QF21 - Poliuto - Fondazione Donizetti
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Quaderni della <strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong> 21<br />
«D’esitar non è più tempo»<br />
Sulle tracce del silente protagonista<br />
Stagione lirica e di balletto 2010
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01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 3<br />
Franco Tentorio<br />
Sindaco della Città di Bergamo<br />
Claudia Sartirani<br />
Assessore alla Cultura<br />
Francesco Bellotto<br />
Direttore artistico<br />
TeaTro DonizeTTi<br />
Giovanni Cappelluzzo<br />
Dirigente Servizi Culturali e Ricreativi<br />
Massimo Boffelli<br />
Responsabile Divisione Teatro <strong>Donizetti</strong><br />
Rosanna Zanini<br />
Direttore di produzione<br />
Barbara Crotti, Silvana Martinelli, Dilva Rossi<br />
Segreteria organizzativa<br />
FonDazione DonizeTTi<br />
Paolo Fabbri<br />
Direttore scientifico<br />
Livio Aragona, Federico Fornoni<br />
Responsabili Ricerca, Didattica ed Editoria<br />
Caterina Pusineri<br />
Segreteria<br />
Raffaella Valsecchi<br />
Ufficio stampa
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Collaborano con il Bergamo Musica Festival 2010:<br />
accaDemia Del TeaTro alla Scala Di milano<br />
aSSociazione Pignolo in<br />
azienDa TeaTro Del giglio Di lucca<br />
BiBlioTeca ciro caverSazzi<br />
camera Di commercio Di Bergamo<br />
caSa ricorDi<br />
civica BiBlioTeca angelo mai<br />
civica BiBlioTeca anTonio TiraBoSchi<br />
DonizeTTi SocieTy Di lonDra<br />
eDizione nazionale Delle oPere Di gaeTano DonizeTTi<br />
enTe concerTi marialiSa De caroliS Di SaSSari<br />
FeSTival organiSTico inTernazionale ciTTà Di Bergamo<br />
FonDazione cariPlo - ProgeTTo ‘verSo DonizeTTi:<br />
una conoScenza muSicale’<br />
FonDazione TeaTro coccia Di novara<br />
iSTiTuTo SuPeriore Di STuDi muSicali gaeTano DonizeTTi<br />
laBoraTorio 80<br />
mia – FonDazione Della congregazione Della miSericorDia<br />
maggiore<br />
regione lomBarDia - ProgeTTo ‘PaSSeggiaTe DonizeTTiane:<br />
la ciTTà Del comPoSiTore’<br />
SiSTema BiBlioTecario Provinciale<br />
SiSTema BiBlioTecario urBano<br />
TeaTro granDe Di BreScia<br />
univerSiTà Degli STuDi Di Bergamo<br />
univerSiTà Degli STuDi Di Ferrara<br />
univerSiTà Degli STuDi Di milano<br />
Si ringraziano:<br />
aSSociazione commercianTi Bergamo vive<br />
TuriSmo Bergamo
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Si inaugura la nuova stagione lirica del Teatro <strong>Donizetti</strong>. che saluta i<br />
primi cinque anni del Bergamo musica Festival gaetano <strong>Donizetti</strong>.<br />
Festival che ha aiutato Bergamo ad accreditarsi come una delle maggiori<br />
‘città della musica’ in italia.<br />
Quest’anno il Festival apre nel segno di una continuità con un percorso<br />
che non ha appunto mancato di dare soddisfazioni al Teatro, e in<br />
termini di numeri, e in termini di apprezzamento per la qualità del prodotto,<br />
alla cui relizzazione ha concorso il massimo impegno profuso dalla<br />
<strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong> e da tutti i professionisti coinvolti. cosa che ho<br />
potuto constatare direttamente, sia nella passata stagione bergamasca che<br />
nella fortunatissima tournée giapponese, durante la quale tremila entusiasti<br />
spettatori ogni sera hanno applaudito i nostri artisti al Bunka Kaikan<br />
di Tokyo. e tuttavia poiché puntiamo a fare ancora meglio, sono certa<br />
che altri progressi, sia in termini artistici che manageriali, verranno grazie<br />
anche ad un nuovo consiglio di amministrazione, di ottimo livello,<br />
che non mancherà di proporre con spirito costruttivo migliorie e innovazioni.<br />
ad esempio, la stagione delle co-produzioni già quest’anno entra<br />
in una fase nuova, che dovrà essere percorsa fino in fondo. Sotto alcuni<br />
aspetti, la lirica è un po’ come il calcio nel nostro Paese. ispira da sempre<br />
vivacissime discussioni, segno dell’amore per questa espressione artistica.<br />
Bergamo non fa eccezione. e alla lirica oggi questo stimolo fa bene<br />
più che mai; servono l’attenzione e l’apporto concreto di tutti, istituzioni,<br />
sponsor, artisti, amanti e appassionati, poiché, non nascondiamolo, è<br />
un momento cruciale per le difficoltà economiche imposte alla cultura.<br />
e tuttavia c’è qualcosa che ci fa ben sperare: i contributi erogati sono<br />
subordinati all’importanza culturale della produzione, alla regolarità<br />
gestionale, all’affluenza del pubblico. una valutazione di merito, quindi.<br />
e sapendo che in queste tre caratteristiche l’attività della <strong>Fondazione</strong> e<br />
del Teatro si rispecchia perfettamente, pur nella preoccupazione per le<br />
oggettive difficoltà, mi permetto un cauto ottimismo per Bergamo e la<br />
sua produzione lirica. Del resto per carattere e formazione culturale,<br />
come tanti bergamaschi, sono convinta che la cosa più importante sia<br />
lavorare bene e con serietà, utilizzando al massimo le proprie capacità e<br />
le proprie risorse; queste le condizioni che permettono di essere credibili,<br />
dal pubblico e dalle istituzioni. e all’appassionato e competente
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pubblico bergamasco chiedo un’adesione alla stagione; non incondizionata,<br />
anche critica. Però chiedo di far giungere a tutti a chiare lettere il<br />
segnale che la lirica è importante, seguita e amata nella città natale di<br />
gaetano <strong>Donizetti</strong>.<br />
claudia Sartirani<br />
assessore alla cultura e Spettacolo
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il Bergamo musica Festival gaetano <strong>Donizetti</strong> giunge quest’anno alla<br />
quinta edizione. cinque titoli lirici e un balletto costituiscono – come<br />
consuetudine – la struttura portante della manifestazione. i tre spettacoli<br />
monograficamente riferiti alla letteratura donizettiana vedono il teatro<br />
di Bergamo come capofila; gli altri tre spettacoli, capolavori del grande<br />
repertorio musicale, nasceranno nei teatri di lucca e novara.<br />
la programmazione 2010 prende a spunto un passo del libretto di<br />
Don Pasquale: «D’esitar non è più tempo: dite di sì». il rapporto con il<br />
Tempo, intendendo il termine in molteplici sfumature di significato, è<br />
argomento che permette affascinanti affondi nella letteratura teatrale.<br />
il Tempo può indicare la rotta d’un viaggio, innanzitutto: un calendario<br />
percorso in avanti o all’indietro è risorsa antichissima e di grande<br />
pregnanza spettacolare. in <strong>Poliuto</strong> il tracciato immaginato da corneille,<br />
<strong>Donizetti</strong> e cammarano conduce all’armenia dell’anno 257 d.c., un<br />
altrove crono-geografico remotissimo. ma è proprio grazie a tale lontananza<br />
se possiamo ritrovare la potenza degli elementi fondanti delle<br />
società occidentali moderne: l’adozione d’una nuova etica anche attraverso<br />
il percorso del martirio; il riconoscimento di idealità superiori e<br />
universali; i patti di lealtà e fedeltà che trasformano i singoli in comunità<br />
solidali. Professionisti di grande fama saranno protagonisti di questo<br />
nuovo allestimento: il tenore gregory Kunde, che debutta il ruolo eponimo;<br />
il soprano Paoletta marrocu per la prima volta sul nostro palcoscenico.<br />
Simone Del Savio e andrea Papi tornano a Bergamo dopo fortunate<br />
produzioni degli anni passati. al podio marcello rota, direttore<br />
che gli appassionati ricordano per una memorabile edizione di Roberto<br />
Devereux nel 2006. lo spettacolo avrà la regia di marco Spada, mentre le<br />
scene e i costumi sono di alessandro ciammarughi, accoppiata che ha<br />
presentato due anni fa un vivido e suggestivo Marino Faliero.<br />
con maggior concretezza, lo scorrere del Tempo nella letteratura<br />
comica permette la realizzazione di trame dal meccanismo inesorabile.<br />
l’orologio di Amor ingegnoso, rarissima ed elegante farsa veneziana di<br />
giovanni Simone mayr, invece di scorrere linearmente racconta il paradosso<br />
apparente d’una persona creduta morta e improvvisamente tornata<br />
dal passato. Il campanello (che presentiamo per la prima volta nel nostro<br />
teatro con i dialoghi recitati) è invece un congegno esplosivo con una<br />
miccia che brucia per tutto l’arco drammatico, fino al botto finale: il per-
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fido enrico ruba ogni minuto della prima notte di nozze al farmacista<br />
Don annibale per impedirgli di dormire accanto alla novella sposa. la<br />
produzione è affidata a giovani cantanti di spiccato talento comico: fra<br />
loro citiamo almeno il basso napoletano Filippo morace che ritorna<br />
dopo aver vestito i panni di Dulcamara l’anno scorso, livio Scarpellini,<br />
maurizio magnini e Stefania Ferrari, che abbiamo apprezzato nel 2008<br />
in Una piccola Cenerentola. la regia è affidata all’umorismo teatrale di<br />
enrico Beruschi, mentre la scenografia e i costumi saranno firmati da<br />
angelo Sala e realizzati dall’accademia del Teatro alla Scala di milano.<br />
la farsa di mayr verrà distribuita anche nell’ambito del progetto la<br />
scuola all’opera.<br />
in Don Pasquale il Tempo – inteso come età – potrebbe essere considerato<br />
addirittura il silente protagonista dell’opera. <strong>Donizetti</strong> vi inscena<br />
la più tenera delle debolezze umane: chi è che col trascorrere degli<br />
anni non ha mai immaginato di far camminare le lancette al contrario?<br />
c’è chi ricorre al chirurgo plastico e al botox, chi s’impianta parrucchini,<br />
chi intreccia spericolate liaisons con amanti più giovani di molti<br />
decenni, chi compra sgargianti tutine da ciclista o da jogging correndo<br />
giocondamente verso un coccolone. Battaglia, quella contro il Tempo,<br />
ovviamente impossibile da vincere: ma Don Pasquale affronta tragicomicamente<br />
il proprio destino fino in fondo, più o meno come farà quasi<br />
mezzo secolo dopo Sir John Falstaff nell’intonazione verdiana. lo spettacolo<br />
è stato progettato con lo scenografo massimo checchetto e il<br />
costumista carlos Tieppo del Teatro la Fenice di venezia, e inscenerà<br />
appunto il dissidio fra il Tempo antico di Don Pasquale e il Tempo<br />
moderno di norina. la compagnia propone alcuni solisti già noti al<br />
nostro pubblico – Paolo Bordogna, linda campanella, roberto iuliano,<br />
ivan magrì – assieme ad alcuni nomi nuovi: ricordiamo fra loro almeno<br />
christian Senn ed eugenio leggiadri gallani. Direttore d’orchestra sarà<br />
Stefano montanari, artista che ha ottenuto un grande successo personale<br />
l’anno scorso in Elisir e che dalla critica internazionale è stato giudicato<br />
come autentica rivelazione della tournée del Teatro <strong>Donizetti</strong> in<br />
giappone.<br />
Rigoletto, Don Giovanni e Lago dei cigni verranno proposti con allestimenti<br />
di carattere storicistico. ivan Stefanutti riprogetta una mantova
01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 9<br />
cinquecentesca attraverso allusioni scenografiche e costumi di derivazione<br />
rinascimentale. lo scenografo Dvorák utilizza la rotonda del Palladio<br />
– evidente citazione dal film di losey – per ospitare la complessità<br />
barocca dei rapporti fra i personaggi del Don Giovanni. Il lago dei cigni<br />
ripropone, attraverso la compagnia la classique, celeberrime coreografie<br />
della grande tradizione russa ottocentesca.<br />
Proiezioni cinematografiche, letture, conferenze, presentazioni di<br />
libri ed edizioni, il Premio <strong>Donizetti</strong> e numerosi concerti animeranno<br />
come di consueto i luoghi donizettiani della città fra settembre e dicembre.<br />
Francesco Bellotto<br />
Direttore artistico<br />
Bergamo musica Festival gaetano <strong>Donizetti</strong>
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01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 11<br />
POLIUTO<br />
tragedia lirica in tre atti<br />
Libretto di<br />
Salvadore cammarano<br />
Musica di<br />
gaetano <strong>Donizetti</strong>
01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 12<br />
A cura di<br />
livio aragona e Federico Fornoni<br />
Comitato editoriale<br />
livio aragona, maria chiara Bertieri, Federico Fornoni<br />
Realizzazione grafica di copertina<br />
matteo arena<br />
Si ringraziano per la gentile collaborazione<br />
Stefania casini e cristina longhi, civico museo archeologico di Bergamo<br />
vittorio castagnoli<br />
Johan eeckeloo, Bibliothèque du conservatoire royal de Bruxelles<br />
Fulvio Stefano lo Presti, <strong>Donizetti</strong> Society, london<br />
Piera ravasio<br />
Copertina e illustrazioni del volume<br />
Bergamo romana, galleria fotografica di gianfranco rota, Photo Studio uv<br />
reperti del civico museo archeologico di Bergamo<br />
Quaderni della <strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong> 21<br />
2010 © <strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong><br />
www.donizetti.org<br />
Stampato da maggioni lino Srl – ranica (Bg)<br />
iSBn<br />
978-88-89346-34-1
01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 13<br />
la locandina<br />
inDice<br />
Paolo FaBBri<br />
«Spunta il sol de’ giorni santi»: una missione per l’opera seria<br />
FeDerico Fornoni<br />
Tempo interiore del personaggio donizettiano: il caso di <strong>Poliuto</strong><br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
a cura di FeDerico Fornoni<br />
<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo:<br />
«Ogni fibra nel sen così ci ha scossa [...]»<br />
a cura di Piera ravaSio<br />
marco SPaDa<br />
<strong>Poliuto</strong>: una tragedia della volontà<br />
Note di regia<br />
Struttura e argomento dell’opera<br />
il libretto della prima<br />
Bibliografia<br />
Discografia essenziale<br />
15<br />
17<br />
35<br />
47<br />
81<br />
103<br />
111<br />
115<br />
143<br />
147
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01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 15<br />
BERGAMO MUSICA FESTIVAL GAETANO DONIZETTI<br />
Teatro <strong>Donizetti</strong><br />
17 settembre ore 20.30 - 19 settembre ore 15.30<br />
POLIUTO<br />
Tragedia lirica in tre atti di Salvadore cammarano<br />
musica di gaetano <strong>Donizetti</strong><br />
edizione critica a cura di William ashbrook e roger Parker<br />
casa ricordi - <strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong><br />
edizione nazionale delle opere di gaetano <strong>Donizetti</strong><br />
Personaggi<br />
<strong>Poliuto</strong><br />
Paolina<br />
Severo<br />
callistene<br />
nearco<br />
Felice<br />
Direttore d’orchestra Marcello Rota<br />
regia Marco Spada<br />
Scene e costumi Alessandro Ciammarughi<br />
Disegno luci Fabio Rossi<br />
maestro del coro Fabio Tartari<br />
Interpreti<br />
Gregory Kunde<br />
Paoletta Marrocu<br />
Simone Del Savio<br />
Andrea Papi<br />
Massimiliano Chiarolla<br />
Dionigi D’Ostuni<br />
Orchestra e Coro del<br />
Bergamo Musica Festival Gaetano <strong>Donizetti</strong><br />
Nuovo allestimento del<br />
Bergamo Musica Festival Gaetano <strong>Donizetti</strong><br />
in coproduzione con<br />
Ente Concerti Marialisa De Carolis di Sassari
01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 16<br />
ritratto di gaetano <strong>Donizetti</strong>.<br />
<strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong>, Bergamo.
02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 17<br />
Paolo Fabbri<br />
«Spunta il sol de’ giorni santi»:<br />
una missione per l’opera seria<br />
Dopo una fortunata carriera italiana (che l’aveva visto, tra l’altro, primo<br />
Ugo in Parisina [1833] e primo Edgardo in Lucia di Lammermoor [1835]),<br />
il tenore Gilbert-louis Duprez debuttava nel 1837 all’opéra di Parigi in<br />
Guillaume Tell di rossini, entusiasmando con uno stile energico e stentoreo<br />
fatto di dinamismo scenico, linea di canto tesa ed elettrizzante,<br />
acuti presi a voce piena (‘di petto’) e non più in falsettone. Quel tipo<br />
d’interpretazione, più rispondente alle nuove esigenze espressive, aveva di<br />
colpo appannato la stella di adolphe Nourrit (1802-1839), primo tenore<br />
dell’opéra, fin lì beniamino del pubblico e osannato creatore di ruoli<br />
come Masaniello (La muette de Portici di auber, 1828), appunto arnold<br />
(Guillaume Tell, 1829), robert (Robert le diable di Meyerbeer, 1831),<br />
Eléazar (La juive di Halévy, 1835), raoul (Les Huguenots di Meyerbeer,<br />
1836).<br />
Per tornare sulla breccia, Nourrit pensò di trasferirsi a sua volta in<br />
italia: sia per proporsi ai teatri della Penisola, sia per impratichirsi del<br />
nuovo stile di canto italiano che sembrava aver fatto la fortuna del rivale<br />
Duprez. lasciata la famiglia a Parigi, arrivato a Venezia il 22 gennaio<br />
1838 ebbe modo d’incrociarvi <strong>Donizetti</strong> che lì stava preparando Maria<br />
de Rudenz (andrà in scena alla Fenice il 30 del mese). il compositore era<br />
certo l’operista più in auge del momento, ma a colpire Nourrit dovette<br />
essere anche la sua esperienza in materia di vocalità. in breve, decise che<br />
sarebbe stato <strong>Donizetti</strong> a insegnargli lo stile vocale «pour me faire chanteur<br />
italien [per trasformarmi in cantante italiano]», come scriveva alla<br />
moglie il 6 marzo: e, chissà, magari avrebbe anche ottenuto di farsi scrivere<br />
un’opera nuova a misura della propria voce, per il suo debutto in<br />
italia.<br />
Dopo le recite d’obbligo (Maria de Rudenz fu un fiasco), il 3 febbraio<br />
<strong>Donizetti</strong> lasciò Venezia per rientrare a Napoli, dove per il 30 maggio<br />
era prevista una sua opera nuova al S. Carlo. Di lì a poco lo seguiva<br />
17
02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 18<br />
Fabbri<br />
Nourrit. <strong>Donizetti</strong> arrivò a Napoli il 23 febbraio, Nourrit il 3 marzo,<br />
giusto in coincidenza col suo trentaseiesimo compleanno (un segno di<br />
buon auspicio, gli parve): due giorni dopo si presentava al compositore<br />
per la sua prima lezione.<br />
Nelle settimane successive la scommessa di Nourrit si rivelò azzeccata:<br />
le lezioni proseguivano con soddisfazione, a fine aprile veniva scritturato<br />
al S. Carlo per l’autunno, e il suo debutto sarebbe avvenuto proprio<br />
con la nuova opera di <strong>Donizetti</strong>, nel frattempo slittata. Non solo.<br />
Nourrit ne aveva anche suggerito l’argomento al compositore, subito<br />
conquistato da quel soggetto «qui lui a déjà monté la tête [di cui è già<br />
entusiasta]», come Nourrit riferiva al cognato il 25 aprile: il 15 maggio<br />
ne parlerà alla moglie come della «notre opéra [nostra opera]».<br />
l’idea era di ricavare un libretto dalla tragedia di Pierre Corneille<br />
Polyeucte martyr, recitata a Parigi nella stagione 1641-1642 e stampata nel<br />
1643. Elaborando quanto si poteva leggere nella ristampa ampliata del<br />
De probatis sanctorum historiis di lorenzo Surio (nell’edizione postuma del<br />
1582, curata dal confratello Mosander), Corneille aveva steso una «tragédie<br />
chrétienne [tragedia cristiana]» nei cui personaggi s’incarnavano i<br />
dibattiti coevi sui concetti di grazia e di libero arbitrio. rispetto alla passività<br />
della predestinazione protestante, la determinazione al martirio di<br />
san <strong>Poliuto</strong> bene esemplificava la posizione cattolica, e quella gesuitica in<br />
particolare teorizzata da luis Molina nel trattato Concordia liberi arbitrii<br />
cum gratiæ donis (1588).<br />
Era un progetto che Nourrit aveva accarezzato fin da quando era<br />
partito da Parigi. il tenore francese non aveva una buona opinione dei<br />
drammi in voga sui palcoscenici italiani, e la freschissima Maria de<br />
Rudenz non gli aveva certo fatto cambiare idea. a dominare, nei teatri<br />
della Penisola, era un’infatuazione generale per «tout ce qui vient de<br />
France [tutto ciò che viene dalla Francia]», importato «les yeux fermés<br />
[ad occhi chiusi]» pescando a piene mani dai cartelloni dei teatri popolari<br />
dei boulevards (lettera alla moglie, 31 gennaio). Colto e letterato<br />
com’era, Nourrit non amava quelle produzioni romanzesche e ad effetto,<br />
con vicende a forti tinte e di condotta grossolana. il suo ideale sarebbero<br />
stati piuttosto «des opéras dont l’action serait plus raisonnable et<br />
mieux réglée [opere dall’azione più ragionevole e meglio osservante<br />
delle regole]». Una tragedia del grand siècle come quella di Corneille gli<br />
18
02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 19<br />
«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />
doveva sembrare perfetta. Era il teatro accademico della Comédie<br />
Française che si ergeva idealmente contro gli spettacoli delle sale popolari<br />
del Gymnase o della Porte-Saint-Martin, e la vicenda di redenzione<br />
portata in scena in Polyeucte martyr finiva per riguardare sia i suoi protagonisti,<br />
sia il genere stesso dell’opera italiana, drammaturgicamente<br />
tanto traviata.<br />
in questa fase della vita di Nourrit, una tale crociata culturale si<br />
sommava però anche a un’intensa, personale reviviscenza di devozione<br />
che lo aveva portato a riavvicinarsi alla Chiesa, e a volerne condividere<br />
i riti: una vera e propria riconversione, le cui tracce sono largamente<br />
visibili nel suo carteggio. alla moglie che, da Parigi, lo informava della<br />
prima comunione dei loro figli, e di quanto le fossero stati di conforto<br />
i colloqui spirituali con l’abate D…, il 23-24 aprile 1838 il tenore<br />
replicava da Napoli con una lunga lettera traboccante di esaltazione<br />
religiosa:<br />
Hier dimanche, poussé par un mouvement de conviction profonde, je suis<br />
entré dans une église pour y entendre la messe avec recuiellement. Je<br />
n’avais pas de livre de messe, et je priai le vieux capitaine qui me loue mon<br />
logement de m’en prêter un. le hasard, ou plutôt cette volonté qui règle<br />
toute chose m’a fait tomber sur un livre excellent, une explication en italien<br />
de tous les symboles de la messe, avec une prière adaptée à chacun des<br />
mystères de la Passion de Jésus-Christ, dont le sacrifice chrétien est toute<br />
l’histoire. J’étais vraiment ému en suivant l’Homme-Dieu dans tous les<br />
actes de son agonie, et mon cœur répétait avec onction ces prières que<br />
l’Église dicte à ses enfants. Ce que les instructions de l’abbé D… t’ont<br />
appris, ce livre me le révélait ; et nous devons tous deux nous prosterner<br />
devant cette divine Providence qui a voulu que cette révolution s’operât<br />
en même temps dans nos esprits. Dieu nous a réellement unis dans une<br />
même prière, dans un même mouvement d’amour et de retour vers lui. ah<br />
! plus des doutes maintenant, chére amie ; suivons avec confiance cette<br />
route où nous conduit tous deux une main céleste, et que le jour où nos<br />
enfants vont naître à la vie chrétienne soit aussi celui de notre renaissance.<br />
[…] J’ai suivi mon projet [de rentrer franchement dans le sein de l’Église]<br />
et je t’ai dit l’émotion que j’ai éprouvée en écoutant la messe et en mêlant<br />
mes prières aux prières de l’Église. Toutes les objections ont disparu pour<br />
moi ; rien ne s’est plus interposé entre Dieu et moi, et ce retour franc et<br />
spontané vers la religion m’à donné un bien-être indicibile, une satisfaction<br />
extrême. […]<br />
19
02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 20<br />
Fabbri<br />
Nous avons touché le port, chère compagne de ma vie, chère moitié<br />
de moi-même ; plus que jamais nous sommes unis l’une à l’autre, car nous<br />
sommes unis en Dieu, qui de nos deux âmes ne fait qu’une seule âme, qui<br />
de nos deux amours ne fait qu’un seul amour. Mettons-nous donc à<br />
genoux, et remercions-le en versant des larmes de reconnaissance.<br />
[ieri, domenica, spinto da un moto di profonda convinzione, sono entrato<br />
in una chiesa per sentirvi messa in raccoglimento. Non avevo un libro da<br />
messa, e ho pregato il vecchio capitano da cui sono in affitto di prestarmene<br />
uno. il caso, o meglio la volontà che tutto regola, m’ha fatto cadere su<br />
di un libro eccellente, una spiegazione in italiano di tutte le simbologie<br />
della messa, con una preghiera per ciascuno dei misteri della passione di<br />
Gesù Cristo, che il sacrificio cristiano ‹della messa› sintetizza. Ero veramente<br />
commosso mentre seguivo l’Uomo-Dio in tutti i momenti della sua<br />
agonia, e il mio cuore ripeteva con devozione le preghiere che la Chiesa<br />
detta ai suoi figli. Quegli insegnamenti che tu hai appreso dall’abate D…,<br />
questo libro me li rivelava; e noi dobbiamo entrambi prosternarci davanti<br />
alla divina Provvidenza che ha voluto che questa rivoluzione si compisse<br />
contemporaneamente nelle nostre anime. Dio ci ha davvero unito in una<br />
stessa preghiera, in uno stesso moto d’amore e di ritorno a lui. ah, ora basta<br />
coi dubbi, mia cara; seguiamo con fiducia la strada cui ci conduce entrambi<br />
una mano celeste, e che il giorno in cui i nostri figli nascono alla vita<br />
cristiana sia anche quello della nostra rinascita. […] Ho seguito il mio progetto<br />
(di rientrare con franchezza nel seno della Chiesa) e t’ho detto<br />
l’emozione che ho provato nell’ascoltare messa e nel mescolare le mie preghiere<br />
alle preghiere della Chiesa. Tutte le obiezioni sono svanite, da parte<br />
mia; niente più si frappone fra Dio e me, e questo ritorno sincero e spontaneo<br />
alla religione m’ha dato un benessere inesprimibile, una grandissima<br />
soddisfazione. […] abbiamo raggiunto il porto, cara compagna della mia<br />
vita, cara metà di me stesso; siamo più che mai uniti vicendevolmente, perché<br />
siamo uniti in Dio, che fa delle nostre due anime una sola, dei nostri<br />
due amori uno solo. inginocchiamoci, e ringraziamolo versando lacrime<br />
di riconoscenza.]<br />
la vicenda di Polyeucte per Nourrit non era dunque solo un soggetto<br />
efficace e di elevata dignità artistica, ma anche una proiezione di<br />
recentissime scelte personali: «tu sais si j’ai confiance dans les sentiments<br />
que j’aurai à exprimer dans ce rôle de martyr [tu sai se mi sono famigliari<br />
i sentimenti che dovrò esprimere in questo ruolo di martire]», scriveva<br />
alla moglie il 29 aprile. incarnare quel personaggio avrebbe signifi-<br />
20
02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 21<br />
«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />
cato per lui compiere un’autentica missione religiosa, dando una testimonianza<br />
di fede (‘martire’ appunto come ‘testimone’) dal palcoscenico<br />
trasformato in pulpito.<br />
Maintenant que j’ai rompu avec mon passé, je veux tâcher de donner à<br />
mon talent une direction conforme à mes croyances, et j’espère que Dieu<br />
m’aidera à répandre, par le moyen de mon art, des pensées bonnes et utiles<br />
à l’humanité ; j’espère qu’il permettra que mon art se purifie, et que sous<br />
l’attrait du plaisir, il serve à propager l’amour du bien, qui est l’amour de<br />
Dieu. [Nourrit alla madre, 20 maggio: «ora che ho rotto col mio passato,<br />
voglio fare in modo di dare al mio talento una direzione coerente con ciò<br />
in cui credo, e spero che Dio mi aiuti a diffondere, con la mediazione della<br />
mia arte, dei pensieri buoni e utili al genere umano; spero permetta che la<br />
mia arte si purifichi e che, con l’allettamento del piacere, serva a propagare<br />
l’amore del bene, che è l’amor di Dio»].<br />
[…] si j’ai le bonheur d’éveiller les sympathies de ce public en lui chantant<br />
l’exaltation d’un martyr chrétien, ce n’est pas à moi seul que j’attribuerai<br />
mon succès. Dieu m’aura conduit par la main, et c’est à lui que j’en<br />
rapporterai toute la gloire. [Nourrit a D…, 10 agosto: «se ho la fortuna di<br />
destare le simpatie del pubblico cantandogli la celebrazione di un martire<br />
cristiano, non sarà solo a me che attribuirò il mio successo. Dio mi avrà<br />
condotto per mano, e sarà a lui che attribuirò tutta la gloria»].<br />
<strong>Donizetti</strong> fu conquistato dalla proposta di Nourrit. il soggetto gli<br />
parve subito «tout nouveau pour l’italie [nuovissimo per l’italia]», come<br />
riferiva il tenore alla moglie il 29 aprile, e soprattutto dotato di una ‘tinta’<br />
particolare. Quel tono religioso era del tutto inedito sulle scene italiane,<br />
e rappresentava uno sfondo eccellente contro cui far risaltare per<br />
contrasto quelle passioni umane che il teatro musicale era solito portare<br />
in scena. il compositore già meditava «de faire autre chose que ce qu’il<br />
a fait jusqu’à présent ; les chrétiens lui montent la tête, et il compte sur<br />
l’effet des chants religieux au milieu de situations pathétiques [di fare<br />
cose diverse da quanto aveva fatto fin lì; i cristiani lo entusiasmano, e fa<br />
conto sull’effetto dei canti religiosi nel pieno delle situazioni patetiche]»,<br />
secondo quanto riportava nella lettera appena citata.<br />
Nourrit auspicava anche che il tipo di vicenda, e quel modello letterario<br />
alto, potessero indurre <strong>Donizetti</strong> ad evitare «cette facilité dont il<br />
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02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 22<br />
Fabbri<br />
abuse quelquefois [la facilità di cui qualche volta abusa: lettera a Hiller,<br />
5 maggio]». il compositore non lo deluderà. lo comprovano architetture<br />
estese e complesse come il Finale iii, una summa in cui i nodi drammatici<br />
e gli esiti ultimi delle maturazioni dei protagonisti sono suggeriti<br />
anzitutto dal succedersi di strutture pensate per l’occasione, senza adagiarsi<br />
sulla norma: un duetto d’insolita forma che segue passo passo la<br />
conversione di Paolina, l’addensarsi di un inopinato concertato («Deh! Ti<br />
cangia… se ancora persisti») che intreccia i destini dei singoli prima del<br />
precipitare della situazione, la monumentale stratificazione conclusiva<br />
che celebra i traguardi del Sublime religioso.<br />
Ma la tensione compositiva innescata da <strong>Donizetti</strong> non è minore<br />
nei particolari, come dimostrano i preamboli strumentali alle sortite di<br />
<strong>Poliuto</strong> (N. 1) e di Paolina (N. 2), interamente fondati sul lavorìo di singole<br />
figurazioni. in quest’ultimo, anzi, l’ostinato ritmico orchestrale che<br />
ci si aspetterebbe facesse da sfondo a una qualche melodia del clarinetto<br />
obbligato, finisce per contare più del solista, il cui intervento si limita a<br />
sciorinare un repertorio di passi virtuosistici senza mai far coagulare una<br />
linea di canto vera e propria. Nel N. 5 lo stesso inciso che accompagna<br />
il cantabile si prolunga nel tempo di mezzo, dando continuità a queste<br />
due fasi del ‘numero’. all’interno dei Finali ii e iii si sentono accenni<br />
elaborativi di singole idee che ricordano le sezioni ‘di sviluppo’ degli<br />
allegri strumentali di scuola austro-tedesca: ad esempio quelli quartettistici,<br />
la conoscenza dei quali, come dichiarava <strong>Donizetti</strong> a Dolci il 15<br />
maggio 1842, «poi mi giovarono tanto per risparmiare la fantasia e condurre<br />
un pezzo con poche idee».<br />
Nella lettera del 29 aprile, Nourrit informava la moglie che le linee<br />
generali del lavoro già erano tracciate. la strategia drammaturgica adottata<br />
prevedeva d’intrecciare sapientemente amor sacro e amor profano. il<br />
poeta del S. Carlo incaricato di verseggiarlo, Salvadore Cammarano, aveva<br />
accolto di buon grado quest’impianto: «avant le triomphe du sentiment<br />
religieux, nous avons laissé se développer un peu la passion humaine, et<br />
le sacrifice en est d’autant plus beau. le poëte de <strong>Donizetti</strong> a aussi adopté<br />
cette donnée avec confiance, et travaille dejà sur le plan que moi-même<br />
je lui ai écrit en italien [prima di far trionfare il sentimento religioso,<br />
abbiamo lasciato che si sviluppasse un poco la passione umana, e il sacri-<br />
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02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 23<br />
«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />
ficio è tanto più bello. il poeta di <strong>Donizetti</strong> ha accolto questo elemento<br />
con fiducia, e lavora già sul piano ‹dell’opera› che gli ho steso io stesso<br />
in italiano]».<br />
in realtà <strong>Donizetti</strong> esitava. l’otto maggio riferiva al cognato: «Qui<br />
scrivo in settembre per la ronzi, Nourrit, barroilhet. Cosa poi scriverò<br />
non sollo per anco», schizzando poi un ritrattino di Cammarano che,<br />
tutto solo e in cerca d’ispirazione, percorreva in su e in giù il porticato<br />
della napoletana chiesa di S. Francesco (una costruzione recentissima,<br />
realizzata dall’impresa edilizia che faceva capo a quel medesimo<br />
Domenico barbaia che gestiva il S. Carlo). Vincendo le perplessità, di lì<br />
a pochissimo <strong>Donizetti</strong> prese la decisione, e Cammarano si mise al lavoro.<br />
il 10 maggio il compositore iniziò la stesura di <strong>Poliuto</strong> (la data si legge<br />
sulla prima pagina della partitura), e a metà luglio era quasi giunto al termine.<br />
barbaia era stato informato del soggetto prescelto solo il 16 giugno,<br />
quando il musicista stava scrivendo da più di un mese.<br />
Una sintesi scena per scena della tragedia di Corneille (cfr.<br />
aPPENDiCE) consente di definire il materiale di partenza e valutare<br />
meglio il lavoro librettistico successivo. rispetto a Corneille, nel quale<br />
l’eroica determinazione e la testimonianza di fede del protagonista prima<br />
o poi tocca o converte tutti (compreso il magnanimo Sévère), Nourrit e<br />
Cammarano imbastirono un tipico triangolo tenore-soprano vs baritono,<br />
con <strong>Poliuto</strong> diviso tra gelosia e zelo religioso, Paolina lacerata tra<br />
l’antico amore e la fedeltà coniugale (spinta fino a condividere col marito<br />
fede e martirio), Severo squassato da amore impossibile e spirito di<br />
vendetta (e i due bassi di contorno: un Padre tiranno, un Sacerdote nei<br />
panni del malvagio). «l’effet de mon rôle reposera sur l’exaltation du<br />
sentiment religieux, combattu un instant par la passion humaine, mais<br />
finissant par triompher [l’effetto del mio ruolo starà nell’esaltazione del<br />
sentimento religioso, combattuto per poco dalla passione umana, ma alla<br />
fine trionfante]», aveva scritto Nourrit a madame aucoc, il 1 o maggio.<br />
Quei due poli espressivi sono evidenti fin dalla presentazione del<br />
personaggio, che ha il suo primo culmine in una breve cavatina<br />
