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QF21 - Poliuto - Fondazione Donizetti

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01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 1<br />

Quaderni della <strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong> 21<br />

«D’esitar non è più tempo»<br />

Sulle tracce del silente protagonista<br />

Stagione lirica e di balletto 2010


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Franco Tentorio<br />

Sindaco della Città di Bergamo<br />

Claudia Sartirani<br />

Assessore alla Cultura<br />

Francesco Bellotto<br />

Direttore artistico<br />

TeaTro DonizeTTi<br />

Giovanni Cappelluzzo<br />

Dirigente Servizi Culturali e Ricreativi<br />

Massimo Boffelli<br />

Responsabile Divisione Teatro <strong>Donizetti</strong><br />

Rosanna Zanini<br />

Direttore di produzione<br />

Barbara Crotti, Silvana Martinelli, Dilva Rossi<br />

Segreteria organizzativa<br />

FonDazione DonizeTTi<br />

Paolo Fabbri<br />

Direttore scientifico<br />

Livio Aragona, Federico Fornoni<br />

Responsabili Ricerca, Didattica ed Editoria<br />

Caterina Pusineri<br />

Segreteria<br />

Raffaella Valsecchi<br />

Ufficio stampa


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Collaborano con il Bergamo Musica Festival 2010:<br />

accaDemia Del TeaTro alla Scala Di milano<br />

aSSociazione Pignolo in<br />

azienDa TeaTro Del giglio Di lucca<br />

BiBlioTeca ciro caverSazzi<br />

camera Di commercio Di Bergamo<br />

caSa ricorDi<br />

civica BiBlioTeca angelo mai<br />

civica BiBlioTeca anTonio TiraBoSchi<br />

DonizeTTi SocieTy Di lonDra<br />

eDizione nazionale Delle oPere Di gaeTano DonizeTTi<br />

enTe concerTi marialiSa De caroliS Di SaSSari<br />

FeSTival organiSTico inTernazionale ciTTà Di Bergamo<br />

FonDazione cariPlo - ProgeTTo ‘verSo DonizeTTi:<br />

una conoScenza muSicale’<br />

FonDazione TeaTro coccia Di novara<br />

iSTiTuTo SuPeriore Di STuDi muSicali gaeTano DonizeTTi<br />

laBoraTorio 80<br />

mia – FonDazione Della congregazione Della miSericorDia<br />

maggiore<br />

regione lomBarDia - ProgeTTo ‘PaSSeggiaTe DonizeTTiane:<br />

la ciTTà Del comPoSiTore’<br />

SiSTema BiBlioTecario Provinciale<br />

SiSTema BiBlioTecario urBano<br />

TeaTro granDe Di BreScia<br />

univerSiTà Degli STuDi Di Bergamo<br />

univerSiTà Degli STuDi Di Ferrara<br />

univerSiTà Degli STuDi Di milano<br />

Si ringraziano:<br />

aSSociazione commercianTi Bergamo vive<br />

TuriSmo Bergamo


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Si inaugura la nuova stagione lirica del Teatro <strong>Donizetti</strong>. che saluta i<br />

primi cinque anni del Bergamo musica Festival gaetano <strong>Donizetti</strong>.<br />

Festival che ha aiutato Bergamo ad accreditarsi come una delle maggiori<br />

‘città della musica’ in italia.<br />

Quest’anno il Festival apre nel segno di una continuità con un percorso<br />

che non ha appunto mancato di dare soddisfazioni al Teatro, e in<br />

termini di numeri, e in termini di apprezzamento per la qualità del prodotto,<br />

alla cui relizzazione ha concorso il massimo impegno profuso dalla<br />

<strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong> e da tutti i professionisti coinvolti. cosa che ho<br />

potuto constatare direttamente, sia nella passata stagione bergamasca che<br />

nella fortunatissima tournée giapponese, durante la quale tremila entusiasti<br />

spettatori ogni sera hanno applaudito i nostri artisti al Bunka Kaikan<br />

di Tokyo. e tuttavia poiché puntiamo a fare ancora meglio, sono certa<br />

che altri progressi, sia in termini artistici che manageriali, verranno grazie<br />

anche ad un nuovo consiglio di amministrazione, di ottimo livello,<br />

che non mancherà di proporre con spirito costruttivo migliorie e innovazioni.<br />

ad esempio, la stagione delle co-produzioni già quest’anno entra<br />

in una fase nuova, che dovrà essere percorsa fino in fondo. Sotto alcuni<br />

aspetti, la lirica è un po’ come il calcio nel nostro Paese. ispira da sempre<br />

vivacissime discussioni, segno dell’amore per questa espressione artistica.<br />

Bergamo non fa eccezione. e alla lirica oggi questo stimolo fa bene<br />

più che mai; servono l’attenzione e l’apporto concreto di tutti, istituzioni,<br />

sponsor, artisti, amanti e appassionati, poiché, non nascondiamolo, è<br />

un momento cruciale per le difficoltà economiche imposte alla cultura.<br />

e tuttavia c’è qualcosa che ci fa ben sperare: i contributi erogati sono<br />

subordinati all’importanza culturale della produzione, alla regolarità<br />

gestionale, all’affluenza del pubblico. una valutazione di merito, quindi.<br />

e sapendo che in queste tre caratteristiche l’attività della <strong>Fondazione</strong> e<br />

del Teatro si rispecchia perfettamente, pur nella preoccupazione per le<br />

oggettive difficoltà, mi permetto un cauto ottimismo per Bergamo e la<br />

sua produzione lirica. Del resto per carattere e formazione culturale,<br />

come tanti bergamaschi, sono convinta che la cosa più importante sia<br />

lavorare bene e con serietà, utilizzando al massimo le proprie capacità e<br />

le proprie risorse; queste le condizioni che permettono di essere credibili,<br />

dal pubblico e dalle istituzioni. e all’appassionato e competente


01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 6<br />

pubblico bergamasco chiedo un’adesione alla stagione; non incondizionata,<br />

anche critica. Però chiedo di far giungere a tutti a chiare lettere il<br />

segnale che la lirica è importante, seguita e amata nella città natale di<br />

gaetano <strong>Donizetti</strong>.<br />

claudia Sartirani<br />

assessore alla cultura e Spettacolo


01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 7<br />

il Bergamo musica Festival gaetano <strong>Donizetti</strong> giunge quest’anno alla<br />

quinta edizione. cinque titoli lirici e un balletto costituiscono – come<br />

consuetudine – la struttura portante della manifestazione. i tre spettacoli<br />

monograficamente riferiti alla letteratura donizettiana vedono il teatro<br />

di Bergamo come capofila; gli altri tre spettacoli, capolavori del grande<br />

repertorio musicale, nasceranno nei teatri di lucca e novara.<br />

la programmazione 2010 prende a spunto un passo del libretto di<br />

Don Pasquale: «D’esitar non è più tempo: dite di sì». il rapporto con il<br />

Tempo, intendendo il termine in molteplici sfumature di significato, è<br />

argomento che permette affascinanti affondi nella letteratura teatrale.<br />

il Tempo può indicare la rotta d’un viaggio, innanzitutto: un calendario<br />

percorso in avanti o all’indietro è risorsa antichissima e di grande<br />

pregnanza spettacolare. in <strong>Poliuto</strong> il tracciato immaginato da corneille,<br />

<strong>Donizetti</strong> e cammarano conduce all’armenia dell’anno 257 d.c., un<br />

altrove crono-geografico remotissimo. ma è proprio grazie a tale lontananza<br />

se possiamo ritrovare la potenza degli elementi fondanti delle<br />

società occidentali moderne: l’adozione d’una nuova etica anche attraverso<br />

il percorso del martirio; il riconoscimento di idealità superiori e<br />

universali; i patti di lealtà e fedeltà che trasformano i singoli in comunità<br />

solidali. Professionisti di grande fama saranno protagonisti di questo<br />

nuovo allestimento: il tenore gregory Kunde, che debutta il ruolo eponimo;<br />

il soprano Paoletta marrocu per la prima volta sul nostro palcoscenico.<br />

Simone Del Savio e andrea Papi tornano a Bergamo dopo fortunate<br />

produzioni degli anni passati. al podio marcello rota, direttore<br />

che gli appassionati ricordano per una memorabile edizione di Roberto<br />

Devereux nel 2006. lo spettacolo avrà la regia di marco Spada, mentre le<br />

scene e i costumi sono di alessandro ciammarughi, accoppiata che ha<br />

presentato due anni fa un vivido e suggestivo Marino Faliero.<br />

con maggior concretezza, lo scorrere del Tempo nella letteratura<br />

comica permette la realizzazione di trame dal meccanismo inesorabile.<br />

l’orologio di Amor ingegnoso, rarissima ed elegante farsa veneziana di<br />

giovanni Simone mayr, invece di scorrere linearmente racconta il paradosso<br />

apparente d’una persona creduta morta e improvvisamente tornata<br />

dal passato. Il campanello (che presentiamo per la prima volta nel nostro<br />

teatro con i dialoghi recitati) è invece un congegno esplosivo con una<br />

miccia che brucia per tutto l’arco drammatico, fino al botto finale: il per-


01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 8<br />

fido enrico ruba ogni minuto della prima notte di nozze al farmacista<br />

Don annibale per impedirgli di dormire accanto alla novella sposa. la<br />

produzione è affidata a giovani cantanti di spiccato talento comico: fra<br />

loro citiamo almeno il basso napoletano Filippo morace che ritorna<br />

dopo aver vestito i panni di Dulcamara l’anno scorso, livio Scarpellini,<br />

maurizio magnini e Stefania Ferrari, che abbiamo apprezzato nel 2008<br />

in Una piccola Cenerentola. la regia è affidata all’umorismo teatrale di<br />

enrico Beruschi, mentre la scenografia e i costumi saranno firmati da<br />

angelo Sala e realizzati dall’accademia del Teatro alla Scala di milano.<br />

la farsa di mayr verrà distribuita anche nell’ambito del progetto la<br />

scuola all’opera.<br />

in Don Pasquale il Tempo – inteso come età – potrebbe essere considerato<br />

addirittura il silente protagonista dell’opera. <strong>Donizetti</strong> vi inscena<br />

la più tenera delle debolezze umane: chi è che col trascorrere degli<br />

anni non ha mai immaginato di far camminare le lancette al contrario?<br />

c’è chi ricorre al chirurgo plastico e al botox, chi s’impianta parrucchini,<br />

chi intreccia spericolate liaisons con amanti più giovani di molti<br />

decenni, chi compra sgargianti tutine da ciclista o da jogging correndo<br />

giocondamente verso un coccolone. Battaglia, quella contro il Tempo,<br />

ovviamente impossibile da vincere: ma Don Pasquale affronta tragicomicamente<br />

il proprio destino fino in fondo, più o meno come farà quasi<br />

mezzo secolo dopo Sir John Falstaff nell’intonazione verdiana. lo spettacolo<br />

