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I capricci degli dei

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Dario Bonifacio<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

I <strong>capricci</strong> <strong>degli</strong> <strong>dei</strong><br />

Excerpt of the full publication<br />

labirinti<br />

collana di nar rativa per l a scuola media


Estratto distribuito da Biblet<br />

Excerpt of the full publication


Copyright © 2004 Esselibri S.p.A.<br />

Via F. Russo 33/D<br />

80123 Napoli<br />

Tutti i diritti riservati.<br />

È vietata la riproduzione anche parziale<br />

e con qualsiasi mezzo senza l’autorizzazione<br />

scritta dell’editore.<br />

Per citazioni e illustrazioni di competenza altrui, riprodotte in questo libro,<br />

l’editore è a disposizione <strong>degli</strong> aventi diritto. L’editore provvederà, altresì, alle<br />

opportune correzioni nel caso di errori e/o omissioni a seguito della segnalazione<br />

<strong>degli</strong> interessati.<br />

Prima edizione: aprile 2004<br />

S279 - I <strong>capricci</strong> <strong>degli</strong> <strong>dei</strong><br />

ISBN 88-244-8687-8<br />

Ristampe<br />

8 7 6 5 4 3 2 1 2004 2005 2006 2007<br />

Questo volume è stato stampato presso<br />

«Officina Grafica Iride»<br />

Via Prov.le Arzano-Casandrino, VII Traversa, 24 - 80022 Arzano (NA)<br />

○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○ ○<br />

○<br />

Copertina: Aldo Amati<br />

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○<br />

Impaginazione: Carmela De Marco


Estratto distribuito da Biblet<br />

Premessa<br />

Perché, all’alba del III millennio dopo la nascita di Cristo, continuiamo<br />

a leggere gli antichi, favolosi miti <strong>dei</strong> Greci? A questa domanda si<br />

offrono due risposte: innanzitutto, perché essi raccontano storie meravigliose,<br />

che vedono come protagonisti personaggi unici ed eccezionali,<br />

<strong>dei</strong>, eroi, magiche creature <strong>dei</strong> boschi e <strong>dei</strong> mari, mostri mai<br />

visti, animali spaventosi e furiosi abitanti delle cavità infernali del<br />

sottosuolo. Le fantastiche avventure narrate dagli autori antichi continuano<br />

ad appassionarci più di qualunque fiction televisiva, perché<br />

sono varie, avvincenti, e non stancano mai il lettore.<br />

Secondariamente, attraverso la lettura <strong>dei</strong> miti, possiamo riconoscere<br />

le idee e le concezioni che gli antichi avevano intorno all’origine<br />

dell’Universo, ai fenomeni naturali e soprannaturali, ai rapporti familiari,<br />

sociali e d’amore, all’essenza <strong>degli</strong> <strong>dei</strong>, che per loro erano dotati<br />

di comportamenti, difetti, timori, desideri e opinioni del tutto simili<br />

a quelli <strong>degli</strong> uomini.<br />

I miti raccontano la storia: dietro al velo della fantasia si manifesta<br />

infatti l’animo dell’uomo, com’era e com’è, con le sue passioni, i turbamenti,<br />

le paure, le gioie e i dolori.<br />

Pur nel rispetto delle fonti, ho cercato di narrare le vicende in maniera<br />

piacevole, divertente, vicina alla sensibilità <strong>dei</strong> ragazzi di oggi.<br />

Ogni racconto è corredato di un apparato didattico che, suddiviso nelle<br />

quattro sezioni «Per comprendere», «Per analizzare la lingua», «Per<br />

liberare la fantasia» e «Per ricercare», mira a promuovere la riflessione<br />

sul testo e l’approfondimento delle conoscenze linguistiche nonché<br />

a stimolare la creatività e il senso critico.<br />

Inoltre, per consentire ai ragazzi di avere un primo approccio con la<br />

lettura <strong>dei</strong> “classici” ho proposto nella rubrica «Leggendo le fonti…»<br />

alcuni tra i passi più belli e appassionanti delle opere di scrittori greci<br />

e latini. Il corredo del libro si completa, infine, con la cartina della<br />

Grecia antica e un pratico Glossarietto mitologico.