(«D’un’alma troppo fervida»: N. 1) cui poco dopo fa da pendant non già<br />
una cabaletta, come ci si aspetterebbe, ma un inno religioso («infiamma<br />
quest’alma»), perdipiù già interno al ‘numero’ seguente: anzi, è da quella<br />
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Fabbri<br />
pagina che traboccherà irrefrenabile «Di quai soavi lagrime», il ‘cantabile’<br />
di Paolina (N. 2). la conquista della vera fede, da parte di <strong>Poliuto</strong> nella<br />
versione Nourrit-<strong>Donizetti</strong>-Cammarano, vuol dire ovviamente rigetto<br />
del culto pagano (il che gli costerà la vita), ma ancor prima ripudio del<br />
‘troppo umano’ di cui è intriso. la battaglia interiore erompe nuovamente<br />
nell’atto ii (N. 5), col furente «Fu macchiato l’onor mio», poi<br />
sopito dal perdono cristiano («Cessa, fatal consiglio») e dalla nuova fede<br />
spinta fino all’eroismo («Sfolgorò divino raggio»: una cabaletta che<br />
smorza gli ardori, anziché attizzarli come di solito accadeva). la lotta<br />
riesplode sfrenata e spettacolare nel Finale ii (N. 6), col pubblico ripudio<br />
della moglie e l’empio oltraggio all’altare di Giove sotto gli occhi del<br />
popolo inorridito.<br />
Fin da quando gli era stato prospettato quel soggetto, <strong>Donizetti</strong><br />
aveva messo subito a fuoco che uno dei punti cruciali era pensare a qualcosa<br />
di adatto «pour entrer dans le caractère de cette musique chrétienne<br />
qu’il va avoir à traiter pour la première fois [per entrare nel carattere di<br />
questa musica cristiana che si accinge a trattare per la prima volta]», come<br />
scriveva Nourrit alla moglie il 6 maggio. E il 15: «<strong>Donizetti</strong> a déjà fait<br />
l’introduction, et m’a déjà fait chanter une prière que je dis au moment<br />
de me faire chrétien [ha già fatto l’introduzione, e mi ha già fatto cantare<br />
una preghiera che io dico al momento di farmi cristiano]». Nourrit<br />
si riferiva ovviamente a «infiamma quest’alma», la pagina più ‘cristiana’<br />
dell’opera: e non solo perché vi si canta di un battesimo. il compositore<br />
immaginò infatti una polifonia melodica che arieggiasse i canti da<br />
chiesa, su strofette che potrebbero appartenere a qualche raccolta coeva<br />
di Inni sacri quali ad esempio quelli recenti di luigi Tadini o di<br />
alessandro Manzoni. Quei versi sono però intonati dal solo battezzando,<br />
mentre le altre voci che l’accompagnano si limitano ad un ‘coro a<br />
bocca aperta’ che articola un’unica vocale, con un effetto-alone davvero<br />
sperimentale e singolarissimo (è invece universalmente noto e apprezzato<br />
l’analogo ‘a bocca chiusa’ di Madama Butterfly, per il quale bisognerà<br />
però attendere il 1904).<br />
Nel corso della vicenda, questa pagina assume un valore connotativo<br />
nodale. Essa riecheggia nel preludio orchestrale all’inizio del Finale<br />
iii (N. 8), quando <strong>Poliuto</strong> è in carcere in attesa del supplizio: «immerso»<br />
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«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />
in un «sonno» durante il quale rivive la sua vicenda (lo veniamo a sapere<br />
dalle parole che gli sfuggono dormendo), possiamo immaginare che la<br />
muta rievocazione del suo canto battesimale stia per il ricordo di<br />
quell’atto. la medesima melodia diventa poi una sorta di inno identitario<br />
quando poco dopo la si sente intonata fuori scena dagli altri correligionari<br />
di <strong>Poliuto</strong> che si avviano al martirio. Ma le sue battute iniziali<br />
si erano ascoltate in orchestra anche nel Finale ii, al momento in cui il<br />
cristiano Nearco era stato portato in catene al cospetto del tribunale. lì,<br />
quel cenno funziona come pennellata sonora caratterizzante, a suggerire<br />
un tratto drammatico implicito.<br />
lo stesso valore di sigla caratteristica ce l’ha anche il canto processionale<br />
dei cristiani che si riuniscono in segreto, nell’introduzione (N. 1).<br />
Suoi frammenti si riascolteranno quando Paolina s’imbatterà in quelli<br />
che escono dal sacro «speco», e più tardi quando si allontanano. anche<br />
Callistene è dotato di un suo marchio musicale. lo udiamo esposto per<br />
esteso nell’introduzione strumentale al N. 4, e poi richiamato in sintesi<br />
nel N. 7, al suo arrivo. Per non dire dell’inno a Giove, intonato maestosamente<br />
nel Finale ii, e nel Finale iii brandito per soffocare le invocazioni<br />
dei martiri; o dell’infiammata, doppia evocazione del «suon<br />
dell’arpe angeliche» nelle scene conclusive.<br />
Questa trama di citazioni tradisce l’intento di costellare di emblemi<br />
sonori il dipanarsi della storia rappresentata, così da comporre una filigrana<br />
drammatico-musicale che riaffiora qua e là lungo tutta l’opera.<br />
Come già si poteva cogliere fin da Parisina e Lucrezia Borgia (1833), o<br />
dalla recente Pia de’ Tolomei (1837), <strong>Donizetti</strong> sperimentava la possibilità<br />
di rimandi interni veicolati essenzialmente dalla musica, a volte allusivi a<br />
realtà nemmeno dichiarate esplicitamente. in <strong>Poliuto</strong> quella tela s’irrobustisce,<br />
per numerosità ma anche grazie a diramazioni che vanno ben<br />
al di là del ‘numero’ singolo.<br />
l’individuazione di materiali dall’impatto fortemente caratterizzante<br />
consentiva di dare immediata evidenza ai conflitti drammatici in<br />
giuoco. la «lieta musica guerriera» della banda interna al séguito del proconsole<br />
stride duramente una prima volta con le parole di Paolina che<br />
rimprovera al marito il pericolo mortale cui si è appena esposto facendosi<br />
battezzare (N. 2: improvviso dérapage da Fa a re bemolle), e poco<br />
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02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 26<br />
Fabbri<br />
dopo identica suona involontariamente inopportuna rispetto al violento<br />
disappunto di Severo che ha appena saputo del matrimonio dell’amata<br />
Paolina (N. 3). Nelle sezioni conclusive del Finale iii si scontrano,<br />
quando non si accavallano, la «feroce» (selvaggia) esplosione ritmica del<br />
Popolo che invoca «alle fiere chi oltraggia gli dei!…», i segnali di<br />
tromba dal circo e il canto disteso e sereno dei cristiani che vi attendono<br />
il martirio («Signore, a te sia gloria»: una melodia per gradi<br />
congiunti), il corpo a corpo in scena fra «il suon dell’arpe angeliche» di<br />
<strong>Poliuto</strong>-Paolina e la maledizione sacerdotale sulle note dell’inno a Giove<br />
(un canto tutto a salti, per contrasto con quello cristiano), mentre fuori<br />
scena il Popolo reclama a gran voce l’inizio del cruento spettacolo, in un<br />
declamato ‘parlante’. il risultato complessivo è quello di un affresco ottenuto<br />
per giustapposizioni anche violente, un collage che non vuole armonizzare<br />
i colori, ma farli collidere vivacemente. Erano tecniche di montaggio<br />
tipiche del grand opéra francese degli anni ’30, che <strong>Donizetti</strong><br />
conosceva se non altro per averne visto un esempio all’epoca del suo<br />
primo soggiorno a Parigi nel 1835 (La juive di Halévy), e che del resto<br />
già nell’Assedio di Calais (1836) aveva inteso arieggiare.<br />
Nell’accingersi al proprio lavoro, Cammarano non aveva potuto sottoporre<br />
il progetto e il suo abbozzo alla commissione di censura. i nuovi<br />
incaricati, l’abate Gaetano royer e don biagio roberti, erano stati<br />
nominati da poco ed attendevano istruzioni. Solo il 10 luglio il libretto,<br />
finito, venne presentato al vaglio dei censori: e verosimilmente non senza<br />
timori, visti i precedenti in tema di materia sacra in palcoscenico. a fine<br />
maggio, infatti, un ballo tratto dal Faust di Goethe aveva scandalizzato<br />
per le sue implicazioni religiose: si diceva addirittura che il re avesse<br />
destituito la precedente commissione di censura proprio perché l’aveva<br />
autorizzato.<br />
a <strong>Donizetti</strong> erano sorti timori, manifestati al cognato: «Sai tu che<br />
ora forse mi si proibirà il <strong>Poliuto</strong>, perché è un santo? Ed io sono alla<br />
metà! Vedi con che voglia scrivo». Erano paure tutt’altro che infondate.<br />
l’11 agosto il ministro dell’interno scriveva al soprintendente dei teatri<br />
e spettacoli: «rassegnato a Sua Maestà il rapporto della Commissione di<br />
revisione de’ libri teatrali, di unita alla tragedia lirica intitolata <strong>Poliuto</strong> pel<br />
r. l teatro S. Carlo, la M. S. si è degnata co’ suoi sacri caratteri dichiara-<br />
26
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«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />
re, che i fasti de’ Martiri si venerano nella Chiesa, e non si pongono sulle<br />
scene». Fedele al detto popolare che ammonisce di non confondere fanti<br />
con santi, a meno di un mese e mezzo dall’apertura della stagione<br />
Ferdinando ii aveva messo in crisi <strong>Donizetti</strong>, barbaia, Cammarano,<br />
Nourrit e tutto il S. Carlo. Deluso per il fallimento di tutte le sue missioni<br />
(artistica e religiosa), il 4 settembre il tenore scriveva alla aucoc:<br />
«l’italie n’est peut-être pas disposée à accepter des émotions graves et<br />
élevées ; le théâtre n’est ici qu’une simple distraction, un besoin d’émotions<br />
faciles ; mais tout ce qui ressemble à de la morale ne lui va guère<br />
[forse l’italia non è disposta ad accettare delle emozioni gravi ed elevate;<br />
qui il teatro non è altro che un semplice diversivo, un bisogno di facili<br />
emozioni; tutto ciò che assomiglia alla morale non gli va troppo]».<br />
Tralasciando le vicissitudini intermedie (tentativo di convertire il<br />
libretto in I guebri, con la stessa musica), alla fine si rimediò ricorrendo a<br />
Pia de’ Tolomei, sempre di Cammarano e <strong>Donizetti</strong>, nuova per Napoli.<br />
<strong>Donizetti</strong> ebbe modo di riutilizzare presto la sua partitura facendone la<br />
base per Les martyrs (Parigi, 1840), mentre Cammarano riuserà porzioni<br />
del suo <strong>Poliuto</strong> in libretti come La vestale per Mercadante (Napoli, S.<br />
Carlo, marzo 1840), Saffo per Pacini (ivi, novembre 1840), Il proscritto (ivi,<br />
gennaio 1842) e Il reggente (Torino, regio, febbraio 1843) entrambi per<br />
Mercadante.<br />
<strong>Poliuto</strong> ebbe la sua prima solo il 30 novembre 1848, a Napoli: senza<br />
la supervisione del compositore, morto da poco, e con un tenore diverso<br />
da quello che l’aveva ispirato e per cui la parte era stata concepita.<br />
Vittima di una forte depressione, Nourrit si era infatti ucciso a Napoli ai<br />
primi di marzo del 1839, gettandosi da una finestra di palazzo barbaia in<br />
via Toledo.<br />
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02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 28<br />
Fabbri<br />
aPPENDiCE<br />
PiErrE CorNEillE, Polyeucte martyr<br />
aCTE i<br />
1. l’azione si svolge a Mélitène (capitale dell’armenia) verso il 250 d. C.,<br />
nel palazzo del proconsole Félix.<br />
Néarque, gentiluomo armeno da tempo cristiano, esorta il vecchio<br />
amico Polyeucte (nobile armeno, e genero di Félix) a rompere gli indugi:<br />
intenzionato ad abbracciare lui pure la fede cristiana e a farsi battezzare,<br />
Polyeucte è infatti titubante nell’uscire di casa quel giorno per<br />
andare al fonte battesimale. Non vuole dispiacere a sua moglie Pauline,<br />
ignara di tutto e però inquieta al massimo in quanto la notte passata l’ha<br />
sognato morto: in lacrime lo ha pregato di non uscire.<br />
2. Giunge Pauline, che tenta un’ultima volta di fermarlo. Ma Polyeucte<br />
è stato ormai convinto dalle parole di Néarque, e se ne va promettendole<br />
di essere in breve di ritorno.<br />
3. Pauline racconta alla fida Stratonice come amasse corrisposta un nobile<br />
romano, Sévère. Disperato a causa della sua partenza per l’armenia al<br />
seguito del padre, Sévère aveva cercato eroicamente la morte in battaglia.<br />
Pauline aveva finito allora per acconsentire alle nozze col nobile armeno<br />
Polyeucte, viste con favore anche da suo padre Félix per motivi politici.<br />
la notte appena trascorsa Pauline aveva sognato proprio Sévère (non<br />
però morto, ma vivo ed anzi trionfante) che le prediceva la morte del<br />
marito entro quel giorno: e difatti aveva poi visto in sogno Polyeucte<br />
assalito dai cristiani, da loro gettato ai piedi del rivale ed ucciso di sua<br />
mano da suo padre Félix. Stratonice cerca di consolare l’inorridita<br />
Pauline.<br />
4. anche Félix è stato messo a parte del sogno, e ne è profondamente<br />
turbato. Viene poi a riferire che gli è stato detto come Sévère non sia<br />
morto: anzi, sta giungendo in pompa magna a Mélitène per celebrare un<br />
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sacrificio di ringraziamento agli dei che hanno reso possibile la vittoria<br />
dei romani sui persiani. Félix teme la reazione di Sévère una volta venuto<br />
a conoscenza delle nozze di Pauline: quest’ultima è trepidante al pensiero<br />
di rivedere l’amato, anche se non ha dubbi sulla propria fedeltà e<br />
sul suo dover rispetto al marito.<br />
aCTE ii<br />
1. ignaro di tutto, Sévère non vede l’ora di riabbracciare Pauline. il suo<br />
cameriere Fabian lo disillude e lo informa che lei si è sposata con<br />
Polyeucte da un paio di settimane. Distrutto, Sévère si propone di salutarla<br />
un’ultima volta.<br />
2. all’arrivo di Pauline, che giustifica il suo comportamento, Sévère è<br />
dapprima sarcastico, ma poi cede al suo antico sentimento: i due si dicono<br />
addio.<br />
3. Stratonice rassicura Pauline sulle intenzioni di Sévère: il suo sogno<br />
non si avvererà.<br />
4. anche Polyeucte, giunto nel frattempo, riafferma il suo scetticismo su<br />
quella presunta premonizione.<br />
5. Si richiede la presenza di Polyeucte per dare inizio al rito di ringraziamento<br />
agli dei.<br />
6. Nel recarsi al tempio, Polyeucte s’imbatte in Néarque che è sorpreso<br />
dal suo comportamento: battezzato da poco, va a rendere omaggio ai falsi<br />
dei? Ma Polyeucte è mosso da un eroico entusiasmo che lo spinge al martirio:<br />
con un gesto clamoroso intende smascherare quei culti idolatri.<br />
aCTE iii<br />
«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />
1. Pauline, che ha evitato di recarsi al tempio, teme l’incontro fra<br />
Polyeucte e Sévère.<br />
29
02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 30<br />
Fabbri<br />
2. Giunge sconvolta Stratonice, e le racconta come Polyeucte abbia pubblicamente<br />
manifestato di essere cristiano, provocando il furore del suocero,<br />
e come insieme con Néarque abbia dapprima disturbato il rito,<br />
interrompendolo con frasi oltraggiose, e poi addirittura gettato a terra gli<br />
arredi sacri.<br />
3. arriva Félix, furibondo, ma certo che il supplizio cui Néarque sarà sottoposto<br />
indurrà Polyeucte a chiedere perdono. Pauline non ne è affatto<br />
convinta, sapendo della fermezza e dell’eroismo dei cristiani, e di suo<br />
marito.<br />
4. a Félix viene riferito come, invece di indebolirne i propositi, il supplizio<br />
di Néarque ha reso ancor più saldo Polyeucte. Pauline fa appello<br />
al sentimento paterno, ma Félix la esorta piuttosto ad andare lei stessa<br />
da suo marito, per tentare di fargli ripudiare la fede appena abbracciata.<br />
5. Per quanto combattuto, Félix deve far rispettare la legge contro i cristiani.<br />
Va lui stesso, però, in carcere da Polyeucte per indurlo ad un pentimento<br />
che propizierebbe un atto di clemenza.<br />
aCTE iV<br />
1. Polyeucte in carcere chiede di vedere Sévère.<br />
2. Nell’attesa, medita sulla vanità delle cose umane, sui destini dell’impero<br />
romano, sugli affetti terreni più intensi (anche quelli coniugali) che<br />
nulla possono di fronte agli ardori celesti.<br />
3. Viene a parlargli Pauline, che gli propone tra l’altro di non rinunciare<br />
alla sua fede, ma solo di tenerla nascosta almeno finché Sévère resterà in<br />
armenia, in modo che Félix possa usargli clemenza. Pauline fa appello<br />
al suo amore, ma proprio per quello Polyeucte sente anche di dover<br />
sacrificarsi, perché l’adorata moglie possa un giorno essere lei pure toccata<br />
dalla grazia.<br />
30
02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 31<br />
4. in quel mentre giunge Sévère. Pauline lo investe aspramente, ma<br />
Polyeucte le dice di essere stato lui a chiamarlo: nel congedarsi, gli raccomanda<br />
la moglie benedicendo la loro unione dopo la sua morte. Poi<br />
si avvia al supplizio.<br />
5. Sévère è molto colpito da tanto disprezzo per i beni terreni, e riflette<br />
su come i cristiani si comportano. Pauline lo prega di intercedere per<br />
Polyeucte presso Félix.<br />
6. Per quanto sconsigliato per motivi di opportunità politica, Sévère<br />
risolve di intervenire in favore di Polyeucte: per nobiltà d’animo, per<br />
amore sublimato di Pauline, per simpatia verso i cristiani ingiustamente<br />
perseguitati.<br />
aCTE V<br />
«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />
1. Félix ritiene che l’invito alla clemenza di Sévère sia un tranello per<br />
saggiare la sua lealtà agli ordini imperiali e vendicarsi delle nozze con<br />
Polyeucte da lui imposte a Pauline. Ma se Poleyucte non si ravvederà,<br />
Félix è intenzionato a condannarlo.<br />
2. Fatto venire in sua presenza, Polyeucte ricusa al solito di fare un qualsiasi<br />
gesto di abiura.<br />
3. Sopravvenuta, Pauline prega entrambi, ma senza successo. Vista la<br />
determinatezza di Polyeucte, vorrebbe seguirne la sorte.<br />
4. Félix dà ordine che Polyeucte sia giustiziato, ma che a Pauline sia<br />
impedito di accompagnarlo.<br />
5. Troppo tardi: l’eroico sacrificio di Polyeucte ha aperto la strada alla<br />
conversione anche di Pauline.<br />
6. E lo stesso avviene per Félix, che ne informa Sévère, sdegnato per una<br />
condanna a morte erogata per compiacere all’imperatore. Sévère è favo-<br />
31
02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 32<br />
Fabbri<br />
revolmente colpito da quella doppia conversione, in quanto incline alla<br />
tolleranza religiosa, ed anzi amico e protettore dei cristiani. Félix prega<br />
il cielo perché anche lui presto possa essere compiutamente toccato dalla<br />
Grazia.<br />
32
02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 33<br />
33
02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 34<br />
34
03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 35<br />
FederIco FornonI<br />
Tempo interiore del personaggio donizettiano:<br />
il caso di <strong>Poliuto</strong> *<br />
<strong>Poliuto</strong> costituisce una tappa fondamentale nella parabola creativa di<br />
donizetti per la sua particolare collocazione sul limitare fra opera italiana<br />
e opera francese. Il compositore stava infatti ponendo le fondamenta<br />
della sua carriera parigina, passaggio obbligato affinché il suo<br />
nome acquisisse rinomanza europea. Quanto il progetto fosse consapevole<br />
e accuratamente preparato lo dimostrano le lettere del musicista,<br />
ma anche le testimonianze delle persone a lui più vicine in quel 1838.<br />
A tal proposito si leggano i passi delle missive del tenore Adolphe<br />
nourrit qui trascritti alle pagine 47-77 nei quali a più riprese fanno<br />
capolino notizie relative ad accordi con teatri della capitale francese e<br />
alla volontà del compositore di perseguire nuove strategie drammaturgiche.<br />
Proprio una rielaborazione del <strong>Poliuto</strong>, Les martyrs, segnerà nel<br />
1840 il debutto di donizetti all’opéra. non sorprende allora che la<br />
quasi totalità dei commentatori si sia soffermata ad analizzare quegli<br />
aspetti che sanciscono i punti di contatto con il grand opéra: contrapposizione<br />
tra due fazioni musicalmente caratterizzate, presenza di grandi<br />
scene di massa, convivenza tra vicenda politica e vicenda privata e così<br />
via. 1<br />
<strong>Poliuto</strong> è però anche opera i cui personaggi mostrano una complessità<br />
psicologica tale da influire profondamente sul senso del dramma. In<br />
questo donizetti prosegue su una strada già intrapresa con i precedenti<br />
capolavori degli anni Trenta, da Lucrezia Borgia a Maria Stuarda, da Lucia<br />
di Lammermoor a Roberto Devereux, per citare alcuni esempi. Uno dei<br />
mezzi utilizzati per approfondire tale aspetto e soprattutto per consenti-<br />
* Il presente contributo riprende alcune parti della mia dissertazione dottorale:<br />
FederIco FornonI, Strutture temporali nel teatro donizettiano: a proposito di Marino<br />
Faliero, L’assedio di calais e <strong>Poliuto</strong>, dottorato di ricerca in Musicologia e Scienze filologiche,<br />
cremona-Pavia, Università degli Studi di Pavia, a. a. 2007-2008.<br />
1. Si veda la bibliografia qui pubblicata alle pp. 143-144.<br />
35
03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 36<br />
FornonI<br />
re al pubblico di recepirlo è un particolare approccio all’organizzazione<br />
temporale dei momenti deputati all’espressione interiore. In realtà la<br />
manipolazione delle strutture temporali in chiave drammaturgica è questione<br />
estremamente articolata che riguarda molti ambiti del complesso<br />
drammatico, e donizetti, più dei suoi contemporanei, la sfrutta come<br />
potente arma comunicativa: aldilà dell’alternanza tra stasi e azione, il<br />
tempo, scorrendo, agisce sugli avvenimenti e sui pensieri dei personaggi<br />
condizionandone la percezione da parte del fruitore. 2 nelle pagine che<br />
seguono ci limiteremo a proporre qualche considerazione sulla sua funzione<br />
in coincidenza di alcuni momenti di <strong>Poliuto</strong> che vogliono manifestare<br />
i processi mentali dei due protagonisti.<br />
cominciamo dalla fine dell’opera e cioè dal duetto tra <strong>Poliuto</strong> e<br />
Paolina nell’ultimo atto, il cui primo tempo («Ah! Fuggi da morte orribil<br />
cotanto...») difficilmente può essere fatto rientrare all’interno di schemi<br />
formali predefiniti. Paolina raggiunge il marito in attesa dell’esecuzione<br />
capitale nella prigione del circo. Suo scopo è convincere <strong>Poliuto</strong><br />
ad abiurare il cristianesimo e ritornare all’antico culto, così da aver salva<br />
la vita. In seguito all’elaborato e complesso dialogo che costituisce la<br />
materia drammatica del duetto sarà invece Paolina a convertirsi al cristianesimo<br />
e a decidere di seguire il marito nel martirio. ci troviamo<br />
cioè di fronte a un tassello fondamentale per la definizione del ritratto<br />
comportamentale dell’eroina. La musica è concepita in modo da restituire<br />
i diversi livelli di tensione dialogica che si susseguono nel corso del<br />
pezzo. Inizialmente la scrittura è caratterizzata dall’andamento lirico,<br />
2. cfr. LUcA ZoPPeLLI, «Pur fugge il tempo». Drammaturgia romantica donizettiana e gestione<br />
delle strutture temporali, in L’officina del teatro europeo, a cura di Alessandro Grilli e Anita<br />
Simon, II: Il teatro musicale, Pisa, PLUS, 2002, pp. 71-78 e Id., Una drammaturgia borghese,<br />
in Il teatro di <strong>Donizetti</strong>. Atti dei Convegni delle Celebrazioni, III: Voglio amore, e amor violento.<br />
Studi di drammaturgia. Bergamo, 8-10 ottobre 1998, a cura di Livio Aragona e Federico<br />
Fornoni, Bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2006, pp. 79-99. Sull’utilizzo del tempo nell’opera<br />
italiana rimangono fondamentali gli scritti di cArL dAhLhAUS: Le strutture temporali<br />
nel teatro d’opera, in La drammaturgia musicale, a cura di Lorenzo Bianconi, Bologna,<br />
Il mulino, 1986, pp. 183-193; Drammaturgia dell’opera italiana, in Storia dell’opera italiana, a<br />
cura di Lorenzo Bianconi e Giorgio Pestelli, VI: Teorie e tecniche, immagini e fantasmi,<br />
Torino, edT, 1988, pp. 79-162 (ora disponibile anche come volume autonomo a cura di<br />
Lorenzo Bianconi, Torino, edT, 2005).<br />
36
03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 37<br />
Tempo interiore del personaggio donizettiano<br />
dalla regolare organizzazione fraseologica che si sviluppa in gruppi di<br />
quattro battute, dall’altrettanto regolare accompagnamento orchestrale e<br />
dalla chiusura tonale. A questo passo corrispondono le prime due quartine<br />
del testo poetico, la prima per Paolina e la seconda per <strong>Poliuto</strong>. La<br />
figlia del governatore tenta di convincere il marito a salvarsi in nome del<br />
loro amore, ma senza successo. Le frequenti pause sono chiaro segnale<br />
dello stato emotivo della giovane e del suo singhiozzare. <strong>Poliuto</strong> rimane<br />
sulle proprie posizioni intonando una melodia differente nell’omologo<br />
maggiore che solo in fase cadenzale riprende la linea di Paolina. In seguito<br />
a questa divergenza, apparentemente incolmabile, il dialogo si accende.<br />
<strong>Poliuto</strong> spiega perché non gli sia possibile abiurare il cristianesimo e<br />
Paolina prova a inculcargli il timore per il dolore che dovrà patire nel<br />
momento della morte, ma lui si dice pronto ad affrontare qualsiasi sofferenza<br />
grazie alla fede. In questa sezione il lirismo vocale lascia spazio ad<br />
una scrittura sillabata, con l’orchestra che sostiene il canto a mo’ di parlante.<br />
Paolina, «vivamente colpita dallo zelo di <strong>Poliuto</strong>» (così la didascalia),<br />
si converte. La scrittura torna a liricizzarsi, ma, stavolta, è più movimentata<br />
e si appoggia su un ritmo di danza, mentre la vocalità si fa più<br />
fiorita a testimoniare il distacco dalle cose terrene. La decisione di<br />
Paolina provoca nuovamente un’accelerazione del dialogo in coincidenza<br />
della quale <strong>Poliuto</strong> manifesta il proprio terrore mentre la musica vira<br />
verso un andamento da scena con i tremoli dell’orchestra che conferiscono<br />
tensione. Quindi viene ripreso il tema della conversione, questa<br />
volta alternato tra i due personaggi. <strong>Poliuto</strong> vuole sincerarsi delle reali<br />
intenzioni della moglie che appare del tutto consapevole e convinta della<br />
propria decisione. Infine si trova una sezione transitoria in cui <strong>Poliuto</strong><br />
chiede a Paolina se non tema le sofferenze del martirio, ma lei risponde<br />
con le stesse parole pronunciate poco prima dal marito. In sostanza<br />
donizetti organizza il materiale musicale in una sorta di ‘solita forma’ in<br />
miniatura:<br />
cantabile<br />
Strofa Paolina («Ah! Fuggi da morte orribil cotanto...»)<br />
cerca di convincere <strong>Poliuto</strong> a salvarsi.<br />
Strofa <strong>Poliuto</strong> («Lasciando la terra il giusto non muore»)<br />
respinge il tentativo della moglie.<br />
37
03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 38<br />
FornonI<br />
Tempo di mezzo («È lampo fugace la gioia mortale»)<br />
Paolina ricorda a <strong>Poliuto</strong> il dolore fisico, ma lui resiste ancora.<br />
cabaletta<br />
esposizione («Un fulgido lume»)<br />
Paolina si converte.<br />
Sezione intermedia («che parli! oseresti? / Sfidar la tua sorte»)<br />
<strong>Poliuto</strong> è terrorizzato dalla situazione.<br />
ripresa («A sposo che t’ama puoi chieder la morte?»)<br />
La situazione iniziale si capovolge. <strong>Poliuto</strong> tenta di convincere<br />
Paolina a salvarsi, ma lei resiste.<br />
Transizione verso il tempo di mezzo («non temi lo strazio dell’ora<br />
funesta?»)<br />
<strong>Poliuto</strong> ricorre al pensiero del dolore fisico, ma senza successo.<br />
Un’organizzazione formale che tuttavia non prevede la tradizionale<br />
alternanza tra riflessione interiore e azione esteriore, ma che piuttosto<br />
riflette le successive tappe di una situazione in divenire e i differenti stadi<br />
psicologici toccati dai due personaggi. In altre parole, la realizzazione<br />
musicale consente di manifestare lo scorrere del tempo, in seguito al<br />
quale la situazione iniziale si capovolge poiché l’eroina passa dalla volontà<br />
di riportare il marito al paganesimo alla decisione di condividerne la<br />
morte da cristiana.<br />
Se, tuttavia, si analizzasse questo ‘numero’ senza considerare ciò che<br />
precede, la conversione di Paolina si configurerebbe come una scelta<br />
fatta di impulso, presa lì per lì per effetto del dialogo con il marito. non<br />
vengono infatti indagati i motivi che portano a tale risoluzione. Il<br />
momento della conversione è in realtà il punto d’arrivo di un processo<br />
cominciato fin dalla prima apparizione in scena della protagonista. È qui<br />
che la figlia del governatore viene per la prima volta in diretto contatto<br />
con il cristianesimo udendo una preghiera cantata ‘di dentro’, «Infiamma<br />
quest’alma» (formalmente siamo nella scena della cavatina). Le parole dei<br />
cristiani hanno un effetto dirompente sull’interiorità della donna che<br />
inconsapevolmente comincia ad avvicinarsi alla nuova religione. detto<br />
processo prosegue e viene sviluppato nel cantabile («di quai soavi lagri-<br />
38
03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 39<br />
Tempo interiore del personaggio donizettiano<br />
me»), dando così adeguato rilievo e credibilità drammatica alla condizione<br />
psicologica di Paolina. La scansione temporale che permette di<br />
cogliere questo stato di cose si realizza, nel recitativo, grazie alla musica<br />
in scena secondo un processo già descritto da Luca Zoppelli 3 e, nel cantabile,<br />
attraverso particolari soluzioni formali. Il brano sembra seguire le<br />
coordinate della lyric form se non che, dopo la sezione contrastante, la<br />
frase iniziale non viene riproposta nella tonica, ma nella relativa minore<br />
(re). Quasi una falsa ripresa. Solo in seguito la musica approderà alla<br />
tonalità ‘corretta’ di Fa maggiore. Questo slittamento tonale consente di<br />
penetrare la sfera intima di Paolina dando il giusto peso al suo turbamento.<br />
Se attraverso l’utilizzo della musica in scena lo scorrere ‘esteriore’ e<br />
‘reale’ del tempo evidenziava una condizione interiore del personaggio,<br />
nel cantabile donizetti ne segnala direttamente l’attività psichica e dunque<br />
la caratterizza temporalmente; un tempo forse non più pararealistico<br />
ma certamente proteso in avanti. Siamo pertanto molto distanti dal<br />
topos del personaggio che si presenta in occasione della sua sortita.<br />
Abbiamo piuttosto una figura che alla prima comparsa è già in uno stato<br />
di sviluppo.<br />
Altro momento di capitale importanza per valutare i comportamenti<br />
della protagonista è il concertato del Finale centrale («La sacrilega<br />
parola») concepito come il classico pezzo di stupore che fa seguito ad un<br />
annuncio clamoroso: <strong>Poliuto</strong> si rivela essere il neofita cristiano ricercato.<br />
La forma poetica è giocata su un perfetto parallelismo: quattro strofe di<br />
otto versi ottonari piani (tranne il conclusivo, tronco) che seguono lo<br />
3. «Ma il procedimento [l’utilizzo della musica in scena] è particolarmente funzionale nei<br />
casi in cui un cambiamento psicologico rivesta veramente una funzione drammatica centrale<br />
[…]. nel primo atto di <strong>Poliuto</strong>, ad esempio, Paolina si è introdotta nella catacomba<br />
convinta che i cristiani vi pratichino orrendi riti: invece il cantico intonato dietro le<br />
quinte da <strong>Poliuto</strong> e dai correligionari le ispira un “turbamento arcano” che gradualmente<br />
– col dipanarsi della preghiera – diviene tenerezza e devozione, fino all’aria “di quai<br />
soavi lacrime”; si tratta di un momento essenziale sia perché nel <strong>Poliuto</strong> – vero grand opéra<br />
in pectore – i cantici cristiani rivestono anche quella funzione emblematica di cui si è<br />
detto sopra, sia perché questo cambiamento nella psiche di Paolina è la premessa per il<br />
vero scioglimento della vicenda, la sua conversione nell’atto terzo». LUcA ZoPPeLLI,<br />
Funzioni drammaturgiche della «musica in scena» nel melodramma del primo Ottocento: uno stile<br />
o una tecnica?, in Opera e libretto II, a cura di Gianfranco Folena, Maria Teresa Muraro e<br />
Giovanni Morelli, Firenze, olschki, 1993, pp. 237-255: 252.<br />
39
03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 40<br />
FornonI<br />
schema di rime a, b, a, b, c, c, d, x affidate rispettivamente ai pagani, a<br />
Paolina, a <strong>Poliuto</strong> e a nearco. La realizzazione musicale, tuttavia, dice<br />
qualcosa in più. essa tende a enfatizzare l’ambito privato, pur in un contesto<br />
di massa, concentrandosi sui tre personaggi coinvolti anche personalmente<br />
dallo svelamento di <strong>Poliuto</strong>: Severo, Paolina e <strong>Poliuto</strong> stesso.<br />
Viene messo in atto un vero e proprio effetto zoom. nel libretto Severo<br />
condivide la strofa con callistene, Felice, sacerdoti e popolo (il coro). In<br />
questo modo cammarano suggerisce un trattamento comune della<br />
fazione pagana. donizetti invece gli affida il solo che apre il concertato,<br />
conferendo alle parole pronunciate da Severo un peso ben maggiore<br />
rispetto a quello delle medesime parole in bocca agli altri pagani. La reazione<br />
di Severo di fronte all’autodenuncia di <strong>Poliuto</strong> si lega infatti al<br />
duetto in cui era stato respinto da Paolina. La sua ira è dunque altra cosa<br />
rispetto a quella di callistene o di Felice, proprio perché trae origine da<br />
vicissitudini private. <strong>Poliuto</strong> assume invece un ruolo di primo piano<br />
nella seconda parte del concertato, dove sostiene l’andamento melodico<br />
del pezzo. Anche in questa sezione – un semplice crescendo lirico – la<br />
scrittura ha dunque un accentuato carattere solistico. L’intervento di<br />
<strong>Poliuto</strong> è pure drammaticamente legato al duetto Severo-Paolina, da lui<br />
seguìto di nascosto, e infatti si basa sul contrasto tra fede religiosa e gelosia.<br />
Tra i due uomini e tra le due religioni sta Paolina, il terzo personaggio<br />
interessato ai risvolti intimi della vicenda. nella prima parte del concertato,<br />
all’assolo di Severo segue quello di Paolina, svolto sulla stessa<br />
melodia. I sentimenti dei due personaggi sono opposti – da un lato lo<br />
sdegno nei confronti del rivale in amore e del nemico politico, dall’altro<br />
il terrore per la sorte del marito – ma rivolti allo stesso oggetto. La figlia<br />
del governatore implora il dio dei cristiani affinché salvi il marito:<br />
40<br />
PAoLInA<br />
(Qual preghiera omai disciolgo?<br />
Tutti irati son gli dei!..<br />
nazzareno, a te mi volgo;<br />
s’egli è ver che nume sei,<br />
tu soccorri il mio consorte,<br />
tu lo scampa dalla morte...<br />
e gridar m’udrà la terra<br />
ch’altro dio non v’ha per me.)
