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FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza

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<strong>FOGLI</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong> 3/2008<br />

Nella successiva linea guida è stato chiarito che una dichiarazione<br />

resa con riferimento a disposizioni <strong>per</strong> le quali sono<br />

vietate le riserve si presume di natura meramente interpretativa,<br />

in virtù del principio di conformità del diritto interno al diritto<br />

<strong>internazionale</strong>; tale presunzione, al pari della precedente, può tuttavia<br />

venire su<strong>per</strong>ata qualora l’esame dello scopo della dichiarazione<br />

faccia emergere un fine derogatorio. Recita infatti la disposizione<br />

sul tema:<br />

“1.2.3 When a treaty prohibits reservations to all or<br />

some of its provisions, a un<strong>il</strong>ateral declaration formulated in respect<br />

thereof by a State or an international organization shall be<br />

considered to constitute an interpretative declaration and not a<br />

reservation. If, however, the declaration seeks to exclude or modify<br />

the legal effect of certain provisions of the treaty in their application<br />

to its author, the declaration must be considered an im<strong>per</strong>missible<br />

reservation” 60 .<br />

In generale, le presunzioni previste dalle linee guida appena<br />

riportate sono solo relative e devono essere confermate attraverso<br />

le ordinarie regole sull’interpretazione previste dagli<br />

artt. 31 e 32 della Convenzione di Vienna 61 , secondo quanto prevede<br />

la seguente guideline 62 :<br />

(sul punto si vedano R. SAPIENZA, Dichiarazioni interpretative, cit., p. 156 ss.<br />

e M. F. GENNARELLI, Le riserve, cit., p. 80).<br />

60 A/CN. 4/491/Add. 4, p. 19 s. Gli stessi Stati tendono a su<strong>per</strong>are tale<br />

presunzione nella prassi diplomatica. Ad esempio, con riferimento alla Convenzione<br />

delle Nazioni Unite sul diritto del mare del 1982 (Convenzione di<br />

Montego Bay), che vietava le riserve (art. 309) ma ammetteva le dichiarazioni<br />

interpretative (art. 310), <strong>il</strong> Governo delle F<strong>il</strong>ippine formulò ben otto dichiarazioni,<br />

attraverso le quali mirava a salvaguardare la propria sovranità ed i propri<br />

diritti e, soprattutto, intendeva ridisegnare a proprio favore le norme in<br />

maniera di acque arcipelagiche; tali formulazioni suscitarono numerose proteste<br />

e sia diversi Paesi socialisti (1985), sia <strong>il</strong> Governo australiano (1988) le<br />

considerarono delle riserve prive di effetto, in quanto contrarie agli artt. 309 e<br />

310 del trattato (R. SAPIENZA, Dichiarazioni interpretative, cit., p. 215 ss. e<br />

227 ss.; ID., «Les déclarations interprétatives», cit., p. 614 ss.).<br />

61 Per un’analisi di tali norme si rinvia, ex multis, a M. K. YASSEEN,<br />

«L’interprétation des traités d’après la Convention de Vienne sur le droit des<br />

traités», in Recue<strong>il</strong> des Cours de l’Académie de Droit International de la<br />

Haye, 1976, III, p. 1 ss.; A. MARESCA, Il diritto dei trattati. La Convenzione

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