n. 23 - aprile / maggio 2012 - PARROCCHIA CORPUS DOMINI
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VITA IN <strong>PARROCCHIA</strong><br />
Solidarietà quaresimale <strong>2012</strong><br />
Descrizione del funzionamento dell’Infermeria delle Car -<br />
ceri di Yaounde (Cameroun). Progetti per una ristrutturazione<br />
L’infermeria con ambulatorio delle Carceri Centrali di<br />
Yaounde si trova nel reparto n° 13 delle stesse e comprende<br />
anche alcuni ambienti per il culto cattolico, in quanto è soltanto<br />
la Chiesa Cattolica che si è assunta la totalità delle<br />
cure degli ammalati, affiancata da un infermiere statale.<br />
Il reparto, gravemente danneggiato da una violenta sommossa<br />
di un gruppo di detenuti, richiedeva un intervento<br />
della Chiesa, che non poteva essere assunto dal clero locale,<br />
attualmente incaricato della cappellania carceraria.<br />
Quindi ci siamo mossi noi, ex cappellani carmelitani, sostenuti<br />
da una organizzazione sorta nella nostra parrocchia di<br />
Legnano, come sviluppo del famoso Caffè Missionario,<br />
fondato dal P. Enrico Aiolfi, ex zelatore delle nostre missioni,<br />
che aveva potuto visitare un paio di volte. Nel reparto<br />
infermieristico era stato danneggiato gravemente anche un<br />
moderno gabinetto dentistico, donato dal Dott. Adriano<br />
Ballabio (Seregno) e sostenuto dai suoi figli che ne hanno<br />
continuato l’opera.<br />
Quindi lo scopo principale della visita in Cameroun dei<br />
padri Gabriele Mattavelli e Giuseppe Agosteo era appunto<br />
quello di stendere una lista delle riparazioni e dei miglioramenti<br />
necessari per il completo funzionamento del reparto<br />
infermieristico; in ciò il P. Gabriele in particolare è stato<br />
coadiuvato dall’infermiere statale delle carceri e dalle due<br />
suore spagnole che curano direttamente gli ammalati. A<br />
queste è stata lasciata una generosa offerta raccolta dal P.<br />
Enrico per le cure immediate, in attesa dello sviluppo del<br />
progetto che sarà assunto da una costituenda Onlus dal<br />
nome “Amici dei carcerati”.<br />
4<br />
Ad affiancare l’opera delle due suore infermiere vi è pure la<br />
presenza giornaliera di una laica della nostra parrocchia di<br />
Nkoabang, infermiera in pensione, con l’incarico di scoprire<br />
i veri malati da presentare alle infermiere; si chiama<br />
Madeleine Prisca e fa parte della Fraternità Secolare<br />
Carmelitana della città di Yaounde.<br />
Gli ammalati che giornalmente passano nell’ ambulatorio<br />
delle carceri sono generalmente affetti da polmoniti, diarree,<br />
malaria, AIDS e specialmente denutrizione per l’assenza<br />
di proteine e vitamine, data la scarsa qualità del rancio<br />
che lo Stato passa, consistente in una dose unica di granoturco<br />
cotto nell’acqua. I casi più gravi, provenienti anche<br />
dall’altro reparto dei ‘malati cronici’ e da emergenze, possono<br />
usufruire di una mezza dozzina di posti letto. Per questa<br />
categoria di malati è prevista una nutrizione particolare<br />
a cura delle suore infermiere.<br />
Oltre alle cure nell’ambulatorio interno al carcere, sono possibili<br />
esami specialistici negli ospedali della città, naturalmente<br />
a pagamento a carico sempre dei cattolici per i molti<br />
poveri.<br />
I casi di decessi in carcere, anni fa molto frequenti, sono<br />
ancora numerosi fra la popolazione carceraria più povera e<br />
cronica, per la mancanza di mezzi sanitari interni e l’impossibilità<br />
di ricoveri in ospedale, cosa possibile ai detenuti che<br />
hanno famiglie e mezzi in città, dato che le cure ospedaliere<br />
sono esclusivamente a pagamento.<br />
A prima vista, le condizioni delle carceri della capitale sono<br />
abbastanza migliorate in rapporto alla situazione degli anni<br />
’80 e ’90, ma nelle carceri delle altre numerose città camerunesi<br />
sono ancora molto tragiche, con decessi quasi quotidiani,<br />
ma subito rimpiazzati da nuovi arresti e arrivi dalle<br />
carceri della capitale.<br />
A PROPOSITO DELLA SOLIDARIETA' QUARESIMALE CAMEROUN AFRICA<br />
RIFLESSIONI DEI BAMBINI DELLA CLASSE QUINTA DI CATECHISMO<br />
Noi certe volte non ci accorgiamo in che paese viviamo e di che cosa abbiamo, perché se ci paragoniamo ai<br />
bambini dell' Africa che per giorni digiunano, ci rendiamo conto che siamo bambini fortunati nei loro confronti.<br />
Noi facciamo tre pasti al giorno, invece loro uno, anzi certe volte non fanno neanche un pasto, loro si accontentano<br />
di un pezzo di pane e un bicchiere d' acqua. Vivono in condizioni pessime, in case umide e sporche,<br />
mentre noi abbiamo case pulite, grandi e spaziose. Invece di aiutarli stiamo a casa a guardare la TV, a mangiare,<br />
bere, dormire, mentre loro per avere queste cose lavorano. I bambini dell’Africa si trovano in condizioni<br />
poverissime, alcuni abitano per strada. Vivono in un paese arido e per questo soffrono di siccità e di carestie.<br />
Noi quando ci alziamo al mattino andiamo a far colazione, ci rilassiamo mentre i bambini dell'’Africa<br />
sono già svegli da due ore e stanno tornando a casa con due secchi d’acqua sulle spalle. Per il loro compleanno<br />
non hanno certo regali come i nostri, ma qualche vestito e calze stracci, noi rimaniamo stupiti nel sapere<br />
questo, loro invece lo ricevono come un regalo prezioso.<br />
Noi dovremo imparare ad accontentarci più spesso di ciò che abbiamo e pensare di più a questi bambini più<br />
sfortunati per dar loro la possibilità di vivere meglio e più dignitosamente. Apriamo il nostro cuore e facciamo<br />
posto alla generosità.<br />
Lucia e Margherita