Excerpt of the full publication


Estratto distribuito da Biblet<br />

L’origine dell’Universo<br />

■<br />

I FIGLI DELLA TERRA<br />

All’origine di tutto c’era la materia informe, il Caos primordiale nel<br />

quale si mescolavano disordinatamente i vari elementi.<br />

Ossigeno, idrogeno, ferro, oro e argento e un’infinità di pietre e metalli<br />

vagavano confusamente nell’immenso spazio del cosmo: pezzi di stagno<br />

si scontravano con pietre volanti, rocce precipitavano a quattromila<br />

chilometri all’ora nel vuoto, schizzi di acqua e altre materie liquide<br />

erano ovunque e si mischiavano con il fumo denso che si diffondeva<br />

qua e là come le nuvole che cambiano continuamente la forma<br />

nel cielo. Non si sa se in quel caos regnasse il silenzio assoluto o se<br />

invece lo schianto di tanti frammenti cosmici producesse un rumore<br />

infernale. Di sicuro non c’era orecchio umano o di altro animale che<br />

potesse sentire. Tutto era gelido e senza vita.<br />

Dopo alcuni miliardi di anni nacque finalmente Gea, ovvero la Terra, che è<br />

madre di tutte le cose. Immensa, generosa, partorì Urano, il cielo stellato,<br />

poi le alte Montagne ricoperte di boschi e il vasto Mare, minaccioso quando<br />

infuria la tempesta e si gonfia con onde tremende, e dove non è possibile<br />

coltivare niente. Questi figli Gea li mise al mondo da sola: non c’era<br />

ancora nemmeno un essere maschile che potesse sposarla!<br />

Il primo uomo – si fa per dire – fu infatti il figlio Urano, il cielo stellato.<br />

Così Gea, non avendo proprio altra scelta, sposò il figlio, che con il<br />

suo manto infinito poteva abbracciare la Terra immensa. Ma l’unione<br />

di un genitore con il proprio figlio è contro natura, pertanto dal matrimonio<br />

nacquero esseri strani e mostruosi: innanzitutto i Titàni,<br />

personaggi giganteschi e dotati di una forza spaventosa; questi i loro<br />

nomi: Ocèano, Coio, Crio, Giapèto, Mnemòsine, Tèmide, Iperióne, Tea,<br />

Tètide, Febe, Rea e Crono.<br />

5<br />

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I <strong>capricci</strong> <strong>degli</strong> <strong>dei</strong><br />

Dopo i Titàni fu la volta <strong>dei</strong> Ciclòpi, anch’essi giganteschi e non proprio<br />

carini. La loro caratteristica era quella di avere un solo occhio<br />

collocato nel mezzo della fronte. Inoltre erano forniti di un pessimo<br />

carattere: assai superbi, si abbandonavano facilmente a un’ira furiosa<br />

e quando si adiravano facevano davvero paura, perché la loro era una<br />

forza bruta e smisurata. Ma non erano privi d’ingegno, dal momento<br />

che inventarono il tuono e crearono la fòlgore, cioè il fulmine, che più<br />

tardi regalarono a Zeus.<br />

Dulcis in fundo (1), Gea partorì tre figliuoli, Cotto, Gie e Briarèo, detti<br />

Centìmani perché dotati di ben cento mani e ben cento teste ciascuno.<br />

Naturalmente, dovevano avere anche cento braccia e cinquanta<br />

colli e le spalle che sorreggevano tali membra erano poderose. A trovarseli<br />

di faccia, c’era poco da scherzare: se s’irritavano – il che, data<br />

la loro estrema arroganza, avveniva molto frequentemente – era il caso<br />

di girare alla larga: erano tre ma combattevano per centocinquanta!<br />

IL REGNO DI URANO<br />

Urano non era un padre esemplare. È ben vero che i figli non erano<br />

graziosi come li avrebbe voluti, ma un padre solitamente ama di<br />

amore profondo tutte le creature da lui generate, senza badare troppo<br />

all’aspetto fisico, e nemmeno al carattere. Forse, essendo il primo<br />

padre della storia dell’Universo, non aveva le idee molto chiare a<br />

proposito dell’educazione <strong>dei</strong> figli. Così, anziché crescerli con pazienza<br />

e affetto, li sbatteva direttamente nelle voragini e nelle caverne<br />

più profonde della Terra, dove non potevano godere nemmeno<br />

della luce del sole.<br />

La madre, avvilita a causa di un tanto ingiusto trattamento, passava<br />

giornate assai malinconiche e trascorreva le notti senza dormire. Ma<br />

decise di non rimanere con le mani in mano.<br />

(1) Dulcis in fundo: espressione tratta<br />

dalla lingua latina che letteralmente significa<br />

«il dolce (viene) in fondo»; è un<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

6<br />

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modo di dire per indicare, spesso anche<br />

in maniera ironica, qualcosa di piacevole<br />

che arriva ultimo e inaspettato.


