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Ricettario corso cucina pistoiese - CIPA - AT Pistoia

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ANTIPASTI<br />

COPPA<br />

Disossare la testa e lessare il tutto in acqua bollente salata per circa 2 ore<br />

Quando le cotenne saranno cotte estrarre i pezzi e tagliarli in modo grossolano<br />

Pesare e aggiungere 30g di sale per ogni chilo di carne, 5g per chilo di pepe, 5g di spezie e 10g per<br />

chilo di spezie.<br />

Unire anche la scorza grattugiata di un limone e 4 spicchi d’aglio.<br />

Riempire l’apposita sacchetto per coppa pressando con le mani per far uscire il brodo di cottura.<br />

Chiudere in cima e dare 4 o 5 legature. Mettere sotto un peso e far raffreddare.<br />

Consumare entro 15, 20 giorni<br />

SALSICCE<br />

1 kg macinato di suino non magro tagliato a coltello n°8, 28g di sale, 4g di pepe, 1 spicchio d’aglio<br />

schiacciato e ridotto in poltiglia, una presa di salnitro, una presa di spezie.<br />

ARISTA<br />

Condire un pezzo d’arista con un trito d’aglio, salvia e rosmarino, sale, spezie e pepe nero quindi<br />

cuocere nello strutto fino a 65-70°C al cuore. Raffreddare e metterla nell’apposito vaso di vetro e<br />

coprire d’olio.


PANE TOSCANO<br />

Ingredienti biga:<br />

Farina tipo ‘0’ 300W 0,55 P/L 500g<br />

Acqua 250g<br />

Lievito compresso 5g<br />

Far lievitare almeno 3 ore<br />

Ingredienti impasto finale:<br />

Biga 600g<br />

Farina tipo ‘0’ 200W 0,55 P/L 3000g<br />

Madia (lievito naturale secco) 60g<br />

Acqua 1800g<br />

Lievito compresso 60/80g<br />

Riposo 20 minuti<br />

Dividere in pezzi di 1 kg. Spolverare di farina e far lievitare su teli di lino o canapa<br />

Cuocere a 220°C<br />

DECALOGO DEL PERFETTO IMPASTO<br />

1 Per panificare la farina deve avere un P/L di 50-55 e un w di 300 (farine deboli – 200W,<br />

farine di media forza 200-300, farine molto forti 300-420)<br />

2 Mettere in impastatrice tutti gli ingredienti asciutti, compreso il lievito e la biga (lo<br />

zucchero si aggiunge subito se è poco, dopo se è tanto)<br />

3 Far fare qualche giro alla macchina<br />

4 Aggiungere acqua alla corretta temperatura. L’impasto deve avere una temperatura<br />

ottimale di 24/28 °C pertanto si moltiplica la temperatura ottimale che deve avere<br />

l’impasto per tre e dopo si toglie la temperatura ambiente, la temperatura della farina, la<br />

temperatura che prende dall’impastamento e si ottiene la temperatura dell’acqua (25*3-<br />

T. amb 26, T. farina 26, spirale 9 = 14°C 75-26-26-9= 75. L’acqua se è il 50% si<br />

aggiunge tutta, quella in più dopo.<br />

5 Appena la farina è spenta, cioè non ce ne è più asciutta in giro, aggiungere il sale.<br />

6 Quando si forma il glutine, cioè si stacca dal recipiente e inizia a diventare lucida, si<br />

aggiungano i liquidi (ancora acqua, uova, latte, ecc.)<br />

7 Da ultimo gli ingredienti grassi, burro in pomata, strutto, olio.<br />

8 Infine gli ingredienti solidi come uvetta, cioccolato, frutta secca. Si ferma la macchina, si<br />

aspetta 10 minuti in modo che la pasta si rilassi in modo che l’impasto possa inglobare<br />

gli ingredienti.<br />

9 Per il pane usare panni di lino<br />

10 Spolverare le superficie con semola.


PANE MARZOLO (pane tipico montagna <strong>pistoiese</strong>)<br />

Ingredienti biga:<br />

Farina tipo ‘0’ 300W 0,55 P/L 1 kg<br />

Acqua 500g<br />

Lievito compresso 10g<br />

Far lievitare almeno 3 ore<br />

Ingredienti impasto finale:<br />

Biga 1500g<br />

Farina tipo Marzolo 1 3 kg<br />

Farina tipo ‘0’ 300W 0,55 P/L 2 kg<br />

Acqua 3500g<br />

Lievito compresso 75g<br />

Sale 50g<br />

Riposo 45 minuti<br />

Rompere la lievitazione, formare delle palline di 110°C, arrotolare a panino e decorare con forbici o<br />

trincetto, spennellare d’acqua e spolverare con farina marzola o farina di segale. Far lievitare 1 ora<br />

a 30°C<br />

Portare il forno a 240°C a valvole aperte (per non avere umidità). Infornare chiudere le valvole e<br />

portare la temperatura a 210°C<br />

Pane indicato per abbinamenti con olio, miele e prosciutto toscano<br />

FETTUNTA<br />

CROSTINI DI FEG<strong>AT</strong>INI DI POLLO<br />

Fegatini e cuori di pollo g 400, cipolla rossa 1, aglio 4 spicchi, foglie di salvia, marsala un<br />

bicchiere, filetti d’acciuga 4, capperi una manciata, olio extravergine d’oliva dl 1, burro g 50, fette<br />

di pane toscano abbrustolito, misto di spezie, sale e pepe.<br />

Fare un battuto di cipolla e aglio e farlo soffriggere nell’olio, quando avrà preso colore unire<br />

le foglie di salvia, i fegatini e i cuori di pollo. Far cuocere, condire con sale pepe e spezie; bagnare<br />

con il marsala e far sfumare lentamente.<br />

A questo punto tritare il tutto il più finemente possibile assieme alle acciughe e ai capperi<br />

lavati e dissalati. Rimettere sul fuoco, diluire con acqua calda e unire il burro. Far bollire a fuoco<br />

lento regolando di sapore e girando spesso.<br />

Versare il sugo caldo su fette di pane abbrustolite e in alcuni casi, a gusto dei commensali,<br />

rituffate in brodo di pollo.<br />

CROSTINI DI SALSICCE E STRACCHINO<br />

PEPERONI AGRODOLCE<br />

• Tagliare peperoni a pezzi e condire con sale e pepe<br />

• Mettere in barattolo di vetro assieme a foglie di alloro alternando i colori.<br />

1 Viene seminato a 100 mt questo tipo di grano a marzo, quando sciolta la neve il terreno è morbido e umido, su terreni<br />

sopra a Cutigliano (Pian degli Ontani) ricchi di sali minerali e poco sfruttati


• Unire:<br />

una tazza da caffè di zucchero<br />

due tazze da caffè di aceto<br />

mezza tazza da caffè di olio di oliva<br />

• Tappare e bollire in acqua fredda e togliere dopo 15 minuti di ebollizione<br />

• Far raffreddare prima di utilizzare<br />

MONTAGGIO PI<strong>AT</strong>TO CON AFFETT<strong>AT</strong>I TIPICI PROSCIUTTI, SALAME, ARISTA, COPPA,<br />

PECORINO, VERDURE E CROSTINI<br />

ESEMPI DI ANTIPASTI DA PROPORRE CON PRODOTTI TIPICI DEL TERRITORIO<br />

PISTOIESE<br />

PRODOTTO TIPICO IN ESAME: IL PECORINO DELLA MONTAGNA PISTOIESE<br />

MISTICANZA DI CAMPO CON TORTINO DI PECORINO E FOCACCIA ALLE CIPOLLE<br />

ROSSE E MIELE DELL’APPENNINO<br />

Per lo sformato: ¼ l di latte , ¼ di l di panna ,300 gr di pecorino grattugiato , 4 uova<br />

Amalgamare gli ingredienti assieme. Versare in stampini monoporzione precedentemente imburrati.<br />

Cuocere in forno a bagnomaria a 180° per circa 25 minuti.<br />

Per le sfogliatine: cipolle rosse gr 500, pasta per focaccia gr 400, zucchero semolato gr 200.<br />

Sbianchire le cipolle in acqua salata ,e bloccare la cottura in acqua e ghiaccio. Tagliare le cipolle a<br />

metà e passarle nello zucchero. Adagiarle su di una teglia da forno , precedentemente ricoperta con<br />

carta da forno. Stendere la pasta e ricavare dei quadrati di circa 6 cm per lato. Coprire le cipolle<br />

con la pasta e mettere a cuocere in forno a 170° per circa 20 minuti con un umidità del 20%.<br />

Rifinitura : disporre su piatto il flan , e accanto la focaccia alle cipolle rosse, decorare con una<br />

misticanza di campo. terminare con qualche goccia di aceto rosso emulsionato con miele.<br />

PECORINO CON INSAL<strong>AT</strong>A GENTILE, CARCIOFI, PERE, PINOLI E COPPA<br />

Pecorino con insalata gentile carciofi, pere, pinoli e aceto balsamico<br />

Carciofi 800g, pere 400g, pecorino della montagna <strong>pistoiese</strong> 250g, insalata 150g, pinoli 20g, olio<br />

d’oliva 1 dl, aceto 3 cl, 1 limone, erba cipollina, coppa , sale e pepe<br />

Disporre l’insalata a nido al centro del piatto e salare leggermente. Ricoprire con fette sottili di<br />

coppa Tagliare i carciofi a julienne e condirli con olio e limone, disporli a ventaglio sull’insalata,<br />

ricoprili con le scaglie di pecorino e guarnire al centro con erba cipollina e pinoli.<br />

Emulsionare olio, aceto e condire il tutto.


