong>stributiva<br />

o fruitiva (Nuovo Cinema<br />

Para<strong>di</strong>so); infine, i più<br />

ra<strong>di</strong>cali e sofisticati che<br />

si prendono la briga <strong>di</strong><br />

spiegare e smontare il<br />

funzionamento del <strong>di</strong>spositivo<br />

cinematografico (da<br />

Godard a Kiarostami).<br />

Ticket to Jerusalem,<br />

uscito e non considerato<br />

nel 2002, appartiene a<br />

tutte e tre le categorie,<br />

ma nel contempo le<br />

trascende tutte. Il film,<br />

dal soma costruito con<br />

logica attenuante e dotato<br />

<strong>di</strong> racontants, eventi ed<br />

esistenti chiarissimi, ha<br />

attitu<strong>di</strong>ni alla linearità ingenua: si vede solo quello che c’è. Per<br />

questo è apparentemente incompatibile con le dense tessiture<br />

della percezione attiva e inattesa del metatesto. Ma le sue cellule<br />

germinali, il germen, mettono in funzione <strong>una</strong> molteplicità <strong>di</strong><br />

immagini invisibili e <strong>di</strong>namitarde che traggono il loro significato<br />

dal contesto politico del contenente, dalla cui <strong>di</strong>rezione origina,<br />

in creativo e splendente crossing over, il contenuto.<br />

E’ probabile che il regista Rashid Masharawi, nato in un campo<br />

profughi nei pressi <strong>di</strong> Gaza, abbia girato nel rispetto <strong>di</strong> quei<br />

vecchi principi che, secondo il parere <strong>di</strong> Hassan Abu Ghanima<br />

maggio 2009<br />

<strong>di</strong> Leonardo Persia<br />

dell’Associazione del cinema palestinese, definiscono rivoluzionario<br />

il cinema: “ispirazione giusta” (invito a ricombinare<br />

l’esistente, non soltanto fiction) e “serietà del trattamento”<br />

(rinuncia ai deja-vu non soltanto hollywoo<strong>di</strong>ani), ma combinati,<br />

attenzione, con “chiarezza d’espressione” (ness<strong>una</strong> stravaganza<br />

o piroetta art pour l’art) e “centralità” dei problemi local (la<br />

propria realtà culturale in tutte le sue forme, comprese quelle<br />

me<strong>di</strong>atiche). Ecco perché manca ogni possibile manierismo calligrafico<br />

iraniano (non si è sciiti o sunniti a caso) e il rivestimento<br />

formale <strong>di</strong>gital tanto <strong>di</strong> moda azzera non solo i confini tra docu<br />

e fiction, ma pure i “dogmatismi” alla Lars von Trier. E’ fin<br />

troppo ovvio che cinefili-massa e critici-massa siano <strong>di</strong>sturbati<br />

proprio dalla mancanza dell’evidente intelligenza del cinema<br />

d’autore e, forse, dall’antisistematicità del messaggio politico,<br />

che si preferirebbe condensato<br />

in un bel comizio<br />

finale che non aggirasse,<br />

come si <strong>di</strong>sse all’uscita,<br />

“l’ambiguità del reale”,<br />

cioè il problema del conflitto<br />

arabo-sionista.<br />

Certo, restituire <strong>di</strong>gnità<br />

all’atto <strong>di</strong> vedere (il<br />

cinema non solo come<br />

complemento del pop<br />

corn) risulta senz’altro in<strong>di</strong>gesto a quei critici che cadono dalle<br />

nuvole se qualcuno accosta, per esempio, il me<strong>di</strong>ocrissimo<br />

Le due torri <strong>di</strong> Peter Jackson alla jihad <strong>di</strong> Bush, jr. Ma tant’è.<br />