L’origine dell’universo / il regno di Urano<br />

Da una delle tante sue miniere di ferro estrasse una falce (2). Poi si<br />

recò dai figli e disse loro: «Figlioli, una cosa molto importante ho da<br />

dirvi. Vostro padre, da un po’ di tempo a questa parte, è completamente<br />

impazzito. Non era così quando tempo fa lo generai, adesso<br />

non lo riconosco più. È cambiato: non pensa ad altro che a tormentarvi<br />

e io non posso più sopportare questo sfacelo (3) della famiglia. Ecco,<br />

ho fabbricato quest’arma con metallo tagliente. La consegnerò a chi<br />

di voi vorrà vendicare l’ingiustizia paterna; ché io lo aiuterò a concludere<br />

la suprema impresa».<br />

Ascoltarono i figli in silenzio assoluto le parole della madre. A tutti il<br />

fiato si bloccò nella gola, il sangue raggelò nelle vene. Chi avrebbe avuto<br />

il coraggio di sfidare il padre potente, chi avrebbe osato cacciarlo dal<br />

trono di re dell’Universo sul quale sedeva? Chi avrebbe avuto la forza<br />

di compiere la suprema impresa?<br />

Attoniti, i Titàni fissavano il volto della madre che attendeva una risposta,<br />

poi si guardavano tra di loro, come aspettando che uno prendesse<br />

coraggio e si facesse avanti. Anche i Ciclòpi, nonostante l’unico<br />

occhio che si ritrovavano, si guardavano attorno senza fiatare; e i Centìmani<br />

guardavano ovviamente in tutte le direzioni contemporaneamente.<br />

Ma ecco, più gagliardo e ardito <strong>degli</strong> altri, Crono prendere la parola:<br />

«Mi assumo io, mamma, il grave compito. Non m’importa se farò del<br />

male, non m’importa se vedrò mio padre soffrire. Con la sua pazzia ci<br />

ha relegato negli abissi più tristi e bui del pianeta, ci nega ogni affetto,<br />

c’impedisce di godere delle cose belle che offrono il cielo e la terra: e a<br />

che serve allora essere figli di Urano e Gea se ci tocca vivere nei baratri<br />

profondi da cui non si vedono né cielo né terra? È vita, questa? Sì, è<br />

una vita d’inferno».<br />

«È come tu dici, Crono».<br />

«Quindi ti chiedo di consegnarmi la falce. Sarò io a compiere la suprema<br />

vendetta».<br />

(2) falce: attrezzo agricolo che serve a tagliare<br />

gli steli delle piante; è formato da<br />

una lama curvata ad arco congiunta a<br />

un’impugnatura di legno.<br />

7<br />

(3) sfacelo: distruzione, rovina.


I <strong>capricci</strong> <strong>degli</strong> <strong>dei</strong><br />

Un grande applauso si sprigionò nella grotta. Tutti i fratelli gridarono<br />

con esultanza il nome di Crono e corsero ad abbracciarlo, e lui li abbracciò<br />

tutti, tranne i Centìmani che per il troppo affetto avrebbero<br />

potuto soffocarlo.<br />

L’astuta Gea aveva progettato il seguente piano: quando alla sera, stanco<br />

per le fatiche della lunga giornata, Urano si sarebbe coricato nel<br />

letto nuziale, Gea l’avrebbe abbracciato e distratto con baci e carezze;<br />

a quel punto, Crono gli sarebbe piombato addosso con la falce e lo<br />

avrebbe ferito. E così fu.<br />

Le gocce di sangue che sgorgarono dalle membra mutilate bagnarono<br />

la Terra. Da esse nacquero le vendicative Erinni, i colossali Giganti e le<br />

Ninfe Mèlie. Dalla spuma che producevano le membra finite nel mare<br />

nacque la splendida Afrodìte, dea dell’Amore e della Bellezza.<br />

I FIGLI DELLA NOTTE E DEL MARE<br />

Dal Caos nacquero, oltre alla Terra, due creature: l’Èrebo, l’abisso sotterraneo,<br />

e la nera Notte. Da quest’ultima derivarono il Destino odioso,<br />

la Morte, il Sonno, la Miseria, le funeste Mòire, procuratrici agli<br />

uomini di pene e tormenti; e poi ancora Nèmesi, la vendetta apportatrice<br />

di sventure tra le genti, l’Inganno, la Vecchiaia, la Contesa.<br />

La Contesa generò il Tormento, la Dimenticanza, la Fame, i Dolori, i<br />

Litigi, gli Omicidi, le Guerre, le Stragi, le False Parole, i Contrasti, l’Ingiustizia,<br />