ZUPPE<br />

MINESTRA DI PANE<br />

Cavolo verza g 300, cavolo nero 2 foglie, fagioli borlotti o scritti secchi g 200, olio extra vergine<br />

d’oliva dl 2, pancetta di maiale g 100, pomodoro maturo 1, cipolle 2, carote 2, zucchini 2, coste di<br />

sedano 2, patate 2, un bel cucchiaio di concentrato di pomodoro, aglio, salvia,gambi di<br />

prezzemolo, timo,rosmarino, sale, pepe, fette di pane toscano posato leggermente abbrustolito 12.<br />

Far ammollare i fagioli nell’acqua per una notte; il giorno successivo farli lessare con<br />

qualche foglia di salvia, due spicchi d’aglio e olio. In una pentola capace preparare il soffritto con<br />

l’olio, la cipolla tritata e il pomodoro fresco tagliato a cubetti; far soffriggere qualche minuto e<br />

aggiungere le varie verdure pulite, lavate e tagliate a pezzettini. Mescolate e far crogiolare a fuoco<br />

dolce per una ventina di minuti a pentola coperta. A questo punto passare metà fagioli al passatutto<br />

e unirli alle verdure con il loro brodo di cottura. Alzare la fiamma e quando spicca il bollore<br />

abbassare e far sobbollire a fuoco dolce per 50 minuti unendo da ultimo i rimanente fagioli.<br />

Preparare un olio aromatico con cipolla, aglio, pancetta, salvia, rosmarino, prezzemolo e<br />

timo. Quando prende colore togliere dal fuoco e fermare la cottura con il concentrato di pomodoro;<br />

filtrare e unire l’olio così aromatizzato alla zuppa. Aggiustare di sale e continuare la cottura per<br />

qualche minuto.<br />

In una zuppiera disporre uno strato di fette di pane tostate e agliate e versarvi sopra in po’ di<br />

zuppa, poi ancora pane e altra zuppa fino alla fine degli ingredienti.<br />

Servire tiepida con una “croce” d’olio di frantoio, una bella macinata di pepe nero.<br />

FARIN<strong>AT</strong>A<br />

Olio d’oliva, 500g di fagioli borlotti, pomodori maturi, pancetta, cavolo nero, aglio, farina di mais<br />

Rosolare l’aglio schiacciato nell’olio, unire la pancetta, 2 pomodori maturi e dopo qualche istante<br />

unire i fagioli ammollati e bagnare con 3 litri d’acqua. Portare a cottura. Passare il tutto tenendo<br />

metà fagioli interi da parte.<br />

Rosolare il cavolo nero tagliata a striscioline, aggiungere il passato e far bollire per 30 minuti.<br />

Unire la farina di mais a pioggia e continuare a cuocere per altri 30 minuti.<br />

Servire subito o far freddare in piatti fondi e poi risaltare in padella prima di servire<br />

ZUPPA DI FARRO E FUNGHI PORCINI<br />

Brodo di carne mezzo litro, patate 200g, cipolla 90g, funghi secchi 10g, farro 50g, porcini freschi<br />

200g, pane toscano raffermo 100g, olio extravergine d’oliva, sale, pepe, nepitella, prezzemolo,<br />

aglio uno spicchio, sedano, rosmarino, carota.<br />

In una pentola mettere cipolla, sedano, carote e acqua; portare a ebollizione e sbollentarvi il farro.<br />

Mettere dell’olio e della cipolla affettata in una pentola, rosolare, unire le patate a fette sottili, i<br />

funghi secchi rinvenuti in acqua, un po’ di nepitella e l’aglio tritati; successivamente bagnare con<br />

brodo. A cottura ultimata passare il tutto al frullatore ottenendo una crema. Rimettere la crema<br />

ottenuta a bollire e aggiungere il farro lasciando cuocere per 5 minuti, mettere i funghi a fette e<br />

saltati in padella a fuoco vivace con aglio, olio e alloro.<br />

In padella con olio, aglio e rosmarino saltare il pane toscano tagliato a cubetti e condire con pepe.<br />

Servire la zuppa in una zuppiera di terra cotta e accompagnare con i crostini.<br />

Prima di servire condire con olio e pepe nero macinato fresco.


CACER<strong>AT</strong>O<br />

E’ il piatto storico più conosciuto della <strong>cucina</strong> <strong>pistoiese</strong>, ma anche quello più dimenticato. Per<br />

conoscere le origini di questo piatto bisogna sapere che le carceri della città sono molto vicine ai<br />

macelli e che tutti e due si affacciano sopra un piccolo fiumicello chiamato Brana. Questo piatto ha<br />

le sue origini dalla richiesta dei carcerati di utilizzare le rigaglie che i macellai usavano immettere<br />

nel torrente che passava vicino alle carceri e che i carcerati vedevano passare, inutilizzate, davanti<br />

ai propri occhi.<br />

Ingredienti :<br />

Preparazione :<br />

Caratteristica :<br />

CARCER<strong>AT</strong>O da una ricetta tipica del 1860<br />

• Brodo di cottura delle rigaglie (per rigaglie si intendono: nastri ,manichetta,<br />

centopelle, busicchione, parti intime,)<br />

• Pane toscano raffermo ( scuro e cotto a legna )<br />

• Formaggio pecorino<br />

• Burro<br />

• Sale e pepe<br />

• Sia fatto un buon brodo di rigaglie<br />

• tagliare il pane a fette fini<br />

• nel tegame di cottura mettere il pane tagliato insieme al brodo di rigaglie<br />

,questi non dovrà essere filtrato , ma contenere i residui di cottura, lo si lasci<br />

rinvenire una mezza ora, quindi si cuocia a fuoco molto lento ,rimestando<br />

continuamente e se necessario si aggiunga altro brodo di rigaglie<br />

• 10 minuti avanti la cottura si aggiunga il burro in dose generosa<br />

• si aggiusti di sale e di pepe quanto basta<br />

• Sia ,in ultimo, spolverato di formaggio pecorino<br />

• servire ben caldo<br />

• pietanza di prima portata<br />

• zuppa di pane cremosa , simile ad una pappa<br />

• sapore sapido e delicato alla prova palato<br />

• aspetto di colore giallo beige<br />

Note:<br />

Fare un soffritto di cipolla rossa e rigatino, unire il brodo e il pane tostato tagliato a cubetti<br />

Se non si trovano tutte le interiora usare muso di vitello e lampredotto<br />

Sbianchire prima le interiora in acqua con chiodi di garofano, alloro e pepe in grani<br />

Servire le rigaglia a parte molto calde.<br />

PAN COTTO MANTEC<strong>AT</strong>O AL PECORINO<br />

500g d pane toscano raffermo, 3 picchi d’aglio, 100g di pomodori pelati, 1 litro di brodo, olio<br />

d’oliva, parmigiano grattugiato, basilico, sale e pepe<br />

Rosolare l’aglio schiacciato, unire i pomodori pelati tritati, condire e far cuocere per 10-15 minuti.<br />

Unire le foglie di basilico il pane tagliato a cubetti e amalgamare bene.<br />

Bagnare con i brodo e coprire. Far cuocere a fuoco moderato per altri 10 minuti.<br />

Aggiungere fuori dal fuoco il parmigiano, l’olio e il pepe. Mantecare con cura prima di servire


MINESTRA DI CECI<br />

Ceci, olio d’oliva, cipolla, aglio, rosmarino, concentrato d pomodoro, pasta corta<br />

La sera prima mettiamo in ammollo una quantità di circa 250 grammi di ceci secchi :al mattino<br />

saranno ben rinvenuti e si dovranno sciacquare e lessare con abbondante acqua .In cottura<br />

aggiungiamo una costa di sedano e aromi vegetali in polvere o un dado da brodo; questi ingredienti<br />

renderanno i ceci più saporiti.<br />

A parte, in un’altra pentola , avremo messo qualche cucchiaio di olio buono ( extra vergine) un trito<br />

di cipolla ,qualche spicchio di aglio profumato , pepe in dose generosa, rametti di ramerino ( in<br />

italiano rosmarino ), avvolti con filo da <strong>cucina</strong> per evitare il disperdersi delle fastidiose foglie.<br />

Si lascia imbiondire la cipolla a fuoco moderato , versando un cucchiaio di acqua per stemperare la<br />

cottura e smorzare l’acuto della cipolla stessa; quando la cipolla soffritta avrà preso il suo colore di<br />

cottura , marrone ambrato, verseremo cinque o sei cucchiai di buon passato di pomodoro e<br />

lasceremo amalgamare per circa 10 minuti. Quindi, con il passatutto , passeremo nella pentola i ceci<br />

lessati, irrorandoli di tanto in tanto con il liquido di cottura per facilitarne lo sfarinamento. Passati i<br />

ceci ,dovremo allungare il contenuto della pentola. Questa operazione sembra facile ,ma se<br />

vogliamo dare alla pietanza un contenuto cremoso ,dovremo dosare bene l’aggiunta del liquido di<br />

cottura. (4 o 5 romaioli ).<br />

Non appena questo brodo di ceci avrà rilevato il bollore aggiungeremo qualche manciata di<br />

minestra corta . Serviamo ben calda nel piatto di ogni commensale con un filo di olio buono e una<br />

macinata di pepe profumato .


