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ANDROLOGICAL SCIENCES - Jas - Journal of ANDROLOGICAL ...

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Materiali e metodi<br />

Sono stati valutati 32 pazienti (età 31-65 anni) affetti da episodi<br />

ricorrenti di Es, sottoposti tutti a esami ematochimici<br />

generali, PSA (se età > 45 anni), esame genitale e rettale, colture<br />

dello sperma, analisi delle urine, test di Stamey, ecografia<br />

dell’apparato urinario, testicoli e TRUS.<br />

La TRUS è stata eseguita con ecografo GE-Logiq 7 e sonda<br />

convex “end-fire” multifrequenza.<br />

Risultati<br />

Gli esami colturali hanno dimostrato un eziologia batterica<br />

in 11 pazienti (34%). Gli esami ematici hanno svelato in 1<br />

paziente piastrinopenia. La TRUS ha svelato l’infiammazione<br />

prostatica nel 37%(12/32) dei casi, congestione venosa periprostatica<br />

nel 25%(8/32), ectasia, infiammazione ed asimmetricità<br />

delle vescicole seminali nel 21%(7/32), nel 6%(2/32)<br />

cisti del dotto eiaculatorio, nel 3%(1/32) cancro della prostata.<br />

In due pazienti non è stata riscontrata nessuna causa specifica<br />

di Es, anche se uno dei due eseguiva terapia con antiaggreganti<br />

per pregressa ischemia cardiaca.<br />

Infine, possiamo dire che la TRUS ha potuto dimostrare la<br />

causa di Es nel 94% dei nostri pazienti.<br />

Conclusioni<br />

Il nostro studio ha evidenziato l’importanza dell’approccio clinico<br />

integrato basato sia su evidenze cliniche, seminologiche<br />

ed ecografiche.<br />

Mentre le informazioni seminologiche riescono a fornire elementi<br />

di sospetto di “sede ghiandolare”, segnalando oltre<br />

all’emospermia la coesistente presenza di multiple alterazioni<br />

chimico-fisiche e seminologiche del plasma seminale, la<br />

TRUS è uno strumento diagnostico indispensabile in quanto<br />

riesce a cogliere i segni caratterizzanti della patologia sia per<br />

una collocazione diagnostica di sede che nel follow-up dove<br />

riesce a distinguere possibili evoluzioni prognostiche.<br />

Lo studio ha avuto finanziamenti: No<br />

P29<br />

Ruolo della terapia di associazione dapoxetina<br />

(30 mg)-tadalafil (5 mg) nel trattamento dell’eiaculazione<br />

precoce “lifelong”: nostra esperienza<br />

S. Masciovecchio, G. Paradiso Galatioto, P. Saldutto,<br />

E.D. Di Pierro, A. Del Rosso, E. Toska, V. Galica,<br />

C. Vicentini<br />

Università dell’Aquila (SS Urologia e Andrologia), PO “G. Mazzini”<br />

di Teramo<br />

Introduzione ed obiettivi<br />

L’eiaculazione precoce (premature ejaculation, PE) è un disordine<br />

sessuale del maschio molto comune. Sono state proposte<br />

differenti definizioni ufficiali di PE ma nessuna, ad oggi, è<br />

stata universalmente accettata. Farmaci inibitori selettivi della<br />

ricaptazione della serotonina sono tra i più utilizzati nel trattamento<br />

di questa patologia. Diversi studi hanno evidenziato<br />

un possibile ruolo degli inibitori dell’enzima 5-fosfodiesterasi<br />

nella terapia dell’EP. Obiettivo del nostro lavoro è quello di<br />

confrontare gli effetti della terapia di combinazione (dapoxetina<br />

30 mg-tadalafil 5 mg) con quelli della monoterapia con<br />

dapoxetina 30 mg in pazienti (pz) affetti da PE “lifelong”.<br />

Materiali e metodi<br />

Da marzo 2010 a marzo 2011, sono stati arruolati per il nostro<br />

studio 25 pz giovani adulti (32,3 anni) affetti da EP “lifelong”.<br />

Tutti i pz arruolati presentavano uno score al questionario<br />

Premature ejaculation diagnostic tool > 10, uno score all’International<br />

index <strong>of</strong> erectile function-5 > 22 ed un tempo<br />

di latenza eiaculatoria intravaginale (intravaginal ejaculation<br />