è stato progettato con lo scenografo massimo checchetto e il<br />

costumista carlos Tieppo del Teatro la Fenice di venezia, e inscenerà<br />

appunto il dissidio fra il Tempo antico di Don Pasquale e il Tempo<br />

moderno di norina. la compagnia propone alcuni solisti già noti al<br />

nostro pubblico – Paolo Bordogna, linda campanella, roberto iuliano,<br />

ivan magrì – assieme ad alcuni nomi nuovi: ricordiamo fra loro almeno<br />

christian Senn ed eugenio leggiadri gallani. Direttore d’orchestra sarà<br />

Stefano montanari, artista che ha ottenuto un grande successo personale<br />

l’anno scorso in Elisir e che dalla critica internazionale è stato giudicato<br />

come autentica rivelazione della tournée del Teatro <strong>Donizetti</strong> in<br />

giappone.<br />

Rigoletto, Don Giovanni e Lago dei cigni verranno proposti con allestimenti<br />

di carattere storicistico. ivan Stefanutti riprogetta una mantova


01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 9<br />

cinquecentesca attraverso allusioni scenografiche e costumi di derivazione<br />

rinascimentale. lo scenografo Dvorák utilizza la rotonda del Palladio<br />

– evidente citazione dal film di losey – per ospitare la complessità<br />

barocca dei rapporti fra i personaggi del Don Giovanni. Il lago dei cigni<br />

ripropone, attraverso la compagnia la classique, celeberrime coreografie<br />

della grande tradizione russa ottocentesca.<br />

Proiezioni cinematografiche, letture, conferenze, presentazioni di<br />

libri ed edizioni, il Premio <strong>Donizetti</strong> e numerosi concerti animeranno<br />

come di consueto i luoghi donizettiani della città fra settembre e dicembre.<br />

Francesco Bellotto<br />

Direttore artistico<br />

Bergamo musica Festival gaetano <strong>Donizetti</strong>


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01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 11<br />

POLIUTO<br />

tragedia lirica in tre atti<br />

Libretto di<br />

Salvadore cammarano<br />

Musica di<br />

gaetano <strong>Donizetti</strong>


01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 12<br />

A cura di<br />

livio aragona e Federico Fornoni<br />

Comitato editoriale<br />

livio aragona, maria chiara Bertieri, Federico Fornoni<br />

Realizzazione grafica di copertina<br />

matteo arena<br />

Si ringraziano per la gentile collaborazione<br />

Stefania casini e cristina longhi, civico museo archeologico di Bergamo<br />

vittorio castagnoli<br />

Johan eeckeloo, Bibliothèque du conservatoire royal de Bruxelles<br />

Fulvio Stefano lo Presti, <strong>Donizetti</strong> Society, london<br />

Piera ravasio<br />

Copertina e illustrazioni del volume<br />

Bergamo romana, galleria fotografica di gianfranco rota, Photo Studio uv<br />

reperti del civico museo archeologico di Bergamo<br />

Quaderni della <strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong> 21<br />

2010 © <strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong><br />

www.donizetti.org<br />

Stampato da maggioni lino Srl – ranica (Bg)<br />

iSBn<br />

978-88-89346-34-1


01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 13<br />

la locandina<br />

inDice<br />

Paolo FaBBri<br />

«Spunta il sol de’ giorni santi»: una missione per l’opera seria<br />

FeDerico Fornoni<br />

Tempo interiore del personaggio donizettiano: il caso di <strong>Poliuto</strong><br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

a cura di FeDerico Fornoni<br />

<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo:<br />

«Ogni fibra nel sen così ci ha scossa [...]»<br />

a cura di Piera ravaSio<br />

marco SPaDa<br />

<strong>Poliuto</strong>: una tragedia della volontà<br />

Note di regia<br />

Struttura e argomento dell’opera<br />

il libretto della prima<br />

Bibliografia<br />

Discografia essenziale<br />

15<br />

17<br />

35<br />

47<br />

81<br />

103<br />

111<br />

115<br />

143<br />

147


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01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 15<br />

BERGAMO MUSICA FESTIVAL GAETANO DONIZETTI<br />

Teatro <strong>Donizetti</strong><br />

17 settembre ore 20.30 - 19 settembre ore 15.30<br />

POLIUTO<br />

Tragedia lirica in tre atti di Salvadore cammarano<br />

musica di gaetano <strong>Donizetti</strong><br />

edizione critica a cura di William ashbrook e roger Parker<br />

casa ricordi - <strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong><br />

edizione nazionale delle opere di gaetano <strong>Donizetti</strong><br />

Personaggi<br />

<strong>Poliuto</strong><br />

Paolina<br />

Severo<br />

callistene<br />

nearco<br />

Felice<br />

Direttore d’orchestra Marcello Rota<br />

regia Marco Spada<br />

Scene e costumi Alessandro Ciammarughi<br />

Disegno luci Fabio Rossi<br />

maestro del coro Fabio Tartari<br />

Interpreti<br />

Gregory Kunde<br />

Paoletta Marrocu<br />

Simone Del Savio<br />

Andrea Papi<br />

Massimiliano Chiarolla<br />

Dionigi D’Ostuni<br />

Orchestra e Coro del<br />

Bergamo Musica Festival Gaetano <strong>Donizetti</strong><br />

Nuovo allestimento del<br />

Bergamo Musica Festival Gaetano <strong>Donizetti</strong><br />

in coproduzione con<br />

Ente Concerti Marialisa De Carolis di Sassari


01. <strong>Poliuto</strong> preliminari:Layout 2 02/09/2010 17.17 Pagina 16<br />

ritratto di gaetano <strong>Donizetti</strong>.<br />

<strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong>, Bergamo.


02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 17<br />

Paolo Fabbri<br />

«Spunta il sol de’ giorni santi»:<br />

una missione per l’opera seria<br />

Dopo una fortunata carriera italiana (che l’aveva visto, tra l’altro, primo<br />

Ugo in Parisina [1833] e primo Edgardo in Lucia di Lammermoor [1835]),<br />

il tenore Gilbert-louis Duprez debuttava nel 1837 all’opéra di Parigi in<br />

Guillaume Tell di rossini, entusiasmando con uno stile energico e stentoreo<br />

fatto di dinamismo scenico, linea di canto tesa ed elettrizzante,<br />

acuti presi a voce piena (‘di petto’) e non più in falsettone. Quel tipo<br />

d’interpretazione, più rispondente alle nuove esigenze espressive, aveva di<br />

colpo appannato la stella di adolphe Nourrit (1802-1839), primo tenore<br />

dell’opéra, fin lì beniamino del pubblico e osannato creatore di ruoli<br />

come Masaniello (La muette de Portici di auber, 1828), appunto arnold<br />

(Guillaume Tell, 1829), robert (Robert le diable di Meyerbeer, 1831),<br />

Eléazar (La juive di Halévy, 1835), raoul (Les Huguenots di Meyerbeer,<br />

1836).<br />

Per tornare sulla breccia, Nourrit pensò di trasferirsi a sua volta in<br />

italia: sia per proporsi ai teatri della Penisola, sia per impratichirsi del<br />

nuovo stile di canto italiano che sembrava aver fatto la fortuna del rivale<br />

Duprez. lasciata la famiglia a Parigi, arrivato a Venezia il 22 gennaio<br />

1838 ebbe modo d’incrociarvi <strong>Donizetti</strong> che lì stava preparando Maria<br />

de Rudenz (andrà in scena alla Fenice il 30 del mese). il compositore era<br />

certo l’operista più in auge del momento, ma a colpire Nourrit dovette<br />

essere anche la sua esperienza in materia di vocalità. in breve, decise che<br />

sarebbe stato <strong>Donizetti</strong> a insegnargli lo stile vocale «pour me faire chanteur<br />

italien [per trasformarmi in cantante italiano]», come scriveva alla<br />

moglie il 6 marzo: e, chissà, magari avrebbe anche ottenuto di farsi scrivere<br />

un’opera nuova a misura della propria voce, per il suo debutto in<br />

italia.<br />

Dopo le recite d’obbligo (Maria de Rudenz fu un fiasco), il 3 febbraio<br />

<strong>Donizetti</strong> lasciò Venezia per rientrare a Napoli, dove per il 30 maggio<br />

era prevista una sua opera nuova al S. Carlo. Di lì a poco lo seguiva<br />

17


02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 18<br />

Fabbri<br />

Nourrit. <strong>Donizetti</strong> arrivò a Napoli il 23 febbraio, Nourrit il 3 marzo,<br />

giusto in coincidenza col suo trentaseiesimo compleanno (un segno di<br />

buon auspicio, gli parve): due giorni dopo si presentava al compositore<br />

per la sua prima lezione.<br />

Nelle settimane successive la scommessa di Nourrit si rivelò azzeccata:<br />

le lezioni proseguivano con soddisfazione, a fine aprile veniva scritturato<br />

al S. Carlo per l’autunno, e il suo debutto sarebbe avvenuto proprio<br />

con la nuova opera di <strong>Donizetti</strong>, nel frattempo slittata. Non solo.<br />

Nourrit ne aveva anche suggerito l’argomento al compositore, subito<br />

conquistato da quel soggetto «qui lui a déjà monté la tête [di cui è già<br />

entusiasta]», come Nourrit riferiva al cognato il 25 aprile: il 15 maggio<br />

ne parlerà alla moglie come della «notre opéra [nostra opera]».<br />

l’idea era di ricavare un libretto dalla tragedia di Pierre Corneille<br />

Polyeucte martyr, recitata a Parigi nella stagione 1641-1642 e stampata nel<br />

1643. Elaborando quanto si poteva leggere nella ristampa ampliata del<br />

De probatis sanctorum historiis di lorenzo Surio (nell’edizione postuma del<br />