03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 41<br />
Tempo interiore del personaggio donizettiano<br />
Se il primo intervento di Paolina replica la melodia di Severo, il<br />
secondo, in occasione della ripetizione del crescendo lirico, si svolge sulla<br />
melodia enunciata da <strong>Poliuto</strong>, in canto parallelo. Un segno chiarissimo<br />
del passaggio del personaggio dalla sfera d’influenza pagana a quella cristiana.<br />
Paolina e <strong>Poliuto</strong> sono ancora su posizioni molto distanti a quest’altezza<br />
della vicenda, però cominciano a trovare un punto di contatto<br />
nella fede, tanto che questo momento sembra anticipare la perfetta sintonia<br />
che si realizzerà tra i due in occasione della cabaletta del duetto<br />
nell’ultimo atto. dopo la cavatina e prima di quel duetto questo concertato<br />
è dunque il momento centrale del percorso che tratteggia l’evoluzione<br />
compiuta dall’eroina.<br />
Se la scelta di Paolina si compie dopo un processo psicologico che<br />
occupa tutti e tre gli atti, ciò non significa che momento riflessivo e<br />
momento decisionale debbano essere forzatamente scissi. L’aria di<br />
<strong>Poliuto</strong> «Fu macchiato l’onor mio» è uno straordinario esempio di come<br />
la musica sia in grado di penetrare la psicologia di un personaggio in una<br />
situazione determinante, consentendo allo spettatore di seguirne i pensieri<br />
passo passo. cammarano offre a donizetti un organismo esemplare<br />
per rispetto della progettazione drammatico-formale dell’aria primottocentesca.<br />
Il cantabile esprime l’ira e la gelosia del protagonista nei confronti<br />
della moglie e di Severo appena colti in un colloquio privato. Il<br />
tempo di mezzo prevede l’ingresso di un messaggero che annuncia a<br />
<strong>Poliuto</strong> l’arresto di nearco. ciò provoca il tipico ribaltamento di situazione<br />
che giustifica il passaggio alla cabaletta incentrata su un piano<br />
affettivo opposto rispetto al cantabile: ora <strong>Poliuto</strong> parla di fede e di perdono.<br />
Quello che nel libretto è chiaramente inteso essere il cantabile,<br />
viene risolto da donizetti in modo anomalo. La voce procede infatti per<br />
frasi irregolari e melodicamente non definite su un ostinato dell’orchestra,<br />
sicché, più che il canto, è proprio l’orchestra che si fa carico di esprimere<br />
il furore di <strong>Poliuto</strong>. È un brano che non conosce ordine formale e<br />
proprio questo trattamento rende alla perfezione l’irrazionalità scatenata<br />
da un accesso d’ira. Al contrario la cabaletta «Sfolgorò divino raggio» è<br />
assolutamente regolare. Il senso dell’aria nel suo complesso sta, non tanto<br />
nell’espressione di due affetti contrapposti, ma nel passaggio dal disordine<br />
del ‘cantabile’ (o meglio del primo tempo) all’ordine della cabaletta,<br />
dalla confusione in cui versa <strong>Poliuto</strong> all’inizio del ‘numero’ alla lucidità<br />
41
03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 35<br />
FornonI<br />
dell’ultima sezione che gli consente di prendere una decisione logica,<br />
raggiungere nearco nel circo, laddove in principio suo unico pensiero<br />
era dar sfogo allo sdegno attraverso la vendetta. Questo passaggio viene<br />
certamente determinato dalla notizia recata dal cristiano, ma musicalmente<br />
il tempo di mezzo sembra porre maggiore attenzione proprio alla<br />
svolta che avviene nella mente di <strong>Poliuto</strong>. Mentre i versi sono rivolti ai<br />
compagni in pericolo e a dio, l’orchestra ripropone per ben due volte<br />
l’ostinato del primo tempo dell’aria: quando il protagonista s’affanna per<br />
la sorte dei fratelli e quando scorge la salvezza («il ciel mi schiude la via<br />
che tragge a sé») dopo aver invocato «cessa fatal consiglio dell’ira». c’è<br />
una discrepanza tra quanto dice il testo e quanto dice la musica.<br />
evidentemente la scelta di <strong>Poliuto</strong> non è semplicemente frutto della sua<br />
fede in dio e del suo amore per i «fratelli», ma si deve a motivazioni più<br />
complesse che contemplano anche l’immenso amore e l’altrettanto<br />
immensa gelosia nei confronti della moglie, come per altro sarà confermato<br />
nel Finale II. donizetti non si limita dunque a mostrarci un importante<br />
sviluppo psicologico del protagonista, fondamentale nel determinare<br />
il prosieguo dell’azione, ma ci fa scoprire come e perché tale sviluppo<br />
avviene. <strong>Poliuto</strong> trova il modo di convogliare la sua furia nella<br />
decisione di recarsi al tempio e di rinvenire nella fede in cristo e nella<br />
gelosia verso Paolina le motivazioni che lo spingono al martirio.<br />
Il compositore, grazie a soluzioni prettamente musicali, è insomma<br />
in grado di cogliere i pensieri in divenire dei suoi personaggi e di comunicarli<br />
al proprio pubblico. La scelta di adottare una temporalità che fluisce<br />
in stretta connessione allo sviluppo psicologico influenza la percezione<br />
dello spettatore, messo nelle condizioni di comprendere che a un’attività<br />
temporale, certamente non ‘realistica’, ma comunque evidente,<br />
corrisponde un’attività psichica.<br />
Lorenzo Bianconi individua una peculiarità del teatro verdiano proprio<br />
in un processo simile: «Verdi per primo offre agli Italiani un teatro<br />
adulto, un teatro di virtù morali e civili, un teatro – più semplicemente<br />
– dove il tempo passa, e non passa invano, lascia il segno, incide sui personaggi».<br />
che, a ben vedere, è esattamente quanto accade nell’opera<br />
donizettiana (non solo in questa, per la verità). Lo studioso lega questa<br />
centralità del tempo all’interesse tutto verdiano per il raggiungimento<br />
della maturità biologica e/o morale: «Insisto nel sostenere che la vera<br />
42
03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 36<br />
Tempo interiore del personaggio donizettiano<br />
novità del teatro di Verdi, straordinaria rispetto all’intero arco storico dell’opera<br />
italiana precedente, sta nell’aver introdotto la percezione, musicalmente<br />
realizzata, del tempo che passa, dell’età che avanza, di quella<br />
maturità e di quella vecchiaia insomma che il melodramma delle generazioni<br />
precedenti aveva censurato, o semplicemente ignorato, e che<br />
Verdi affronta a viso aperto». Si verrebbe così a creare una netta contrapposizione<br />
con la produzione precedente:<br />
Alla base, il melodramma del primo ottocento continua ad essere un teatro<br />
del «presente assoluto», un teatro senza il fattore ‘tempo’. Il tempo celebra<br />
sì la riconquistata letizia, oppure miete vittime e semina lutti, ma non<br />
passa, non scorre: accade, càpita. Il melodramma di rossini Bellini<br />
donizetti è più che mai un teatro di giovani eroi infelici, prede di strazianti<br />
patemi, un teatro che non conosce e non celebra la saggezza né i tormenti<br />
della vecchiaia. 4<br />
certamente nel <strong>Poliuto</strong> non riscontriamo la presenza della maturità<br />
biologica, ma il cammino compiuto dai due protagonisti segna il progressivo<br />
abbandono di emozioni tipicamente giovanili, quali la gelosia e<br />
l’amore – e quello di Paolina nei confronti di Severo era il primo amore,<br />
l’amore adolescenziale – in favore di una ‘maturità morale’ raggiunta<br />
grazie alla fede.<br />
Bianconi pone le sue considerazioni sul teatro verdiano in relazione<br />
al pubblico, alla società e al momento storico in cui il compositore si<br />
trova a operare concludendo che il «modello d’uomo» ivi proposto risulta<br />
«congeniale agli ideali del risorgimento». 5 In qualche modo questo<br />
può valere anche per donizetti. non è infatti possibile dimenticare che<br />
il tema politico al centro di questa e di altre opere propone una strenua<br />
lotta contro un potere oppressivo e vessatorio, né che lo stesso compositore<br />
non era affatto alieno a contatti, anche molto stretti, con personag-<br />
4. LorenZo BIAnconI, Risposta a Giuliano Procacci, in Verdi 2001. Atti del Convegno internazionale,<br />
Parma - New York - New Haven, 24 gennaio - 1 o febbraio 2001, a cura di Fabrizio<br />
della Seta, roberta Montemorra Marvin e Marco Marica, Firenze, olschki, 2003, pp.<br />
205-216: 211-212. Bianconi segnala l’unicità dell’approccio verdiano anche rispetto ai<br />
lavori tardottocenteschi (ivi, pp. 215-216).<br />
5. Ivi, p. 216.<br />
43
03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 37<br />
FornonI<br />
gi politicamente schierati e attivi. I casi di Michele Accursi e Agostino<br />
ruffini sono di per sé significativi 6 e significativa è la lettura che di alcune<br />
pagine donizettiane Mazzini dà nella sua Filosofia della musica. Il musicista<br />
è profondamente calato nel presente e gli stimoli che il suo tempo<br />
gli offre vengono tramutati in messaggi da lanciare al pubblico. <strong>Poliuto</strong>,<br />
Paolina e i loro compagni, conseguentemente alla maturità raggiunta,<br />
affrontano la morte pur di restare fedeli ai propri ideali.<br />
L’alta dignità morale di questi personaggi funge da esempio per il<br />
fruitore, ma la concezione temporale messa in atto agisce sull’ascoltatore<br />
anche in altro modo. Il pubblico ha la possibilità di osservare le decisioni,<br />
i sentimenti, i fallimenti, i gesti dei personaggi calati nel tempo,<br />
cogliendone così la parabola biografica e lo sviluppo psicologico. Gli<br />
vengono cioè forniti gli strumenti per seguirne la storia, entrando nelle<br />
loro menti. ciò provoca un effetto, non tanto di immedesimazione nei<br />
protagonisti, quanto piuttosto di partecipazione agli eventi che affrontano<br />
e ai loro amori, dolori, paure, scelte, insomma a tutta quella gamma<br />
di situazioni e sentimenti profondamente umani in grado di commuovere.<br />
Quale migliore realizzazione del ciclo comunicativo tra autore e<br />
pubblico?<br />
6. I rapporti tra donizetti, gli esuli italiani a Parigi e la Giovine Italia sono al centro del<br />
volume Parigi 1835, a cura di Livio Aragona e Federico Fornoni, Bergamo, <strong>Fondazione</strong><br />
donizetti, 2008 («Quaderni della <strong>Fondazione</strong> donizetti», 14). In particolare si vedano<br />
cArLoTTA SorBA, Mazziniani a Parigi, pp. 33-43 e AnTonIo cAroccIA, I <strong>Donizetti</strong> fratelli<br />
d’Italia, pp. 95-114.<br />
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<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
a cura di FederICO FOrnOnI<br />
Il tenore francese adolphe nourrit, primo interprete di ruoli quali<br />
arnold nel Guillaume Tell di rossini, robert in Robert le diable di<br />
Meyerbeer, Éléazar nella Juive di Halévy e raoul negli Huguenots ancora<br />
di Meyerbeer, decise di abbandonare Parigi all’apice della carriera in<br />
seguito alla straordinaria affermazione del più giovane Gilbert duprez.<br />
dopo aver lasciato il ruolo di primo tenore all’Opéra nel 1836 proseguì<br />
la carriera esibendosi nei salotti della capitale e nei teatri di provincia. la<br />
decisione di partire per l’Italia risale alla fine del 1837. Intento di<br />
nourrit era apprendere la tecnica di canto nostrana, nella speranza di<br />
rinverdire i successi parigini nel Belpaese. a tal fine prese dimora a<br />
napoli, dove frequentò assiduamente donizetti che gli impartiva lezioni<br />
di canto. 1 da parte sua il compositore si affidò in più occasioni alla<br />
profonda esperienza teatrale del tenore. lo interpellò a proposito della<br />
scelta del soggetto di un’opera che avrebbe dovuto scrivere per il théâtre<br />
Italien di Parigi, progetto poi naufragato, ne pose in musica alcuni testi<br />
poetici e, soprattutto, lo coinvolse attivamente nella stesura del <strong>Poliuto</strong>,<br />
lavoro nel quale il francese avrebbe dovuto interpretare il ruolo del protagonista<br />
in occasione del suo debutto italiano. nelle pagine che seguono<br />
si riportano stralci dell’epistolario di nourrit relativi all’intera fase di<br />
lavorazione di quest’opera, dalla progettazione fino alla proibizione da<br />
parte della censura. 2 allo stesso tempo le lettere qui proposte portano<br />
testimonianza di altri aspetti importanti, quali l’acceso interesse di<br />
1. In proposito si veda il saggio di Paolo Fabbri in questo stesso volume. Cfr. anche<br />
Henry Pleasants, The Great Tenor Tragedy: The Last Days of Adolphe Nourrit as told<br />
(mostly) by himself, Portland (Oregon), amadeus Press, 1995 e GIanCarlO landInI,<br />
Nourrit e <strong>Donizetti</strong>, «the donizetti society Journal», 7: <strong>Donizetti</strong> and France, a cura di<br />
alexander Weatherson e Fulvio stefano lo Presti, london-Bergamo, donizetti society<br />
- <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2002, pp. 571-677.<br />
2. I passi sono tratti da lOuIs-MarIe QuICHerat, Adolphe Nourrit : sa vie, son talent, son<br />
caractere, sa correspondance, 3 voll., Paris, librairie de l. Hachette et C.ie, 1867 (da qui in<br />
poi QuICHerat). la traduzione italiana si deve al curatore. le note al testo si trovano<br />
nell’originale.<br />
47
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 48<br />
FOrnOnI<br />
donizetti nei confronti della drammaturgia del grand opéra, il gusto del<br />
pubblico italiano, il montare dell’inarrestabile sconforto che colse il cantante<br />
e che di lì a poco lo avrebbe condotto al suicidio. numerose le<br />
personalità del mondo musicale citate, dall’impresario del s. Carlo<br />
domenico Barbaia, col quale nourrit era costantemente in trattativa<br />
durante il suo soggiorno napoletano, al suo collega della scala<br />
Bartolomeo Merelli, che pure aveva provato a ingaggiare il tenore, ma<br />
senza successo; dal direttore dell’Opéra di Parigi Charles duponchel, ai<br />
librettisti eugène scribe e Felice romani; dai compositori Giacomo<br />
Meyerbeer, saverio Mercadante e Ferdinand Hiller, destinatario di alcune<br />
lettere del nostro, ai tenori domenico donzelli e Manuel García.<br />
1<br />
QuICHerat, lettera lI, vol. III, p. 189. alla moglie adèle nourrit, da<br />
napoli, 30 marzo 1838.<br />
Il est seulement fâcheux que cette course m’ait fait prendre froid, et<br />
m’ait obligé de perdre deux bonnes leçons de donizetti. Il continue à<br />
être charmant avec moi, et je suis content aujourd’hui de pouvoir aussi<br />
lui être utile à quelque chose. Voici comment. Il est en pourparler avec<br />
la direction du théâtre-Italien de Paris, qui lui demande un opéra nouveau<br />
pour l’hiver prochain, et il me consulte sur le choix du sujet. en<br />
cherchant, nous sommes tombés sur une donnée qui lui a plu, et il m’a<br />
prié de lui écrire un scenario disposé pour la musique, en ayant égard<br />
aux sujets qu’il aura pour interprètes, et dont je connais les moyens. J’ai<br />
passé hier toute ma soirée, et ce matin quelques heures, à lui bâtir un<br />
plan d’opéra en trois actes, et je vais le lui porter.<br />
31 mars.<br />
donizetti est très content de mon scenario, et me voilà occupé à le lui<br />
copier en caractères lisibles.<br />
[È davvero spiacevole che questa corsa mi abbia fatto prendere freddo e<br />
mi abbia costretto a perdere due lezioni di donizetti. Continua a essere<br />
gentile con me, e io sono contento di potergli ora essere utile a mia<br />
48
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 49<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
volta. ecco come. È in trattativa con la direzione del théâtre Italien di<br />
Parigi, che gli chiede un’opera nuova per l’inverno prossimo e lui mi ha<br />
consultato sulla scelta del soggetto. durante le ricerche ci siamo imbattuti<br />
in un argomento che gli è piaciuto e mi ha pregato di scrivergli uno<br />
scenario predisposto per la musica, tenendo conto degli interpreti dei<br />
quali conosco i mezzi. Ho passato tutta la serata di ieri e qualche ora stamattina<br />
a costruirgli il piano di un’opera in tre atti e vado a consegnarglielo.<br />
31 marzo.<br />
donizetti è molto contento del mio scenario, ed eccomi impegnato a<br />
trascriverlo in bella copia.]<br />
2<br />
QuICHerat, lettera lV, vol. III, p. 217. alla moglie adèle nourrit, da<br />
napoli, 10 aprile 1838.<br />
Je vois déjà que donizetti a confiance dans mon expérience théâtrale ;<br />
et si je reste ici (ce qui ne me paraît douteux), les ouvrages nouveaux se<br />
ressentiront probablement de mon influence.<br />
[Capisco che donizetti si fida della mia esperienza teatrale e se rimango<br />
qui (cosa che non mi pare in dubbio) i nuovi lavori risentiranno probabilmente<br />
della mia influenza.]<br />
3<br />
QuICHerat, lettera lXI, vol. III, p. 239. a monsieur Ch. P., da napoli,<br />
24 aprile 1838.<br />
Je suis lié d’amitié et de reconnaissance avec donizetti, dont les conseils<br />
sont précieux pour moi ; mais si je prends de lui des leçons de chant et<br />
d’accent italien, il se confie déjà à mon expérience théâtrale ; et quand<br />
il écrira quelque ouvrage pour moi, j’ai tout lieu de croire qu’il me suivra<br />
dans des chemins que je connais et qu’il n’a pas encore tenté d’explorer.<br />
C’est aujourd’hui le premier maestro de l’Italie ; et quoiqu’il ait<br />
produit déjà 60 opéras, il est assez jeune et assez fécond pour entrer dans<br />
une route nouvelle. son ambition est d’arriver en France, et je serai heu-<br />
49
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 50<br />
FOrnOnI<br />
reux et fier de lui en aplanir le chemin, en lui faisant unir nos ressources<br />
dramatiques à la puissance de la mélodie italienne, qu’il manie avec<br />
trop de facilité peut-être. ainsi appuyés l’un sur l’autre, nous avancerons<br />
tous les deux.<br />
[sono legato a donizetti da amicizia e riconoscenza e i suoi suggerimenti<br />
sono preziosi per me; ma se io prendo da lui lezioni di canto e di<br />
pronuncia italiana, lui si affida alla mia esperienza teatrale; e quando scriverà<br />
qualche opera per me ho motivo di credere che mi seguirà lungo<br />
strade che io conosco e che lui non ha ancora tentato. Oggigiorno è il<br />
primo maestro d’Italia e, nonostante abbia già composto 60 opere, è<br />
abbastanza giovane e abbastanza fecondo per intraprendere un nuovo<br />
percorso. arrivare in Francia è la sua ambizione, e io sarei felice e fiero<br />
di spianargli il cammino, facendogli coniugare le nostre risorse drammatiche<br />
alla forza della melodia italiana, che forse maneggia con eccessiva<br />
facilità. Così, sostenendoci a vicenda, avanzeremo entrambi.]<br />
4<br />
QuICHerat, lettera lXII, vol. III, pp. 243-244. al cognato eugène<br />
duverger, da napoli, 25 aprile 1838.<br />
J’ai donc fait part de mes répugnances à Barbaia, qui alors m’a proposé<br />
de m’engager pour l’automne, et de me faire débuter par l’opéra nouveau<br />
que donizetti doit composer à cette époque. J’ai agréé la proposition,<br />
et nous avons pris rendez-vous pour aujourd’hui afin de traiter cette<br />
affaire. donizetti désire beaucoup que cela s’arrange ; et comme je le<br />
désire aussi, et que Barbaia a besoin de moi, il est présumable que nous<br />
tomberons d’accord. J’espère faire adopter à donizetti Polyeucte, dont je<br />
lui ai déjà parlé, et qui lui a déjà monté la tête. donizetti a grande confiance<br />
en moi : je lui ai dessiné le plan d’un opéra italien pour Paris, et<br />
je lui ai composé une ballade française qu’il vient de mettre en musique,<br />
en suivant pas à pas mes avis et mes intentions. et puis, je crois qu’il sent<br />
la nécessité de faire du neuf, et surtout de travailler en vue de la France,<br />
où il désire arriver bientôt. Il se laissera donc diriger un peu par moi, et<br />
de même que je me trouve bien de l’excellence et de la franchise de ses<br />
avis, peut-être mes conseils pourront-ils lui être utiles.<br />
50
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 51<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
Voici comme je compte traiter avec Barbaia : je ne m’engagerai avec lui que<br />
pour débuter avec cet opéra nouveau écrit expressément pour moi ; et, si<br />
d’ici là je suis assez avancé dans mes études pour être prêt à chanter sur le<br />
théâtre, alors je prendrai soit Lucia, soit Roberto, soit tout autre ouvrage du<br />
répertoire (selon la circonstance), et nous combinerons un autre arrangement<br />
pour une représentation détachée, qui précéderait mon engagement.<br />
[Ho dunque messo a parte delle mie perplessità Barbaia, il quale mi ha<br />
allora proposto un ingaggio per l’autunno, facendomi debuttare con<br />
l’opera nuova che donizetti deve comporre per quel periodo. Ho accettato<br />
la proposta e abbiamo fissato un incontro per oggi, in modo da trattare<br />
l’affare. donizetti desidera veramente che vada a buon fine e, siccome<br />
anch’io lo desidero e Barbaia ha bisogno di me, è presumibile che<br />
troveremo un accordo. spero di fare adottare a donizetti Polyeucte, soggetto<br />
di cui gli ho già parlato e che lo ha già entusiasmato. donizetti ha<br />
grande fiducia in me: gli ho steso il piano di un’opera italiana per Parigi<br />
e gli ho scritto una ballata francese che sta mettendo in musica seguendo<br />
passo passo i miei consigli e i miei desideri. Credo poi che senta la<br />
necessità di fare del nuovo e, soprattutto, di lavorare in vista della Francia,<br />
dove desidera arrivare presto. Perciò si lascerà indirizzare da me e, poiché<br />
io sono felice dell’eccellenza e della franchezza dei suoi suggerimenti,<br />
può darsi che i miei consigli possano essergli utili. ecco come conto<br />
di trattare con Barbaia: non mi impegnerò con lui se non per debuttare<br />
con questa nuova opera scritta espressamente per me; e se per allora sarò<br />
abbastanza avanti nei miei studi per cantare in teatro, allora prenderò sia<br />
Lucia, sia Roberto, sia tutte le altre opere del repertorio (a seconda delle<br />
circostanze) e troveremo un altro accordo per una rappresentazione a<br />
parte, che precederà il mio ingaggio.]<br />
5<br />
QuICHerat, lettera lXIV, vol. III, pp. 246-248. alla moglie adèle<br />
nourrit, da napoli, 29 aprile 1838.<br />
Il n’y a plus moyen de m’en dédire, chère amie : me voilà Italien au<br />
moins pour onze mois encore ; j’ai signé hier mon engagement avec<br />
Barbaia. les conditions d’argent ne sont pas aussi belles que celles qu’on<br />
51
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 52<br />
FOrnOnI<br />
m’offrait à Milan, mais la position est cent fois meilleure, et la chance de<br />
succès bien plus grande, puisque je débute par un opéra de donizetti<br />
écrit exprès pour moi, et dont moi-même j’ai choisi le sujet. C’est celui<br />
que j’avais rêvé en partant de France, c’est le Polyeucte de Corneille, dans<br />
lequel j’ai trouvé de bonnes situations musicales ; et tu sais si j’ai confiance<br />
dans les sentiments que j’aurai à exprimer dans ce rôle de martyr.<br />
Cette confiance, tu dois l’avoir aussi, et nous aurons tous les deux moins<br />
de crainte en pensant que l’intérêt personnel ne nous fait pas seul désirer<br />
le succès, et l’espoir de travailler à une bonne œuvre me soutiendra<br />
plus qu’un vain désir de gloire ; avec cet ouvrage j’espère entrer véritablement<br />
dans une nouvelle carrière, dans une carrière telle que je l’ai<br />
toujours désirée. Ce sujet plaît d’autant plus à donizetti qu’il est tout<br />
nouveau pour l’Italie, et qu’il lui donne la possibilité de faire autre chose<br />
que ce qu’il a fait jusqu’à présent ; les chrétiens lui montent la tête, et il<br />
compte sur l’effet des chants religieux au milieu de situations pathétiques.<br />
nous ne nous en sommes pas tenus à la donnée un peu trop admirative<br />
de Corneille : avant le triomphe du sentiment religieux, nous avons laissé<br />
se développer un peu la passion humaine, et le sacrifice en est d’autant<br />
plus beau. le poète 1 de donizetti a aussi adopté cette donnée avec<br />
confiance, et travaille déjà sur le plan que moi-même j’ai lui ai écrit en<br />
italien. Me voilà donc tranquille de ce côté....<br />
[...]<br />
Juge du plaisir avec lequel j’ai signé mon engagement avec Barbaia ; et<br />
si ton père et maman trouvent que j’ai été un peu facile pour les conditions<br />
d’argent, j’espère qu’ils n’en seront pas moins satisfaits de la belle<br />
position que je prends en commençant, et qu’ils trouveront qu’elle valait<br />
bien un sacrifice de ma part. en définitive, l’engagement n’est pas honteux.<br />
Je dois débuter en septembre, ou octobre au plus tard, avec la première<br />
représentation de l’opéra nouveau, et je reste engagé jusqu’au 20<br />
mars ou au samedi de la Passion à ma volonté ; on me donne 600 ducats<br />
par mois, ce qui fait 2700 francs, plus une demi-représentation à saint-<br />
Charles, abonnement suspendu, qui pourra bien me rapporter pour ma<br />
1. romani, le meilleur librettiste du temps.<br />
52
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 53<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
part de 3 à 4000 francs, et peut-être plus, si je réussis complétement, et<br />
si je sais la rendre piquante. [...]<br />
Barbaia est tout rayonnant de mon engagement, et il a déjà envoyé à<br />
l’imprimeur son cartello où figure mon nom en gros caractères.<br />
[non c’è più modo per ritirarmi, amica cara: eccomi italiano per almeno<br />
altri undici mesi; ho firmato ieri il mio ingaggio con Barbaia. le condizioni<br />
economiche non sono remunerative come quelle che mi sono<br />
state offerte a Milano, ma la posizione è cento volte migliore e la possibilità<br />
di successo molto più grande, poiché debutto con un’opera di<br />
donizetti scritta espressamente per me e della quale ho scelto io stesso<br />
il soggetto. È quello che avevo sognato partendo dalla Francia, il Polyeucte<br />
di Corneille, all’interno del quale ho già individuato delle buone situazioni<br />
per la musica; e tu sai se ho dimestichezza coi sentimenti che dovrò<br />
esprimere in questo ruolo di martire. la stessa fiducia devi averla anche<br />
tu, ed avremo entrambi meno timore pensando che l’interesse personale<br />
non ci faccia desiderare solo il successo e che la speranza di lavorare a<br />
una buona opera mi sosterrà più di un vano desiderio di gloria; con questo<br />
lavoro spero vivamente di avviare una nuova carriera, una carriera<br />
che ho sempre desiderato. Il soggetto piace sempre più a donizetti, poiché<br />
è affatto nuovo per l’Italia, e poiché gli offre la possibilità di fare cose<br />
diverse da quanto ha fatto fino ad oggi; i cristiani lo fanno impazzire e<br />
conta sull’effetto dei canti religiosi nel mezzo delle situazioni patetiche.<br />
non ci siamo tenuti insomma al dato un po’ troppo agiografico di<br />
Corneille: prima del trionfo del sentimento religioso, abbiamo sviluppato<br />
un po’ la passione umana e anche il sacrificio ne ha tratto vantaggio.<br />
anche il poeta 1 di donizetti ha accettato questa proposta con fiducia e<br />
già lavora sul piano che io stesso gli ho scritto in italiano. eccomi dunque<br />
tranquillo da questo punto di vista...<br />
[...]<br />
Giudica dal piacere con il quale ho firmato il mio impegno con Barbaia<br />
e se i tuoi genitori ritengono che io sia stato un po’ accomodante per le<br />
condizioni economiche, spero che non saranno meno soddisfatti di que-<br />
1. romani, il migliore librettista del tempo. [In realtà il librettista di <strong>Poliuto</strong> è salvadore<br />
Cammarano].<br />
53
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 54<br />
FOrnOnI<br />
sta buona posizione per un inizio e che riterranno che essa val bene un<br />
sacrificio da parte mia. In definitiva l’ingaggio non è disonorevole. devo<br />
debuttare a settembre, o ottobre al più tardi, con la prima rappresentazione<br />
dell’opera nuova e resto ingaggiato fino al 20 marzo o al sabato<br />
santo, a mia scelta; mi si danno 600 ducati al mese, che fanno 2700 franchi,<br />
più una mezza rappresentazione al s. Carlo fuori abbonamento, che<br />
mi potrà rendere dai 3 ai 4000 franchi, e forse di più, se ho successo<br />
completo e se la so rendere arguta. [...]<br />
Barbaia è raggiante per il mio ingaggio e ha già inviato allo stampatore<br />
il suo cartellone dove campeggia il mio nome in caratteri grandi.]<br />
6<br />
QuICHerat, lettera lXVI, vol. III, pp. 250-251. alla sorella madame<br />
aucoc, da napoli, 1 o maggio 1838.<br />
Chère sœur,<br />
tu as appris par adèle qu’il n’y a plus à revenir sur mes pas. Voilà mon<br />
sort fixé pour un an, ou à peu près : je suis engagé jusqu’au 20 mars prochain<br />
au théâtre de saint-Charles. C’en est fait, me voilà italien ; et je<br />
commence par l’épreuve la plus difficile ; j’affronte le public de naples,<br />
qui est le plus froid, le plus exigeant de toute l’Italie. Il n’y a pourtant pas<br />
de quoi s’effrayer, car il n’est pas gâté parce qu’il entend tous les jours.<br />
et puis, il a toujours fait bon accueil aux étrangers qui sont venus se soumettre<br />
à son jugement. déjà j’ai bon nombre d’amis ; on me voit avec<br />
intérêt ; cela fait bon effet que je sois venu passer six mois à naples pour<br />
y étudier l’accent et le goût italiens, et il paraît que la nouvelle de mon<br />
engagement a été accueillie avec faveur.<br />
Moi, ce qui me rassure tout à fait, c’est le début dans un opéra nouveau,<br />
où je n’aurai de comparaison à subir avec personne, un opéra écrit<br />
pour moi par donizetti, qui a le talent de bien mettre en relief les qualités<br />
de ses chanteurs et de cacher leurs défauts ; et puis, par-dessus tout,<br />
le sujet de cet opéra, qui me plaît, que j’ai choisi et auquel j’ai foi. l’effet<br />
de mon rôle reposera sur l’exaltation du sentiment religieux, combattu<br />
un instant par la passion humaine, mais finissant par triompher. toutes les<br />
fois que j’ai eu cette corde à faire vibrer, j’ai su trouver des accents sympathiques,<br />
et plus que jamais aujourd’hui je crois à l’effet de la musique<br />
54
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 55<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
religieuse. Mon voyage en Italie n’aura pas fait du bien seulement à mon<br />
talent : mon esprit y aura encore plus gagné que ma voix. Par un enchaînement<br />
merveilleux de circonstances inattendues, mes idées se sont toutes<br />
portées vers un objet qui était depuis quelques années le sujet de mes<br />
méditations les plus sérieuses. la rencontre de silvio Pellico, la vue des<br />
chefs-d’œuvre qu’a inspirés la religion, les livres qui me sont tombés sous<br />
la main, ma position même, tout a contribué à me faire trouver le chemin<br />
de la vérité ; et depuis que je suis entré dans cette voie, je me sens<br />
encore plus fort, parce que je me sens plus tranquille. Par un de ces bonheurs<br />
dont la source n’est pas ici bas, adèle marchait en même temps que<br />
moi dans la même route, et sans que l’un influençât l’autre, nous avons<br />
changé tous deux, et changé pour nous retrouver encore plus unis, pour<br />
nous aimer encore davantage.<br />
[Cara sorella,<br />
hai saputo da adèle che non posso più tornare sui miei passi. la mia sorte<br />
è fissata per un anno all’incirca: sono ingaggiato fino al 20 marzo prossimo<br />
al teatro s. Carlo. È fatta, eccomi italiano; e comincio con la prova più<br />
difficile; affronto il pubblico di napoli, che è il più freddo, il più esigente<br />
di tutta Italia. non c’è tuttavia da spaventarsi poiché non è corrotto dall’ascolto<br />
quotidiano. e poi ha sempre accolto benevolmente gli stranieri<br />
che si sono sottoposti al suo giudizio. Ho già un buon numero di amici;<br />
si guarda a me con interesse; poi fa buon effetto il fatto che sia venuto a<br />
trascorrere a napoli sei mesi per studiare la pronuncia e il gusto italiani e<br />
sembra che la notizia del mio ingaggio sia stata accolta con favore.<br />
Ma ciò che mi rassicura di più è il debutto in un’opera nuova, grazie al<br />
quale non dovrò soffrire alcun paragone con nessuno, un’opera scritta<br />
per me da donizetti che ha il talento di mettere nel giusto rilievo le qualità<br />
dei suoi cantanti e di celare i loro difetti e poi, soprattutto, il soggetto<br />
di quest’opera, che mi piace, che ho scelto e nel quale ho fede.<br />
l’effetto del mio ruolo starà nell’esaltazione religiosa che si scontrerà per<br />
un momento con la passione umana, ma che finirà per trionfare. tutte le<br />
volte che mi sono trovato a far vibrare queste corde ho saputo rinvenire<br />
accenti commoventi e oggi più che mai confido nell’effetto della<br />
musica religiosa. Il viaggio in Italia non avrà fatto del bene solo al mio<br />
talento: il mio spirito ne avrà guadagnato ancor più della mia voce.<br />
55
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 56<br />
FOrnOnI<br />
Grazie ad una meravigliosa concatenazione di circostanze inaspettate, le<br />
mie idee si sono tutte indirizzate verso un oggetto che da qualche anno<br />
era al centro dei miei pensieri più profondi. l’incontro con silvio<br />
Pellico, la vista dei capolavori che la religione ha ispirato, i libri che mi<br />
sono capitati fra le mani, la mia stessa situazione, tutto ha contribuito a<br />
farmi trovare il cammino della verità; e da quando percorro questa strada<br />
mi sento ancora più forte, perché mi sento più tranquillo. Per una felice<br />
coincidenza, anche adèle si è incamminata nel medesimo periodo<br />
sulla stessa strada e, senza che l’uno abbia influenzato l’altra, siamo cambiati<br />
entrambi per ritrovarci ancora più uniti, per amarci ancora di più.]<br />
7<br />
QuICHerat, lettera lXVII, vol. III, pp. 252-255. a Ferdinand Hiller, da<br />
napoli, 5 maggio 1838.<br />
Mais arrivons à la nouvelle que j’ai vous donnée. Mon sort est enfin fixé :<br />
il n’y a plus à m’en dédire ; je suis chanteur italien, ou du moins je me<br />
suis engagé pour tel, en attendant que le public reconnaisse la validité de<br />
l’acte sur papier timbré. J’ai signé avec Barbaia un engagement de six<br />
mois, qui doit commencer au mois d’octobre prochain, pour aller<br />
jusqu’à la fin de mars. les conditions d’argent auxquelles j’ai souscrit<br />
sont moins belles que celles que me proposait M. Merelli, mais la position<br />
est bien plus agréable pour moi. Il nous a été difficile de nous<br />
entendre avec donzelli, car les mêmes rôles nous convenaient à tous<br />
deux, et je ne pouvais souscrire à ce que me demandait Merelli, qui voulait<br />
me faire chanter l’opéra buffa et les rôles de tenore sfogato. 2 Ici je serai<br />
presque le maître de choisir et mes rôles et mes opéras ; et puis, j’ai l’immense<br />
avantage de débuter par un ouvrage nouveau, écrit exprès pour<br />