Ingredienti pasta all’uovo per maccheroni<br />

PRIMI PI<strong>AT</strong>TI<br />

Farina di grano tenero g400, farina di grano duro 100g, uova 2, tuorli 5, un cucchiaio d’olio, acqua<br />

dl 0,50/1, sale.<br />

Disporre la farina a fontana su una spianatoia di legno, rompere le uova e versarle al centro,<br />

aggiungere l’acqua, l’olio e il sale. Sbattere gli ingredienti al centro della fontana e iniziare ad<br />

incorporare la farina con la punta delle dita fino a quando non si può lavorare l’impasto con il<br />

palmo delle mani. Continuare ad impastare per almeno 10 minuti, infarinando di tanto in tanto la<br />

spianatoia e staccando con il tarocco la pasta che vi rimane attaccata. La lavorazione deve essere<br />

fatta con forza, al fine di ottenere un composto ben amalgamato di media consistenza. Di tanto in<br />

tanto allungare la pasta e ripiegarla su se stessa. Quando la pasta inizia a fare le bollicine,<br />

raccoglierla a palla e farla riposare per almeno 15 minuti al riparo dall’aria prima di utilizzarla.<br />

Al posto o insieme all’acqua si possono aggiungere dei coloranti naturali che danno degli effetti<br />

cromatici quali:<br />

• Giallo: con zafferano<br />

• Rosso: con concentrato di pomodoro<br />

• Verde: purea di spinaci<br />

• Nero: nero di seppia<br />

• Marrone: funghi secchi, cacao, farina di castagne, farina di farro, farina integrale.<br />

Oppure si possono aggiungere all’impasto delle erbe aromatiche o delle spezie che oltre che<br />

all’aspetto cambiano il gusto come l’ortica, il prezzemolo (foglia), il peperoncino, ecc.<br />

IL SUGO DELLA DOMENICA<br />

Ingredienti soffritto:<br />

Olio d’oliva, cipolla, carote sedano, aglio, gambi di prezzemolo, salvia, rosmarino, alloro, pancetta<br />

Per completare:<br />

Fegatini e cuori di pollo, 2/3 di macinato di manzo e 1/3 di macinato di e maiale, vino rosso,<br />

concentrato di pomodoro, brodo di carne, sale e pepe<br />

Tritare tutte le verdure meno l’alloro che aggiungerete intero, e far rosolare bene con l’olio.<br />

Unire i fegatini tritati finemente e dopo averli fatti rosolare dolcemente unire la carne macinata.<br />

Far brasare a lungo quindi unire il vino rosso e lasciar evaporare.<br />

Unire il concentrato di pomodoro e far tostare quindi condire con sale e pepe e bagnare con brodo<br />

Far cuocere fino a quando la salsa non sarà ricoperta da un velo di unto<br />

Pozzetto di polenta e ortica con sugo di carne o funghi<br />

Ingredienti per la polenta: ½ litro d’acqua, 120-160 g di farina di mais (di cui 2/3 bramata e 1/3<br />

fioretto), 1 cucchiaio d’olio d’oliva, 1/2 bicchiere di latte, 150 g di cimette d’ortica, 4 foglie di<br />

salvia, 1 spicchio d’aglio, sale.<br />

Ingredienti per la salsa: vedi ricetta maccheroni sull’anatra pag. 19<br />

Procedimento: mettere a bollire l’acqua con l’olio, il latte, l’aglio e il sale. Tritare l’ortica e unirla<br />

alla farina di mais. Quando l’acqua bolle versare a pioggia la farina di mais e girando da prima con<br />

una frusta e dopo con un mestolo di legno far sobbollire per 45 minuti. Versare la polenta in


scodelle singole, far raffreddare leggermente e con un mestolo bagnato ricavare un incavo in cui<br />

versare la salsa di carne o di funghi. Guarnire con prezzemolo tritato<br />

Gnudi di ricotta e spinaci al burro e salvia<br />

Ingredienti:<br />

kg. 1 di ricotta, 800g. di spinaci cotti, 170 gr. di grana padano grattugiato, 150 gr. di farina, 4 uova,<br />

4 rossi d’uovo, sale , noce moscata, burro 200, salvia<br />

Procedimento:<br />

lessare gli spinaci, scolarli , strizzarli bene e tritarli, a questo punto amalgamarli alla ricotta<br />

unendole uova, il sale la noce moscata e il formaggio. Aggiungere quindi la farina e lavorare bene.<br />

Dare forma ,usando le mani, di piccole sfere e porre a riposare per un’ora.<br />

Cuocere in brodo bollente e servire con burro, salvia e abbondante formaggio grattugiato<br />

Gnocchi di castagne<br />

1kg di patate della montagna <strong>pistoiese</strong>, 200g di faina di castagne, 2 uova, pecorino grattugiato, noce<br />

moscata, sale e pepe<br />

Condire con ragù di cibreo, ovvero di rigaglie di pollo, colorato delicatamente con il pomodoro


Maccheroni sull’anatra muta detti anche di San Jacopo<br />

1 anatra, 1 cipolla rossa, 1 carota, ½ costa di sedano, 1 spicchio d’aglio, 1 fetta di pancetta di<br />

maiale, salvia, rosmarino, prezzemolo, 2 foglie di alloro, olio d’oliva, vino rosso, 2 cucchiai di<br />

concentrato di pomodoro, brodo di pollo, sale pepe.<br />

Procedimento: fiammeggiare l’anatra, eliminare la pelle, lavarla e conservare il fegato, il cuore e la<br />

cipolla. Tritare tutti gli aromi, tranne l’alloro e farli soffriggere in olio d’oliva; unire in questo fondo<br />

l’anatra tagliata a pezzi e farla rosolare bene, aggiungere le interiora, condire con sale e pepe e<br />

bagnare con vino rosso. Quando il vino sarà evaporato unire il concentrato di pomodoro, il brodo e<br />

far sobbollire lentamente.<br />

A metà cottura unire salvia e rosmarino tritati finemente.<br />

Al termine della cottura estrarre i pezzi d’anatra, passare al tritacarne il fondo di cottura e riunire a<br />

questo la carne ricavata spolpando i pezzi d’anatra e tagliata grossolanamente a coltello.<br />

Saltare con i maccheroni di pasta fresca guarnendo con parmigiano grattugiato, prezzemolo tritato<br />

e olio d’oliva a crudo.<br />

Maccheroni alla <strong>pistoiese</strong><br />

Coniglio kg 1, odori 200g (carote, sedano cipolla, aglio, salvia, rosmarino, alloro, un<br />

peperoncino), vino rosso, pomodori pelati passati fini 100g, un cucchiaio di concentrato di<br />

pomodoro.<br />

Disossare il coniglio e mettere gli ossi e alcuni odori in forno a rosolare con l’olio<br />

Soffriggere gli odori rimasti nell’olio, unire la carne di coniglio, rosolare, bagnare con vino rosso e<br />

lasciare evaporare. Unire il concentrato di pomodoro, i pomodori pelati, salare e far cuocere con um<br />

mazzetto di rosmarino.<br />

Una volta rosolate le carni in forno togliere, unire un poco di farina, tostare e bagnare con brodo;<br />

filtrare e unire alla salsa in cottura.<br />

Saltare la pasta e guarnire con rosmarino tritato<br />

Maccheroni alla pecora<br />

Olio, aglio, cipolla rossa, prezzemolo, sedano, vino rosso, polpa di pecora, pomodori pelati, brodo<br />

Tagliare la pecora e toglier bene il grasso perché darebbe un cattivo sapore alla preparazione<br />

Saltare la pecora in padella, sfumare con vino rosso e mettere a scolare<br />

Mettere nel tegame a rosolare con l’olio un trito di cipolla , aglio e sedano, soffriggerlo lentamente<br />

finché non assuma un aspetto biondo scuro<br />

Mettere nel tegame la pecora tagliata a pezzetti, farli trasudare girandoli spesso nel fondo di cottura<br />

perché prendano maggior sapore.<br />

Quando la salsa del soffritto sarà ben ritirata, avanti che rifrigga ancora nell’olio, allungare con<br />

pomodoro pelati passati (questa operazione è delicata perché se abbondate troppo, nel sapore del<br />

sugo prevarrà quello del pomodoro e non quello della carne , meglio non eccedere prima per<br />

aggiungere successivamente); mettere un poco di brodo , quindi coprire e far ritirare lentamente.


