I capricci degli dei
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L’origine dell’universo / il regno di Urano<br />
Da una delle tante sue miniere di ferro estrasse una falce (2). Poi si<br />
recò dai figli e disse loro: «Figlioli, una cosa molto importante ho da<br />
dirvi. Vostro padre, da un po’ di tempo a questa parte, è completamente<br />
impazzito. Non era così quando tempo fa lo generai, adesso<br />
non lo riconosco più. È cambiato: non pensa ad altro che a tormentarvi<br />
e io non posso più sopportare questo sfacelo (3) della famiglia. Ecco,<br />
ho fabbricato quest’arma con metallo tagliente. La consegnerò a chi<br />
di voi vorrà vendicare l’ingiustizia paterna; ché io lo aiuterò a concludere<br />
la suprema impresa».<br />
Ascoltarono i figli in silenzio assoluto le parole della madre. A tutti il<br />
fiato si bloccò nella gola, il sangue raggelò nelle vene. Chi avrebbe avuto<br />
il coraggio di sfidare il padre potente, chi avrebbe osato cacciarlo dal<br />
trono di re dell’Universo sul quale sedeva? Chi avrebbe avuto la forza<br />
di compiere la suprema impresa?<br />
Attoniti, i Titàni fissavano il volto della madre che attendeva una risposta,<br />
poi si guardavano tra di loro, come aspettando che uno prendesse<br />
coraggio e si facesse avanti. Anche i Ciclòpi, nonostante l’unico<br />
occhio che si ritrovavano, si guardavano attorno senza fiatare; e i Centìmani<br />
guardavano ovviamente in tutte le direzioni contemporaneamente.<br />
Ma ecco, più gagliardo e ardito <strong>degli</strong> altri, Crono prendere la parola:<br />
«Mi assumo io, mamma, il grave compito. Non m’importa se farò del<br />
male, non m’importa se vedrò mio padre soffrire. Con la sua pazzia ci<br />
ha relegato negli abissi più tristi e bui del pianeta, ci nega ogni affetto,<br />
c’impedisce di godere delle cose belle che offrono il cielo e la terra: e a<br />
che serve allora essere figli di Urano e Gea se ci tocca vivere nei baratri<br />
profondi da cui non si vedono né cielo né terra? È vita, questa? Sì, è<br />
una vita d’inferno».<br />
«È come tu dici, Crono».<br />
«Quindi ti chiedo di consegnarmi la falce. Sarò io a compiere la suprema<br />
vendetta».<br />
(2) falce: attrezzo agricolo che serve a tagliare<br />
gli steli delle piante; è formato da<br />
una lama curvata ad arco congiunta a<br />
un’impugnatura di legno.<br />
7<br />
(3) sfacelo: distruzione, rovina.