A DAY IN MATERDEI COSMO-RUSHDIE FUORI ORARIO - Urban

URBAN VOCI
Gianni Troilo
LIBERTÀ, CANI E PADRONI
Che rapporto c’è tra le città e chi ci vive? A volte chi
abita gli spazi urbani ne assorbe il mood, un po’ come
quei cani che col tempo finiscono per assomigliare ai
loro padroni. Però: tra una città che resta sempre uguale
a se stessa e un’altra che un giorno sì e l’altro pure reinventa
il volto di un quartiere, sicuramente giudichiamo
morta la prima e vitale la seconda. Ma se ci imbattiamo
in qualcuno che dimostra analoga vitalità e che magari,
cercando di far convivere le proprie inclinazioni con una
deludente normalità, sdoppia la propria vita, è facile che
finisca per essere catalogato come persona fondamentalmente
irrisolta. Perché dunque non si riesce a concedere
alle persone quello che invece tutti auspichiamo
per i nostri luoghi?
Una villa a Roma, che un tempo era redazione di un
porno-patinato e adesso è una casa di accoglienza per
malati mentali, è una bella storia da raccontare. Il fatto
LETTERE
TRA IL SACRO E IL PROFANO
Gentile direttore,
leggendo l’articolo “Bologna la santa” ho appreso che
il porticato che sale alla chiesetta di San Luca ha 666
arcate. Si tratta di un particolare assai curioso perché
nell’Apocalisse (13,18) si legge: “Qui sta la sapienza. Chi
ha mente computi il numero della bestia; è un numero
d’uomo. Il suo numero è seicentosessantasei”. Nella
numerologia biblica, dove 7 indica la perfezione, il 6
ripetuto tre volte indica l’estrema imperfezione. La cifra
ricorre frequentemente nei graffiti dei satanisti. Forse
i buontemponi bolognesi, tra un piatto di tortellini e un
fiasco di Lambrusco, avranno voluto esprimere così il
loro anticlericalismo. Ma chi sarà la bestia?
Franco Rizzo, Torino
Caro Franco,
non ci stupiamo. Aver trovato una vena pia a Bologna è
già qualcosa di inatteso... Che poi in questa vena possa
scorrere una religiosità totalmente depurata del goliardico
spirito bolognese pare proprio impossibile! Quanto
all’interrogativo, proviamo a girarlo alla Santa: sicuramente
è l’unica in grado di rispondere...
SETTEMBRE 41
hanno collaborato con noi:
Leonardo Onetti Muda
andrea baffigo
maurizio baruffaldi
alberto bernasconi
bruno boveri
maria broch
ciro cacciola
valentina cameranesi
che Materdei a Napoli sia diventato un luogo trendy
dove vivere o che a Milano, quando tutto è chiuso da
un pezzo, sia comunque possibile tirare mattina seduti
al tavolino di qualche chiosco per strada, sono sintomi
di una certa vivacità metropolitana. Allo stesso modo
incontrare una serie di persone con vite non perfettamente
incasellabili, che magari si dividono tra la professione
del vigile urbano e i virtuosismi del sassofonista o
tra i bozzetti del fashion designer e le follie di una drag
queen, è segnale di un ambiente aperto dove si respira
un po’ di sana libertà intellettuale. E perfino chi si aggira
per la città scrivendo frasi sulle affissioni pubblicitarie
con un linguaggio al limite del comprensibile forse non è
una persona bizzarra, ma sta cercando di interagire con
la creatività di altri.
ALBERTO CORETTI
a.coretti@urbanmagazine.it
ESCAVATORE MIO NON TI RICONOSCO PIÙ
Spettabile redazione,
guido tutti i giorni una di quelle creature mostruose
fotografate nell’articolo “Bestiario Notturno”. Di giorno,
seduto nell’abitacolo, mi sento come se fossi a casa mia
e, mentre mi destreggio con la pala meccanica, canticchio
pure. Da quando però la luce notturna mi ha fatto
vedere il mio mezzo sotto una prospettiva più inquietante,
lo manovro con un po’ più di diffidenza.
Paolo Cacace, Milano
Caro Paolo,
non ti devi proprio preoccupare. È come se il giorno e la
notte fossero due universi paralleli: quello che terrorizza
nelle tenebre svanisce alla luce del sole e viceversa. Il tuo
Cicardini
escavatore resta quello di sempre, anche se magari ogni
tanto di notte si prende gioco dei passanti insonni! Cesare
giulia chiesa
cesare cicardini
claro
daniele coppi
denis dailleux
ilaria faccioli
daniela faggion
faust
adriana frattini
paolo madeddu
emmanuel mathez
malena mazza
paolo monesi
loic montain
NON SIAMO PESCI
Gentile direttore,
non capisco davvero che gusto ci sia a scimmiottare i
pesci, con tanto di pinne, maschera e boccaglio, scorrazzando
sotto il pelo dell’acqua all’Idroscalo. Ancora
posso capire chi va a fare immersioni in oasi sottomarine
incontaminate, chi nuota in piscina per tenersi in
forma o per agonismo, ma questa disciplina davvero
non mi torna.
Chiara Colonna, Milano
Cara Chiara,
ci sono tanti hobby strani che pure non stupiscono più:
che gusto si prova a pescare in una piscicoltura? Ad
assistere a scontri tra uomini che fingono di darsele di
santa ragione? O a partecipare a una battaglia a suon
di arance? Forse proprio nuotare all’Idroscalo in modo
simile ai pinnati marini aiuta a sentirsi meno pesci fuor
d’acqua.
nanouc
cinzia negherbon
mirta oregna
igor principe
matilde quaglia
giorgia ricci
leo rieser
francesca roveda
laura ruggieri
fabio scamoni
marta topis
gianni troilo
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