A metà cottura unire un trito fine di prezzemolo e rosmarino e una presa di spezie toscane.<br />

Ripetete l’operazione di aggiungere brodo ,finchè la carne risulti ben cotta e la salsa si presenti ben<br />

amalgamata e di colore lucido rosso bruciato. La cottura durerà qualche ora.<br />

Prendete i pezzetti di pecora dal tegame e tritatel grossolanamente.<br />

Rimettete il tutto nella salsa per altri 20 – 30 minuti, nel frattempo aggiustate di sale e pepe, poi il<br />

sugo sarà pronto per condire.<br />

VARIANTI<br />

In alcune zone di campagna le massaie non dimenticavano di mettere insieme alla salsa di<br />

pomodoro una piccola scorza di limone per dare al sugo un tono più brioso.<br />

Qualora il sapore del sugo, alla prova del palato, non sia armonico e gradevole ,ma faccia percepire<br />

qualche difetto che possa invalidare la buona riuscita , aggiustatelo con una noce di burro e mezzo<br />

pizzico di timo.


Baccalà in dolce forte<br />

PI<strong>AT</strong>TI DI PESCE<br />

“Facile dire baccalà! Oggi lo andiamo a cercare in piccoli ristoranti pretenziosi che ce lo presentano<br />

guarnito d’uvette e pinoli, accompagnato da un pinot d’annata, guarnito e spersonalizzato a tal<br />

punto che lo confondiamo con la cernia e se qualcuno allargando le narici, dicesse ‹‹… sa di baccalà<br />

… ›› verrebbe certamente fulminato da occhiatacce e forse, per l’avvenire, escluso dalla compagnia<br />

della gente per bene.<br />

Ma quando ero ragazzo io il baccalà era una cosa seria. Nella tarda mattinata del martedì, giorno di<br />

mercato al Borgo, su per il salitone di Buggiano le persone salivano lentamente nella strada<br />

polverosa portando nella pezzòla (ampio pesante fazzolettone a quadri grigio e blu che aveva molte<br />

funzioni ma principalmente quella di permettere la raccolta di quel che il Buon Dio o la natura<br />

poteva occasionalmente offrire) la spesa della settimana.<br />

Trionfante, gloriosa, rigida, impettita, tra le ciocche della pezzòla spuntava la coda del<br />

baccalà. Allora il baccalà non era un piatto costoso e nel rapporto di scambio il pollo primeggiava,<br />

per cui i contadini vendevano i polli e compravano il baccalà divenendo oggetto dell’invidiosa<br />

ironia di certi paesani che spesso mancavano sia dell’uno che dell’altro” 2 .<br />

Questo per dire come fosse importante il baccalà nelle popolazioni rurali della Toscana,<br />

grazie soprattutto alla sua facilità di conservazione era ovunque diffuso.Questa è una preparazione<br />

fra le più antiche in cui si realizza un condimento agrodolce, presente in molte preparazioni toscane<br />

anche di cacciagione, che affonda le sue origine molto lontano nel tempo, quando il gusto principale<br />

era a metà fra il dolce e il salato.<br />

La ricetta originale prevede l’utilizzo di aceto di vino bianco normale addizionata di zucchero<br />

leggermente caramellato; io preferisco usare l’aceto balsamico in cui vi è già un equilibrio fra il<br />

dolce e il forte<br />

Baccalà a polpa gialla S. Giovanni, vino bianco, farina, olio per friggere, 1 dl di aceto balsamico,<br />

basilico, prezzemolo, uvetta, olio extravergine d’oliva, rosmarino, sale e pepe.<br />

Tagliare il baccalà ammollato a pezzi di 5-7 centimetri di lato e farlo marinare per una<br />

mezz’ora nel vino bianco con poco pepe e foglie di rosmarino. Scolarlo, asciugarlo, infarinarlo<br />

leggermente e friggerlo in una padella con olio ben caldo. Versarvi sopra l’aceto balsamico, le erbe<br />

aromatiche fritte, regolare di sale e servire guarnendo con pinoli e uvetta ammollata in acqua.<br />

Se si vuole una preparazione più umida bagnare anche con del brodo di pesce.<br />

Seppie in zimino<br />

Esempio di <strong>cucina</strong> toscana in cui pochi ingredienti, ben equilibrati, consentono di realizzare un<br />

piatto appetitoso, ma allo stesso tempo dal gusto raffinato.<br />

Seppe 700g, pomodori pelati 300g, un bel mazzo di bietola, un bicchiere di vino bianco secco, 2<br />

spicchi d’aglio, poco peperoncino, olio d’oliva, sale<br />

Tagliare le seppie a striscioline. Far rosolare in un tegame con l’olio, il peperoncino e l’aglio tritati.<br />

Unire le seppie, mescolare bene e far cuocere per circa 10 minuti a fuoco moderato. Aggiungere il<br />

vino e far evaporare. Tagliare le bietole a listarelle e metterle nel tegame con le seppie, far rosolare<br />

e unire i pomodori pelati strizzati con le mani; mescolare con cura e far insaporire bene., aggiustare<br />

di sale e far cuocere ancora a tegame scoperto, fino a cottura ultimata.<br />

Servire accompagnate da grigliate e agliate.<br />

2 Racconto di P. A Mazzei.


Scrigno di lasagnette di castagne con trote e zucchine mantecati alla ricotta<br />

Castagne e farina di castagne oggi prelibatezza che però riporta alla memoria periodi di fame<br />

attraversati dalle famiglie delle popolazioni montane che sopravvivevano grazie al frutto di questo<br />

albero diffuso in toscana che per molti anni ha costituito l’alimento principale. Scontato,<br />

considerata l’origine montana, del piatto l’abbinamento con le trote di torrente.<br />

Per la pasta all’uovo: farina 100g, uova 1, olio d’oliva, sale.<br />

Per la pasta alle castagne: farina bianca g 80, farina di castagne g 30, uova 1, olio d’oliva, sale.<br />

Per il ripieno: trota g 300, zucchine g 120, ricotta 120g, cipolla, pepe, sedano, olio d’oliva, vino<br />

bianco, sale, prezzemolo, peperone rosso, burro, aglio .<br />

Preparare le due paste all’uovo nel seguente modo: disporre la farina a fontana su una spianatoia di<br />

legno, rompere le uova e versarle al centro, aggiungere l’acqua, l’olio e il sale. Sbattere gli<br />

ingredienti al centro della fontana e iniziare ad incorporare la farina con la punta delle dita fino a<br />

quando non si può lavorare l’impasto con il palmo delle mani. Continuare ad impastare per almeno<br />

10 minuti, infarinando di tanto in tanto la spianatoia e staccando con il tarocco la pasta che vi<br />

rimane attaccata. La lavorazione deve essere fatta con forza, al fine di ottenere un composto ben<br />

amalgamato di media consistenza. Di tanto in tanto allungare la pasta e ripiegarla su se stessa.<br />

Quando la pasta inizia a fare le bollicine, raccoglierla a palla e farla riposare per almeno 15 minuti<br />

al riparo dall’aria prima di utilizzarla.<br />

Sfilettare i pesci e con le lische e gli odori preparare un brodo di pesce. Tagliare i filetti a cubetti.<br />

Soffriggere nell’olio l’aglio e i peperoni, unire gli zucchini tagliati a cubetti e far cuocere.<br />

Aggiungere i filetti di pesce tagliati a cubetti, sfumare con vino bianco e unire un poco di brodo di<br />

pesce. Insaporire con sale, pepe e paprika, infine unire la ricotta e amalgamare bene.<br />

Confezionare delle lasagne e gratinare in forno. Presentare lucidando con burro fuso e decorando<br />

con prezzemolo tritato.<br />

Ingredienti: 400 g di anguille, vino bianco, 2 spicchi d’aglio schiacciati, 1 peperoncino, qualche<br />

foglia di salvia, pomodori pelati passati, prezzemolo, basilico, sale e pepe<br />

Pastasciutta sulla coda d’anguilla<br />

Ingredienti: 400 g di anguille, vino bianco, 2 spicchi d’aglio schiacciati, 1 peperoncino, qualche<br />

foglia di salvia, pomodori pelati passati, prezzemolo, basilico, sale e pepe<br />

Procedimento: pulire, lavare e tagliare le anguille a pezzi; farle marinare nel vino bianco per alcune<br />

ore. Imbiondire in olio e burro l’aglio schiacciato e il peperoncino, unire le anguille e farle rosolare.<br />

Condire con sale e pepe e portare a cottura aggiungendo di volta in volta il vino. Quando l’anguilla<br />

è cotta disliscarla e unirla al fondo di cottura a cui avremo tolto l’aglio e il peperoncino, aggiungere<br />

anche la passata di pomodoro e le polpa di anguilla. Cuocere per 10 minuti, aggiustare di sapore e in<br />

questa salsa saltare la pasta. Guarnire con un trito di prezzemolo e basilico.