Sono proprio essi a non capire, mortificandola, l’esaltante<br />

carica libertaria e rivoluzionaria dell’immaginario pop, del puro<br />

entertainment, <strong>di</strong> quella hegeliana profon<strong>di</strong>tà della superficie<br />

stigmatizzata da un altro film tutto d’un pezzo come Ricordati <strong>di</strong><br />

me (tanto per citare un altro film chiacchierato del periodo). Che<br />

<strong>di</strong>re allora della vecchia sophisticated comedy, del meraviglioso<br />

Oliveira de La lettera e, anche, del sottovalutato Malena <strong>di</strong><br />

Tornatore (partire da un’effige femminile piuttosto porno per<br />

arrivare all’autentica comprensione della donna)?<br />

Di fatto, anche qui, come nel film più famoso del regista<br />

siciliano, si racconta <strong>di</strong> un proiezionista missionario mosso da<br />

magnifica ossessione. Perennemente on the road, l’uomo,<br />

che si chiama Jaber e vive nel campo <strong>di</strong> Qalan<strong>di</strong>a, alle porte <strong>di</strong><br />

Ramallah, dopo essere stato un rifugiato in Libano, si ostina,<br />

con determinazione kamikaze, a spendere gran parte delle sue<br />

giornate tra le lunghe file dei check point israeliani, risoluto<br />

com’è a portare il suo cinema mobile nelle scuole dei campi<br />

profughi. Latitano però le trappole della memoria cinefila (la<br />

pastosa nostalgia tornatoriana) e della narrativa che esibisce la<br />

propria logica organizzativa, per non parlare, si è detto, dei vezzi<br />

snob dell’autoreferenzialità. Tuttavia sono in agguato clamorosi<br />

quanto intangibili scambi d’identità tra me<strong>di</strong>um e fine, tra spettacolo<br />

e realtà, proiettati (in tutti i sensi) in un futuro necessariamente<br />

<strong>di</strong>verso.<br />

Si guar<strong>di</strong> la scena in cui Jaber, con la moglie, si reca per <strong>una</strong><br />

proiezione a Ramallah nel mezzo <strong>di</strong> un bombardamento.<br />

› Urashid masharawi


Ovviamente black-out e paura hanno<br />

fatto <strong>di</strong>sertare la sala e il morale del<br />

proiezionista va in pezzi. Parte la musica,<br />

mesta ed extra<strong>di</strong>egetica, ma, sorpresa,<br />

essa proviene dalla sala, dove c’è un<br />

musicante che fa la sua performance tra<br />

le candele, dando corpo, come in Godard<br />

o Jarman, al commento musicale. Quelle<br />

note, che il fuoricampo aveva suggerito<br />

come semplice sound track, <strong>di</strong>ventano<br />

così elemento narrativo, personaggio,<br />

<strong>di</strong>egesi, attestando l’assoluta corrispondenza,<br />

in questo film, tra virtuale ed<br />

effettuale. Da quel momento, l’interscambio<br />

e la metamorforsi (anche<br />

la me<strong>di</strong>amorfosi: cinema/musica…)<br />

saranno continui. Sono le stesse note del<br />

musico, infatti, a raccordare la sequenza<br />

successiva, col tenace proiezionista<br />

bloccato dai militari mentre cerca <strong>di</strong> far<br />

ritorno al campo <strong>di</strong> Qalan<strong>di</strong>a col furgone.<br />

E mentre Jaber, con infinita pazienza, è<br />

costretto a caricare il proiettore su <strong>una</strong><br />

carriola e mettersi in fila pedestre al<br />

posto <strong>di</strong> blocco, uno stacco <strong>di</strong> montaggio<br />

ci mostra, in perfida antitesi ma senza<br />

banali sottolineature, un bravo telegior-<br />

nalista made in Italy che fa il suo bel<br />

pezzo dal me<strong>di</strong>o Oriente. C’è me<strong>di</strong>um e<br />

me<strong>di</strong>um certo, o, meglio, soltanto i <strong>di</strong>fferenti<br />

sguar<strong>di</strong> su <strong>di</strong> essi (lo si <strong>di</strong>ceva anche<br />

