FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza
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<strong>FOGLI</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong> 3/2008<br />
Lauso Zagato, La protezione dei beni culturali in caso di<br />
conflitto armato all’alba del secondo Protocollo 1999,<br />
Giappichelli, Torino, 2007, pp. XII – 316<br />
Il testo che si segnala appare di interessante e ut<strong>il</strong>e<br />
lettura soprattutto in un contesto quale quello attuale,<br />
caratterizzato da problematiche nuove emerse negli ultimi anni,<br />
dall’ intensificarsi di conflitti che sfuggono alle tradizionali e<br />
schematiche classificazioni del diritto di guerra, in un contesto<br />
che sente sempre più indispensab<strong>il</strong>e e fondamentale la tutela del<br />
patrimonio culturale, nel suo duplice aspetto e di testimonianza<br />
di valori appartenenti alla tradizione storica di ogni popolo e di<br />
“mercato” artistico – turistico di notevole valore economico.<br />
Inoltre, cosa che rappresenta un ulteriore pregio del volume, va<br />
sottolineato che <strong>il</strong> linguaggio e l’esposizione, pur rigorosamente<br />
legati al campo giuridico – dottrinario, procedono in modo<br />
chiaro e lineare, sì da rendere <strong>il</strong> testo fruib<strong>il</strong>e non solo <strong>per</strong> i<br />
pochi “addetti ai lavori” ma anche <strong>per</strong> la moltitudine di quanti<br />
vogliano approfondire l’analisi delle norme giuridiche<br />
internazionali che regolano la tutela dei beni culturali nel caso di<br />
conflitti.<br />
L’Autore, partendo dall’analisi della Convenzione<br />
dell’Aja del 1954, oggetto di modifiche con <strong>il</strong> secondo<br />
Protocollo aggiuntivo del 1999, in vigore dal marzo 2004,<br />
esamina <strong>il</strong> testo di entrambi, ne considera i rapporti reciproci,<br />
r<strong>il</strong>eva i passi positivi compiuti dal Protocollo rispetto alla<br />
Convenzione, Protocollo che è stato <strong>il</strong> risultato di un tormentato<br />
iter che con molta flessib<strong>il</strong>ità ha lasciato la libertà di adesione o<br />
meno anche agli Stati già parte della Convenzione.<br />
Nel considerare limiti e carenze dei testi in esame<br />
l’autore, riaffermando in diversi punti del libro, con valide<br />
argomentazioni, l’inesistenza di un diritto consuetudinario, in<br />
materia, prima della fine delle due guerre mondiali, riconosce<br />
l’importanza giuridica dei due testi, prendendo <strong>per</strong>ò atto che<br />
non c’è stata formazione spontaneistica delle norme in essi<br />
presenti, <strong>per</strong> cui è stata r<strong>il</strong>evante la volontà e l’interesse degli<br />
Stati ad una disciplina che avesse presenti standards comuni di<br />
protezione, così come, nei decenni successivi alla Convenzione<br />
del 1954, <strong>il</strong> formarsi di norme consuetudinarie di diritto<br />
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