moi par donizetti. si je me confie sans réserve à donizetti pour apprendre<br />
de lui l’accentuation du chant italien, de son côté il a confiance dans<br />
l’expérience que j’ai du théâtre, et est tout disposé à s’en rapporter à moi<br />
sur le choix du libretto qu’il devra mettre en musique.<br />
Il sent la nécessité de faire du nouveau, et a déjà adopté un plan que je<br />
lui ai proposé et qui lui offre des situations qu’il n’a pas eu encore à trai-<br />
2. ténor léger.<br />
56
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 57<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
ter, un sujet qui l’empêchera de se laisser aller à cette facilité dont il<br />
abuse quelquefois. et puis, sa grande ambition est d’arriver à Paris, d’arriver<br />
à l’Opéra ; et, tout en donnant du nouveau à l’Italie, il veut se préparer<br />
aux exigences de notre scène lyrique. J’espère que je pourrai lui<br />
rendre une partie du bien qu’il me fait. déjà j’ai pu juger de la confiance<br />
qu’il a en moi : il fait un album pour Paris, et il m’a demandé d’abord<br />
quelques sujets de ballades, de romances, qu’il voulait faire exécuter en italien<br />
; et puis, il a désiré que je les lui écrivisse en vers français : j’ai été<br />
assez heureux pour rencontrer juste ce qu’il voulait, et il s’est mis à l’œuvre.<br />
Mais comme le désir de faire du neuf m’avait poussé à me développer<br />
un peu plus qu’on ne le fait dans ce genre de composition, le travail<br />
a été plus difficile pour lui, et il a dû me consulter chaque jour sur ce<br />
qu’il avait fait et sur ce qu’il voulait faire. J’ai été aussi franc avec lui qu’il<br />
l’était avec moi ; il a suivi mes conseils presque aveuglément. aussi j’ai<br />
bon espoir pour l’opéra que nous préparons pour mon début ; je crois<br />
que son poète a bien compris ce que je veux, et d’ailleurs, à mesure qu’il<br />
travaillera, je serais là pour faire retoucher ce qui ne me conviendrait pas.<br />
Quant à donizetti, je le vois déjà préoccupé de la nouveauté de ce sujet<br />
pour lui, et il me dit quelquefois : «Pourvu que je réussisse à bien rendre<br />
ce caractère de musique que vous désirez ! Je n’ai encore rien fait de<br />
semblable». et je suis enchanté de lui voir cette préoccupation ; et, en<br />
l’empêchant de composer trop vite et de se laisser aller à adopter ce qui<br />
lui vient tout d’abord, je crois que je lui rendrai un véritable service.<br />
ainsi, nous aurons gagné tous deux à ce frottement.<br />
[...]<br />
Je me suis acquitté de votre commission auprès de donizetti, qui vous<br />
remercie de votre bon souvenir, et me charge de ses compliments pour vous.<br />
Il compte aller à Paris aussitôt après la représentation de son opéra, qui passera<br />
fin septembre ou au commencement d’octobre. On lui a fait des propositions<br />
pour le théâtre-Italien, mais il n’a pas encore signé d’engagement.<br />
[Ma arriviamo alla notizia che vi ho dato. la mia sorte è finalmente fissata:<br />
non posso più ritrarmi; sono un cantante italiano, o almeno mi sono<br />
impegnato come tale, attendendo che il pubblico riconosca la validità<br />
dell’atto su carta bollata. Ho firmato un ingaggio di sei mesi con Barbaia<br />
che comincerà nel prossimo mese di ottobre e proseguirà fino alla fine<br />
57
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 58<br />
FOrnOnI<br />
di marzo. le condizioni economiche che ho sottoscritto sono meno<br />
vantaggiose di quelle che mi sono state proposte dal signor Merelli, ma<br />
la posizione è preferibile di molto. È stato difficile intenderci con<br />
donzelli, perché i medesimi ruoli si confacevano ad entrambi e non<br />
potevo acconsentire a quanto mi domandava Merelli che voleva farmi<br />
cantare l’opera buffa e i ruoli da tenore sfogato. 2 Qui sarò libero di decidere<br />
i miei ruoli e le mie opere; inoltre ho l’immenso vantaggio di<br />
debuttare con un’opera nuova scritta espressamente per me da donizetti.<br />
se io mi affido senza riserve a donizetti per apprendere da lui la pronuncia<br />
del canto italiano, da parte sua, lui confida nella mia esperienza<br />
teatrale ed è pienamente disposto a confrontarsi con me sulla scelta del<br />
libretto che dovrà mettere in musica. sente la necessità di fare del nuovo<br />
e ha già adottato un piano che gli ho proposto e che gli offre situazioni<br />
che non ha ancora trattato, un soggetto che gli impedirà di lasciarsi andare<br />
a quella facilità della quale talvolta abusa. e poi la sua grande ambizione<br />
è di arrivare a Parigi, all’Opéra; e, proponendo qualcosa di nuovo<br />
per l’Italia, si vuole preparare alle esigenze della nostra scena lirica. spero<br />
di potergli rendere una parte del bene che mi fa. Ho già potuto constatare<br />
la fiducia che ha in me: sta facendo un album per Parigi e mi ha<br />
chiesto dapprima alcuni soggetti di ballate, di romanze, che voleva portare<br />
in italiano; poi ha espresso il desiderio che li scrivessi per lui in versi<br />
francesi: sono stato molto felice di accontentarlo e si è messo al lavoro.<br />
Ma siccome il desiderio di fare qualcosa di nuovo mi aveva spinto un po’<br />
oltre rispetto a quello che di solito si fa in questo genere di composizione,<br />
il lavoro è stato più difficile per lui, e ha dovuto consultarmi tutti i<br />
giorni su quanto aveva fatto e su quanto voleva fare. sono stato tanto<br />
franco con lui, quanto lui lo è stato con me; ha seguito i miei consigli<br />
quasi ciecamente. Così nutro buone speranze per l’opera che prepariamo<br />
per il mio debutto; credo che il suo poeta abbia compreso quello che<br />
voglio e, in ogni caso, mentre lavorerà, io sarò lì per ritoccare quello che<br />
non mi convincerà.<br />
Quanto a donizetti lo vedo già preoccupato per la novità di questo soggetto<br />
e qualche volta mi dice: «speriamo che io riesca a rendere bene il<br />
carattere della musica che voi desiderate! non ho mai fatto niente di<br />
2. tenore leggero.<br />
58
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<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
simile». Io sono incantato nel vedere in lui questa preoccupazione e<br />
impedendogli di comporre troppo velocemente e di lasciarsi andare a ciò<br />
che gli viene d’istinto, credo di fargli un vero favore. Così avremo guadagnato<br />
entrambi da questi continui contatti.<br />
[...]<br />
Mi sono fatto carico della vostra commissione presso donizetti, che vi<br />
ringrazia del vostro buon ricordo e mi incarica di porvi i suoi complimenti.<br />
Conta di andare a Parigi subito dopo la rappresentazione della sua<br />
opera, che andrà in scena a fine settembre o all’inizio di ottobre. Gli<br />
hanno fatto delle proposte per il théâtre-Italien, ma non ha ancora firmato<br />
l’ingaggio.]<br />
8<br />
QuICHerat, lettera lXVIII, vol. III, pp. 257-258. alla moglie adèle<br />
nourrit, da napoli, 6 maggio 1838.<br />
Voilà une commission de donizetti pour ton père, que tu dois d’abord<br />
embrasser pour moi, et remercier de l’envoi des deux brochures.<br />
donizetti est en pourparler avec duponchel, qui lui a fait offrir un<br />
poème de scribe en trois actes. Malgré tout le désir qu’a donizetti d’arriver<br />
à l’Opéra, il n’accepte pas ce poème, dont le sujet ne lui plaît pas :<br />
c’est le Comte Julien, que devait faire Gomis, et dont Meyerbeer n’a pas<br />
voulu. C’est un ami de donizetti qui se mêle de cette affaire, et donizetti,<br />
qui lui a déjà écrit sa réponse, voudrait que ton père parlât à cet ami, qui<br />
se nomme M. accursi, et loge aux Batignolles. ainsi ton père aurait à<br />
prier ce monsieur par lettre de passer à son bureau, et voilà ce que<br />
donizetti voudrait qu’il fût dit à son ami. Qu’il ne refuse le poème de<br />
scribe que parce que le sujet ne lui est pas sympathique, et que déjà il a<br />
refusé d’écrire un opéra en Italie sur cette même donnée, que romani<br />
avait traitée pour lui. Ce que voudrait donizetti de scribe, ce serait un<br />
poème en cinq petits actes bien courts (comme la Muette), un sujet brillant<br />
et varié, avec deux belles situations pathétiques, mais le reste plutôt<br />
gai que sérieux, enfin le pendant de la Muette, si cela est possible. M.<br />
accursi doit donc voir scribe, et lui donner toutes ces explications. Je<br />
demande pardon à ton père de la peine, et le remercie d’avance. donizetti<br />
serait bien aise aussi de savoir la position de l’Opéra, ce qui s’y fait, ce qui<br />
59
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FOrnOnI<br />
doit s’y faire, et quel serait pour lui le moment propice d’y arriver. si ton<br />
père peut m’écrire une lettre là-dessus, il me ferait bien plaisir.<br />
en attendant, notre Polyeucte va son train : le poète est à l’œuvre, et<br />
donizetti se préoccupe déjà de ce qu’il aura à faire pour entrer dans le<br />
caractère de cette musique chrétienne qu’il va avoir à traiter pour la première<br />
fois. Je ne suis pas fâché de le voir douter un peu de lui-même :<br />
c’est la meilleure disposition pour les gens qui ont trop de facilité. J’ai<br />
toujours de plus en plus confiance dans cette donnée, et j’espère que tu<br />
partages cette confiance.<br />
[ecco una commissione di donizetti per tuo padre, che devi abbracciare<br />
da parte mia e ringraziare per l’invio dei due opuscoli. donizetti è in<br />
trattativa con duponchel, che gli ha offerto un poema di scribe in tre<br />
atti. Malgrado il grande desiderio di donizetti di arrivare all’Opéra, non<br />
accetta questo poema, il cui soggetto non gli piace: è le Comte Julien, che<br />
doveva fare Gomis, e che Meyerbeer non ha voluto. È un amico di<br />
donizetti che segue questo affare e donizetti, che gli ha già scritto la sua<br />
risposta, vorrebbe che tuo padre parlasse a questo amico che si chiama<br />
signor accursi e alloggia a Batignolles. tuo padre dovrebbe pregare per<br />
lettera questo signore di passare dal suo ufficio; ed ecco quello che<br />
donizetti vorrebbe fosse detto al suo amico: che rifiuta il poema di<br />
scribe solo perché il soggetto non lo commuove e che ha già rifiutato<br />
di scrivere un’opera in Italia sullo stesso argomento che romani aveva<br />
preparato per lui. Quello che donizetti vorrebbe da scribe sarebbe un<br />
poema in cinque brevi atti molto corti (come la Muette), un soggetto<br />
brillante e vario, con due belle situazioni patetiche, ma il resto più gaio<br />
che serio, insomma il corrispettivo della Muette, se fosse possibile. Il<br />
signor accursi deve perciò incontrare scribe e fornirgli tutte queste spiegazioni.<br />
Chiedo scusa a tuo padre per il disturbo e lo ringrazio in anticipo.<br />
donizetti gradirebbe molto anche di conoscere la posizione<br />
dell’Opéra, quello che si fa, quello che bisogna fare e quale sarebbe per<br />
lui il momento propizio di arrivare. se tuo padre potesse scrivermi una<br />
lettera in proposito mi farebbe molto piacere.<br />
nell’attesa, il nostro <strong>Poliuto</strong> procede: il poeta è all’opera e donizetti si<br />
preoccupa già di quanto dovrà fare per entrare nel carattere di questa<br />
60
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 61<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
musica cristiana che si accinge ad affrontare per la prima volta. non sono<br />
spiacente di vederlo dubitare un po’ di se stesso: è la disposizione migliore<br />
per coloro che hanno troppa facilità. Ho sempre più fiducia in questo<br />
soggetto e spero che tu condivida questa fiducia.]<br />
9<br />
QuICHerat, lettera lXX, vol. III, pp. 262-263. alla moglie adèle<br />
nourrit, da napoli, 15 maggio 1838.<br />
Cependant, s’il m’arrive de m’occuper de mon début, de penser à mon<br />
travail, il me semble que c’est d’hier que j’ai commencé à étudier, et que<br />
c’est demain qu’il va falloir me produire en public. aussi les jours s’en<br />
vont pour moi rapidement, quoique je trouve les semaines bien longues<br />
quand je pense à celles qui me séparent de toi. Malgré ces inconséquences<br />
apparentes, je me trouve assez raisonnable, et suis prêt à accepter un<br />
petit retard, s’il est nécessaire à votre bien-être et à la facilité de votre<br />
voyage. d’une autre côté, je ne m’effraye pas trop de mon début par<br />
avance, et, par ce que j’ai fait déjà, j’espère en faire assez d’ici là pour satisfaire<br />
les exigences du public italien.<br />
notre opéra va bon train. donizetti a déjà fait l’introduction, et m’a déjà<br />
fait chanter une prière que je dis au moment de me faire chrétien : le<br />
morceau est bien dans ma voix, et de nature à bien disposer le public et<br />
pour moi et pour l’ouvrage. Il est fait de sorte que, même avec la peur,<br />
je le pourrai bien chanter : l’émotion même que j’éprouverai devra ajouter<br />
à l’effet.<br />
Je suis toujours de plus en plus content de donizetti, qui me montre<br />
une véritable amitié, et qui me témoigne beaucoup de confiance. Il me<br />
consulte sur ce qu’il doit faire ; et comme il cherche du nouveau, il est<br />
bien aise de savoir par moi ce qui fait de l’effet en France. Je lui ai<br />
composé deux ballades françaises, qu’il veut écrire pour Paris : elles ont<br />
eu assez de succès, et il en a déjà mis une en musique. l’une d’elles est<br />
sur napoléon, et un poète italien, ami de donizetti, a déjà essayé de la<br />
traduire. Je ne crois pourtant pas qu’elle soit digne du sujet ; je ne crois<br />
pas surtout qu’elle vaille la peine d’une copie, qui me prendrait la moitié<br />
de cette lettre. dis à eugène qu’il me pardonne la liberté que j’ai<br />
61
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 62<br />
FOrnOnI<br />
prise de toucher à son héros : 3 je ne l’ai fait qu’à mon corps défendant,<br />
et pour complaire à donizetti, qui voulait absolument quelque<br />
chose sur sainte-Hélène. Peut-être la musique fera-t-elle passer les<br />
paroles !<br />
[tuttavia se mi capita di occuparmi del mio debutto, di pensare al mio<br />
lavoro, mi pare ieri che io abbia cominciato a studiare e che mi debba<br />
esibire in pubblico domani. Così i giorni passano rapidamente per me,<br />
benché io trovi le settimane estremamente lunghe quando penso a quelle<br />
che mi separano da te. Malgrado queste apparenti incongruenze, sono<br />
molto razionale e pronto ad accettare un piccolo ritardo, se è utile al<br />
vostro benessere e ad agevolare il vostro viaggio. d’altra parte non mi<br />
preoccupo troppo del mio debutto in anticipo e, per quanto riguarda ciò<br />
che ho già fatto, spero di fare abbastanza da qui a quel giorno per soddisfare<br />
le esigenze del pubblico italiano.<br />
la nostra opera procede bene. donizetti ha già composto l’Introduzione<br />
e mi ha già fatto cantare una preghiera che dico al momento del battesimo:<br />
il pezzo è adatto alla mia voce e scritto in modo da disporre positivamente<br />
il pubblico sia verso di me, che verso l’opera. È di un tipo che,<br />
anche con la paura, io lo potrò cantare bene: l’emozione stessa che proverò<br />
rinforzerà l’effetto.<br />
sono sempre più contento di donizetti, che mi dimostra vera amicizia<br />
e che mi tiene in gran conto. Mi consulta su quanto deve fare e,<br />
siccome cerca del nuovo, è ben lieto di sapere attraverso me ciò che<br />
fa effetto in Francia. Ho scritto per lui due ballate francesi che vuole<br />
comporre per Parigi: gli sono piaciute e ne ha già messa in musica<br />
una. una delle due è su napoleone e un poeta italiano, amico di<br />
donizetti, ha già provato a tradurla. tuttavia non credo sia degna del<br />
soggetto; soprattutto non credo valga la pena di trascriverla, poiché<br />
mi prenderebbe la metà di questa lettera. dì a eugène che mi perdo-<br />
3. M. eugène duverger avait un vrai culte pour la mémoire de l’empereur, et une confiance<br />
inébranlable dans une restauration napoléonienne. Il vit le triomphe de ses idées,<br />
triomphe auquel il n’avait pas été inutile, sans vouloir en tirer vanité et encore moins<br />
profit.<br />
62
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 63<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
ni la libertà che mi son preso di toccare il suo eroe: 3 non l’ho fatto<br />
che controvoglia e solo per compiacere donizetti, che voleva assolutamente<br />
qualcosa su s. elena. Forse la musica farà sopportare le parole!]<br />
10<br />
QuICHerat, lettera lXXI, vol. III, p. 264. alla madre, da napoli, 20<br />
maggio 1838.<br />
J’espère que tu seras contente aussi du choix que j’ai fait pour mon<br />
début en Italie. Maintenant que j’ai rompu avec mon passé, je veux<br />
tâcher de donner à mon talent une direction conforme à mes croyances,<br />
et j’espère que dieu m’aidera à répandre, par le moyen de mon art, des<br />
pensées bonnes et utiles à l’humanité ; j’espère qu’il permettra que mon<br />
art se purifie, et que sous l’attrait du plaisir, il serve à propager l’amour<br />
du bien, qui est l’amour de dieu. si je veux réussir maintenant, ce n’est<br />
plus tant pour recueillir des applaudissements, de la gloire ; c’est pour<br />
accomplir une œuvre utile, une bonne œuvre : dieu veuille qu’un jour<br />
ce soit une œuvre sainte ! J’ai bon espoir.<br />
[spero che anche tu sarai contenta della scelta che ho fatto per il mio<br />
debutto in Italia. Ora che ho rotto con il passato, voglio fare in modo<br />
di dare al mio talento una direzione conforme alla mia fede e spero che<br />
dio m’aiuterà a diffondere attraverso la mia arte pensieri buoni e utili<br />
per l’umanità; spero che permetterà alla mia arte di purificarsi e che con<br />
l’attrattiva del piacere essa serva a diffondere l’amore del bene, che è<br />
l’amore di dio. se ora voglio avere successo non è più tanto per raccogliere<br />
applausi e gloria; è per compiere un’opera utile, un’opera buona:<br />
dio voglia che un giorno questa sia un’opera santa! ne ho buona speranza.]<br />
3. Il signor eugène duverger aveva un vero culto per la memoria dell’imperatore e<br />
un’incrollabile fiducia in una restaurazione napoleonica. Vive il trionfo delle sue idee,<br />
trionfo al quale non era stato inutile, senza volerne trarre vanità e, ancor meno, profitto.<br />
63
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 64<br />
FOrnOnI<br />
11<br />
QuICHerat, lettera lXXII, vol. III, p. 266. alla madre, da napoli, 27<br />
maggio 1838.<br />
donizetti travaille à notre opéra, et suit en tout mes avis, non-seulement<br />
pour mon rôle, mais pour tout l’ouvrage, auquel il donne plus de soins<br />
qu’il n’en a jamais donné à aucun de ses opéras. Je continue à étudier<br />
avec lui tout son répertoire : j’ai déjà vu cinq rôles ; j’en sais trois presque<br />
par cœur, et avant peu je saurai les deux autres ; de façon que, lorsque<br />
je débuterai, je serai prêt à me produire dans six ou huit rôles.<br />
d’après ce que m’a déjà dit Barbaia, je vois que je serai presque le maître<br />
de choisir, et de faire monter les ouvrages qui me conviendront : je<br />
n’aurai pour cela qu’à m’entendre avec donizetti.<br />
[donizetti lavora alla nostra opera e segue in tutto i miei consigli, non<br />
solo per il mio ruolo, ma per l’intera opera, alla quale dedica più cure di<br />
quante ne abbia mai dedicate ad alcuna delle sue creazioni. Continuo a<br />
studiare con lui tutto il suo repertorio: ho già passato cinque ruoli; ne so<br />
tre quasi a memoria e in breve saprò gli altri due; in modo che al<br />
momento del mio debutto sarò pronto a esibirmi in sei o otto ruoli.<br />
stando a quanto mi ha detto Barbaia io sarò praticamente libero di scegliere<br />
e di fare montare le opere che mi convengono: per questo non<br />
dovrò che intendermi con donizetti.]<br />
12<br />
QuICHerat, lettera lXXVI, vol. III, pp. 272-274. a Ferdinand Hiller,<br />
da napoli, 6 luglio 1838.<br />
Ce n’est pourtant pas le moment de s’endormir, car voici arriver le mois<br />
de septembre ; l’opéra de donizetti marche à grands pas, et je ne me suis<br />
pas encore assez imprégné du vernis italien : malgré moi, les habitudes<br />
françaises reviennent de loin en loin, et je voudrais bien, lorsque je monterai<br />
sur le théâtre, être si bien façonné aux allures italiennes que je n’aie<br />
pas à m’en préoccuper.<br />
[...]<br />
la place se fait belle pour un jeune maestro : voilà donizetti qui va dire<br />
64
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 65<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
adieu à l’Italie ; on lui fait des propositions en France qui lui conviennent,<br />
et il est probable que Polyeucte est le dernier opéra qu’il écrira pour<br />
son pays.<br />
dépêchez-vous donc : j’ai déjà en tête une demi-douzaine de plans<br />
d’opéra qui pourront vous aller ; nous n’aurons que l’embarras du choix.<br />
la grande affaire por nous est aujourd’hui de réussir ; et pour cela, il faut<br />
bien nous soumettre à toutes les exigences du public à qui nous venons<br />
demander des applaudissements. Commençons par lui donner seulement<br />
ce qu’il aime ; et puis, quand il nous aura adoptés, peut-être voudra-t-il<br />
nous suivre dans la route nouvelle où nous pouvons le conduire. Mais<br />
réussissons, réussissons à tout prix. Je dois pourtant avouer que, malgré<br />
mon désir de me conformer entièrement au goût du public, je n’ai pu<br />
m’empêcher de donner au libretto que l’on écrit pour moi une tournure<br />
un peu étrange pour ce pays.<br />
le maestro se pique, je crois, d’honneur, et donne tout ce qu’il peut donner<br />
de soins à cette dernière partition. Il l’écrit presque autant pour la<br />
France que pour l’Italie. Il est vrai de dire qu’on s’en occupe plus à Paris<br />
qu’à naples, et qu’il a déjà reçu de plusieurs éditeurs de musique de Paris<br />
des offres pour la vente de cet ouvrage qu’il écrit pour moi, sans que le<br />
titre même en soit connu. Ce titre va peut-être nous causer un peu<br />
d’embarras ; car nous avons affaire à un conseil de révision très sévère ;<br />
et, comme notre héros est un saint, il est très-possible qu’on nous force<br />
à le débaptiser, ou plutôt à le baptiser autrement, car il faut bien que<br />
notre martyr reste chrétien, quel que soit le nom qu’on lui donne.<br />
[non è proprio il momento di addormentarsi perché ecco arrivare il<br />
mese di settembre; l’opera di donizetti procede a grandi passi e io non<br />
mi sono ancora completamente calato nello spirito italiano: mio malgrado,<br />
le abitudini francesi ritornano di quando in quando e, nel momento<br />
in cui salirò sul palcoscenico, vorrei essere così ben adattato alle maniere<br />
italiane da non avere di che preoccuparmi.<br />
[…]<br />
la piazza diventa propizia per un giovane maestro: ecco donizetti che si<br />
appresta a dire addio all’Italia; gli hanno fatto delle proposte in Francia<br />
che gli convengono ed è probabile che <strong>Poliuto</strong> sia l’ultima opera che scrive<br />
per il suo paese.<br />
65
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 66<br />
FOrnOnI<br />
sbrigatevi dunque: ho già in testa una mezza dozzina di progetti d’opera<br />
che potrebbero andar bene per voi; non avremo che l’imbarazzo della<br />
scelta. la grande scommessa per noi oggi è riuscire e per questo dobbiamo<br />
sottometterci alle esigenze del pubblico cui chiediamo gli applausi.<br />
Cominciamo col dargli solamente quello che gli piace e poi, quando ci<br />
avrà adottato, vorrà forse seguirci sulla nuova via lungo la quale potremo<br />
condurlo. Ma dobbiamo riuscire, riuscire a tutti i costi. devo tuttavia<br />
confessare che, malgrado il mio desiderio di conformarmi completamente<br />
al gusto del pubblico, non ho potuto evitare di conferire al libretto<br />
che si scrive per me una piega un po’ strana per questo paese.<br />
Il maestro si sente piccato nell’onore, credo, e dà tutte le attenzioni<br />
possibili a quest’ultima partitura. la scrive quasi pensando sia alla<br />
Francia sia all’Italia. C’è da dire che se ne occupano più a Parigi che a<br />
napoli e che egli ha già ricevuto offerte da diversi editori di musica<br />
parigini per la vendita di quest’opera che scrive per me, senza che<br />
nemmeno il titolo sia conosciuto. Questo titolo potrà forse procurarci<br />
un po’ d’imbarazzo, perché abbiamo a che fare con una censura molto<br />
severa e, siccome il nostro eroe è un santo, è possibile che saremo<br />
costretti a sbattezzarlo, o piuttosto a battezzarlo diversamente, perché<br />
sarebbe bene che il nostro martire restasse cristiano, qualunque sia il<br />
nome che gli verrà assegnato.]<br />
13<br />
QuICHerat, lettera lXXVII, vol. III, pp. 275-276. al cognato eugène<br />
duverger, da napoli, 26 luglio 1838.<br />
Voilà le moment qui approche, cher frère, et je dois prendre mon courage<br />
à deux mains ; car il ne s’agit pas de faire la bête devant ce public napolitain<br />
qui me demandera compte de quinze ans de succès en France ; et<br />
pour l’honneur du public de Paris, je ne voudrais pas faire ici mauvaise<br />
figure, sans compter que la chose serait dure en elle-même pour moi.<br />
Je suis de plus en plus content de mon rôle : il est tout à fait écrit dans<br />
mes moyens, et la disposition des morceaux est telle que l’effet va toujours<br />
crescendo jusqu’à la fin, et la dernière scène me paraît décisive<br />
pour le succès. adèle est encore plus satisfaite de mon rôle que moi-<br />
66
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 67<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
même, et souvent je dois, malgré la fatigue de mes études chez<br />
donizetti, lui chanter tous mes morceaux, seulement pour lui faire plaisir.<br />
Il est vrai que nous jugeons tous deux avec notre goût français, et<br />
que peut-être ce qui nous plaît laissera froid un public italien.<br />
Cependant je dois dire que toutes les personnes à qui donizetti a fait<br />
entendre les principaux morceaux de son ouvrage en paraissent<br />
enthousiasmées, et ne doutent pas de leur bon effet. Quant au libretto,<br />
ceux qui le connaissent en font aussi de grands éloges, même ceux qui<br />
avaient repoussé le sujet de prime-abord. Il n’est pas encore sorti des<br />
mains de la révision, qui a fait, dit-on, un bon rapport au ministre, tout<br />
en observant que cet opéra conviendrait mieux au carême qu’au carnaval<br />
; mais je ne pense pas que ce soit un obstacle : qui peut le plus, peut<br />
le moins.<br />
[ecco il momento che si avvicina, caro fratello, e devo prendere il coraggio<br />
a due mani, perché si tratta di non fare la bestia davanti a questo pubblico<br />
napoletano che mi chiederà conto di quindici anni di successi in<br />
Francia; e per l’onore del pubblico di Parigi non vorrei fare una cattiva<br />
figura, senza contare che la cosa sarebbe dura anche per me.<br />
sono sempre più soddisfatto del mio ruolo: è assolutamente scritto per<br />
i miei mezzi e la disposizione dei pezzi è tale che l’effetto va via via<br />
crescendo fino alla fine, e l’ultima scena mi sembra decisiva per il successo.<br />
adèle è ancora più soddisfatta di me della mia parte e spesso, malgrado<br />
la fatica dei miei studi con donizetti, devo cantarle tutti i miei<br />
brani solamente per farle piacere. È vero che giudichiamo entrambi con<br />
il nostro gusto francese e che forse ciò che a noi piace lascerà freddo il<br />
pubblico italiano. tuttavia devo dire che tutte le persone cui donizetti<br />
ha fatto sentire i pezzi principali della sua opera ne sono sembrate<br />
entusiaste e non dubitano del loro buon effetto. Quanto al libretto,<br />
quelli che lo conoscono ne fanno pure grandi elogi, anche quelli che<br />
inizialmente avevano criticato il soggetto. non è ancora uscito dalle<br />
mani della censura che si dice abbia fatto un buon rapporto al ministro,<br />
rilevando che quest’opera sarebbe più adatta alla quaresima che al carnevale;<br />
ma non penso che ci siano ostacoli: chi può di più, può di<br />
meno.]<br />
67
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 68<br />
FOrnOnI<br />
14<br />
QuICHerat, lettera lXXVIII, vol. III, pp. 278-279. ad a. d., da napoli,<br />
10 agosto 1838.<br />
Comme le temps passe, cher ami ! nous voilà déjà au mois d’août ; nous<br />
allons entrer en répétition de mon opéra de début, et le mois prochain,<br />
nous serons en scène probablement. le mois prochain ! est-ce possible ?<br />
dans un mois je serai à la veille de remonter sur ces planches que depuis<br />
un an je n’ai pas foulées ! et quelles planches ! les planches de saint-<br />
Charles ! Me voilà Italien ! Me voilà débutant, recommençant une nouvelle<br />
carrière, et, par un singulier rapprochement, la recommençant juste<br />
dans le même mois où j’ai débuté en France ! Puisse cet augure m’être<br />
favorable ! tu sais que je suis entré à naples le jour de ma naissance !<br />
Voilà encore une singulière concordance.<br />
[...]<br />
Il n’y a qu’une chose qui n’est pas changée en moi, c’est ma foi dans<br />
l’avenir de l’art. Mon but est toujours le même, et en m’inoculant la<br />
forme italienne, je n’ai fait que me donner une arme de plus pour la conquête<br />
que j’espère toujours faire faire au théâtre, en lui donnant un but<br />
utile, une action bienfaisante, qui doit tourner au profit du peuple. et si<br />
aujourd’hui j’ai quelque courage en abordant une scène étrangère, je le<br />
dois à la confiance que me donne l’œuvre sur laquelle je m’appuie. Ce<br />
n’est pas seulement en vue d’un intérêt personnel que j’espère réussir :<br />
non, je compte sur la puissance des sentiments dont j’ai à être l’interprète.<br />
On n’a pas encore fait vibrer la corde religieuse aux oreilles du public<br />
italien ; et, si j’ai le bonheur d’éveiller les sympathies de ce public en lui<br />
chantant l’exaltation d’un martyr chrétien, ce n’est pas à moi seul que<br />
j’attribuerai mon succès. dieu m’aura conduit par la main, et c’est à lui<br />
que j’en rapporterai toute la gloire. si je ne craignais pas que ce fût un<br />
mouvement d’orgueil ridicule et condamnable, je me laisserais aller plus<br />
souvent à penser à ce mot que M. Fortoul dit sur moi quand je quittai<br />
l’Opéra, à ce conseil qu’il me donnait, à cette mission qu’il m’indiquait :<br />
«pendant qu’on veut matérialiser l’art en France, allez», me disait-il, 4<br />
4. dans le journal «le Monde».<br />
68
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 69<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
«allez spiritualiser l’Italie !». Voilà bien de l’ambition, n’est-ce pas ? C’est<br />
une folie, et la vérité est que je n’y pense pas. non, je vis au jour le jour ;<br />
je ne pense qu’à mon début de saint-Charles, et puis à ce qui peut amener<br />
le plus vite mon retour en France, mon retour près de ma mère, de<br />
mon père, de mes frères et sœur, de mes amis, de vous tous, qui êtes ma<br />
vie, qui êtes moi-même.<br />
[Come passa il tempo, caro amico! eccoci già al mese di agosto; stiamo<br />
per iniziare le prove della mia opera di debutto e il mese prossimo saremo<br />
probabilmente in scena. Il mese prossimo! È possibile? entro un<br />
mese sarò alla vigilia di salire su quel palcoscenico che da un anno non<br />
ho calpestato! e quale palcoscenico! Il palcoscenico del s. Carlo! eccomi<br />
italiano! eccomi debuttante ricominciare una nuova carriera e, per una<br />
singolare coincidenza, ricominciarla nello stesso mese nel quale avevo<br />
debuttato in Francia! Possa questo augurio essermi favorevole! tu sai che<br />
sono giunto a napoli il giorno del mio compleanno! ecco un’altra singolare<br />
coincidenza.<br />
[...]<br />
non c’è che una cosa a non essere ancora cambiata in me, la mia fede<br />
nell’avvenire dell’arte. Il mio fine è sempre lo stesso e assorbendo la<br />
forma italiana non ho fatto altro che acquisire un’arma in più per la conquista<br />
che spero sempre di far fare al teatro, fornendogli uno scopo utile,<br />
un’azione ben fatta che si volga a favore del popolo. e se oggi ho il<br />
coraggio di affrontare una scena straniera lo debbo alla fiducia che mi<br />
procura l’opera su cui faccio affidamento. non è solamente in vista di un<br />
interesse personale che spero di riuscire, no: conto sulla forza dei sentimenti<br />
di cui devo farmi interprete. non è ancora stata fatta vibrare la<br />
corda religiosa alle orecchie del pubblico italiano e, se avrò la capacità di<br />
svegliare la commozione di questo pubblico cantando l’esaltazione di un<br />
martire cristiano, non sarà a me solo che attribuirò il mio successo. dio<br />
mi avrà condotto per mano ed è a lui che riconoscerò tutta la gloria. se<br />
non temessi che fosse un moto d’orgoglio ridicolo e condannevole, io<br />
penserei più sovente alle parole che il signor Fortoul ha detto su di me<br />
quando ho lasciato l’Opéra, al consiglio che mi ha dato, alla missione che<br />
mi ha indicato: «mentre si vuole rendere materialistica l’arte in Francia,<br />
69
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 70<br />
FOrnOnI<br />
andate – mi diceva – 4 andate a spiritualizzare l’Italia!». ecco dell’ambizione,<br />
non è vero? È una follia e la verità è che non ci penso. no, affronto<br />
giorno per giorno; non penso che al mio debutto al s. Carlo e poi a<br />
quanto può ricondurmi più velocemente possibile in Francia, al mio<br />
ritorno presso mia madre, mio padre, i miei fratelli, mia sorella, i miei<br />
amici e voi tutti che siete la mia vita, che siete me stesso.]<br />
15<br />
QuICHerat, lettera lXXIX, vol. III, pp. 280-281. al cognato eugène<br />
duverger, da napoli, 16 agosto 1838.<br />
C’est contre mon gré, cher frère, que vous avez appris les difficultés qui<br />
nous sont survenues au sujet de Polyeucte : j’aurais voulu qu’il ne vous en<br />
fût parlé que lorsque tout serait irrévocablement arrêté. le roi ne veut<br />
pas que la religion chrétienne soit mise en scène, soit en bien, soit en<br />
mal. a propos de cela, je me suis rappelé tout ce que t’avait dit Manuel 5<br />
à Gênes, et l’expérience est venue malheureusement me prouver qu’il<br />
n’a que trop bien jugé l’Italie. Je n’ai pas besoin de te dire tout ce que<br />
me donne à penser cette prohibition de notre Polyeucte : là-dessus nos<br />
idées doivent être les mêmes, comme elles l’ont été sur rome. Il faut me<br />
dépêcher bien vite, bien vite, de gagner un peu de réputation dans ce<br />
pays, et revenir en France, juste au moment où l’on voudra sortir de ce<br />
gâchis dans lequel tombent tous les jours davantage les affaires de l’art<br />
théâtral. un jour que je serai moins pressé, nous causerons plus à l’aise<br />
de tout cela. en attendant, nous avons changé les personnages, le lieu de<br />
la scène et la religion de notre martyr chrétien, et nous en avons fait un<br />
Guèbre, sans rien changer ni aux situations du drame, ni aux sentiments.<br />
