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ANDROLOGICAL SCIENCES - Jas - Journal of ANDROLOGICAL ...

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XXVII Congresso Nazionale SIA - Fiuggi 2011<br />

nostra osservazione riferendo aneiaculazione da circa 3 mesi<br />

associata a calo ponderale. All’esplorazione rettale la prostata<br />

si presentava disomogenea e dolorabile. Agli esami ematici<br />

l’assetto ormonale era nella norma, il PSA totale risultava<br />

1,83 ng/ml. Il paziente è stato sottoposto a ecografia trans<br />

rettale (TRUS) con riscontro di un’area ipoecogena di circa<br />

2,5 cm a livello zona centrale.<br />

Alla RMN endocavitaria è stata rilevata una diffusa ipointensità<br />

del segnale sequenze T2 a carico di entrambe vescicole seminali.<br />

Il paziente è stato quindi sottoposto a agobiopsia prostatica<br />

trans-rettale eco guidata con riscontro istopatologico di<br />

“diffusa prostatite granulomatosa gigantocellulare”. La ricerca<br />

del bacillo di Koch nelle urine è risultato positivo. La successiva<br />

visita infettivologica ha confermato la diagnosi di TBC urogenitale<br />

per cui il pz è tuttora in terapia antibiotica di mantenimento<br />

con isoniazide e pirazina mentre dopo fase iniziale di attacco<br />

per i primi 2 mesi con isoniazide, rifampicina e pirazinamide.<br />

Conclusioni<br />

A nostra conoscenza, questo è il primo caso di aneiaculazione<br />

come primo sintomo di TBC. L’aneiaculazione in un paziente<br />

proveniente da aree endemiche per la TBC deve essere considerato<br />

possibile manifestazione clinica di questa malattia.<br />

Bibliografia<br />

1 TBC REPORT 2008. www. Ministerodellasalute.it<br />

2 Rizzo M, Mondaini N. Twenty-years experience on genitourinary<br />

tuberculosis. Arch Ital Urol Androl 2004;76:83-7.<br />

Lo studio ha avuto finanziamenti: No<br />

Case 5<br />

Localizzazione testicolare della granulomatosi di<br />

Wegener<br />

A. Del Grasso, A. Macchiarella, F. Di Loro, F. Rubino,<br />

C. Dattilo, M. Spurio, M. Gavazzi, F. Blefari<br />

Azienda USL 4 di Prato<br />

Introduzione ed obiettivi<br />

Una localizzazione non frequente come quella testicolare di una<br />

patologia rara come la Granulomatosi di Wegener può simulare<br />

durante la diagnostica strumentale ne<strong>of</strong>ormazioni maligne del<br />

