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FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza

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<strong>FOGLI</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong> 3/2008<br />

Janne Haaland Matláry, Diritti umani abbandonati? La minaccia<br />

di una dittatura del relativismo, Lugano, Eupress FTL, 2007,<br />

pp. 231<br />

Il volume che segnaliamo e che inaugura la nuova collana<br />

“Religioni e Diritti Umani” promossa dalla facoltà di teologia<br />

di Lugano, è in realtà una raccolta di saggi che l’autrice, professore<br />

di politica <strong>internazionale</strong> all’Università di Oslo e in passato<br />

vice ministro degli Esteri norvegese, ha rielaborato e ordinato<br />

<strong>per</strong> sostenere l’idea che, privi di una solida fondazione e giustificazione<br />

giusnaturalistica, i diritti umani siano abbandonati alla<br />

minaccia del relativismo, come ricorda nella sua prefazione<br />

un’altra grande figura del cattolicesimo m<strong>il</strong>itante, Mary Ann<br />

Glendon, docente di diritto ad Harvard e oggi ambasciatore degli<br />

Stati Uniti presso la Santa Sede.<br />

Tesi questa in linea con l’insegnamento magisteriale<br />

della Chiesa Cattolica e proprio negli stessi termini recentemente<br />

riaffermata dal Santo Padre Benedetto XVI nel suo discorso<br />

all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite del 18 apr<strong>il</strong>e 2008.<br />

Tuttavia non siamo di fronte a una semplice, <strong>per</strong> quanto<br />

convinta, riaffermazione della posizione ufficiale della Chiesa<br />

Cattolica. Il volume rivela nell’autrice doti di vigorosa polemista<br />

e <strong>il</strong> suo obiettivo polemico è rappresentato dalla alacre o<strong>per</strong>osità<br />

di quelli che ella chiama gli “imprenditori delle norme”, vere<br />

e proprie reti lobbystiche, che rischiano di condurre<br />

all’affermazione a colpi di maggioranza di visioni di compromesso<br />

su certi diritti, compromesso che viene ricercato a tutto<br />

danno appunto della visione dei diritti radicata nella grande es<strong>per</strong>ienza<br />

del razionalismo occidentale ed europeo in particolare.<br />

In grande sintesi questo <strong>il</strong> contenuto del volume. Nel<br />

primo capitolo dal titolo “Al di là del bene e del male. L’uomo<br />

autoreferenziale” (pp. 49-66) viene esaminata la deriva soggettivistica<br />

e relativistica delle società occidentali. Nel secondo, “Lo<br />

stato di diritto come garanzia democratica” (pp. 67-76) si mostra<br />

come l’organizzazione politica basata sullo stato di diritto abbia<br />

sostanzialmente privatizzato e dunque relativizzato le questioni<br />

etiche. Il terzo capitolo è dedicato a “La dinamica della politica<br />

dei diritti umani” (pp. 77-96) e in esso l’autrice, mettendo a<br />

frutto la sua conoscenza pratica della diplomazia, ricostruisce le<br />

dinamiche attraverso le quali vengono “confezionate” le norme<br />

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