sopra), e Masharawi sa farli combaciare<br />

e sovrimprimerli per poter poi meglio<br />

destrutturarli e <strong>di</strong>fferenziarli.<br />

Il suo film, tautologicamente, svela<br />

la propria eversività occultandola in<br />

<strong>una</strong> forma che si mostra dentro e<br />

si nasconde fuori. Sembra (solo) un<br />

réportage, come il precedente Ra<strong>di</strong>o<br />

Palestina (altro film politico sui me<strong>di</strong>a,<br />

che in originale si chiama, non a caso,<br />

Live from Palestine), perché la realtà<br />

palestinese è assurdamente definita solo<br />

come spettacolo e quin<strong>di</strong> il suo realismo<br />

è piuttosto <strong>una</strong> finzione. Ma la finzione è<br />

vera, perché essa non costituisce altro<br />

che “il regno autocratico dell’economia<br />

mercantile elevato a uno statuto <strong>di</strong><br />

sovranità irresponsabile” (Guy Debord),<br />

a cui Jaber non può che oppure il suo<br />

altrettanto vero spettacolo. Quello del<br />

massacro <strong>di</strong> Sabra e Chatila che mostra<br />

alla moglie sotto forma <strong>di</strong> film (<strong>di</strong>retto nel<br />

1983 dall’iracheno Qasim Hawal) o quello<br />

del percorso compiuto quoti<strong>di</strong>anamente,<br />

con le sue proiezioni, per ri-occupare<br />

virtualmente i territori blindati <strong>di</strong> Gaza e<br />

della West Bank, fino al punto d’arrivo<br />

<strong>di</strong> Gerusalemme (est), top dei confini<br />

tracciati dall’Intifada per designare il<br />

“proprio” stato in<strong>di</strong>pendente.<br />

D’altronde, la struttura del cinema mobile<br />

è <strong>di</strong>venuta già da parecchio <strong>una</strong> magnifica<br />

sfida alla de-territorializzazione<br />

culturale prima che spaziale del popolo<br />

palestinese e costituisce il naturale<br />

approdo <strong>di</strong> un cinema nato già politico<br />

e in conflitto, e a cui si attribuisce, da<br />

realizzatori e fruitori, un’ importanza<br />

“tanto grande quanto quella dell’esito <strong>di</strong><br />

un’operazione militare” (ancora Hassan<br />

Abu Ghanima). Qui il “nazionale” non ha<br />

il significato ideologicamente ristretto,<br />

mai autenticamente “popolare”, della<br />

nostra Italia provincialmente “<strong>di</strong> casta”<br />

(e <strong>di</strong> casta provinciale). A vedere Ticket<br />

to Jerusalem Antonio Gramsci avrebbe<br />

esultato. u<br />

pag<br />

33


pag<br />

34<br />

basket<br />

Banca<br />

Tercas<br />

Teramo<br />

È<br />

d’obbligo iniziare, nel commentare, dalla 15ª ed ultima<br />

giornata del campionato regolare della serie A, <strong>di</strong> questa<br />

stagione ”straor<strong>di</strong>naria” della BancaTercas Teramo<br />

perché la gara in oggetto contro la Gmac Bologna ha racchiuso<br />

un’importanza emotiva e <strong>una</strong> drammaticità tali, da lasciare<br />

nel dopo gara e durante la settimana, polemiche e strascichi<br />

consistenti in reclami, contro reclami in seno alla FerderBasket,<br />

con tanto <strong>di</strong> legali in <strong>di</strong>fesa delle due società, per <strong>di</strong>scutere la non<br />

regolarità dell’incontro preannunciata dalla società bolognese.<br />

Dopo attenta valutazione del primo e del secondo ricorso, la<br />

commissione ha respinto le istanze, confermando il risultato<br />

acquisito sul campo. Teramo, ai play off scudetto dovrà giocare<br />

la prima delle cinque partite a fasi alterne, contro l’Armani<br />

jeans Milano, piazzatasi al sesto posto della graduatoria. L’inizio<br />

<strong>di</strong> questa bella e nuova avventura al PalaScapriano lunedì 18<br />