dieu veuille que cette transmutation suffise aux susceptibilités de la censure<br />
royale. l’ouvrage y perdra sans doute ; mais j’espère, s’il est adopté<br />
ainsi, que le public ne voudra voir que des chrétiens.<br />
[...]<br />
M. Jauvin et madame dubignon [...] m’ont entendu hier dans presque<br />
tout mon rôle de Polyeucte : ils ont paru très-contents, et ont été bien sur-<br />
4. nel giornale «le Monde».<br />
5. M. Manuel García, que M. duverger, revenant de naples, avait vu à Gênes.<br />
70
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 71<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
pris du changement qui s’est opéré en moi. Je suis moi-même plus content<br />
chaque jour de ma voix : quoi qu’il arrive, je ne me désespérerai pas,<br />
et je compte bien trouver le moyen de débuter avec succès, même sans<br />
Polyeucte. le plus difficile pour moi est fait, le fond de l’affaire est gagné,<br />
la forme ne doit pas m’inquiéter.<br />
[È mio malgrado, caro fratello, che avete appreso le difficoltà sopraggiunte<br />
intorno al soggetto di <strong>Poliuto</strong>: avrei voluto che ne fosse fatta parola<br />
solo al momento in cui tutto sarebbe stato irrevocabilmente bloccato. Il<br />
re non vuole che la religione cristiana venga messa in scena, né nel bene,<br />
né nel male. a tal proposito mi sono ricordato quanto aveva detto<br />
Manuel 5 a Genova e l’esperienza mi ha sfortunatamente provato che<br />
aveva giudicato fin troppo bene l’Italia. non ho bisogno di dirti quanto<br />
mi dia da pensare questa proibizione del nostro <strong>Poliuto</strong>: su questo le<br />
nostre idee devono essere le medesime, come lo sono state a proposito<br />
di roma. devo affrettarmi a guadagnare un po’ di reputazione in questo<br />
paese e ritornare in Francia giusto nel momento in cui si vorrà uscire<br />
da questo pasticcio in cui cadono ogni giorno di più gli affari dell’arte<br />
teatrale. Il giorno in cui sarò meno sotto pressione, discuteremo con<br />
calma di tutto questo. nell’attesa abbiamo cambiato i personaggi, il<br />
luogo della scena e la religione del nostro martire cristiano e ne abbiamo<br />
fatto un guebro, senza modificare le situazioni del dramma e i sentimenti.<br />
Voglia dio che questo cambiamento sia sufficiente alla suscettibilità<br />
della censura reale. senza dubbio l’opera ne perderà; ma spero, se<br />
verrà adottata in questa forma, che il pubblico non ci voglia vedere che<br />
dei cristiani.<br />
[...]<br />
Il signor Jauvin e la signora dubignon [...] mi hanno ascoltato ieri in quasi<br />
tutto il mio ruolo di <strong>Poliuto</strong>: sono sembrati molto contenti e molto sorpresi<br />
del cambiamento che si è operato in me. Io stesso sono ogni giorno più<br />
contento della mia voce: qualsiasi cosa succeda non mi dispererò e conto<br />
di debuttare con successo anche senza <strong>Poliuto</strong>. la parte più difficile è passata,<br />
la conquista principale è stata fatta, la forma non mi deve inquietare.]<br />
5. Il signor Manuel García, che il signor duverger, tornando da napoli, aveva incontrato<br />
a Genova.<br />
71
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 72<br />
FOrnOnI<br />
16<br />
QuICHerat, lettera lXXX, vol. III, pp. 282-283. alla sorella madame<br />
aucoc, da napoli, 4 settembre 1838.<br />
Chère sœur,<br />
… dieu n’a pas voulu que je débutasse en Italie par Poliutto, malgré tout<br />
l’appui que j’attendais de cet ouvrage ; et non-seulement je dois en<br />
prendre mon parti, mais il faut que je m’en réjouisse : je trouverai sans<br />
doute dans ma résignation la force que j’espérais trouver dans l’expression<br />
de sentiments qui me sont sympathiques. l’Italie n’est peut-être<br />
disposée à accepter des émotions graves et élevées ; le théâtre n’est ici<br />
qu’une simple distraction, un besoin d’émotions faciles ; mais tout ce qui<br />
ressemble à de la morale ne lui va guère. et puis, le clergé en est ici au<br />
point où il était chez nous sous la restauration ; et par opposition contre<br />
une puissance beaucoup trop dominatrice, le public repousse tout ce<br />
qui veut avoir le caractère religieux. ainsi, en jouant Polyeucte, j’avais<br />
réellement une lutte à supporter : seulement elle ne me faisait pas peur,<br />
et j’espérais en sortir à ma gloire. Je me trompais sans doute, puisque<br />
cette lutte ne m’est pas permise.<br />
du reste, je suis content du rôle qui doit me servir de début, 6 et comme<br />
acteur, j’aurai beaucoup plus à y faire que dans Polyeucte.<br />
et puis, toutes ces prohibitions de la révision ont sensiblement offensé<br />
le public, qui a pris fait et cause pour le théâtre, et surtout pour moi :<br />
il paraît que tout le monde s’intéresse aujourd’hui à moi, et que mon<br />
succès sera d’autant plus assuré qu’on a plus fait pour le rendre difficile.<br />
[Cara sorella,<br />
… dio non ha voluto che io debuttassi in Italia nel <strong>Poliuto</strong>, malgrado<br />
tutto il sostegno che mi aspettavo da quest’opera; e non solamente<br />
devo rassegnarmi, ma bisogna che ne gioisca: senza dubbio troverò<br />
nella mia rassegnazione la forza che speravo trovare nell’espressione dei<br />
6. Pia de’ Tolomei. nourrit était peu satisfait de cette pièce, et il faisait un effort pour donner<br />
espoir à sa sœur.<br />
72
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 73<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
sentimenti che mi sono propri. l’Italia non è forse disposta ad accettare<br />
dei sentimenti gravi ed elevati; qui il teatro non è che una semplice<br />
distrazione, un bisogno di facili emozioni, tutto ciò che si avvicina<br />
alla morale non va bene. Inoltre il clero qui è al punto in cui era<br />
da noi durante la restaurazione e, per opposizione a una forza eccessivamente<br />
dominatrice, il pubblico rifiuta tutto ciò che ha carattere<br />
religioso. Così, interpretando <strong>Poliuto</strong>, avevo veramente una battaglia da<br />
sostenere: essa non mi faceva paura e speravo di ottenere la mia gloria.<br />
senza dubbio mi ingannavo perché questa battaglia non mi è consentita.<br />
del resto sono contento del ruolo con cui debutterò 6 e come attore avrò<br />
più da fare lì che in <strong>Poliuto</strong>.<br />
e poi tutte queste proibizioni della censura hanno offeso la sensibilità del<br />
pubblico che si è schierato con il teatro e soprattutto con me: sembra che<br />
tutti si interessino a me e che il mio successo sarà tanto più assicurato<br />
quanto più si è fatto per renderlo difficile.]<br />
17<br />
QuICHerat, lettera lXXXI, vol. III, pp. 283-284. al cognato eugène<br />
duverger, da napoli, 22 settembre 1838.<br />
avant même d’avoir reçu les lettres de ton père, j’avais entrevu pour moi<br />
plus d’un embarras dans la possession d’un ouvrage 7 dont je n’étais pas<br />
sûr de pouvoir me servir avant un peu de temps ; et comme les productions<br />
d’art n’ont pas grande durée aujourd’hui, il pouvait se faire que<br />
j’arrivasse avec mon Polyeucte comme la moutarde après dîner... une des<br />
raisons qui m’ont surtout déterminé à rompre ce marché, c’est l’absence<br />
de donizetti, qui ne voulait pas s’engager à venir monter son opéra<br />
là où je m’engagerais à le faire représenter. et puis, il veut en conserver<br />
la propriété pour Paris.<br />
6. Pia de’ Tolomei. nourrit era poco soddisfatto di quest’opera e ha compiuto qui uno<br />
sforzo per rincuorare la sorella.<br />
7. Il s’agit de l’idée que nourrit avait eue d’acheter à donizetti la partition de Polyeucte,<br />
afin de s’en réserver la première exécution.<br />
73
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 74<br />
FOrnOnI<br />
[ancor prima di aver ricevuto le lettere di tuo padre, avevo intravisto più<br />
di un problema nel possedere un’opera 7 della quale non ero sicuro di<br />
potermi servire che dopo un po’ di tempo; e siccome le produzioni artistiche<br />
oggigiorno non hanno grande durata, poteva accadere che io arrivassi<br />
col mio <strong>Poliuto</strong> come la mostarda dopo mangiato... una delle ragioni<br />
principali che mi hanno indotto a interrompere questa contrattazione<br />
è l’assenza di donizetti, che non voleva venire a montare la sua opera<br />
allorquando mi fossi impegnato a farla rappresentare. e poi vuole conservarne<br />
la proprietà per Parigi.]<br />
18<br />
QuICHerat, lettera lXXXII, vol. III, pp. 286-287. al suocero<br />
alexandre duverger, da napoli, 25 settembre 1838.<br />
Mon cher père,<br />
Je ne vous dirai rien de l’affaire de la Pia : la lettre d’adèle d’avant-hier<br />
et celle d’aujourd’hui à maman vous en apprennent assez. Je crois être sûr<br />
d’avance que vous approuverez le parti que j’ai pris, quoiqu’il ne me tire<br />
qu’à moitié d’embarras ; car, Polyeucte me manquant, tout me manque.<br />
les anciens ouvrages sont tellement usés qu’il n’y a rien à en faire : un<br />
grand succès même ne pourrait pas soutenir un vieil opéra plus de quatre<br />
ou cinq représentations. le public de saint-Charles est absolument le<br />
public de lyon ou de Bordeaux : ce sont toujours les mêmes figures, sauf<br />
une trentaine d’étrangers, qui se renouvellent chaque semaine. Quant aux<br />
partitions modernes, elles sont toutes taillées sur un patron qui n’offre<br />
que peu de ressources aux moyens que la nature m’a donnés. tout cela<br />
pouvait être bon après un début comme je l’entendais, mais rien de cela<br />
me satisfait pour débuter. en abordant saint-Charles, j’ai à lutter contre<br />
ma réputation de France, contre quelques vieux préjugés, contre quelques<br />
amours-propres engagés : j’ai donc besoin d’avoir en main des<br />
armes solides et dont je sache me servir. attendons : peut-être qu’il nous<br />
tombera un opéra du ciel ; mais je suis bien décidé à tout plutôt qu’à faire<br />
un mauvais début, ce qui équivaudrait pour moi à un fiasco.<br />
7. si tratta dell’idea avuta da nourrit di acquistare da donizetti la partitura di <strong>Poliuto</strong>,<br />
riservandosene la prima esecuzione.<br />
74
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 75<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
[Mio caro padre,<br />
non vi dirò nulla dell’affare Pia: la lettera di adèle dell’altro ieri e quella<br />
di oggi alla mamma vi informano abbastanza. sono sicuro che voi<br />
approverete la scelta che ho fatto, sebbene non mi tolga che a metà dalle<br />
difficoltà; poiché mancandomi <strong>Poliuto</strong>, tutto mi manca. le opere datate<br />
sono talmente sfruttate che non se ne può far niente: anche un grande<br />
successo non sarebbe in grado di sostenere una vecchia opera più di<br />
quattro o cinque rappresentazioni. Il pubblico del s. Carlo è esattamente<br />
come il pubblico di lione o di Bordeaux: sempre le stesse persone,<br />
salvo una trentina di forestieri che cambiano ogni settimana. Quanto alle<br />
partiture moderne, sono tutte modellate in modo da offrire solo poche<br />
risorse ai mezzi che la natura mi ha donato. tutto ciò poteva andar bene<br />
dopo un debutto come lo intendevo io, ma non per esordire.<br />
affrontando il s. Carlo, devo combattere con il nome che mi sono fatto<br />
in Francia, contro qualche vecchio pregiudizio, contro qualche amor<br />
proprio: ho dunque necessità di avere in mano armi solide e delle quali<br />
mi sappia servire. attendiamo: può darsi che ci cadrà un’opera dal cielo;<br />
ma sono ben deciso a tutto piuttosto che fare un cattivo debutto che<br />
equivarrebbe per me a un fiasco.]<br />
19<br />
QuICHerat, lettera lXXXIII, vol. III, pp. 288-289, 292. al cognato<br />
eugène duverger, da napoli, 13 ottobre 1838.<br />
le refus de Polyeucte a été un véritable chagrin pour moi, car j’avais tellement<br />
compté sur la nouveauté des impressions que cet ouvrage devait<br />
donner à un public italien que j’avais bâti dans ma tête tout un avenir<br />
sur le succès de ce début. et maintenant les choses ont tourné de telle<br />
façon que je dois regarder comme un bonheur que le roi m’ait empêché<br />
de débuter dans cet ouvrage.<br />
[...]<br />
après le départ de donizetti et avec les stupidités de la révision, 8 il n’y<br />
a plus rien à faire pour moi dans ce pays.<br />
8. de la censure.<br />
75
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 76<br />
FOrnOnI<br />
[Il rifiuto del <strong>Poliuto</strong> è stato un vero dispiacere per me, perché avevo talmente<br />
contato sulla novità delle impressioni che questa opera doveva<br />
suscitare in un pubblico italiano che avevo costruito nella mia testa tutto<br />
un avvenire sul successo di questo debutto. e ora le cose sono cambiate<br />
in modo tale che devo considerare come una fortuna il fatto che il re mi<br />
abbia impedito di esordire in questa opera.<br />
[...]<br />
dopo la partenza di donizetti e con le stupidità della revisione, 8 non mi<br />
resta niente da fare in questo paese.]<br />
20<br />
QuICHerat, lettera lXXXVIII, vol. III, p. 305. a Ferdinand Hiller, da<br />
napoli, 16 novembre 1838.<br />
Vous savez que le Polyeucte a été arrêté par la censure. nous avons refait<br />
le libretto, et changé nos chrétiens en guèbres ; mais la révision n’a pas plus<br />
voulu des uns que des autres : c’est le sentiment religieux qu’on voulait<br />
proscrire, sous quelque forme qu’il se présentât. Vous pouvez deviner<br />
toute l’importance que j’avais attachée à débuter dans un opéra écrit<br />
pour moi, et dont le libretto avait été dicté par moi : aussi, vous comprenez<br />
toute la peine que j’ai éprouvée en perdant l’appui sur lequel j’avais<br />
compté pour me présenter dans la lice. Il fallut pourtant en prendre mon<br />
parti, et choisir un autre opéra.<br />
[Voi sapete che il <strong>Poliuto</strong> è stato proibito dalla censura. noi abbiamo<br />
rifatto il libretto e cambiato i nostri cristiani in guebri; ma la censura non<br />
ha più voluto né gli uni né gli altri: è il sentimento religioso che si è<br />
voluto bandire, sotto qualsiasi forma si presentasse. Voi potete immaginare<br />
tutta l’importanza che avevo riposto nel debutto in un’opera scritta<br />
per me e il cui libretto era stato da me dettato: così comprenderete la<br />
pena che ho provato perdendo il sostegno su cui avevo contato per presentarmi<br />
in lizza. È stato tuttavia necessario prenderne atto e scegliere<br />
un’altra opera.]<br />
8. della censura.<br />
76
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 77<br />
<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />
21<br />
QuICHerat, lettera lXXXIX, vol. III, p. 312. al cognato eugène<br />
duverger, da napoli, 22 novembre 1838.<br />
Quand tu verras donizetti, fais-lui bien mes compliments. donizetti<br />
croit qu’il va peut-être donner son Polyeucte à l’Opéra français, avec une<br />
traduction de scribe. tel qu’il est, l’ouvrage ne convient pas à l’Opéra.<br />
Je crois que le maestro ferait mieux de m’attendre ! – Qu’en dis-tu ?<br />
[Quando vedi donizetti, fagli i miei complimenti. donizetti forse darà<br />
il suo <strong>Poliuto</strong> all’Opéra francese con una traduzione di scribe. Così come<br />
è l’opera non è adatta all’Opéra. Credo che il maestro farebbe meglio ad<br />
attendermi! – Che ne dici?]<br />
22<br />
QuICHerat, lettera XCV, vol. III, p. 324. a Ferdinand Hiller, da napoli,<br />
7 gennaio 1839.<br />
une autre difficulté, qui empêchera que je ne m’arrange avec Merelli, c’est<br />
qu’il ne me donne aucune garantie pour les rôles que j’aurai à jouer : je<br />
voulais pour le carnaval un opéra nouveau de donizetti, le Poliutto, ou<br />
un de Mercadante, écrit pour moi, et je ne puis avoir aucune assurance<br />
à cet égard.<br />
[un’altra difficoltà che impedirà che io mi accordi con Merelli è che<br />
non mi fornisce alcuna garanzia sui ruoli che dovrei interpretare: volevo<br />
per carnevale un’opera nuova di donizetti, il <strong>Poliuto</strong>, o una di<br />
Mercadante scritta per me e non ho alcuna assicurazione a tal riguardo.]<br />
77
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 78<br />
78
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 79<br />
79
04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 80<br />
80
05. Ravasio - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.45 Pagina 81<br />
<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo:<br />
«Ogni fibra nel sen così ci ha scossa<br />
di Paola e <strong>Poliuto</strong> il caso atroce,<br />
che ancor sentiamo l’anima commossa»<br />
a cura di PIERa RaVaSIo<br />
«Dai concittadini dell’illustre <strong>Donizetti</strong> ed in ispecial modo dagli amici<br />
suoi con ansia desiderato, la sera del 31 agosto il nostro gran teatro, 1<br />
affollato, risuonava de’ sublimi accordi del <strong>Poliuto</strong>, non troppo felicemente<br />
drammatizzato dal chiarissimo Cammarano, il quale, benché s’abbia<br />
preso a modello il Polyeucte, bellissima tragedia dell’Eschilo francese<br />
Corneille, a noi pare che questa volta la sua facile Musa non possa propriamente<br />
vantarsi d’aver inspirato la Musa del maestro. Tuttavia il poeta<br />
seppe trovare belle situazioni, contrasti ed affetti, e noi, prescindendo dal<br />
fare la rassegna del suo lavoro, diremo ch’egli non va confuso co’ tanti,<br />
che non meritarono mai di nascere, e che, ad onta de’ molti articoli partoriti<br />
dall’oro, resteranno nel sepolcro che ebbero per culla. non mai<br />
dunque da noi udita quest’opera, vivissimo ne era il desiderio, né fu<br />
vano: e il <strong>Poliuto</strong> basterebbe ad istabilire, ove alta non fosse, la celebrità<br />
dell’orfeo bergamasco. Quanta filosofia non racchiude quest’opera, in<br />
cui l’orecchio riposa dolcemente e deliziosamente ai più soavi accordi e<br />
alle note di melodiosa armonia, le quali s’alzano quanto il comporta la<br />
situazione, non maritate al fracasso, né al cicaleccio de’ ritornelli, né a<br />
quell’uniforme strascico di subornati crescendo che spesse fiate gonfiano<br />
gli spartiti dell’orfeo italiano, e di Verdi. – Lo stile di questo lavoro è<br />
sempre maestoso, talvolta sublime. <strong>Donizetti</strong> cercò ed ottenne grandi<br />
effetti, e forse con mezzi diversi da quelli di che erasi giovato dianzi. I<br />
1. Le recite si tennero al Teatro Riccardi, a partire dal 31 agosto 1850. Gli interpreti principali<br />
erano di primissimo rango: Gaetano Fraschini (<strong>Poliuto</strong>), Fanny Salvini Donatelli<br />
(Paolina) e Francesco Gnone (Severo). Dirigeva l’amico e collega di studi di <strong>Donizetti</strong><br />
Marco Bonesi. In quella medesima stagione l’impresa allestì I masnadieri ed Ernani di<br />
Verdi. Cfr. ERManno CoMuzIo, Il Teatro <strong>Donizetti</strong>, II: Cronologia degli spettacoli, Bergamo,<br />
Lucchetti, 1990.<br />
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RaVaSIo<br />
pregi del <strong>Poliuto</strong> sono la grazia, l’elevazione e il patetico; la varietà e la<br />
ricerca delle tinte locali ne sono il carattere. Tutto vi è pittura e contrasto;<br />
ora la gioia feroce si esprime con accenti tumultuosi e discordanti<br />
fra perfette armonie; ora dolci e patetiche melodie fanno diversione a sì<br />
terribili suoni. Il canto, lasciato alla scoperta, prova più di qualunque<br />
ragionamento contro l’abuso degli stromenti che in origine erano chiamati<br />
soltanto a sostenere e a dirigere la voce umana, che è il più perfetto<br />
di tutti, e i quali, sì spesso, dimenticando il loro primo uffizio, paiono<br />
conspirare per distruggere l’incanto. Il <strong>Poliuto</strong> prova, più che ogni altra<br />
opera dell’illustre bergamasco, aver l’autore seguito Rossini e Bellini: il<br />
tentativo era difficile ma ne uscì con gloria. Visto il nuovo osare di<br />
Rossini, di un tratto lo comprese, se ne esaltò, e lasciando gli antichi<br />
modi, si ritemprò intieramente su nuovi. Seguì Bellini, e togliendo, più<br />
che il siculo maestro non fece, corrispondenze di larghi e repliche di<br />
allegri, variò secondo il dialogo i motivi, a tenore de’ contrasti gli andamenti,<br />
secondo i vari affetti i concerti, e derivando per lo più le frasi dal<br />
Genio di Catania, ne ebbe di molte originali, e andò più innanzi che<br />
Bellini medesimo. Per cui, i suoi motivi originali o derivati, suoneranno<br />
per sempre, con accento scolpito, saranno sempre melodie vivaci, energicamente<br />
articolate, e varie e rilucenti di gusto squisito. Possa quest’ultimo<br />
lavoro del nostro concittadino conservare preziosamente la forma<br />
datagli dall’autore per mantenersi nel luminoso posto che ha guadagnato!<br />
Ed arretrino d’orrore quegli impresari o artisti di canto che, con la<br />
sciocca ragione di provvedere agli spettacoli musicali con salutari amputazioni<br />
di rito, bombardano i lavori più peregrini tanto sopra i principali<br />
teatri che sopra quelli improvvisati. – ora veniamo agli esecutori che,<br />
lontani dal bisogno di mettere sotto l’egida del frastuono, o la voce mal<br />
sicura o il poco artifizio d’adoperarla, non lasciatisi abbattere dalle molte<br />
difficoltà, seppero in pochissimi giorni apprestare così desiderato spettacolo,<br />
e prodursi ad appagare, siccome fecero, le nostre esigenze; ciò che<br />
proveremo lontani dal timore ci venga ripetuto il tristissimo adagio, est<br />
modus in rebus. – atto 1. o : applausi al Coro di preludio ed all’aria di<br />
Fraschini (<strong>Poliuto</strong>) “D’un alma troppo fervida”. applausi all’aria “Di quai<br />
soavi lagrime”, cantata dalla Salvini-Donatelli, che sa sempre più farci<br />
gustare quella cara melodia italiana, sì dolce, sì armoniosa, sì patetica.<br />
Fragorosi applausi con chiamata alla stessa per l’aria divinamente esegui-<br />
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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />
ta “Perché di stolto giubilo”. applausi allo Gnone (Severo) che con la sua<br />
cavatina “Di tua beltade immagine” seppe con prestigio di natura raffinata<br />
dall’arte comunicare agli uditori la sua passione, e far loro penetrare<br />
nell’anima i dilicati numeri donizettiani con verità d’espressione e freschezza<br />
di colorito. [...] atto 2. o : applauditi lo Gnone e la Donatelli nel<br />
duo, che è un mazzo di fiori. accolti da generali inestinguibili battimani<br />
i due pezzi del Fraschini “Fu macchiato l’onor mio” con appellazione pel<br />
2 o “Sfolgorò divino raggio”. Chi potrebbe dire l’effetto prodotto nel<br />
pubblico dal canto di questi versi? Ci sbrigheremo con una sola frase:<br />
Fraschini produsse un entusiasmo indicibile; la qual frase è comodissima<br />
perché ritrae lo spettacolo che si vede ne’ teatri in ricorrenze come questa:<br />
i bravo, le esclamazioni di meraviglia, le appellazioni i bis, gli evviva i<br />
trasporti, gli epiteti di celebre, di inarrivabile, di divino avrebbero fatto<br />
disperare tutti i poeti che scrivono inni teatrali. applausi al Pochini<br />
(nearco) nel recitativo “Ed io potrei tradire un mio fratello?” recitativo<br />
che abbastanza appalesa quanto sia dal <strong>Donizetti</strong> ricondotta al nobile uffizio<br />
la declamazione espressiva. applausi alla Donatelli e Fraschini nel duo<br />
e applausi con furore agli stessi prodigalizzati nel finale dell’atto, che può<br />
stare a pareggio dei famosi di Rossini, e che noi chiameremmo il pezzo<br />
magistrale dell’opera. Di questi applausi partecipò eziandio il Cornago<br />
(Callistene) e tutti gli artisti principali furono alla fine dell’atto due volte<br />
evocati. atto 3. o : battimani allo Gnone [sic] nell’aria “alimento alla fiamma<br />
si porga”, e battimani ai coristi. Esplosioni di battimani e di evviva alla<br />
Donatelli ed al Fraschini nel duo. L’anima, e l’espressione della Donatelli<br />
hanno mirabilmente campeggiato nei seguenti versi “ah fuggi da morte<br />
orribil cotanto” e quando alla voce di lei si unì quella del Fraschini nella<br />
esecuzione del duo “Il suon dell’arpe angeliche” di cui si volle la replica,<br />
la loro voce scorrendo come un rivo di latte sopra le note acute della<br />
chiave di soprano e del più grazioso contrasto, gli artisti dierono a conoscere<br />
di possedere la difficil arte di toccare a loro voglia gli affetti.<br />
Ogni fibra nel sen così ci ha scossa<br />
di Paola e <strong>Poliuto</strong> il caso atroce,<br />
che ancor sentiamo l’anima commossa». 2<br />
2. «Giornale di Bergamo», martedì 31 agosto 1850.<br />
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RaVaSIo<br />
Il <strong>Poliuto</strong>, comparso sulle scene bergamasche dopo due anni dalla<br />
prima rappresentazione al Teatro S. Carlo di napoli, era, come si è potuto<br />
leggere nella recensione, assai piaciuto. Tanto che l’impresa del Teatro<br />
Riccardi decise addirittura di riproporlo l’anno successivo. anche in<br />
occasione di questa prima ripresa bergamasca, il successo dell’opera di<br />
<strong>Donizetti</strong> fu grande e superò di gran lunga lo «sfortunato Rigoletto» che<br />
lo precedette nel cartellone.<br />
«Piuttosto che dello sfortunato Rigoletto, 3 sul quale lasceremo che si<br />
concilino le opinioni e le scuole, noi dovremmo parlare del <strong>Poliuto</strong>, da<br />
noi risultato con gioia la sera del 10 andante, 4 sul quale lavoro si fecero<br />
concordissimi al di lui nascere tutti i maestri e tutti i pubblici, eziandio<br />
poco intelligenti, in un solo sentimento di ammirazione. [...] ora veniamo<br />
al carissimo <strong>Poliuto</strong>, opera che piace non solo ai maestri che conoscono<br />
i secreti dell’arte, e sanno trovare quelle bellezze che agli altri<br />
rimangono occulte, ma eziandio al pubblico, il quale vuol estro e<br />
domanda di sentire ed essere commosso. oh sì! Se vi fosse fra gli uomini<br />
chi si attentasse fraudare il <strong>Donizetti</strong> dell’ammirazione che il genio<br />
imperiosamente addimanda, vada al teatro Riccardi, ed intenda la mente<br />
e gli orecchi a quest’ultimo legato dell’orobico anfione, lavoro in cui<br />
sembra siasi stemprata tutta quell’anima gentilissima, tanti racchiude<br />
lampi di verità e di passione, tante peregrine bellezze, tanti fioriti sentimenti<br />
musicali. [...] ora veniamo agli artisti, che, del bello italo canto<br />
veri animatori, ottennero tali e tante ovazioni e chiamate, quante forse<br />
ne’ loro più bei tempi ne ottennero David, Rubini, la Malibran e la Pasta.<br />
ogni brano dell’opera fu un trionfo per essi, alle cui corone gli amatori<br />
della canora e mimica perfezione intrecciano ogni sera nuove foglie. E<br />
come no, se la Gazzaniga, il negrini e Gorin, veri despoti che dominano<br />
la scena, sono altresì quali amanti che lusingano l’uditorio, che scel-<br />
3. Secondo titolo della stagione di fiera 1851. Questa storica esecuzione del capolavoro<br />
verdiano è oggetto di una trattazione dettagliata in «Quaderni della <strong>Fondazione</strong><br />
<strong>Donizetti</strong>», 23, di prossima pubblicazione.<br />
4. Le recite, sempre al Teatro Riccardi, si effettuarono a partire dal 10 settembre. In compagnia:<br />
Carlo negrini (<strong>Poliuto</strong>), Maria Gazzaniga Malaspina (Paolina), Fortunato Gorin<br />
(Severo). Direttore d’orchestra Giovanni Vailati. La stagione d’opera era completata – così<br />
come nel 1850 – da due titoli verdiani: Luisa Miller e Rigoletto. CoMuzIo, Il Teatro<br />
<strong>Donizetti</strong> cit.<br />
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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />
gono il gusto tra la vittoria e la seduzione, tra il sentimento e lo spirito,<br />
tra la forza della volontà e quella della passione? La loro azione [...]<br />
animò ciascuna nota; ogni suono si accese d’una passione drammatica,<br />
per cui passando essi di trionfo in trionfo, fecero esclamare all’affollatissimo<br />
uditorio, de’ cui applausi rintronò tutta la sera il teatro: non si<br />
potrebbe desiderare di più. [...] Perché poi non siasi ancora applaudita<br />
l’orchestra diretta dal Bregozzi, noi lo ignoriamo. Speriamo però che sì<br />
ingiusto silenzio vorrà aver fine, e dai cittadini bergamaschi vorrassi co’<br />
battimani pienamente giustificare le lodi da noi compartite ai bravissimi<br />
professori ed all’esimio Vicentino che li guida». 5<br />
Dovettero poi passare otto anni prima che i bergamaschi potessero<br />
vedere di nuovo <strong>Poliuto</strong> che, questa volta, fu proposto dall’impresa del<br />
Teatro Sociale. 6 Ma, forse anche a causa dei pochi mezzi a disposizione,<br />
l’esito non fu dei migliori.<br />
«In virtù dell’amore platonico che portiamo alla musica veramente<br />
italiana, accorrevam la sera del tredici andante al teatro della Società, ove<br />
il mutilato <strong>Poliuto</strong> di <strong>Donizetti</strong> veniva a farci una nuova visita, e noi lo<br />
riabbracciavamo come uno degli amici che pur ci rimane fra i pochi<br />
buoni – come un lavoro che rappresentò e rappresenterà sempre le glorie<br />
dell’arte nostra – come una musica infine, in cui le umane trachee<br />
non sono condannate alla spietata tensione. Ma questo nostro amico<br />
carissimo, questo valoroso soldato italiano, che ha tutti i suoi documenti<br />
in carta bollata, e può essere sempre certissimo del transito per ovunque<br />
viaggi, come venne trattato dal pubblico, come dagli artisti? Dal<br />
primo (forse per la troppa intima conoscenza) venne trattato come una<br />
bella donna che si vede ad ogni momento, e con la quale non si fanno<br />
né meraviglie, né complimenti. aggiungasi che il pubblico, dotato di una<br />
memoria di ferro, e forse di non troppo buon umore in questi giorni,<br />
istituì, come in processo verbale, confronti d’artisti, di vestiario, d’orche-<br />
5. «Giornale di Bergamo», venerdì 12 settembre 1851.<br />
6. La prima recita si svolse il 13 febbraio. La compagnia prevedeva Giuseppe Swift<br />
(<strong>Poliuto</strong>) Elisa Galli (Paolina) Davide Squarcia (Severo). Direttore d’orchestra Enrico<br />
Magrini. Cfr. LuIGI PILon, Il Teatro Sociale di Bergamo. Vita e opere, a cura di Maria Chiara<br />
Bertieri, Bergamo - Cinisello Balsamo, <strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong> - Silvana Editoriale, 2009.<br />
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RaVaSIo<br />
stra, i quali confronti, a suo giudizio, non reggono con il passato, ciò che<br />
accrebbe l’indifferenza. Dai cantanti venne trattato come un prezioso<br />
velo ricamato da mano gentile, per combinazione caduto fra i denti di<br />
alcuni bottoli che si trastullano. E a noi, durante l’opera, pareva alcune<br />
fiate vedere ne’ suoi interpreti que’ generali che, odorando la sconfitta,<br />
sono costretti a domandare soccorso alle riserve, ed a far venire de’<br />
distaccamenti onde corroborare le ale già scompaginate. È vero che di<br />
quando in quando si udirono applausi per la Galli e per lo Swift che, adagiatisi<br />
alcune volte nelle melodie spontanee e piane, specialmente nel<br />
divino duetto dell’ultima parte, in cui seppero trovare la via del bis, si<br />
provarono ad innaffiare la platea con getti d’onda sonora; ma... que’ getti<br />
ci parvero provocati col sistema delle trombe aspiranti e prementi, sistema<br />
adottato da alcuni claqueurs, che fanno più male che bene, applaudendo<br />
fuori di tempo e non sempre giustamente. Insomma, l’aria che tirava<br />
sopra gli esecutori del <strong>Poliuto</strong>, era di quelle che d’inverno si distendono<br />
monotone e gravi lungo tutta la linea del Po. Signori artisti onorevolissimi<br />
[...] i vostri mezzi, che non sono pochi, potranno in altr’opera<br />
(come nella Elisa Valasco) 7 condurvi comodamente sino ai gradini del<br />
trono artistico, come il grado modesto di caporale può servire di scala a<br />
quello di maresciallo; ma nel <strong>Poliuto</strong>... credeteci, se noi avessimo a portare<br />
le nostre lodi ad alta temperatura, il pubblico, col quale non si scherza,<br />
ci direbbe guidati dalle ‘contribuzioni volontarie agli interessati’. E<br />
poi, diremo col nostro simpatico fra Fusina, alludendo a quei cantanti,<br />
che vogliono sempre essere innalzati alle stelle dai giornalisti, gli elogi<br />
spesso fiate elargiti dai quali vengono giudicati come atti di contrizione<br />
anche prima di Pasqua:<br />
È bello fuor di dubbio<br />
l’esser locati in alto,<br />
ma se mai si precipita<br />
più periglioso è il salto;<br />
e poi, se nasce il caso,<br />
vi ridono sul muso.<br />
7. opera di Giovanni Pacini, secondo titolo della stagione di carnevale 1859. Il primo<br />
titolo, curiosamente come nel 1851 al Riccardi, era Rigoletto. Chiudeva il cartellone<br />
Beatrice di Tenda di Bellini. Cfr. PILon, Il Teatro Sociale cit.<br />
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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />
Le vispe, belle e brave danzatrici, Citerio, Bossi e Testa continuano a giustificare<br />
il favore onde ogni sera le colma il pubblico gentile. Elle infatti<br />
ballano con tanta lena da rimanerne oppresse e sfiancate come giovani<br />
cavalle di contrabbando. Desideriamo però che elle non lascino invecchiare<br />
di troppo il loro passo. Ciò che è buono tre o quattro volte, diventa<br />
indifferente la quinta e noioso la sesta. Chiuderemo l’articolo col fare<br />
menzione delle vecchie ma superbe tele del Perego e dell’andreani, 8 le<br />
quali fanno veramente onore alla scuola lombarda di prospettiva, e lasciano<br />
il desiderio che il nostro bravissimo scenografo Carlo Rota ad esse<br />
sempre più si inspiri ed efficacemente si animi ne’ suoi lavori. Va bene, ci<br />
dirà egli; ma delle paghe spilorce che raggrinzano la fantasia creatrice e<br />
condannano la mano a pericolosa velocità, perché non parlate, o caro<br />
redattore!». 9<br />
La prima di <strong>Poliuto</strong> al Teatro Riccardi la sera del 21 agosto 1866<br />
doveva essere stata quantomeno interessante, non tanto per la recita in sé,<br />
che parve mediocre, ma per il tipo di pubblico che in quell’occasione<br />
animava il teatro.<br />
«Domenica ebbe principio l’attuale stagione di fiera col <strong>Poliuto</strong>,<br />
interpretato dalla signora Marietta De zorzi, dal signor nazzari, dal<br />
signor Enrico Giusti, e dal signor angelo De Giuli. Il Riccardi in detta<br />
sera, si può dire fosse in pieno dominio dei volontari garibaldini. La platea<br />
era piena zeppa di camicie rosse, notandosi fra mezzo ad esse ed anco<br />
nei palchi pochi cittadini e scarsissime signore. Il giudizio dato dell’opera,<br />
se non fu soddisfacente in ogni parte, non mancò però di essere molto<br />
lusinghiero, specialmente per la signora De zorzi, che canta con abilità<br />
ed ha timbro netto e simpatico di voce, e pel sig. nazzari tenore. Furono<br />
