<strong>San</strong> <strong>Sebastiano</strong> Aprile 2013 - 2 - www.facebook.com/misericor<strong>di</strong>a.firenze ...e seguici anche su TWITTER clicca “mi piace” sulla pagina ufficiale www.misericor<strong>di</strong>a.firenze.it
E<strong>di</strong>toriale <strong>di</strong> Maurizio Nal<strong>di</strong>ni <strong>San</strong> <strong>Sebastiano</strong> Aprile 2013 IL PAPA BUONO, IL BUON GOVERNO E I 770 ANNI DELLA MISERICORDIA Credo, e me lo auguro per il bene comune, che quando sarà pubblicato questo articolo avremo un nuovo Papa, un governo nuovo, ed un futuro meno incerto <strong>di</strong> oggi. Credo, e me lo auguro per il bene comune, che lo Spirito <strong>San</strong>to avrà fatto un buon lavoro nella Cappella Sistina e che il Presidente Napolitano avrà avuto un colpo <strong>di</strong> genio al Quirinale. E tuttavia, l’infi nito senso <strong>di</strong> vuoto e <strong>di</strong> incertezza che prevale in questi giorni <strong>di</strong> Quaresima merita <strong>di</strong> essere raccontato, sottolineato, perché non capiti mai <strong>di</strong> <strong>di</strong>menticarlo, anche quando tutto sembrerà concluso. Mai prima d’ora, per noi viziati fi gli del dopoguerra, tante certezze erano crollate in così pochi giorni. Ci eravamo illusi che “il progresso”, una sorta <strong>di</strong> dogma illuminista, avrebbe sempre guidato il nostro cammino. Pensavamo che le cose potessero solo migliorare. E che il crollo del muro <strong>di</strong> Berlino, quello della “cortina <strong>di</strong> ferro”, avessero sancito una volta per tutte questa corsa verso la pacifi cazione universale, con l’Italia ai primissimi posti fra le nazioni ricche e produttive. Ci troviamo invece, nell’oggi, con una crisi economica mon<strong>di</strong>ale. E la paura che i nostri fi gli, e i fi gli dei fi gli, debbano affrontare chissà quali prove, e problemi, e <strong>di</strong>ffi coltà inimmaginabili. Il tutto mentre l’eroico gesto <strong>di</strong> un Papa fragile nel corpo, non certo nella mente, ci richiama alla nostra responsabilità <strong>di</strong> credenti, e ci <strong>di</strong>ce che la Chiesa ha bisogno <strong>di</strong> noi, <strong>di</strong> tutti noi: “Perché i nemici peggiori della Chiesa sono nella Chiesa stessa”, e perché l’umiltà, non è più <strong>di</strong> questo mondo. Ci chiede quasi – Papa Benedetto mentre scende dal trono – <strong>di</strong> partecipare ad una sorta <strong>di</strong> “renovatio”, come Mille anni fa, quando dei frati scesi dall’eremo <strong>di</strong> Camaldoli e da Vallombrosa, seppero rinnovare e purifi care la Chiesa. Ma noi, viziati fi gli del benessere, siamo capaci <strong>di</strong> mettere a rischio le nostre certez- ze in nome <strong>di</strong> qualcuno , fosse pure il Cristo? E il mondo della politica, l’idea stessa <strong>di</strong> democrazia, hanno ancora un senso dopo quanto accaduto alle elezioni? Sapremo resistere <strong>di</strong> fronte agli “tsunami”? Sapremo impe<strong>di</strong>re che si trasformino in sabbia quei castelli che pensavamo eterni, mentre li costruivamo fra le onde, sull’orlo della battigia, con paletta e secchiello, sotto l’occhio protettivo <strong>di</strong> un Papa, <strong>di</strong> una Chiesa, <strong>di</strong> un governo fosse pure votato da altri? Ecco, la <strong>di</strong>mensione del vuoto che ci avvolge, ci obbliga a ri<strong>di</strong>segnare ogni certezza. Fa appello alle nostre forze più nascoste. Ci impone una presa <strong>di</strong> coscienza e un senso del dovere, che credevamo appartenesse al passato. Senonchè scopriamo, quasi casualmente, che la nostra <strong>Misericor<strong>di</strong>a</strong>, prima al mondo, sta per compiere 770 anni. E che in questo periodo, amando il prossimo e la città che l’ha allevata, ha saputo essere coerente con se stessa. Scopriamo, dunque, che il mondo non è cominciato con noi e con noi non fi nisce, che siamo parte <strong>di</strong> un immenso gioco che attraversa i secoli, e ad ognuno, è dato solo <strong>di</strong> far bene la parte che compete, percorrere il tragitto che è toccato in sorte, perchè il resto è nelle mani <strong>di</strong> Dio. Scopriamo che una grande idea <strong>di</strong> carità, trasformata in azione, può superare guerre e pestilenze, carestie, terremoti dell’anima, alluvioni. E tutto questo che ci chiama in causa, nello stesso tempo attenua i nostri compiti, è rassicurante. Facciamo, ognuno con <strong>di</strong>gnità, quello che ci è stato chiesto. Svolgiamo il nostro compito. Sarà la somma <strong>di</strong> tanti encomiabili esempi, compreso il nostro, a produrre il futuro che vogliamo. Noi, con la veste nera, questo compito l’abbiamo molto chiaro. E’ già scritto, segnato. Il passato e il futuro non sono molto <strong>di</strong>ssimili dall’oggi. Sentiamoci fortunati <strong>di</strong> avere una missione così chiara. E, se possibile, siamo testimoni per gli altri. - 3 -