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Dispensa sulle dorature della dott. Ivana Mancino per lo stage di ...

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IVANA MANCINO<br />

Restauro e Conservazione O<strong>per</strong>e d'Arte<br />

90146 PALERMO – Via Nuova, 36<br />

Tel. 091 6881321 cell. 347 6853724<br />

C.F. MNC VNI 69A45 B602S<br />

P. IVA 05365410827<br />

e-mail: ivana_mancino@virgilio.i<br />

DISPENSA SULLE TECNICHE DI DORATURA<br />

Prof.ssa <strong>Ivana</strong> <strong>Mancino</strong><br />

PULITURA<br />

L'oggetto da restaurare può richiedere <strong>di</strong>versi interventi. Ciò <strong>di</strong>pende dalla<br />

natura dell'oggetto, dal suo va<strong>lo</strong>re, dal suo stato <strong>di</strong> conservazione, dagli<br />

interventi che ha già subito.<br />

Prima <strong>di</strong> tutto occorre osservare il pezzo con molta attenzione prima <strong>di</strong><br />

procedere alla pulitura.<br />

Ed è proprio qui che inizia il lavoro <strong>di</strong> restauro <strong>per</strong>ché ci dobbiamo fare<br />

un'idea <strong>di</strong> come procedere e in che cosa consisterà il nostro lavoro.<br />

Esaminando il pezzo già siamo in grado <strong>di</strong> capire se esso è rico<strong>per</strong>to dall'oro in<br />

foglia o dall'argento in foglia, se la foglia è <strong>di</strong> oro imitazione o se sono<br />

stati usati smalti o porporina co<strong>lo</strong>r oro e argento, o infine se è stata<br />

applicata la vernice a mecca.<br />

Questa fase è importantissima <strong>per</strong>ché oltre a farci capire meglio il lavoro<br />

eseguito, scopriamo <strong>lo</strong> stato <strong>di</strong> conservazione del pezzo e ci facciamo un'idea <strong>di</strong><br />

come proseguiremo il lavoro <strong>di</strong> restauro.
Dopo aver spolverato accuratamente si<br />

procede alla pulitura che può essere <strong>di</strong> due tipi:<br />

a) su<strong>per</strong>ficiale e leggera
b) a fondo<br />

In entrambi i casi bisogna evitare assolutamente <strong>di</strong> rovinare il pezzo, quin<strong>di</strong> è<br />

bene fare delle prove su piccolissime su<strong>per</strong>fici o parti nascoste <strong>per</strong>ché data la<br />

delicatezza <strong>della</strong> vecchia doratura si può incorrere in rovinose scagliature.<br />

La pulitura su<strong>per</strong>ficiale e leggera si effettua quando siamo in presenza <strong>di</strong> un<br />

oggetto non particolarmente sporco e si utilizza la colla <strong>di</strong> pesce <strong>di</strong>luita a<br />

caldo con acqua. Essendo questo tipo <strong>di</strong> colla gelatinosa (è la famosa "gelatina"<br />

che si usa <strong>per</strong> preservare e guarnire i dolci) l'acqua non fa in tempo a<br />

penetrare <strong>per</strong>ché raffreddandosi si addensa, si gelatinizza, evitando quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

fra<strong>di</strong>ciare gesso e legno che costituiscono il materiale-base <strong>della</strong> doratura.
La<br />

colla riscaldata si applica sulla su<strong>per</strong>ficie da pulire con un pennel<strong>lo</strong> e con un<br />

tampone <strong>di</strong> cotone si strofina leggermente e si rimuove la gelatina.
Si procede<br />

<strong>per</strong> piccole su<strong>per</strong>fici senza insistere ulteriormente. Finito il lavoro si<br />

cosparge con la segatura <strong>per</strong> far assorbire l'umi<strong>di</strong>tà rimasta e si può usare una<br />

fonte <strong>di</strong> ca<strong>lo</strong>re moderata <strong>per</strong> l'asciugatura definitiva.<br />

La pulitura a fondo si effettua invece quando il pezzo è particolarmente sporco<br />

e va fatta con molta cura e attenzione evitando l'eccessivo <strong>lo</strong>goramento e la<br />

rimozione del sottile strato <strong>di</strong> metal<strong>lo</strong> che provocherebbe o<strong>per</strong>azioni <strong>di</strong> restauro<br />

ulteriori e alquanto laboriose.
Si utilizzano solventi come alcool, acetone,<br />

<strong>di</strong>luente nitro, polish, sverniciatore, o un pulitore specifico <strong>per</strong> <strong>dorature</strong>,<br />

applicati con pennel<strong>lo</strong> o batuffolini <strong>di</strong> ovatta.<br />

C'è da <strong>di</strong>re che essendo oro e argento metalli particolarmente resistenti, <strong>lo</strong>


sverniciatore, usato con molta cura, non intacca assolutamente la<br />

su<strong>per</strong>ficie.
Viene applicato in piccole quantità con un pennellino, si lascia<br />

agire <strong>per</strong> qualche minuto e subito rimosso con un tampone <strong>di</strong> ovatta o straccetto<br />

morbido <strong>di</strong> cotone soffregando leggermente e con uniformità.
In seguito si<br />

tampona con solvente nitro <strong>per</strong> neutralizzare l'efficacia del<strong>lo</strong> sverniciatore. E'<br />

bene evitare l'uso del<strong>lo</strong> sverniciatore <strong>per</strong> gli oggetti <strong>di</strong> un certo va<strong>lo</strong>re o<br />

pregio e in generale se <strong>lo</strong> sporco e le macchie risultano particolarmente<br />

<strong>di</strong>fficili da asportare non bisogna assolutamente insistere, ci si deve<br />

rassegnare alla <strong>lo</strong>ro presenza dato che sono spesso la migliore ed anche la più<br />

bella testimonianza del tempo trascorso e <strong>della</strong> autenticità del pezzo<br />

(patina).
Lo sverniciatore viene usato soprattutto se il pezzo ha subito un<br />

successivo intervento consistente nell'applicazione <strong>di</strong> smalti, porporine<br />

simi<strong>lo</strong>ro sopra ad una antecedente doratura o argentatura.
Questa usanza <strong>di</strong><br />

cattivo gusto veniva fatta <strong>per</strong>ché in presenza <strong>di</strong> graffi, ammaccature, fratture,<br />

lacune, <strong>lo</strong>gorii, si riteneva che questi fossero antiestetici e usando questo<br />

metodo, semplice da eseguire, si preferiva coprire totalmente la su<strong>per</strong>ficie. Una<br />

volta eseguita la sverniciatura, rimosso <strong>lo</strong> strato su<strong>per</strong>iore, spesso ci<br />

capiterà, meraviglia delle meraviglie, <strong>di</strong> trovare la vera e autentica doratura<br />

originaria.
Un <strong>di</strong>scorso particolare va fatto quando siamo in presenza <strong>della</strong><br />

tecnica dell'argentatura a mecca. In tali casi è sempre meglio iniziare con la<br />

pulitura leggera. Questo <strong>per</strong>ché se viene utilizzato <strong>lo</strong> sverniciatore, alcool, o<br />

altro solvente, il sottile film dorato <strong>della</strong> mecca, viene completamente rimosso<br />

lasciando sco<strong>per</strong>to <strong>lo</strong> strato sottostante costituito dall'argento.<br />

In linea generale possiamo <strong>di</strong>re che so<strong>lo</strong> nel caso in cui la vernice ricoprente è<br />

particolarmente rovinata è bene rimuoverla <strong>per</strong> poi passare alla riverniciatura a<br />

gommalacca, gommalacca decerata, o vernice a mecca <strong>per</strong> ridare all'oggetto<br />

l'effetto oro. Altrimenti si fanno dei piccoli ritocchi sempre a gommalacca<br />

nelle parti lacunose, rovinose e <strong>lo</strong>gorate.<br />

MECCATURA<br />

Anticamente, non essedo ancora stata inventata la foglia oro imitazione, l'unica<br />

maniera <strong>per</strong> non spendere un occhio <strong>della</strong> testa nelle <strong>dorature</strong>, era quella <strong>di</strong><br />

argentare (all'epoca con argento vero, adesso possiamo scegliere anche fogli <strong>di</strong><br />

argento imitazione), trattando poi la su<strong>per</strong>ficie con una speciale vernice, detta<br />

appunto mecca, in modo che la foglia d'argento assumesse l'aspetto <strong>della</strong> più<br />

preziosa foglia d'oro.<br />

La mecca è una vernice a base <strong>di</strong> alcool, gommalacca, resine naturali e ossi<strong>di</strong>,<br />

che dona all'argento in foglia varie tonalità <strong>di</strong> co<strong>lo</strong>re oro, secondo il dosaggio<br />

<strong>della</strong> vernice e dei <strong>di</strong>versi elementi cromatici <strong>della</strong> mecca.
La tecnica <strong>della</strong><br />

doratura a mecca fu impiegata prevalentemente <strong>per</strong> gli oggetti meno pregiati o<br />

ado<strong>per</strong>ati con frequenza (cornici, se<strong>di</strong>e e mobilio in genere, stucchi, etc.).<br />