infatti chiamati parecchie volte a ricevere gli applausi, e si volle anche la<br />
replica del duetto del 3 o atto dai medesimi cantato con molto impegno.<br />
La messa in scena è quale si può aspettare da uno spettacolo allestito in<br />
fretta, senza alcun sussidio di dote; l’orchestra diretta dal sig. Buzzi, benché<br />
scarsa, ci parve che sapesse convenientemente armonizzare quella<br />
stupenda musica, che è il <strong>Poliuto</strong> del nostro <strong>Donizetti</strong>. non si potrebbe<br />
ugualmente assicurare, che i Cori abbiano esaurito tutta la loro parte.<br />
8. Recte: Paolo Landriani.<br />
9. «Gazzetta di Bergamo», martedì 15 febbraio 1859.<br />
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RaVaSIo<br />
Chiuderemo questo cenno col consigliare chi sostiene la parte di<br />
Severo a voler dimettersi se non vuole che il pubblico più ‘severamente’<br />
lo giudichi». 10<br />
Il titolo rimbalza da un teatro all’altro, con lunghi intervalli di silenzio,<br />
ma l’aspettativa è sempre grande. al Teatro della Società torna nel<br />
1877. nella recensione riemerge una vena polemica contro lo stile compositivo<br />
dei nuovi titoli, a favore di opere come <strong>Poliuto</strong>, più rispondenti<br />
alla tradizione. È una tendenza della critica già presente anche nelle cronache<br />
degli anni precedenti. Si vedrà come, con il procedere degli anni,<br />
le idee cambieranno.<br />
«non ci siamo ingannati nelle nostre aspettazioni: l’avviso che ieri<br />
sera andava in scena il <strong>Poliuto</strong>, una delle più belle ed inspirate creazioni<br />
del genio immortale di <strong>Donizetti</strong>, bastò a richiamare un pubblico assai<br />
numeroso nell’elegante ritrovo della città alta. 11 La società più eletta assisteva<br />
nei palchetti, ove a guisa di vaghi mazzolini di fiori si vedevano<br />
aggruppate leggiadrissime signore in eleganti toilettes; la platea era alla<br />
lettera stipata di spettatori ed anche dal loggione prospettavano le teste<br />
l’una all’altra sovrapposte in doppia e triplice fila.<br />
Sarebbe, più che opera vana, addirittura ridicola per noi, il voler<br />
rilevare i pregi dello spartito donizettiano, che sebbene non rappresentato<br />
da qualche anno, è da tutti conosciuto ed ammirato. Il nostro assunto<br />
pertanto si riduce a quello di semplici cronisti, cui soddisfiamo tanto<br />
più volentieri, perché l’esito della rappresentazione fu tale da rimandare<br />
il pubblico soddisfatto e perché l’esecuzione in complesso fu buona così<br />
da meritare lode agli artisti, alla direzione ed all’impresa. Lo confessiamo<br />
francamente (perché ci è grato questa volta d’esserci ingannati), noi ci<br />
siamo recati ad assistere allo spettacolo con poco buona prevenzione, ma<br />
le nostre aspettazioni furono superate di gran lunga, specialmente per ciò<br />
che riguarda il tenore signor De negri, il quale ieri sera ci sorprese per<br />
la vigoria ed estensione dei suoi mezzi vocali, che non supponevamo<br />
10. «Gazzetta di Bergamo», martedì 21 agosto 1866.<br />
11. Le recite di <strong>Poliuto</strong> si tennero al Sociale nel gennaio del 1877. La compagnia prevedeva<br />
Giovan Battista De negri (<strong>Poliuto</strong>), nina Bonal (Paolina), Giuseppe Mirski<br />
(Severo). Direttore d’orchestra Giuseppe Cairati. La stagione era completata da Diana di<br />
Chavernay di Filippo Sangiorgi. Cfr. PILon, Il Teatro Sociale cit.<br />
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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />
guari in lui. nella parte di <strong>Poliuto</strong>, egli ha veramente primeggiato e si<br />
fece più volte applaudire con calore.<br />
E qui ci sia permesso di aprire, come si suol dire, una breve parentesi,<br />
per rilevare una volta ancora la distanza che corre fra la musica tradizionale<br />
italiana e quella del presente che non crediamo fatto voglia<br />
essere quella dell’avvenire. nella Diana di Chavernay dal primo all’ultimo<br />
gli artisti, che calcano le scene del Teatro della Società, tradivano lo sforzo,<br />
lo studio soverchio, la qual cosa non è certamente atta a divertire lo<br />
spettatore: nel <strong>Poliuto</strong> invece tutti si dimostrarono ben diversi e provarono<br />
quanto sia superiore nell’arte del canto la spontaneità soccorsa dalle<br />
melodiche ispirazioni alle astruserie della musica-scienza o meglio ancora,<br />
della musica-matematica, nella quale l’artista non è soccorso che dalle<br />
sole nozioni del solfeggio e del contrappunto. Ma ritorniamo senz’altro,<br />
giacché lo spazio è breve, all’esito della rappresentazione di ieri sera: la<br />
sinfonia fu applaudita e meritatamente, perché l’orchestra anche ieri sera<br />
si condusse nel modo più lodevole. nel primo atto dell’opera furono<br />
applauditi specialmente il tenore signor De negri e la prima donna<br />
signora Bonal, ma tutti si mostrarono alcun poco incerti, effetto della première,<br />
e l’atto passò un po’ freddino. nel secondo invece gli artisti parvero<br />
a grado a grado animarsi ed essere trasportati dallo slancio della passione,<br />
che è espressa così sublimemente nelle note inspirate del ‘cigno<br />
bergamasco’. Soprattutto nel grandioso finale dell’atto, gli applausi scoppiarono<br />
unanimi e calorosi ed il tenore sig. De negri dovette replicare<br />
il motivo “Lasciami in pace” ecc., che disse con vero accento drammatico.<br />
applaudito fu pure il secondo tenore signor Ernesto Scotti<br />
(nearco), il quale nella sua breve parte ebbe campo di far apprezzare la<br />
sua voce robusta, simpatica e ben intonata. al calar della tela al secondo<br />
atto gli artisti furono chiamati alla ribalta, e le acclamazioni attestarono<br />
la piena soddisfazione del pubblico. nel terzo atto si distinse la brava<br />
prima donna signora Bonal, nel bellissimo duetto col tenore e più volte<br />
le sue frasi, dette con passione ed intelligenza, furono segno di approvazione.<br />
al termine dello spettacolo il pubblico volle risalutare gli artisti<br />
alla ribalta. Prima di terminare però dobbiamo fare un’osservazione ed<br />
è che la sinfonia eseguita ieri sera non fu quella scritta da <strong>Donizetti</strong>, ma<br />
bensì una sinfonia del Mercadante su motivi delle opere del cigno bergamasco.<br />
abbiamo voluto chiedere il motivo di tale cambiamento e ci fu<br />
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RaVaSIo<br />
risposto dipendere da esigenze imperiose dell’orchestra. noi non possiamo<br />
certamente entrare in una disanima della giustezza delle ragioni che<br />
hanno determinato il cambiamento, ma ci permetteremo solo di osservare<br />
che per quanto bella sia la sinfonia dell’altro illustre maestro, come<br />
lo attestarono gli applausi, riuscirebbe senza dubbio più gradito allo spettatore<br />
udire la sinfonia dettata dallo stesso autore dello spartito». 12<br />
Buona senz’altro l’edizione presentata al Teatro Sociale nel febbraio<br />
del 1886. 13<br />
«Vi era una grande aspettativa per l’andata in scena dell’opera di<br />
<strong>Donizetti</strong>, ansietà giustificata dal sapere che la parte di Paolina verrebbe<br />
sostenuta dall’esimia nostra concittadina signora Carolina Capponi-<br />
Pezzotta. Se ne parlava da parecchi giorni come d’una gradita sorpresa,<br />
d’un avvenimento artistico che avrebbe fatto la fortuna dell’impresa e la<br />
delizia del pubblico. Poiché a tutti è noto che la signora Carolina<br />
Capponi, dopo aver riportato completi trionfi all’estero e in alcune principali<br />
città d’Italia, si ritirò a vita privata, per una di quelle speciali predilezioni<br />
degli artisti che hanno raccolto larga messe di applausi, di fiori,<br />
e si sono procurati col vero merito una condizione agiata ed un nome<br />
celebre. [...] Sicché l’abbiamo salutata in parecchie accademie esecutrice<br />
distinta di buona musica, e applaudita, oltre la bella voce, per lo scopo<br />
santo a cui dedicava i suoi pregi artistici e la sua grazia di distinta signora.<br />
Ma il desiderio generale non si appagava di udirla in accademie: la<br />
voleva alla ribalta del teatro, esecutrice d’una di quelle opere che le avevano<br />
fatto acquistare la celebrità. Per vincere la sua modestia la si pregò<br />
di dare con il proprio concorso un maggiore incremento al Teatro<br />
Sociale: era l’unico lato vulnerabile del suo cuore sensibile – far del bene<br />
– la sua costante aspirazione – ed ella accettò non senza trepidare di<br />
dover affrontare il giudizio d’un pubblico così caro al suo animo per<br />
affetto di patria, e che nella sua modestia non voleva ingannare con<br />
meriti consacrati da giudizio di città diverse per indole e tradizione. Ma<br />
sabato sera deve accorgersi quanto sia grande la simpatia che i suoi concittadini<br />
sentono per chi onora la città natale con le più elette virtù, ed<br />
il teatro, sebbene la rappresentazione fosse fuori di abbonamento, raccol-<br />
12. «Gazzetta provinciale di Bergamo», venerdì 12 gennaio 1877.<br />
13. La stagione prevedeva anche Luisa Miller, Lucia di Lammermoor e Linda di Chamounix.<br />
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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />
se un pubblico scelto e numeroso, che ieri sera si accrebbe in modo da<br />
riempire tutti i palchi e stipare la platea. [...] Sotto le spoglie della figlia<br />
del Governatore la sua bellezza acquista un fascino particolare, il peplo<br />
bianco si adatta al suo volto delicato, a quella espressione di dolcezza che<br />
trasparisce da’ suoi occhi intelligenti e dalle sue labbra atteggiate sempre<br />
ad un sorriso di grazia, che è l’interprete fedele del suo animo buono e<br />
squisitamente gentile. un fragoroso applauso salutò il suo primo apparire<br />
sulla scena, poi si cominciò a giudicare della sua bella voce dalle prime<br />
note della scena III: “ove m’inoltro? Qual tremendo speco!...”. Il pubblico<br />
si accorse di essere dinanzi ad un’artista fornita di potenti mezzi<br />
vocali; di una signora dotata di molto ingegno e intuito artistico. [...]<br />
Gli applausi entusiastici e le grida di brava debbono essere stati la<br />
più ambita ricompensa per la nostra concittadina signora Pezzotta, che<br />
mossa dal solo impulso del benefizio si tolse da quel riposo al quale ha<br />
diritto dopo aver pagato con la gloria il suo contributo all’arte, ma che<br />
non appagava l’affetto de’ suoi concittadini, ansiosi di confermare così<br />
onorifici verdetti con una manifestazione calda, unanime e spontanea di<br />
ammirazione e di stima. Degno interprete dello spartito donizettiano è<br />
pure il tenore sig. Francesco Venturini. Questo giovane artista ha una<br />
voce estesa ed intonata, canta con passione e sentimento ed è spesso<br />
applaudito da solo ed in unione alla signora Pezzotta-Capponi. Il merito<br />
del Venturini è tanto più spiccato in quest’opera, poiché l’ha studiata<br />
qui a Bergamo, in un tempo ristretto, eppure ha saputo impadronirsi<br />
della sua parte in modo da renderla efficacemente, sia dal lato musicale,<br />
sia da quello drammatico.<br />
La parte del proconsole Severo è sostenuta dal sig. Massimiliano<br />
Franklin, il quale è di origine russo, ed essendo da poco tempo in Italia,<br />
ha ancora la pronuncia un po’ confusa, ciò che nuoce alla sua voce che<br />
sarebbe, come giudica la “Gazzetta musicale” del Ricordi, robusta ed<br />
estesa. Benissimo i nostri concittadini Biava (Callistene) e agazzi<br />
(nearco) [...] bene anche il sig. Cavenaghi (Felice) i cori e l’orchestra. a<br />
tal proposito dobbiamo una lode sincera al sig. Vitali, maestro istruttore<br />
dei cori, ed una specialissima al maestro concertatore d’orchestra sig.<br />
Viscardo uccelli. Egli è giovanissimo, tutto nervi ed energia, e trascina<br />
le masse poco numerose ad effetti bellissimi. Colorisce poi e dirige<br />
magistralmente. In conclusione: un buon spettacolo che merita davvero<br />
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RaVaSIo<br />
di essere gustato. non già che manchino – tutt’altro – argomenti di critica:<br />
ma se si pensa anche alle condizioni speciali del teatro di città, sarebbe<br />
una pretesa fuori di luogo il voler di più». 14<br />
anche il critico de «L’eco di Bergamo» apprezzò lo spettacolo.<br />
«Sabato sera andò in scena il <strong>Poliuto</strong> di <strong>Donizetti</strong> ed ebbe complessivamente<br />
buona esecuzione e molti spettatori: ieri sera l’esecuzione fu<br />
ancora migliore e il teatro affollatissimo. Gli artisti si meritarono vivi<br />
applausi. Tanto ieri sera quanto l’altra sera venne fatto ripetere il duetto<br />
“al suon dell’arpe angeliche”, a vero dire interpretato molto bene tanto<br />
dalla signora Pezzotta-Capponi (Paolina) quanto dal tenore signor<br />
Venturini (<strong>Poliuto</strong>). La signora Pezzotta-Capponi canta da artista,<br />
maneggiando con vera maestria la sua voce estesa, nitida, pastosa e ricca<br />
di note assai felici. Il pubblico la festeggia meritatamente con frequenti<br />
e calorosi applausi. Il tenore Venturini (<strong>Poliuto</strong>) spiega ricchezza di voce,<br />
pareggiata sovente dall’arte della modulazione, che nei punti salienti dell’azione<br />
drammatica invade gli spettatori che gli battono vivamente le<br />
mani. Bene fanno la parte loro i nostri Biava (Callistene), agazzi<br />
(nearco) e Cavenaghi (Felice); se non fosse che il baritono si trova in<br />
condizioni poco felici di voce, benché si veda che non gli manca studio,<br />
lo spettacolo sarebbe nell’insieme così buono, quale da anni non si è<br />
visto nel teatro dell’alta città. I cori, specialmente ieri sera, andavano<br />
egregiamente. L’orchestra va bene anch’essa; ma qui e colà avrebbe bisogno<br />
di essere più precisa e franca. Temperando un poco gli ottoni, che<br />
talvolta ci parvero troppo intensi a confronto delle altre parti; sentimmo<br />
osservare, e ci sembra con ragione, che i tempi dovrebbero conservarsi<br />
più fedeli alle indicazioni dello spartito, schivando alcune accelerazioni<br />
che tolgono risalto alla melodia. Il sig. Viscardo uccelli, direttore dell’orchestra,<br />
veda se si può migliorare in questo riguardo lo spettacolo, nel<br />
buon andamento del quale egli ha tanta parte. Complessivamente il<br />
<strong>Poliuto</strong> va bene: in alcuni punti egregiamente senz’altro, come lo indica<br />
l’impressione efficace che ne provano concordemente gli spettatori.<br />
Quanto alla musica è troppo conosciuta perché ne abbiamo a far parola.<br />
Diremo soltanto che per ricchezza di creazione e sovrabbondanza<br />
14. «Gazzetta provinciale di Bergamo», lunedì 15 febbraio 1886.<br />
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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />
d’affetto è tale musica del passato, che sebbene sentita cento volte, non<br />
teme di essere vinta da qualsiasi musica dell’avvenire». 15<br />
nel 1895 <strong>Poliuto</strong> viene messo in scena al Riccardi a partire dal 7<br />
marzo. 16<br />
«Lo disse in altri tempi un bello spirito ed i fatti vanno via via confermandolo,<br />
fino a farlo diventare un motto proverbiale, che: “tanto gli<br />
spettacoli teatrali, che i balli e così tanti altri pubblici divertimenti,<br />
dovrebbero cominciare, non dalla prima ma dalla seconda sera”. [...] La<br />
prima del <strong>Poliuto</strong> procedette benino, a malgrado il panico indiavolato,<br />
insinuatosi sul palcoscenico e che speriamo scompaia del tutto alla<br />
seconda rappresentazione. I primi applausi toccarono alla signorina anita<br />
Mugnoz che ebbe pure una chiamata da sola, una col baritono ed una<br />
terza con tutti gli artisti alla fine del secondo atto. I cori numerosi e<br />
buoni, quantunque un pochino indisciplinati, ed anche la messa in scena,<br />
se non sfarzosa, conveniente. L’orchestra, quando si tolgano alcune lievi<br />
incertezze, che spariranno anch’esse nel seguito, ci è sembrata tale da far<br />
onore al bravo maestro concertatore e direttore cav. Bernardi. Insomma,<br />
nel complesso, uno spettacolo che riteniamo potrà piacere ogni sera di<br />
più e meritarsi il favore del pubblico». 17<br />
Come si era accennato, il gusto musicale inizia a cambiare e ne troviamo<br />
testimonianza in un curioso trafiletto pubblicato sulla «Gazzetta»<br />
del 10 marzo, tre giorni dopo il debutto dell’opera.<br />
«Parliamone in due: prima io che non ci ho ancor messo piede; poi<br />
chi c’è stato. Mi si riferisce che il teatro è poco frequentato, e a me non<br />
fa stupore. Innanzi tutto <strong>Poliuto</strong> non ha mai contato tra le migliori opere<br />
del sommo <strong>Donizetti</strong>; l’argomento medesimo gli dà un carattere ieratico,<br />
quasi d’oratorio, per cui, come si ebbe qui a registrare, non è molto,<br />
che venne eseguito nella chiesa di San Giovannino a Firenze. Di fronte<br />
poi alla evoluzione, che anche la musica melodrammatica ha subito,<br />
dopo le innovazioni di Wagner e le trasformazioni di Verdi, appare anche<br />
più invecchiato. [...]<br />
15. «L’eco di Bergamo», lunedì 15 febbraio 1886.<br />
16. La stagione prevedeva anche Pagliacci e Cavalleria rusticana.<br />
17. «Gazzetta provinciale di Bergamo», venerdì 8 marzo 1895.<br />
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RaVaSIo<br />
C’è, quindi una sola cosa da osservare, ossia: come, disponendo di<br />
buoni mezzi di esecuzione (poiché tali mi si dicono i cantanti, orchestra<br />
e cori) si sia pensato a dare giusto il <strong>Poliuto</strong>.<br />
E, detto ciò, lascio la parola a chi c’è stato. (p.b.)». 18<br />
Chi c’era stato ed è ritornato alla seconda recita ed alle successive,<br />
scrive:<br />
«Il <strong>Poliuto</strong>, com’è dato al nostro massimo teatro, piacerà ogni sera di<br />
più, scrivemmo giorni sono, ed i fatti ci diedero ragione.<br />
La signorina anita Mugnoz che, fin dalla prima sera erasi rivelata<br />
una Paolina corretta e buona s’è andata man mano acquistando il favore<br />
del pubblico affermandosi sempre più nella difficile e faticosa parte.<br />
Possiede una voce non poderosa, ma dolce, gradevole, pastosa che sa<br />
modulare benissimo tanto nei registri bassi, che negli acuti e, soprattutto,<br />
intonatissima. Canta con passione e fraseggia benino. a lei toccano<br />
sempre i più caldi applausi del pubblico che la salutano nei punti più<br />
salienti.<br />
Ettore Marchi (<strong>Poliuto</strong>) non ha bisogno di fervorini ed il pubblico,<br />
che tutte le sere applaude al suo canto passionale e dolce, al suo fraseggiare<br />
corretto ed anche all’azione drammatica, ha già pronunciato il suo<br />
verdetto. Il basso Rusconi (Callistene) nella sua parte di poca risorsa si<br />
disimpegna benissimo e potrebbe essere meglio apprezzato, nella sua<br />
grand’aria e coro del terzo atto, quadro primo. Bene anche il baritono<br />
Serra (Severo) quantunque non ci sappiamo spiegare quel suo contegno<br />
quasi impacciato e poco confacente al personaggio che rappresenta. Il<br />
cav. Bernardi, che concertò e diresse l’opera con intelligenza e passione,<br />
è l’anima e la colonna dello spettacolo, e l’orchestra sotto l’abile sua bacchetta<br />
si conduce benissimo. Peccato che, qualche professore dimentichi,<br />
tal fiata, che tutta l’orchestra dipende dalla bacchetta del direttore!.. I<br />
cori, lo abbiamo detto fin dalla prima sera, sono numerosi e buoni, ciò<br />
che fa molto onore al loro bravo maestro. Tirate adunque le somme, lo<br />
spettacolo è buono e merita tutto il favore del pubblico, che speriamo<br />
vorrà accorrervi più numeroso». 19<br />
18. «Gazzetta provinciale di Bergamo», lunedì 10 marzo 1895.<br />
19. Ivi.<br />
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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />
ancora il 15 marzo:<br />
«La serata di ieri segnò un notevolissimo aumento nelle rappresentazioni<br />
di <strong>Poliuto</strong> al nostro massimo teatro, ed anche gli artisti e l’orchestra<br />
fecero del loro meglio, quasi incoraggiati ed animati dal maggior<br />
concorso del pubblico. nei palchi brillavano, in eleganti toilettes, molte<br />
gentili habitues del Riccardi; nelle poltrone, in platea e nel loggione<br />
erano pur numerosi gli spettatori». 20<br />
Ma quel «p.b.» – autore del trafiletto al quale i successivi articoli<br />
paiono dar palesemente torto – percepiva invece la mutata sensibilità dei<br />
tempi se per ritrovare traccia del titolo bisogna attendere addirittura le<br />
celebrazioni del centenario donizettiano, nel 1948. 21<br />
«Bentornato a <strong>Poliuto</strong>! a cent’anni giusti dalla prima rappresentazione,<br />
che l’autore neppure poté aver la gioia di presenziare, <strong>Poliuto</strong>, nel<br />
riprendere il suo posto fra le grandi opere donizettiane, ci ha narrato<br />
degli aspetti più potenti ed eroici del più grande musicista di nostra<br />
gente, con tutti i trionfali presupposti per una salda garanzia di continuità.<br />
Se è pur vero che certe opere richiedono, per la propria vitalità, il<br />
sostegno di una fastosa ed accuratissima esecuzione, è altrettanto vero<br />
che questi stessi elementi d’ordine contingente collaborano, quando presenti,<br />
a denunziarne ogni più recondito aspetto. L’edizione offertane al<br />
<strong>Donizetti</strong> – edizione doppiamente centenaria, e postuma dell’opera –<br />
della morte del maestro, e della prima – assommava appunto in sé, fin nei<br />
più minuti particolari, quelle possibilità e quegli elementi atti a rappresentarne,<br />
e, quando necessario, a ringagliardirne la vetusta e pur solenne<br />
possanza. Si trattava di far rivivere un <strong>Donizetti</strong> pressoché sconosciuto;<br />
un <strong>Donizetti</strong> in uno dei suoi poliedrici e men noti aspetti: quello, precisamente,<br />
in cui il maestro aveva ardito disposare in difficile connubio<br />
l’émpito melodico, cardine della propria personalità, e quell’altro, mistico<br />
ed eroico, per il quale sarebbero occorsi gran numero d’elementi e di<br />
fattori cui forse la mano era men avvezza. non solo. Il gusto del tempo<br />
e le esigenze imposte dal libretto e dal soggetto specifico obbligarono<br />
inoltre ad una grandiosità d’impostazione la quale, quando men control-<br />
20. «Gazzetta provinciale di Bergamo», venerdì 15 marzo 1895.<br />
21. La stagione celebrativa prevedeva, oltre a <strong>Poliuto</strong>, anche La favorita, Betly e Il campanello.<br />
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RaVaSIo<br />
lata, avrebbe rischiato di degenerare nell’enfasi della retorica, nella minor<br />
spontaneità, in cui, quando spinto, l’eloquio musicale si sperde ed annulla.<br />
[...] L’esecuzione, altamente impegnativa per le difficoltà di cui si presenta<br />
irta la partitura, è stata oltremodo degna d’elogio. Mirto Picchi ed<br />
adriana Guerrisi sono apparsi una coppia di altissimo valore interpretativo<br />
e di rara intelligenza artistica. ambedue dotati di un volume e di una<br />
voce assolutamente eccezionale, ne hanno piegato le possibilità alle esigenze<br />
della parte, e, soprattutto, ne hanno saturato ogni aspetto con una<br />
straordinaria coscienza, del personaggio interpretato. Per Gino Bechi<br />
rimandiamo al giudizio già espresso in occasione de La favorita, rimanendo<br />
definitivamente in attesa di salutarlo come uno dei migliori baritoni<br />
della nostra epoca, allorché si sarà deciso di correggere il ben noto eccessivo<br />
appoggio nasale, cui egli crede forse d’affidare, in assoluta originalità<br />
d’intenti, la propria personalità. Degni di grande elogio l’ariè – basso<br />
di splendide doti – il Checchetelli, il Cecchini e il Baracchi. L’autorità<br />
di Gianandrea Gavazzeni, che ha speso la parte migliore di se stesso da<br />
apostolo quale egli è, in una dedizione che aveva addirittura del fanatico,<br />
ha saturato l’intero spettacolo, affrontando e superando financo certi<br />
rischi di squilibri propri dello strumentale, cui talora, forse, una più equilibrata<br />
e controllata concertazione avrebbe, in taluni punti, ovviato. [...]<br />
Le scene, dovute alla collaborazione di achille Funi e Pino Pizzigoni e<br />
realizzate dalla volonterosità degli allievi dell’accademia Carrara, sono<br />
apparse, qua e là, lievemente discutibili, per certi ibridismi di stile e pericolosi<br />
fondali, tali da lasciare qualche volta perplessi. Ciò non toglie che<br />
alcune di esse, cioè quella del primo atto, e quella del tempio di Giove<br />
fossero veramente cose belle e imponenti. Teatro gremito in ogni ordine<br />
di posti, ed applausi travolgenti ed interminabili. Marcello Ballini». 22<br />
Quarantacinque anni dopo, sarà ancora Gianandrea Gavazzeni a<br />
dirigere <strong>Poliuto</strong> ripresentato a Bergamo, con grande successo e per la<br />
prima volta in edizione critica. 23<br />
«un’opera come <strong>Poliuto</strong> meritava un direttore come Gianandrea<br />
Gavazzeni. un’opera come <strong>Poliuto</strong>, rimasta sempre ai limiti del grande<br />
repertorio e contaminata nella sua versione italiana da molteplici, arbi-<br />
22. «L’eco di Bergamo», lunedì 18 ottobre 1948.<br />
23. La prima andò in scena il 30 settembre 1993.<br />
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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />
trarie sovrapposizioni testuali succedutesi negli anni, non poteva avere<br />
artefice migliore del suo rilancio, nella autenticità della sua versione originale,<br />
di Gianandrea Gavazzeni, che ad ogni sua presenza sul podio<br />
riserva ormai da anni agli ascoltatori solo momenti di straordinaria<br />
intensità e profondità interpretativa. [...] E merito maggiore di<br />
Gavazzeni, capace di esplorare come pochi altri interpreti la realtà ed il<br />
significato di una partitura [...] è stato nella circostanza proprio quello di<br />
collocare il capolavoro donizettiano nella sua giusta prospettiva teatrale<br />
e musicale, rivelandone nel clima austero e tetro della vicenda tutta la<br />
forza dei contrasti drammatici e delle intense passioni dei suoi personaggi.<br />
[...] Qui, ad assecondare in modo ammirevole le sue indicazioni, vi<br />
era l’orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “a. Toscanini”. [...] Sul<br />
palcoscenico, accanto ad un coro (quello del Teatro <strong>Donizetti</strong>) preparato<br />
certo con cura da Giovanni Di Stefano e come poche altre volte perfettamente<br />
coordinato ed inserito nel contesto esecutivo, vi era un cast<br />
di interpreti di chiara fama e di brillante qualità vocale. a José Sempere<br />
(<strong>Poliuto</strong>) la vocalità non ha fatto certo difetto, rilevando per intero le<br />
qualità di questo tenore [...].<br />
Denia Mazzola Gavazzeni, un soprano le cui qualità e le cui prestazioni<br />
hanno ormai raggiunto un livello di affidabilità e professionalità<br />
comune solo alle grandi cantanti, è stata una Paolina appassionata e tormentata.<br />
[...] Simone alaimo, terzo ma non ultimo tra gli interpreti principali,<br />
ha impersonato con grande chiarezza vocale, bellezza di timbro e<br />
compiutezza interpretativa (scenica e musicale) un Severo perfettamente<br />
identificato sia nel ruolo di somma autorità politica e religiosa, sia in<br />
quello più palpabile ed ampio, di non rassegnato, umanissimo amante.<br />
[...] L’allestimento scenico era quello già proposto da Filippo Sanjust per<br />
il teatro dell’opera di Roma: qui, in spazi evidentemente meno adeguati,<br />
ha un poco sofferto della necessità di aprirsi a prospettive più ampie<br />
[...] ma ha avuto il pregio di saper collocare la vicenda e i personaggi in<br />
un contesto credibile e rivelatore della storia e del clima musicale, mirando<br />
all’essenziale, ma non tralasciando l’indispensabile. alla regia di<br />
Pasquale D’ascola, che non ha travalicato in alcun modo le esigenze e le<br />
indicazioni musicali ed ha posto particolare attenzione alla disposizione<br />
delle masse e dei singoli personaggi, era forse da chiedere una minor staticità<br />
delle figure e delle comparse non direttamente coinvolte nell’azio-<br />
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RaVaSIo<br />
ne ed una maggior chiarezza in alcuni interventi a scena sgombra di<br />
alcuni ieratici personaggi. Ma coi tempi che corrono, una regia d’opera<br />
che sappia governare gli spazi teatrali in termini di credibilità e di efficacia,<br />
senza soverchiare la musica, è elemento da non trascurare e sottovalutare.<br />
Il consenso e gli applausi del pubblico (che aveva fatto segnare<br />
il tutto esaurito) non si sono certo fatti sollecitare e la sua approvazione<br />
per tutti i protagonisti, con il grande affetto non celato per il suo grande<br />
direttore, bene si riassume nella scarna frase lanciata dalle gallerie nell’assoluto<br />
silenzio, dopo la sinfonia del I atto: “Viva <strong>Donizetti</strong>, grazie<br />
Gavazzeni”. Gianluigi Gonella». 24<br />
24. «L’eco di Bergamo», sabato 2 ottobre 1993.<br />
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Marco Spada<br />
poliuto: una tragedia della volontà<br />
Note di regia<br />
«Ne perdons plus de temps ; le sacrifice est prêt ;<br />
allons-y du vrai dieu soutenir l’interêt ;<br />
allons fouler aux pieds ce foudre ridicule<br />
dont arme un bois pourri ce peuple trop crédule ;<br />
allons en éclairer l’aveuglement fatal ;<br />
allons briser ces dieux de pierre et de metal ;<br />
abandonnons nos jours à cette ardeur céleste ;<br />
faisons triompher dieu ; qu’il dispose du reste»<br />
(corNeille, Polyeucte, acte ii, scène Vi)<br />
Quando adolphe Nourrit, tenore vecchio stile in cerca di un rilancio<br />
italiano, tra una lezione di canto e l’altra, propose a donizetti di mettere<br />
in musica Polyeucte di corneille, sapeva che stava compiendo un azzardo.<br />
lo sapeva anche il compositore che però, tentato dalla novità, e già<br />
proiettato con la mente e con la carriera a parigi, accettò nel vago presentimento,<br />
poi rivelatosi tragica realtà, che le cose non sarebbero andate<br />
bene.<br />
la tragèdie non aveva un buon commercio con la librettistica italiana;<br />
ne sapeva qualcosa rossini che, sempre a Napoli, aveva visto vanificati<br />
i suoi straordinari sforzi per produrre un’opera grandiosa e avveniristica<br />
come Ermione, tratta dall’Andromaque di racine. Ma la poetica<br />
neoclassica di questo ancora faceva da schermo nel 1819 al cambiamento<br />
di gusto. Nel 1838, si era fuori tempo massimo.<br />
Nourrit aveva ragioni da vendere. il testo di corneille è straordinario.<br />
di una ricchezza psicologica e di una complessità verbale quasi virtuosistica.<br />
ogni personaggio riceve una luce duplice, di antinomie caratteriali,<br />
che segnano la prospettiva profonda del contrasto tra ‘passion et<br />
devoir’ sullo sfondo di un conflitto prima etico che religioso. Ma è un<br />
dramma parlato e raccontato, prima che vissuto ed agito. Su di esso deve<br />
iniziare l’opera di smontaggio e rimontaggio che un librettista italiano<br />
di media levatura, e anche di ottima come Salvadore cammarano<br />
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06. Spada - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.47 Pagina 104<br />
Spada<br />
(all’epoca forse non ancora versato nella tragedia francese), è costretto a<br />
compiere.<br />
così la frase di Nourrit scritta con signorile eleganza alla moglie –<br />
«Nous ne nous en somme pas tenue à la donnée un peu trop admirative de<br />
corneille avant le triomphe du sentiment religieux…» – alla luce dei<br />
fatti e col senno di poi si tinge di una certa involontaria ironia, dato che<br />
appunto il ‘coté admiratif’ finisce con l’essere quasi estromesso del tutto.<br />
Nell’ottica consueta della sintesi che il melodramma romantico e<br />
popolare pretende, i sentimenti si assolutizzano, le ‘posizioni’ – per dirla<br />
con Verdi – si schematizzano, i piani di lavorazione tra lo ‘sfondo’ paesaggistico<br />
e storico e il ‘primo piano’ privato si separano. polyeucte nell’originale<br />
è mosso dal desiderio assoluto e primario del martirio, è scosso da<br />
una hybris mistica e rigetta come mollezza il richiamo al sacrificio di<br />
vivere una vita santa e di cristiana rassegnazione che viene da Néarque.<br />
Sembra dominato da una nietzschiana volontà di potenza, che arriverebbe<br />
persino a fargli dire paradossalmente, come Zarathustra: «se esistessero<br />
dei, come potrei sopportare di non essere dio!». in queste antinomie<br />
è la ambigua grandezza del personaggio.<br />
certo la freddezza ragionata del suo carattere, che aveva suscitato le<br />
accese rimostranze di pauline, non avrebbe potuto ispirare una bella<br />
scena come «Fu macchiato l’onor mio»; ma certamente della generosità<br />
che lo spinge a ‘consegnare’ la moglie al rivale prima della morte, non<br />
resta traccia. il suo omologo italiano più modestamente è preda della<br />
gelosia, appena venata da ostinazione religiosa. la diminutio di poliuto<br />
comporta quella degli altri: paolina scende un po’ dal piedistallo del<br />
dovere cieco nell’obbedienza filiale e concentra la sua conversione al<br />
martirio in poche battute, con una velocità sorprendente e tragicamente<br />
‘comica’. lo stesso Severo (forse in corneille il personaggio più alto<br />
moralmente, poiché venato di un umanissimo eroico patetismo) si<br />
accontenta di fare il rivale, riscattandosi solo verso la fine.<br />
il triangolo amoroso è, ancora una volta, in primo piano, e la fede<br />
religiosa sullo sfondo, così come le sottili motivazioni politiche di Felice,<br />
padre di paolina, ridotto a poco più di una comparsa. inevitabile? Forse<br />
sì, date le circostanze, ma quando donizetti, con le difficoltà imposte da<br />
una censura ormai isterica, si addentra più e più nel testo spegnendo il<br />
proprio entusiasmo e teme di aver scritto qualcosa di ‘troppo fracassoso’<br />
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06. Spada - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.47 Pagina 105<br />
Note di regia<br />
non ha tutti i torti. proprio l’atmosfera mistica manca, nonostante i<br />
coretti ripetuti in più punti dell’opera (e anticipati nella sinfonia), mentre<br />
più sentito è l’estroverso ‘ambaradan’ che precede l’arrivo di Severo<br />
e il roboante Finale ii quando viene infranto l’idolo «de pierre et de<br />
metal», nell’attacco anche sgarbato di poliuto «lasciami in pace», certo<br />
memore dell’effettistica maledizione della Lucia.<br />
ciò non vuol dire che l’opera non abbia molte pagine più intimistiche<br />
e di pregio, come il duetto paolina-Severo del secondo atto, il<br />