Ranocchi e anguille fritte<br />

Ranocchi: “Io e l’Anna di Burino si pulivano, si lavavano, si mettevano in una plastica con un po’<br />

d’ortica, si muovevano sempre così si gonfiavano un pochino da sembrare più grossi.<br />

Si sgocciolano e si infarinano con la farina di grano e di granoturco da renderli croccanti nella<br />

cottura per magiare anche gli ossi.<br />

Chi dice solo farina, ma una volta era uova e farina per farli ai bambini come secondo piatto<br />

nutriente e abituarli a mangiare gli ossi”<br />

Anguille: friggere nello stesso modo


Fagioli all’uccelletto<br />

PI<strong>AT</strong>TI IN UMIDO<br />

Piatto così chiamato perché in tale ricette si utilizzano le stesse erbe aromatiche con cui si<br />

condiscono i piccoli volatili selvatici.<br />

Spesso venivano serviti come abbondante contorno quando il cacciatore tornava a casa con<br />

poco preda nel carniere e grazie a quest’accorgimento tutta la famiglia poteva godere lo stesso di<br />

questa modesta caccia d’uccellini 3 .<br />

Fagioli bianchi di Sorana secchi g 500, polpa di pomodoro tritata g 400, olio extravergine d’oliva<br />

dl 1, 6 spicchi d’aglio, salvia, sale e pepe.<br />

Far ammollare i fagioli nell’acqua per una notte; il giorno successivo farli lessare con<br />

qualche foglia di salvia, due spicchi d’aglio e olio. In una capace casseruola far imbiondire l’aglio<br />

schiacciato con l’olio, aggiungere le foglie di salvia lavate e la polpa di pomodoro, condire con sale<br />

lasciare cuocere qualche minuto.<br />

Unire i fagioli cotti e un mestolo d’acqua di cottura e fare proseguire la cottura a calore<br />

moderato per altri 15 minuti. Condire con pepe, controllare che il sugo non sia troppo denso e<br />

servire in recipienti di coccio.<br />

Stringhe in umido<br />

400g di stringhe o fagiolini serpenti, 1 cipolla rossa, 1 spicchio d’aglio, 250g di pomodori pelati,<br />

sale e pepe.<br />

Pulire i fagiolini e tagliarli a metà. Tagliare la cipolla a julienne unire l’aglio schiacciato e rosolare<br />

il tutto in olio d’oliva. Unire i pomodori pelati passati, i fagiolini e condire con sale e pepe. Coprire<br />

e cuocere a fuoco coperto per circa 40/50 minuti<br />

Cinghiale in umido<br />

Polpa di cinghiale g 600, cipolla 1, sedano 1 costa, aglio n. 2 spicchi, peperoncini 1 o 2, alloro 2<br />

foglie, rosmarino, salvia, olio d’oliva, vino rosso, concentrato di pomodoro g 50, brodo, spezie<br />

toscane, sale e pepe..<br />

Far rosolare in olio tutti gli aromi, unire la polpa di cinghiale tagliata a cubetti e far rosolare<br />

fino a quando la carne non ha spurgato tutta la sua acqua. Quando il fondo torna a rosolare bagnare<br />

con il vino rosso e lasciar evaporare, unire il concentrato, amalgamarlo e quindi bagnare con il<br />

brodo e cuocere per circa due ore, aggiustare di sapore con spezie toscane, sale e pepe.<br />

Come variante si possono aggiungere delle olive nere secche. Servire ben caldo<br />

accompagnato con polenta normale, fritta o alla griglia a seconda dei gusti.<br />

3 “Il babbo tornò tutto trionfante quella sera. A noi che, miti, lo interrogavamo disse: “Uno grosso e due piccoli”, e della<br />

tasca della cacciatora tirò fuori un tordo e due uccellini che posò fieramente sul tavolo di marmo. Fuori era già buio e<br />

noi ragazzi guardavamo e toccavamo gli uccellini che avevano le penne di tanti colori e il becco sempre diverso; intanto<br />

il babbo, seduto davanti al fuoco, puliva ed ungeva il fucile raccontando com’era stato difficile quel tiro a volo nel folto<br />

“macchione”.<br />

Non faceva grandi danni alla fauna il babbo, girava tutto il pomeriggio nei boschi tra Colle, Malocchio e Cozzile con un<br />

fucilino ad una canna calibro venti, un “tronchino” perché si ripiegava a compasso, senza cane né richiami. Spesso al<br />

ritorno diceva: “È andata male” oppure “Non c’è nulla”, qualche volta riportò un po’ di castagne o qualche fungo. Ma<br />

quella volta era andata bene, per cui la sera dopo mangiammo fagioli rifatti all’uccelletto … ” Racconto di P. A.<br />

Mazzei.


Cioncia<br />

In passato si usava preparare questo piatto, principalmente nella zona delle concerie, con i resti<br />

della carne attaccata alle pelli da conciare e varie frattaglie.<br />

500 g di muso e testina di vitello, 1 cipolla, 1 aglio, 1 carota. 1 costa di sedano, basilico e nepitella,<br />

500 g di pomodori pelati, 50 g di olio extra vergine di oliva, 2 bicchiere di vino rosso toscano, pane<br />

casereccio, sale e pepe<br />

Scottare le parti di carne tagliate a strisce in acqua leggermente salata. Preparare un soffritto con la<br />

cipolla, un aglio, la costa del sedano, la carota, tutto tritato. Quando sono appassiti aggiungere il<br />

basilico e la nepitella. Lasciare appassire poi aggiungere i pezzetti della carne e farli insaporire;<br />

aggiungere un bicchiere di vino rosso e, appena il vino sarà evaporato, unire i pomodori pelati,<br />

senza i semi e spezzettati. Aggiustare di sale e pepe e cuocere a lungo a fuoco basso, aggiungendo<br />

durante la cottura brodo e vino finché la carne sia tenerissima. Servire calda accompagnata da<br />

fettine di pane casereccio arrostite.<br />

Varianti: Sostituire i pomodori pelati con concentrato di pomodoro<br />

Unire al fondo un poco di peperoncino.


Arrosto morto<br />

PI<strong>AT</strong>TI DI CARNE COTTURA ASCIUTTE<br />

Carne per arrosto, lardo, aglio, salvia, rosmarino, cipolla, carota, sedano, vino, alloro, olio d’oliva,<br />

brodo di carne, sale e pepe<br />

Il curioso nome deriva dall’usanza contadina di far cuocere questo arrosto alle braci quasi spente<br />

del camino, cioè praticamente a fuoco morto. Tritare aglio, salvia e rosmarino e rotolarvi dentro il<br />

lardo tagliato in bastoncini. Steccare il pezzo di carne con un lardo alle erbe e metterlo in un tegame<br />

con l’olio a farlo rosolare su tutti i lati. Aggiungere tutte le verdure e le foglie di alloro e farle<br />

stufare. A questo punto bagnare con vino e farlo evaporare. Coprire a metà la carne con brodo e far<br />

cuocere a fuoco bassissimo per un un’ora circa. A cottura ultimata, tirare su l’arrosto, tagliarlo a<br />

fette e servirlo con il suo fondo di cottura passato e legato.<br />

Arrosto girato<br />

Per le carni la cottura allo spiedo è senza dubbio quella che dà risultati migliori soprattutto per<br />

pollame, selvaggina da piuma, coniglio, agnello e maiale. L’alimento da cuocere (intero o a pezzi)<br />

viene infilato in uno spiedo (stiglione) e fatto girare lentamente sopra la brace vicino alla fiamma<br />

del focolare.<br />

Negli spiedi non mancavano quasi mai salsicce, fette di pane e foglie di salvia assieme alle altre<br />

carni.<br />

Il fatto che l’alimento giri continuamente permette una cottura omogenea di tutta quanta la<br />

superficie. Il grasso cola dalle carni e si deposita su una teglia chiamata ghiotta o leccarda.<br />

Durante la cottura occorre spennellare gli spiedi con dei rametti di rosmarino imbevuti di brodo.<br />