1582, curata dal confratello Mosander), Corneille aveva steso una «tragédie<br />

chrétienne [tragedia cristiana]» nei cui personaggi s’incarnavano i<br />

dibattiti coevi sui concetti di grazia e di libero arbitrio. rispetto alla passività<br />

della predestinazione protestante, la determinazione al martirio di<br />

san <strong>Poliuto</strong> bene esemplificava la posizione cattolica, e quella gesuitica in<br />

particolare teorizzata da luis Molina nel trattato Concordia liberi arbitrii<br />

cum gratiæ donis (1588).<br />

Era un progetto che Nourrit aveva accarezzato fin da quando era<br />

partito da Parigi. il tenore francese non aveva una buona opinione dei<br />

drammi in voga sui palcoscenici italiani, e la freschissima Maria de<br />

Rudenz non gli aveva certo fatto cambiare idea. a dominare, nei teatri<br />

della Penisola, era un’infatuazione generale per «tout ce qui vient de<br />

France [tutto ciò che viene dalla Francia]», importato «les yeux fermés<br />

[ad occhi chiusi]» pescando a piene mani dai cartelloni dei teatri popolari<br />

dei boulevards (lettera alla moglie, 31 gennaio). Colto e letterato<br />

com’era, Nourrit non amava quelle produzioni romanzesche e ad effetto,<br />

con vicende a forti tinte e di condotta grossolana. il suo ideale sarebbero<br />

stati piuttosto «des opéras dont l’action serait plus raisonnable et<br />

mieux réglée [opere dall’azione più ragionevole e meglio osservante<br />

delle regole]». Una tragedia del grand siècle come quella di Corneille gli<br />

18


02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 19<br />

«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />

doveva sembrare perfetta. Era il teatro accademico della Comédie<br />

Française che si ergeva idealmente contro gli spettacoli delle sale popolari<br />

del Gymnase o della Porte-Saint-Martin, e la vicenda di redenzione<br />

portata in scena in Polyeucte martyr finiva per riguardare sia i suoi protagonisti,<br />

sia il genere stesso dell’opera italiana, drammaturgicamente<br />

tanto traviata.<br />

in questa fase della vita di Nourrit, una tale crociata culturale si<br />

sommava però anche a un’intensa, personale reviviscenza di devozione<br />

che lo aveva portato a riavvicinarsi alla Chiesa, e a volerne condividere<br />

i riti: una vera e propria riconversione, le cui tracce sono largamente<br />

visibili nel suo carteggio. alla moglie che, da Parigi, lo informava della<br />

prima comunione dei loro figli, e di quanto le fossero stati di conforto<br />

i colloqui spirituali con l’abate D…, il 23-24 aprile 1838 il tenore<br />

replicava da Napoli con una lunga lettera traboccante di esaltazione<br />

religiosa:<br />

Hier dimanche, poussé par un mouvement de conviction profonde, je suis<br />

entré dans une église pour y entendre la messe avec recuiellement. Je<br />

n’avais pas de livre de messe, et je priai le vieux capitaine qui me loue mon<br />

logement de m’en prêter un. le hasard, ou plutôt cette volonté qui règle<br />

toute chose m’a fait tomber sur un livre excellent, une explication en italien<br />

de tous les symboles de la messe, avec une prière adaptée à chacun des<br />

mystères de la Passion de Jésus-Christ, dont le sacrifice chrétien est toute<br />

l’histoire. J’étais vraiment ému en suivant l’Homme-Dieu dans tous les<br />

actes de son agonie, et mon cœur répétait avec onction ces prières que<br />

l’Église dicte à ses enfants. Ce que les instructions de l’abbé D… t’ont<br />

appris, ce livre me le révélait ; et nous devons tous deux nous prosterner<br />

devant cette divine Providence qui a voulu que cette révolution s’operât<br />

en même temps dans nos esprits. Dieu nous a réellement unis dans une<br />

même prière, dans un même mouvement d’amour et de retour vers lui. ah<br />

! plus des doutes maintenant, chére amie ; suivons avec confiance cette<br />

route où nous conduit tous deux une main céleste, et que le jour où nos<br />

enfants vont naître à la vie chrétienne soit aussi celui de notre renaissance.<br />

[…] J’ai suivi mon projet [de rentrer franchement dans le sein de l’Église]<br />

et je t’ai dit l’émotion que j’ai éprouvée en écoutant la messe et en mêlant<br />

mes prières aux prières de l’Église. Toutes les objections ont disparu pour<br />

moi ; rien ne s’est plus interposé entre Dieu et moi, et ce retour franc et<br />

spontané vers la religion m’à donné un bien-être indicibile, une satisfaction<br />

extrême. […]<br />

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02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 20<br />

Fabbri<br />

Nous avons touché le port, chère compagne de ma vie, chère moitié<br />

de moi-même ; plus que jamais nous sommes unis l’une à l’autre, car nous<br />

sommes unis en Dieu, qui de nos deux âmes ne fait qu’une seule âme, qui<br />

de nos deux amours ne fait qu’un seul amour. Mettons-nous donc à<br />

genoux, et remercions-le en versant des larmes de reconnaissance.<br />

[ieri, domenica, spinto da un moto di profonda convinzione, sono entrato<br />

in una chiesa per sentirvi messa in raccoglimento. Non avevo un libro da<br />

messa, e ho pregato il vecchio capitano da cui sono in affitto di prestarmene<br />

uno. il caso, o meglio la volontà che tutto regola, m’ha fatto cadere su<br />

di un libro eccellente, una spiegazione in italiano di tutte le simbologie<br />

della messa, con una preghiera per ciascuno dei misteri della passione di<br />

Gesù Cristo, che il sacrificio cristiano ‹della messa› sintetizza. Ero veramente<br />

commosso mentre seguivo l’Uomo-Dio in tutti i momenti della sua<br />

agonia, e il mio cuore ripeteva con devozione le preghiere che la Chiesa<br />

detta ai suoi figli. Quegli insegnamenti che tu hai appreso dall’abate D…,<br />

questo libro me li rivelava; e noi dobbiamo entrambi prosternarci davanti<br />

alla divina Provvidenza che ha voluto che questa rivoluzione si compisse<br />

contemporaneamente nelle nostre anime. Dio ci ha davvero unito in una<br />

stessa preghiera, in uno stesso moto d’amore e di ritorno a lui. ah, ora basta<br />

coi dubbi, mia cara; seguiamo con fiducia la strada cui ci conduce entrambi<br />

una mano celeste, e che il giorno in cui i nostri figli nascono alla vita<br />

cristiana sia anche quello della nostra rinascita. […] Ho seguito il mio progetto<br />

(di rientrare con franchezza nel seno della Chiesa) e t’ho detto<br />

l’emozione che ho provato nell’ascoltare messa e nel mescolare le mie preghiere<br />

alle preghiere della Chiesa. Tutte le obiezioni sono svanite, da parte<br />

mia; niente più si frappone fra Dio e me, e questo ritorno sincero e spontaneo<br />

alla religione m’ha dato un benessere inesprimibile, una grandissima<br />

soddisfazione. […] abbiamo raggiunto il porto, cara compagna della mia<br />

vita, cara metà di me stesso; siamo più che mai uniti vicendevolmente, perché<br />

siamo uniti in Dio, che fa delle nostre due anime una sola, dei nostri<br />

due amori uno solo. inginocchiamoci, e ringraziamolo versando lacrime<br />

di riconoscenza.]<br />

la vicenda di Polyeucte per Nourrit non era dunque solo un soggetto<br />

efficace e di elevata dignità artistica, ma anche una proiezione di<br />

recentissime scelte personali: «tu sais si j’ai confiance dans les sentiments<br />

que j’aurai à exprimer dans ce rôle de martyr [tu sai se mi sono famigliari<br />

i sentimenti che dovrò esprimere in questo ruolo di martire]», scriveva<br />

alla moglie il 29 aprile. incarnare quel personaggio avrebbe signifi-<br />

20


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«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />

cato per lui compiere un’autentica missione religiosa, dando una testimonianza<br />

di fede (‘martire’ appunto come ‘testimone’) dal palcoscenico<br />

trasformato in pulpito.<br />

Maintenant que j’ai rompu avec mon passé, je veux tâcher de donner à<br />

mon talent une direction conforme à mes croyances, et j’espère que Dieu<br />

m’aidera à répandre, par le moyen de mon art, des pensées bonnes et utiles<br />

à l’humanité ; j’espère qu’il permettra que mon art se purifie, et que sous<br />

l’attrait du plaisir, il serve à propager l’amour du bien, qui est l’amour de<br />

Dieu. [Nourrit alla madre, 20 maggio: «ora che ho rotto col mio passato,<br />

voglio fare in modo di dare al mio talento una direzione coerente con ciò<br />

in cui credo, e spero che Dio mi aiuti a diffondere, con la mediazione della<br />

mia arte, dei pensieri buoni e utili al genere umano; spero permetta che la<br />

mia arte si purifichi e che, con l’allettamento del piacere, serva a propagare<br />

l’amore del bene, che è l’amor di Dio»].<br />

[…] si j’ai le bonheur d’éveiller les sympathies de ce public en lui chantant<br />

l’exaltation d’un martyr chrétien, ce n’est pas à moi seul que j’attribuerai<br />

mon succès. Dieu m’aura conduit par la main, et c’est à lui que j’en<br />

rapporterai toute la gloire. [Nourrit a D…, 10 agosto: «se ho la fortuna di<br />

destare le simpatie del pubblico cantandogli la celebrazione di un martire<br />

cristiano, non sarà solo a me che attribuirò il mio successo. Dio mi avrà<br />

condotto per mano, e sarà a lui che attribuirò tutta la gloria»].<br />

<strong>Donizetti</strong> fu conquistato dalla proposta di Nourrit. il soggetto gli<br />

parve subito «tout nouveau pour l’italie [nuovissimo per l’italia]», come<br />

riferiva il tenore alla moglie il 29 aprile, e soprattutto dotato di una ‘tinta’<br />

particolare. Quel tono religioso era del tutto inedito sulle scene italiane,<br />

e rappresentava uno sfondo eccellente contro cui far risaltare per<br />

contrasto quelle passioni umane che il teatro musicale era solito portare<br />

in scena. il compositore già meditava «de faire autre chose que ce qu’il<br />

a fait jusqu’à présent ; les chrétiens lui montent la tête, et il compte sur<br />

l’effet des chants religieux au milieu de situations pathétiques [di fare<br />

cose diverse da quanto aveva fatto fin lì; i cristiani lo entusiasmano, e fa<br />

conto sull’effetto dei canti religiosi nel pieno delle situazioni patetiche]»,<br />

secondo quanto riportava nella lettera appena citata.<br />

Nourrit auspicava anche che il tipo di vicenda, e quel modello letterario<br />

alto, potessero indurre <strong>Donizetti</strong> ad evitare «cette facilité dont il<br />

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Fabbri<br />

abuse quelquefois [la facilità di cui qualche volta abusa: lettera a Hiller,<br />

