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FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza

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<strong>FOGLI</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong> 3/2008<br />

della Legge sacra, eterno e immutab<strong>il</strong>e, è <strong>il</strong> risultato di<br />

un’attività squisitamente umana, e <strong>per</strong>ciò contingente e legata<br />

alle circostanze storiche in cui fu condotta. Non tutte le regole<br />

del fiqh sono quindi adatte alle condizioni delle società islamiche<br />

contemporanee, né devono essere considerate vincolanti dai<br />

musulmani di oggi. Questi ultimi devono tornare alle fonti, <strong>per</strong><br />

darne un’interpretazione più adatta a rispondere alle condizioni<br />

ed esigenze attuali. Si riapre così quella porta dello sforzo interpretativo<br />

(iğtihād) che, nella ricostruzione tradizionale, era stata<br />

chiusa ai giuristi. E’ controversa la datazione di tale chiusura: è<br />

probab<strong>il</strong>mente corretto immaginare un processo graduale, e non<br />

omogeneo, <strong>per</strong> cui i giuristi finiscono <strong>per</strong> condividere un metodo<br />

fondato sulla lettura delle fonti mediata da griglie interpretative<br />

consolidate e imprescindib<strong>il</strong>i. Qualcosa di sim<strong>il</strong>e è avvenuto<br />

in Europa con <strong>il</strong> corpus iuris, che <strong>per</strong> secoli ha circolato accompagnato<br />

dalla Magna glossa: solo con gli umanisti si torna a r<strong>il</strong>eggerlo<br />

direttamente, senza l’intermediazione della dottrina giuridica<br />

precedente.<br />

La codificazione e le riforme in materia di diritto di famiglia<br />

che sono intervenute nel corso del XX sec. vengono dunque<br />

giustificate attraverso <strong>il</strong> ricorso al metodo eclettico e<br />

l’esercizio del neo-iğtihād: metodo eclettico e neo-iğtihād sono<br />

ricompresi all’interno di un unico orizzonte, quello della scienza<br />

giuridica islamica. Essi attivano risorse <strong>per</strong> <strong>il</strong> rinnovamento attingendole<br />

dal patrimonio sapienzale tradizionale. Al contrario,<br />

<strong>per</strong> quello che riguarda le riforme dell’inizio del XXI sec., le argomentazioni<br />

sv<strong>il</strong>uppate a sostegno dell’intervento del legislatore<br />

non restano autoreferenziali, racchiuse entro i confini della<br />

šarī c a. Non si limitano a ricercare nell’oceano delle interpretazioni,<br />

l’opinione più opportuna e adatta, né a ritornare<br />

all’interpretazione diretta e rinnovata delle fonti sacre, ma richiamano<br />

l’esigenza di tenere nel dovuto conto dati esterni, e<br />

non solo dei dati storici o sociali che giustificano <strong>il</strong> ricorso al<br />

neo-iğtihād, ma a dati di natura propriamente giuridica: gli impegni<br />

internazionali assunti dai paesi in materia di diritti umani<br />

e <strong>il</strong> dettato costituzionale. Emerge l’esigenza di armonizzare e<br />

coordinare <strong>il</strong> diritto di famiglia con <strong>il</strong> resto dell’ordinamento<br />

giuridico, di rom<strong>per</strong>e l’isolamento in cui si trova. E’ assai significativo<br />

<strong>il</strong> brano del preambolo premesso al codice della famiglia<br />

marocchino in cui, con riferimento alle direttive date dal Re<br />

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