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Lettera ad un'amica - Paolo Cason

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<strong>Lettera</strong> <strong>ad</strong> un’amica<br />

“Questa notte, in un sogno, ti ho svegliato per chiederti: vuoi venire con me? Ti farò conoscere la mia Africa!<br />

- Ma insomma, a quest’ora di notte!<br />

- Non t’interessa?<br />

- Certo! M’interessa molto! Dev’essere un luogo meraviglioso, ma ne parliamo domani….<br />

- Dimentichi il proverbio dei nonni africani: “ Gli amici veri dividono il pane e i sogni.”<br />

- E va bene! Ti ascolto! Andiamo….<br />

E come acc<strong>ad</strong>e in un gran sogno, chiudiamo gli occhi e voliamo verso il mare….<br />

All’arrivo, su una pietra levigata dal vento, quasi ravvolta nella sabbia e dimenticata dal tempo, leggiamo: “Tripoli<br />

(Libia) – 18 Settembre 1961 - Ore 07.30, sulla duna nasceva un altro granello di sabbia... “<br />

E mentre esplori affascinata la linea dell’orizzonte che si dischiude prevedendo l’incantesimo, ecco<br />

sorgere la mia Africa accompagnata dalle sfumature del sole nascente…<br />

Alla luce di tanto splendore ti guido verso ogni segmento dei miei ricordi di bambina, su ogni orma<br />

o traccia dei miei pensieri, per dirti con voce commossa che…..nulla vale la dolcezza della terra<br />

natìa.<br />

L’Africa ha una bellezza incomparabile. Cerco spesso di ricordarne i colori.<br />

Li amo perché m’incantano, provo piacere a distinguerli dentro di me: mi alleviano la nostalgia ed il bisogno di<br />

rivederla. Allo stesso modo i canti dell’Africa…irraggiungibili da un animo che non li ha vissuti con la mia stessa<br />

intensità. Li ricordo come la colonna sonora della mia infanzia.<br />

Il cielo del giorno è sempre tinto da un azzurro specchiante e di r<strong>ad</strong>o venato dalle nuvole, pieno di verve quando le<br />

mille tortore lo attraversano. Una luce molto differente dalla nostra; è come se il cielo volesse accarezzare in modo<br />

diverso i colori del paesaggio circostante per rilevare una terra ai confini del par<strong>ad</strong>iso.<br />

Una terra di forte carattere, irriducibile, misteriosa, affascinante.<br />

Non ci si stupisce dinanzi <strong>ad</strong> una cerimonia mortuaria, perché non vi è frattura fra la vita e la morte. I morti sono le<br />

r<strong>ad</strong>ici dell’albero del quale noi siamo i rami viventi.<br />

Laggiù anche le stelle sono più luminose. Di notte <strong>ad</strong> un tramonto riesci a vedere molto più lontano rispetto <strong>ad</strong><br />

un’altra parte del mondo. E’ facile persino sognare….che al risveglio il sogno si avvera.<br />

Si vive costantemente nell’abbagliante luce del sole, attorniati da un incredibile dolcissimo silenzio, rotto solo dal<br />

ronzare degli insetti, da una folata di vento, dal rumore di un animale sconosciuto o dalla corsa veloce di uno<br />

scorpione che scompare fra i sassi.<br />

E’ incantevole camminare su spiagge deserte e bianchissime, dove le onde sembrano danzare, la brezza che soffia<br />

tra le palme ondeggianti in mezzo a gruppi di eucalipti sempre fioriti dove il pensiero cede il passo all’infinito.<br />

Qualunque cosa farai, ovunque andrai amerai l’Africa, ed anche l’Africa ti amerà.<br />

Ricordo i villaggi di argilla, la luna sul dorso degli animali, la sabbia rossa e impalpabile, una carezza per la mia<br />

piccola mano, le corse sempre a piedi nudi, la gazzella che rubava la verdura nell’orto, le dune, un’idea per le mie<br />

capriole.<br />

Il silenzio della notte fredda e mai così buia, le voci convulse degli operai al lavoro nei campi e le donne ai pozzi per<br />

attingere l’acqua.<br />

Mi ricordo all’ombra del melograno a comporre i compiti di scuola.<br />

Ricordo il palmeto sotto la luce sempre incandescente del sole, i villaggi poveri sì all’esterno, ma dall’interno<br />

riuscivano a regalarmi serenità e amore. Ricordo, che dall’alba al tramonto anche il più leggero alito di vento<br />

accompagnava ovunque l’odore del fuoco sempre acceso, l’aroma del the alla menta, l’odore intenso delle


noccioline che abbrustolivano nella p<strong>ad</strong>ella sui carboni. Ricordo, ancora, quei giorni in cui raccoglievo (di<br />

nascosto) i datteri e le banane con gli amici arabi.<br />

Ricordo il sapore indimenticabile del latte di capra e del pane con il burro di cammello preparato dall’araba nella<br />

sua capanna, il couscous che in ogni ora del giorno emanava i profumi delle spezie nell’aria sempre calda e, ancora,<br />

ricordo ogni angolo di str<strong>ad</strong>a che percorrevo a piedi per andare a scuola.<br />

Ricordo il canto d’amore delle cicale tra i rami del gelso nel giardino di casa, il vento intriso di sabbia che mi<br />

avvolgeva come in un abbraccio, la carovana di cammelli che partiva dall’oasi lì vicina per raggiungere le zone<br />

petrolifere, sentire me stessa parte del mio piccolo par<strong>ad</strong>iso in un deserto di solitudine che lenivo con la sola forza<br />

dell’inconsapevolezza o del mio conciliante e naturale sorriso di bambina.<br />

E’ al mare e al vento africano che confido i miei sogni. Da sempre.<br />

Ma l’Africa conosce il mio canto? Si ricorderà di me? I miei piccoli amici che ho lasciato si<br />

guarderanno ancora in giro per cercarmi? Incontravano difficoltà a pronunciare il mio nome,<br />

inizialmente rimediavano con Ingranata poi con Inco.<br />

L’Africa è divenuta col tempo un sogno. Un sogno che l’atteggiamento di un Governo rivoluzionario,<br />

ha violentemente e artificiosamente interrotto.<br />

Parlarti della mia Africa rappresenta per me un’opportunità meravigliosa, poiché attraverso il<br />

ricordo della magia dei suoi colori, dei suoi contrasti, dell’intensità della sua luce e soprattutto<br />

del calore e della genuinità della sua gente, evoca in me una profonda, struggente e dolorosa<br />

nostalgia.<br />

L’Africa è stata la mia culla, la mia casa.<br />

L’Africa è la vita che mi porto dentro, è un sogno vissuto che mi è gr<strong>ad</strong>ito dividere con te che sei l’amica più cara.”<br />

Incoronata Vivolo

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