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FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza

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<strong>FOGLI</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong> 3/2008<br />

lo normativo dei documenti comunitari si caratterizza <strong>per</strong> reiterare<br />

la scelta di un progetto politico ispirato ai principi del mercato<br />

capitalistico e della società liberale. Principi che ormai sono<br />

quasi unanimemente identificati con un <strong>per</strong>corso politico oligarchico<br />

e <strong>per</strong> nulla scaturito da un ampio dialogo (e supportato<br />

quindi da un solido consenso sociale) nella società civ<strong>il</strong>e europea<br />

12 .<br />

Si cercherà di delineare sinteticamente alcuni <strong>per</strong>corsi<br />

di lettura che confermino questi assunti. Ci proponiamo di analizzare<br />

in particolare l’insistenza posta da qualche anno<br />

sull’idea di governance come concetto necessario <strong>per</strong> l’autocomprensione<br />

della politica comunitaria e della sua prospettiva a<br />

venire. Nel linguaggio della politica e delle istituzioni europee<br />

l’idea di governance ha svolto sempre più un ruolo centrale che<br />

necessita di adeguata comprensione <strong>per</strong>ché consente di ragionare<br />

sulla politica del diritto e sull’orizzonte progettuale costruito<br />

in questi anni.<br />

Per la scienza giuridica <strong>il</strong> processo di ‘federazione’<br />

dell’Europa è stato spiegato inizialmente riferendosi a due impostazioni<br />

classiche nel campo del diritto <strong>internazionale</strong> e della<br />

teoria costituzionale: federazione e confederazione 13 . Entro<br />

questa polarità concettuale la teoria giuridica ha sv<strong>il</strong>uppato prevalentemente<br />

<strong>il</strong> ragionamento sulla natura dell’ordinamento comunitario<br />

e la tematica della sua legittimità. Concentrandosi<br />

sulla questione di che tipo di ordinamento giuridico fosse quello<br />

originato dagli accordi di un gruppo di Stati sempre crescente la<br />

12 La letteratura che argomenta codesta tesi è ormai senza dubbio<br />

prevalente, che non vuol dire influente, ma certamente oggi penetra <strong>il</strong> discorso<br />

sulle istituzioni comuni anche nei media e nella politica mediatica. Per indicare<br />

solo alcuni esempi: l’importante volume curato da Zagrebelsky sopra<br />

citato è prevalentemente contrassegnato da osservazioni in tal senso (si vedano<br />

i saggi di Habermas, De Siervo, De Schutter, Von Bongdandy, Della valle<br />

e in parte dello stesso We<strong>il</strong>er); lo stesso dicasi <strong>per</strong> <strong>il</strong> volume curato da D. LA<br />

ROCCA, Diritti e società di mercato nella scienza giuridica europea, Giappichelli,<br />

Torino 2006; pure U. BECK E E. GRANDE, Das kosmopolitische Europa.<br />

Gesellschaft und Politik in der Zweiten Moderne, Suhrkamp Verlag,<br />

Frankfurt am Main (trad. it. L’Europa cosmopolita. Società e politica nella<br />

seconda modernità, Carocci, Roma 2006) e vedi anche A. CANTARO, Il secolo<br />

lungo. Lavoro e diritti sociali nella storia europea, Ediesse, Roma 2006.<br />

13 Vedi O. BEAUD, «L’Europe vue sous l’angle de la fédération. Le<br />

regard paradoxal de Paul Reuter», in Droits, n. 45, 2007, pp. 47-71.<br />

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