FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza
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<strong>FOGLI</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong> 3/2008<br />
hanno indicato l’es<strong>per</strong>ienza dell’integrazione europea come un<br />
laboratorio esemplare 36<br />
Sono queste delle distinzioni qui volutamente marcate<br />
e che sotto un prof<strong>il</strong>o analitico meriterebbero maggiore precisione<br />
definitoria e attenzione <strong>per</strong> le sfumature ma che mirano a<br />
focalizzare ciò che pare più incisivo della concezione diffusa<br />
dalla ‘retorica’ comunitaria recente. Come r<strong>il</strong>evato da più parti,<br />
l’idea della governance praticata dalle istituzioni europee propone<br />
un modello di partecipazione civ<strong>il</strong>e che si connota <strong>per</strong><br />
l’a<strong>per</strong>tura dei canali istituzionali a consultazioni e dialoghi con<br />
la società civ<strong>il</strong>e. Che insiste insomma sulle strade già praticate<br />
dalle istituzioni comunitarie secondo una concezione che non<br />
tiene conto degli esiti passati 37 e che poggia le sue ambizioni<br />
sulla elaborazione di vari teorici che hanno accompagnato la<br />
produzione dei documenti e quindi la definizione degli scopi politici<br />
della Commissione Europea 38 . In particolare, si pone sullo<br />
sfondo una teoria della decisione politica come deliberazione<br />
collettiva assicurata proprio dalla garanzia normativa del coinvolgimento<br />
delle realtà sociali interessate a partecipare che si<br />
pone come una rivisitazione della teoria habermasiana della democrazia<br />
e che non sfugge alle critiche di proceduralismo insufficiente<br />
di cui quest’ultima è oggetto. La connotazione procedurale<br />
di questa idea della democrazia come deliberazione plurale<br />
<strong>per</strong>ché partecipata e, <strong>per</strong> ciò solo, democratica emerge come fattore<br />
critico ancor più nel contesto di una teoria politica del governo<br />
come governance <strong>per</strong>ché questa denuncia pesanti connessioni<br />
con l’es<strong>per</strong>ienza delle istituzioni globali da cui l’adozione<br />
36<br />
Ci riferiamo a JAMES N. ROSENAU, di cui <strong>per</strong> brevità ricordiamo<br />
solo Strong Demand, Huge Supply: Governance in an Emerging Epoch, in<br />
BACHE I. AND FLINDERS M. (eds.), Multi-level Governance, Oxford University<br />
Press, Oxford-New York e a JOHNN G. RUGGIE, soprattutto <strong>per</strong> Territoriality<br />
and beyond: problematizing modernity in international relations, in<br />
, 47, 1, Winter 1993, pp. 139-174.<br />
37<br />
Oltre alla famosa nebulosa designata ‘comitologia’, è fac<strong>il</strong>e osservare<br />
come delle tante opportunità messe a disposizione della trasparenza e<br />
della partecipazione si siano potuti giovare essenzialmente gruppi organizzati<br />
e ben dentro le logiche istituzionali. Cfr. P. MAGNETTE, Contrôler l’Europe.<br />
Pouvoirs et responsab<strong>il</strong>ité dans l’Union euroéenne, Editions de l’Université<br />
de Bruxelles, Bruxelles 2003.<br />
38<br />
Esemplare <strong>il</strong> volume sopra citato a cura di O. De Schutter, N. Lebessis<br />
e J. Paterson.<br />
33