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FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza

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<strong>FOGLI</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong> 3/2008<br />

logiche proprie. Valori e logiche che sono diversi non solo dai<br />

valori e dalle logiche sottesi al discorso <strong>internazionale</strong> sui diritti<br />

umani, ma anche ai valori e alle logiche che governano a settori<br />

diversi dell’ordinamento interno. L’attuale fase di riforma del<br />

diritto di famiglia fa emergere l’insostenib<strong>il</strong>ità delle contraddizioni<br />

che nascono dalla coesistenza di valori gravemente incongruenti:<br />

la separatezza del diritto della famiglia si affievolisce;<br />

esso è sempre più considerato come parte di un ordinamento che<br />

deve organicamente essere coordinata con le altre.<br />

3. I due temi che sono stati più dibattuti in vista delle riforme<br />

di questo inizio secolo sono la tutela matrimoniale (w<strong>il</strong>āya)<br />

e lo scioglimento del matrimonio.<br />

La w<strong>il</strong>āya matrimoniale riguarda nella normalità dei casi<br />

la sposa, che, secondo l’opinione più diffusa, non può concludere<br />

<strong>per</strong>sonalmente <strong>il</strong> proprio contratto di matrimonio, ma deve<br />

essere rappresentata da un parente, designato dalla šarī c a: <strong>il</strong> padre<br />

o, in altri casi, <strong>il</strong> figlio, <strong>il</strong> fratello o lo zio. La w<strong>il</strong>āya può tuttavia<br />

riguardare anche lo sposo che, <strong>per</strong> un qualunque motivo,<br />

non abbia la capacità di concludere <strong>il</strong> matrimonio. Secondo la<br />

maggior parte dei giuristi classici dunque, anche se <strong>per</strong>fettamente<br />

matura, la donna deve comunque essere rappresentata, non<br />

potendo concludere <strong>per</strong>sonalmente <strong>il</strong> contratto di matrimonio.<br />

Solo i giuristi di scuola hanafita ammettono la validità del matrimonio<br />

concluso dalla donna. Nemmeno loro <strong>per</strong>altro impongono<br />

che sia la donna a esprimere <strong>il</strong> consenso, e anzi considerano<br />

preferib<strong>il</strong>e la conclusione mediante walī. Il matrimonio, sia<br />

esso concluso dall’interessata o dal suo rappresentante, è comunque<br />

<strong>per</strong>fettamente valido.<br />

L’Egitto segue l’insegnamento della scuola hanafita e<br />

quindi <strong>il</strong> tema della w<strong>il</strong>āya non si è posto; al contrario in Marocco<br />

e in Algeria, dove domina l’insegnamento malikita, esso ha<br />

assunto toni drammatici. E’ um<strong>il</strong>iante <strong>per</strong> la donna, che può<br />

compiere qualsiasi atto giuridico, essere esclusa dalla conclusione<br />

del solo matrimonio; <strong>per</strong> questo l’eliminazione della w<strong>il</strong>āya,<br />

cioè la completa abolizione della figura del walī, è stata sempre<br />

una delle rivendicazioni dei movimenti femministi, che hanno<br />

scatenato a loro volta reazioni durissime, <strong>per</strong> l’evidente valenza<br />

simbolica dell’istituto. Gli esiti dello scontro sono stati assai di-<br />

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