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ANDROLOGICAL SCIENCES - Jas - Journal of ANDROLOGICAL ...

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Introduzione ed obiettivi<br />

L’impianto di protesi peniena idraulica tricomponente con accesso<br />

peno-scrotale comporta una ferita chirurgica dello scroto<br />

con incisione del setto per esporre i corpi cavernosi. L’edema ed<br />

il dolore postoperatorio sono di regola presenti e possono comportare<br />

un disagio per il pz ed un ritardo nella attivazione della<br />

protesi. Presentiamo una modifica della tecnica chirurgica tradizionale<br />

che permette di non incidere il setto scrotale, nell’ipotesi<br />

che tale accorgimento possa ridurre edema e dolore locale,<br />

mantenendo i vantaggi dell’accesso ventrale ai corpi cavernosi.<br />

Materiali e metodi<br />

Tra gennaio 2009 e marzo 2011, abbiamo sottoposto a impianto<br />

di protesi peniena idraulica tricomponente 31 pz affetti<br />

da DE end stage di varia etiologia.<br />

I pz sono stati operati in anestesia rachidea o generale. Tecnica<br />

chirurgica: incisione peno-scrotale trasversale con risparmio<br />

delle fibre muscolari del setto; inserimento del reservoir<br />

nello spazio retropubico; esposizione dei corpi cavernosi con<br />

rispetto della struttura muscolare settale; fenestratura per via<br />

smussa tra spongiosa uretrale e setto scrotale; passaggio del<br />

cilindro sinistro e del relativo raccordo nella fenestratura settale<br />

prima del suo inserimento; prosecuzione dell’intervento<br />

secondo la tecnica tradizionale, con corporotomia longitudinale<br />

bilaterale e dilatazione dei corpi cavernosi; eventuali<br />

manovre chirurgiche accessorie in pz con recurvatum da IPP.<br />

Valutazione della ferita chirurgica a 1, 10 e 30 giorni.<br />

Risultati<br />

La età dei pz era compresa tra 43 e 78. L’etiologia della DE<br />

era PR correlata in 17 pz, IPP in 6 pz, diabete in 4 pz, vasculopatia<br />

in 4 pz. In 5 pz è stata eseguita frattura di placca, in<br />

1 pz sono state effettuate incisioni di scarico della albuginea.<br />

Le complicanze sono state 1 perforazione apicale riconosciuta<br />

e riparata intraoperatoriamente (fistola uretro-balanica<br />

persistente a 12 mesi), 1 perforazione di un tubo di raccordo<br />

riconosciuta e riparata intraoperatoriamente, 2 ematomi sottodartoici<br />

peri-pompa che hanno richiesto revisione chirurgica<br />

ambulatoriale. 28 pazienti (90%) hanno potuto iniziare le manovre<br />

di attivazione della protesi a 15 giorni dallo intervento.<br />

I 2 pz con ematoma peripompa hanno iniziato a 30 gg, 1 pz<br />

con perforazione apicale a 60 gg.<br />

Conclusioni<br />

La modifica di tecnica chirurgica di tipo septum sparing appare<br />

nella nostra esperienza semplice, efficace e riproducibile,<br />

consentendo una rapida guarigione della ferita scrotale.<br />

Lo studio ha avuto finanziamenti: No<br />

C14<br />

Sarcoma epitelioide del pene: un “sosia” della<br />

malattia di La Peyronie. Nostra esperienza nella<br />

diagnosi, trattamento e follow-up<br />

F. Colombo, G. Passaretti * , C.V. Pultrone * , E. Longhi ** ,<br />

A. Franceschelli<br />

SSD Andrologia, Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna,<br />

Policlinico “S. Orsola Malpighi”, Bologna; * Clinica Urologica,<br />

Alma Mater Studiorum, Università di Bologna; ** Centro<br />

Medicina Sessuale, Ospedale S. Raffaele, Milano<br />

Introduzione<br />

Riportiamo il caso di un ragazzo di 20 aa seguito per sospetta<br />

m. di La Peyronie e rivelatasi essere un sarcoma epitelioide<br />

del pene.<br />

Materiali e metodi<br />

Maggio 2010: giunge alla nostra osservazione un giovane<br />

di 20 aa, che lamenta da 3 aa un progressivo incurvamento<br />

