FOGLI DI LAVORO per il Diritto internazionale 3 ... - Giurisprudenza
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<strong>FOGLI</strong> <strong>DI</strong> <strong>LAVORO</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> <strong>Diritto</strong> <strong>internazionale</strong> 3/2008<br />
d’insieme sulla tensione tra gestione del fenomeno migratorio<br />
<strong>internazionale</strong> e garanzia dei diritti fondamentali.<br />
Un primo nucleo tematico consiste nell’esame degli<br />
strumenti giuridici di gestione della migrazione economica e<br />
della disciplina ai vari livelli (nazionale, comunitaria e <strong>internazionale</strong>)<br />
dei flussi migratori. A tal proposito, vengono analizzate<br />
la disciplina italiana di regolazione dei flussi migratori e le sue<br />
prospettive di riforma (Miele); le politiche comunitarie in materia<br />
di controlli alle frontiere, di as<strong>il</strong>o e di immigrazione,<br />
nell’ambito dello Spazio unificato di libertà, sicurezza e giustizia<br />
(SLSG), in attuazione dei Programmi di Tem<strong>per</strong>e e dell’Aja<br />
(Caggiano); <strong>il</strong> coordinamento di tali politiche e delle competenze<br />
comunitarie con quelle dei singoli Stati membri nella gestione<br />
dei flussi migratori, con i cc.dd. accordi di riammissione, cioè<br />
gli accordi tra Stati aventi come oggetto <strong>il</strong> rimpatrio degli immigrati<br />
“<strong>il</strong>legali” (Delicato, Marchegiani). Un cenno a parte merita<br />
la disciplina del diritto di as<strong>il</strong>o e delle procedure di riconoscimento<br />
dello status di rifugiato (Marchesi, Bartolini, Pirrone,<br />
Floridia). Nonostante <strong>il</strong> diritto di as<strong>il</strong>o sia senza dubbio “un aspetto<br />
essenziale della nostra civ<strong>il</strong>tà” (Benvenuti), la sua disciplina<br />
è ancora attraversata dalla tensione tra l’obbligo imposto<br />
agli Stati dal diritto <strong>internazionale</strong> di <strong>per</strong>mettere a chiunque di<br />
“cercare e godere as<strong>il</strong>o dalle <strong>per</strong>secuzioni” e la discrezionalità<br />
concessa agli stessi Stati <strong>per</strong> <strong>il</strong> concreto riconoscimento di tale<br />
diritto (Marchesi). Tale tensione risulta accentuata specie dopo<br />
l’adozione della Direttiva 2005/85/CE, avente come scopo la<br />
creazione di norme minime <strong>per</strong> le procedure applicate agli Stati<br />
membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di<br />
rifugiato (c.d. Direttiva procedure), che nell’intento di accelerare<br />
e snellire le procedure, mediante la creazione delle nozioni di<br />
“Paese di primo as<strong>il</strong>o”, “Paese terzo sicuro” e “Paese terzo europeo<br />
sicuro”, rischia di ridurre le garanzie del richiedente as<strong>il</strong>o<br />
(Bartolini). Questo rischio è connesso anche alla pratica<br />
dell’esternalizzazione della procedura di accertamento dello status<br />
di rifugiato che, prevedendo la possib<strong>il</strong>ità <strong>per</strong> uno Stato di<br />
“trasferire” in un Paese terzo le domande d’as<strong>il</strong>o presentate ad<br />
esso, potrebbe tradursi, in certi casi, in una sorta di refoulement<br />
indiretto (Pirrone).<br />
Un secondo nucleo tematico, rintracciab<strong>il</strong>e nel volume,<br />
è quello relativo al contrasto dei fenomeni criminali legati