il Giuramento, pericoloso per gli uomini quando non viene<br />

rispettato e genera odi, inimicizie e vendette.<br />

Questa è l’orribile discendenza della Notte.<br />

Invece dal Mare, figlio di Gea, nacque Nerèo, e da Nerèo cinquanta<br />

bellissime fanciulle, dette dal padre Nerèidi. Esse erano creature sagge<br />

e virtuose e abitavano allegramente tra le spume e le onde. Anche i<br />

loro nomi erano graziosi; eccone alcuni: Regina<strong>dei</strong>venti, Salvezza, Bonaccia,<br />

Velocesuiflutti, Azzurrina, Diletto<strong>dei</strong>cuori, Isolabella, Spiaggia…<br />

impossibile nominarle tutte!<br />

8<br />

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Estratto distribuito da Biblet<br />

L’origine dell’universo / il regno di Crono<br />

IL REGNO DI CRONO<br />

Ma torniamo a Crono, che ha spodestato Urano dal trono di re dell’Universo.<br />

Quest’ultimo, vedendosi orribilmente mutilato, lanciò una<br />

maledizione contro i Titàni suoi figli. Ma Crono, insuperbito per la<br />

vittoria e per il suo nuovo regno, non se ne curò.<br />

Regnò in maniera arrogante e dispotica, ricacciando i fratelli negli<br />

abissi sotterranei.<br />

Sposò dunque la sorella Rea, e da lei ebbe numerosi e bellissimi figli,<br />

Estìa, Demètra, Era, Ade, Poseidóne. Ma, ancor più crudele del padre,<br />

prese a divorarli uno per uno, via via che la moglie li metteva al mondo:<br />

infatti aveva saputo da Urano e Gea che uno <strong>dei</strong> suoi figli l’avrebbe<br />

detronizzato e avrebbe preso il suo posto come re dell’Universo. La<br />

sete di potere lo rese così un padre ancor meno esemplare di Urano.<br />

Ma Rea non era disposta a veder morire uno dopo l’altro i figli che<br />

generava. Il cuore di una madre non poteva sopportare questo scempio,<br />

la sua tristezza era senza confini.<br />

Mentre era incinta del suo nuovo figliolo non pensava ad altro che a<br />

trovare uno stratagemma per salvarlo. Dopo avere a lungo meditato,<br />

prese la decisione più saggia.<br />

Arrivò infine il giorno del parto. L’emozione era straordinaria, ma era<br />

tanta anche la paura che potesse fallire il suo piano.<br />

Ravvolse il bambino immortale in un velo bianco, che lo nascondesse<br />

del tutto, e lo collocò in un angolo della dimora lontano dal marito, in<br />

modo che quello non potesse udirne i vagiti. In gran segreto si recò<br />

poi a Creta, la grande isola del Mediterraneo orientale, depose il piccolo<br />

in una caverna e lo affidò ai Curèti, che dimoravano sul monte<br />

Ida, ricoperto di neve. Gli diede il nome di Zeus.<br />

Quindi avvolse una pietra di eguali dimensioni in una fasciatura<br />

simile e la diede al marito pronunciando queste parole: «Ecco a te,<br />

divino Crono, la creatura che il nostro sangue congiunto ha generato.<br />

È un maschio: conosci tu quale danno potrebbe un giorno arrecarti?».<br />

Senza nemmeno rispondere, Crono tolse il sasso dalle mani di Rea e<br />

lo inghiottì subito. Non volle neppure sollevare le fasce per guardarlo<br />

9<br />

Excerpt of the full publication


I <strong>capricci</strong> <strong>degli</strong> <strong>dei</strong><br />

in faccia. Non si accorse neanche che era un po’ troppo pesante per<br />

essere un neonato: Crono era un rozzo.<br />

Zeus crebbe così tra le cime boscose della splendida Creta. Essendo<br />

ancora in fasce, quando le sue urla di neonato si facevano troppo forti,<br />

e rischiavano di farsi sentire agli orecchi del padre, i Curèti intonavano<br />

magnifiche danze tribali, battendo con forza le lance contro gli<br />

scudi, come se fossero strumenti a percussione. A volte, infernale era<br />

il rumore che in questa maniera producevano, e gli abitanti del luogo,<br />

spaventati, si ritiravano nelle selve. Ma erano solo i Curèti che allegramente<br />

