I capricci degli dei

Promèteo
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Promèteo era figlio del titàno Giapèto e di Clìmene, la figlia di Ocèano.
A differenza del padre e degli altri rozzi Titàni, era dotato di grande
saggezza e soprattutto aveva un ingegno creativo.
Un giorno, impastando acqua e fango, formò delle figurine che assomigliavano
agli dei dell’Olimpo; quindi trovò il modo di farle muovere
e respirare, dando a esse il soffio vitale: aveva creato i primi
uomini!
Non era invenzione da poco. Gli uomini infatti cominciarono a circolare
liberamente per i campi e a godersi i magnifici frutti che offriva
la terra, e si moltiplicavano diventando sempre più numerosi.
Ma Promèteo non si limitò a farli muovere e respirare come gli altri
animali: insegnò loro le arti che solo gli dei conoscevano. Per prima
cosa spiegò loro come coltivare le piante, in modo da poter far crescere
i frutti che più desideravano; infatti gli altri animali si limitavano a
raccogliere solo quei frutti che la terra offriva spontaneamente. Promèteo
insegnò agli uomini il modo in cui addomesticare i cavalli e gli
animali che potessero aiutarli nel lavoro dei campi. Insegnò inoltre i
metodi per curarsi dalle malattie, l’arte della medicina. E poi ancora
la matematica, la navigazione, l’astronomia (1).
Gli uomini ebbero così da Promèteo tutte le cose necessarie per vivere
bene. Ma, proprio come gli dei, cominciarono a litigare tra loro per
avere sempre di più. Il più forte era prepotente con il più debole, il più
astuto cominciò a ingannare il più ingenuo, il più violento ad ammazzare
il più pacifico. In breve tempo, l’umanità cadde talmente in basso
che Zeus, dio della giustizia e signore del mondo, decise di punirla e
(1) astronomia: scienza, di antichissime
origini, che studia i corpi celesti e i relativi
fenomeni.
Estratto distribuito da Biblet
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