larghetto del Finale ii e naturalmente il Finale iii, vero punto d’approdo<br />
di tutta l’opera, della quale conserva il tema principale. e addirittura<br />
un momento straordinario, vero colpo d’ala, come l’attacco dell’aria di<br />
paolina, magicamente inserita nel contesto del primo atto.<br />
Non si può dire, perciò, che <strong>Poliuto</strong> sia un’opera mancata, ma probabilmente<br />
resta non realizzata in toto, per lo meno nell’ampiezza delle<br />
intenzioni degli autori, che la lettura del francese aveva entusiasmato: «les<br />
chrétiens lui montent la tête», scriveva Nourrit di donizetti, travasando<br />
il proprio disperato ottimismo per il suo debutto a Napoli nel compositore,<br />
il quale a sua volta aveva forse nutrito propositi di riforma del<br />
melodramma italiano.<br />
donizetti è e resta un maestro di drammaturgia, ma <strong>Poliuto</strong>, ad una<br />
analisi che ne voglia serenamente evidenziare pregi e difetti allo scopo di<br />
una messa in scena, è opera che sente un certo schematismo dei ‘numeri<br />
chiusi’ e, a mio parere, di una certa insita freddezza, dovuta proprio al<br />
ridimensionato scavo psicologico dei protagonisti, che l’edizione critica<br />
evidenzia maggiormente. probabilmente fu questo a spingere il maestro<br />
antonino Votto, nella ormai mitica edizione scaligera del 1960, a ‘rimpolpare’<br />
tutto il primo atto con un’operazione di maquillage che tentava<br />
di ridare all’opera quel tanto di grandeur che l’originale negava.<br />
Fortunate circostanze della vita mi hanno concesso di mettere in<br />
scena in ordine giusto Marino Faliero (1835), Lucia di Lammermoor (1835)<br />
e ora <strong>Poliuto</strong> (1838). la carrellata straordinaria di personaggi e avvenimenti<br />
che donizetti propone hanno acceso il mio entusiasmo, con queste<br />
differenze: Lucia, nella sua perfezione formale persino frustrante per<br />
il regista, e nella sua assoluta corrispondenza tra sentimenti e musica che<br />
li descrive, merita solo di essere servita e assecondata con delicatezza e<br />
coerenza; Marino Faliero, all’opposto, nel suo sperimentalismo e nella sua<br />
105
06. Spada - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.47 Pagina 106<br />
Spada<br />
cupa ruvidezza antiedonistica richiede che lo si sostenga con un profondo<br />
impegno nel fare emergere i personaggi (il maestoso, umanissimo<br />
doge) dal contesto aggrovigliato dei fatti storici e di un libretto sconnesso.<br />
Lucia e Marino sono due facce della stessa medaglia, l’una guarda al<br />
patetico, l’altra al «terribile», come diceva il compositore. entrambe<br />
necessitano di essere vissute umanamente per ridonarle nella loro veste<br />
scenica con profitto.<br />
<strong>Poliuto</strong> obbliga invece a un atteggiamento diverso: mi sono dovuto<br />
porre in un punto di osservazione oggettivo, esterno a personaggi ed<br />
azioni. osservarli vivere per capirne le motivazioni. assestarmi in una<br />
zona franca, quel diaframma che separa il loro agire privato – ormai più<br />
dramma borghese che non tragedia classica – e lo sfondo su cui questo<br />
si dipana. da <strong>Poliuto</strong>, paradossalmente, proprio i poli opposti della tragedia<br />
sono assenti: ciò che domina è un volontarismo raziocinante che non<br />
può che spegnere la mimesi e la partecipazione emotiva. per ciò nell’opera<br />
risalta maggiormente il singolo momento, a se stante, che si bea<br />
di se stesso; per ciò si avverte come marionettistico tutto l’apparato vetero<br />
romano che il libretto propone, al quale oggi non possiamo più guardare,<br />
se non con una abbondante dose di ironia. per questo gli eventi<br />
possono essere contenuti in un salotto privato, che si affaccia sul paesaggio,<br />
quella Metilene che si è proposta alla mia fantasia come un deserto<br />
roccioso e lontano e che, come in corneille, mai interagisce con il ‘paesaggio<br />
interno’ dei protagonisti. resta il ‘trionfo del cristianesimo’ a far<br />
da collante al tutto, ma anch’esso come atto della volontà e della cultura.<br />
Nell’apparente sconfitta e martirio dei cristiani, si esalta all’opposto il<br />
loro trionfo nella Storia, che di lì a poco darà loro definitivamente ragione.<br />
Solo in quell’attimo fugace, all’extremis della partitura, liberati dal<br />
determinismo che ha connotato fin lì le azioni dei personaggi, ne possiamo<br />
comprendere e finalmente gustare anche la poesia.<br />
106
06. Spada - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.47 Pagina 107<br />
in questa pagina e nelle seguenti,<br />
bozzetti e figurini di alessandro ciammarughi per <strong>Poliuto</strong>.<br />
Bergamo Musica Festival 2010.<br />
107
06. Spada - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.47 Pagina 108<br />
108
06. Spada - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.47 Pagina 109<br />
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06. Spada - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.47 Pagina 110<br />
110
07. Struttura e argomento - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.50 Pagina 111<br />
Struttura e argomento dell’opera<br />
Atto primo<br />
Il battesimo<br />
N. 1 Introduzione<br />
«Scendiam... silenzio» - «D’un’alma troppo fervida»<br />
Nottetempo un gruppo di cristiani entra furtivamente nelle catacombe.<br />
Accompagnato dal cristiano Nearco, il neofita poliuto (cittadino eminente,<br />
e magistrato) sta per essere battezzato. il suo animo è però sconvolto<br />
dalla gelosia: teme infatti che paolina, sua moglie da poco tempo,<br />
ami qualcun altro. Nearco esalta le qualità di paolina e lo invita piuttosto<br />
a rivolgere a Dio i suoi pensieri. poliuto prega Dio di fargli ritrovare<br />
la serenità. Entrambi si avviano alle catacombe.<br />
N. 2 Scena e Cavatina Paolina<br />
«ove m’inoltro?..» - «Di quai soavi lagrime»<br />
paolina ha seguito non vista il marito, sospettandone le intenzioni: teme<br />
infatti che l’adesione alla fede cristiana, proibita e perseguitata, lo conduca<br />
a morte. Esce Nearco, che la incontra e le conferma i sospetti:<br />
poliuto si è fatto cristiano. paolina è sconvolta, ma le parole della preghiera<br />
che si ode dall’interno delle catacombe la toccano profondamente.<br />
Esce anche poliuto, che s’imbatte stupito in sua moglie. ma è l’alba,<br />
e si odono suoni festosi: l’annuncio che sta per giungere in città il proconsole<br />
Severo suscita apprensione nei cristiani. paolina ne è addirittura<br />
folgorata: a suo tempo innamorata di lui – corrisposta – lo credeva<br />
morto, e solo per questo aveva acconsentito a sposare poliuto secondo il<br />
desiderio di suo padre. A malincuore paolina deve riconoscere che il suo<br />
antico sentimento non è del tutto spento.<br />
N. 3 Coro, Scena e Cavatina Severo<br />
«plausi all’inclito Severo» - «Decio, signor del mondo» - «Di tua beltade<br />
immagine»<br />
Giunge in trionfo Severo, col preciso compito di combattere i cristiani.<br />
in cuor suo, il proconsole non vede l’ora di riabbracciare l’amata paolina.<br />
111
07. Struttura e argomento - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.50 Pagina 112<br />
Struttura e argomento dell’opera<br />
Felice, suo padre e governatore di mitilene, lo accoglie con imbarazzo,<br />
ed è costretto in breve a dirgli che paolina nel frattempo è diventata<br />
moglie di poliuto. Nel tripudio generale, Severo è disperato e in preda a<br />
cupi pensieri: per ragioni diverse, non possono condividere la gioia<br />
generale né il sospettoso poliuto, né Felice che trepida per la sua situazione,<br />
né il vendicativo gran sacerdote Callistene, già innamorato respinto<br />
di paolina.<br />
Atto SECoNDo<br />
Il neofito<br />
N. 4 Scena e Duetto Severo e Paolina<br />
«inoltra il piè: ne’ lari» - «Donna... che! possenti numi»<br />
il perfido Callistene fa in modo che Severo possa incontrare paolina. La<br />
donna vorrebbe che Severo se ne andasse immediatamente: nonostante<br />
il suo animo sia profondamente turbato e combattuto, il dovere le impone<br />
di respingerlo e di non vederlo mai più. Severo è disperato.<br />
N. 5 Scena e Aria <strong>Poliuto</strong><br />
«Veleno è l’aura ch’io respiro. indegno» - «Fu macchiato l’onor mio»<br />
Nel frattempo Callistene ha provveduto ad informare poliuto di quanto<br />
sta accadendo. Questi vorrebbe uccidere la fedifraga e il rivale, ma giungono<br />
ad avvisarlo che Nearco è stato catturato e sta per essere condotto<br />
al tempio di Giove. poliuto è come folgorato: col pensiero alla nuova<br />
fede che ha abbracciato, perdona la moglie e corre al tempio a rendere<br />
testimonianza del proprio credo.<br />
N. 6 Coro e Finale II<br />
«Celeste un’aura» - «magistrati, guerrieri, popolo. È surto»<br />
Nel tempio tutti invocano la potenza vendicatrice di Giove. pena la tortura,<br />
Severo ingiunge a Nearco di rivelare il nome di colui che è stato da<br />
poco battezzato. Nearco rifiuta e sta per essere condotto in carcere, quando<br />
giunge poliuto a costituirsi pubblicamente: il neofita è lui. Sconcerto<br />
generale. Severo ordina di condurlo al supplizio, invano supplicato da<br />
paolina di non farlo. Vedendo sua moglie ai piedi di colui che crede suo<br />
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07. Struttura e argomento - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.50 Pagina 113<br />
rivale, poliuto è preso da un’accesso d’ira e ripudia la moglie gettando a<br />
terra i sacri arredi. Fra l’orrore di tutti, poliuto disconosce paolina, che<br />
prima proclama la sua innocenza, poi è sopraffatta dalla disperazione<br />
cadendo tra le braccia paterne: pur privo di speranza, intanto Severo pregusta<br />
la vendetta, mentre i Sacerdoti maledicono l’empio.<br />
Atto tErzo<br />
Il martirio<br />
Struttura e argomento dell’opera<br />
N. 7 Coro, Scena e Aria Callistene<br />
«Vieni, vieni, al circo andiamo» - «Ecco il sommo pontefice. S’avanza» -<br />
«Alimento alla fiamma si porga»<br />
il popolo già si accalca nel circo, in attesa di vedere il supplizio di poliuto.<br />
Callistene informa che con lui saranno giustiziati altri cristiani, ma invita<br />
i suoi sacerdoti a vigilare perché non venga meno il desiderio di sangue:<br />
sa che paolina è andata a scongiurare Severo perché conceda la grazia a<br />
poliuto, e teme che questi ceda alle preghiere dell’amata.<br />
N. 8 Finale III<br />
«Dorme... malvagio! Vision gradita» - «Ah, fuggi da morte» - «Alle fiere<br />
chi oltraggia gli dei» - «Fra la vita e la morte ancor sei» - «più s’indugia!<br />
Dunque costui»<br />
in carcere, poliuto è tormentato da sogni, ma ha anche la visione di<br />
paolina in cielo circonfusa di luce. Giunge paolina, che gli riafferma la<br />
sua pur travagliata fedeltà e smaschera le trame di Callistene. Commosso<br />
dal suo giuramento, poliuto la abbraccia. paolina vorrebbe persuaderlo<br />
all’abiura, ma poliuto è irremovibile: profondamente toccata da tanto<br />
ardore celeste, anche paolina si converte e si accinge a seguirlo nel martirio.<br />
La mente di entrambi è ormai tutta volta al cielo. poliuto e paolina<br />
sono condotti nel circo per essere sbranati dalle belve. Nel vedere l’amata,<br />
Severo è sconvolto e vorrebbe salvarla, ma Callistene lo incalza e gli<br />
rammenta il suo dovere. La coppia viene condotta al supplizio tra l’esultanza<br />
di Callistene e del popolo eccitato dai sacerdoti, e la disperazione<br />
di Severo che vorrebbe uccidersi ma ne è impedito dalle guardie del suo<br />
seguito.<br />
113
07. Struttura e argomento - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.51 Pagina 114<br />
114
08. preliminari libretto <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.52 Pagina 115<br />
POLIUTO<br />
Tragedia lirica in tre atti<br />
Trascrizione del libretto a stampa<br />
per la prima rappresentazione dell’opera<br />
Napoli, Tipografia Flautina, 1848<br />
115
08. preliminari libretto <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.52 Pagina 116<br />
116
08. preliminari libretto <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.52 Pagina 117<br />
Il subbietto di questo lavoro è storico, e Pietro Corneille ne trasse il suo<br />
Polyeucte: ma l’indole del dramma musicale troppo diversa da quella<br />
d’una tragedia, non mi permise di seguire che poche tracce dell’Eschilo<br />
francese. Pure, quanto il consentiva la scarsa latitudine a me conceduta,<br />
mi studiai che la morale vi si mostrasse in tutta la sua luce. Quindi a lato<br />
delle più sublimi virtù cristiane, dipinsi nel personaggio di Callistene, e<br />
come ombre del quadro, gli errori, e l’empietà del paganesimo. Se questa<br />
lirica tragedia (che io dettava prima dei Martiri di Scribe) verrà dall’universale<br />
aggiudicata nuda affatto d’ogni altro pregio, non le sarà contrastato,<br />
ne son certo, il primo a cui mirar dovrebbe ciascun autore drammatico,<br />
lo scopo morale.<br />
Salvadore Cammarano<br />
N. B. Alcuni versi di questo melodramma, che parve condannato<br />
all’oblio, fecer mostra di sé in altri miei lavori: era ovvio sostituire ai<br />
menzionati altri versi, ma ciò poteva nuocere alla musica, ed è in rispetto<br />
di essa, e dell’insigne, quanto infelice amico che ne fu l’autore, se io<br />
lascio la poesia qual fu in origine, invocando all’uopo la pubblica indulgenza.<br />
La musica è del Maestro GAETANO DONIzETTI.<br />
117
08. preliminari libretto <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.52 Pagina 118<br />
Cav. D. ANTONIO NICCOLINI, architetto de’ Reali Teatri<br />
Capo scenografo inventore e Direttore di tutte le decorazioni, Sig. Pietro<br />
Venier.<br />
Pittori scenografi, Signori Leopoldo Galluzzi, Luigi Deloisio, Vincenzo<br />
Baldini, Luigi Mari, e Marco Corazza.<br />
Editore e proprietario esclusivo delle poesie de’ libri de’ Reali Teatri, Sig.<br />
Salvatore Caldieri.<br />
Proprietari degli spartiti in partitura pel Regno gli editori di musica,<br />
Signori Girard e Compagni.<br />
Direttore del macchinismo, Sig. Fortunato Queriau.<br />
Appaltatore del macchinismo, Sig. Michele Papa.<br />
Direttore del vestiario, Sig. Carlo Guillaume.<br />
Attrezzeria disegnata ed eseguita da’ Signori Luigi Spertini e Filippo<br />
Colazzi.<br />
Pittore pe’ figurini del vestiario, Sig. Filippo Buono.<br />
Direttore ed inventore de’ fuochi chimici ed artificiali, Signor Felice<br />
Cerrone.<br />
118
08. preliminari libretto <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.52 Pagina 119<br />
SEvERO, proconsole.<br />
Signor Colini.<br />
FELICE, governatore di Melitene.<br />
Signor Rossi.<br />
POLIUTO, magistrato, e sposo di<br />
Signor Boucardé.<br />
PAOLINA, figlia del governatore.<br />
Signora Tadolini.<br />
PERSONAGGI<br />
CALLISTENE, gran sacerdote di Giove.<br />
Signor Arati.<br />
NEARCO, capo dei cristiani d’Armenia.<br />
Signor Ceci.<br />
UN CRISTIANO.<br />
Signor Memmi.<br />
Cristiani - magistrati - sacerdoti di Giove -<br />
popolo armeno - guerrieri romani.<br />
L’avvenimento ha luogo in Melitene, città capitale<br />
d’Armenia, e nell’anno 257 di nostra salute.<br />
119
08. preliminari libretto <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.52 Pagina 120
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 121<br />
ATTO PRIMO<br />
Il battesimo<br />
ScenA PRIMA<br />
Tenebrose caverne: sull’alto un forame<br />
donde ha principio una scala intagliata<br />
nella rupe, per cui si discende: nel davanti<br />
l’ingresso ad uno speco, del quale spargesi<br />
poca luce rossastra.<br />
Molti gruppi di cristiani: altri in capo alla<br />
scala, altri ascendono, altri nel piano.<br />
cORO<br />
PARTe I<br />
Scendiam...<br />
II<br />
III<br />
IV<br />
V<br />
Silenzio...<br />
Silenzio...<br />
Immerso<br />
tutto nel sonno è l’universo...<br />
Da questo ignoto, profondo speco<br />
a palesarci non sorga un’eco.<br />
TUTTI Dopo esser discesi.<br />
Ancor ci asconda un velo arcano<br />
all’empio ferro che ne minaccia.<br />
Il giorno forse non è lontano<br />
che fra martiri, al mondo in faccia,<br />
per noi la prece, con labbro<br />
[esangue,<br />
al Re de’ cieli s’innalzerà:<br />
e più del labbro, il nostro sangue<br />
del Dio vivente favellerà.<br />
Entrano silenziosi nello speco.<br />
ScenA II<br />
<strong>Poliuto</strong> e Nearco.<br />
<strong>Poliuto</strong> discende il primo, fa alcuni rapidi<br />
passi verso lo speco, quindi si arresta gettandosi<br />
nelle braccia di Nearco.<br />
neARcO<br />
Tu sei commosso!<br />
POLIUTO<br />
È ver... sul capo mio<br />
l’onda che terge dall’antica macchia<br />
fia sparsa in breve... un sacro<br />
terror m’investe!<br />
neARcO<br />
Di terror che parli?<br />
Quei che t’apre le braccia, ostia di<br />
[pace<br />
s’offerse, e pace ei piove<br />
nell’alme in cui discende.<br />
POLIUTO<br />
Io n’ho ben d’uopo!<br />
Da procellosi affetti<br />
è sconvolta la mia.<br />
neARcO<br />
<strong>Poliuto</strong>!..<br />
POLIUTO<br />
Velen di gelosia<br />
mi rode il cor!..<br />
neARcO<br />
Fia vero!..<br />
Atto I<br />
POLIUTO<br />
Dir la parola, intendere il pensiero<br />
mal può di quanto amor la mia<br />
[consorte<br />
amava... ed amo... di tristezza ingombra<br />
121
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 122<br />
Atto I<br />
talor la vidi, e tacito le guance<br />
solcarle amaro pianto: a lei ne chiesi;<br />
con labbro incerto mendicò ragioni,<br />
che fur pretesti, ed a’ sospiri il varco<br />
negò... ma tardi. Ahi! Quando<br />
giace nel sonno, ed io co’ miei sospetti<br />
veglio, gemer la sento, e tronchi detti<br />
parlar d’amore!.. A callistene apersi<br />
il mio pensier geloso, e d’un rivale<br />
anch’ei sospetta.<br />
neARcO<br />
chi nomasti!.. Ah! Taci.<br />
Dubbio tremendo fomentar! Ministro<br />
d’un culto iniquo; ben costui le parti<br />
tutte ne adempie! Di virtù severa<br />
speglio è la tua consorte, e corpo<br />
[all’ombra<br />
tu dai. calmati... cessa.<br />
Il momento s’appressa,<br />
il momento solenne!<br />
A Dio ti volgi, e quel soccorso<br />
[implora,<br />
che invan giammai non fu richiesto.<br />
POLIUTO<br />
Io piego<br />
la fronte nella polve... e gemo... e<br />
[prego.<br />
D’un’alma troppo fervida<br />
tempra buon Dio gli affetti...<br />
tu che lo puoi, tu dissipa<br />
gli orrendi miei sospetti...<br />
nel combattuto core<br />
discenda il tuo favore,<br />
né più lo scuota un palpito<br />
che indegno sia di te.<br />
neARcO<br />
Vieni, e ti guidi un angelo<br />
del suo delubro a’ piè.<br />
Entrano.<br />
122<br />
ScenA III<br />
Paolina.<br />
PAOLInA<br />
Ove m’inoltro?.. Qual tremendo<br />
[speco!..<br />
Ah! Vano il mio sospetto<br />
non fu! Qui certo han loco<br />
i sanguinosi altari,<br />
e le vietate orribili adunanze<br />
di lor, che Dio si fêro un uom. Lo<br />
[sposo<br />
anch’egli dunque? O morte<br />
rapito m’hai l’amante, ora il consorte<br />
bieca sogguardi!.. Gente appressa!..<br />
Si cela dietro un masso.<br />
ScenA IV<br />
Nearco, seguito da un drappello di<br />
cristiani e detta.<br />
neARcO<br />
Udiste?<br />
Fin che si compia il rito<br />
cauti vegliate della rupe il varco.<br />
In voi m’affido.<br />
cRISTIAnI<br />
Escono.<br />
PAOLInA Avanzandosi.<br />
non temer.<br />
neARcO<br />
Qual voce!.. che!.. Traveggo!..<br />
Donna, tu qui?<br />
nearco?<br />
PAOLInA<br />
Sull’orme<br />
di <strong>Poliuto</strong> trassi. Omai più notti<br />
son, che le piume abbandonar furtivo
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 123<br />
lo scorsi: un dubbio, un fero dubbio<br />
[è sorto<br />
nel mio pensier... la santa<br />
religion degli avi<br />
osato avria disdir?<br />
neARcO<br />
PAOLInA<br />
numi!..<br />
T’apponi al vero.<br />
neARcO<br />
Fatal mistero<br />
tu penetrasti! Una recente legge<br />
non più d’esilio, ma di pronta morte<br />
i neofiti coglie!<br />
La tua virtù fia pegno<br />
del tuo silenzio, ed il periglio estremo<br />
di <strong>Poliuto</strong>!.. Andar m’è d’uopo.<br />
Rientra.<br />
PAOLInA<br />
Io tremo!..<br />
ALcUne VOcI DALLO SPecO<br />
Infiamma quest’alma, o spirto di<br />
[Dio,<br />
che piena di speme a te ricovrò:<br />
e il premio le serba che avanza il<br />
[desio,<br />
che il figlio celeste col sangue<br />
[mercò.<br />
PReGHIeRA GeneRALe<br />
Signor, le tue leggi prostràti<br />
[adoriamo,<br />
le sante tue leggi di pace, d’amor.<br />
Per noi, per le spose, pe’ figli<br />
[preghiamo,<br />
pe’ nostri nemici preghiamo,<br />
[Signor.<br />
PAOLInA<br />
Un turbamento arcano<br />
io provo!.. Al cor mi scende<br />
quella preghiera!.. È forza,<br />
è forza ch’io m’atterri! O che mai<br />
[sento!..<br />
Fin pe’ nemici lor!.. Divino accento!<br />
Di quai soavi lagrime<br />
aspersa è la mia gota!..<br />
Qual mi ricerca l’anima<br />
dolce potenza ignota!..<br />
Somiglia una speranza...<br />
l’umana gioia avanza...<br />
par che dal ciglio infranto<br />
mi cada un fosco vel!..<br />
Par che il devoto canto<br />
ritrovi un’eco in ciel!<br />
ScenA V<br />
<strong>Poliuto</strong>, Nearco, quindi gli altri cristiani.<br />
neARcO<br />
Mira...<br />
POLIUTO<br />
Donna!..<br />
PAOLInA<br />
O sposo mio...<br />
di’... rispondi... abbandonasti<br />
il tuo culto?<br />
POLIUTO<br />
Un vero Dio<br />
me raccolse.<br />
PAOLInA<br />
ed obliasti<br />
qual rigor...<br />
POLIUTO<br />
nol temo.<br />
Atto I<br />
123
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 124<br />
Atto I<br />
Odesi lieta musica guerriera: i cristiani<br />
ricompariscono.<br />
ALcUnI cRISTIAnI<br />
echeggia<br />
lunge ancora un suon giulivo!..<br />
GLI ALTRI<br />
Sorse l’alba... si festeggia<br />
del proconsole l’arrivo.<br />
neARcO<br />
A noi tutti sulla chioma<br />
pende il ferro già snudato:<br />
delle folgori di Roma<br />
qui Severo giunge armato.<br />
PAOLInA<br />
Ah!.. Severo!.. e combattendo<br />
ei sul campo non morì?<br />
neARcO<br />
egli vive.<br />
PAOLInA<br />
(ciel!.. che intendo!..)<br />
Ma la fama?<br />
neARcO<br />
Il ver mentì.<br />
PAOLInA<br />
I suoi occhi sfavillano della più viva gioia,<br />
ma volgendosi a <strong>Poliuto</strong> cerca reprimersi.<br />
(Perché di stolto giubilo<br />
mi balzi o cor nel petto?..<br />
Vive l’amato oggetto,<br />
ma spento egli è per me!<br />
condanna questi palpiti<br />
il mio dover... la sorte...<br />
il palpito di morte<br />
meglio s’addice a te.)<br />
124<br />
cRISTIAnI<br />
Sfidar saprem la morte<br />
eterno Iddio per te.<br />
Partono.<br />
ScenA VI*<br />
Magnifica piazza di Melitene: da un lato<br />
vestibolo del tempio di Giove, dall’altro la<br />
soglia del palagio municipale.<br />
Scorgesi nel fondo gran movimento di<br />
popolo che move all’incontro del proconsole.<br />
Callistene, e Felice, da opposte vie.<br />
cALLISTene<br />
Ognun gioisce, tu soltanto hai gravi<br />
di mestizia le ciglia!<br />
Felice mette un profondo sospiro.<br />
Oh! narra.<br />
FeLIce<br />
Oscuro cittadin, la figlia<br />
mi chiese un dì Severo:<br />
la mia repulsa disperato il trasse<br />
tra l’armi, e spento lo narrò la fama...<br />
cALLISTene<br />
Grido bugiardo, ch’ei ferito cadde,<br />
non estinto in battaglia.<br />
FeLIce<br />
ed io lo seppi;<br />
ma nol dissi alla figlia, e qui da Roma<br />
giunto a regger le sorti<br />
dell’armena provincia, ella costretta<br />
dal paterno voler, di <strong>Poliuto</strong><br />
strinse la man.<br />
* Questa scena si è rinvenuta omessa nella<br />
partizione.
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 125<br />
cALLISTene<br />
creduto<br />
mai non avresti che Severo in alto<br />
poggiasse tanto!.. e forse<br />
l’acquistato poter, la sua guerriera<br />
gloria, d’amor le fiamme<br />
spinsero in lui. Fa cor. De’ magistrati<br />
alla schiera t’aggiungi: omai le trombe,<br />
odi, squillan dappresso.<br />
FeLIce<br />
È ver!..<br />
cALLISTene<br />
T’affretta.<br />
Felice entra nel palagio municipale.<br />
Donna, spregiasti l’amor mio! Vendetta<br />
piena, feroce ne trarrò... la vidi<br />
lampeggiar fra gli accenti<br />
di quel codardo, e mi colmò di gioia!<br />
Mettendo l’indice sul cuore.<br />
Qui scritto io porto: chi m’offende,<br />
[muoia.<br />
Si reca nel tempio.<br />
ScenA VII<br />
La scena si riempie di popolo, quindi comparisce<br />
Severo, preceduto dalle sue legioni.<br />
cORO<br />
Plausi all’inclito Severo,<br />
lauri eterni alla sua chioma,<br />
egli è vita dell’impero,<br />
scudo e brando egli è di Roma.<br />
Saggio in pace, e prode in guerra<br />
fra i mortali un dio sembrò:<br />
ed ogni eco della terra<br />
del suo nome rimbombò!<br />
SeVeRO<br />
Decio, signor del mondo,<br />
popolo armeno, a te m’invia: felice<br />
egli ti brama, ed a tal uopo ingiunto<br />
m’ha d’estirpar l’iniqua<br />
sacrilega genìa ribelle ai numi,<br />
che s’annida tra voi, come tra i fiori<br />
malvagia serpe. (In breve<br />
ti rivedrò mia speme!.. Il sen mi<br />
[scuote<br />
un palpitar frequente!..<br />
La tua dolce presenza il cor già sente!<br />
Di tua beltade immagine<br />
è questo sol ch’io miro;<br />
piena è di te quest’aura,<br />
piena del tuo respiro...<br />
ah! Tutto in queste arene<br />
parla contento e amor!<br />
celeste Iddio propizio<br />
chiuse la mia ferita,<br />
pur da te lunge, ahi misero!<br />
Io non sentìa la vita...<br />
dappresso a te, mio bene,<br />
saprò che vivo ancor!)<br />
ScenA VIII<br />
Callistene, Felice, <strong>Poliuto</strong>,<br />
sacerdoti, magistrati, e detti.<br />
cALLISTene<br />
come fausta è a noi l’aurora<br />
che in Armenia te conduce,<br />
a’ tuoi voti Giove ognora<br />
fausto arrida, invitto duce.<br />
Atto I<br />
SeVeRO<br />
Grato appien!..<br />
Scorge Felice.<br />
Sei tu?.. M’abbraccia. –<br />
e la figlia?<br />
FeLIce<br />
(ciel!.. che mai,<br />
che dir posso?.. Il cor s’agghiaccia!..)<br />
125
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 126<br />
Atto I<br />
SeVeRO<br />
non rispondi!<br />
FeLIce Con sommo turbamento.<br />
La vedrai...<br />
SeVeRO<br />
ella forse?..<br />
FeLIce<br />
Al tuo cospetto<br />
mira intanto il suo consorte.<br />
SeVeRO Come tocco dal fulmine.<br />
Il consorte!..<br />
POLIUTO<br />
FeLIce<br />
(Oh momento!..)<br />
SeVeRO<br />
cALLISTene<br />
(Qual sospetto!..)<br />
(Oh colpo!..)<br />
(Oh sorte!)<br />
SeVeRO<br />
(non deliro?.. Altrui porgesti,<br />
donna rea, la mano, e il cor?..)<br />
FeLIce<br />
(Freme!..)<br />
SeVeRO<br />
POLIUTO<br />
(Si coverse di pallor!)<br />
126<br />
(O cruda, e lo potesti?..)<br />
SeVeRO<br />
(no, l’acciar non fu spietato<br />
che spargeva il sangue mio,<br />
ma il destino avverso e rio,<br />
che la vita mi serbò!<br />
Ah! Gioisci, o core ingrato,<br />
gel di morte in sen mi piomba...<br />
questo avanzo della tomba<br />
alla tomba io renderò.)<br />
cALLISTene<br />
(La vendetta che giurai,<br />
donna ingrata, compirò.)<br />
FeLIce<br />
(Ah! Per me del giorno i rai<br />
densa nube circondò!)<br />
POLIUTO<br />
(Fredda mano il cor m’afferra!..<br />
Luce orrenda balenò!..)<br />
cORO<br />
ei fu grande in pace e in guerra:<br />
fra i mortali un dio sembrò!<br />
Severo entra nel palagio municipale; tutti<br />
seguono.<br />
Fine del 1 o atto.
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 127<br />
ATTO SecOnDO<br />
Il neofito<br />
ScenA PRIMA<br />
Atrio nelle case di Felice:<br />
in fondo deliziosi giardini.<br />
Severo, Callistene.<br />
cALLISTene<br />
Inoltra il piè. ne’ lari<br />
siam di Felice: ov’egli assente or fosse<br />
a te dirà la figlia:<br />
l’atrio varcar tu la vedrai, che l’ora<br />
è questa in cui si tragge<br />
a’ suoi penati.<br />
SeVeRO<br />
Esitante.<br />
cALLISTene<br />
Parla.<br />
Oh! Dimmi...<br />
SeVeRO<br />
Quai giorni dello sposo accanto<br />
mena costei?<br />
cALLISTene<br />
nel pianto<br />
solinga vive. Il padre<br />
a me svelò ch’ella d’amor sul Tebre<br />
ardea... ma nella tomba<br />
scese l’oggetto sospirato... e forse<br />
d’Imene al tempio suo malgrado spinta<br />
fu dal paterno cenno.<br />
SeVeRO<br />
(Qual benda egli mi strappa!.. Oh ciel!..)<br />
cALLISTene<br />
Ma denno<br />
fra poco arder gl’incensi al re de’ numi.<br />
Uopo è ritrarmi all’ara: ivi t’aspetto.<br />
(compiasi l’opra.)<br />
Parte.<br />
SeVeRO<br />
Sventurata è dunque!<br />
Sventurata, non rea!.. Qualcun<br />
[s’appressa!<br />
Gelo, ed avvampo!.. non m’inganno,<br />
[è dessa!<br />
SeVeRO<br />
Donna...<br />
ScenA II<br />
Paolina, e detto.<br />
PAOLInA<br />
che!.. Possenti numi!..<br />
Tu, tu stesso!.. Ah! non seguirmi...<br />
SeVeRO<br />
Odi... arresta... invan presumi,<br />
dispietata, invan fuggirmi...<br />
varca il centro della terra,<br />
scendi il regno della morte,<br />
io ti seguo.<br />
PAOLInA<br />
(eterna guerra<br />
mi farai tremenda sorte!..)<br />
SeVeRO<br />
Tremi!<br />
PAOLInA<br />
(Un gel mi sta sul core!..)<br />
SeVeRO<br />
Io ti veggo impallidir!<br />
Atto II<br />
127
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 128<br />
Atto II<br />
Un oggetto di terrore<br />
son per te?<br />
PAOLInA<br />
(Vorrei morir!)<br />
SeVeRO<br />
Il più lieto de’ viventi<br />
fui giungendo in queste arene!<br />
Un olimpo di contenti<br />
io sperai dal nostro imene!..<br />
La mia gioia è volta in pianto...<br />
gronda sangue il core infranto...<br />
fu delirio la mia speme!<br />
D’egra mente un sogno fu!<br />
PAOLInA<br />
(ei non vegga il pianto mio,<br />
le mie smanie non intenda...<br />
se pietoso in ciel v’è un Dio,<br />
da me stessa mi difenda.<br />
Tutto, ah! Tutto il primo ardore<br />
si ridesta nel mio core...<br />
io son donna, ed ha purtroppo<br />
un confine la virtù!)<br />
Ahi! chi ti guida, incauto?<br />
SeVeRO<br />
Mel chiedi? L’amor mio.<br />
PAOLInA<br />
entrambi siam colpevoli,<br />
tu se prosegui, ed io<br />
se più t’ascolto. Involati...<br />
esci...<br />
SeVeRO<br />
PAOLInA<br />
Lo devi.<br />
128<br />
e potrei lasciarti?<br />
SeVeRO<br />
PAOLInA<br />
Oh! cruda!..<br />
addio ricevi, e parti.<br />
SeVeRO<br />
Ultimo!<br />
PAOLInA<br />
Sì.<br />
SeVeRO<br />
né spargere<br />
t’odo un sospir! no, mai,<br />
mai non mi amasti!..<br />
Un ultimo<br />
PAOLInA Con trasporto inconsiderato.<br />
e leggere<br />
mi puoi nell’alma? e sai<br />
qual rio contrasto?.. (Ahi misera!<br />
che parlo!..)<br />
SeVeRO<br />
Il vero intendo!..<br />
Tu m’ami ancora? Oh! Dimmelo...<br />
PAOLInA<br />
(Strazio di morte orrendo!)<br />
SeVeRO<br />
Mira, lo chieggo in lagrime...<br />
PAOLInA<br />
Ah! cessa...<br />
SeVeRO<br />
ed al tuo piè...<br />
<strong>Poliuto</strong> e Callistene traversano la scena in<br />
fondo.
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 129<br />
PAOLInA<br />
Quest’alma è troppo debole<br />
in così rio cimento!..<br />
Fuggi... nol sai che perdere<br />
mi puote un sol momento?<br />
Ah! D’un rimorso orribile<br />
non far ch’io sparga il pianto...<br />
lasciami, o crudo, gemere,<br />
ma di dolor soltanto...<br />
pura, innocente lasciami<br />
spirar lontan da te.<br />
SeVeRO<br />
no, vivi, esulta, o barbara,<br />
del tuo consorte a fianco...<br />
disperdi, oblia d’un misero<br />
il sovvenir pur anco...<br />
non io, non io dimentico<br />
sarò di te giammai:<br />
fin che gli resta un palpito<br />
in questo cor vivrai...<br />
sepolto, ignoto cenere<br />
avvamperò per te.<br />
Parte disperato, Paolina si ritira.<br />
ScenA III<br />
<strong>Poliuto</strong>.<br />
POLIUTO<br />
Veleno è l’aura ch’io respiro!.. È<br />
[fiamma<br />
il sangue mio!.. L’indegna<br />
qui l’invitò... non mente<br />
no, callistene... io stesso, io vidi!.. e<br />
[un brando,<br />
un pugnal non avea!..<br />
Ma trema, o coppia rea...<br />
morte ad entrambi!.. Ove trascorro?..<br />
[Il Giusto<br />
perdonava i nemici<br />
che fatto avean di lui sì crudo<br />
[scempio!..<br />
Imitarne io promisi il grande esempio!<br />
Ah! non posso... egli era un Dio,<br />
io son uom, son polve abbietta.<br />
Fu macchiato l’onor mio!..<br />
necessaria è la vendetta...<br />
spargerà di sangue un rivo<br />
la mia destra punitrice...<br />
sul codardo semivivo<br />
ferir vo’ la traditrice,<br />
e strapparle il cor dal petto,<br />
il perverso, infido cor...<br />
ah! L’amai d’immenso affetto!..<br />
Ora immenso è il mio furor!..<br />
ScenA IV<br />
Un cristiano, e detto.<br />
cRISTIAnO Nella massima agitazione.<br />
Signor?..<br />
POLIUTO<br />
cRISTIAnO<br />
POLIUTO<br />
ebben?..<br />
che vuoi?<br />
cRISTIAnO<br />
Di ceppi carco<br />
fu strascinato...<br />
nearco...<br />
POLIUTO<br />
Ahi! Dove?..<br />
Mi trema il cor!..<br />
cRISTIAnO<br />
al tempio.<br />
Di Giove<br />
Atto II<br />
129
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 130<br />
Atto II<br />
POLIUTO<br />
eterno Iddio...<br />
che sento!<br />
cRISTIAnO<br />
In gran periglio<br />
stanno i fratelli.<br />
Parte rapidamente.<br />
POLIUTO<br />
ed io!..<br />
Resta un momento assorto ne’ suoi pensieri,<br />
quindi si riscuote ad un tratto.<br />
cessa fatal consiglio<br />
dell’ira... il ciel mi schiude<br />
la via che tragge a sé!..<br />
M’infiamma una virtude<br />
che pria non era in me!..<br />
Sfolgorò divino raggio,<br />
da’ miei lumi è tolto un velo...<br />
voce santa come il cielo<br />
di perdono a me parlò!<br />
Obliato è già l’oltraggio,<br />
più vendetta il cor non chiede...<br />
Dio quest’anima mi diede,<br />
pura a Dio la renderò.<br />
Parte.<br />
ScenA V<br />
Tempio di Giove: nel mezzo gran simulacro<br />
del nume, innanzi al quale un’ara<br />
ardente.<br />
Callistene, Severo, Felice, Paolina, sacerdoti<br />
e popolo armeno.<br />
SAceRDOTI In tuono di fanatico zelo.<br />
celeste un’aura<br />
pel tempio move!<br />
Al sacrifizio<br />
presiede Giove,<br />
che il giusto premia,<br />
130<br />
e l’empio atterra,<br />
che può dai cardini<br />
scuoter la terra,<br />
le stelle innumeri<br />
strappare al ciel!<br />
POPOLO<br />
Ver noi propizio<br />
abbassa i lumi<br />
rettor del fulmine,<br />
primier de’ numi:<br />
tu dell’Armenia<br />
veglia su i fati,<br />
qual padre tenero<br />
su i figli amati;<br />
proteggi un popolo<br />
a te fedel.<br />
cALLISTene Gettando nuovi incensi<br />
sull’ara.<br />
La tua possanza colga gli audaci<br />
d’un falso nume stolti seguaci.<br />
SAceRDOTI<br />
Sia maledetto chi reca insulto<br />
del gran tonante al sacro culto.<br />
Muoia deserto, e fra tormenti,<br />
gli sia negata la tomba ancor.<br />
La polve iniqua sperdano i venti...<br />
di lui non resti che infamia e orror.<br />
cALLISTene<br />
Magistrati, guerrieri,<br />
popolo, è surto alfin delle celesti<br />
vendette il giorno! Io l’affrettai,<br />
[chiamando<br />
l’armi di Roma. Tribunal migliore,<br />
a difendere il tempio,<br />
non v’ha del tempio istesso.<br />
POPOLO<br />
È ver.