Ingre<strong>di</strong>enti <strong>della</strong> vernice a mecca:
la sandracca: componente principale, <strong>di</strong>luita<br />

in alcool;
la gomma gutta: <strong>di</strong> co<strong>lo</strong>re gial<strong>lo</strong> dorato, <strong>di</strong>luita in alcool e aggiunta<br />

in piccole dosi <strong>per</strong> evitare che la co<strong>lo</strong>razione gialla risultasse troppo<br />

carica;
il sangue <strong>di</strong> drago: resina <strong>di</strong> co<strong>lo</strong>re rosso bruno, anch'essa <strong>di</strong>luita in<br />

alcool, che conferiva alla soluzione un co<strong>lo</strong>re rosso arancione;
l'a<strong>lo</strong>e: una


esina vegetale <strong>di</strong> co<strong>lo</strong>re bruno verdastro, che, molto <strong>di</strong>luita, veniva aggiunta<br />

alla altre misture fino ad ottenere la tonalità desiderata.<br />

ARGENTATURA A MECCA<br />


La tecnica <strong>di</strong> applicazione <strong>della</strong> foglia d'argento è la medesima <strong>della</strong> doratura<br />

a guazzo o <strong>della</strong> doratura a missione, so<strong>lo</strong> che, una volta che la foglia<br />

d'argento è stata brunita con pietra d'agata (so<strong>lo</strong> <strong>per</strong> la doratura a guazzo), si<br />

procede a stendere la vernice a mecca. L'applicazione <strong>della</strong> mecca sulla foglia<br />

dopo la brunitura, fa si che l'argento somigli all'oro.<br />

DORATURA CON VERNICE<br />

Questa tecnica consiste nell'utilizzo <strong>di</strong> una vernice <strong>per</strong> dorare pronta all'uso<br />

al posto <strong>della</strong> foglia d'oro e può essere impiegata <strong>per</strong> dorare qualsiasi<br />

materiale (legno, metal<strong>lo</strong>, carta, plastica, pietra, ceramica, vetro, gesso,<br />

ecc.).<br />

La doratura con vernice è una tecnica che può essere conveniente, in alcuni<br />

casi, <strong>per</strong> la sua rapi<strong>di</strong>tà e praticità.<br />

Per dorare materiali porosi come il legno è necessario come sempre, preparare<br />

prima il fondo <strong>per</strong> render<strong>lo</strong> <strong>per</strong>fettamente liscio. A tale scopo è possibile<br />

stendere sulla su<strong>per</strong>ficie da dorare una vernice turapori, oppure preparare il<br />

fondo con gesso <strong>di</strong> Bo<strong>lo</strong>gna e bo<strong>lo</strong> (rosso, gial<strong>lo</strong> o nero) come nella doratura a<br />

guazzo. In sostituzione al bo<strong>lo</strong> è possibile impiegare un co<strong>lo</strong>re acrilico che<br />

imiti la tonalità del vero bo<strong>lo</strong>. L'impiego del bo<strong>lo</strong> o <strong>di</strong> un co<strong>lo</strong>re acrilico<br />

serve <strong>per</strong> dare un co<strong>lo</strong>re al fondo, in modo da far risaltare meglio il co<strong>lo</strong>re oro<br />

e dargli una tonalità più particolare.<br />

Dopo aver steso la vernice turapori, il bo<strong>lo</strong> vero o un co<strong>lo</strong>re acrilico, è sempre<br />

meglio, una volta asciutti, dare una carteggiata con carta abrasiva a grana<br />

finissima (400).<br />

Come abbiamo già detto, questa preparazione serve <strong>per</strong> dare ai materiali porosi<br />

una base <strong>per</strong>fettamente liscia su cui stendere poi la vernice <strong>per</strong> dorare. Non<br />

sarà quin<strong>di</strong> necessaria, <strong>per</strong> tutti quei materiali compatti e lisci come il vetro,<br />

il metal<strong>lo</strong>, la plastica, la ceramica, etc. che potranno essere verniciati<br />

<strong>di</strong>rettamente.<br />

Si potrà ora procedere all'applicazione <strong>della</strong> vernice <strong>per</strong> dorare (in<br />

sostituzione può essere usata anche una pasta <strong>per</strong> dorare) con un pennel<strong>lo</strong>.
Se<br />

stesa con un pennel<strong>lo</strong> a setole larghe, la vernice <strong>per</strong> dorare, <strong>per</strong>mette <strong>di</strong><br />

decorare su<strong>per</strong>fici anche molto ampie come una cornice.<br />

Mentre, se si impiega un pennel<strong>lo</strong> a punta molto fine, sarà possibile utilizzare<br />

la vernice <strong>per</strong> dorare <strong>per</strong> ottenere delle micro decorazioni su oggetti molto<br />

piccoli (fig.2).<br />

La vernice è pronta all'uso, ma è possibile anche <strong>di</strong>luirla con acquaragia <strong>per</strong><br />

ottenere una co<strong>lo</strong>razione oro meno intensa.
Una volta asciutta la decorazione può<br />

essere lucidata con un panno morbido<br />

DORATURA CON METALLI IN ROTOLO<br />

L'impiego dei metalli imitazione in roto<strong>lo</strong> <strong>per</strong>mette la decorazione <strong>di</strong> su<strong>per</strong>fici<br />

ampie come soffitti e pareti, ma anche semplici cornici, in maniera semplice e


ve<strong>lo</strong>ce, riducendo sensibilmente i tempi <strong>di</strong> messa in o<strong>per</strong>a.<br />

Per cominciare, è necessario rendere la su<strong>per</strong>ficie da dorare (o argentare) più<br />

liscia possibile e ben isolata, specialmente se stiamo <strong>per</strong> decorare una<br />

su<strong>per</strong>ficie in legno. A tal scopo possiamo applicare del gesso <strong>di</strong> Bo<strong>lo</strong>gna o <strong>della</strong><br />

cementite, che rendono il legno liscio ed im<strong>per</strong>meabile (dopo aver steso il<br />

pro<strong>dott</strong>o è anche consigliabile passare <strong>della</strong> carta abrasiva a grana fine o <strong>della</strong><br />

lana d'acciaio finissima).
È sempre consigliabile far<strong>lo</strong>, in quanto il legno è<br />

poroso e non darebbe risultati ottimali se dorato <strong>di</strong>rettamente.
Quando si<br />

desidera lasciare trasparire le venature naturali è invece consigliabile usare<br />

del turapori alla nitro, oppure un turapori alla gommalacca se si preferisce un<br />

pro<strong>dott</strong>o naturale.<br />

Successivamente è consigliabile stendere sul gesso del co<strong>lo</strong>re acrilico (un<br />

co<strong>lo</strong>re gial<strong>lo</strong> ocra o terra <strong>di</strong> Siena <strong>per</strong> l'oro e nero <strong>per</strong> l'argento danno ottimi<br />

risultati) che servirà <strong>per</strong> dare un co<strong>lo</strong>re <strong>di</strong> fondo alla su<strong>per</strong>ficie in modo da<br />

far risaltare meglio il co<strong>lo</strong>re del metal<strong>lo</strong> e dargli una tonalità particolare.<br />

A questo punto si passa all'applicazione <strong>della</strong> missione, che viene eseguita a<br />

pennel<strong>lo</strong> stendendo uno strato uniforme sulla prima parte <strong>di</strong> su<strong>per</strong>ficie da<br />

decorare.
Con la missione all'acqua, dopo circa 10-15 minuti dalla stesura, la<br />

su<strong>per</strong>ficie trattata <strong>di</strong>venterà appiccicosa e pronta a ricevere il metal<strong>lo</strong><br />

imitazione in roto<strong>lo</strong>. Mentre, se si sta utilizzando una missione all'olio,<br />

necessaria in caso <strong>di</strong> doratura su su<strong>per</strong>fici molto compatte (es. metal<strong>lo</strong>, vetro,<br />

marmo, etc.) e <strong>per</strong> decorazioni poste all'esterno, bisognerà attendere circa 3<br />

ore prima <strong>di</strong> applicare il metal<strong>lo</strong>.<br />

A questo punto pren<strong>di</strong>amo una striscia del roto<strong>lo</strong> <strong>di</strong> oro imitazione<br />

precedentemente tagliata e tenendola ai due estremi con entrambe le mani,<br />

sten<strong>di</strong>amola sulla parte <strong>di</strong> su<strong>per</strong>ficie dove abbiamo già applicato la missione<br />

(fig.1).<br />

Ora, con un bombasino in pe<strong>lo</strong> <strong>di</strong> vajo, spingere delicatamente sopra la carta <strong>per</strong><br />

assicurarsi che il metal<strong>lo</strong> si sia completamente staccato dal supporto ed abbia<br />

aderito <strong>per</strong>fettamente alla su<strong>per</strong>ficie<br />

Con cautela rimuovere ora la carta dal metal<strong>lo</strong>, aiutandosi con il bombasino.<br />

Fare attenzione che non si formino bolle d'aria e che l'oro imitazione sia<br />

saldamente attaccato alla su<strong>per</strong>ficie da decorare<br />


<br />

Con il bombasino spennellare delicatamente la su<strong>per</strong>ficie appena dorata <strong>per</strong><br />

rimuovere il metal<strong>lo</strong> in eccesso, evitando <strong>per</strong>ò <strong>di</strong> grattare via l'oro<br />


<br />

Una volta finito <strong>di</strong> applicare il metal<strong>lo</strong>, sarà necessario stendere sulla<br />

su<strong>per</strong>ficie decorata una vernice finale <strong>di</strong> protezione, in quanto i metalli<br />

imitazione si ossidano facilmente.
Come vernice finale è possibile stendere<br />

<strong>sulle</strong> <strong>dorature</strong> vernici naturali, come si faceva anticamente, a base <strong>di</strong><br />

gommalacca o gommalacca decerata oppure le più moderne vernici acriliche che<br />

possono essere lucide, opache o satinate, a seconda dell'effetto desiderato.


DORATURA A MISSIONE<br />

La doratura a missione è una tecnica molto più semplice da eseguire rispetto<br />

alla doratura a guazzo, e <strong>per</strong>mette <strong>di</strong> applicare la foglia d'oro su qualsiasi<br />

su<strong>per</strong>ficie preventivamente verniciata o comunque non porosa.<br />

Nella tecnica a missione non è necessaria ne la preparazione del fondo con gesso<br />

<strong>di</strong> Bo<strong>lo</strong>gna, ne la stesura <strong>di</strong> bo<strong>lo</strong>.<br />

La tecnica consiste essenzialmente nel<strong>lo</strong> stendere un liquido con potere adesivo<br />

sull'oggetto da dorare ed applicare poi la foglia d'oro. Questo liquido adesivo<br />

è chiamato missione (da cui il nome <strong>della</strong> tecnica).<br />

Ci sono due tipi <strong>di</strong> missione: missione all'acqua e missione a vernice (missione<br />

all'olio).<br />

La missione all'acqua <strong>per</strong>mette un'applicazione molto ve<strong>lo</strong>ce, occorre attendere<br />

infatti so<strong>lo</strong> pochi minuti (10-15 minuti) <strong>per</strong>ché sviluppi il suo potere adesivo,<br />

inoltre, la missione all'acqua è in<strong>di</strong>cata <strong>per</strong> la decorazione <strong>di</strong> su<strong>per</strong>fici poste<br />

all'interno e a me<strong>di</strong>a porosità come legno, gesso, stucco, carta etc.<br />

