FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza
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<strong>FOGLI</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong> 3/2008<br />
zione che ne è derivata viene r<strong>il</strong>anciata la strategia della governance<br />
democratica che a considerare le proposte o<strong>per</strong>ative non<br />
si scosta da una riproposizione delle pratiche e delle procedure<br />
già caratterizzanti la polity comunitaria e, soprattutto, la pletorica<br />
attività della Commissione. Rispetto a questo discorso, le osservazioni<br />
di molti analisti sono ben compendiate dalle analisi di<br />
Paul Magnette 41 che ha r<strong>il</strong>evato proprio l’inadeguatezza di una<br />
strategia che non può consentire l’avvicinamento della collettività<br />
all’Europa come politica. Cioè alle questioni politiche europee.<br />
Perché la frammentazione, tipica dell’organizzazione amministrativa<br />
comunitaria e pure delle sue processualità dialogiche,<br />
non può che prestarsi all’élitismo delle competenze, dei<br />
gruppi di pressione e, al massimo, delle associazioni già ben organizzate.<br />
L’interesse delle argomentazioni di Magnette risiede<br />
poi nel fatto che egli ricorda <strong>il</strong> nesso rappresentanza (politicoistituzionale)-visib<strong>il</strong>ità<br />
pubblica, <strong>per</strong> cui la dis<strong>per</strong>sione della sovranità<br />
concreta, dei luoghi della decisione, non può che determinare<br />
una difficoltà di identificazione pubblica, se non in quei<br />
casi in cui le decisioni hanno un r<strong>il</strong>ievo molto locale e rispetto ai<br />
quali frammentazione significa autoregolazione.<br />
Se è vero che l’ordinamento comunitario implica <strong>il</strong> su<strong>per</strong>amento<br />
della sovranità degli stati, che cedono parti di sovranità<br />
e si depotenziano, se è vero quanto dice Giuseppe Guarino,<br />
che essi cedono la sovranità <strong>per</strong>ché attribuiscono a un potere esterno<br />
<strong>il</strong> compito di definire i principi fondamentali, c’è da tener<br />
fermo un dato. Sovranità è prima di tutto, come principio politico<br />
generale, non l’unità (indivisib<strong>il</strong>ità) del potere materiale ma <strong>il</strong><br />
suo criterio di legittimità, cioè, in ultimo coincide con <strong>il</strong> soggetto<br />
titolare del potere politico. Dire ciò consente di ragionare su<br />
come mantenere la sovranità anche oltre quella degli Stati, cioè<br />
anche oltre la spazialità nazionale, escogitando meccanismi di<br />
espressione del soggetto legittimante (<strong>il</strong> popolo), se<br />
l’organizzazione istituzionale viene pensata e costruita <strong>per</strong> essere<br />
‘visib<strong>il</strong>e’ (accessib<strong>il</strong>e) ai suoi occhi.<br />
La dialettica politica così come sembra essere pensata<br />
dalla concezione teorico-ideale della politica (dell’arte di go-<br />
41 P. MAGNETTE, «La citoyenneté dans l’Union européenne. Force et<br />
limites des nouvelles forces de participation», in Etudes de la documentation<br />
francaise, Fascicolo 5236, 2006, pp. 115-128.<br />
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