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Capitolo 1 – Il fenomeno dell’esplosione nell’industria 25<br />

L’esplosione proiettò grossi frammenti di calcestruzzo a molta distanza dall’impianto.<br />

Pezzi con massa fino a 10 kg vennero rinvenuti, infatti, a distanze di oltre 140 metri dal<br />

luogo dell’incidente.<br />

L’indagine condotta in seguito all’incidente considerò almeno due possibili scenari<br />

all’origine della formazione di ATEX all’interno dei contenimenti:<br />

<br />

<br />

formazione di gas infiammabili (CO) dovuti a fenomeni di autocombustione, fer-<br />

mentazione o incendio incipiente;<br />

formazione di miscele ATEX polveri/aria.<br />

La prima ipotesi venne successivamente scartata a seguito dell’approfondimento delle<br />

indagini. Le sorgenti di accensione che vennero considerate quali fattori di innesco<br />

furono invece le seguenti:<br />

scintillio o surriscaldamento (inclusa la presenza di hot spot);<br />

elettricità statica;<br />

scintille elettriche;<br />

autocombustione del deposito.<br />

Anche in questo caso l’approfondimento dell’inchiesta identificò, quale fonte di accensione<br />

dell’ATEX, il malfunzionamento e/o guasto di un ventilatore del sistema di<br />

raccolta centralizzata delle polveri unita alla presenza di un’elevata temperatura locale<br />

che determinò un surriscaldamento delle polveri e, in conseguenza di ciò, un abbassamento<br />

della loro energia di innesco (vedi Capitolo 2).<br />

Dalla torre di movimentazione l’esplosione si propagò lungo il tunnel di caricamento<br />

attraverso successive esplosioni secondarie alimentate dalla presenza di strati polverosi<br />

presenti nei nastri trasportatori. Le fiamme penetrarono infine nelle celle in fase<br />

di caricamento generando inneschi con fiamma a getto (Flame Jet Ignition) che fecero<br />

collassare i contenimenti i quali, come abbiamo già anticipato, non risultavano protetti<br />

da sistemi di sfogo delle esplosioni.<br />

1.5.12 Esplosione di polveri combustibili: DeBruce Grain Co. (USA), 1998<br />

L’impianto DeBruce Grain Co. possedeva all’epoca dell’incidente, avvenuto nel 1998,<br />

una capacità tale da contenere il grano necessario per produrre pane sufficiente a soddisfare<br />

le necessità dell’intera popolazione americana per circa un mese e mezzo. Era<br />

costituito da n. 246 silos cilindrici sistemati in file affiancate. L’incidente causò il decesso<br />

di 7 persone ed il ferimento di altre 10 (NFPA, 1999).<br />

L’esplosione primaria si originò nel tunnel est della fila a sud, cui fecero seguito una<br />

serie di esplosioni secondarie attraverso il tunnel trasversale diramandosi nei tunnel<br />

della fila sud.<br />

L’esplosione raggiunse poi l’edificio principale dove erano posizionati gli elevatori a<br />

tazze, propagandosi ulteriormente da lì ai restanti silos (Figura 1.6). Nella zona nord<br />

grossi frammenti delle strutture in calcestruzzo armato dei silos furono proiettate a<br />

diverse centinaia di metri.<br />

La sorgente di innesco più probabile fu di tipo non elettrico causata da un surriscaldamento<br />

localizzato a carico di un cuscinetto mal lubrificato che generò la formazione di<br />

braci locali le quali innescarono l’ATEX presente in prossimità.

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