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16.06.2013 Views

Presentazioni Journal of Andrological Sciences 2011;18:1 È con grande piacere che il Journal of Andrological Sciences, organo ufficiale della Società Italiana di Andrologia dedica questo volume alla raccolta degli abstract del XXVII Congresso Nazionale SIA – Congresso delle Sezioni Regionali. Grazie alla qualità e all’intraprendenza dei soci, e al sinergico lavoro di revisione della Commissione Scientifica, queste pagine rappresentano un compendio e, allo stesso tempo, un’interessante panoramica delle iniziative scientifiche in corso nel mondo andrologico italiano. Confidando che molte di queste idee trovino spazio come “full papers” nella pagine di futuri numeri della nostra rivista non posso che plaudire, a nome del nostro Editorial Board, al grande lavoro che ha portato alla realizzazione del congresso di Fiuggi, di cui questo numero 1/2011 del JAS vuole essere segno tangibile e testimonianza futura. Ferdinando Fusco La Commissione Scientifica della SIA, ha dedicato molto lavoro alla formulazione del Programma del XXVII Congresso Nazionale, con l’animo di elevare l’importanza che i Soci assumono per la vitalità della Società attraverso la loro attività scientifica. I numerosi contributi scientifici pervenuti, sia di area medica che di area chirurgica, sono stati di grande qualità, ed è stato arduo limitare il numero di lavori accettati. Questo volume del JAS, dedicato alla raccolta degli atti congressuali, rispecchia i criteri di raggruppamento utilizzati nell’organizzazione delle sessioni congressuali, in modo che abstract omogenei per argomento siano stampati in contiguità. Il tema proposto dalla Sezione Regionale Lazio Abruzzo Molise (LAM): “Andrologia e Società: istituzioni, famiglia, scuola e sport. I percorsi del progresso andrologico” che ha improntato scientificamente il Congresso, ha offerto notevoli spunti di interesse, e ha favorito approfondimenti in chiave originale dei classici temi dell’andrologia più moderna, medica e chirurgica, come l’infertilità, l’implantologia protesica, la microchirurgia, la vasectomia e molto altro ancora. In qualità di Presidente della Commissione Scientifica desidero ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla produzione, valutazione e selezione di questi abstact, che testimoniano a gran voce la vitalità e l’energia scientifica della nostra Società. Un caro saluto a tutti i Soci Giovanni Muzzonigro 1

