ANDROLOGICAL SCIENCES - Jas - Journal of ANDROLOGICAL ...
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Obiettivi<br />
Abbiamo confrontato la riabilitazione dei muscoli del pavimento<br />
pelvico (PFM) al trattamento “on demand” con dapoxetina<br />
in 40 uomini sani con eiaculazione precoce (baseline<br />
IELT = 2 min).<br />
Materiali e metodi<br />
Dal luglio 2010 al gennaio 2011, sono stati arruolati 40 pazienti<br />
maschi sani affetti da PE. I pazienti sono stati randomizzati<br />
in due gruppi di trattamento: 1) di riabilitazione del paino perineale;<br />
e 2) 30 o 60 mg di dapoxetina “on-demand”. I valori<br />
medi IELT sono stati confrontati per misurare l’efficacia dei<br />
due diversi approcci terapeutici dopo 12 settimane di trattamento.<br />
La riabilitazione comprendeva come fasi della terapia:<br />
l’elettrostimolazione, la fisiokinesiterapia ed il bi<strong>of</strong>eedback.<br />
Risultati<br />
Al termine del trattamento, 11 dei 19 pazienti (57%) trattati<br />
con riabilitazione del pavimento pelvico sono stati in grado di<br />
controllare il riflesso eiaculatorio, con una IELT media di 2,11<br />
minuti (range: 2,06-2,54 min). Nel gruppo SSRI, i 21 pazienti<br />
sono stati divisi casualmente in due sottogruppi, il primo<br />
gruppo ha ricevuto 30 mg di dapoxetina e il secondo ha ricevuto<br />
60 mg di dapoxetina. Dopo 3 mesi di terapia, il 62,5%<br />
dei pazienti nel sottogruppo 30 mg ed il 72% nel sottogruppo<br />
60 mg hanno riportato una IELT > 3 minuti (media IELT 3,07<br />
min e 3,68 min rispettivamente 30 e 60 mg).<br />
Conclusioni<br />
Tutti i pazienti nel gruppo trattato con dapoxetina riportato<br />
un miglioramento significativo della IELT rispetto al valore<br />
basale e rispetto ai pazienti nel gruppo di studio trattato con<br />
la riabilitazione pelvica. Il trattamento con dapoxetina “ondemand”<br />
determina un significativo incremento della IELT con<br />
un miglioramento della qualità della vita sessuale delle coppie<br />
affette da PE.<br />
Lo studio ha avuto finanziamenti: No<br />
C6<br />
Il dominio funzione erettile dell’IIEF può considerarsi<br />
specchio dello stato di salute generale<br />
maschile?<br />
A. Salonia, M. Ferrari, A. Saccà, U. Capitanio,<br />
L. Rocchini, R. Matloob, F. Castiglione, A. Russo,<br />
G. Castagna, M.C. Clementi, D. Moretti, P. Rigatti,<br />
F. Montorsi<br />
Dipartimento di Urologia, Università “Vita-Salute San Raffaele”,<br />
Milano<br />
Obiettivi<br />
Scopo dello studio è stato verificare la correlazione tra funzione<br />
erettile [espressa come valore del dominio funzione erettile<br />
dell’IIEF (IIEF-EF)] e comorbidità valutate mediante l’indice di<br />
Charlson delle comorbidità (CCI).<br />
Materiali e metodi<br />
Abbiamo considerato le variabili cliniche ed ecografiche degli<br />
ultimi 100 pazienti affetti da disfunzione erettile (DE) e consecutivamente<br />
sottoposti a ecocolordoppler dinamico penieno<br />
eseguito da 3 esperti ecografisti (i.e., con più di 50 esami<br />
eseguiti ogni anno) presso lo stesso Istituto. Abbiamo inoltre<br />
raccolto per ogni paziente una dettagliata anamnesi medica e<br />
sessuale, che comprendeva dati sulla durata della DE e sulla<br />
severità della medesima (definita con l’IIEF-EF). Come parametro<br />
dello stato di salute generale, abbiamo considerato le<br />
comorbidità di ciascun paziente utilizzando i criteri espressi<br />
dal CCI. La correlazione tra variabili cliniche ed ecografiche<br />
e CCI è stata valutata mediante statistica descrittiva e analisi<br />
Comunicazioni, poster, video e clinical cases<br />