5 maggio]». il compositore non lo deluderà. lo comprovano architetture<br />

estese e complesse come il Finale iii, una summa in cui i nodi drammatici<br />

e gli esiti ultimi delle maturazioni dei protagonisti sono suggeriti<br />

anzitutto dal succedersi di strutture pensate per l’occasione, senza adagiarsi<br />

sulla norma: un duetto d’insolita forma che segue passo passo la<br />

conversione di Paolina, l’addensarsi di un inopinato concertato («Deh! Ti<br />

cangia… se ancora persisti») che intreccia i destini dei singoli prima del<br />

precipitare della situazione, la monumentale stratificazione conclusiva<br />

che celebra i traguardi del Sublime religioso.<br />

Ma la tensione compositiva innescata da <strong>Donizetti</strong> non è minore<br />

nei particolari, come dimostrano i preamboli strumentali alle sortite di<br />

<strong>Poliuto</strong> (N. 1) e di Paolina (N. 2), interamente fondati sul lavorìo di singole<br />

figurazioni. in quest’ultimo, anzi, l’ostinato ritmico orchestrale che<br />

ci si aspetterebbe facesse da sfondo a una qualche melodia del clarinetto<br />

obbligato, finisce per contare più del solista, il cui intervento si limita a<br />

sciorinare un repertorio di passi virtuosistici senza mai far coagulare una<br />

linea di canto vera e propria. Nel N. 5 lo stesso inciso che accompagna<br />

il cantabile si prolunga nel tempo di mezzo, dando continuità a queste<br />

due fasi del ‘numero’. all’interno dei Finali ii e iii si sentono accenni<br />

elaborativi di singole idee che ricordano le sezioni ‘di sviluppo’ degli<br />

allegri strumentali di scuola austro-tedesca: ad esempio quelli quartettistici,<br />

la conoscenza dei quali, come dichiarava <strong>Donizetti</strong> a Dolci il 15<br />

maggio 1842, «poi mi giovarono tanto per risparmiare la fantasia e condurre<br />

un pezzo con poche idee».<br />

Nella lettera del 29 aprile, Nourrit informava la moglie che le linee<br />

generali del lavoro già erano tracciate. la strategia drammaturgica adottata<br />

prevedeva d’intrecciare sapientemente amor sacro e amor profano. il<br />

poeta del S. Carlo incaricato di verseggiarlo, Salvadore Cammarano, aveva<br />

accolto di buon grado quest’impianto: «avant le triomphe du sentiment<br />

religieux, nous avons laissé se développer un peu la passion humaine, et<br />

le sacrifice en est d’autant plus beau. le poëte de <strong>Donizetti</strong> a aussi adopté<br />

cette donnée avec confiance, et travaille dejà sur le plan que moi-même<br />

je lui ai écrit en italien [prima di far trionfare il sentimento religioso,<br />

abbiamo lasciato che si sviluppasse un poco la passione umana, e il sacri-<br />

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«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />

ficio è tanto più bello. il poeta di <strong>Donizetti</strong> ha accolto questo elemento<br />

con fiducia, e lavora già sul piano ‹dell’opera› che gli ho steso io stesso<br />

in italiano]».<br />

in realtà <strong>Donizetti</strong> esitava. l’otto maggio riferiva al cognato: «Qui<br />

scrivo in settembre per la ronzi, Nourrit, barroilhet. Cosa poi scriverò<br />

non sollo per anco», schizzando poi un ritrattino di Cammarano che,<br />

tutto solo e in cerca d’ispirazione, percorreva in su e in giù il porticato<br />

della napoletana chiesa di S. Francesco (una costruzione recentissima,<br />

realizzata dall’impresa edilizia che faceva capo a quel medesimo<br />

Domenico barbaia che gestiva il S. Carlo). Vincendo le perplessità, di lì<br />

a pochissimo <strong>Donizetti</strong> prese la decisione, e Cammarano si mise al lavoro.<br />

il 10 maggio il compositore iniziò la stesura di <strong>Poliuto</strong> (la data si legge<br />

sulla prima pagina della partitura), e a metà luglio era quasi giunto al termine.<br />

barbaia era stato informato del soggetto prescelto solo il 16 giugno,<br />

quando il musicista stava scrivendo da più di un mese.<br />

Una sintesi scena per scena della tragedia di Corneille (cfr.<br />

aPPENDiCE) consente di definire il materiale di partenza e valutare<br />

meglio il lavoro librettistico successivo. rispetto a Corneille, nel quale<br />

l’eroica determinazione e la testimonianza di fede del protagonista prima<br />

o poi tocca o converte tutti (compreso il magnanimo Sévère), Nourrit e<br />

Cammarano imbastirono un tipico triangolo tenore-soprano vs baritono,<br />

con <strong>Poliuto</strong> diviso tra gelosia e zelo religioso, Paolina lacerata tra<br />

l’antico amore e la fedeltà coniugale (spinta fino a condividere col marito<br />

fede e martirio), Severo squassato da amore impossibile e spirito di<br />

vendetta (e i due bassi di contorno: un Padre tiranno, un Sacerdote nei<br />

panni del malvagio). «l’effet de mon rôle reposera sur l’exaltation du<br />

sentiment religieux, combattu un instant par la passion humaine, mais<br />

finissant par triompher [l’effetto del mio ruolo starà nell’esaltazione del<br />

sentimento religioso, combattuto per poco dalla passione umana, ma alla<br />

fine trionfante]», aveva scritto Nourrit a madame aucoc, il 1 o maggio.<br />

Quei due poli espressivi sono evidenti fin dalla presentazione del<br />

personaggio, che ha il suo primo culmine in una breve cavatina<br />

(«D’un’alma troppo fervida»: N. 1) cui poco dopo fa da pendant non già<br />

una cabaletta, come ci si aspetterebbe, ma un inno religioso («infiamma<br />

quest’alma»), perdipiù già interno al ‘numero’ seguente: anzi, è da quella<br />

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Fabbri<br />

pagina che traboccherà irrefrenabile «Di quai soavi lagrime», il ‘cantabile’<br />

di Paolina (N. 2). la conquista della vera fede, da parte di <strong>Poliuto</strong> nella<br />

versione Nourrit-<strong>Donizetti</strong>-Cammarano, vuol dire ovviamente rigetto<br />

del culto pagano (il che gli costerà la vita), ma ancor prima ripudio del<br />

‘troppo umano’ di cui è intriso. la battaglia interiore erompe nuovamente<br />

nell’atto ii (N. 5), col furente «Fu macchiato l’onor mio», poi<br />

sopito dal perdono cristiano («Cessa, fatal consiglio») e dalla nuova fede<br />

spinta fino all’eroismo («Sfolgorò divino raggio»: una cabaletta che<br />

smorza gli ardori, anziché attizzarli come di solito accadeva). la lotta<br />

riesplode sfrenata e spettacolare nel Finale ii (N. 6), col pubblico ripudio<br />

della moglie e l’empio oltraggio all’altare di Giove sotto gli occhi del<br />

popolo inorridito.<br />

Fin da quando gli era stato prospettato quel soggetto, <strong>Donizetti</strong><br />

aveva messo subito a fuoco che uno dei punti cruciali era pensare a qualcosa<br />

di adatto «pour entrer dans le caractère de cette musique chrétienne<br />

qu’il va avoir à traiter pour la première fois [per entrare nel carattere di<br />

questa musica cristiana che si accinge a trattare per la prima volta]», come<br />

scriveva Nourrit alla moglie il 6 maggio. E il 15: «<strong>Donizetti</strong> a déjà fait<br />

l’introduction, et m’a déjà fait chanter une prière que je dis au moment<br />

de me faire chrétien [ha già fatto l’introduzione, e mi ha già fatto cantare<br />

una preghiera che io dico al momento di farmi cristiano]». Nourrit<br />

si riferiva ovviamente a «infiamma quest’alma», la pagina più ‘cristiana’<br />

dell’opera: e non solo perché vi si canta di un battesimo. il compositore<br />

immaginò infatti una polifonia melodica che arieggiasse i canti da<br />

chiesa, su strofette che potrebbero appartenere a qualche raccolta coeva<br />

di Inni sacri quali ad esempio quelli recenti di luigi Tadini o di<br />

alessandro Manzoni. Quei versi sono però intonati dal solo battezzando,<br />

mentre le altre voci che l’accompagnano si limitano ad un ‘coro a<br />

bocca aperta’ che articola un’unica vocale, con un effetto-alone davvero<br />

sperimentale e singolarissimo (è invece universalmente noto e apprezzato<br />

l’analogo ‘a bocca chiusa’ di Madama Butterfly, per il quale bisognerà<br />

però attendere il 1904).<br />

Nel corso della vicenda, questa pagina assume un valore connotativo<br />

nodale. Essa riecheggia nel preludio orchestrale all’inizio del Finale<br />

iii (N. 8), quando <strong>Poliuto</strong> è in carcere in attesa del supplizio: «immerso»<br />

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«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />

in un «sonno» durante il quale rivive la sua vicenda (lo veniamo a sapere<br />

dalle parole che gli sfuggono dormendo), possiamo immaginare che la<br />

muta rievocazione del suo canto battesimale stia per il ricordo di<br />

quell’atto. la medesima melodia diventa poi una sorta di inno identitario<br />

quando poco dopo la si sente intonata fuori scena dagli altri correligionari<br />

di <strong>Poliuto</strong> che si avviano al martirio. Ma le sue battute iniziali<br />

si erano ascoltate in orchestra anche nel Finale ii, al momento in cui il<br />

cristiano Nearco era stato portato in catene al cospetto del tribunale. lì,<br />

quel cenno funziona come pennellata sonora caratterizzante, a suggerire<br />

un tratto drammatico implicito.<br />

lo stesso valore di sigla caratteristica ce l’ha anche il canto processionale<br />

dei cristiani che si riuniscono in segreto, nell’introduzione (N. 1).<br />

Suoi frammenti si riascolteranno quando Paolina s’imbatterà in quelli<br />

che escono dal sacro «speco», e più tardi quando si allontanano. anche<br />

Callistene è dotato di un suo marchio musicale. lo udiamo esposto per<br />

esteso nell’introduzione strumentale al N. 4, e poi richiamato in sintesi<br />

nel N. 7, al suo arrivo. Per non dire dell’inno a Giove, intonato maestosamente<br />

nel Finale ii, e nel Finale iii brandito per soffocare le invocazioni<br />

dei martiri; o dell’infiammata, doppia evocazione del «suon<br />

dell’arpe angeliche» nelle scene conclusive.<br />

Questa trama di citazioni tradisce l’intento di costellare di emblemi<br />

sonori il dipanarsi della storia rappresentata, così da comporre una filigrana<br />

drammatico-musicale che riaffiora qua e là lungo tutta l’opera.<br />

Come già si poteva cogliere fin da Parisina e Lucrezia Borgia (1833), o<br />

dalla recente Pia de’ Tolomei (1837), <strong>Donizetti</strong> sperimentava la possibilità<br />

di rimandi interni veicolati essenzialmente dalla musica, a volte allusivi a<br />

realtà nemmeno dichiarate esplicitamente. in <strong>Poliuto</strong> quella tela s’irrobustisce,<br />

per numerosità ma anche grazie a diramazioni che vanno ben<br />

al di là del ‘numero’ singolo.<br />

l’individuazione di materiali dall’impatto fortemente caratterizzante<br />

consentiva di dare immediata evidenza ai conflitti drammatici in<br />

giuoco. la «lieta musica guerriera» della banda interna al séguito del proconsole<br />

stride duramente una prima volta con le parole di Paolina che<br />

rimprovera al marito il pericolo mortale cui si è appena esposto facendosi<br />

battezzare (N. 2: improvviso dérapage da Fa a re bemolle), e poco<br />

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Fabbri<br />

dopo identica suona involontariamente inopportuna rispetto al violento<br />

disappunto di Severo che ha appena saputo del matrimonio dell’amata<br />

Paolina (N. 3). Nelle sezioni conclusive del Finale iii si scontrano,<br />

quando non si accavallano, la «feroce» (selvaggia) esplosione ritmica del<br />

Popolo che invoca «alle fiere chi oltraggia gli dei!…», i segnali di<br />

tromba dal circo e il canto disteso e sereno dei cristiani che vi attendono<br />

il martirio («Signore, a te sia gloria»: una melodia per gradi<br />

congiunti), il corpo a corpo in scena fra «il suon dell’arpe angeliche» di<br />

<strong>Poliuto</strong>-Paolina e la maledizione sacerdotale sulle note dell’inno a Giove<br />