P1 Accorciamento/incurvamento penieno per induratio penis plastica: un’innovativa tecnica chirurgica con doppia incisione longitudinale della tunica albuginea e traslazione “a slitta” dei segmenti ottenuti L. Rolle 1 , C. Ceruti 2 , M. Timpano 2 , O. Sedigh 2 , E. Galletto 3 , M. Falcone 4 , D. Fontana 5 1 Ricercatore Universitario, 2 Dirigente Medico di I livello, 3 Medico specializzando, 4 Frequentatore, 5 Dirigente Medico di II livello, Dipartimento di Discipline Medico Chirurgiche, Università di Torino, Divisione Universitaria di Urologia II, Azienda Ospedaliera “San Giovanni Battista”, Torino Introduzione La malattia di La Peyronie (IPP) condiziona la comparsa di deformità del pene (incurvamento ed accorciamento) spesso associato a disfunzione erettile. Il recurvatum può essere corretto con tecniche di Nesbit o con chirurgia di placca. Maggiori problemi pone il trattamento dell’accorciamento. Presentiamo un intervento originale, di impianto di protesi peniena gonfiabile, dopo originale incisione complessa dorsoventro-laterale della tunica albuginea e scorrimento “a slitta” dei due segmenti ottenuti. Materiali e metodi L’intervento è condotto in anestesia spinale. Dopo degloving del pene, scollamento del fascio vasculonervoso dorsale e del corpo spongioso dell’uretra dai corpi cavernosi è stata aperta l’albuginea con due incisioni laterali longitudinali di 4 cm, mediopeniene, ai lati dei due corpi cavernosi. Un’incisione semicircolare dorsale viene eseguita congiungendo le due estremità distali delle incisioni laterali, una seconda incisione semicircolare ventrale viene eseguita congiungendo le due estremità prossimali. La trazione sul glande provoca il distanziamento della parte distale dell’asta dalla parte prossimale con reale allungamento del pene. A questo punto vengono eseguite le suture (in materiale riassorbibile 3/0) tra le porzioni ancora combacianti dei due labbri delle due incisioni laterali. Residuano così due perdite di sostanza semicircolari dell’albuginea, una dorsale ed una ventrale che vengono coperte con innesto. Attraverso l’apertura prossimale viene eseguita la dilatazione dei corpi cavernosi e l’inserimento protesico. Abbiamo sottoposto a questo tipo di intervento 5 pazienti affetti da IPP con DE e grave accorciamento. Risultati In tutti i casi l’intervento descritto ci ha permesso di ottenere un reale allungamento del pene di circa 4 cm e l’inserimento protesico (tre protesi idrauliche, due semirigide). Il tempo operatorio medio è stato di 2 ore e 50 min. Nel post operatorio non si sono verificate complicanze maggiori. I pazienti sono stati dimessi dopo 40 ore circa. Conclusioni Questo tipo di intervento permette di ottenere un reale allungamento del pene in soggetti con IPP e grave accorciamento del pene. Lo studio ha avuto finanziamenti: No 2 Poster Area chirurgica – gruppo 1 Journal of Andrological Sciences 2011;18:2-6 P2 La plicatura dell’albuginea nel trattamento del recurvatum penis secondario a IPP, è sempre una metodica valida? G. Passavanti, A. Bragaglia, R. Nucciotti, M. Gnech, F.M. Costantini, V. Pizzuti UO Urologia Ospedale Misericordia Grosseto L’IPP è piuttosto frequente, ma solo il 10% circa dei pazienti necessita di un trattamento chirurgico. La difficoltà alla penetrazione rappresenta l’elemento per porre tale indicazione. Abbiamo trattato 37 pazienti (età 51-76 anni m. 67,8) affetti da recurvatum penis secondario a IPP. 29 avevano difficoltà nella penetrazione ed 8 una grave compromissione di tale funzione. L’erezione era valida in 31 casi e 6 presentavano un parziale deficit erettivo. Il recurvatum era documentato con cavernosografia dinamica in 14 casi ed in 23 abbiamo effettuato una fotografia del pene in erezione farmaco-indotta. L’ecografia completava lo studio. Il recurvatum era di grado moderato (35-50°) in 30 casi, mentre in 7 era elevato (> 50°). L’intervento prevedeva il degloving con preparazione del plesso dorsale, in 33 casi abbiamo anche liberato l’uretra per poter applicare i punti ventralmente. Nei primi 14 casi abbiamo applicato punti di plicatura 2/0 sec. Klevmark; in 23 abbiamo applicato due o più serie di 3 piccoli punti paralleli di 5 mm ad U 3/0. In 9 casi abbiamo effettuato la decorticazione di placca. La fascia di Buck ed il dartos erano sempre richiusi. L’intervento non ha mai presentato complicanze importanti e non abbiamo avuto lesioni uretrali; per alcune settimane od alcuni mesi i pazienti presentavano una ipoestesia glandulare. Il follow-up rilevava accorciamento del pene in erezione di circa 1,5 cm; il gruppo operato sec. Klevmark, lamentava piccole nodulazioni in corrispondenza dei punti (ben tollerati) condizione molto meno evidente nei casi con serie di punti. Non abbiamo avuto recidive del recurvatum a breve mentre in 6 casi, dopo 5 anni c’è stata una riattivazione della placca con ripresa del recurvatum. Possiamo ritenere che la plicatura non è gravata da turbe erettive. Per ottenere buoni risultati riteniamo che i punti devono essere a tutto spessore sull’albuginea che va accuratamente liberata dal plesso dorsale e all’occorrenza, dall’uretra. L’uso di punti 3/0 in serie parallela, unitamente ad una accurata ricostruzione della fascia di Buck e dei piani dartoici consente di ridurre notevolmente la sensazione di nodulazione legata ai punti. In conclusione, nonostante che questa metodica sia limitata dall’accorciamento del pene in erezione e dal persistere di altre eventuali deformità peniene (a clessidra), possiamo ritenere, anche alla luce della nostra esperienza, che essa possa essere una valida opzione nel trattamento del recurvatum penis secondario ad IPP. Lo studio ha avuto finanziamenti: No