La missione a vernice necessita invece <strong>di</strong> un'attesa <strong>di</strong> 3 ore prima <strong>di</strong> essere<br />

adesiva, ma la brillantezza finale è maggiore, inoltre, è ideale <strong>per</strong> dorare<br />

su<strong>per</strong>fici poste all’esterno ed estremamente compatte come metal<strong>lo</strong>, marmo e<br />

vetro.<br />

DORATURA CON MISSIONE ALL'ACQUA
<br />

Una con<strong>di</strong>zione importante <strong>per</strong> un ottimo risultato è quella <strong>di</strong> applicare la<br />

missione all'acqua su su<strong>per</strong>fici a me<strong>di</strong>a porosità e ben liscie. Infatti, se<br />

applicata su su<strong>per</strong>fici ad alta porosità viene ve<strong>lo</strong>cemente assorbita dal<br />

supporto, non garantendo una buona adesività. In questi casi è consigliabile<br />

applicare prima uno strato <strong>di</strong> vernice, compatibile con il supporto, <strong>per</strong> ridurre<br />

l'assorbimento e carteggiare poi con carta abrasiva a grana fine (320).
Nella<br />

doratura a guazzo, prima <strong>di</strong> stendere la colla <strong>di</strong> pesce <strong>per</strong> incollare la foglia<br />

oro, si stende il bo<strong>lo</strong> (rosso, gial<strong>lo</strong> o nero). Nel caso <strong>della</strong> doratura a<br />

missione, è possibile sostituire il bo<strong>lo</strong> con del co<strong>lo</strong>re acrilico che imiti la<br />

tonalità del vero bo<strong>lo</strong>, da stendere prima <strong>di</strong> applicare la missione.
Questa<br />

preparazione serve da base <strong>per</strong> dare un co<strong>lo</strong>re <strong>di</strong> fondo alla su<strong>per</strong>ficie in modo<br />

da far risaltare meglio il co<strong>lo</strong>re oro e dargli una tonalità particolare.
Anche<br />

dopo aver steso il bo<strong>lo</strong> vero o un co<strong>lo</strong>re acrilico, è sempre meglio dare una<br />

carteggiata con carta abrasiva a grana finissima (400). 
A questo punto si passa<br />

all'applicazione <strong>della</strong> missione, che viene eseguita a pennel<strong>lo</strong> stendendo uno<br />

strato uniforme sulla prima parte <strong>di</strong> su<strong>per</strong>ficie da dorare. 
In linea <strong>di</strong> massima,<br />

<strong>per</strong> ottenere una buona doratura resistente, è consigliabile applicare la<br />

missione in strati il più possibile ri<strong>dott</strong>i. Questo <strong>per</strong>chè una volta applicata<br />

la foglia il processo <strong>di</strong> asciugamento <strong>della</strong> missione si arresta, lasciando fra<br />

foglia e sottofondo uno strato elastico <strong>di</strong> eccessivo spessore. In questa<br />

situazione qualsiasi sollecitazione subisca la foglia si formerebbero grinze e<br />

spaccature. Concludendo l'o<strong>per</strong>atore deve applicare la missione nella misura<br />

minore possibile, compatibilmente con le esigenze <strong>di</strong> appiccicosità.
Dopo circa<br />

10-15 minuti dalla stesura, la missione <strong>di</strong>venterà appiccicosa e pronta a<br />

ricevere la foglia d'oro.
Per applicare la foglia d'oro si comincia aprendo


delicatamente il libretto e <strong>lo</strong> si accosta al cuscino da doratore. Poi con<br />

l'aiuto del coltel<strong>lo</strong> da doratore, si fa scivolare una foglia d'oro sul cuscino e<br />

la si stende soffiandoci sopra leggermente.
Ricordarsi che la foglia d'oro va<br />

sempre presa con il coltel<strong>lo</strong> e mai con le <strong>di</strong>ta altrimenti si <strong>di</strong>struggerà<br />

subito.
A questo punto si può tagliare in pezzi più piccoli la foglia, sia <strong>per</strong><br />

agevolarne la presa, sia <strong>per</strong> seguire al meglio le parti da dorare. Questo<br />

ritaglio va fatto con il coltel<strong>lo</strong> da doratore. Appoggiare il coltel<strong>lo</strong> sul punto<br />

in cui si vuole procedere al taglio e fare un picco<strong>lo</strong> movimento avanti e<br />

in<strong>di</strong>etro, appoggiandosi leggermente sul foglio, poi togliere il coltel<strong>lo</strong>.<br />

Attenzione a non incidere la pelle del cuscino.
Dopo che la missione ha<br />

sviluppato il suo potere adesivo (<strong>per</strong> la valutazione del giusto tempo <strong>di</strong> attesa<br />

prima dell’applicazione <strong>della</strong> foglia, toccare con un <strong>di</strong>to la su<strong>per</strong>ficie<br />

trattata a missione, questa deve risultare leggermente appiccicosa) si prende la<br />

foglia d'oro necessaria con il pennel<strong>lo</strong> <strong>di</strong> vajo da doratore e si accosta al<br />

pezzo in lavorazione. Si procede in questo modo fino alla completa applicazione<br />

dell'oro.
La foglia d'oro applicata a missione non può essere brunita <strong>per</strong> cui il<br />

risultato non è lucido.<br />

Quanto spiegato è valido <strong>per</strong> la doratura a missione fatta con oro vero in<br />

foglia, anche se solitamente questa tecnica si esegue con foglie <strong>di</strong> oro<br />

imitazione (in gergo orone), prima <strong>di</strong> tutto <strong>per</strong>ché l'oro vero ha caratteristiche<br />

tali che vengono esaltate so<strong>lo</strong> con la doratura a guazzo, poi <strong>per</strong>ché trattandosi<br />

<strong>di</strong> una tecnica più economica non sarebbe conveniente utilizzare una materia<br />

prima così costosa.
L'oro imitazione si fa aderire all'oggetto da dorare con<br />

l'aiuto <strong>di</strong> un bombasino in pe<strong>lo</strong> <strong>di</strong> vajo, che battuto <strong>di</strong> punta, ci aiuta a<br />

spingere la foglia nelle parti più <strong>di</strong>fficili da raggiungere con le <strong>di</strong>ta.
Una<br />

volta applicato l'oro imitazione, sarà necessario stendere sulla su<strong>per</strong>ficie<br />

dorata una vernice finale <strong>di</strong> protezione, in quanto l'oro imitazione contenendo<br />

rame si ossida facilmente.
Come vernice finale è possibile stendere <strong>sulle</strong><br />

<strong>dorature</strong> vernici naturali, come si faceva anticamente, a base <strong>di</strong> gommalacca o<br />

gommalacca decerata oppure le più moderne vernici acriliche che possono essere<br />

lucide, opache o satinate, a seconda dell'effetto desiderato.<br />

DORATURA CON MISSIONE A VERNICE<br />


La missione a vernice (o ad olio) è una miscela <strong>di</strong> olii con tempo <strong>di</strong><br />

essiccazione <strong>di</strong> 3 ore, il che vuol <strong>di</strong>re che sviluppa il suo potere adesivo dopo<br />

circa 3 ore dall'applicazione.
Ciò comporta il rischio che la su<strong>per</strong>ficie<br />

trattata si impolveri. Sarebbe <strong>per</strong>ciò preferibile un ambiente <strong>di</strong> lavoro privo <strong>di</strong><br />

polvere.
Il tempo atmosferico influenza il tempo <strong>di</strong> essiccazione: umi<strong>di</strong>tà e<br />

freddo <strong>lo</strong> allungano, al contrario il ca<strong>lo</strong>re <strong>lo</strong> riduce. L'in<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> 3 ore va<br />

intesa quin<strong>di</strong> con una certa elasticità.
Dopo questo lasso <strong>di</strong> tempo è comunque<br />

possibile cominciare l'applicazione <strong>della</strong> foglia d'oro e d'argento (vera o<br />

imitazione). 
La missione <strong>per</strong> dorare a vernice può essere utilizzata su<br />

su<strong>per</strong>fici poste sia all’interno che all’esterno ed è particolarmente adatta<br />

all'applicazione <strong>di</strong> oro in foglia su su<strong>per</strong>fici estremamente compatte come<br />

metal<strong>lo</strong>, marmo e vetro.
La missione all'olio va applicata con un pennel<strong>lo</strong> in<br />

pe<strong>lo</strong> <strong>di</strong> martora, <strong>per</strong> su<strong>per</strong>fici piatte è preferibile un pennel<strong>lo</strong> piatto mentre


<strong>per</strong> su<strong>per</strong>fici intarsiate e <strong>per</strong> oggetti piccoli è consigliabile un pennel<strong>lo</strong><br />

tondo. 
Se la su<strong>per</strong>fici risulta troppo liscia <strong>per</strong> far aderire la missione, sarà<br />

necessario stendere prima una vernice aggrappante compatibile con il supporto da<br />

decorare.
La missione deve essere cosparsa uniformemente e bisogna soprattutto<br />

evitare <strong>di</strong> ottenere spessori <strong>di</strong>versi nelle varie zone <strong>della</strong> su<strong>per</strong>ficie e il<br />

formarsi <strong>di</strong> grumi, <strong>per</strong>ché i tempi <strong>di</strong> essiccazione risulterebbero <strong>di</strong>versi nelle<br />

varie zone <strong>della</strong> cornice.
Alla fine <strong>di</strong> una sessione è meglio gettare la missione<br />

rimasta nel contenitore dove la si è versata, ma non la si è utilizzata, <strong>per</strong>ché<br />

attirerebbe troppa polvere.
È consigliabile inoltre proteggere dalla polvere la<br />

su<strong>per</strong>ficie già trattata, coprendola con una specie <strong>di</strong> tenda o mettendola, quando<br />

possibile, in posizione verticale.<br />

Il doratore principiante nell'ansia <strong>di</strong> <strong>per</strong>dere il momento giusto <strong>per</strong><br />

l'applicazione <strong>della</strong> foglia spesso anticipa i tempi con il risultato che la<br />

foglia risulterà opaca. Inoltre l'essiccazione verrà ulteriormente ritardata<br />

dalla mancanza <strong>di</strong> aria e la foglia sarà più vulnerabile <strong>per</strong>ché poggerà su una<br />

su<strong>per</strong>ficie ancora morbida. Si noteranno particolarmente le <strong>di</strong>tate sulla<br />

foglia.
Il fatto che la foglia risulti opaca, se applicata in anticipo, viene<br />

sfruttato dai doratori es<strong>per</strong>ti quando vogliono creare zone <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa opacità e<br />

brillantezza nell'oggetto. Le zone volutamente opache verranno infatti rico<strong>per</strong>te<br />

con la foglia prima delle altre zone.
Il principiante deve resistere alla<br />

tentazione <strong>di</strong> toccare la missione col <strong>di</strong>to <strong>per</strong> saggiare il grado <strong>di</strong><br />

appiccicosità. L'impronta del <strong>di</strong>to si noterebbe anche dopo l'applicazione <strong>della</strong><br />

foglia; se al posto del <strong>di</strong>to si usa la nocca, si riduce parecchio<br />

l'inconveniente, ma non <strong>lo</strong> si elimina completamente. Il metodo consigliabile è<br />

invece quel<strong>lo</strong> <strong>di</strong> avvicinare il dorso <strong>della</strong> mano alla missione in modo che i peli<br />

vengano leggermente attratti. Il doratore es<strong>per</strong>to è in grado <strong>di</strong> valutare<br />

l'appiccicosità <strong>della</strong> missione anche dal suo grado <strong>di</strong> luminosità: man mano che<br />

si essicca, infatti, la missione tende a <strong>di</strong>ventare gradualmente più opaca.<br />