dorso-lat. sx del pene di quasi 90° con anello costrittivo.<br />

Comunicazioni, poster, video e clinical cases<br />

L’ecografia (2008) evidenziava 2 aree ipoecogene di ispessimento<br />

albugineo. Alla palpazione si apprezzava placca fibrosa<br />

dorso-lat. sx al III prossimale-medio di circa 2,5 cm. Un nuovo<br />

EcoDoppler (2010) mostrava una placca calcifica da IPP di<br />

39 μ 25 μ 5 mm. Veniva posta indicazione a corporoplastica<br />

complessa con incisione/escissione di placca ed innesto autologo<br />

di mucosa buccale.<br />

Risultati<br />

Dicembre 2010: dopo degloving difficoltoso per aderenze tra<br />

piani superficiali e albuginea, la porzione medio-laterale del<br />

CC sx appariva occupata da tessuto di consistenza aumentata.<br />

Si procedeva ad esame istologico (EI) estemporaneo che<br />

poneva sospetto di neoplasia a differenziazione sarcomatosa.<br />

Il mutamento del quadro e la mancata programmazione di un<br />

intervento demolitivo ci ha indotto a mantenere il programma<br />

chirurgico originale, con escissione di gran parte del tessuto<br />

patologico e doppio innesto autologo ed eterologo. Tale scelta<br />

derivava da tre principali considerazioni: a) ottenere adeguato<br />

consenso informato; b) acquisire la diagnosi istologica<br />

definitiva; c) procedere a stadiazione clinica.<br />

L’EI definitivo confermava la presenza di una lesione sarcomatosa<br />

di tipo epitelioide. La TC e la RMN addomino-perineale<br />

risultavano negative.<br />

Giugno 2011: dopo percorso psicoterapeutico, il pz veniva<br />

sottoposto a nuovo intervento. L’EI estemporaneo a carico<br />

dei prelievi dei CC, tessuto periuretrale, fascio vascolonervoso<br />

dorsale (FVND) dimostrava diffusa estensione della<br />

malattia. Si procedeva a rimozione totale dei CC, del FVND,<br />

del glande e di parte dell’uretra distale, con conservazione di<br />

un moncone di uretra pendula tale da consentire il rivestimento<br />

con la radice del tubo cutaneo penieno.<br />

Conclusioni<br />

In letteratura sono descritti 13 casi di sarcoma epitelioide a<br />

localizzazione peniena. L’incidenza limitata, la lenta progressione<br />

e il pattern ecografico aspecifico giustificano in parte<br />

una così tardiva diagnosi. In caso di m. di La Peyronie, vi è accordo<br />

nel sconsigliare l’intervento se non in caso di difficoltà<br />

coitali. Questo caso sollecita la massima attenzione in caso di<br />

presentazione giovanile di deformazione peniena idiopatica,<br />

con possibile indicazione a precoce intervento chirurgico.<br />

Lo studio ha avuto finanziamenti: No<br />

C15<br />

Reale allungamento penieno con utilizzo di graft<br />

circolare in corso d’implantologia protesica peniena<br />

in pazienti affetti da malattia di La Peyronie<br />

associata a grave accorciamento del pene<br />

M. Casilio, G. Garaffa * , D.M. Mendoza, F. Ieria,<br />

F. Pio, M. Florio, S. Sansalone<br />

Dipartimento di Urologia, Facoltà di Medicina, Università Tor<br />

Vergata, Rome, Italy; * St. Peter’s Andrology, University College<br />

London Hospitals, London, UK<br />

Introduzione ed obiettivi<br />

I pazienti affetti da malattia di La Peyronie sottoposti ad impianto<br />

protesico penieno, rispetto alla popolazione generali di<br />

impiantati, mostrano un significativo accorciamento del pene<br />

con riduzione statistica dei livelli di soddisfazione.<br />

Riportiamo la nostra esperienza, con l’utilizzo di graft circolari<br />

in sede d’impianto protesico penieno nei pazienti affetti da<br />

malattia di La Peyronie e severo accorciamento del pene.<br />

Materiali e metodi<br />

Da marzo 2006 a febbraio 2008, 23 pazienti con DE refrattaria<br />

e severo accorciamento del pene sono stati sottoposti ad<br />

21

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