P1<br />

Accorciamento/incurvamento penieno per induratio<br />

penis plastica: un’innovativa tecnica chirurgica<br />

con doppia incisione longitudinale della<br />

tunica albuginea e traslazione “a slitta” dei segmenti<br />

ottenuti<br />

L. Rolle 1 , C. Ceruti 2 , M. Timpano 2 , O. Sedigh 2 ,<br />

E. Galletto 3 , M. Falcone 4 , D. Fontana 5<br />

1 Ricercatore Universitario, 2 Dirigente Medico di I livello, 3 Medico<br />

specializzando, 4 Frequentatore, 5 Dirigente Medico di II<br />

livello, Dipartimento di Discipline Medico Chirurgiche, Università<br />

di Torino, Divisione Universitaria di Urologia II, Azienda<br />

Ospedaliera “San Giovanni Battista”, Torino<br />

Introduzione<br />

La malattia di La Peyronie (IPP) condiziona la comparsa di<br />

deformità del pene (incurvamento ed accorciamento) spesso<br />

associato a disfunzione erettile. Il recurvatum può essere corretto<br />

con tecniche di Nesbit o con chirurgia di placca. Maggiori<br />

problemi pone il trattamento dell’accorciamento.<br />

Presentiamo un intervento originale, di impianto di protesi<br />

peniena gonfiabile, dopo originale incisione complessa dorsoventro-laterale<br />

della tunica albuginea e scorrimento “a slitta”<br />

dei due segmenti ottenuti.<br />

Materiali e metodi<br />

L’intervento è condotto in anestesia spinale.<br />

Dopo degloving del pene, scollamento del fascio vasculonervoso<br />

dorsale e del corpo spongioso dell’uretra dai corpi<br />

cavernosi è stata aperta l’albuginea con due incisioni laterali<br />

longitudinali di 4 cm, mediopeniene, ai lati dei due corpi cavernosi.<br />

Un’incisione semicircolare dorsale viene eseguita congiungendo<br />

le due estremità distali delle incisioni laterali, una<br />

seconda incisione semicircolare ventrale viene eseguita congiungendo<br />

le due estremità prossimali. La trazione sul glande<br />

provoca il distanziamento della parte distale dell’asta dalla<br />

parte prossimale con reale allungamento del pene.<br />

A questo punto vengono eseguite le suture (in materiale<br />

riassorbibile 3/0) tra le porzioni ancora combacianti dei due<br />

labbri delle due incisioni laterali. Residuano così due perdite<br />

di sostanza semicircolari dell’albuginea, una dorsale ed una<br />

ventrale che vengono coperte con innesto.<br />

Attraverso l’apertura prossimale viene eseguita la dilatazione<br />

dei corpi cavernosi e l’inserimento protesico.<br />

Abbiamo sottoposto a questo tipo di intervento 5 pazienti<br />

affetti da IPP con DE e grave accorciamento.<br />

Risultati<br />

In tutti i casi l’intervento descritto ci ha permesso di ottenere<br />

un reale allungamento del pene di circa 4 cm e l’inserimento<br />

protesico (tre protesi idrauliche, due semirigide).<br />

Il tempo operatorio medio è stato di 2 ore e 50 min. Nel post<br />

operatorio non si sono verificate complicanze maggiori.<br />

I pazienti sono stati dimessi dopo 40 ore circa.<br />

Conclusioni<br />

Questo tipo di intervento permette di ottenere un reale allungamento<br />

del pene in soggetti con IPP e grave accorciamento<br />

del pene.<br />

Lo studio ha avuto finanziamenti: No<br />

2<br />

Poster Area chirurgica – gruppo 1<br />

<strong>Journal</strong> <strong>of</strong> Andrological Sciences 2011;18:2-6<br />