Abbiamo visto che nella doratura a missione si può usare sia la foglia oro<br />

zecchino che oro imitazione. La foglia oro zecchino non è soggetta ad<br />

ossidazione, mentre la foglia oro imitazione, essendo costituita da una lega <strong>di</strong><br />

ottone, tende ad ossidarsi e va <strong>per</strong>ciò protetta con una vernice finale<br />

protettiva.
Le modalità <strong>di</strong> applicazione <strong>della</strong> foglia sono le stesse già viste<br />

sopra <strong>per</strong> la doratura con missione all'acqua.
La doratura con missione non può<br />

essere brunita, ma può essere antichizzata.<br />

Per antichizzare la nuova doratura ci sono tanti meto<strong>di</strong>, consigliamo comunque<br />

l'impiego <strong>della</strong> vernice invecchiante che si presenta in soluzione concentrata e<br />

può essere applicata <strong>di</strong>rettamente sulla doratura o opportunamente <strong>di</strong>luita <strong>per</strong><br />

ottenere una patinatura più chiara.
È un pro<strong>dott</strong>o semiliquido che può essere<br />

applicato sulla doratura con pennel<strong>lo</strong> o a tampone e va subito tolto con un<br />

batuffo<strong>lo</strong> <strong>di</strong> cotone idrofi<strong>lo</strong> in modo che rimanga in maggiore quantità nelle<br />

parti più incavate. Si otterrà così una patinatura d'invecchiamento molto<br />

realistica.<br />

RIDORATURA<br />

Se sono state eseguite con esattezza le o<strong>per</strong>azioni <strong>di</strong> preparazione delle


su<strong>per</strong>fici da trattare si può procedere all'applicazione <strong>della</strong> foglia metallica,<br />

senza che si verifichino <strong>di</strong>fetti antiestetici.<br />

È questa la fase più delicata del lavoro che deve avvenire senza fretta e con<br />

molta pazienza, <strong>per</strong>ché so<strong>lo</strong> a queste con<strong>di</strong>zioni il lavoro avrà buon esito. La<br />

pratica e l'es<strong>per</strong>ienza poi <strong>lo</strong> renderà <strong>per</strong>fetto.<br />

Per prelevare la foglia d'oro dal libretto, si poggia il coltel<strong>lo</strong> da doratore<br />

sopra <strong>di</strong> essa e poi si soffia delicatamente, in questo modo la foglia si<br />

piegherà sul coltel<strong>lo</strong>. A questo punto trasciniamo la foglia sul cuscino da<br />

doratore. L'oro e l'argento in foglia sono particolarmente sottili e quin<strong>di</strong><br />

l'o<strong>per</strong>azione è delicatissima.<br />

La foglia stesa sul cuscinetto viene tagliata in pezzi più o meno gran<strong>di</strong> (a<br />

seconda <strong>della</strong> lacuna da colmare) e col<strong>lo</strong>cati a <strong>di</strong>stanza tra <strong>lo</strong>ro <strong>per</strong> evitare che<br />

si sovrappongono e si raggrinziscano.
Bisogna cercare <strong>di</strong> evitare inoltre, gli<br />

sprechi, altrimenti, specie <strong>per</strong> l'oro, il lavoro <strong>di</strong>venterebbe troppo<br />

<strong>di</strong>spen<strong>di</strong>oso. I piccoli scarti non vanno mai buttati <strong>per</strong>ché possono essere sempre<br />

utili a dorare piccoli intagli nascosti.
Prima <strong>di</strong> procedere alla ridortura, se<br />

si vuol una maggiore lucentezza del metal<strong>lo</strong>, si deve prima brunire (lucidare) il<br />

bo<strong>lo</strong> con la pietra d'agata, rendendo così liscia la su<strong>per</strong>ficie.<br />

A questo punto bisogna preparare la colla <strong>di</strong> pesce, che va messa a bagno <strong>per</strong><br />

tutta la notte e poi scaldata a bagnomaria. La colla va passata delicatamente<br />

sul bo<strong>lo</strong> con una sola passata altrimenti il bo<strong>lo</strong> può rinvenire e<br />

sciogliersi.
Prima che la colla venga assorbita si prende la foglia d'oro<br />

necessaria con il pennel<strong>lo</strong> <strong>di</strong> vajo da doratore, che deve essere leggermente<br />

ingrassato strofinando<strong>lo</strong> sulla fronte o ungendo<strong>lo</strong> con pochissimo olio<br />

paglierino, altrimenti la foglia non aderirebbe sul pennel<strong>lo</strong>. La foglia viene<br />

così trasportata e posata sulla su<strong>per</strong>ficie con molta grazia, avendo cura che<br />

essa non si frastagli e si rovini.
Con un batuffo<strong>lo</strong> <strong>di</strong> cotone inumi<strong>di</strong>to si preme<br />

leggermente sulla foglia in modo da far uscire l'acqua in eccesso, le bolle<br />

d'aria, togliere le grinze e <strong>di</strong>stenderla. Questa o<strong>per</strong>azione deve essere<br />

effettuata con molta delicatezza <strong>per</strong> evitare che la foglia si rovini. Si procede<br />

in questo modo, dorando una parte <strong>per</strong> volta, fino a riempire tutta le mancanze<br />

<strong>di</strong> oro.<br />

Se stiamo invece eseguendo un restauro utilizzando la tecnica <strong>della</strong> doratura a<br />

missione, non avremo bisogno <strong>di</strong> applicare la colla <strong>di</strong> pesce, ma basterà stendere<br />

la foglia metallica (solitamente nella doratura a missione viene impiegato l'oro<br />

imitazione o l'argento imitazione) sulla missione, dopo aver atteso il tempo<br />

necessario affinchè il solvente essicchi e <strong>di</strong>venti appiccicosa (dopo circa 15<br />

minuti <strong>per</strong> la missione all'acqua e dopo 3 ore <strong>per</strong> la missione a vernice). Con un<br />

batuffo<strong>lo</strong> <strong>di</strong> cotone inumi<strong>di</strong>to poi si spiana e si tolgono le grinze.<br />

Brunitura
Dopo la <strong>lo</strong>ro applicazione, le foglie d'oro o d'argento si lucidano con<br />

appositi brunitoi in pietra d'agata, questa o<strong>per</strong>azione si chiama brunitura<br />

appunto.
Prima <strong>di</strong> eseguire la brunitura bisognerà aspettare che la foglia d'oro<br />

applicata sia completamente asciutta. In genere in estate l'attesa va dalle 5<br />

alle 8 ore ed in inverno si deve attendere 20/24 ore, <strong>per</strong> evitare che <strong>lo</strong> strato<br />

sia troppo molle o troppo secco.
La brunitura rende lucido e <strong>per</strong>fettamente<br />

liscio l'oro che finora non brillava. Ha anche la funzione <strong>di</strong> accorpare l'oro


con forza alla base sottostante. Si lucida <strong>per</strong>ché con la pressione, le<br />

particelle <strong>di</strong> colla contenute nel gesso e nel bo<strong>lo</strong> vengono spianate<br />

meccanicamente.
Il brunitoio va passato <strong>sulle</strong> parti dorate, con una pressione<br />

costante e in <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>rezioni, in modo tale che a lavoro ultimato non si<br />

vedano i vari movimenti.
Prima <strong>di</strong> passar<strong>lo</strong> va "scaldato" in una pezza <strong>di</strong> lana<br />

strofinando<strong>lo</strong> ve<strong>lo</strong>cemente. L'ideale sarebbe possedere un brunitoio <strong>della</strong> forma<br />

giusta <strong>per</strong> ogni tipo <strong>di</strong> curva che la su<strong>per</strong>ficie dorata effettua.<br />

Patinatura
L'applicazione <strong>della</strong> foglia oro è una tecnica abbastanza semplice da<br />

imparare, ma so<strong>lo</strong> l'es<strong>per</strong>ienza e il costante lavoro "sul campo", consentono <strong>di</strong><br />

acquisire le tecniche <strong>per</strong> riuscire ad "antichizzare" mobili e complementi del<br />

passato.
Una delle tecniche <strong>di</strong> restauro più utilizzata è la patinatura, che<br />

conferisce agli oggetti in oro un aspetto antichizzato.
Infatti, dopo aver<br />

applicato la foglia in oro zecchino, gli oggetti presentano un co<strong>lo</strong>re molto<br />

acceso, che stona con l'età dei mobili antichi. La patinatura serve appunto ad<br />

"invecchiare" i mobili, e si ottiene attraverso l'applicazione <strong>di</strong> una tem<strong>per</strong>a<br />

composta <strong>di</strong> terre ed acqua.
Un metodo più semplice <strong>per</strong> antichizzare una doratura<br />

ed adatto ai meno es<strong>per</strong>ti, consiste nell'impiego <strong>di</strong> un'apposita vernice<br />

invecchiante pronta, da applicare <strong>di</strong>rettamente sulla doratura, in modo da<br />

omogeneizzare il co<strong>lo</strong>re <strong>della</strong> nuova foglia oro appena applicata con l'antica<br />

doratura originale.<br />

PREPARAZIONE DEL FONDO<br />

Durante l'esecuzione del restauro <strong>di</strong> una su<strong>per</strong>ficie dorata, molto probabilmente<br />

ci troveremo <strong>di</strong> fronte, oltre che a delle mancanze <strong>di</strong> oro, anche a mancanze <strong>di</strong><br />

gesso, dovute principalmente a fori dei tarli, scalfiture, spaccature, crepe, e<br />

urti vari.<br />

Il fondo in gesso è estremamente importante nella doratura, <strong>per</strong>ché costituisce<br />

la base, insieme al bo<strong>lo</strong>, sulla quale si andrà a stendere la foglia d'oro.<br />

Dovremo quin<strong>di</strong> porre molta attenzione a ripristinare il fondo in gesso in tutte<br />

quelle parti dove è venuto meno. Le mancanze <strong>di</strong> gesso verranno riempite tramite<br />

la stuccatura.<br />

Preparazione del<strong>lo</strong> stucco
Su una lastra <strong>di</strong> vetro o <strong>di</strong> marmo (anche una tavoletta<br />

verniciata va bene) si versa del gesso <strong>di</strong> Bo<strong>lo</strong>gna e si aggiunge in piccole<br />

quantità la colla <strong>di</strong> coniglio (calda) precedentemente preparata. Il tutto va<br />

impastato bene con una spatola fino ad ottenere un composto ne troppo molle ne<br />

troppo denso, ma facilmente spatolabile.
Essendo questo uno stucco che tarda<br />

molto a far presa (circa 12 ore) possiamo mo<strong>della</strong>r<strong>lo</strong> con como<strong>di</strong>tà, ma va<br />

preparato in piccole quantità <strong>per</strong>ché il suo effetto collante avviene in breve<br />

tempo.
Per evitare il suo ve<strong>lo</strong>ce raffreddamento è consigliabile utilizzare, <strong>per</strong><br />

impastare gesso <strong>di</strong> Bo<strong>lo</strong>gna e colla, il palmo <strong>della</strong> mano che emana ca<strong>lo</strong>re.<br />