festeggiavano.<br />

A mano a mano che cresceva, il piccolo Zeus si rivelava un ragazzino<br />

intraprendente e vivace. I Cretesi gli avevano insegnato a usare arco e<br />

frecce per cacciare, e lui non perdeva occasione per catturare cervi e<br />

cinghiali, inseguendoli fin dentro le tane. Si esercitava inoltre nella<br />

ginnastica e nella corsa e in breve tempo divenne il ragazzo più forte e<br />

intrepido dell’isola.<br />

Non appena si fece sufficientemente grande per poter affrontare un<br />

nemico adulto e immortale, la madre Rea lo mandò a chiamare e gli<br />

svelò la sua storia e il triste destino che era toccato ai fratelli.<br />

Il fiero Zeus osò allora affrontare ad armi pari Crono. Fu una lotta<br />

senza esclusione di colpi. Alla fine, il figlio inflisse al padre un potente<br />

cazzotto nello stomaco. Quello ebbe un tremendo rigurgito e vomitò<br />

dalla pancia il gran sasso, che un tempo aveva inghiottito al posto del<br />

figlio e che certo non aveva mai digerito: il masso era pesante anche<br />

per il disumano padre.<br />

Ma Zeus non fu pienamente soddisfatto, e gli assestò un nuovo pugno<br />

nel ventre. Le costole di Crono scricchiolarono. Quindi eruttò dalla<br />

bocca Poseidóne, l’ultimo figlio che aveva ingollato (4). Zeus insistette<br />

con un altro pugno e poi un altro e poi un altro ancora, e a ogni<br />

colpo quello vomitava uno <strong>dei</strong> figli che aveva ingurgitato: prima Ade,<br />

poi Era, poi Demètra, poi Estìa. Fu uno spettacolo veramente straordinario.<br />

(4) ingollato: inghiottito, ingoiato.<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

10<br />

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L’origine dell’universo / la battaglia <strong>dei</strong> Titàni<br />

Chissà come mai i figli uscirono tutti interi, vivi e vegeti e con un piacevole<br />

colorito roseo sulle guance! Anch’essi, come il masso, dovevano<br />

risultare indigesti!<br />

Fatto sta che da quel giorno i fratelli furono sommamente grati a Zeus<br />

e lo elessero loro re e signore unico dell’Universo. Tutti insieme andarono<br />

ad abitare le alte vette dell’Olimpo (5) sempre circondate da nubi.<br />

LA BATTAGLIA DEI TITÀNI<br />

Zeus, che aveva un cuore giusto e generoso, aveva liberato i Titàni fratelli<br />

di Crono e aveva loro concesso di vivere una vita normale. Ma<br />

quelli si rivelarono poco raccomandabili e presero a comportarsi in<br />

maniera prepotente e a fare irritare il nuovo signore dell’Universo.<br />

Scoppiò così una battaglia all’ultimo sangue tra i figli di Crono e i figli<br />

di Urano. Gli <strong>dei</strong> che abitavano sull’Olimpo erano dotati di una forza<br />

straordinaria, ma i rozzi Titàni non erano da meno.<br />

Passavano gli anni, e quelli continuavano a combattere, senza che una<br />

parte riuscisse a prevalere sull’altra.<br />

Dopo dieci anni d’inutile lotta, Zeus decise di recarsi nelle buie caverne<br />

sotto la terra. Mai aveva visitato quei luoghi orribili, dove solo il<br />

cuore di un dio poteva non provare terrore. Zeus sapeva che lì avrebbe<br />

trovato i mostruosi fratelli <strong>dei</strong> Titàni, cioè i Ciclòpi e i Centìmani: solo<br />

essi avrebbero potuto aiutarlo nell’impresa.<br />

Giunto in un antro immenso, li vide tutti e sei in piedi, messi contro la<br />

roccia e legati da catene di ferro gigantesche. Per prima cosa li liberò<br />

da quella prigione infame e li condusse con sé sull’Olimpo.<br />

E lì, nelle serene regioni al di là delle nuvole, dove splende il sole eternamente,<br />

offriva loro nettare e ambrosia, le prelibate bevande <strong>degli</strong><br />

<strong>dei</strong> (6), e un pranzo magnifico. Dopo aver mangiato a sazietà, come<br />

non facevano da una vita, i Ciclòpi e i Centìmani si sdraiarono su co-<br />

(5) Olimpo: vedi Glossarietto mitologico.<br />

(6) nettare … <strong>dei</strong>: secondo la mitologia<br />

classica il nettare e l’ambrosia erano le<br />

11<br />

bevande <strong>degli</strong> <strong>dei</strong> e rendevano immortali.