(un canto tutto a salti, per contrasto con quello cristiano), mentre fuori<br />

scena il Popolo reclama a gran voce l’inizio del cruento spettacolo, in un<br />

declamato ‘parlante’. il risultato complessivo è quello di un affresco ottenuto<br />

per giustapposizioni anche violente, un collage che non vuole armonizzare<br />

i colori, ma farli collidere vivacemente. Erano tecniche di montaggio<br />

tipiche del grand opéra francese degli anni ’30, che <strong>Donizetti</strong><br />

conosceva se non altro per averne visto un esempio all’epoca del suo<br />

primo soggiorno a Parigi nel 1835 (La juive di Halévy), e che del resto<br />

già nell’Assedio di Calais (1836) aveva inteso arieggiare.<br />

Nell’accingersi al proprio lavoro, Cammarano non aveva potuto sottoporre<br />

il progetto e il suo abbozzo alla commissione di censura. i nuovi<br />

incaricati, l’abate Gaetano royer e don biagio roberti, erano stati<br />

nominati da poco ed attendevano istruzioni. Solo il 10 luglio il libretto,<br />

finito, venne presentato al vaglio dei censori: e verosimilmente non senza<br />

timori, visti i precedenti in tema di materia sacra in palcoscenico. a fine<br />

maggio, infatti, un ballo tratto dal Faust di Goethe aveva scandalizzato<br />

per le sue implicazioni religiose: si diceva addirittura che il re avesse<br />

destituito la precedente commissione di censura proprio perché l’aveva<br />

autorizzato.<br />

a <strong>Donizetti</strong> erano sorti timori, manifestati al cognato: «Sai tu che<br />

ora forse mi si proibirà il <strong>Poliuto</strong>, perché è un santo? Ed io sono alla<br />

metà! Vedi con che voglia scrivo». Erano paure tutt’altro che infondate.<br />

l’11 agosto il ministro dell’interno scriveva al soprintendente dei teatri<br />

e spettacoli: «rassegnato a Sua Maestà il rapporto della Commissione di<br />

revisione de’ libri teatrali, di unita alla tragedia lirica intitolata <strong>Poliuto</strong> pel<br />

r. l teatro S. Carlo, la M. S. si è degnata co’ suoi sacri caratteri dichiara-<br />

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«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />

re, che i fasti de’ Martiri si venerano nella Chiesa, e non si pongono sulle<br />

scene». Fedele al detto popolare che ammonisce di non confondere fanti<br />

con santi, a meno di un mese e mezzo dall’apertura della stagione<br />

Ferdinando ii aveva messo in crisi <strong>Donizetti</strong>, barbaia, Cammarano,<br />

Nourrit e tutto il S. Carlo. Deluso per il fallimento di tutte le sue missioni<br />

(artistica e religiosa), il 4 settembre il tenore scriveva alla aucoc:<br />

«l’italie n’est peut-être pas disposée à accepter des émotions graves et<br />

élevées ; le théâtre n’est ici qu’une simple distraction, un besoin d’émotions<br />

faciles ; mais tout ce qui ressemble à de la morale ne lui va guère<br />

[forse l’italia non è disposta ad accettare delle emozioni gravi ed elevate;<br />

qui il teatro non è altro che un semplice diversivo, un bisogno di facili<br />

emozioni; tutto ciò che assomiglia alla morale non gli va troppo]».<br />

Tralasciando le vicissitudini intermedie (tentativo di convertire il<br />

libretto in I guebri, con la stessa musica), alla fine si rimediò ricorrendo a<br />

Pia de’ Tolomei, sempre di Cammarano e <strong>Donizetti</strong>, nuova per Napoli.<br />

<strong>Donizetti</strong> ebbe modo di riutilizzare presto la sua partitura facendone la<br />

base per Les martyrs (Parigi, 1840), mentre Cammarano riuserà porzioni<br />

del suo <strong>Poliuto</strong> in libretti come La vestale per Mercadante (Napoli, S.<br />

Carlo, marzo 1840), Saffo per Pacini (ivi, novembre 1840), Il proscritto (ivi,<br />

gennaio 1842) e Il reggente (Torino, regio, febbraio 1843) entrambi per<br />

Mercadante.<br />

<strong>Poliuto</strong> ebbe la sua prima solo il 30 novembre 1848, a Napoli: senza<br />

la supervisione del compositore, morto da poco, e con un tenore diverso<br />

da quello che l’aveva ispirato e per cui la parte era stata concepita.<br />

Vittima di una forte depressione, Nourrit si era infatti ucciso a Napoli ai<br />

primi di marzo del 1839, gettandosi da una finestra di palazzo barbaia in<br />

via Toledo.<br />

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Fabbri<br />

aPPENDiCE<br />

PiErrE CorNEillE, Polyeucte martyr<br />

aCTE i<br />

1. l’azione si svolge a Mélitène (capitale dell’armenia) verso il 250 d. C.,<br />

nel palazzo del proconsole Félix.<br />

Néarque, gentiluomo armeno da tempo cristiano, esorta il vecchio<br />

amico Polyeucte (nobile armeno, e genero di Félix) a rompere gli indugi:<br />

intenzionato ad abbracciare lui pure la fede cristiana e a farsi battezzare,<br />

Polyeucte è infatti titubante nell’uscire di casa quel giorno per<br />

andare al fonte battesimale. Non vuole dispiacere a sua moglie Pauline,<br />

ignara di tutto e però inquieta al massimo in quanto la notte passata l’ha<br />

sognato morto: in lacrime lo ha pregato di non uscire.<br />

2. Giunge Pauline, che tenta un’ultima volta di fermarlo. Ma Polyeucte<br />

è stato ormai convinto dalle parole di Néarque, e se ne va promettendole<br />

di essere in breve di ritorno.<br />

3. Pauline racconta alla fida Stratonice come amasse corrisposta un nobile<br />

romano, Sévère. Disperato a causa della sua partenza per l’armenia al<br />

seguito del padre, Sévère aveva cercato eroicamente la morte in battaglia.<br />

Pauline aveva finito allora per acconsentire alle nozze col nobile armeno<br />

Polyeucte, viste con favore anche da suo padre Félix per motivi politici.<br />

la notte appena trascorsa Pauline aveva sognato proprio Sévère (non<br />

però morto, ma vivo ed anzi trionfante) che le prediceva la morte del<br />

marito entro quel giorno: e difatti aveva poi visto in sogno Polyeucte<br />

assalito dai cristiani, da loro gettato ai piedi del rivale ed ucciso di sua<br />

mano da suo padre Félix. Stratonice cerca di consolare l’inorridita<br />

Pauline.<br />

4. anche Félix è stato messo a parte del sogno, e ne è profondamente<br />

turbato. Viene poi a riferire che gli è stato detto come Sévère non sia<br />

morto: anzi, sta giungendo in pompa magna a Mélitène per celebrare un<br />

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sacrificio di ringraziamento agli dei che hanno reso possibile la vittoria<br />

dei romani sui persiani. Félix teme la reazione di Sévère una volta venuto<br />

a conoscenza delle nozze di Pauline: quest’ultima è trepidante al pensiero<br />

di rivedere l’amato, anche se non ha dubbi sulla propria fedeltà e<br />

sul suo dover rispetto al marito.<br />

aCTE ii<br />

1. ignaro di tutto, Sévère non vede l’ora di riabbracciare Pauline. il suo<br />

cameriere Fabian lo disillude e lo informa che lei si è sposata con<br />

Polyeucte da un paio di settimane. Distrutto, Sévère si propone di salutarla<br />

un’ultima volta.<br />

2. all’arrivo di Pauline, che giustifica il suo comportamento, Sévère è<br />

dapprima sarcastico, ma poi cede al suo antico sentimento: i due si dicono<br />

addio.<br />

3. Stratonice rassicura Pauline sulle intenzioni di Sévère: il suo sogno<br />

non si avvererà.<br />

4. anche Polyeucte, giunto nel frattempo, riafferma il suo scetticismo su<br />

quella presunta premonizione.<br />

5. Si richiede la presenza di Polyeucte per dare inizio al rito di ringraziamento<br />

agli dei.<br />

6. Nel recarsi al tempio, Polyeucte s’imbatte in Néarque che è sorpreso<br />

dal suo comportamento: battezzato da poco, va a rendere omaggio ai falsi<br />

dei? Ma Polyeucte è mosso da un eroico entusiasmo che lo spinge al martirio:<br />

con un gesto clamoroso intende smascherare quei culti idolatri.<br />

aCTE iii<br />

«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />

1. Pauline, che ha evitato di recarsi al tempio, teme l’incontro fra<br />

Polyeucte e Sévère.<br />

29


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Fabbri<br />

2. Giunge sconvolta Stratonice, e le racconta come Polyeucte abbia pubblicamente<br />

manifestato di essere cristiano, provocando il furore del suocero,<br />

e come insieme con Néarque abbia dapprima disturbato il rito,<br />

interrompendolo con frasi oltraggiose, e poi addirittura gettato a terra gli<br />

arredi sacri.<br />

3. arriva Félix, furibondo, ma certo che il supplizio cui Néarque sarà sottoposto<br />

indurrà Polyeucte a chiedere perdono. Pauline non ne è affatto<br />

convinta, sapendo della fermezza e dell’eroismo dei cristiani, e di suo<br />

marito.<br />

4. a Félix viene riferito come, invece di indebolirne i propositi, il supplizio<br />

di Néarque ha reso ancor più saldo Polyeucte. Pauline fa appello<br />

al sentimento paterno, ma Félix la esorta piuttosto ad andare lei stessa<br />

da suo marito, per tentare di fargli ripudiare la fede appena abbracciata.<br />

5. Per quanto combattuto, Félix deve far rispettare la legge contro i cristiani.<br />

Va lui stesso, però, in carcere da Polyeucte per indurlo ad un pentimento<br />

che propizierebbe un atto di clemenza.<br />

aCTE iV<br />

1. Polyeucte in carcere chiede di vedere Sévère.<br />

2. Nell’attesa, medita sulla vanità delle cose umane, sui destini dell’impero<br />

romano, sugli affetti terreni più intensi (anche quelli coniugali) che<br />

nulla possono di fronte agli ardori celesti.<br />

3. Viene a parlargli Pauline, che gli propone tra l’altro di non rinunciare<br />

alla sua fede, ma solo di tenerla nascosta almeno finché Sévère resterà in<br />

armenia, in modo che Félix possa usargli clemenza. Pauline fa appello<br />

al suo amore, ma proprio per quello Polyeucte sente anche di dover<br />

sacrificarsi, perché l’adorata moglie possa un giorno essere lei pure toccata<br />

dalla grazia.<br />

30


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4. in quel mentre giunge Sévère. Pauline lo investe aspramente, ma<br />