Levigatura
Ora dovremo procedere a sgrossare, levigare e carteggiare le<br />

stuccature appena realizzate. Infatti, una volta asciutto il gesso, ci<br />

accorgeremo che il nostro oggetto avrà <strong>per</strong>so un po' <strong>di</strong> precisione sugli spigoli<br />

e sugli intagli. Si andranno al<strong>lo</strong>ra ad eseguire, con il raschietto da doratore,<br />

dei delicati interventi <strong>di</strong> sgrossatura del gesso in eccesso, al fine <strong>di</strong><br />

ravvivare gli spigoli ed i motivi ornamentali.
La forma del raschietto scelto


<strong>per</strong> questo intervento dovrà essere adatta alla su<strong>per</strong>ficie che vogliamo levigare<br />

e ravvivare. L'ideale sarebbe avere un raschietto <strong>della</strong> forma giusta <strong>per</strong> ogni<br />

tipo <strong>di</strong> intaglio e rilievo.
È necessario che il lavoro <strong>di</strong> levigatura sia<br />

<strong>per</strong>fetto, eseguito con molta cura e scrupo<strong>lo</strong>. La fretta è spesso causa <strong>di</strong> errori<br />

a volte irreparabili. La mano dell'o<strong>per</strong>atore dev'essere leggera, ferma e decisa;<br />

so<strong>lo</strong> così si ottiene una su<strong>per</strong>ficie ben levigata. Non bisogna premere troppo<br />

<strong>per</strong>ché ciò provocherebbe brutte e dannose striature rendendo necessario un nuovo<br />

lavoro <strong>di</strong> stuccatura. La levigatura va eseguita quando la stuccatura è<br />

completamente asciutta, ciò avviene dopo circa 12 ore.
Un materiale poco usato<br />

ma molto efficace <strong>per</strong> eseguire la levigatura delle parti piane è la pietra<br />

pomice. Viene usata inumi<strong>di</strong>ta con acqua, o olio <strong>di</strong> lino o petrolio. Prima <strong>di</strong><br />

ado<strong>per</strong>arla si strofina sopra una su<strong>per</strong>ficie <strong>di</strong> marmo o altra materia <strong>per</strong><br />

spianarla e questa o<strong>per</strong>azione va ripetuta ogni volta che viene utilizzata <strong>per</strong><br />

levigare <strong>per</strong> eliminare il gesso impastato in modo da averla sempre pulita.
Altro<br />

materiale usato è la carta abrasiva che può essere usata a secco, ad acqua o ad<br />

olio. In quest'ultimi due casi non si deve esagerare con acqua ed olio al fine<br />

<strong>di</strong> non rovinare alcun particolare e bisogna spesso pulire o cambiare la carta<br />

ado<strong>per</strong>ata <strong>per</strong> evitare che essa, impastandosi, provochi danno. Gli oli usati<br />

devono essere siccativi (olio <strong>di</strong> lino crudo, <strong>di</strong> noce) mai l'olio <strong>di</strong> vaselina che<br />

avendo come caratteristica la non siccativita impe<strong>di</strong>sce che qualsiasi mordente o<br />

vernice aderisca <strong>per</strong>fettamente.
La levigatura a secco, ad acqua e ad olio si<br />

possono alternare tra <strong>di</strong> <strong>lo</strong>ro a seconda <strong>della</strong> convenienza. 
All'inizio del<br />

lavoro si usano carte abrasive <strong>di</strong> grana grossa n.120, 180, 220, 240 poi si<br />

procede con quelle più fini n.400, 600, 800, 1000, 1200 fino ad ottenere una<br />

su<strong>per</strong>ficie liscissima.
E' opportuno ogni tanto spolverare accuratamente <strong>per</strong><br />

eliminare ogni traccia <strong>di</strong> polvere. Per rendere ancora più liscia la stuccatura<br />

alla fine strofinare la parte con pelle <strong>di</strong> camoscio o <strong>di</strong> vitel<strong>lo</strong>.<br />

Apprettatura
Consiste nell'o<strong>per</strong>azione che serve a preparare la su<strong>per</strong>ficie appena<br />

levigata, <strong>per</strong> far aderire le foglie metalliche.
L'appretto <strong>di</strong> bo<strong>lo</strong> (usato nella<br />

doratura a guazzo) si applica sulla su<strong>per</strong>ficie ben levigata, ed è <strong>di</strong>sponibile in<br />

tre tonalità: rosso, gial<strong>lo</strong> ocra e nero.
Il co<strong>lo</strong>re del bo<strong>lo</strong> deve essere<br />

necessariamente scelto in base al co<strong>lo</strong>re del bo<strong>lo</strong> esistente nel pezzo che si<br />

vuol restaurare.
Il bo<strong>lo</strong> va sciolto in poca acqua fredda e aggiunto alla colla<br />

<strong>di</strong> coniglio precedentemente riscaldata. Viene steso rapidamente a caldo con un<br />

buon pennel<strong>lo</strong> senza ripassare sul<strong>lo</strong> stesso punto. Se si vuole una maggiore<br />

brunitura è necessario passare due o più mani <strong>di</strong> bo<strong>lo</strong>, altrimenti è sufficiente<br />

una sola mano. Quando l'apprettatura è ultimata si lascia asciugare.
Anche la<br />

missione (usata appunto nella doratura a missione) serve a far aderire la<br />

foglia, ed ha un tempo <strong>di</strong> essiccazione variabile dai 15 minuti <strong>per</strong> la missione<br />

all'acqua, alle 3 ore <strong>per</strong> la missione all'olio. In entrambi i casi è necessario<br />

attendere che la su<strong>per</strong>fici trattata a missione <strong>di</strong>venti appiccicosa prima <strong>di</strong><br />

stendere la foglia metallica.<br />

Il principiante deve resistere alla tentazione <strong>di</strong> toccare la missione con il<br />

<strong>di</strong>to <strong>per</strong> saggiare il grado <strong>di</strong> appiccicosità. L'impronta del <strong>di</strong>to si noterebbe<br />

anche dopo l'applicazione <strong>della</strong> foglia; se al posto del <strong>di</strong>to si usa la nocca, si<br />

riduce parecchio l'inconveniente, ma non <strong>lo</strong> si elimina completamente. Il metodo


consigliabile è invece quel<strong>lo</strong> <strong>di</strong> avvicinare il dorso <strong>della</strong> mano alla missione in<br />

modo che i peli vengano leggermente attratti. Il doratore es<strong>per</strong>to è in grado <strong>di</strong><br />

valutare l'appiccicosità <strong>della</strong> missione anche dal suo grado <strong>di</strong> luminosità: man<br />

mano che si essicca, infatti, la missione tende a <strong>di</strong>ventare gradualmente più<br />

opaca.<br />

LABORATORIO<br />

Il laboratorio <strong>di</strong> restauro del doratore deve avere alcuni requisiti essenziali<br />

al fine <strong>di</strong> poter svolgere un buon lavoro <strong>di</strong> restauro.<br />

Prima <strong>di</strong> tutto il luogo deve essere asciutto, arieggiato, comodo e or<strong>di</strong>nato.<br />

L'illuminazione deve essere abbondante, e può essere naturale o, in mancanza <strong>di</strong><br />

essa, ripro<strong>dott</strong>a artificialmente con lampade a "luce solare".<br />

Infine il <strong>lo</strong>cale a<strong>di</strong>bito a laboratorio deve essere ben pulito, facendo<br />

attenzione specialmente all'eliminazione <strong>della</strong> polvere. Anche tutti i strumenti<br />

impiegati <strong>per</strong> la doratura devono essere puliti.<br />

Ve<strong>di</strong>amo ora cosa non deve mancare nel laboratorio <strong>di</strong> restauro del doratore:<br />

I METALLI<br />

Oro in foglia
L' oro è un metal<strong>lo</strong> prezioso, <strong>di</strong> co<strong>lo</strong>re gial<strong>lo</strong>-rossastro,<br />

luci<strong>di</strong>ssimo se levigato, molle e duttile. E' inalterabile all'aria e non è quasi<br />

mai impiegato al<strong>lo</strong> stato puro <strong>per</strong>ché troppo molle e legato all'argento o al rame<br />

che <strong>lo</strong> rendono più duro.
E' abbastanza <strong>di</strong>ffuso in natura in piccole quantità e<br />

più precisamente nei terreni alluvionali o nelle rocce quarzose qua e là<br />

<strong>di</strong>sseminato so<strong>lo</strong> o unito a altri minerali, o argento, pirite, sotto forma <strong>di</strong><br />

pagliuzze, polveri e granelli.
Le zone più ricche <strong>di</strong> oro sono il Sudafrica,<br />

l'America, Russia Australia. L'Italia è scarsissima <strong>di</strong> giacimenti d'oro e si<br />

concentra nella zona <strong>della</strong> Val d Aosta e <strong>per</strong> quanto riguarda i terreni<br />

alluvionali è limitato nei fiumi Po, Dora, Ticino.
L'oro ado<strong>per</strong>ato nel restauro<br />

<strong>della</strong> doratura si presenta in fogli raccolti in libretti (oro in foglia). Ciò<br />

avviene riducendo l'oro in fogli molto sottili <strong>di</strong> spessore variabile da mm.<br />

0,00001 a mm. 0,00008 o anche minore.
Il costo del libretto varia a seconda dei<br />

carati dell'oro cioè <strong>della</strong> sua più o meno purezza.<br />

Oro in polvere
L'oro in polvere si ottiene macinando in polvere finissima l'oro<br />

puro, da mischiare con idoneo legante (solitamente si impiega la gomma arabica)<br />

<strong>per</strong> ottenere un co<strong>lo</strong>re adatto a realizzare decorazioni su i più svariati<br />

supporti.<br />

Oro in conchiglia
L'oro in conchiglia è oro puro macinato in polvere finissima e<br />

mischiato con gomma arabica. Bagnato con acqua demineralizzata si stende come<br />

una tem<strong>per</strong>a e si ottiene l'effetto <strong>della</strong> foglia d'oro.<br />