I <strong>capricci</strong> <strong>degli</strong> <strong>dei</strong><br />

mode poltrone a prendere un po’ di sole: dopo essere stati a lungo<br />

rinchiusi nelle caverne, ne avevano davvero bisogno.<br />

Infine Zeus si rivolse loro con queste parole: «Ascoltatemi, figli di Urano:<br />

da dieci anni i superbi Titàni si battono per conquistare l’Olimpo<br />

e per raggiungere il dominio del mondo. Voi conoscete i vostri fratelli,<br />

sapete quanto siano pericolosi. La loro prepotenza manderà in rovina<br />

ogni cosa. Io e miei fratelli combattiamo duramente per difendere<br />

l’Olimpo, ma loro sono forti e numerosi. Quindi vi chiedo di aiutarci<br />

in questa guerra micidiale: insieme alla vostra forza e alle vostre braccia<br />

sconfiggeremo sicuramente l’infame nemico».<br />

«Non capiamo bene le tue parole, Zeus — i figli di Urano erano un po’<br />

duri di comprendonio! — ma sappiamo che tu ci hai liberato dalle<br />

tenebre. Quindi saremo sempre fedeli al tuo cuore e combatteremo al<br />

tuo fianco senza esitazione».<br />

Fu così che si scatenò la battaglia più atroce che si fosse mai vista fino<br />

ad allora. I Ciclòpi avevano dato a Zeus l’arma potente del fulmine,<br />

che il signore del cielo scagliava violentemente contro i nemici: colpiva<br />

specialmente il più forte e il più crudele di tutti, Crono. Zeus riuscì<br />

anche a convincere il titàno Ocèano a combattere dalla sua parte.<br />

I Centìmani scatenarono tutta la loro furia muovendo contemporaneamente<br />

le loro cento braccia: con quelle scagliavano valanghe di<br />

massi contro i Titàni. I Ciclòpi tiravano giù i picchi (7) delle montagne,<br />

scaraventandoli in testa a Crío e Giapèto.<br />

Il cielo rimbombava come quando si scatena un violento uragano, la<br />

terra tremava, le rocce crollavano rovinosamente e il mare ribolliva<br />

tutto quanto. Ogni volta che un titàno cadeva, un terremoto tremendo<br />

si faceva sentire contemporaneamente in Europa, in Africa e in Asia.<br />

Incendi distruggevano i boschi e inutilmente fuggivano in ogni direzione<br />

gli animali, il cielo si ricopriva di polvere e di nera fuliggine:<br />

pareva insomma di essere giunti alla fine del mondo.<br />

Ma a un certo punto Crono e i tre fratelli ebbero la peggio. Capirono<br />

che le cose si mettevano male per loro e tentarono inutilmente di fuggire.<br />

I compagni di Zeus li bloccarono e con uno sforzo sovrumano –<br />

(7) picchi: cime.<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

12<br />

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Estratto distribuito da Biblet<br />

L’origine dell’universo / l’età dell’oro nel Lazio<br />

perché i Titàni erano davvero potenti – li legarono con catene di ferro<br />

e li condussero nel regno oscuro e tremendo del Tàrtaro (8), al centro<br />

della Terra. Da lì non poterono più fuggire, perché Poseidóne vi costruì<br />

attorno immense mura di bronzo e perché come loro custodi<br />

furono posti i forti Centìmani.<br />

Fu allora che i tre figli maschi di Crono si divisero il regno dell’Universo:<br />

a Zeus toccarono il cielo e la terra, ad Ade il mondo sotterraneo<br />

e a Poseidóne il mare. Ma più importante di tutti rimaneva Zeus.<br />

L’ETÀ DELL’ORO NEL LAZIO<br />

Crono fu così spodestato, ma Zeus gli diede il permesso di recarsi in<br />

una regione occidentale, chiamata Lazio. Lì Crono fondò un piccolo<br />

regno e lo amministrò con equilibrio e saggezza: la lezione ricevuta<br />

dal figlio era servita a farlo migliorare.<br />

Dunque regnò su una terra dove era sempre primavera. Gli alberi si<br />

ricoprivano continuamente di fiori, e i fiori si trasformavano subito<br />

in frutti. Pecore e vitelli pascolavano serenamente nei prati e con il<br />

loro latte nutrivano gli abitanti locali. Il cielo era nitido e l’aria temperata,<br />