di regressione lineare e logistica. Il CCI è stato incluso sia<br />
come variabile continua che come variabile categorica (i.e.,<br />
0 vs. = 1).<br />
Risultati<br />
Dati completi erano disponibili per 99 pazienti (99%) [media<br />
(DS) età: 45,9 (13,2) anni; range: 23-75; BMI: 26,7 (6,9); CCI:<br />
0,6 (1,08); range: 0-5; CCI = 1: 35/99 (35,4%)]. La durata<br />
media della DE era 3,7 (4,7) anni. La media dell’IIEF-EF era<br />
12,9 (9,3); riguardo le classi di severità dell’IIEF-EF, i pazienti<br />
senza DE erano 9 (9,1%), con lieve DE 20 (20,2%), con DE<br />
lieve-moderata 9 (9,1%), con DE moderata 16 (16,2%), e<br />
con DE severa 45 (45,5%). L’analisi di regressione lineare ha<br />
mostrato come il CCI aumenti con il crescere della età (Beta<br />
0,33; p = 0,001) mentre decresca linearmente con l’IIEF-EF<br />
(Beta -0,25; p = 0,01). Nessuna chiara associazione è emersa<br />
tra BMI, PSV, IR, e CCI. Alla analisi di regressione logistica età<br />
(OR = 1,05; p = 0,004) e IIEF-EF (OR = 0,95; p = 0,04) erano<br />
statisticamente associate con il valore di CCI categorizzato,<br />
una volta aggiustati i valori per le variabili in esame.<br />
Conclusioni<br />
La severità della DE, oggettivamente rappresentata dall’IIEF-<br />
EF, è emersa come specchio dello stato di salute generale<br />
maschile.<br />
Lo studio ha avuto finanziamenti: No<br />
C7<br />
Prostatite batterica e Ureaplasma species: prevalenza<br />
e predominanza della nuova specie Ureaplasma<br />
parvum<br />
S. Mazzoli, F. Meacci, T. Cai *<br />
Centro MTS, Ospedale “Santa Maria Annunziata”, ASL 10<br />
Firenze; * UO Urologia, Ospedale “Santa Chiara”, Azienda Provinciale<br />
per i Servizi Sanitari, Trento<br />
Introduzione ed obiettivi<br />
Molti autori hanno evidenziato che nei pazienti affetti da CP/<br />
CPPS (classe III – NIH) molto spesso si trovano microrganismi<br />
non evidenziabili con le comuni tecniche di microbiologia.<br />
Scopo del presente lavoro è la valutazione microbiologica<br />
dell’eiaculato di pazienti affetti da CP/CPPS al fine dell’identificazione<br />
di Ureaplasma species, in particolare Ureaplasma<br />
urealyticum (Uu) ed Ureaplasma parvum (Up).<br />
Materiali e metodi<br />
Tutti i pazienti afferenti al nostro centro nel periodo compreso<br />
tra gennaio 2009 e dicembre 2010 sono stati sottoposti ad<br />
indagini microbiologiche standard e specifiche per la valutazione<br />
di Uu ed Up tramite utilizzo comparativo di tecniche di<br />
PCR e coltura.<br />
Risultati<br />
Ureaplasma species sono state identificate dalla coltura in<br />
26/220 pazienti (11,8%) mentre in 13/220 si evidenziava solo<br />
un viraggio del terreno senza speciazione (5,9%). La PCR<br />
invece identificava specie in 44/220 pazienti cioè nel 18,6%.<br />
La concordanza tra le due metodiche è risultata del 59%. PCR<br />
ha evidenziato globalmente una maggiore capacità di rilevare i<br />
positivi, 92% vs. 87% della coltura (sensibilità). Per quanto riguarda<br />
invece la attribuzione di specie U. parvum/urealyticum<br />
si è dimostrato che questa è tutta a favore dell’Up con 30/220<br />
pazienti positivi (13,6%) contro un 5,45% per la specie Uu.<br />
Conclusioni<br />
Mycoplasma genitalium, Mycoplasma hominis ed Ureaplasma<br />
spp., sono ad oggi considerati tra i più importanti<br />
patogeni: tra le caratteristiche principali di questi microrganismi<br />
la capacità di essere intracellulari e di colonizzare<br />
le superfici mucosali utilizzando strutture che facilitano la<br />
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