Oro falso
E' detto comunemente "orone" o "oro imitazione" ed è costituito in<br />

gran parte da rame (80-85%) unito ad altri metalli (solitamente zinco) in<br />

quantità <strong>di</strong>versa. Il suo co<strong>lo</strong>re è più o meno gial<strong>lo</strong> come l'oro vero <strong>per</strong>ò meno<br />

lucente quando è levigato. Anch'esso si presenta in fogli sottili (oro<br />

imitazione in foglia), <strong>di</strong> spessore leggermente su<strong>per</strong>iore all'oro e <strong>per</strong> questo<br />

risulta più facile e comoda la sua applicazione.<br />

Argento in foglia
Metal<strong>lo</strong> nobile, il più malleabile dopo l'oro, il più bianco e<br />

duttile. Il suo peso specifico è <strong>di</strong> 10,5. Fonde a 960°, assorbendo ossigeno


dall'aria, che rilascia poi raffreddandosi. Ad un'altissima tem<strong>per</strong>atura, può<br />

essere trasformato in vapori, che sono verdastri. E' naturalmente molto molle;<br />

<strong>per</strong>ciò <strong>lo</strong> si allega al rame <strong>per</strong> render<strong>lo</strong> più duro. Non si ossida all'aria, né a<br />

caldo né a freddo ma bensì in contatto con ozono. E' alterabilissimo alle<br />

esalazioni solfidriche le quali <strong>lo</strong> anneriscono. A contatto prolungato dei sali<br />

da cucina (c<strong>lo</strong>ruro <strong>di</strong> so<strong>di</strong>o) si corrode assumendo un co<strong>lo</strong>re nero-verdastro.
E'<br />

particolarmente <strong>di</strong>ffuso sotto forma <strong>di</strong> cristalli, lamine, filamenti, masse più o<br />

meno voluminose, in Cile, Bolivia, Messico, Perù, Australia, Spagna e in Italia<br />

in Sardegna.
Come l'oro <strong>per</strong> il restauro si presenta in fogli sottili che<br />

costituiscono il libretto (argento in foglia). Tali fogli hanno spessore fino a<br />

mm. 0,000025.<br />

Argento in polvere
L'argento in polvere si ottiene macinando in polvere<br />

finissima l'argento puro, da mischiare con idoneo legante (solitamente si<br />

impiega la gomma arabica) <strong>per</strong> ottenere un co<strong>lo</strong>re adatto a realizzare decorazioni<br />

su i più svariati supporti.<br />

Argento falso
L'argento imitazione è costituito da alluminio puro e si presenta<br />

in libretti che contengono fogli in quantità variabile. L'alluminio è un metal<strong>lo</strong><br />

<strong>di</strong> co<strong>lo</strong>re simile all'argento e molto lucente, malleabile e duttile. Ha il pregio<br />

<strong>di</strong> essere inalterabile all'aria a qualunque tem<strong>per</strong>atura.<br />

I MATERIALI<br />

Gesso <strong>di</strong> Bo<strong>lo</strong>gna
Si tratta <strong>di</strong> solfato <strong>di</strong> calcio idrato (in sostituzione può<br />

essere impiegato anche il Bianco <strong>di</strong> Meudon). Ha una morbidezza al tatto unica,<br />

data dalla finezza <strong>della</strong> grana <strong>di</strong> cui è composto. Non va mai fatto bollire <strong>per</strong><br />

evitare la formazione <strong>di</strong> grumi che sono dannosi alla plastica compattezza<br />

dell'insieme. Va <strong>per</strong>tanto sciolto a bagnomaria. Si conserva in un luogo<br />

asciutto, teme l'umi<strong>di</strong>tà.<br />

Colla <strong>di</strong> Coniglio (colla lapin)
Si ottiene dalla pelle <strong>di</strong> coniglio immersa in un<br />

bagno <strong>di</strong> acqua <strong>di</strong> calce. Era conosciuta ancor prima <strong>della</strong> colla a caldo da<br />

falegname e, rispetto a quest'ultima, ha una tenacia inferiore. Ciò la rende<br />

ideale <strong>per</strong> la delicata preparazione dell'ingessatura. La colla <strong>di</strong> coniglio va<br />

sciolta a bagnomaria e la proporzione tra colla ed acqua deve essere <strong>di</strong> 1 a 8.<br />

Si usa calda ma non bollente. Va conservata in un baratto<strong>lo</strong> <strong>di</strong> vetro chiuso.<br />

Colla <strong>di</strong> pesce (ittiocolla)
S ricava dalla vescica natatoria <strong>di</strong> alcune specie <strong>di</strong><br />

pesci quali storioni ed affini. Si trova in commercio sotto forma <strong>di</strong> scaglie<br />

trasparenti che vanno lasciate in acqua <strong>per</strong> circa 24 ore prima dell'uso. Dopo<br />

aver fatto decantare l'acqua in eccesso si scioglie a bagnomaria. A <strong>di</strong>fferenza<br />

delle altre colle non aumenta <strong>di</strong> molto il suo volume. Va usata so<strong>lo</strong> <strong>per</strong> far<br />

aderire la foglia d'oro al bo<strong>lo</strong>.<br />

Bo<strong>lo</strong> Armeno
È un'argilla particolare che serve da base all'oro. È facile notar<strong>lo</strong><br />

nelle vecchie <strong>dorature</strong>, nei punti in cui l'oro si sia consumato. Può essere <strong>di</strong><br />

due tre co<strong>lo</strong>ri: co<strong>lo</strong>r terra rossa (bo<strong>lo</strong> rosso), co<strong>lo</strong>r terra <strong>di</strong> Siena naturale<br />

(bo<strong>lo</strong> gial<strong>lo</strong>) e co<strong>lo</strong>r nero (bo<strong>lo</strong> nero). Va <strong>di</strong>luito con colla fino a raggiungere<br />

una consistenza leggera. Va passato con un pennel<strong>lo</strong> <strong>di</strong> martora con una sola<br />

pennellata leggera, sempre dopo aver<strong>lo</strong> scaldato a bagnomaria. Appena tolta la<br />

quantità occorrente conviene richiudere il baratto<strong>lo</strong> con cura.


Sverniciatore
Utile <strong>per</strong> togliere l'eventuale porporina applicata <strong>per</strong> coprire le<br />

mancanze <strong>di</strong> foglia d'oro su un oggetto.<br />

LE ATTREZZATURE<br />

Cuscino da doratore
È uno strumento in<strong>di</strong>spensabile <strong>per</strong> stendere la foglia oro<br />

<strong>per</strong> poi tagliarla nella misura necessaria alla decorazione.<br />

Coltel<strong>lo</strong> da doratore
Si usa <strong>per</strong> tagliare la foglia d'oro. La lama non deve<br />

essere toccata con le <strong>di</strong>ta, in tal caso va sgrassata con dell'alcool. Ogni tanto<br />

va affilata con carta abrasiva finissima. Non va mai fatta toccare con altre<br />

parti in metal<strong>lo</strong> <strong>per</strong> non creare dei "denti" sul fi<strong>lo</strong> <strong>della</strong> lama. Non deve<br />

tagliare la pelle del cuscino, altrimenti vuol <strong>di</strong>re che l'affilatura è stata<br />

fatta in modo errato (eccessivo). È utile anche <strong>per</strong> prelevare la foglia dal<br />

libretto e portarla sul cuscinetto.<br />

Pennellessa da doratore
Realizzata in morbi<strong>di</strong>ssimo pe<strong>lo</strong> <strong>di</strong> vajo, serve <strong>per</strong><br />

prendere la foglia d'oro, precedentemente tagliata, e stenderla sulla su<strong>per</strong>ficie<br />

da dorare.<br />

Brunitoio
Conosciuto anche come Pietra d'Agata è uno strumento che serve a<br />

comprimere l'oro una volta asciutto il bo<strong>lo</strong> sottostante. È composto dal manico<br />

ed una pietra d'agata (con su<strong>per</strong>ficie estremamente liscia). Tramite questa<br />

o<strong>per</strong>azione (detta anche brunitura) si fissa e si lucida la foglia che <strong>di</strong>venterà<br />

un tutt'uno con la base <strong>di</strong> gesso e bo<strong>lo</strong>. È l'o<strong>per</strong>azione finale <strong>della</strong> lavorazione<br />

e anche la più sod<strong>di</strong>sfacente.<br />

Spugne naturali
Usate <strong>per</strong> lavare e pulire le su<strong>per</strong>fici o <strong>per</strong> <strong>di</strong>stendere mordente<br />

o turapori al posto dei pennelli<br />

Spatole d'acciaio
Di forma e grandezza variabile, vengono utilizzate soprattutto<br />

<strong>per</strong> stuccare o <strong>per</strong> mo<strong>della</strong>re le decorazioni.<br />

Raschietti da doratore
Realizzati in acciaio e <strong>di</strong>sponibili in <strong>di</strong>verse forme e<br />

grandezze, sono uno strumento in<strong>di</strong>spensabile <strong>per</strong> togliere delicatamente, una<br />

volta asciutto il gesso, gli eccessi e le im<strong>per</strong>fezioni <strong>della</strong> su<strong>per</strong>ficie<br />

stuccata, in modo da ravvivare spigoli e motivi ornamentali.<br />

Fornellino elettrico
Serve <strong>per</strong> la preparazione a bagnomaria delle <strong>di</strong>verso colel<br />

utilizzate nella doratura<br />

Carta abrasiva
Serve <strong>per</strong> levigare <strong>lo</strong> stucco rendendo la su<strong>per</strong>ficie liscia<br />

Lana d'acciaio finissima
La lana d'acciaio con grana finissima "0000", può<br />

essere impiegata ogni qualvolta si voglia ottenere una su<strong>per</strong>ficie <strong>per</strong>fettamente<br />

levigata<br />

Bisturi
Sul manico bisturi possono essere montate lame <strong>di</strong> varie forme,<br />

necessarie nel caso <strong>di</strong> incrostazioni, vecchie stuccature, vecchie incollature,<br />

parti ricostruite malamente. Queste dapprima vanno ammorbi<strong>di</strong>te (<strong>per</strong> esempio con<br />

olio paglierino, acqua demineralizzata o olio <strong>di</strong> vaselina nel caso <strong>di</strong> gesso) e<br />

poi si rimuovono con molta delicatezza e cautela con il bisturi<br />

FINITURA A GOMMALACCA<br />

La lucidatura è l'ultima delle o<strong>per</strong>azioni <strong>di</strong> restauro del mobile, e viene<br />

eseguita dopo aver effettuato tutte le fasi precedenti. Ora dovremmo avere<br />

davanti a noi il mobile reintegrato in tutte le su parti, armonizzato nel co<strong>lo</strong>re


nelle parti nuove che dovranno essere ben levigate.<br />

La gommalacca si può applicare a pennel<strong>lo</strong> o a stoppino. La scelta del metodo<br />