mai troppo calda né fredda.<br />

Gli uomini attendevano (9) ai lavori <strong>dei</strong> campi con poca fatica, ché<br />

bastava raccogliere i frutti numerosi che spontaneamente offriva la<br />

terra, e gli uccelli, cantando, riempivano di una dolce melodia le valli<br />

e le colline. I fiumi scorrevano lenti senza mai straripare e le loro acque<br />

erano chiare e limpide tanto che ci si poteva tuffare e sguazzare<br />

liberamente e tranquillamente bere perché senza fango. Non venivano<br />

lupi, fiere o belve feroci a turbare la quiete <strong>degli</strong> uomini, i quali<br />

potevano dormire all’aperto dovunque volevano.<br />

Non si estraeva il ferro per produrre le armi, perché queste non erano<br />

usate e non c’erano popoli nemici da cui ci si dovesse difendere. Né il<br />

ferro serviva per attrezzi e utensili, visto che tutto offriva generosamente<br />

la natura. Il ferro era ancora lontano da venire: quella fu infatti<br />

la meravigliosa età dell’oro.<br />

(8) Tàrtaro: vedi Glossarietto mitologico. (9) attendevano: si dedicavano.<br />

13<br />

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Estratto distribuito da Biblet<br />

I <strong>capricci</strong> <strong>degli</strong> <strong>dei</strong><br />

PER comprendere<br />

1<br />

Elenca tutti i figli di Gea.<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

2<br />

Perché Urano relega sottoterra i suoi figli?<br />

Perché è invidioso della loro bellezza<br />

Perché teme di essere detronizzato<br />

Perché glielo consiglia l’oracolo<br />

Perché è un cattivo padre<br />

3<br />

Collega con le frecce i figli ai genitori:<br />

Contesa Rea<br />

Azzurrina Contesa<br />

Demètra Notte<br />

Bronte Mare<br />

Fame Nerèo<br />

Nerèo Gea<br />

4<br />

Perché i Greci immaginavano che gli <strong>dei</strong> si trovassero sull’Olimpo?<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

14


L’origine dell’universo / esercizi<br />

5<br />

Dove finiscono i Titàni dopo essere stati sconfitti dagli <strong>dei</strong><br />

dell’Olimpo?<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

6<br />

Perché solo tre <strong>dei</strong> figli di Crono si dividono l’Universo?<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

7<br />

Perché l’età dell’oro ricorda il Paradiso terrestre?<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

PER analizzare la lingua<br />

1<br />

Come si definisce l’unione di una madre col proprio figlio,<br />

come quella di Gea con Urano?<br />

Matricidio<br />

Matriarcale<br />

Sacrilegio<br />

Incesto<br />

2<br />

Cerca sul dizionario il significato <strong>dei</strong> seguenti termini:<br />

• primordiale .................................................................<br />

..................................................................................<br />

• attonito .......................................................................<br />

..................................................................................<br />

• funesto .......................................................................<br />

..................................................................................<br />

15<br />

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Estratto distribuito da Biblet<br />

I <strong>capricci</strong> <strong>degli</strong> <strong>dei</strong><br />

• detronizzare ................................................................<br />

..................................................................................<br />

• scempio ......................................................................<br />

..................................................................................<br />

• antro ..........................................................................<br />

..................................................................................<br />

3<br />

Rintraccia nel testo tutti gli aggettivi che si riferiscono a Gea,<br />

a Urano, a Crono e a Zeus.<br />

PER liberare la fantasia<br />

1<br />

Come immagini tu l’origine dell’Universo?<br />

2<br />

Disegna una mappa che visualizzi l’albero genealogico dell’Universo.<br />

16


Estratto distribuito da Biblet<br />

L’origine dell’universo / esercizi<br />

PER ricercare<br />

1<br />

Cerca sull’enciclopedia che vuol dire «Abadìr».<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

2<br />

Approfondisci, con l’aiuto dell’insegnante di scienze, il tema<br />

del Big Bang.<br />

3<br />

Compi una ricerca sulle età che secondo il mito si succedono<br />

dopo quella dell’oro.<br />

4<br />

Trova le divinità che nella mitologia latina corrispondono a<br />

Zeus, Crono, Estìa, Demètra, Ade, Poseidóne ed Era.<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

......................................................................................<br />

17<br />

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Estratto distribuito da Biblet<br />

