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San Sebastiano n. 255 - Misericordia di Firenze

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E<strong>di</strong>toriale<br />

<strong>di</strong><br />

Maurizio<br />

Nal<strong>di</strong>ni<br />

<strong>San</strong> <strong>Sebastiano</strong> Aprile 2013<br />

IL PAPA BUONO, IL BUON GOVERNO<br />

E I 770 ANNI DELLA MISERICORDIA<br />

Credo, e me lo auguro per il bene comune,<br />

che quando sarà pubblicato questo<br />

articolo avremo un nuovo Papa, un<br />

governo nuovo, ed un futuro meno incerto<br />

<strong>di</strong> oggi.<br />

Credo, e me lo auguro per il bene comune,<br />

che lo Spirito <strong>San</strong>to avrà fatto un buon<br />

lavoro nella Cappella Sistina e che il Presidente<br />

Napolitano avrà avuto un colpo <strong>di</strong><br />

genio al Quirinale.<br />

E tuttavia, l’infi nito senso <strong>di</strong> vuoto e <strong>di</strong> incertezza<br />

che prevale in questi giorni <strong>di</strong><br />

Quaresima merita <strong>di</strong> essere raccontato,<br />

sottolineato, perché non capiti mai <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticarlo,<br />

anche quando tutto sembrerà<br />

concluso. Mai prima d’ora, per noi viziati<br />

fi gli del dopoguerra, tante certezze erano<br />

crollate in così pochi giorni. Ci eravamo<br />

illusi che “il progresso”, una sorta <strong>di</strong> dogma<br />

illuminista, avrebbe sempre guidato il<br />

nostro cammino. Pensavamo che le cose<br />

potessero solo migliorare. E che il crollo<br />

del muro <strong>di</strong> Berlino, quello della “cortina<br />

<strong>di</strong> ferro”, avessero sancito una volta per<br />

tutte questa corsa verso la pacifi cazione<br />

universale, con l’Italia ai primissimi posti<br />

fra le nazioni ricche e produttive.<br />

Ci troviamo invece, nell’oggi, con una crisi<br />

economica mon<strong>di</strong>ale. E la paura che i<br />

nostri fi gli, e i fi gli dei fi gli, debbano affrontare<br />

chissà quali prove, e problemi,<br />

e <strong>di</strong>ffi coltà inimmaginabili. Il tutto mentre<br />

l’eroico gesto <strong>di</strong> un Papa fragile nel corpo,<br />

non certo nella mente, ci richiama alla<br />

nostra responsabilità <strong>di</strong> credenti, e ci <strong>di</strong>ce<br />

che la Chiesa ha bisogno <strong>di</strong> noi, <strong>di</strong> tutti<br />

noi: “Perché i nemici peggiori della Chiesa<br />

sono nella Chiesa stessa”, e perché l’umiltà,<br />

non è più <strong>di</strong> questo mondo. Ci chiede<br />

quasi – Papa Benedetto mentre scende<br />

dal trono – <strong>di</strong> partecipare ad una sorta <strong>di</strong><br />

“renovatio”, come Mille anni fa, quando<br />

dei frati scesi dall’eremo <strong>di</strong> Camaldoli e<br />

da Vallombrosa, seppero rinnovare e purifi<br />

care la Chiesa.<br />

Ma noi, viziati fi gli del benessere, siamo<br />

capaci <strong>di</strong> mettere a rischio le nostre certez-<br />

ze in nome <strong>di</strong> qualcuno , fosse pure il Cristo?<br />

E il mondo della politica, l’idea stessa<br />

<strong>di</strong> democrazia, hanno ancora un senso<br />

dopo quanto accaduto alle elezioni? Sapremo<br />

resistere <strong>di</strong> fronte agli “tsunami”?<br />

Sapremo impe<strong>di</strong>re che si trasformino in<br />

sabbia quei castelli che pensavamo eterni,<br />

mentre li costruivamo fra le onde, sull’orlo<br />

della battigia, con paletta e secchiello,<br />

sotto l’occhio protettivo <strong>di</strong> un Papa, <strong>di</strong> una<br />

Chiesa, <strong>di</strong> un governo fosse pure votato<br />

da altri?<br />

Ecco, la <strong>di</strong>mensione del vuoto che ci avvolge,<br />

ci obbliga a ri<strong>di</strong>segnare ogni certezza.<br />

Fa appello alle nostre forze più nascoste.<br />

Ci impone una presa <strong>di</strong> coscienza e un<br />

senso del dovere, che credevamo appartenesse<br />

al passato. Senonchè scopriamo,<br />

quasi casualmente, che la nostra <strong>Misericor<strong>di</strong>a</strong>,<br />

prima al mondo, sta per compiere<br />

770 anni. E che in questo periodo, amando<br />

il prossimo e la città che l’ha allevata,<br />

ha saputo essere coerente con se stessa.<br />

Scopriamo, dunque, che il mondo non è<br />

cominciato con noi e con noi non fi nisce,<br />

che siamo parte <strong>di</strong> un immenso gioco<br />

che attraversa i secoli, e ad ognuno, è<br />

dato solo <strong>di</strong> far bene la parte che compete,<br />

percorrere il tragitto che è toccato in<br />

sorte, perchè il resto è nelle mani <strong>di</strong> Dio.<br />

Scopriamo che una grande idea <strong>di</strong> carità,<br />

trasformata in azione, può superare<br />

guerre e pestilenze, carestie, terremoti<br />

dell’anima, alluvioni. E tutto questo che ci<br />

chiama in causa, nello stesso tempo attenua<br />

i nostri compiti, è rassicurante. Facciamo,<br />

ognuno con <strong>di</strong>gnità, quello che ci<br />

è stato chiesto. Svolgiamo il nostro compito.<br />

Sarà la somma <strong>di</strong> tanti encomiabili<br />

esempi, compreso il nostro, a produrre<br />

il futuro che vogliamo. Noi, con la veste<br />

nera, questo compito l’abbiamo molto<br />

chiaro. E’ già scritto, segnato. Il passato e<br />

il futuro non sono molto <strong>di</strong>ssimili dall’oggi.<br />

Sentiamoci fortunati <strong>di</strong> avere una missione<br />

così chiara. E, se possibile, siamo<br />

testimoni per gli altri.<br />

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