<strong>di</strong>pende dal mobile che dobbiamo rifinire e dal tipo i rifinitura che<br />

desideriamo ottenere.<br />

Per mobili rustici costruiti in abete, olmo, castagno o rovere che dalla nascita<br />

non hanno goduto <strong>di</strong> cure troppo approfon<strong>di</strong>te, e hanno naturalmente i pori<br />

a<strong>per</strong>ti, possono essere rifiniti con il metodo misto: si verniciano con<br />

gommalacca a pennel<strong>lo</strong>, poi si rifiniscono con cera d'api.<br />

Per i mobili più ricercati, costruiti generalmente in noce o essenze <strong>di</strong> pregio,<br />

il <strong>di</strong>scorso è <strong>di</strong>verso. occorre seguire il metodo <strong>della</strong> lucidatura a stoppino.<br />

Metodo a Stoppino<br />

Questa lucidatura viene definita in molteplici mo<strong>di</strong>: a tampone, a stoppino, alla<br />

francese. Comunque sia chiamata, questa tecnica esige una <strong>di</strong>screta abilità<br />

d'esecuzione che si acquisisce so<strong>lo</strong> con tanta pratica, ma non ha nulla in sé <strong>di</strong><br />

arcano o misterioso come spesso si è voluto far credere.<br />

Richiede parecchio tempo, e buona pazienza, basti pensare che fino al seco<strong>lo</strong><br />

scorso un buon artigiano lasciava intercorrere, fra una mano e l'altra, anche<br />

decine <strong>di</strong> giorni. Non bisogna scoraggiarsi dagli insuccessi, ma si deve<br />

insistere, magari affiancandosi ad un artigiano col quale si è instaurato un<br />

buon rapporto.<br />

Nella lucidatura a tampone se si provocano delle bruciature <strong>della</strong> lucidatura<br />

(succede quando col tampone si asporta <strong>della</strong> gommalacca non ancora asciugata<br />

bene), occorre armarsi <strong>di</strong> santa pazienza: non è possibile correggere <strong>lo</strong>calmente<br />

l'errore, ma bisogna passare tutta la su<strong>per</strong>ficie del piano con lana <strong>di</strong> acciaio<br />

finissima e poi ricominciare da capo..<br />

Comunque, se eseguita secondo le regole dell'arte è sicuramente la tecnica che<br />

da i migliori risultati sia nell'aspetto estetico che pratico. Infatti, rispetto<br />

alla lucidatura a cera questa risulta essere meno delicata.<br />

Questo tipo <strong>di</strong> lucidatura è stata utilizzata <strong>per</strong> la rifinitura dei mobili<br />

impiallacciati o lastronati o comunque <strong>di</strong> pregevole fattura. Per i mobili in<br />

massel<strong>lo</strong> o rustici, dove non si ad<strong>di</strong>ce una su<strong>per</strong>ficie brillante ma piuttosto<br />

satinata, il tipo <strong>di</strong> lucidatura più idonea, come si è detto, è quella a cera o<br />

del metodo misto.<br />

Oltre ad un buon pro<strong>dott</strong>o lucidante ,che abbiamo visto come ottener<strong>lo</strong>, è<br />

necessario il tampone e la polvere <strong>di</strong> pomice usata nella fase <strong>di</strong> chiusura dei<br />

pori (quando necessita).<br />

Preparazione del tampone<br />

Il tampone è costituito da un cuscinetto, ottenuto con una pezzuola <strong>di</strong> lana non<br />

co<strong>lo</strong>rata che ne costituisce "l'anima", avvolta in una tela bianca <strong>di</strong> cotone e


lino, il tessuto usato <strong>per</strong> fare le lenzuola ai tempi <strong>della</strong> nonna.<br />

La grandezza del tampone, <strong>di</strong>pende dalla su<strong>per</strong>ficie che si deve lucidare. Sarà<br />

più picco<strong>lo</strong> <strong>per</strong> su<strong>per</strong>fici intagliate o piccole fasce e frontalini <strong>di</strong> cassetti,<br />

più grande <strong>per</strong> piani <strong>di</strong> tavo<strong>lo</strong> o <strong>di</strong> comò.<br />

In fase <strong>di</strong> lucidatura la gommalacca la si versa in una ciotola larga in modo da<br />

poter immergervi completamente la pezzuola <strong>di</strong> lana. Una volta inzuppata bene, la<br />

si strizza con una mano, mentre nell'altra si tiene a<strong>per</strong>to il te<strong>lo</strong> <strong>di</strong> lino.<br />

Quando la pezzuola <strong>di</strong> lana e ben strizzata la si mette al centro del te<strong>lo</strong> <strong>di</strong><br />

lino e si raccolgono i quattro lembi torcendoli ottenendo così il tampone pronto<br />

<strong>per</strong> l'uso.<br />

Fasi <strong>della</strong> Lucidatura<br />

La lucidatura si articola in tre <strong>di</strong>fferenti fasi:<br />

Pomiciatura che ha <strong>lo</strong> scopo <strong>di</strong> chiudere i pori del legno<br />

Lucidatura vera e propria<br />

Brillantatura o lucidatura finale<br />

Concentrazione <strong>della</strong> Gommalacca:<br />

Chiusura dei pori: 1 etto in 2 litri <strong>di</strong> alcool<br />

Lucidatura: 1 etto in 1 litro <strong>di</strong> alcool<br />

Brillantatura: 1 etto in 2 litri <strong>di</strong> alcool<br />

LUCIDATURA A GOMMALACCA<br />


La lucidatura è l'ultima delle o<strong>per</strong>azioni <strong>di</strong> restauro del mobile, e viene<br />

eseguita dopo aver effettuato tutte le fasi precedenti (vedere nel menù <strong>di</strong><br />

sinistra la voce Restauro del mobile).
Ora dovremmo avere davanti a noi il<br />

mobile reintegrato in tutte le su parti, armonizzato nel co<strong>lo</strong>re e nelle parti<br />

nuove.
A questo punto procederemo ad eseguire la lucidatura a gommalacca, scelta<br />

in conformità al tipo <strong>di</strong> mobile che ci troviamo davanti.<br />

La gommalacca<br />


La gommalacca è una secrezione dell'insetto "cocus lacca" o "laccifer lacca"<br />

che vive nell'Asia meri<strong>di</strong>onale, è una cocciniglia che succhia la linfa <strong>di</strong> alcuni<br />

alberi ( acacia, ficus, ecc.) <strong>per</strong> nutrirsene, proteggendosi all'esterno con un<br />

guscio fatto appunto <strong>di</strong> lacca.
Viene venduta in scaglie dal co<strong>lo</strong>re ambrato<br />

(gommalacca TN) oppure biondo (gommalacca decerata), ma anche in soluzione<br />

pronta all'uso (gommalacca in soluzione).
Dona alla su<strong>per</strong>fice un aspetto <strong>di</strong><br />

particolare lucentezza che al tatto risulta asciutto e vellutato.<br />

Per la preparazione <strong>della</strong> vernice, si fanno sciogliere le scaglie in alcool a<br />

94° o su<strong>per</strong>iore (meglio in alcool a 99,9°), in una <strong>per</strong>centuale variabile da<br />

100 a 200 grammi <strong>per</strong> litro. Per conservarla basterà riporla al buio in un luogo<br />

fresco.<br />

La gommalacca si può applicare a pennel<strong>lo</strong> o a tampone, la scelta del metodo<br />

<strong>di</strong>pende dal mobile che dobbiamo rifinire e dal tipo <strong>di</strong> finitura che desideriamo<br />

ottenere.
Per mobili rustici costruiti in abete, olmo, castagno o rovere, che<br />

dalla nascita non hanno goduto <strong>di</strong> cure troppo approfon<strong>di</strong>te e hanno naturalmente


i pori a<strong>per</strong>ti, possono essere lucidati a cera, si verniciano con gommalacca a<br />

pennel<strong>lo</strong> e poi si rifiniscono con cera d'api in pasta.
Per i mobili antichi che<br />

prevedono una lucidatura brillante e <strong>per</strong> i mobili più ricercati, costruiti<br />

generalmente in noce o essenze <strong>di</strong> pregio, il <strong>di</strong>scorso è <strong>di</strong>verso, occorre seguire<br />

il metodo <strong>della</strong> lucidatura a tampone.<br />

Lucidatura a tampone<br />


Questa lucidatura viene definita in molteplici mo<strong>di</strong>: a tampone, a stoppino,<br />

alla francese, etc. Comunque sia chiamata, questa tecnica esige una <strong>di</strong>screta<br />

abilità d'esecuzione che si acquisisce so<strong>lo</strong> con tanta pratica, ma non ha nulla<br />

in sé <strong>di</strong> arcano o misterioso come spesso si è voluto far credere.
Richiede<br />

parecchio tempo, e buona pazienza, basti pensare che fino al seco<strong>lo</strong> scorso un<br />

buon artigiano lasciava intercorrere, fra una mano e l'altra, anche decine <strong>di</strong><br />

giorni. Non bisogna scoraggiarsi dagli insuccessi, ma si deve insistere, magari<br />

affiancandosi ad un artigiano col quale si è instaurato un buon rapporto. 
Nella<br />

lucidatura a tampone se si provocano delle bruciature <strong>della</strong> lucidatura (succede<br />

quando col tampone si asporta <strong>della</strong> gommalacca non ancora asciugata bene),<br />

occorre armarsi <strong>di</strong> santa pazienza: non è possibile correggere <strong>lo</strong>calmente<br />

l'errore, ma bisogna passare tutta la su<strong>per</strong>ficie del piano con lana <strong>di</strong> acciaio<br />

finissima e poi ricominciare da capo.
Comunque, se eseguita secondo le regole<br />

dell'arte è sicuramente la tecnica che da i migliori risultati sia nell'aspetto<br />

estetico che pratico.
Questo tipo <strong>di</strong> lucidatura è stata utilizzata <strong>per</strong> la<br />

rifinitura dei mobili impiallacciati o lastronati o comunque <strong>di</strong> pregevole<br />

fattura. Per i mobili in massel<strong>lo</strong> o rustici, dove non si ad<strong>di</strong>ce una su<strong>per</strong>ficie<br />

brillante ma piuttosto satinata, il tipo <strong>di</strong> lucidatura più idonea, come si è<br />

detto, è quella a cera.