Comunicazioni, poster, video e clinical cases<br />

latency time, IELT) < 75 s. Tutti i pz presentano negatività<br />

chirurgica uro-andrologica e farmacologica. Dodici pz (gruppo<br />

A) sono stati trattati esclusivamente con dapoxetina (30 mg)<br />

on-demand e 13 pz (gruppo B) sono stati trattati, previo consenso,<br />

con dapoxetina (30 mg) associato a tadalafil (5 mg) da<br />

assumere contestualmente al bisogno. Sono state confrontate<br />

le variazioni in termini di IELT fra i 2 gruppi valutate dopo<br />

60 gg dall’inizio della terapia farmacologica consigliata.<br />

Risultati<br />

Un pz del gruppo B ha abbandonano lo studio per l’insorgenza<br />

di evento indesiderato (reazione cutanea generalizzata).<br />

Nel gruppo A si è osservato, dopo trattamento farmacologico<br />

un allungamento dello IELT rispetto al “baseline”; di circa<br />

99,83s (incremento del 277,47%) (56,25s vs. 156,08s), mentre<br />

nel gruppo B si è rilevato un allungamento in termini di IELT, di<br />

circa 155,59s (incremento del 388,61%) (53,91s vs. 209,50s)<br />

dopo terapia combinata. Si evidenzia come nel gruppo B<br />

trattato con terapia combinata, il miglioramento dello IELT sia<br />

significativamente maggiore (156,08s vs. 209,59s).<br />

Conclusioni<br />

La terapia di combinazione (dapoxetina 30 mg-tadalafil 5 mg)<br />

nella nostra esperienza, mostra efficacia maggiore nel trattamento<br />

dei pz affetti da PE “longlife” rispetto alla esclusiva<br />

monoterapia con dapoxetina 30 mg. Ipotizziamo, quindi, un<br />

ruolo degli inibitori dell’enzima 5-fosfodiesterasi nel trattamento<br />

della PE.<br />

Lo studio ha avuto finanziamenti: No<br />

P30<br />

La durata dell’astinenza eiaculatoria influenza il<br />

tempo di latenza eiaculatoria intravaginale: risultati<br />

di uno studio prospettico randomizzato<br />

A. Palmieri, G. Grimaldi, L. Spirito, M. Capece,<br />

P. Verze, C. Imbimbo, F. Fusco, V. Mirone<br />

Clinica Urologica, Università “Federico II” di Napoli<br />

Introduzione ed obiettivi<br />

I meccanismi fisiopatologici dell’eiaculazione e dei suoi disturbi<br />

sono attualmente parzialmente noti. Non esistono dati<br />

sull’influenza della frequenza eiaculatoria sulla latenza eiaculatoria<br />

intravaginale.<br />

Materiali e metodi<br />

100 maschi sani impegnati un una relazione eterosessuale<br />

stabile e monogama sono strati arruolati in uno studio clinico<br />

prospettico randomizzato. Cinquanta pazienti sono stati randomizzati<br />

nel gruppo A ed è stato chiesto loro di dilazionare i<br />

rapporti sessuali in modo tale da avere un periodo di astinenza<br />

eiaculatoria di 10 giorni. Ulteriori cinquanta pazienti sono stati<br />

randomizzati nel gruppo B ed è stato chiesto loro di avere 3<br />

eventi eiaculatori a settimana. La durata dello studio è stata<br />

di 3 mesi. I pazienti in entrambi i gruppi sono stati valutati<br />

all’ingresso nello studio e dopo 3 mesi mediante misurazione<br />

dello IELT (Intravaginal Ejaculatory Latency Time) e mediante<br />

il questionario Premature Ejaculation Diagnostic Tool (PEDT).<br />

Risultati<br />

Al follow-up dopo tre mesi i pazienti nel gruppo A hanno<br />

riportato valori di IELT significativamente inferiori rispetto ai<br />

pazienti nel gruppo B. I risultati del questionario PEDT hanno<br />

dimostrato che i pazienti nel gruppo A avevano una capacità<br />

di controllo dell’eiaculazione e di ritardare l’evento eiaculatorio<br />

significativamente inferiore rispetto ai pazienti nel gruppo B.<br />

Conclusioni<br />

La frequenza eiaculatoria influenza il controllo dell’eiaculazione.<br />

Lo studio ha avuto finanziamenti: No<br />

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