ANDROLOGICAL SCIENCES - Jas - Journal of ANDROLOGICAL ...
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V1<br />
Sostituzione di protesi peniena, dopo disassembly<br />
del glande e ricostruzione complessa degli<br />
apici cavernosi, per lesione secondaria da decubito<br />
del cilindro protesico, utilizzando biomateriali<br />
sintetici<br />
L. Rolle 1 , C. Ceruti 2 , M. Timpano 2 , O. Sedigh 2 ,<br />
E. Galletto 3 , M. Falcone 4 , D. Fontana 5<br />
1 Ricercatore Universitario, 2 Dirigente Medico di I livello, 3 Medico<br />
specializzando, 4 Frequentatore, 5 Dirigente Medico di II<br />
livello, Dipartimento di Discipline Medico Chirurgiche, Università<br />
di Torino, Divisione Universitaria di Urologia II, Azienda<br />
Ospedaliera “San Giovanni Battista”, Torino<br />
Introduzione<br />
Tra le complicanze della chirurgia protesica esiste il rischio<br />
di estrusione protesica, legato al decubito che in alcuni casi<br />
i cilindri protesici esercitano sull’apice dei corpi cavernosi,<br />
causandone l’erosione. Presentiamo la nostra esperienza<br />
nell’apicoplastica mediante utilizzo di rete di prolene.<br />
Materiali e metodi<br />
Negli ultimi 3 anni, sono giunti alla nostra osservazione 12 casi<br />
di decubito distale di cilindri protesici, con grave atteggiamento<br />
SST del glande. 8 pazienti sono portatori di impianto<br />
protesico semirigido del pene; 4 pazienti sono portatori di<br />
impianto protesico gonfiabile del pene (uno bi-componente, 3<br />
tri-componenti). In 4 casi, la caduta dorsale del glande ha lasciato<br />
esposti entrambi i corpi cavernosi ed in 1 di questi due<br />
era evidente una diastasi dei corpi cavernosi. I pazienti sono<br />
stati sottoposti tra novembre 2009 e maggio 2011 ad apicolpastica<br />
dei corpi cavernosi utilizzando una rete in prolene<br />
(Herniamesh in 10 casi, Gynemesh in 2 casi), dopo disassembly<br />
del glande dagli apici. Nel paziente con diastasi dei corpi<br />
cavernosi, è stata inoltre posizionata a livello del III medio del<br />
pene una benderella di SIS, al di sotto dell’uretra e del fascio<br />
vascolo-nervoso. È stata quindi eseguita la glandulopessi.<br />
Risultati<br />
Il tempo operatorio medio è stato di 2,5 ore. Tra le complicanze<br />
post-operatorie, segnaliamo: la comparsa di un’escara che<br />
ha coinvolto dalla seconda giornata post-operatoria la mucosa<br />
del glande in 2 pazienti; a risoluzione spontanea nel giro di<br />
20 giorni. In tutti e 8 i pazienti è stato particolarmente evidente<br />
l’edema cutaneo che ha coinvolto il III distale del pene, cui è<br />
infine residuato un incremento della circonferenza del pene.<br />
Non si sono ad ora segnalati casi di infezione protesica, né<br />
di ematomi peno-scrotali. 10 pazienti hanno ripreso l’attività<br />
sessuale. In tutti i pazienti il glande è in asse.<br />
Conclusioni<br />
L’apicoplastica con rete in prolene è un intervento lungo,<br />
complesso, da eseguire con prudenza per il teorico rischio di<br />
lesione uretrale, laddove i piani si confondono particolarmente.<br />
Le complicanze possono essere gestite in modo conservativo<br />
ed è indispensabile un adeguato periodo di astinenza<br />
dall’attività sessuale. Non irrilevante è l’allargamento circonferenziale<br />
che si ottiene con questo intervento.<br />
Lo studio ha avuto finanziamenti: No<br />
Video – gruppo 1<br />
<strong>Journal</strong> <strong>of</strong> Andrological Sciences 2011;18:11-12<br />
V2<br />
AMS 1500: duplice impianto di protesi peniena<br />
tricomponente (AMS 700) e sfintere urinario (AMS<br />
800) con unico accesso peno scrotale<br />
C. Bettocchi, M. Spilotros, A. Vavallo, M. Tedeschi,<br />
G. Lucarelli, G.A. Saracino, P. Ditonno, M. Battaglia,<br />
F.P. Selvaggi, F. Palumbo<br />
Dipartimento delle Emergenze e dei Trapianti d’Organo (DE-<br />
TO), Università di Bari, Sezione di Urologia, Andrologia e<br />
Trapianto di Rene<br />
Introduzione<br />
La disfunzione erettile (DE) e l’incontinenza urinaria da deficit<br />
sfinterico (UI) sono condizioni relativamente comuni e risolvibili,<br />
in ultima istanza, con l’impianto di presidi protesici. La<br />
prostatectomia radicale costituisce una delle principali cause<br />
della presenza contemporanea di entrambi i problemi e negli<br />
ultimi anni è stato proposto l’impianto simultaneo di protesi<br />
peniena e protesi sfinterica.<br />
Materiali e metodi<br />
Paziente di 29 anni con storia di frattura del bacino da incidente<br />
stradale, giunge alla nostra osservazione per disfunzione<br />
erettile severa non responsiva a terapie farmacologiche e<br />
incontinenza urinaria da deficit sfinterico, provata urodinamicamente.<br />
Il paziente era già stato sottoposto un anno prima<br />
ad intervento di uretroplastica termino terminale per lesione<br />
dell’uretra membranosa. Dopo consenso informato, il paziente<br />
è stato sottoposto a duplice impianto di protesi peniena<br />
idraulica AMS 700 InhibiZone e protesi sfinterica AMS 800,<br />
con accesso peno scrotale. Si è proceduto prima al posizionamento<br />
della protesi peniena e quindi della protesi sfinterica<br />
con singola cuffia bulbare alta, alloggiando i due attivatori<br />
nello scroto e i due reservoir rispettivamente nello spazio del<br />
Retzius di destra e sinistra.<br />
Risultati<br />
A sei mesi dall’intervento, il paziente riferisce una completa<br />
soddisfazione sia per la ripresa di una normale attività sessuale<br />
di tipo penetrativo che per la completa continenza urinaria.<br />
Conclusioni<br />
L’impianto simultaneo di protesi peniena tricomponente (AMS<br />
700) e sfintere urinario (AMS 800) ha dimostrato di essere un<br />
valido presidio terapeutico anche in un paziente con deficit<br />
erettile ed incontinenza urinaria da pregresso trauma pelvico.<br />
Lo studio ha avuto finanziamenti: No<br />
V3<br />
Posizionamento di protesi peniena tricomponente<br />
mediante tecnica “no-touch” modificata<br />
G. Liguori, A. Zordani, S. Ciampalini, S. Bucci,<br />
S. Benvenuto, G. Ollandini, G. Mazzon, E. Belgrano,<br />
C. Trombetta<br />
Clinica Urologica, Azienda Ospedaliero-Universitaria di Trieste<br />
Introduzione ed obiettivi<br />
L’infezione postoperatoria è la complicanza più temuta nella<br />
chirurgia protesica. Accorgimenti e misure preventive quali<br />
preparazione del paziente, pr<strong>of</strong>ilassi antibiotica e introduzione<br />
del rivestimento delle protesi con un film antibiotico a rilascio<br />
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