Oltre alla gommalacca, dobbiamo procurarci <strong>della</strong> pomice<br />

in polvere, necessaria nella fase <strong>di</strong> chiusura dei pori del legno.<br />

Preparazione del tampone<br />


Il tampone è costituito da un cuscinetto, ottenuto con una pezzuola <strong>di</strong> lana non<br />

co<strong>lo</strong>rata che ne costituisce "l'anima", avvolta in una tela bianca <strong>di</strong> cotone e<br />

lino, il tessuto usato <strong>per</strong> fare le lenzuola ai tempi <strong>della</strong> nonna. 
La grandezza<br />

del tampone, <strong>di</strong>pende dalla su<strong>per</strong>ficie che si deve lucidare. Sarà più picco<strong>lo</strong> <strong>per</strong><br />

su<strong>per</strong>fici intagliate o piccole fasce e frontalini <strong>di</strong> cassetti, più grande <strong>per</strong><br />

piani <strong>di</strong> tavo<strong>lo</strong> o <strong>di</strong> comò.
In fase <strong>di</strong> lucidatura la gommalacca la si versa in<br />

una ciotola larga in modo da poter immergervi completamente la pezzuola <strong>di</strong> lana.<br />

Una volta inzuppata bene, la si strizza con una mano, mentre nell'altra si tiene<br />

a<strong>per</strong>to il te<strong>lo</strong> <strong>di</strong> lino. Quando la pezzuola <strong>di</strong> lana e ben strizzata la si mette<br />

al centro del te<strong>lo</strong> <strong>di</strong> lino e si raccolgono i quattro lembi torcendoli ottenendo<br />

così il tampone pronto <strong>per</strong> l'uso.<br />

Fasi <strong>della</strong> Lucidatura<br />


La lucidatura si articola in tre <strong>di</strong>fferenti fasi:

• Pomiciatura (ha <strong>lo</strong> scopo<br />

<strong>di</strong> chiudere i pori del legno)<br />

• Lucidatura vera e propria<br />

• Brillantatura o lucidatura finale<br />

Concentrazione <strong>della</strong> Gommalacca:<br />

• Chiusura dei pori: 1 etto in 2 litri <strong>di</strong> alcool<br />

• Lucidatura: 1 etto in 1 litro <strong>di</strong> alcool


• Brillantatura: 1 etto in 2 litri <strong>di</strong> alcool

Ora ve<strong>di</strong>amole una <strong>per</strong> una:<br />

Pomiciatura<br />


Ha <strong>lo</strong> scopo <strong>di</strong> otturare i pori del legno <strong>per</strong> rendere più liscia la su<strong>per</strong>ficie.<br />

Infatti se si guarda in controluce un legno nuovo o sverniciato, si intravedono<br />

i pori a<strong>per</strong>ti che riflettendo in modo non omogeneo la luce sulla su<strong>per</strong>ficie da<br />

l'effetto <strong>di</strong> una lucidatura non <strong>per</strong>fetta.
Questa fase va sicuramente eseguita<br />

nelle parti che sono state reintegrate con legno nuovo. Le parti originali, già<br />

lucidate e che magari non sono state sverniciate non necessitano <strong>di</strong> questa prima<br />

fase in quanto dovrebbero avere il poro già chiuso.
La concentrazione <strong>della</strong><br />

gommalacca usata in questa fase è abbastanza <strong>di</strong>luita, infatti è <strong>di</strong> 2 litri <strong>di</strong><br />

alcool con 1 etto <strong>di</strong> gommalacca.
La polvere <strong>di</strong> pomice va "spolverata" sulla<br />

su<strong>per</strong>ficie (non va messa sul tampone), e col tampone occorre sottoporla ad una<br />

energetica frizione al fine <strong>di</strong> farla penetrare nei pori. La polvere si bagna <strong>di</strong><br />

gommalacca, penetra nei pori e li chiude come una sorta <strong>di</strong> stucco. Infatti<br />

quando la gommalacca si asciuga, questa si indurisce ed elimina l'effetto<br />

inestetico del poro.
Nel passare il tampone, occorre imprimere a questo molta<br />

forza, descrivendo ampi cerchi. Se ci si accorge che il tampone fa fatica a<br />

scorrere, conviene effettuare alcune passate con gommalacca molto <strong>di</strong>luita senza<br />

aggiungere pomice sulla su<strong>per</strong>ficie. Bisogna prestare molta attenzione affinché<br />

non rimangano tracce <strong>di</strong> pomice in su<strong>per</strong>ficie <strong>per</strong> non correre il rischio <strong>di</strong><br />

ritrovarsi con delle macchie biancastre a fine lucidatura.
Il proce<strong>di</strong>mento <strong>della</strong><br />

Pomiciatura va ripetuto fino a che, guardando in controluce il piano, non <strong>lo</strong> si<br />

veda completamente liscio. Sarà comunque la natura del legno più o meno poroso a<br />

determinare la quantità <strong>di</strong> mani necessarie.
Questa o<strong>per</strong>azione, <strong>per</strong> così <strong>di</strong>re<br />

preliminare, non va affatto sottovalutata al fine <strong>di</strong> ottenere un buon risultato<br />

finale.<br />

Lucidatura<br />


Dopo la fase <strong>di</strong> Pomiciatura con la quale si è preparato il fondo, è necessario<br />

lasciare passare almeno un paio <strong>di</strong> giorni prima <strong>di</strong> iniziare con la fase <strong>di</strong><br />

lucidatura questo <strong>per</strong> <strong>per</strong>mettere alla gommalacca data precedentemente <strong>di</strong><br />

asciugarsi in modo definitivo: <strong>di</strong>versamente il passaggio del nuovo tampone<br />

rimuoverebbe la pomice dai pori.
Per la lucidatura va senz'altro usato un<br />

tampone nuovo, non usate quel<strong>lo</strong> impiegato <strong>per</strong> la Pomiciatura.
La lucidatura si<br />

realizza stendendo la gommalacca sul legno con l'uso del tampone: l'alcool<br />

contenuto nella soluzione evaporando lascia so<strong>lo</strong> un sottilissimo strato <strong>di</strong><br />

gommalacca che al contatto con l'aria indurisce mettendo in risalto le venature<br />

ed il co<strong>lo</strong>re del legno, dando a questo l'aspetto lucido che vogliamo ottenere.<br />

Se una soluzione densa <strong>di</strong> gommalacca porta a formare in meno tempo <strong>lo</strong> strato<br />

lucido, è comunque meglio usare una soluzione più <strong>di</strong>luita, de<strong>di</strong>cando più tempo<br />

<strong>per</strong> stendere più mani che formeranno una pellicola più aderente al legno<br />

evitando <strong>di</strong> scagliarsi.
In questa o<strong>per</strong>azione non bisogna assolutamente avere<br />

fretta, <strong>per</strong> ottenere un lavoro veramente sod<strong>di</strong>sfacente occorre lasciare<br />

trascorrere, tra una mano e l'altra un paio <strong>di</strong> giorni in modo <strong>di</strong> <strong>per</strong>mettere alla<br />

gommalacca <strong>di</strong> indurire meglio.

Dopo aver bagnato bene il tampone, come<br />

descritto precedentemente, <strong>lo</strong> si strizza in modo che non sgoccioli. Si inizia a<br />

lucidare seguendo le venature del legno, senza ripassare dove si è appena


applicato e senza mai fermarsi sulla su<strong>per</strong>ficie. Se la su<strong>per</strong>ficie da lucidare è<br />

ampia, si inizia da una parte e sistematicamente ci si porta su lato opposto <strong>per</strong><br />

poi ritornare sull'altro lato continuando in modo ininterrotto la lucidatura.<br />

So<strong>lo</strong> quando il tampone comincia ad asciugarsi opponendo una certa resistenza,<br />

al<strong>lo</strong>ra <strong>lo</strong> si fa scivolare via ve<strong>lo</strong>cemente da uno spigo<strong>lo</strong>, senza alzar<strong>lo</strong> dal<br />

piano <strong>per</strong> evitare bruciature.<br />

Nella mano successiva, si cambia movimento, <strong>di</strong>segnando degli otto. si parte da<br />

un lato <strong>della</strong> su<strong>per</strong>ficie e si procede, senza sosta fino al lato opposto.<br />

Quando il tampone è asciutto, si ricarica nuovamente <strong>di</strong> gommalacca, poi si<br />

ricomincia cambiando ancora movimento, questa volta si <strong>di</strong>segna col tampone una<br />

serie <strong>di</strong> cerchi contigui:<br />

Le varie passate vanno fatte alternando questi movimenti fino ad ottenere un<br />

risultato sod<strong>di</strong>sfacente.
Nella progressione delle <strong>di</strong>verse mani, conviene usare<br />

gommalacca sempre più <strong>di</strong>luita. Ricordatevi che <strong>per</strong> "mano" <strong>di</strong> gommalacca, non si<br />

intendono quelle fra una ricarica del tampone e l'altra, ma quelle fra un giorno<br />

e l'altro.
Comunque non spaventiamoci, tre o quattro mani sono sufficienti <strong>per</strong><br />

ottenere un buon lavoro.<br />

Possibili errori:

• Velatura
È una patina bianca dovuta al freddo e<br />

all'umi<strong>di</strong>tà, in questo caso bisogna portare il mobile in un <strong>lo</strong>cale caldo e<br />

lasciare asciugare; se <strong>per</strong>mane spagliettar<strong>lo</strong> con vigore con lana d'acciaio fine.<br />

• Trasudazione
È dovuta ad un eccesso <strong>di</strong> olio paglierino, che puo' essere<br />

asportato con il tampone con energici movimenti rotatori.<br />

• Opacità
È dovuta ad un eccesso d'alcool impresso col tampone, trattare la<br />

su<strong>per</strong>ficie sempre con <strong>lo</strong> stesso tampone ma con gommalacca maggiormente <strong>di</strong>luita<br />

in alcool con energici movimenti.<br />

Brillantatura:<br />


è l'o<strong>per</strong>azione finale, più delicata e più <strong>di</strong>fficoltosa, ma è anche quella che<br />

darà più sod<strong>di</strong>sfazione, <strong>per</strong>ché <strong>per</strong>fezionerà il vostro lavoro.
 Lo scopo è quel<strong>lo</strong><br />

<strong>di</strong> eliminare i segni <strong>di</strong> tampone, le im<strong>per</strong>fezioni <strong>della</strong> vernice ed eventuali<br />

tracce <strong>di</strong> olio.
Per eseguirla occorre fare un nuovo tampone con una tela molto<br />

fine ed bagnar<strong>lo</strong> con una concentrazione <strong>di</strong> gommalacca molto <strong>di</strong>luita: 1 etto in 2<br />

litri <strong>di</strong> alcool. Poi <strong>lo</strong> si passa sulla su<strong>per</strong>ficie molto ve<strong>lo</strong>cemente nel senso<br />

<strong>della</strong> venatura esercitando una pressione molto leggera.
 Al termine si otterrà<br />

una lucidatura brillante.

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