FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza
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<strong>FOGLI</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong> 3/2008<br />
Questa situazione ha condotto la stessa dottrina internazionalistica<br />
a trascurare i lavori della Commissione e a guardarvi<br />
con una certa sfiducia; di certo anche la ridondanza della documentazione,<br />
dovuta al macchinoso dialogo tra Relatori speciali,<br />
Comitato di redazione, plenum e Sesta Commissione<br />
dell’Assemblea Generale, non fac<strong>il</strong>ita <strong>il</strong> lavoro dell’interprete 181 .<br />
In effetti, la complessiva ut<strong>il</strong>ità dell’o<strong>per</strong>a di codificazione<br />
svolta dalla Commissione è da tempo al centro di un ripensamento<br />
critico da parte della dottrina; basti qui ricordare come<br />
insigni autori sottolineino come nel <strong>per</strong>corso di ricostruzione delle<br />
norme internazionali non scritte influisca in modo r<strong>il</strong>evante la<br />
mentalità dell’interprete (e, va ricordato, i trentaquattro membri<br />
della C<strong>DI</strong> siedono al suo interno a titolo <strong>per</strong>sonale e non quali<br />
rappresentanti degli Stati); quanto all’o<strong>per</strong>a di sv<strong>il</strong>uppo progressivo<br />
in senso stretto, invece, essa si ridurrebbe spesso ad una mera<br />
redazione di progetti di convenzioni dichiaratamene codificatori<br />
di norme preesistenti, ma nei quali si fa riferimento ad un<br />
presunto ‘sv<strong>il</strong>uppo progressivo’ al solo fine di introdurre norme<br />
incerte sul piano del diritto <strong>internazionale</strong> generale. A ciò va aggiunto<br />
come le posizioni della Commissione vengano spesso<br />
scavalcate dai Governi degli Stati, che finiscono <strong>per</strong> decidere, in<br />
sede di approvazione dei testi convenzionali, in base a ragioni di<br />
mera opportunità politica 182 .<br />
Solo la prassi dei prossimi anni potrà dire se le indicazioni<br />
fornite nelle guidelines costituiranno davvero quel punto di<br />
riferimento <strong>per</strong> la diplomazia <strong>internazionale</strong> che esse ambiscono<br />
181 Il metodo di lavoro della Commissione è stato sempre oggetto di critica<br />
da parte della dottrina, in particolare <strong>per</strong> la lentezza dei lavori, <strong>per</strong><br />
l’eccessiva mole della documentazione redatta, <strong>per</strong> la concorrenza di altri<br />
meccanismi e organi di codificazione, <strong>per</strong> la forma di draft articles degli esiti<br />
delle sue sessioni e <strong>per</strong> la considerazione delle sole tematiche ‘tradizionali’<br />
del diritto <strong>internazionale</strong> pubblico; sul punto si vedano, ex multis, J. SETTE-<br />
CAMARA, «The International Law Commission», in Le droit international a<br />
l’heure de sa codification. Etudes en l’honneur de Roberto Ago, 1987, I, p.<br />
467 ss. e T. TREVES, «La codificazione del diritto <strong>internazionale</strong> nel quadro<br />
delle Nazioni Unite», in Le Nazioni Unite del 2000. Verso un nuovo ordine<br />
<strong>internazionale</strong>, Bari, 1991.<br />
182 Si tratta di considerazioni svolte da B. CONFORTI, <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong>,<br />
Napoli, 2002, p. 55 ss. ed espressive della posizione della dottrina dominante.<br />
Sul punto si confronti AA. VV., Le droit international a l’heure de sa<br />
codification. Etudes en l’honneur de Roberto Ago, 1987, I.<br />
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