maggio con inizio alle ore 20.30. Tornando alla gara giocata, le<br />

due formazioni si sono affrontate con <strong>di</strong>versi destini e con <strong>di</strong>verse<br />

motivazioni. La Gmac Bologna doveva giocare la partita della vita;<br />

vincendo a Teramo avrebbe evitato la retrocessione, Salsonica<br />

Rieti permettendo e BancaTercas doveva vincere per consolidare<br />

la terza posizione, importante ai fini dei playoff scudetto per<br />

non incontrare il Montepaschi Siena in un eventuale passaggio<br />

alla semifinale. Motivazioni che hanno reso l’appuntamento<br />

incandescente, giocato a ritmi vertiginosi e senza esclusione <strong>di</strong><br />

colpi. Teramo con le sue punte <strong>di</strong> <strong>di</strong>amante ha giocato a tratti <strong>una</strong><br />

pallacanestro entusiasmante. Amoroso, Carrol, Poeta, Brawn,<br />

l’onnipresente Moss, capitan Lulli, Piazza e Cerella ribattevano<br />

colpo su colpo agli avversari, sfort<strong>una</strong>ti nel perdere Gordon<br />

nei minuti iniziali ma sostenuti dal sempre valido Fucka e dalla<br />

sapiente regia <strong>di</strong> Huertas, ben supportati dal teatino Mancinelli,<br />

dagli ex Malaventura e Citta<strong>di</strong>ni, da Slokar e da Papadopoulos. La<br />

parte finale della gara è stata quella che ha riservato le maggiori<br />

emozioni, Teramo, che quest’anno ha sette vite, reagiva come<br />

un leone ferito al vantaggio dei bolognesi e nell’ultimo assalto si<br />

riportava avanti. Un solo punto <strong>di</strong>videva le due contendenti quando<br />

il canestro del bolognese Scales, a norma <strong>di</strong> regolamento (la<br />

sirena ha iniziato a suonare quando il pallone era ancora in mano<br />

al bolognese) non veniva convalidato con estrema decisione<br />

dall’arbitro internazionale Cerebuch. La partita si concludeva<br />

con BancaTercas sugli scu<strong>di</strong> per i suoi 73 punti segnati e con la<br />

Gmac ferma a 72 punti. In definitiva, stagione da incorniciare per<br />

Teramo che oltre a questo ottimo campionato, ha avuto attenzioni<br />

e riconoscimenti importanti dalla Lega Basket: Capobianco<br />

miglior allenatore, Moss secondo miglior giocatore e Carlo<br />

maggio 2009<br />

<strong>di</strong> Bebè Martorelli<br />

Antonetti secondo miglior <strong>di</strong>rigente.<br />

Nel rivisitare le giornate precedenti, per la 13ª <strong>di</strong> ritorno, Banca-<br />

Tercas dopo circa un mese torna a giocare davanti ai suoi tifosi<br />

dopo la bella e convincente affermazione <strong>di</strong> Avellino che ha dato<br />

la certezza dei play off scudetto. Al PalaScapriano ha fatto visita<br />

la Premiata Montegranaro con atmosfera da derby, ritmo molto<br />

sostenuto, contatti duri e frequenti, predominio gialloblu sotto i<br />

tabelloni, buono il taglia fuori dei vari Hunter, Ivanov, Helliwell e<br />

Chiaramello. La <strong>di</strong>fesa tesa a chiudere tutti gli spazi, in attacco i<br />

bravi Garris, Minard e Taylor traducevano in punti preziosi le loro<br />

giocate. Teramo si è trovata a dover rincorrere nella prima parte<br />

dell’incontro, Iaacks (ottima la sua partita), Brown, Amoroso e<br />

Moss si battevano con caparbietà per limitare i danni sotto le<br />

plance, Poeta, Carrol, Hoover e Lulli (in non buone con<strong>di</strong>zioni)<br />

bravi nel fare l’elastico tra <strong>di</strong>fesa ed attacco pur <strong>di</strong> cercare quei<br />

collegamenti necessari per finalizzare le loro azioni e poter<br />

vincere questa importante gara. Risultato finale 86 a 83 con<br />

Amoroso e Carroll sugli scu<strong>di</strong>, per le loro conclusioni dai 6,25.<br />