I tempi di cottura vanno considerati un poco più lunghi (circa un quarto) rispetto alla cottura al<br />

forno<br />

Frittura<br />

La <strong>cucina</strong> toscana può essere anche definita la <strong>cucina</strong> dei fritti, diffusi anche nella provincia<br />

di <strong>Pistoia</strong>. Per i pistoiesi tutto può essere mandato in padella a friggere, dalle zucchine ai cavolfiori,<br />

dai carciofi ai fiori di zucca, dal pollo all’agnello, dal coniglio all’anguillette cieche; si frigge tutto<br />

persino le foglie di salvia. 4<br />

Dopo anni di condanna da parte dei dietologi il fritto riscopre un nuovo successo soprattutto<br />

servito insieme all’aperitivo in occasione di banchetti.<br />

Le quantità inferiori, la pastella alleggerita grazie alla eliminazione dell’uovo (sostituito<br />

dallo zafferano), e una maggiore attenzione al punto di fumo dell’olio rendono questa preparazione<br />

un poco più accettabile dal punto di vista alimentare ed eccellente dal punto di vista gastronomico.<br />

Pastella per verdure<br />

Preparare la pastella amalgamando la farina con lo stesso peso di acqua frizzante<br />

Per pesci<br />

Ammollare i pesci nel latte, scolare e infarinare con farina di grano duro<br />

Per carni<br />

Sbattere le uova con erbe aromatiche e farvi macerare le carni tagliate a piccoli pezzi, unire la farina<br />

e friggere<br />

4 Vi è il detto: ‹‹ fritta è buona anche una ciabatta ››.


Griglia<br />

Bistecca piena di manzo (con filetto e controfiletto) tagliata di uno spessore di tre dita, olio<br />

extravergine d’oliva, rosmarino, sale e pepe.<br />

Marinare la bistecca con olio e rosmarino e nel frattempo preparare una griglia a carbone.<br />

Una mezz’ora prima di cuocere la carne mettere a scolare la bistecca dalla marinatura<br />

Quando la griglia è ben calda ma con la brace non incandescente (coprire i carboni ardenti con la<br />

cenere) appoggiarvi la bistecca. Far cuocere lentamente girando solo tre volte (una per lato e una<br />

per ottenere la grigliatura). La bistecca sarà pronta quando il calore avrà raggiunto l’interno, ma la<br />

carne sarà ancora al sangue. Condire con sale e pepe poco prima di togliere dalla griglia.<br />

Servire su di un tagliere cosparsa con un filo d’olio e accompagnata da bruschette e<br />

pomodori alla griglia.<br />

TAGLI<strong>AT</strong>A DI MANZO AL LARDO E VERDURE SALT<strong>AT</strong>E AL BALSAMICO<br />

Si tratta di un’operazione che prevede di tagliare la bistecca e di servirla, in questo caso, con<br />

verdure di stagione stufate leggermente, sottili fette di lardo e alcune gocce di aceto balsamico<br />

tradizionale.


Fagiano alle salsicce e castagne<br />

LA CACCIAGIONE<br />

Ingredienti:<br />

un fagiano - patate g 150 – castagne secche g 50 - salsicce g 100 - pancetta stesa - vino rosso - olio<br />

d'oliva – aglio - salvia - rosmarino – brodo - sale – pepe<br />

carote – sedano - cipolla<br />

Pulire, vuotare, fiammeggiare e lavare il fagiano. Disossarlo e con gli ossi e le verdure preparare un<br />

sugo di fagiano<br />

Preparare un ripieno con le patate tagliate a spicchio, le salsicce e metà castagne secche bollite in<br />

precedenza, aglio, salvia e rosmarino tritati.<br />

Amalgamare il tutto, verificare di sapore e farcire il fagiano disossato, cucire le aperture con filo.<br />

Avvolgere il tutto con fette di pancetta stesa e legare. In una casseruola che contenga giustamente il<br />

volatile rosolare mettere il fagiano con l’olio, fatelo colorire bene da tutti i lati, bagnatelo con un<br />

bicchiere di vino e far evaporare, unire le rimanenti castagne, un mestolo di brodo, quindi coprire e<br />

lasciar cuocere per circa un'ora, aggiungendo 15' prima della fine il sugo di fagiano per addensare.<br />

Togliere il fagiano slegare, ed eliminare la pancetta e lasciar intiepidire. Sgrassare la salsa e<br />

aggiustare di sapore. Tagliare il fagiano a fette lucidare con un poco di salsa e servire la rimanente a<br />

parte.<br />

Varianti: sostituire le patate con uva nera che andrà messa metà dentro e meta fuori come per le<br />

castagne<br />

LEPRE IN SALMI’<br />

1 lepre, 50g di pancetta, olio d’oliva, 1 litro di vino rosso, farina, aglio, cipolla rossa, sedano, timo,<br />

salvia, alloro, pepe in grani, brodo, chiodi di garofano, cannella, sale e pepe<br />

Tagliare a pezzi la lepre, conservandone cuore e fegato.<br />

Tagliare il sedano, le carote e 3 cipolline e mettere il tutto in una terrina con i pezzi di carne. Unire<br />

2 spicchi d'aglio, qualche rametto di timo e di maggiorana, foglie di salvia e di alloro e i grani di<br />

pepe schiacciati , chiodi di garofano, cannella.<br />

Bagnare con 3/4 di vino, coprire e lasciar marinare al fresco per 12 ore.<br />

Tras<strong>corso</strong> questo tempo, sgocciolare la carne, infarinarla leggermente, saltarla in padella e metterla<br />

a sgocciolare.<br />

Scolare le verdure, spezie e erbe aromatiche della marinata e tritare il tutto assieme alla pancetta e<br />

alle frattaglie. Scolare bene e rosolare a fiamma bassa con olio, unire i pezzi di lepre bagnando con<br />

il rimanente vino e un po' di brodo. Salare e cuocere coperto, a fiamma bassa, per circa 2 ore, finché<br />

la carne risulterà tenera ma non spappolata. Toglierla dalla casseruola e passare al passatutto fine il<br />

fondo di cottura.<br />

Scaldare la carne in questa salsa, aggiustare di sale e di pepe e servire accompagnando<br />

con polenta fritta.


Uccellini: quaglie arrosto con polenta<br />

8 quaglie - salsiccia g 200 - pancetta tesa g 200 - salvia - aglio - vino bianco - olio d'oliva – salsiccia<br />

– oliva fresca - sale - pepe.<br />

Per accompagnare: polenta.<br />

Pulire e fiammeggiate le quaglie, poi lavatele e asciugarle perfettamente. Condirle con sale e pepe e<br />

infilare nella loro cavità addominale mezza salsiccia con una oliva fresca e chiudere con una foglia<br />

di salvia e sigillare accosciando le gambe. Bardare il petto con fette di pancetta, quindi sistemarle in<br />

forno su una griglia. Condire con un fìlo d'olio, e cuocere a 190° per 15- 20 minuti, sfumando, a<br />

metà cottura, con il vino. Appena i volatili saranno pronti, servirli, preferibilmente su crostoni di<br />

pane agliati, accompagnati da polenta morbida.<br />

Volendo le quaglie si possono cuocere al girarrosto, in questo caso si preparano e condiscono allo<br />

stesso modo e poi si infilano negli spiedi intercalando quaglie, fette di pane, salsicce e foglie di<br />

salvia. Durante la cottura vanno bagnate spesso con un rametto di rosmarino imbevuto in brodo di<br />

carne.


Fegatelli<br />

IL MAIALE<br />

Fegato di maiale, rete, finocchio, strutto, aglio, sale, pepe, cannella, chiodi di garofano e spezie<br />

Mettere la rete in ammollo. Tagliare il fegato in pezzi regolari di circa 80 – 100g l’uno e disporlo in<br />

una vaschetta. Aggiungere sale, pepe nero, spezie, qualche spicchio d’aglio schiacciato e un poco di<br />

semi di finocchio e amalgamare bene.<br />

Avvolgere i pezzi di fegato nella rete fermandoli con una infiorescenza di finocchio. Sistemate ben<br />

stretti in un tegame di terracotta e coprire con strutto, unire cannella, chiodi di garofano e cuocere<br />

molto lentamente per circa 25 minuti, anche tenuto conto del fatto che ogni volta che li riscalderete,<br />

la cottura andrà avanti.<br />

Varianti: lingua, milza, reni<br />

Biroldo o mallegato<br />

1 chilo di carne (pezzi di carne grassa e magra, cotenna cotta, reni, milza, cuore, pancreas), sangue<br />

denso di maiale, 50g di sale, 15g di spezie, 4 spicchi d’aglio schiacciati), budella di intestino crasso.<br />

Condire la carne con gli aromi e mescolare la carne con una piccola quantità di sangue (è sufficiente<br />

che la carne venga ben intrisa di sangue). Con un imbuto a bocca larga riempire le budella per 2/3<br />

(altrimenti l’aumento di volume che ne seguirà e il restringimento del budello ne provocherebbe lo<br />

scoppio) e legate l’estremità.<br />

Cuocere in abbondante acqua in leggera ebollizione dopo averli bucati con un grosso ago. I<br />

mallegati quando vengono a galla devono essere bucati ulteriormente. Cuocere per 2 ore circa di<br />

lenta ebollizione. Scolare su un panno e far freddare.<br />

Varianti: per ogni chilo di carne 100g di zibibbo (migliore dell’uva sultanina perché più asprigno)<br />

Frittata di mallegato<br />

Tagliate delle fette di mallegato alte circa mezzo centimetro. calcolandone quattro a porzione,<br />

sbucciatele e mettetele in padella a rosolare con pochissimo olio.<br />

Sbattete delle uova, 2 a persona, senza salarle e buttatele in padella. Fatela cuocere bene,<br />

spolverando con pecorino secco e servitela ancora calda.


