FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza
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<strong>FOGLI</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong> 3/2008<br />
In una differente sezione del medesimo rapporto, <strong>il</strong> Relatore<br />
speciale affronta <strong>il</strong> tema delle dichiarazioni interpretative<br />
nei trattati b<strong>il</strong>aterali 104 . Mentre le riserve formulate rispetto a tale<br />
tipo di trattati sono controverse e vengono generalmente considerate<br />
come proposte di modifica 105 , le statuizioni di carattere interpretativo<br />
relative a trattati b<strong>il</strong>aterali sono diffuse (soprattutto<br />
nella diplomazia statunitense) e generalmente non contestate,<br />
tanto che, <strong>per</strong> Pellet, si sarebbe in presenza di una pratica generale<br />
accettata come diritto. Di conseguenza, le stesse linee guida<br />
formulate <strong>per</strong> le dichiarazioni interpretative nei trattati mult<strong>il</strong>aterali<br />
si applicano agli accordi b<strong>il</strong>aterali, anche se con qualche esclusione:<br />
la proposta del Relatore (1.2.7) consiste nel rendere<br />
applicab<strong>il</strong>i tutte le previsioni relative alle dichiarazioni interpretative<br />
in generale (1.2, 1.2.2, 1.2.4, 1.2.5 e 1.2.6), con<br />
l’esclusione, <strong>per</strong> evidenti motivi, di quelle riguardanti la proposizione<br />
congiunta (1.2.1) e la formulazione delle dichiarazioni nel<br />
caso in cui <strong>il</strong> trattato vieti le riserve (1.2.3) 106 .<br />
L’unico problema che Pellet ha sollevato in relazione alle<br />
dichiarazioni interpretative nei trattati b<strong>il</strong>aterali riguarda la necessità<br />
dell’accettazione e la possib<strong>il</strong>e modifica della natura delle<br />
dichiarazioni che da tale atto potrebbe derivare 107 . La risposta alla<br />
prima domanda è negativa; <strong>il</strong> Relatore osserva tuttavia come<br />
nella prassi le dichiarazioni di tale tipo siano sempre state accettate,<br />
anche se tale circostanza dipende semplicemente dal fatto<br />
che si è sempre trattato di dichiarazioni cui era condizionata<br />
l’adesione da parte dello Stato dichiarante. Quanto al secondo<br />
profondimenti sul tema si rimanda a D. W. BOWETT, «Estoppel before International<br />
Tribunals and its Relation to Acquiescence», in British Yearbook of<br />
International Law, 1957, p. 176 ss.; I. C. MACGIBBON, «Estoppel in International<br />
Law», in The International and Comparative Law Quarterly, 1958, p.<br />
468 ss.; F. MOSCONI, «La dottrina dell’estoppel in diritto <strong>internazionale</strong>», in<br />
<strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong>, 1962, p. 388 ss.; A. MARTIN, L’estoppel en droit international<br />
public, Paris, 1979; J. P. MÜLLER-T. COTTIER, «Estoppel», in Encyclopedia<br />
of Public International Law, Amsterdam, 1984, p. 78 ss.; G. NESI,<br />
«Preclusioni: III) <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong>», in Enciclopedia Giuridica, XXIII,<br />
Roma, 1998.<br />
104 A/CN. 4/491/Add. 5, p. 20 ss.<br />
105 Si confronti la linea guida 1.1.9 in A/CN. 4/491/Add. 5, p. 20 (<strong>il</strong><br />
Drafting Committee ha adottato poi un testo analogo, come riportato in A/CN.<br />
4/L. 575, p. 3, guideline 1.5.1).<br />
106 A/CN. 4/491/Add. 5, p. 28.<br />
107 A/CN. 4/491/Add. 5, p. 26 ss.<br />
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