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n. 23 - aprile / maggio 2012 - PARROCCHIA CORPUS DOMINI

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MAGGIO: MESE MARIANO<br />

Maria sotto la croce del Figlio<br />

«In quell’ora, stavano presso la croce di Gesù sua<br />

madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di<br />

Magdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei<br />

il discepolo che egli amava, disse alla madre: “Donna, ecco<br />

il tuo figlio!” Poi disse al discepolo: “Ecco la tua madre!”.<br />

E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa»<br />

(Gv 19,25-27).<br />

La scena biblica che descrive la presenza della Madre presso<br />

la Croce di Gesù è riportata solamente dal Vangelo di<br />

Gio vanni. Sul Golgota Maria è testimone e partecipe della<br />

sofferenza e dell’oblazione inaudita del Figlio dell’Al tis -<br />

simo che porta drammaticamente a compimento, non senza<br />

preghiere e suppliche con forti grida e lacrime, la sua obbedienza<br />

al Padre attraverso il dono della sua vita per amore<br />

dell’umanità. Rimane, comunque, un fatto singolare: gli al -<br />

tri evangelisti Matteo, Marco e Luca non ci trasmettono la<br />

pre senza della Madre del Signore nell’ora della passione e<br />

morte del Figlio; lo fa solo il quarto Evangelista. Ma qual è<br />

lo scopo di questa attestazione di presenza, quale messaggio<br />

Giovanni vuole comunicare con questa sua inedita inserzione?<br />

Giovanni, scrivendo tra il 90-100 circa d. C., è l’autore<br />

più tardivo del Nuovo Testamento. Come tale egli trasmette<br />

nel suo Vangelo delle riflessioni di fede più profonde e ma -<br />

tu re sulla persona e l’opera di Cristo, ma anche di Maria!<br />

Per il “quarto Evangelista” l’episodio della passione e morte<br />

di Gesù in croce e la presenza di sua Madre rappresenta il<br />

momento fondamentale della Rivelazione cristiana: la<br />

manifestazione dell’Amore sconfinato di Dio per gli uomini,<br />

che è disposto a donarci tutto ciò che possiede, compresa<br />

sua Madre! Nella scena dell’agonia di Gesù sulla croce,<br />

Maria è rappresentata come l’immagine più alta della fede<br />

messa a dura prova, che qui giunge a perfetto compimento<br />

e perfezione grazie al suo abbandono fiducioso alla volontà<br />

del Padre. Infatti, Maria associandosi con animo materno al<br />

sacrificio del Figlio, acconsente amorosamente all’immolazione<br />

della vittima da lei generata, restando in un silenzio<br />

pieno di dolore, ma anche di speranza che le promesse salvifiche<br />

a lei garantite dall’Angelo al momento dell’An -<br />

nunciazione (“Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio del -<br />

l’Altissimo”… “Il Signore Dio gli darà il trono di Davi -<br />

de”… “il suo Regno non avrà mai fine”), si avverino e giungano<br />

a buon fine! Sotto la croce Maria è così l’icona della<br />

fe de che crede e spera contro ogni speranza e che nonostante<br />

tutto si fida di Dio, anche se in quel momento sembra a -<br />

verla dimenticata e abbandonata come suo Figlio Gesù mo -<br />

rente in croce! Maria sta in silenzio (l’evangelo giovanneo,<br />

infatti, non riporta nessuna sua parola); vede e ascolta il gri -<br />

do rivolto al muto Cielo dall’Innocente, non si scompone,<br />

non inveisce, non si lascia stravolgere e sfigurare dall’umano<br />

dolore, ma, oramai adulta nella fede, prega e medita perché<br />

possa stavolta comprendere la dolorosa libertà di amare<br />

del suo Dio. Sotto la croce Maria è oramai capace di cogliere<br />

nel suo valore trascendente e salvifico quanto sono inedi-<br />

2<br />

ti e inauditi i sentieri scelti da Dio per l’avveramento del mi -<br />

ste ro del Figlio! Davanti al Crocifisso, pur sperimentando u -<br />

na particolare fatica del cuore, unita a una sorte di notte del -<br />

la fede, Maria non chiede che il Figlio venga risparmiato,<br />

ma si abbandona fidente in Dio, venendo anche per questo<br />

co stituita da Gesù “madre di tutti gli uomini”, e “icona di<br />

spe ranza per tutti i popoli”. Sul Golgota la relazione tra la<br />

Madre e il Figlio si spalanca a una nuova e più vasta realtà<br />

e missione e ciò per volontà del Crocifisso: “Donna, ecco<br />

tuo figlio”. La maternità fisica di Maria è come abolita dalla<br />

morte di Gesù ed è sostituita con una maternità d’altro genere,<br />

quella nei riguardi dei discepoli, inclusi e rappresentati<br />

nel la persona del Discepolo amato presente sotto la croce.<br />

Lo schema di rivelazione (avendo visto... disse... ecco) di<br />

Gio vanni 19,25-27 proclama questa nuova maternità di Ma -<br />

ria: ella è la Madre di tutti coloro che accolgono il comandamento<br />

nuovo di Gesù di accettarla e amarla nella propria<br />

vita. Da quell’Ora tragica, ma per noi salvifica, Maria diviene<br />

così un dono di Cristo e una presenza dolce e costante<br />

nella vita personale dei fedeli di tutte le generazioni.<br />

In questo stesso episodio si intravede, infine, un grande ed<br />

attuale insegnamento in ordine alla solidarietà e alla compassione<br />

per l’uomo e la donna prostrati nella sofferenza o<br />

nel bisogno: da questo “scandaloso“ e inedito Dio cristiano<br />

che conosce, subisce, seppur volontariamente, la sofferenza<br />

e la morte ci viene un’enorme proposta di liberazione e di<br />

maturazione personale con la sua richiesta di prenderci cura<br />

di sua madre. Gesù, infatti, ci dice: «non fermarti al dolore<br />

della croce, vai avanti nella vita ed occupati di chi ti sta ac -<br />

canto! Abbi cura dell’altro come una madre del figlio e co -<br />

me un figlio della madre! Crea solidarietà, vinci il male con<br />

il bene. Offri aiuto, sostegno, comprensione, compassione,<br />

ascolto». Così facendo, Gesù morente sembra quasi suggerire<br />

la strada per vincere la tragicità del momento. È così,<br />

dall’alto della croce, che Gesù ci offre la speranza e la pace<br />

pasquale!<br />

fr. Federico Maria Mazza

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