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Promèteo<br />

■<br />

Promèteo era figlio del titàno Giapèto e di Clìmene, la figlia di Ocèano.<br />

A differenza del padre e <strong>degli</strong> altri rozzi Titàni, era dotato di grande<br />

saggezza e soprattutto aveva un ingegno creativo.<br />

Un giorno, impastando acqua e fango, formò delle figurine che assomigliavano<br />

agli <strong>dei</strong> dell’Olimpo; quindi trovò il modo di farle muovere<br />

e respirare, dando a esse il soffio vitale: aveva creato i primi<br />

uomini!<br />

Non era invenzione da poco. Gli uomini infatti cominciarono a circolare<br />

liberamente per i campi e a godersi i magnifici frutti che offriva<br />

la terra, e si moltiplicavano diventando sempre più numerosi.<br />

Ma Promèteo non si limitò a farli muovere e respirare come gli altri<br />

animali: insegnò loro le arti che solo gli <strong>dei</strong> conoscevano. Per prima<br />

cosa spiegò loro come coltivare le piante, in modo da poter far crescere<br />

i frutti che più desideravano; infatti gli altri animali si limitavano a<br />

raccogliere solo quei frutti che la terra offriva spontaneamente. Promèteo<br />

insegnò agli uomini il modo in cui addomesticare i cavalli e gli<br />

animali che potessero aiutarli nel lavoro <strong>dei</strong> campi. Insegnò inoltre i<br />

metodi per curarsi dalle malattie, l’arte della medicina. E poi ancora<br />

la matematica, la navigazione, l’astronomia (1).<br />

Gli uomini ebbero così da Promèteo tutte le cose necessarie per vivere<br />

bene. Ma, proprio come gli <strong>dei</strong>, cominciarono a litigare tra loro per<br />

avere sempre di più. Il più forte era prepotente con il più debole, il più<br />

astuto cominciò a ingannare il più ingenuo, il più violento ad ammazzare<br />

il più pacifico. In breve tempo, l’umanità cadde talmente in basso<br />

che Zeus, dio della giustizia e signore del mondo, decise di punirla e<br />

(1) astronomia: scienza, di antichissime<br />

origini, che studia i corpi celesti e i relativi<br />

fenomeni.<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

19<br />

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Estratto distribuito da Biblet<br />

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Leggere per conoscere<br />

nuovi mondi e per riflettere<br />

su cose già conosciute.<br />

Leggere per perdersi<br />

nei labirinti dell’immaginazione<br />

e, attraverso la<br />

finzione letteraria, capire<br />

i problemi del mondo che<br />

ci circonda. Leggere per<br />

I <strong>capricci</strong><br />

<strong>degli</strong> <strong>dei</strong><br />

Perché, all’alba del III millennio<br />

d.C., continuiamo<br />

a leggere gli antichi miti<br />

<strong>dei</strong> Greci? A questa domanda<br />

si offrono due risposte.<br />

Innanzitutto, perché<br />

essi raccontano storie<br />

meravigliose e avvincenti,<br />

popolate di <strong>dei</strong>, eroi, magiche<br />

creature <strong>dei</strong> boschi<br />

e <strong>dei</strong> mari, mostri mai visti,<br />

animali spaventosi e<br />

Estratto distribuito da Biblet<br />

“sentirsi convinti che ogni<br />

libro degno di questo nome<br />

rappresenta una concentrazione,<br />

un compendio<br />

e una forte semplificazione<br />

di cose complicate”.<br />

(H. Hesse)<br />

labirinti<br />

collana di narrativa pe r la scuola media<br />

I <strong>capricci</strong> <strong>degli</strong> <strong>dei</strong><br />

furiosi abitanti delle cavità<br />

infernali del sottosuolo:<br />

fantastiche avventure in<br />

grado di appassionarci più<br />

di qualunque fiction televisiva.<br />

Secondariamente,<br />

attraverso la lettura <strong>dei</strong><br />

miti, possiamo riconoscere<br />

le idee e le concezioni che<br />

gli antichi avevano intorno<br />

all’origine dell’Universo,<br />

ai fenomeni naturali e so-<br />

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prannaturali, ai rapporti<br />

familiari, sociali e d’amore,<br />

all’essenza <strong>degli</strong> <strong>dei</strong>.<br />

I miti raccontano la storia:<br />

dietro al velo della fantasia<br />

si manifesta infatti l’animo<br />

umano, com’era e com’è,<br />

con le sue passioni, i turbamenti,<br />

le paure, le gioie<br />

e i dolori.

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