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 131<br />
Ad un cenno di Callistene si avanza<br />
[Nearco].<br />
ScenA VI<br />
Nearco fra le guardie, e detti.<br />
cALLISTene<br />
Quest’empio<br />
nemico è degli dei: securo avviso<br />
ebbi, che aggiunse, nella scorsa notte,<br />
uno a tanti seguaci<br />
del suo vietato culto.<br />
A Severo.<br />
Quel reo di morte, ch’ei discopra<br />
[imponi.<br />
SeVeRO<br />
L’accusa udisti?<br />
neARcO<br />
SAceRDOTI<br />
baldanza!<br />
e la confermo.<br />
PAOLInA<br />
(Il cor mi trema!..)<br />
SeVeRO<br />
Il neofita appella.<br />
neARcO<br />
Io?<br />
estrema<br />
SeVeRO<br />
Sì; lo ingiungo<br />
a nome di colui che tempra i fati<br />
dell’impero latino.<br />
neARcO<br />
ed io potrei<br />
tradire un mio fratello?<br />
Bruttar di tanto eccesso<br />
potrei quest’alma?.. Inorridisco! Il<br />
[sangue<br />
chiedimi, il sangue mio...<br />
l’anima no, che l’anima è di Dio!<br />
SeVeRO<br />
Ti può quel reo silenzio<br />
costar tremende pene!<br />
SAceRDOTI<br />
Omai favella.<br />
PAOLInA<br />
(Un brivido<br />
ricerca le mie vene!..)<br />
Un momento di pausa: Nearco persiste nel<br />
silenzio.<br />
SeVeRO<br />
entro il più nero carcere<br />
l’indegno strascinate,<br />
e fra tormenti orribili<br />
discopra il ver.<br />
Le guardie circondano Nearco, che muove<br />
intrepido per uscire.<br />
POLIUTO<br />
PAOLInA<br />
(Oh numi!..)<br />
ScenA VII<br />
<strong>Poliuto</strong>, e detti.<br />
Fermate.<br />
POLIUTO<br />
Quel neofito<br />
da voi richiesto...<br />
Atto II<br />
131
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 132<br />
Atto II<br />
GLI ALTRI Tranne Paolina e Nearco.<br />
ebben?<br />
POLIUTO<br />
Son io.<br />
cALLISTene e FeLIce<br />
Tu stesso!..<br />
SAceRDOTI<br />
SeVeRO<br />
egli!..<br />
PAOLInA<br />
Ah perfido!..<br />
Ho la morte in sen!..<br />
SeVeRO, cALLISTene, FeLIce,<br />
SAceRDOTI e POPOLO<br />
La sacrilega parola<br />
nel delubro ancor rimbomba,<br />
ed il giorno non s’invola?<br />
e la folgore non piomba?<br />
A <strong>Poliuto</strong>.<br />
Troncherà supplizio infame<br />
di tua vita il nero stame!<br />
Pena eterna fra gli estinti<br />
è serbata, iniquo, a te!<br />
PAOLInA<br />
(Qual preghiera omai disciolgo?<br />
Tutti irati son gli dei!..<br />
nazareno, a te mi volgo;<br />
s’egli è ver che nume sei,<br />
tu soccorri al mio consorte,<br />
tu lo scampa dalla morte...<br />
e gridar m’udrà la terra<br />
che altro Dio non v’ha per me.)<br />
132<br />
POLIUTO<br />
(Dell’iniqua, del protervo<br />
no, la vista io non sostengo!..<br />
Dio, proteggi l’umil servo...<br />
a morir per te qui vengo,<br />
ma gli affetti della terra<br />
sorgon feri a nuova guerra!..<br />
Questo ardor che il sen m’infiamma<br />
tutto ardor del ciel non è!)<br />
neARcO<br />
non compiango la tua sorte,<br />
ma l’invidio, la desìo.<br />
Sulla terra oltraggi e morte,<br />
gloria e vita in grembo a Dio!<br />
La tua lingua, ed il tuo core<br />
porgan laudi al creatore...<br />
già de’ martiri la palma<br />
s’apparecchia in ciel per te!<br />
SeVeRO<br />
Alla morte lo serbate.<br />
Le guardie si avanzano per impadronirsi<br />
di <strong>Poliuto</strong>.<br />
PAOLInA<br />
no, crudeli...<br />
SAceRDOTI<br />
cALLISTene<br />
S’obbedisca.<br />
e che pretendi?<br />
PAOLInA<br />
V’arrestate...<br />
padre, ah! Padre lo difendi.<br />
FeLIce<br />
egli è reo.
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 133<br />
PAOLInA A Callistene.<br />
Deh! Tu...<br />
Non potendo vincere la sua ripugnanza.<br />
non trovo<br />
la parola... forza ignota<br />
mi respinge!<br />
A Severo prostrandosi.<br />
Il duol ch’io provo...<br />
la mia smania il cor ti scuota...<br />
SeVeRO<br />
che!.. Gemente a’ piedi miei!..<br />
PAOLInA<br />
Qui morrò, se a me tu nieghi<br />
la sua vita...<br />
SeVeRO<br />
ed io potrei?..<br />
POLIUTO Prorompendo.<br />
Tu, per me, costui tu preghi!<br />
empia!<br />
PAOLInA<br />
POLIUTO<br />
PAOLInA<br />
Sposo!..<br />
Il fui.<br />
Qual detto!..<br />
POLIUTO<br />
Sciolgo, esecro il rio legame<br />
onde un giorno a te mi ha stretto<br />
questo Dio bugiardo, infame...<br />
Rovesciando l’ara.<br />
le tue colpe un Dio verace,<br />
scellerata, punirà!<br />
SAceRDOTI<br />
Alle fiere il reo, l’audace...<br />
Atto II<br />
PAOLInA Nell’estrema disperazione, e<br />
volendo gettarsi fra le braccia di <strong>Poliuto</strong>.<br />
Innocente io son...<br />
POLIUTO Respingendola.<br />
Tu?.. Va...<br />
morire in pace mi lascia omai...<br />
t’odio, ti sprezzo quanto t’amai...<br />
nel ciel, che m’apre un Dio<br />
[clemente,<br />
mi fia d’ogn’altra gioia maggior,<br />
l’esser diviso eternamente<br />
da te, macchiata d’impuro amor.<br />
PAOLInA Tratta di senno.<br />
no, gl’infelici non hanno un<br />
[Dio!..<br />
È sol mio fallo il destin mio!..<br />
Se alcun di voi pietà conosce,<br />
mi vibri un ferro in mezzo al cor...<br />
a me la vita fra tante angosce<br />
di cento morti sarìa peggior.<br />
SeVeRO<br />
(Sparger quel sangue m’è d’uopo<br />
[in breve...<br />
ella abborrirmi, fuggir mi deve!<br />
e ognor funesto, non cangia tempre<br />
il mio destino persecutor!..<br />
Me sventurato! Son io per sempre<br />
morto alla speme, morto all’amor!)<br />
SAceRDOTI<br />
Sia maledetto chi reca insulto<br />
del gran tonante al sacro culto.<br />
Muoia deserto, e fra tormenti,<br />
gli sia negata la tomba ancor.<br />
La polve iniqua sperdano i venti...<br />
di lui non resti che infamia e orror.<br />
133
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 134<br />
Atto III<br />
FeLIce<br />
Fra queste braccia ricovra o<br />
[figlia...<br />
a te rimane un padre ancor.<br />
neARcO<br />
Tu, quella mente gran Dio<br />
[consiglia,<br />
tu, di costanza arma quel cor.<br />
<strong>Poliuto</strong> e Nearco partono fra le guardie:<br />
intanto Felice tragge seco a viva forza la<br />
figlia.<br />
134<br />
Fine del 2 o atto.<br />
ATTO TeRZO<br />
Il martirio<br />
ScenA PRIMA<br />
Bosco sacro: muro in fondo che lo divide<br />
dalla città: da un lato parte del tempio di<br />
Giove.<br />
Odonsi da lontano confuse voci popolari.<br />
POPOLO<br />
Vieni, vieni... al circo andiamo...<br />
stringe il tempo!.. Su, corriamo...<br />
di tai mostri sgombro il mondo,<br />
vendicato il ciel sarà!..<br />
Oh! Spettacolo giocondo!..<br />
Sangue a rivi scorrerà!..<br />
ScenA II<br />
Giungono sacerdoti da parti diverse, quai<br />
persone chiamate ad un convegno indi,<br />
Callistene.<br />
SAceRDOTI<br />
ecco il sommo pontefice.<br />
cALLISTene<br />
S’avanza<br />
l’ora solenne del supplizio, ed una<br />
la vittima non fia!<br />
SAceRDOTI<br />
come?<br />
cALLISTene<br />
L’esempio<br />
di <strong>Poliuto</strong> altri seguir, cui morte<br />
pel nuovo Dio non atterrisce.<br />
SAceRDOTI<br />
Oh, stolti!
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 135<br />
cALLISTene<br />
Il suo dolore, e l’onta,<br />
nel domestico tetto,<br />
Felice asconde... ma la figlia corse<br />
del proconsole ai piè!<br />
SAceRDOTI<br />
Dubiti forse<br />
che il pianto femminil pietà ritrovi<br />
nell’alma di Severo?<br />
cALLISTene<br />
È debil sempre<br />
alma schiava d’amor. cauti nel volgo<br />
disseminarci fia prudenza, e viva<br />
tener la brama, che già ferve in esso<br />
dell’imminente strage, onde prorompa,<br />
se vien deluso, in tutto il suo tremendo<br />
furor. La plebe un’arme<br />
vana è per sé, ma quando<br />
la tratta il saggio, è formidabil brando!<br />
Alimento alla fiamma si porga,<br />
tal che incendio vorace ne sorga.<br />
Il poter degli altari che langue<br />
col terrore afforziamo e col sangue:<br />
ed agli occhi del mondo insensato<br />
l’util nostro, util sembri del ciel.<br />
SAceRDOTI<br />
Ben t’avvisi! All’intento bramato<br />
la vendetta de’ numi sia vel.<br />
Partono.<br />
ScenA III<br />
Prigione del circo.<br />
<strong>Poliuto</strong>, immerso nel sonno.<br />
POLIUTO<br />
Donna! Malvagio!..<br />
Si desta.<br />
Vision gradita!..<br />
Bella, e di sol vestita,<br />
qual puro incenso degli altari, al cielo<br />
salìa la sposa, e il ciel schiudeasi, e voce<br />
n’uscia soave: alla virtude onore!<br />
con subito fragore<br />
l’inferno spalancato<br />
predava intanto orribil mostro, ed era...<br />
callistene! Fu questo<br />
del Signore un avviso? ed innocente<br />
ella sarìa?.. chi giunge!<br />
ScenA IV<br />
Paolina e detto.<br />
PAOLInA<br />
La tua sposa infelice,<br />
ma non rea di spergiuro... ah! Son<br />
[contati<br />
gl’istanti!.. Odimi. È vero<br />
prima d’esser consorte, amai Severo,<br />
lo piansi estinto... dalla tomba uscito<br />
egli a me riede: usbergo<br />
ebbi virtù nel periglioso incontro...<br />
pugnai, ma vinsi.<br />
POLIUTO<br />
e fra’ paterni lari<br />
nol trasse un cenno tuo?<br />
PAOLInA<br />
che parli! Ah! D’onde<br />
sì rio sospetto?<br />
POLIUTO<br />
callistene...<br />
Atto III<br />
PAOLInA<br />
Or basti.<br />
Tal nome pronunciasti<br />
che ricorda ogni colpa!<br />
egli perder mi volle!.. Arcan<br />
[tremendo<br />
135
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 136<br />
Atto III<br />
svelarti è forza: d’esecrabil fiamma<br />
arde colui... per la tua sposa!<br />
POLIUTO<br />
Oh vile!<br />
creder poss’io tanta perfidia?..<br />
PAOLInA<br />
Il giuro...<br />
e qual nume tu vuoi del giuramento<br />
vindice al par, che testimone imploro.<br />
POLIUTO È nella più viva commozione:<br />
ricorre al suo pensiero quanto gli parve nel<br />
sogno, cade in ginocchio, ed inondato di<br />
lagrime, e non potendo formar parole, alza<br />
le mani al cielo come in rendimento di grazie,<br />
quindi sorge ed abbraccia Paolina.<br />
Questo pianto favelli!.. Or pago io<br />
[moro!<br />
PAOLInA<br />
Tu non morrai!<br />
POLIUTO<br />
che dici!..<br />
PAOLInA<br />
Le provocate, ultrici<br />
folgori, ancor sospende<br />
chi può. Riedi all’antico, al vilipeso<br />
culto de’ numi, e la tua vita è salva.<br />
POLIUTO<br />
Ma l’anima perduta!<br />
PAOLInA<br />
POLIUTO<br />
Taci...<br />
136<br />
O sposo mio...<br />
PAOLInA<br />
no...<br />
POLIUTO<br />
Vanne...<br />
PAOLInA<br />
A’ piedi tuoi son io...<br />
ah! Fuggi da morte orribil<br />
[cotanto...<br />
all’alma ti giunga l’acerbo mio<br />
[pianto...<br />
lo sparge la piena d’immenso<br />
[dolore...<br />
è pianto d’un core squarciato<br />
[per te.<br />
POLIUTO<br />
Lasciando la terra il giusto non<br />
[muore;<br />
nel cielo rinasce a vita migliore.<br />
Ma cessa... ma tergi l’amaro tuo<br />
[pianto...<br />
quel duolo soltanto è morte per me.<br />
PAOLInA<br />
T’arrendi.<br />
POLIUTO<br />
nol deggio...<br />
PAOLInA<br />
Pietà d’un affanno<br />
che m’apre l’avello...<br />
<strong>Poliuto</strong> cerca nascondere le sua commozione.<br />
non torcere il viso...<br />
mi dona i tuoi giorni, e tutti<br />
[saranno,<br />
in grembo all’amore, di gioia un<br />
[sorriso.
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 137<br />
POLIUTO<br />
È lampo fugace la gioia mortale,<br />
ma sede l’empiro d’eterna<br />
[esultanza.<br />
PAOLInA<br />
Pensasti agli orrori del punto fatale?<br />
POLIUTO<br />
Iddio con la fede ci dà la costanza.<br />
Paolina è vivamente colpita dallo zelo di<br />
<strong>Poliuto</strong>.<br />
PAOLInA<br />
coraggio inaudito! Un fulgido<br />
[lume<br />
sul ciglio mi striscia e l’ombre<br />
[dirada!..<br />
Spirarti que’ sensi non puote che<br />
[un nume!..<br />
Lo credo... lo adoro... al circo si<br />
[vada.<br />
POLIUTO<br />
che parli!.. Oseresti?..<br />
PAOLInA<br />
Sfidar la tua sorte.<br />
POLIUTO<br />
Un orrido gelo mi piomba sul<br />
[core!..<br />
A sposo che t’ama puoi chieder la<br />
[morte?<br />
PAOLInA<br />
Il giusto rinasce a vita migliore.<br />
POLIUTO<br />
La terra i suoi beni ancora<br />
[t’appresta.<br />
PAOLInA<br />
È sede l’empiro d’eterna esultanza.<br />
POLIUTO<br />
non temi lo strazio dell’ora<br />
[funesta?<br />
PAOLInA<br />
Iddio con la fede ci dà la costanza.<br />
POLIUTO<br />
Fia vero!.. La grazia nell’alma ti<br />
[scende!..<br />
La pone in ginocchio, ed alzando gli occhi<br />
al cielo, stende la destra sul capo di lei in<br />
atto solenne.<br />
La via di salute fu schiusa per te.<br />
La rialza, e cadono uno fra le braccia dell’altro.<br />
Insieme si muoia... un premio<br />
[ne attende<br />
là, dove possanza di tempo non è!<br />
A DUe Rapiti in estasi divina.<br />
Il suon dell’arpe angeliche<br />
intorno a me già sento!..<br />
La luce io veggo splendere<br />
di cento soli e cento!..<br />
Di me non ho che l’anima!..<br />
Già son del nume a’ piè!..<br />
eternamente vivere<br />
m’è dato in ciel con te!<br />
Atto III<br />
ScenA ULTIMA<br />
Si aprono le porte: vedesi l’anfiteatro<br />
rigurgitante d’immenso popolo. – Severo,<br />
Callistene, altri sacerdoti, ed alcune guardie<br />
entrano nella prigione.<br />
POPOLO<br />
Alle fiere chi oltraggia gli dei...<br />
sia punito l’orrendo misfatto...<br />
137
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 138<br />
Atto III<br />
SeVeRO A <strong>Poliuto</strong>.<br />
Fra la vita e la morte ancor sei.<br />
Scegli.<br />
POLIUTO<br />
Morte.<br />
SeVeRO Alle guardie.<br />
nel circo sia tratto.<br />
PAOLInA<br />
Io lo seguo: mertata ho la pena...<br />
del suo nume la fede abbracciai.<br />
SeVeRO, cALLISTene, SAceRDOTI<br />
Con immensa sorpresa.<br />
Tu!..<br />
PAOLInA<br />
SAceRDOTI<br />
Lo giuro.<br />
All’arena, all’arena...<br />
cALLISTene Mal frenando la sua gioia<br />
infernale.<br />
ella mora.<br />
SeVeRO<br />
no, crudi, giammai...<br />
cALLISTene<br />
A difender gli altari venisti,<br />
o le colpe?<br />
SeVeRO<br />
Un istante concedi!..<br />
A Paolina.<br />
Ah! Ti cangia... se ancora persisti<br />
guai!..<br />
138<br />
PAOLInA<br />
non cangio.<br />
cALLISTene<br />
Proconsole!..<br />
SeVeRO<br />
Oh! cedi...<br />
no, d’amor non favello gli accenti,<br />
non domando che vivi per me...<br />
tu sei figlia... del padre sovvienti...<br />
ah! Se muori, egli muore con te!..<br />
PAOLInA<br />
A pregar vado in cielo per lui.<br />
cALLISTene<br />
Più s’indugia?<br />
SeVeRO<br />
Tu dunque?..<br />
PAOLInA Accennando Callistene.<br />
costui<br />
aborrisco, ed esecro, detesto<br />
i suoi numi.<br />
cALLISTene<br />
empia donna!..<br />
SAceRDOTI<br />
POLIUTO<br />
O mia sposa!..<br />
SeVeRO<br />
che orror!..<br />
Qual giorno funesto!..<br />
SAceRDOTI<br />
né gettata alla belve fu ancor?<br />
Le guardie circondano Paolina e <strong>Poliuto</strong>.
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 139<br />
SeVeRO Nell’estrema disperazione.<br />
Giove crudel, famelico<br />
di sangue e di vendetta,<br />
ancor vi son colpevoli...<br />
punirli a te s’aspetta...<br />
la donna rea, sacrilega<br />
adoro più di te...<br />
se giusto sei, la folgore<br />
vibra dal ciel su me.<br />
PAOLInA, POLIUTO<br />
Il suon dell’arpe angeliche<br />
intorno a me già sento!..<br />
La luce io veggo splendere<br />
di cento soli e cento!..<br />
Di me non ho che l’anima!..<br />
Già son del nume a’ piè’!..<br />
eternamente vivere<br />
mi è dato in ciel con te!<br />
cALLISTene<br />
(Tu vero nume, ed unico,<br />
vendetta, sei per me!)<br />
POPOLO<br />
Con grida ferocissime.<br />
A morte, a morte, o perfidi...<br />
il vostro Dio dov’è?<br />
cRISTIAnI Che odonsi dalle prigioni<br />
contigue.<br />
Signore, a te sia gloria!<br />
Lieti moriam per te!<br />
cALLISTene Protendendo la mano in<br />
atto di maledizione verso <strong>Poliuto</strong> e<br />
Paolina, mentre son condotti al supplizio.<br />
Su voi, perversi, cada<br />
l’infamia!<br />
SeVeRO<br />
ed io vivrò?<br />
PAOLInA e POLIUTO<br />
A trionfar si vada!<br />
cALLISTene<br />
(Oh gioia!..)<br />
SeVeRO Snuda il brando per trucidarsi.<br />
Morte!<br />
GUARDIe Disarmandolo. Intanto si<br />
abbassa la tela.<br />
Ah!.. no...<br />
Fine.<br />
Atto III<br />
139
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 140<br />
140
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 141<br />
141
09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 142<br />
142
10. Bibliografia - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.56 Pagina 143<br />
Bibliografia<br />
Les martyrs, Venezia, Teatro La Fenice, 1978.<br />
John BLack, Cammarano’s Self-borrowings. The Libretto of <strong>Poliuto</strong>, «The<br />
<strong>Donizetti</strong> Society Journal», 4, 1980, pp. 89-103.<br />
WiLLiam aShBrook, La struttura drammatica nella produzione musicale di<br />
<strong>Donizetti</strong> dopo il 1838, in Atti del 1 o Convegno internazionale di studi<br />
donizettiani, Bergamo, azienda autonoma di turismo, 1983, pp. 721-<br />
736.<br />
<strong>Poliuto</strong>, roma, Teatro dell’opera, 1988.<br />
WiLLiam aShBrook, <strong>Poliuto</strong>: pietre miliari per un’opera ‘internazionale’<br />
sulla via per Parigi, in Contributi alla conoscenza delle opere <strong>Poliuto</strong>, Betly, il<br />
campanello, imelda de’ Lambertazzi, Bergamo, comune di Bergamo -<br />
Teatro <strong>Donizetti</strong>, 1993, pp. 7-11.<br />
micheLe GirarDi, <strong>Donizetti</strong> e il grand opéra: il caso de Les martyrs, in<br />
L’opera teatrale di Gaetano <strong>Donizetti</strong>. Atti del Convegno internazionale di studio,<br />
Bergamo, 17-20 settembre 1992, a cura di Francesco Bellotto, Bergamo,<br />
comune di Bergamo, 1993, pp. 135-145.<br />
roGer Parker, <strong>Poliuto</strong>: edizione critica di un’opera francese ‘avant la lettre’,<br />
in Contributi alla conoscenza delle opere <strong>Poliuto</strong>, Betly, il campanello, imelda<br />
de’ Lambertazzi, Bergamo, comune di Bergamo - Teatro <strong>Donizetti</strong>,<br />
1993, pp. 13-16.<br />
henry PLeaSanTS, The Great Tenor Tragedy: The Last Days of Adolphe<br />
Nourrit, as told (mostly) by himself, Portland (oregon), amadeus Press,<br />
1995.<br />
Les martyrs, reggio emilia, Teatro municipale Valli, 1997.<br />
143
10. Bibliografia - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.56 Pagina 144<br />
Bibliografia<br />
FrançoiS LeVy, Polyeucte, <strong>Poliuto</strong>, Les martyrs : mort et transfiguration<br />
d’une «tragédie parfaite», in <strong>Donizetti</strong>, Parigi e Vienna. Atti del Convegno internazionale,<br />
Roma, 19-20 marzo 1998, roma, accademia nazionale dei<br />
Lincei, 2000, pp. 103-130.<br />
John BLack, The Contract for Paris, «The <strong>Donizetti</strong> Society Journal», 7:<br />
<strong>Donizetti</strong> and France, a cura di alexander Weatherson e Fulvio Stefano Lo<br />
Presti, London-Bergamo, <strong>Donizetti</strong> Society - <strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong>,<br />
2002, pp. 11-22.<br />
GiancarLo LanDini, Nourrit e <strong>Donizetti</strong>, «The <strong>Donizetti</strong> Society<br />
Journal», 7: <strong>Donizetti</strong> and France, a cura di alexander Weatherson e Fulvio<br />
Stefano Lo Presti, London-Bergamo, <strong>Donizetti</strong> Society - <strong>Fondazione</strong><br />
<strong>Donizetti</strong>, 2002, pp. 571-677.<br />
mariaSiLViaTaTTi, L’immaginario risorgimentale in alcuni libretti di Salvatore<br />
Cammarano, in Dal libro al libretto. La letteratura per musica dal ’700 al ’900.<br />
Atti dell’Incontro di studi, Roma, 3-4 giugno 2003, a cura di mariasilvia<br />
Tatti, roma, Bulzoni, 2005, pp. 115-129.<br />
micheLe GirarDi, <strong>Poliuto</strong> o el fanatismo: «este tema agrada mucho más a<br />
<strong>Donizetti</strong>», in Temporada de la ópera, Bilbao, asociación bilbaína de amigos<br />
de la ópera, 2007, pp. 192-197.<br />
144
10. Bibliografia - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.56 Pagina 145<br />
145
10. Bibliografia - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.56 Pagina 146<br />
146
11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 147<br />
Discografia essenziale<br />
1960<br />
Interpreti principali: Corelli - Callas - Bastianini - Zaccaria<br />
Direttore: Antonino Votto<br />
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala di Milano<br />
Note: registrazione dal vivo (Teatro alla Scala, Milano)<br />
BJR 106 (LP); Foyer FO 1012 (LP); Replica 2442/4 (LP); CBS/Sony<br />
54DC 838-9 (CD); Arkadia 520-2 (CD); Melodram CDM 26006 (CD);<br />
Hunt CD 520.2 (CD); Emi 7243 5 65448 2 6 (CD); Verona 28003/4<br />
(CD)<br />
1977<br />
Interpreti principali: Lamberti - Maliponte - Bruson - Pagliuca<br />
Direttore: Francesco Molinari Pradelli<br />
Orchestra e Coro del Teatro S. Carlo di Napoli<br />
Note: registrazione dal vivo<br />
Voce 60 (LP); Celestial Audio CA 140 (CD)<br />
1978<br />
Interpreti principali: Garaventa - Gencer - Bruson<br />
Direttore: Gianluigi Gelmetti<br />
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice di Venezia<br />
Note: registrazione dal vivo<br />
Voce<br />
1986<br />
Interpreti principali: Carreras - Ricciarelli - Pons - Polgár<br />
Direttore: Oleg Caetani<br />
Chor der Wiener Singakademie<br />
Wiener Symphoniker<br />
Note: registrazione dal vivo (Konzerthaus, Wien)<br />
CBS 44821 (LP); CBS M2K 44821 (CD); Legato Classics LCD 129<br />
(CD); Sony Classical CSCR 8119-20 (CD)<br />
147
11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 148<br />
Discografia<br />
1988<br />
Interpreti principali: Martinucci - Connell - Bruson - Federici<br />
Direttore: Jan Latham-König<br />
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma<br />
Note: registrazione dal vivo (Teatro dell’Opera, Roma)<br />
Nuova Era 6776/77 (CD); Brilliant Classics 92462 (CD)<br />
1993<br />
Interpreti principali: Sempere - Mazzola Gavazzeni - Alaimo - Di<br />
Cesare<br />
Direttore: Gianandrea Gavazzeni<br />
Coro del Teatro <strong>Donizetti</strong> di Bergamo<br />
Orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”<br />
Note: registrazione dal vivo (Teatro <strong>Donizetti</strong>, Bergamo)<br />
Ricordi Fonit Cetra RFCD 2023 (CD)<br />
148
11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 149<br />
149
11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 150<br />
150
11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 151<br />
151
11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 152<br />
ORChESTRA DEL BERGAMO MUSICA FESTIVAL<br />
Violini primi: Pierantonio Cazzulani °, Mauro Rovetta **, Donatella Colombo,<br />
Bruno Tripoli, Esona Ceka, Agata Borgato, Cesare Zanetti, Filippo Palermo,<br />
Emanuele Breda, Klelia Cili<br />
Violini secondi: Luca Braga *, Alessia De Filippo **, Eugenio Ciavanni, Chiara<br />
Paruzzi, Anita Della Corte, Alberto Martinelli, Dario Cosenzi, Agnese Papetti<br />
Viole: Christian Serazzi *, Irina Balta **, Ianina Puscasu, Marco Lorenzi, Nicola<br />
Pietro Curioni, Nicola Sangaletti<br />
Violoncelli: Massimo Repellini *, Flavio Bombardieri **, Diego Palermo, Paolo<br />
Verzicco, Luca Pelliccioli<br />
Contrabbassi: Gianpiero Fanchini *, Andrea Sala **, Alan Cretti<br />
Flauti e ottavino: Gianni Biocotino *, Nadia Vecchi (anche ottavino)<br />
Oboi: Pietro Corna *, Matteo Martinelli<br />
Clarinetti: Giuseppe Bonandrini *, Fabio Ghidotti<br />
Fagotti: Annamaria Barbaglia *, Giovanni Magni<br />
Corni: Ezio Rovetta *, Massimiliano Crotta, Alessandro Mauri **, Aldo Spreafico<br />
Trombe: Aldo Epis *, Valerio Panzolato<br />
Tromboni: Francesco Mazzoleni *, Valerio Mazzucconi, Gianluca Tortora<br />
Basso tuba: Fabio Pagani<br />
Timpani: Simona Slaviero<br />
Percussioni: Simone Fortuna, Enrico Pelliccioli<br />
Arpa: Eva Perfetti<br />
° spalla<br />
* prima parte<br />
** concertino
11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 153<br />
CORO DEL BERGAMO MUSICA FESTIVAL<br />
Soprani: Vania Allegri, Daniela Bortolon, Claudia Ceruti, Eleonora Del Zano,<br />
Wilma Lazzarini, Mara Liepina, Sonia Lubrini, Patrizia Negrini, Patrizia<br />
Rottini, Marisa Intravaia, Giuseppina Carluccio<br />
Mezzosoprani: Alessandra Fratelli, Daniela Giazzon, Ilaria Magrini, Maria<br />
Michela Mollica, Lorena Avanzini, Chiara Campara, Claudia Peri, Cristina<br />
Vincenzi, Luisa Ferrari<br />
Tenori I: Giovanni Caccamo, Francesco Lodetti, Marco Gaspari, Gigi Gremizzi,<br />
Alessio Manno, Roberto Medaina, Daniele Mutti, David Santos, Donato<br />
Scorza, Francesco Cortinovis, Filiberto Ricciardi, Ezio Pirovano, Amerigo Iori<br />
Tenori II: Emilio Aldi, Luigi Barilone, Edoardo Cavalli, Damiano Cerutti,<br />
Daniele Olivieri, Alessandro Raimondi, Marco Tomasoni, Maurizio Saccani,<br />
Gian Maria Aliverta<br />
Bassi: Giuseppe Capoferri, Francesco Laino, Angelo Lodetti, Francesco<br />
Pozza, Rossano Duzioni, Arturo Diego Manto, Gabriele Sagona, PierMarco<br />
Vinas, Alessandro Nuccio, GianClaudio Zanchetta, Andrea Villa, Carlo<br />
Bonarelli
11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 154<br />
Direttore di scena: Elisabetta Acella<br />
Maestro suggeritore: Eliseo Castrignanò<br />
Maestri collaboratori: Samuele Pala (I Maestro di sala), Margherita Colombo<br />
Maestro alle luci: Marco Creti<br />
Maestro ai sovratitoli: Alberto Sonzogni<br />
Responsabile Attività Orchestra: Christian Serazzi<br />
Ispettore Orchestra: Stefano Bonassoli<br />
Assistente alla direzione artistica per il casting e Responsabile Coro: Fabio Tartari<br />
Macchinisti: Carlo Micheletti (capo macchinista),<br />
Marcello Cavagna, Marco Filetti, Bruno Traini<br />
Elettricisti: Renato Lecchi (capo elettricista), Alessandro Andreoli,<br />
Alberto Bonometti, Cristian Tasca<br />
Sarte: Debora Baudoni, Valentina Caspani, Cinzia Mascheroni<br />
Attrezzisti: Walter Magnoni, Alberto Mostosi<br />
Parrucchiere: hair Style di Giudici Adriana<br />
Truccatori: Raul Ivaldi, Laura Busetti<br />
Costumi: Nicolao Atelier, Venezia<br />
Calzature: Centro Telecinematograficoculturale, Milano<br />
Attrezzeria: Opera Scene Europa S.r.l., Morlugo (Rm) - E. Rancati, Roma<br />
Scene: Opera Scene Europa S.r.l., Morlugo (Rm)<br />
Grafico: Matteo Arena<br />
Collaboratore ufficio stampa: Joannes Tasca<br />
Segreteria amministrativa: Silvia Bonanomi, Stefano Togni<br />
Logistica eventi collaterali: Matteo Sartori
12. Pubblicazioni FD - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 18.00 Pagina 137<br />
Pubblicazioni della <strong>Fondazione</strong> donizetti<br />
saggi e monograFie<br />
girolamo calvi, Di Giovanni Simone Mayr, a cura di Pierangelo Pelucchi,<br />
bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2000.<br />
Attorno al palcoscenico. La musica a Trieste fra Sette e Ottocento e l’inaugurazione del<br />
Teatro Nuovo (1801), a cura di maria girardi e Paolo da col, bologna-bergamo,<br />
arnaldo Forni editore - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2001.<br />
Il Teatro di <strong>Donizetti</strong>. Atti dei convegni delle celebrazioni 1797/1997-1848/1998, i:<br />
La vocalità e i cantanti, a cura di Francesco bellotto e Paolo Fabbri, bergamo,<br />
<strong>Fondazione</strong> donizetti, 2001.<br />
Il Teatro di <strong>Donizetti</strong>. Atti dei convegni delle celebrazioni 1797/1997-1848/1998, ii:<br />
Percorsi e proposte di ricerca, a cura di Paolo cecchi e luca zoppelli, bergamo,<br />
<strong>Fondazione</strong> donizetti, 2004.<br />
Alfredo Piatti. Studi e documenti, a cura di virgilio bernardoni, bergamo,<br />
<strong>Fondazione</strong> donizetti, 2004.<br />
Il Teatro di <strong>Donizetti</strong>. Atti dei convegni delle celebrazioni 1797/1997-1848/1998,<br />
iii: Voglio amore, e amor violento. Studi di drammaturgia, a cura di livio aragona e<br />
Federico Fornoni, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2006.<br />
le Fonti donizettiane<br />
<strong>Donizetti</strong> a Casa Ricordi. Gli autografi teatrali, a cura di alessandra campana,<br />
emanuele senici e mary ann smart, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, 1998.<br />
Caro Aniello. I carteggi donizettiani del Fondo Moscarino (1836-1847), a cura di<br />
carlo moscarino, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2008.<br />
ePistolari<br />
Il carteggio Mayr, i: 1782-1804, a cura di Paolo Fabbri, bergamo, <strong>Fondazione</strong><br />
donizetti, 2008.
12. Pubblicazioni FD - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 18.00 Pagina 138<br />
quaderni della <strong>Fondazione</strong> donizetti<br />
(a cura di livio aragona e Federico Fornoni)<br />
Roberto Devereux, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 1), 2006.<br />
Lucia di Lammermoor, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 2), 2006.<br />
Anna Bolena, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 3), 2006.<br />
La Voix humaine, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 4), 2006.<br />
Cavalleria rusticana, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 5), 2006.<br />
L’elisir d’amore, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 6), 2007.<br />
Don Gregorio, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 7), 2007.<br />
Histoire du soldat - Brundibár, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 8), 2007.<br />
Lucrezia Borgia, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 9), 2007.<br />
La bohème, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 10), 2007.<br />
La Favorite, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 11), 2008.<br />
I puritani, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 12), 2008.<br />
Marino Faliero, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 13), 2008.<br />
Parigi 1835, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 14), 2008.<br />
Carmen, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 15), 2008.<br />
Linda di Chamounix, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 16), 2009.<br />
La traviata, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 17), 2009.<br />
L’elisir d’amore, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 18), 2009.<br />
Il barbiere di Siviglia, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 19), 2009.<br />
La figlia del reggimento, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 20), 2009.
12. Pubblicazioni FD - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 18.00 Pagina 139<br />
coedizioni<br />
«the donizetti society Journal», 7: <strong>Donizetti</strong> and France, a cura di alexander<br />
Weatherson e Fulvio stefano lo Presti, london-bergamo, donizetti society -<br />
<strong>Fondazione</strong> donizetti, 2002.<br />
Mayr a S. Maria Maggiore, 1802-2002. Atti del Convegno di Studi per il Bicentenario<br />
della nomina di Giovanni Simone Mayr a Maestro della Cappella in Bergamo, a cura<br />
di livio aragona, Francesco bellotto e marcello eynard, bergamo, civica<br />
biblioteca e archivi storici “angelo mai” - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2004.<br />
luigi Pilon, Il Teatro Sociale di Bergamo. Vita e opere, a cura di maria chiara<br />
bertieri, cinisello balsamo - bergamo, silvana editoriale - <strong>Fondazione</strong><br />
donizetti, 2009.<br />
Il Teatro Sociale di Bergamo. Il restauro, a cura di Federico Fornoni, cinisello<br />
balsamo - bergamo, silvana editoriale - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2009.<br />
le musiche<br />
gaetano donizetti, Pietro il Grande Kzar delle Russie, edizione critica a cura<br />
di maria chiara bertieri, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2007.<br />
gaetano donizetti, Don Gregorio, ricostruzione e revisione sui materiali<br />
autografi a cura di maria chiara bertieri, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, edizione<br />
per l’esecuzione.<br />
gaetano donizetti, Marino Faliero, revisione sui materiali autografi a cura di<br />
maria chiara bertieri, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, edizione per l’esecuzione.<br />
gaetano donizetti, Parisina, revisione sull’autografo a cura di maria chiara<br />
bertieri, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, edizione per l’esecuzione.<br />
giovanni simone mayr, Che originali, revisione a cura di maria chiara<br />
bertieri, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, edizione per l’esecuzione.<br />
edizione critica delle oPere di gaetano donizetti<br />
(edizione nazionale delle opere di gaetano donizetti)<br />
Maria Stuarda, edizione critica a cura di anders Wiklund, milano-bergamo,<br />
ricordi-comune di bergamo, 1991.
12. Pubblicazioni FD - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 18.00 Pagina 140<br />
Il campanello, edizione critica a cura di ilaria narici, milano-bergamo, ricordi -<br />
comune di bergamo, 1994.<br />
La Favorite, edizione critica a cura di rebecca harris-Warrick, milanobergamo,<br />
ricordi - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 1997.<br />
<strong>Poliuto</strong>, edizione critica a cura di William ashbrook e roger Parker, milanobergamo,<br />
ricordi - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2000.<br />
Le convenienze ed inconvenienze teatrali, edizione critica a cura di roger Parker e<br />
anders Wiklund, milano-bergamo, ricordi - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2002.<br />
Dom Sébastien, edizione critica a cura di mary ann smart, milano-bergamo,<br />
ricordi - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2003.<br />
Linda di Chamounix, edizione critica a cura di gabriele dotto, milanobergamo,<br />
ricordi - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2006.<br />
Pia de’ Tolomei, edizione critica a cura di giorgio Pagannone, milano-bergamo,<br />
ricordi - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2007.<br />
Deux hommes et une femme, edizione critica a cura di Paolo a. rossini con la collaborazione<br />
di Francesco bellotto, milano-bergamo, ricordi - <strong>Fondazione</strong><br />
donizetti, 2008.