Polyeucte le dice di essere stato lui a chiamarlo: nel congedarsi, gli raccomanda<br />

la moglie benedicendo la loro unione dopo la sua morte. Poi<br />

si avvia al supplizio.<br />

5. Sévère è molto colpito da tanto disprezzo per i beni terreni, e riflette<br />

su come i cristiani si comportano. Pauline lo prega di intercedere per<br />

Polyeucte presso Félix.<br />

6. Per quanto sconsigliato per motivi di opportunità politica, Sévère<br />

risolve di intervenire in favore di Polyeucte: per nobiltà d’animo, per<br />

amore sublimato di Pauline, per simpatia verso i cristiani ingiustamente<br />

perseguitati.<br />

aCTE V<br />

«Spunta il sol de’ giorni santi»<br />

1. Félix ritiene che l’invito alla clemenza di Sévère sia un tranello per<br />

saggiare la sua lealtà agli ordini imperiali e vendicarsi delle nozze con<br />

Polyeucte da lui imposte a Pauline. Ma se Poleyucte non si ravvederà,<br />

Félix è intenzionato a condannarlo.<br />

2. Fatto venire in sua presenza, Polyeucte ricusa al solito di fare un qualsiasi<br />

gesto di abiura.<br />

3. Sopravvenuta, Pauline prega entrambi, ma senza successo. Vista la<br />

determinatezza di Polyeucte, vorrebbe seguirne la sorte.<br />

4. Félix dà ordine che Polyeucte sia giustiziato, ma che a Pauline sia<br />

impedito di accompagnarlo.<br />

5. Troppo tardi: l’eroico sacrificio di Polyeucte ha aperto la strada alla<br />

conversione anche di Pauline.<br />

6. E lo stesso avviene per Félix, che ne informa Sévère, sdegnato per una<br />

condanna a morte erogata per compiacere all’imperatore. Sévère è favo-<br />

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02. Fabbri - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.32 Pagina 32<br />

Fabbri<br />

revolmente colpito da quella doppia conversione, in quanto incline alla<br />

tolleranza religiosa, ed anzi amico e protettore dei cristiani. Félix prega<br />

il cielo perché anche lui presto possa essere compiutamente toccato dalla<br />

Grazia.<br />

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03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 35<br />

FederIco FornonI<br />

Tempo interiore del personaggio donizettiano:<br />

il caso di <strong>Poliuto</strong> *<br />

<strong>Poliuto</strong> costituisce una tappa fondamentale nella parabola creativa di<br />

donizetti per la sua particolare collocazione sul limitare fra opera italiana<br />

e opera francese. Il compositore stava infatti ponendo le fondamenta<br />

della sua carriera parigina, passaggio obbligato affinché il suo<br />

nome acquisisse rinomanza europea. Quanto il progetto fosse consapevole<br />

e accuratamente preparato lo dimostrano le lettere del musicista,<br />

ma anche le testimonianze delle persone a lui più vicine in quel 1838.<br />

A tal proposito si leggano i passi delle missive del tenore Adolphe<br />

nourrit qui trascritti alle pagine 47-77 nei quali a più riprese fanno<br />

capolino notizie relative ad accordi con teatri della capitale francese e<br />

alla volontà del compositore di perseguire nuove strategie drammaturgiche.<br />

Proprio una rielaborazione del <strong>Poliuto</strong>, Les martyrs, segnerà nel<br />

1840 il debutto di donizetti all’opéra. non sorprende allora che la<br />

quasi totalità dei commentatori si sia soffermata ad analizzare quegli<br />

aspetti che sanciscono i punti di contatto con il grand opéra: contrapposizione<br />

tra due fazioni musicalmente caratterizzate, presenza di grandi<br />

scene di massa, convivenza tra vicenda politica e vicenda privata e così<br />

via. 1<br />

<strong>Poliuto</strong> è però anche opera i cui personaggi mostrano una complessità<br />

psicologica tale da influire profondamente sul senso del dramma. In<br />

questo donizetti prosegue su una strada già intrapresa con i precedenti<br />

capolavori degli anni Trenta, da Lucrezia Borgia a Maria Stuarda, da Lucia<br />

di Lammermoor a Roberto Devereux, per citare alcuni esempi. Uno dei<br />

mezzi utilizzati per approfondire tale aspetto e soprattutto per consenti-<br />

* Il presente contributo riprende alcune parti della mia dissertazione dottorale:<br />

FederIco FornonI, Strutture temporali nel teatro donizettiano: a proposito di Marino<br />

Faliero, L’assedio di calais e <strong>Poliuto</strong>, dottorato di ricerca in Musicologia e Scienze filologiche,<br />

cremona-Pavia, Università degli Studi di Pavia, a. a. 2007-2008.<br />

1. Si veda la bibliografia qui pubblicata alle pp. 143-144.<br />

35


03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 36<br />

FornonI<br />

re al pubblico di recepirlo è un particolare approccio all’organizzazione<br />

temporale dei momenti deputati all’espressione interiore. In realtà la<br />

manipolazione delle strutture temporali in chiave drammaturgica è questione<br />

estremamente articolata che riguarda molti ambiti del complesso<br />

drammatico, e donizetti, più dei suoi contemporanei, la sfrutta come<br />

potente arma comunicativa: aldilà dell’alternanza tra stasi e azione, il<br />

tempo, scorrendo, agisce sugli avvenimenti e sui pensieri dei personaggi<br />

condizionandone la percezione da parte del fruitore. 2 nelle pagine che<br />

seguono ci limiteremo a proporre qualche considerazione sulla sua funzione<br />

in coincidenza di alcuni momenti di <strong>Poliuto</strong> che vogliono manifestare<br />

i processi mentali dei due protagonisti.<br />

cominciamo dalla fine dell’opera e cioè dal duetto tra <strong>Poliuto</strong> e<br />

Paolina nell’ultimo atto, il cui primo tempo («Ah! Fuggi da morte orribil<br />

cotanto...») difficilmente può essere fatto rientrare all’interno di schemi<br />

formali predefiniti. Paolina raggiunge il marito in attesa dell’esecuzione<br />

capitale nella prigione del circo. Suo scopo è convincere <strong>Poliuto</strong><br />

ad abiurare il cristianesimo e ritornare all’antico culto, così da aver salva<br />

la vita. In seguito all’elaborato e complesso dialogo che costituisce la<br />

materia drammatica del duetto sarà invece Paolina a convertirsi al cristianesimo<br />

e a decidere di seguire il marito nel martirio. ci troviamo<br />

cioè di fronte a un tassello fondamentale per la definizione del ritratto<br />

comportamentale dell’eroina. La musica è concepita in modo da restituire<br />

i diversi livelli di tensione dialogica che si susseguono nel corso del<br />

pezzo. Inizialmente la scrittura è caratterizzata dall’andamento lirico,<br />

2. cfr. LUcA ZoPPeLLI, «Pur fugge il tempo». Drammaturgia romantica donizettiana e gestione<br />

delle strutture temporali, in L’officina del teatro europeo, a cura di Alessandro Grilli e Anita<br />

Simon, II: Il teatro musicale, Pisa, PLUS, 2002, pp. 71-78 e Id., Una drammaturgia borghese,<br />

in Il teatro di <strong>Donizetti</strong>. Atti dei Convegni delle Celebrazioni, III: Voglio amore, e amor violento.<br />

Studi di drammaturgia. Bergamo, 8-10 ottobre 1998, a cura di Livio Aragona e Federico<br />

Fornoni, Bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2006, pp. 79-99. Sull’utilizzo del tempo nell’opera<br />

italiana rimangono fondamentali gli scritti di cArL dAhLhAUS: Le strutture temporali<br />

nel teatro d’opera, in La drammaturgia musicale, a cura di Lorenzo Bianconi, Bologna,<br />

Il mulino, 1986, pp. 183-193; Drammaturgia dell’opera italiana, in Storia dell’opera italiana, a<br />

cura di Lorenzo Bianconi e Giorgio Pestelli, VI: Teorie e tecniche, immagini e fantasmi,<br />

Torino, edT, 1988, pp. 79-162 (ora disponibile anche come volume autonomo a cura di<br />

Lorenzo Bianconi, Torino, edT, 2005).<br />

36


03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 37<br />

Tempo interiore del personaggio donizettiano<br />

dalla regolare organizzazione fraseologica che si sviluppa in gruppi di<br />

quattro battute, dall’altrettanto regolare accompagnamento orchestrale e<br />

dalla chiusura tonale. A questo passo corrispondono le prime due quartine<br />

del testo poetico, la prima per Paolina e la seconda per <strong>Poliuto</strong>. La<br />

figlia del governatore tenta di convincere il marito a salvarsi in nome del<br />

loro amore, ma senza successo. Le frequenti pause sono chiaro segnale<br />

dello stato emotivo della giovane e del suo singhiozzare. <strong>Poliuto</strong> rimane<br />

sulle proprie posizioni intonando una melodia differente nell’omologo<br />

maggiore che solo in fase cadenzale riprende la linea di Paolina. In seguito<br />

a questa divergenza, apparentemente incolmabile, il dialogo si accende.<br />

<strong>Poliuto</strong> spiega perché non gli sia possibile abiurare il cristianesimo e<br />

Paolina prova a inculcargli il timore per il dolore che dovrà patire nel<br />

momento della morte, ma lui si dice pronto ad affrontare qualsiasi sofferenza<br />

grazie alla fede. In questa sezione il lirismo vocale lascia spazio ad<br />

una scrittura sillabata, con l’orchestra che sostiene il canto a mo’ di parlante.<br />

Paolina, «vivamente colpita dallo zelo di <strong>Poliuto</strong>» (così la didascalia),<br />

si converte. La scrittura torna a liricizzarsi, ma, stavolta, è più movimentata<br />

e si appoggia su un ritmo di danza, mentre la vocalità si fa più<br />

fiorita a testimoniare il distacco dalle cose terrene. La decisione di<br />

Paolina provoca nuovamente un’accelerazione del dialogo in coincidenza<br />

della quale <strong>Poliuto</strong> manifesta il proprio terrore mentre la musica vira<br />

verso un andamento da scena con i tremoli dell’orchestra che conferiscono<br />

tensione. Quindi viene ripreso il tema della conversione, questa<br />

volta alternato tra i due personaggi. <strong>Poliuto</strong> vuole sincerarsi delle reali<br />

intenzioni della moglie che appare del tutto consapevole e convinta della<br />

propria decisione. Infine si trova una sezione transitoria in cui <strong>Poliuto</strong><br />

chiede a Paolina se non tema le sofferenze del martirio, ma lei risponde<br />

con le stesse parole pronunciate poco prima dal marito. In sostanza<br />

donizetti organizza il materiale musicale in una sorta di ‘solita forma’ in<br />

miniatura:<br />

cantabile<br />

Strofa Paolina («Ah! Fuggi da morte orribil cotanto...»)<br />

cerca di convincere <strong>Poliuto</strong> a salvarsi.<br />

Strofa <strong>Poliuto</strong> («Lasciando la terra il giusto non muore»)<br />

respinge il tentativo della moglie.<br />

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03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 38<br />