Veniamo al recupero dell’11ª giornata <strong>di</strong> ritorno, partita rinviata<br />

per il terremoto, meglio <strong>di</strong> quanto ci si potesse aspettare da<br />

parte <strong>di</strong> tutto l’ambiente biancorosso, da <strong>una</strong> squadra in salute e<br />

desiderosa <strong>di</strong> raggiungere altre sod<strong>di</strong>sfazioni. BancaTercas ha<br />

dominato l’incontro che la vedeva opposta alla Virtus Bologna (le<br />

”V nere”), ambedue terze in classifica generale con gli stessi 34<br />

punti. Vittoria costruita in <strong>di</strong>fesa, capace <strong>di</strong> sacrifici nell’aiutarsi<br />

nei raddoppi Brown. Amoroso, Jaacks, Moss e Lulli protagonisti<br />

sotto le plance, Poeta e Carrol intercettavano palloni da meraviglia,<br />

bravi poi nel leggere e sfruttare le ripartenze per l’uno<br />

contro uno, blocchi e scarichi per far eseguire tiri como<strong>di</strong> ai<br />

compagni e poi tanta concentrazione per non perdere <strong>di</strong> vista i<br />

virtussini e limitarne le prestazioni. Però nell’ultima parte <strong>di</strong> gara<br />

i bolognesi, da -19 tornano a -4 per effetto <strong>di</strong> <strong>una</strong> rimonta condotta<br />

da Langford e Giovannoni ma respinta autorevolmente da<br />

Moss, poi da Poeta e Carrol che con le loro triplone, mettevano al<br />

sicuro <strong>una</strong> vittoria legittima con il risultato 80 a 70. Da segnalare<br />

anche un momento <strong>di</strong> commozione, all’arrivo dei tifosi virtussini<br />

che a partita iniziata mostravano uno striscione con su scritto<br />

”tanta solidarietà al popolo Aquilano e a tutto l’Abruzzo”. Tutti<br />

gli spettatori in pie<strong>di</strong> a tributare un applauso! Nella penultima<br />

(14ª) giornata <strong>di</strong> ritorno giocata al Palaverde <strong>di</strong> Treviso, la Banca<br />

Tercas si vede sfuggire l’ennesimo risultato clamoroso; a pochi<br />

secon<strong>di</strong> dalla fine, per un tiro dalla lunga <strong>di</strong>stanza effettuato<br />

dall’estroso Bulleri, nel giro della Nazionale, ma che quest’anno,<br />

per vari problemi fisici e alcuni trasferimenti da Treviso a Milano<br />

e viceversa, sembrava non trovare la giusta collocazione e la<br />

giusta caratura. Invece è stato il trionfatore della serata insieme<br />

al compagno <strong>di</strong> squadra Nicevic fresco <strong>di</strong> passaporto italiano,<br />

32 punti segnati. BancaTercas ha giocato la sua solita partita.<br />

A Treviso, i ragazzi <strong>di</strong> Capobianco non sono riusciti a limitare la<br />

prestazione del croato della Benetton e, nell’ultima parte <strong>di</strong> gara,<br />

deleteria è stata l’uscita anzitempo, per raggiunto limite <strong>di</strong> falli,<br />

<strong>di</strong> Amoroso e Moss, che ha determinato la sconfitta <strong>di</strong> misura<br />

per 85 a 82, immeritata per quanto i <strong>teramani</strong> hanno prodotto<br />

in campo. u

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