didimo. Questa vasculite necrotizzante interessa normalmente<br />

le alte e basse vie respiratore, il rene con glomerulonefriti e in<br />

modo sistemico i vasi provocando vasculiti. La condivisione<br />

delle conoscenze su questa patologia può ridurre il rischio di<br />

overtreatment in caso di localizzazione testicolare.<br />

Caso clinico<br />

È giunto alla nostra osservazione un uomo di 48 anni con<br />

dolore testicolare destro da 10 giorni. Il paziente riferiva<br />

anamnesi di Sindrome di Wegener con localizzazione polmonare<br />

e con vasculiti necrotizzanti di alcune dita di mani e piedi<br />

che avevano necessitato amputazioni. L’ecografia eseguita<br />

in urgenza ha evidenziato diffuse alterazioni ecostrutturali<br />

del didimo con formazione nodulare disomogenea di 3 cm.<br />

L’esame obiettivo confermava la presenza di area nodulare,<br />

dolorabile, con consistenza aumentata a livello del didimo.<br />

Marker tumorali testicolari negativi. Abbiamo proceduto a<br />

intervento esplorativo testicolare destro con accesso inguinale<br />

anche in virtù di un altra ecografia eseguita dopo 6 giorni<br />

di terapia antibiotica e con FANS senza miglioramento della<br />

sintomatologia e dell’aspetto ecografico.<br />

Risultati<br />

In corso di esplorativa testicolare il didimo e l’epididimo si<br />

presentava con aspetto macroscopico alterato, con nodulo di<br />

circa 3 cm a livello del didimo e materiale purulento periepidimario.<br />

Abbiamo deciso di procedere a orchifunicolectomia<br />

destra. All’esame istopatologico definitivo non è stata rilevata<br />

42<br />

nessuna proliferazione neoplastica, presenza di flogosi essudativo<br />

necrotica, scleroatr<strong>of</strong>ia dei tubuli seminiferi e flogosi<br />

produttiva degli stromi epididimari. Il quadro vascolare era<br />

compatibile con vasculite granulomatosa di Wegener. Il<br />

paziente è stato dimesso in 1 giornata postoperatoria dopo<br />

rimozione del drenaggio scrotale. Al controllo clinico in 10 a<br />

giornata lo scroto era non dolorabile.<br />

Conclusioni<br />

La localizzazione testicolare della vasculite granulomatosa di<br />

Wagener è da tenere presente nella diagnosi differenziale dei<br />

quadri clinici sospetti per neoplasia testicolare nei pazienti<br />

con anamnesi positiva per questa granulomatosi.<br />

Lo studio ha avuto finanziamenti: No<br />

Case 6<br />

Quadri clinici andrologici in pazienti con iperomocisteinemia<br />

P. Chierigo, S. Dedola1 , M.C. Taccola2 , M. Saugo3 ,<br />

L. Rossetto4 , N. Franzolin<br />

UOC Urologia, 1 UOS Alcologia, Ospedale di Schio; 2 Medico<br />

di Medicina Generale, Azienda Ulss 5 “Ovest Vicentino”;<br />

3 Servizio Epidemiologico, Azienda Ulss 4 “Alto Vicentino”;<br />

4 Dipartimento delle Dipendenze Patologiche, Azienda Ulss 4<br />

“Alto Vicentino”<br />

Introduzione ed obiettivi<br />

Descriveremo 4 casi clinici andrologici correlati ad iperomocisteinemia<br />

(HHcy); analizzeremo il nesso causale alla luce delle<br />

evidenze presenti in letteratura. La omocisteina (Hcy), aminoacido<br />

solforato non utilizzato nella sintesi proteica, a motivo<br />

del gruppo tiolico è specie reattiva, potenzialmente lesiva<br />

per l’endotelio; pertanto la sua concentrazione plasmatica<br />

deve essere mantenuta costantemente molto bassa, sotto a<br />

10 μmol/l. La Hcy plasmatica può essere rapidamente eliminata<br />

mediante escrezione renale, transulfurazione (condensazione<br />

a cisteina, in presenza di vitamina B6) o rimetilazione<br />

a metionina (Met), in presenza di acido metiltetraidr<strong>of</strong>olico<br />

(MTHF) come donatore di metili e vitamina B12 come coenzima.<br />

La HHcy è presente nel 10% della popolazione (ma sopra<br />

ai 60 anni circa nel 50%), come effetto di insufficiente escrezione<br />

renale o disfunzione delle suddette vie metaboliche (per<br />

loro saturazione o per carenza degli enzimi e coenzimi necessari,<br />

più spesso per carenza di acido folico (AF). Due terzi dei<br />

casi di HHcy dipendono da una dieta ricca di Met, povera di<br />

folati, vitamina B6 e B12, con abuso di caffè ed alcolici, tabagismo<br />

e vita sedentaria. Spesso assumiamo quantità troppo<br />

scarse di folati, ed i depositi epatici risultano sufficienti per soli<br />

2-4 mesi. Gli alcolici riducono l’assorbimento intestinale dei<br />

folati e la sintesi epatica di MTHF, ed aumentano l’escrezione<br />

urinaria di AF. Il più frequente fattore genetico responsabile di<br />

HHcy è il deficit di MTHF reduttasi, presente in forma eterozigote<br />

nel 65% della popolazione. Nel 1969 McCully descrisse<br />

arteriosclerosi e lesioni trombotiche massive in due bambini<br />

affetti da HHcy. La sua “Hcy theory <strong>of</strong> atherosclerosis” afferma<br />

che la Hcy è endotelio-lesiva più del noto colesterolo. Da<br />

allora numerosi studi hanno riconosciuto la HHcy come fattore<br />

di rischio indipendente per il precoce sviluppo di malattie<br />

arteriose e venose. La disfunzione endoteliale da HHcy ha<br />

come effetto una ridotta secrezione endoteliale di nitrossido<br />

(NO), il principale mediatore della vasodilatazione. Ne risulta<br />

ipertensione arteriosa spesso resistente alla terapia. L’azione<br />

vasodilatatrice del NO, fondamentale per l’erezione, si esprime<br />

mediante produzione di cGMP. Gli inibitori della PDE5<br />

inibiscono la degradazione del cGMP, prolungando l’effetto<br />

del NO. L’AF è il cardine della terapia della HHcy.

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