FornonI<br />

Tempo di mezzo («È lampo fugace la gioia mortale»)<br />

Paolina ricorda a <strong>Poliuto</strong> il dolore fisico, ma lui resiste ancora.<br />

cabaletta<br />

esposizione («Un fulgido lume»)<br />

Paolina si converte.<br />

Sezione intermedia («che parli! oseresti? / Sfidar la tua sorte»)<br />

<strong>Poliuto</strong> è terrorizzato dalla situazione.<br />

ripresa («A sposo che t’ama puoi chieder la morte?»)<br />

La situazione iniziale si capovolge. <strong>Poliuto</strong> tenta di convincere<br />

Paolina a salvarsi, ma lei resiste.<br />

Transizione verso il tempo di mezzo («non temi lo strazio dell’ora<br />

funesta?»)<br />

<strong>Poliuto</strong> ricorre al pensiero del dolore fisico, ma senza successo.<br />

Un’organizzazione formale che tuttavia non prevede la tradizionale<br />

alternanza tra riflessione interiore e azione esteriore, ma che piuttosto<br />

riflette le successive tappe di una situazione in divenire e i differenti stadi<br />

psicologici toccati dai due personaggi. In altre parole, la realizzazione<br />

musicale consente di manifestare lo scorrere del tempo, in seguito al<br />

quale la situazione iniziale si capovolge poiché l’eroina passa dalla volontà<br />

di riportare il marito al paganesimo alla decisione di condividerne la<br />

morte da cristiana.<br />

Se, tuttavia, si analizzasse questo ‘numero’ senza considerare ciò che<br />

precede, la conversione di Paolina si configurerebbe come una scelta<br />

fatta di impulso, presa lì per lì per effetto del dialogo con il marito. non<br />

vengono infatti indagati i motivi che portano a tale risoluzione. Il<br />

momento della conversione è in realtà il punto d’arrivo di un processo<br />

cominciato fin dalla prima apparizione in scena della protagonista. È qui<br />

che la figlia del governatore viene per la prima volta in diretto contatto<br />

con il cristianesimo udendo una preghiera cantata ‘di dentro’, «Infiamma<br />

quest’alma» (formalmente siamo nella scena della cavatina). Le parole dei<br />

cristiani hanno un effetto dirompente sull’interiorità della donna che<br />

inconsapevolmente comincia ad avvicinarsi alla nuova religione. detto<br />

processo prosegue e viene sviluppato nel cantabile («di quai soavi lagri-<br />

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03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 39<br />

Tempo interiore del personaggio donizettiano<br />

me»), dando così adeguato rilievo e credibilità drammatica alla condizione<br />

psicologica di Paolina. La scansione temporale che permette di<br />

cogliere questo stato di cose si realizza, nel recitativo, grazie alla musica<br />

in scena secondo un processo già descritto da Luca Zoppelli 3 e, nel cantabile,<br />

attraverso particolari soluzioni formali. Il brano sembra seguire le<br />

coordinate della lyric form se non che, dopo la sezione contrastante, la<br />

frase iniziale non viene riproposta nella tonica, ma nella relativa minore<br />

(re). Quasi una falsa ripresa. Solo in seguito la musica approderà alla<br />

tonalità ‘corretta’ di Fa maggiore. Questo slittamento tonale consente di<br />

penetrare la sfera intima di Paolina dando il giusto peso al suo turbamento.<br />

Se attraverso l’utilizzo della musica in scena lo scorrere ‘esteriore’ e<br />

‘reale’ del tempo evidenziava una condizione interiore del personaggio,<br />

nel cantabile donizetti ne segnala direttamente l’attività psichica e dunque<br />

la caratterizza temporalmente; un tempo forse non più pararealistico<br />

ma certamente proteso in avanti. Siamo pertanto molto distanti dal<br />

topos del personaggio che si presenta in occasione della sua sortita.<br />

Abbiamo piuttosto una figura che alla prima comparsa è già in uno stato<br />

di sviluppo.<br />

Altro momento di capitale importanza per valutare i comportamenti<br />

della protagonista è il concertato del Finale centrale («La sacrilega<br />

parola») concepito come il classico pezzo di stupore che fa seguito ad un<br />

annuncio clamoroso: <strong>Poliuto</strong> si rivela essere il neofita cristiano ricercato.<br />

La forma poetica è giocata su un perfetto parallelismo: quattro strofe di<br />

otto versi ottonari piani (tranne il conclusivo, tronco) che seguono lo<br />

3. «Ma il procedimento [l’utilizzo della musica in scena] è particolarmente funzionale nei<br />

casi in cui un cambiamento psicologico rivesta veramente una funzione drammatica centrale<br />

[…]. nel primo atto di <strong>Poliuto</strong>, ad esempio, Paolina si è introdotta nella catacomba<br />

convinta che i cristiani vi pratichino orrendi riti: invece il cantico intonato dietro le<br />

quinte da <strong>Poliuto</strong> e dai correligionari le ispira un “turbamento arcano” che gradualmente<br />

– col dipanarsi della preghiera – diviene tenerezza e devozione, fino all’aria “di quai<br />

soavi lacrime”; si tratta di un momento essenziale sia perché nel <strong>Poliuto</strong> – vero grand opéra<br />

in pectore – i cantici cristiani rivestono anche quella funzione emblematica di cui si è<br />

detto sopra, sia perché questo cambiamento nella psiche di Paolina è la premessa per il<br />

vero scioglimento della vicenda, la sua conversione nell’atto terzo». LUcA ZoPPeLLI,<br />

Funzioni drammaturgiche della «musica in scena» nel melodramma del primo Ottocento: uno stile<br />

o una tecnica?, in Opera e libretto II, a cura di Gianfranco Folena, Maria Teresa Muraro e<br />

Giovanni Morelli, Firenze, olschki, 1993, pp. 237-255: 252.<br />

39


03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 40<br />

FornonI<br />

schema di rime a, b, a, b, c, c, d, x affidate rispettivamente ai pagani, a<br />

Paolina, a <strong>Poliuto</strong> e a nearco. La realizzazione musicale, tuttavia, dice<br />

qualcosa in più. essa tende a enfatizzare l’ambito privato, pur in un contesto<br />

di massa, concentrandosi sui tre personaggi coinvolti anche personalmente<br />

dallo svelamento di <strong>Poliuto</strong>: Severo, Paolina e <strong>Poliuto</strong> stesso.<br />

Viene messo in atto un vero e proprio effetto zoom. nel libretto Severo<br />

condivide la strofa con callistene, Felice, sacerdoti e popolo (il coro). In<br />

questo modo cammarano suggerisce un trattamento comune della<br />

fazione pagana. donizetti invece gli affida il solo che apre il concertato,<br />

conferendo alle parole pronunciate da Severo un peso ben maggiore<br />

rispetto a quello delle medesime parole in bocca agli altri pagani. La reazione<br />

di Severo di fronte all’autodenuncia di <strong>Poliuto</strong> si lega infatti al<br />

duetto in cui era stato respinto da Paolina. La sua ira è dunque altra cosa<br />

rispetto a quella di callistene o di Felice, proprio perché trae origine da<br />

vicissitudini private. <strong>Poliuto</strong> assume invece un ruolo di primo piano<br />

nella seconda parte del concertato, dove sostiene l’andamento melodico<br />

del pezzo. Anche in questa sezione – un semplice crescendo lirico – la<br />

scrittura ha dunque un accentuato carattere solistico. L’intervento di<br />

<strong>Poliuto</strong> è pure drammaticamente legato al duetto Severo-Paolina, da lui<br />

seguìto di nascosto, e infatti si basa sul contrasto tra fede religiosa e gelosia.<br />

Tra i due uomini e tra le due religioni sta Paolina, il terzo personaggio<br />

interessato ai risvolti intimi della vicenda. nella prima parte del concertato,<br />

all’assolo di Severo segue quello di Paolina, svolto sulla stessa<br />

melodia. I sentimenti dei due personaggi sono opposti – da un lato lo<br />

sdegno nei confronti del rivale in amore e del nemico politico, dall’altro<br />

il terrore per la sorte del marito – ma rivolti allo stesso oggetto. La figlia<br />

del governatore implora il dio dei cristiani affinché salvi il marito:<br />

40<br />

PAoLInA<br />

(Qual preghiera omai disciolgo?<br />

Tutti irati son gli dei!..<br />

nazzareno, a te mi volgo;<br />

s’egli è ver che nume sei,<br />

tu soccorri il mio consorte,<br />

tu lo scampa dalla morte...<br />

e gridar m’udrà la terra<br />

ch’altro dio non v’ha per me.)


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Tempo interiore del personaggio donizettiano<br />

Se il primo intervento di Paolina replica la melodia di Severo, il<br />

secondo, in occasione della ripetizione del crescendo lirico, si svolge sulla<br />

melodia enunciata da <strong>Poliuto</strong>, in canto parallelo. Un segno chiarissimo<br />

del passaggio del personaggio dalla sfera d’influenza pagana a quella cristiana.<br />

Paolina e <strong>Poliuto</strong> sono ancora su posizioni molto distanti a quest’altezza<br />

della vicenda, però cominciano a trovare un punto di contatto<br />

nella fede, tanto che questo momento sembra anticipare la perfetta sintonia<br />

che si realizzerà tra i due in occasione della cabaletta del duetto<br />

nell’ultimo atto. dopo la cavatina e prima di quel duetto questo concertato<br />

è dunque il momento centrale del percorso che tratteggia l’evoluzione<br />

compiuta dall’eroina.<br />

Se la scelta di Paolina si compie dopo un processo psicologico che<br />

occupa tutti e tre gli atti, ciò non significa che momento riflessivo e<br />

momento decisionale debbano essere forzatamente scissi. L’aria di<br />

<strong>Poliuto</strong> «Fu macchiato l’onor mio» è uno straordinario esempio di come<br />

la musica sia in grado di penetrare la psicologia di un personaggio in una<br />

situazione determinante, consentendo allo spettatore di seguirne i pensieri<br />

passo passo. cammarano offre a donizetti un organismo esemplare<br />

per rispetto della progettazione drammatico-formale dell’aria primottocentesca.<br />

Il cantabile esprime l’ira e la gelosia del protagonista nei confronti<br />

della moglie e di Severo appena colti in un colloquio privato. Il<br />

tempo di mezzo prevede l’ingresso di un messaggero che annuncia a<br />

<strong>Poliuto</strong> l’arresto di nearco. ciò provoca il tipico ribaltamento di situazione<br />

che giustifica il passaggio alla cabaletta incentrata su un piano<br />

affettivo opposto rispetto al cantabile: ora <strong>Poliuto</strong> parla di fede e di perdono.<br />

