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La capra barbana e altre fiabe popolari venete - Nicola Saba

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«Va’ piano Piero, va’ piano.»<br />

Quella sera purtroppo Piero e il Maestro sono costretti a dormire<br />

all’aperto. Per giorni, mesi e anni non trovano più ospitalità e si<br />

arrangiano mangiando i frutti della natura e dormendo sotto le<br />

piante.<br />

Un bel giorno gli si presenta uno spettacolo mai visto: una villa<br />

che sembra una reggia, stanze ariose, pavimenti di marmo e quando<br />

calano le ombre della sera, canti e suoni dappertutto e luci di<br />

magnifici candelabri. Fuori un parco immenso e uno stuolo di<br />

servitori affaccendati attorno a tavole imbandite con ogni<br />

bendiddio e invitati che mangiano e bevono felici.<br />

«Maestro, questi senz’altro ci daranno ospitalità.»<br />

«Va’ piano Piero, va’ piano.»<br />

Si avvicinano al cancello della villa e suonano. «Che volete?» chiede<br />

un servo.<br />

«Siamo due mendicanti che chiedono un tozzo di pane per mangiare<br />

e un pagliericcio per dormire».<br />

«Via di qua, niente viandanti da queste parti.»<br />

Allora Piero implora in ginocchio: «Dateci almeno le briciole della<br />

vostra mensa e la stalla per dormire.»<br />

E il servo per tutta risposta: «Le briciole i miei padroni le danno ai<br />

cani e nella stalla ci mettono le loro bestie, non i cristiani disgraziati<br />

come voi».<br />

Piero insiste, ma proprio in quel mentre, dai gradini del palazzo<br />

scende verso il giardino il padrone accompagnato dalla sua signora.<br />

Erano vestiti di damaschi sete e velluti, con ori e brillanti che<br />

adornavano le loro mani.<br />

Piero e il Maestro si inginocchiano: «Signore siamo due mendicanti<br />

che chiedono un tozzo di pane per mangiare e un pagliericcio<br />

per dormire. Abbiate pietà, dateci almeno quello che avanzano i<br />

vostri cani».<br />

«Avete detto cani? Ebbene, cani siano!» risponde il ricco signore.

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