16.06.2013 Views

FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza

FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza

FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

54<br />

<strong>FOGLI</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong> 3/2008<br />

mente luogo ad una controversia interpretativa 50 ); le seconde sono<br />

invece le dichiarazioni con le quali lo Stato, al momento della<br />

ratifica o dell’adesione, offre un’interpretazione che viene posta<br />

come condizione del suo consenso ad obbligarsi.<br />

Più specificamente, con le mere dichiarazioni interpretative<br />

lo Stato dichiarante intende solo indicare una lettura del trattato<br />

che potrà essere accettata o meno in sede giudiziaria o di arbitrato;<br />

<strong>per</strong> tale ragione, non vi è motivo di trattare queste dichiarazioni<br />

come tentativi di modificare <strong>il</strong> trattato. Al contrario, le<br />

dichiarazioni interpretative qualificate hanno carattere condizionante:<br />

lo Stato che le formula intende affermare la sua interpretazione,<br />

escludendo la possib<strong>il</strong>ità di letture giudiziali difformi e,<br />

dunque, subordina la sua accettazione del trattato al fatto che le<br />

altre parti si mostrino acquiescenti verso la sua interpretazione.<br />

Così facendo, <strong>il</strong> proponente trascura quella che potrebbe essere la<br />

‘vera’ interpretazione del trattato e mira ad escludere o modificare<br />

i termini dello stesso; <strong>per</strong> tale motivo, tali dichiarazioni vengono<br />

frequentemente assim<strong>il</strong>ate alle riserve. Pellet contesta tale<br />

teoria e, in particolare, rifiuta l’idea che le dichiarazioni interpretative<br />

condizionate debbano essere accostate alle riserve, in<br />

quanto non ritiene che quando uno Stato afferma che la sua interpretazione<br />

debba prevalere sulle altre, esso miri ad escludere o<br />

modificare i termini del trattato 51 .<br />

50 Sul concetto di controversia interpretativa si veda G. MORELLI, «Controversia<br />

<strong>internazionale</strong> interpretativa», in Rivista di diritto <strong>internazionale</strong>,<br />

1969, p. 5 ss.<br />

51 A/CN. 4/491/Add. 4, pp. 23 e 27. Sim<strong>il</strong>i critiche erano già state mosse<br />

a McRae da F. HORN, Reservations, cit., p. 239 ss., <strong>il</strong> quale afferma che <strong>il</strong> fatto<br />

che una dichiarazione sia posta da uno Stato come condizione della sua partecipazione<br />

al trattato non trasforma automaticamente tale statuizione in una<br />

riserva, in quanto un effetto di tale tipo può essere sostenuto solo nel momento<br />

in cui un’interpretazione viene riconosciuta come l’unica ‘esatta’ e valida,<br />

cioè quando gli Stati hanno concordato un’interpretazione autentica attraverso<br />

negoziati o hanno concluso un accordo supplementare sull’interpretazione,<br />

oppure quando, evenienza rara, si sia avuta una sentenza o una decisione arbitrale<br />

vincolante <strong>per</strong> tutte le parti. Soltanto a questo punto è possib<strong>il</strong>e affermare<br />

che una dichiarazione interpretativa abbia un effetto derogatorio e che, dunque,<br />

sia una vera e propria riserva, da sottoporre al relativo regime (tuttavia,<br />

anche tale conseguenza non è automatica, in quanto lo Stato potrebbe decidere<br />

di sottomettersi all’interpretazione autoritativa e di rinunciare alla sua dichiarazione).<br />

A mio modesto avviso, la conclusione cui giungono Horn e Pellet è<br />

da condividere. Infatti, ritenere che lo Stato, condizionando la sua adesione

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!