Migliacci<br />

½ litro di sangue di maiale, 1 uovo, 1 tuorlo, ½ arancia, ½ limone, noce moscata, cannella, sale e<br />

pepe, ½ dl di brodo, 50g di farina.<br />

Prendete il sangue fresco di maiale ben filtrato dai coaguli , aggiungete le uova sbattute, la scorza di<br />

arancia grattugiata, la scorza di limone grattugiato, la noce moscata grattugiata, qualche pizzico di<br />

cannella , sale e pepe quanto basta , un decilitro di brodo; amalgamate il tutto molto bene. A questo<br />

punto dovrete incorporare due manciate di farina ,facendo attenzione che non si formino grumi ;<br />

perché ciò non accada ,sarà opportuno stemperare in una tazza la farina con un po’ di sangue e<br />

trasferire questo composto, un poco alla volta nel contenitore.<br />

Il composto non dovrà apparire sodo, ma neanche troppo liquido, dovrà avere la consistenza di una<br />

salsa molto diluita ed in grado di spargersi con naturalità. Gli aggiustamenti, in genere, vengono<br />

fatti successivamente in fase di cottura perché, se il composto è troppo liquido difficilmente il<br />

migliaccio si stacca dalla padella; in questo caso aggiungete un tuorlo d’uovo, ed un altro pò di<br />

farina.<br />

Fatto il composto si procede alla cottura.<br />

Nella padella di frittura antiaderente versate un cucchiaino di olio di oliva o un cucchiaino di<br />

strutto; quando sarà ben riscaldato versate una quantità di compostoappena sufficiente a coprire<br />

tutta la superficie della padella; ponete la padella sul fuoco e quando vedrete che il sangue si<br />

rapprende (passeranno 10/15 secondi), dovrete rigirarlo per farlo cuocere per altri 10/15 secondi<br />

dall’altra parte. A cottura ultimata provvedete a porlo nel piatto di portata.<br />

Il migliaccio si serve ben caldo.<br />

VARIANTI:<br />

Chi intende il migliaccio come pietanza sapida e quindi salata ,dovrà cospargerlo con una nevicata<br />

di pecorino grattugiato e lasciare gli ingredienti così come sono descritti.<br />

Chi intende il migliaccio come pietanza dolce ,dovrà cospargerlo con una nevicata di zucchero e<br />

provvedere ad aggiungere al composto due manciate di uva passa leggermente ammollata , pinoli,<br />

succo di arancia , un bicchierino di liquore dal sapore di anice. ( Questa versione è diffusa nel<br />

comune di Agliana e non negli altri comuni del <strong>pistoiese</strong> – curioso ,ma vero).<br />

Arista alle erbe aromatiche in crosta di pane<br />

L’arista e la sella di maiale steccata di aglio, salvia, rosmarino, timo, misto spezie, sale e pepe, cotta<br />

allo spiedo o al forno. Si serve con contorno di patate e bietole saltate nel sugo della carne. Alcuni<br />

studiosi di semantica fanno discendere al parola àrista dall’omonima voce latina, sommità, parte più<br />

alta e in questo caso della schiena suina; altri, più fantasiosi, la fanno provenire dal greco “àristos”,<br />

ricollegandosi a un presunto episodio accaduto all’epoca del Concilio di Firenze del 1430. Ad un<br />

pranzo, cui partecipava il celebre patriarca bizantino Bessarione, fu servita una prelibata arista;<br />

dopo averla assaggiata, Bessarione pare abbia detto: ‹‹ Àristos , àristos ››, che in greco significa<br />

eccellente, ottima. Da allora i fiorentini avrebbero denominato arista l’arrosto di sella di maiale. La<br />

storiella, quantunque ben congegnata, non resiste a un esame critico perché la parola correva a<br />

Firenze prima ancora che vi si tenesse il Concilio. In una novella di Sacchetti e precisamente nella


centoventiquattresima, un mangione di nome Noddo d’Andrea divora un’arista non sua<br />

consegnatagli per errore dal fornaio. Franco Sacchetti scrisse la raccolta di novelle nel Trecento.<br />

In questa ricetta l’arista viene preparata secondo la ricetta classica, solo che a metà cottura viene<br />

avvolta in pasta di pane.<br />

Lombo di suino disossato, aglio, salvia, rosmarino, timo, misto spezie, sale e pepe, olio d’oliva,<br />

farina kg1, lievito di birra 25g, acqua ½ litro circa, uovo.<br />

Bucare la carne in più punti e condirla con tutti gli aromi, condire al superficie con sale e pepe,<br />

legare con spago.<br />

Ungere con olio e infornare a 180°C per 45 minuti.<br />

Nel frattempo sciogliere 25g di lievito in mezzo litro circa di acqua tiepida, unire olio, sale e kg 1 di<br />

farina. Impastare e far lievitare coperta in luogo tiepido.<br />

Passato il tempo togliere dal forno l’arrosto, slegare e lasciar intiepidire, spianare la pasta lievitata e<br />

avvolgere l’arista.<br />

Spennellare con uovo sbattuto e cuocere a 180°C per altri 45 minuti circa.<br />

Rosticciana con rape e olive<br />

Rosticciana, olio, aglio, salvia, rosmarino ( o ramerino), limone, spezie, sale e pepe<br />

In un tegame mettete olio, spicchi d’aglio, foglie di salvia, un rametto di rosmarino ( o ramerino),<br />

una scorza di limone senza la parte bianca, sale e pepe e fate riscaldare a fuoco moderato così che<br />

tutto si improfumi.<br />

Adagiate su questo fondo di cottura i pezzi di carne rosticciana e lasciate cuocere provvedendo a<br />

ben coprire la teglia. Condire con sale, pepe e spezie.<br />

Controllate con cura che il procedimento di cottura sia a fiamma moderata e rigirate le carni più<br />

volte; aggiungete del vino bianco e se necessario una modesta quantità di brodo, questa operazione<br />

dovrà essere ripetuta più volte finché le carni non saranno ben cotte.<br />

Togliete i residui di aglio, di ramerino, di salvia e della scorza di limone e in questo fondo far<br />

rosolare le olive, unire anche le rape rifatte e rimettere dentro anche la rosticciana così da far<br />

insaporire bene il tutto assieme.<br />

Rape rifatte: sfogliare e lessare le rape, scolarle, freddarle e farne delle palle. Tagliare le rape e<br />

saltarle in padella con aglio, olio e strutto di fegatelli. Unire qualche pomodoro a grappolo tritato e<br />

condire con semi di finocchio, sale e pepe.


Necci<br />

Farina di castagne, sale, acqua, olio<br />

DOLCI CON FARINA DI CASTAGNE<br />

Per la cottura dei necci si usano le forme (due dischi di ferro con due lunghi manici) unte con una<br />

goccia di olio spalmata con la cotenna di maiale e bene scaldate. Si prepara una pastella morbida<br />

con farina di castagne, un pizzico di sale ed acqua, si mette un cucchiaio di questo composto sopra<br />

la parte interna di un disco appoggiandoci sopra l'altro disco e si schiaccia bene in modo che la<br />

pastella si distribuisca sulla superficie del disco e si ottenga una frittella larga circa 14/16 cm di<br />

diametro, di giusta consistenza (circa 3 mm di spessore). Quando una parte è leggermente scurita si<br />

girano le forme per cuocere il neccio dall'altra parte. Si servono con ricotta fresca<br />

Varianti: Necci incarnati<br />

Mettere della pancetta all’interno della pastella a formare dei saporiti necci detti "incarnati".<br />

Frittelle<br />

300 g di farina di castagne setacciata, 100 g di uvetta, 2 cucchiai di zucchero (facoltativo), 30 g di<br />

pinoli, 1 pizzico di sale, 2 cucchiaini di olio extra vergine di oliva, olio per friggere, rosmarino<br />