P2<br />

La plicatura dell’albuginea nel trattamento del recurvatum<br />

penis secondario a IPP, è sempre una<br />

metodica valida?<br />

G. Passavanti, A. Bragaglia, R. Nucciotti, M. Gnech,<br />

F.M. Costantini, V. Pizzuti<br />

UO Urologia Ospedale Misericordia Grosseto<br />

L’IPP è piuttosto frequente, ma solo il 10% circa dei pazienti<br />

necessita di un trattamento chirurgico.<br />

La difficoltà alla penetrazione rappresenta l’elemento per porre<br />

tale indicazione.<br />

Abbiamo trattato 37 pazienti (età 51-76 anni m. 67,8) affetti da<br />

recurvatum penis secondario a IPP.<br />

29 avevano difficoltà nella penetrazione ed 8 una grave compromissione<br />

di tale funzione.<br />

L’erezione era valida in 31 casi e 6 presentavano un parziale<br />

deficit erettivo.<br />

Il recurvatum era documentato con cavernosografia dinamica<br />

in 14 casi ed in 23 abbiamo effettuato una fotografia del pene<br />

in erezione farmaco-indotta. L’ecografia completava lo studio.<br />

Il recurvatum era di grado moderato (35-50°) in 30 casi, mentre<br />

in 7 era elevato (> 50°).<br />

L’intervento prevedeva il degloving con preparazione del<br />

plesso dorsale, in 33 casi abbiamo anche liberato l’uretra per<br />

poter applicare i punti ventralmente.<br />

Nei primi 14 casi abbiamo applicato punti di plicatura 2/0 sec.<br />

Klevmark; in 23 abbiamo applicato due o più serie di 3 piccoli<br />

punti paralleli di 5 mm ad U 3/0. In 9 casi abbiamo effettuato<br />

la decorticazione di placca.<br />

La fascia di Buck ed il dartos erano sempre richiusi.<br />

L’intervento non ha mai presentato complicanze importanti e<br />

non abbiamo avuto lesioni uretrali; per alcune settimane od<br />

alcuni mesi i pazienti presentavano una ipoestesia glandulare.<br />

Il follow-up rilevava accorciamento del pene in erezione di<br />

circa 1,5 cm; il gruppo operato sec. Klevmark, lamentava<br />

piccole nodulazioni in corrispondenza dei punti (ben tollerati)<br />

condizione molto meno evidente nei casi con serie di punti.<br />

Non abbiamo avuto recidive del recurvatum a breve mentre in<br />

6 casi, dopo 5 anni c’è stata una riattivazione della placca con<br />

ripresa del recurvatum.<br />

Possiamo ritenere che la plicatura non è gravata da turbe erettive.<br />

Per ottenere buoni risultati riteniamo che i punti devono<br />

essere a tutto spessore sull’albuginea che va accuratamente<br />

liberata dal plesso dorsale e all’occorrenza, dall’uretra. L’uso<br />

di punti 3/0 in serie parallela, unitamente ad una accurata<br />

ricostruzione della fascia di Buck e dei piani dartoici consente<br />

di ridurre notevolmente la sensazione di nodulazione legata<br />

ai punti.<br />

In conclusione, nonostante che questa metodica sia limitata<br />

dall’accorciamento del pene in erezione e dal persistere di<br />

altre eventuali deformità peniene (a clessidra), possiamo ritenere,<br />

anche alla luce della nostra esperienza, che essa possa<br />

essere una valida opzione nel trattamento del recurvatum<br />

penis secondario ad IPP.<br />

Lo studio ha avuto finanziamenti: No

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