Mettere la farina setacciata in una ciotola, aggiungere acqua tiepida quanto basta per ottenere una<br />

pastella morbida, aggiungere 2 cucchiaini d'olio, le uvette ammollate in acqua, scolate ed asciugate<br />

bene, i pinoli, zucchero, se gradito, un pizzico di sale e foglioline di rosmarino tritata. Preparare una<br />

padella a bordi alti con l'olio caldo non bollente, prendere la pastella con un cucchiaio e cuocere le<br />

frittelle poche per volta perché non si attacchino le une alle altre e girarle una sola volta per evitare<br />

che si impregnino troppo di olio. Scolare le frittelline pronte con un mestolo forato ed asciugarle su<br />

carta gialla. Servirle calde.<br />

Castagnaccio<br />

gr. 300 di farina di castagne, sale, acqua, gherigli di noci, pinoli, rosmarino, olio.<br />

In una ciotola impastate con cura la farina con l'acqua e poco sale. Assicuratevi che non si siano<br />

formati grumi. L'impasto deve essere piuttosto liquido.<br />

Scaldate l’olio in una teglia nera di 26 cm di diametro e versatevi l'impasto.<br />

Aggiungete le noci, i pinoli e gli aghetti di rosmarino e guarnire con un filo d’olio.<br />

Cuocere a 180°C per 30 minuti circa. Servire tiepido.<br />

Varianti: Castagnaccia<br />

500g di farina di castagne, ½ litro di latte, 50g di zucchero, 150g di cioccolato in polvere<br />

Amalgamare bene e unire 10g di bicarbonato, guarnire con uva passa, pinoli, corteccia d’arancio<br />

candita, ecc. Infornare a 170°C per 40/50 minuti<br />

Torta di castagne<br />

500g di zucchero, 500g di uova, 500g di burro fuso, 500g di farina di castagne 1 bustina di lievito<br />

chimico<br />

Amalgamare tutti gli ingredienti<br />

Versare in una tortiera rivestita di carta da forno e cuocere 170°C per 40’ circa.


DOLCI<br />

Ciambellone (detto anche corollo)<br />

Farina 400g, burro 150g, zucchero 250g, latte 2 dl, uova 3, sale, lievito chimico 1 bustina, scorza<br />

limone, vaniglia, pan grattato, sassolino.<br />

Scaldare il latte con il burro. Frustare le uova con lo zucchero quindi unire metà farina; versare il<br />

latte tiepido e aggiungere il resto degli ingredienti avendo cura di amalgamare bene il tutto.<br />

Versare in uno stampo a ciambella precedentemente imburrato e cosparso di pan grattato quindi<br />

mettere in forno preriscaldato a 180 °C per 40 min. circa.<br />

Sformare e spolverare di zucchero a velo.<br />

Berlingozzo<br />

Farina 500g, lievito chimico 1 bustina, 175g zucchero, 20g miele, 125g burro, 85g uova, 85g latte,<br />

la scorza di ½ limone grattugiata<br />

Mescolare farina e lievito. Miscelare assieme latte e uova<br />

Impastare fino ad ottenere una massa liscia quindi mettere in uno stampo a ciambella e spennellare<br />

di burro fuso. Infornare a 170°c per40’.<br />

A fine cottura spolverare di zucchero a velo.<br />

Varianti: unire dell’uvetta, ma in questo caso ammollare pesare prima, pesare dopo, calcolare<br />

quanta acqua a assorbito e togliere dall’impasto.<br />

Torta coi becchi<br />

Per la pasta: Farina 575g, zucchero 285g, burro 250g, uova 3, scorza arancia grattugiata, lievito<br />

chimico ½ bustina, sale, vanillina.<br />

Per il ripieno:<br />

Riso comune od originario 100g, latte intero ½ litro, bietola (parte verde) lessata 100g, zucchero,<br />

100g, uova 2, uvetta 100g, liquore (Sassolino), pane raffermo una fetta, timo e prezzemolo,<br />

parmigiano o pecorino 1 cucchiaio, sale, pepe, cannella, noce moscata, scorza limone grattugiata<br />

Far bollire il riso nel latte per 20 min. con la scorza di limone e la vanillina.<br />

Tritare la bietola e passarla in padella con il burro aggiungendo poi il prezzemolo e il timo.<br />

Prendere il riso, quando si è freddato, ed aggiungere le uova (sbattute), la bietola, l’uvetta, i pinoli,<br />

i canditi,, la fettina di pane (ammollata nel latte e strizzata), il liquore, le spezie, il formaggio<br />

grattugiato e lo zucchero. Mescolare il tutto accuratamente e lasciar riposare.<br />

Impastare gli ingredienti della pasta come per una frolla e far riposare in frigorifero.<br />

Passato il tempo necessario, stendere la pasta sul tavolo infarinato fino a formare uno strato di circa<br />

½ centimetro.<br />

Imburrare e infarinare leggermente una tortiera di circa 30 cm di diametro e stendere la pasta<br />

avendo cura di rivestire i bordi della tortiera stessa. Versare il ripieno nelle tortiera e con le dita e un<br />

coltello formare i becchi. Ungere i becchi con un filo d’olio d’oliva. Cuocere in forno a 200 °C per<br />

circa 45 minuti. Servire a temperatura ambiente.<br />

Varianti: Sostituire il pane raffermo con biscotti tipo “Marie”


I CHICCHI DELLE FIERE<br />

Brigidini<br />

120g di zucchero, 2 uova, poca farina bianca, 1 cucchiaio di semi di anice, sale<br />

Rompere le uova in una terrina, unire lo zucchero, i semi di anice, un pizzico di sale e lavorare tutto<br />

velocemente con un cucchiaio di legno. Unire la farina necessaria ad ottenere una pastella soda.<br />

Lavorare bene, fare delle palline grandi come una noce e schiacciarle fra le due piastre della<br />

"stiaccia" (apposito ferro per fare le cialde a forma di una lunga tenaglia metallica terminante con<br />

due dischi rotondi) caldissime ed unte con olio di oliva, voltandole sul fuoco dalle due parti.<br />

Sovrapponendo i due dischi della stiaccia la pastella si comprime riducendo la pallina in cialde<br />

rotonde sottilissime e croccanti come una foglia secca. I brigidini si staccano dalle stiacce con la<br />

punta di un coltello e si lasciano cadere in un cestino tenuto pronto. Togliendo i brigidini dalle<br />

stiacce si impone un movimento che da al brigidino la classica forma leggermente accartocciata.<br />

Bomboloni<br />

Farina di forza 1 kg, lievito di birra 50g, zucchero 100g, burro 100g, sale, uova 4, latte ½ litro,<br />

vaniglia, lievito chimico 1 bustina, limone grattugiato,.<br />

Sciogliere il lievito di birra nel latte tiepido, setacciare la farina con il lievito chimico.<br />

Impastare tutti gli ingredienti e quando la massa è ben elastica, mettere a lievitare a 30 °C fino al<br />

raddoppio del volume.<br />

Fare le pezzature da 40-50g ciascuna formando delle palline (aiutandosi con due cucchiai),<br />

appiattirle col palmo della mano e mettere a lievitare, in luogo caldo, su una tavola infarinata<br />

ricoprendo con un telo umido.<br />

Attendere che le pezzature abbiano mosso (cioè abbiano ben lievitato e risultino belle gonfie),<br />

premere al centro con il dito e ruotando allargare il buco ricavato e friggere in abbondante olio di<br />

semi.<br />

Terminata la frittura, scolare e arrotolare sullo zucchero semolato e poi spolverare di zucchero a<br />

velo<br />

Mousse al vin santo e brigidini con salsa caramello<br />

Dolce non tipico <strong>pistoiese</strong> per la sua ricetta, ma tipico per gli ingredienti che lo compongono. Per<br />

concludere il <strong>corso</strong> un dolce moderno che affonda le sue radice nella tradizione, ma guarda al<br />

futuro.<br />

Per la mousse: vin Santo 190g, zucchero 175g, tuorli 5, colla di pesce 8g, panna montata 500g.<br />

Per la salsa al caramello; zucchero 100g, acqua 50g, vaniglia, panna 100g<br />

Per completare: brigidini e cioccolato bianco<br />

Mescolare il vin Santo con lo zucchero e i tuorli. Montare a bagnomaria fino a quando la massa non<br />

sarà spumosa e ben gonfia. Unire la colla di pesce precedentemente ammollata e strizzata.<br />

Togliere dal bagnomaria e far raffreddare a 26°C, incorporare la panna montata e versare in<br />

stampini individuali. Far consolidare in frigorifero.<br />

Preparare la salsa mescolando lo zucchero con l’acqua, e la polpa di mango. Porre sul fuoco e far<br />

caramellare. Quando ha preso un bel colore biondo fermare la cottura con la purea del mango e la<br />

panna. Frullare il tutto.<br />

Servire fermando sul piatto due brigidini con del cioccolato bianco fuso, disporre la mousse e<br />

decorare con la salsa.

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