Quello che nel libretto è chiaramente inteso essere il cantabile,<br />

viene risolto da donizetti in modo anomalo. La voce procede infatti per<br />

frasi irregolari e melodicamente non definite su un ostinato dell’orchestra,<br />

sicché, più che il canto, è proprio l’orchestra che si fa carico di esprimere<br />

il furore di <strong>Poliuto</strong>. È un brano che non conosce ordine formale e<br />

proprio questo trattamento rende alla perfezione l’irrazionalità scatenata<br />

da un accesso d’ira. Al contrario la cabaletta «Sfolgorò divino raggio» è<br />

assolutamente regolare. Il senso dell’aria nel suo complesso sta, non tanto<br />

nell’espressione di due affetti contrapposti, ma nel passaggio dal disordine<br />

del ‘cantabile’ (o meglio del primo tempo) all’ordine della cabaletta,<br />

dalla confusione in cui versa <strong>Poliuto</strong> all’inizio del ‘numero’ alla lucidità<br />

41


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FornonI<br />

dell’ultima sezione che gli consente di prendere una decisione logica,<br />

raggiungere nearco nel circo, laddove in principio suo unico pensiero<br />

era dar sfogo allo sdegno attraverso la vendetta. Questo passaggio viene<br />

certamente determinato dalla notizia recata dal cristiano, ma musicalmente<br />

il tempo di mezzo sembra porre maggiore attenzione proprio alla<br />

svolta che avviene nella mente di <strong>Poliuto</strong>. Mentre i versi sono rivolti ai<br />

compagni in pericolo e a dio, l’orchestra ripropone per ben due volte<br />

l’ostinato del primo tempo dell’aria: quando il protagonista s’affanna per<br />

la sorte dei fratelli e quando scorge la salvezza («il ciel mi schiude la via<br />

che tragge a sé») dopo aver invocato «cessa fatal consiglio dell’ira». c’è<br />

una discrepanza tra quanto dice il testo e quanto dice la musica.<br />

evidentemente la scelta di <strong>Poliuto</strong> non è semplicemente frutto della sua<br />

fede in dio e del suo amore per i «fratelli», ma si deve a motivazioni più<br />

complesse che contemplano anche l’immenso amore e l’altrettanto<br />

immensa gelosia nei confronti della moglie, come per altro sarà confermato<br />

nel Finale II. donizetti non si limita dunque a mostrarci un importante<br />

sviluppo psicologico del protagonista, fondamentale nel determinare<br />

il prosieguo dell’azione, ma ci fa scoprire come e perché tale sviluppo<br />

avviene. <strong>Poliuto</strong> trova il modo di convogliare la sua furia nella<br />

decisione di recarsi al tempio e di rinvenire nella fede in cristo e nella<br />

gelosia verso Paolina le motivazioni che lo spingono al martirio.<br />

Il compositore, grazie a soluzioni prettamente musicali, è insomma<br />

in grado di cogliere i pensieri in divenire dei suoi personaggi e di comunicarli<br />

al proprio pubblico. La scelta di adottare una temporalità che fluisce<br />

in stretta connessione allo sviluppo psicologico influenza la percezione<br />

dello spettatore, messo nelle condizioni di comprendere che a un’attività<br />

temporale, certamente non ‘realistica’, ma comunque evidente,<br />

corrisponde un’attività psichica.<br />

Lorenzo Bianconi individua una peculiarità del teatro verdiano proprio<br />

in un processo simile: «Verdi per primo offre agli Italiani un teatro<br />

adulto, un teatro di virtù morali e civili, un teatro – più semplicemente<br />

– dove il tempo passa, e non passa invano, lascia il segno, incide sui personaggi».<br />

che, a ben vedere, è esattamente quanto accade nell’opera<br />

donizettiana (non solo in questa, per la verità). Lo studioso lega questa<br />

centralità del tempo all’interesse tutto verdiano per il raggiungimento<br />

della maturità biologica e/o morale: «Insisto nel sostenere che la vera<br />

42


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Tempo interiore del personaggio donizettiano<br />

novità del teatro di Verdi, straordinaria rispetto all’intero arco storico dell’opera<br />

italiana precedente, sta nell’aver introdotto la percezione, musicalmente<br />

realizzata, del tempo che passa, dell’età che avanza, di quella<br />

maturità e di quella vecchiaia insomma che il melodramma delle generazioni<br />

precedenti aveva censurato, o semplicemente ignorato, e che<br />

Verdi affronta a viso aperto». Si verrebbe così a creare una netta contrapposizione<br />

con la produzione precedente:<br />

Alla base, il melodramma del primo ottocento continua ad essere un teatro<br />

del «presente assoluto», un teatro senza il fattore ‘tempo’. Il tempo celebra<br />

sì la riconquistata letizia, oppure miete vittime e semina lutti, ma non<br />

passa, non scorre: accade, càpita. Il melodramma di rossini Bellini<br />

donizetti è più che mai un teatro di giovani eroi infelici, prede di strazianti<br />

patemi, un teatro che non conosce e non celebra la saggezza né i tormenti<br />

della vecchiaia. 4<br />

certamente nel <strong>Poliuto</strong> non riscontriamo la presenza della maturità<br />

biologica, ma il cammino compiuto dai due protagonisti segna il progressivo<br />

abbandono di emozioni tipicamente giovanili, quali la gelosia e<br />

l’amore – e quello di Paolina nei confronti di Severo era il primo amore,<br />

l’amore adolescenziale – in favore di una ‘maturità morale’ raggiunta<br />

grazie alla fede.<br />

Bianconi pone le sue considerazioni sul teatro verdiano in relazione<br />

al pubblico, alla società e al momento storico in cui il compositore si<br />

trova a operare concludendo che il «modello d’uomo» ivi proposto risulta<br />

«congeniale agli ideali del risorgimento». 5 In qualche modo questo<br />

può valere anche per donizetti. non è infatti possibile dimenticare che<br />

il tema politico al centro di questa e di altre opere propone una strenua<br />

lotta contro un potere oppressivo e vessatorio, né che lo stesso compositore<br />

non era affatto alieno a contatti, anche molto stretti, con personag-<br />

4. LorenZo BIAnconI, Risposta a Giuliano Procacci, in Verdi 2001. Atti del Convegno internazionale,<br />

Parma - New York - New Haven, 24 gennaio - 1 o febbraio 2001, a cura di Fabrizio<br />

della Seta, roberta Montemorra Marvin e Marco Marica, Firenze, olschki, 2003, pp.<br />

205-216: 211-212. Bianconi segnala l’unicità dell’approccio verdiano anche rispetto ai<br />

lavori tardottocenteschi (ivi, pp. 215-216).<br />

5. Ivi, p. 216.<br />

43


03. Fornoni - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.36 Pagina 37<br />

FornonI<br />

gi politicamente schierati e attivi. I casi di Michele Accursi e Agostino<br />

ruffini sono di per sé significativi 6 e significativa è la lettura che di alcune<br />

pagine donizettiane Mazzini dà nella sua Filosofia della musica. Il musicista<br />

è profondamente calato nel presente e gli stimoli che il suo tempo<br />

gli offre vengono tramutati in messaggi da lanciare al pubblico. <strong>Poliuto</strong>,<br />

Paolina e i loro compagni, conseguentemente alla maturità raggiunta,<br />

affrontano la morte pur di restare fedeli ai propri ideali.<br />

L’alta dignità morale di questi personaggi funge da esempio per il<br />

fruitore, ma la concezione temporale messa in atto agisce sull’ascoltatore<br />

anche in altro modo. Il pubblico ha la possibilità di osservare le decisioni,<br />

i sentimenti, i fallimenti, i gesti dei personaggi calati nel tempo,<br />

cogliendone così la parabola biografica e lo sviluppo psicologico. Gli<br />

vengono cioè forniti gli strumenti per seguirne la storia, entrando nelle<br />

loro menti. ciò provoca un effetto, non tanto di immedesimazione nei<br />

protagonisti, quanto piuttosto di partecipazione agli eventi che affrontano<br />

e ai loro amori, dolori, paure, scelte, insomma a tutta quella gamma<br />

di situazioni e sentimenti profondamente umani in grado di commuovere.<br />

Quale migliore realizzazione del ciclo comunicativo tra autore e<br />

pubblico?<br />

6. I rapporti tra donizetti, gli esuli italiani a Parigi e la Giovine Italia sono al centro del<br />

volume Parigi 1835, a cura di Livio Aragona e Federico Fornoni, Bergamo, <strong>Fondazione</strong><br />

donizetti, 2008 («Quaderni della <strong>Fondazione</strong> donizetti», 14). In particolare si vedano<br />

cArLoTTA SorBA, Mazziniani a Parigi, pp. 33-43 e AnTonIo cAroccIA, I <strong>Donizetti</strong> fratelli<br />

d’Italia, pp. 95-114.<br />

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<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

a cura di FederICO FOrnOnI<br />

Il tenore francese adolphe nourrit, primo interprete di ruoli quali<br />

arnold nel Guillaume Tell di rossini, robert in Robert le diable di<br />

Meyerbeer, Éléazar nella Juive di Halévy e raoul negli Huguenots ancora<br />

di Meyerbeer, decise di abbandonare Parigi all’apice della carriera in<br />

seguito alla straordinaria affermazione del più giovane Gilbert duprez.<br />

dopo aver lasciato il ruolo di primo tenore all’Opéra nel 1836 proseguì<br />

la carriera esibendosi nei salotti della capitale e nei teatri di provincia. la<br />

decisione di partire per l’Italia risale alla fine del 1837. Intento di<br />

nourrit era apprendere la tecnica di canto nostrana, nella speranza di<br />

rinverdire i successi parigini nel Belpaese. a tal fine prese dimora a<br />

napoli, dove frequentò assiduamente donizetti che gli impartiva lezioni<br />

di canto. 1 da parte sua il compositore si affidò in più occasioni alla<br />

profonda esperienza teatrale del tenore. lo interpellò a proposito della<br />

scelta del soggetto di un’opera che avrebbe dovuto scrivere per il théâtre<br />

Italien di Parigi, progetto poi naufragato, ne pose in musica alcuni testi<br />

poetici e, soprattutto, lo coinvolse attivamente nella stesura del <strong>Poliuto</strong>,<br />

lavoro nel quale il francese avrebbe dovuto interpretare il ruolo del protagonista<br />

in occasione del suo debutto italiano. nelle pagine che seguono<br />

si riportano stralci dell’epistolario di nourrit relativi all’intera fase di<br />

lavorazione di quest’opera, dalla progettazione fino alla proibizione da<br />

parte della censura. 2 allo stesso tempo le lettere qui proposte portano<br />

testimonianza di altri aspetti importanti, quali l’acceso interesse di<br />

1. In proposito si veda il saggio di Paolo Fabbri in questo stesso volume. Cfr. anche<br />

Henry Pleasants, The Great Tenor Tragedy: The Last Days of Adolphe Nourrit as told<br />

(mostly) by himself, Portland (Oregon), amadeus Press, 1995 e GIanCarlO landInI,<br />

Nourrit e <strong>Donizetti</strong>, «the donizetti society Journal», 7: <strong>Donizetti</strong> and France, a cura di<br />

alexander Weatherson e Fulvio stefano lo Presti, london-Bergamo, donizetti society<br />

- <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2002, pp. 571-677.<br />

2. I passi sono tratti da lOuIs-MarIe QuICHerat, Adolphe Nourrit : sa vie, son talent, son<br />

caractere, sa correspondance, 3 voll., Paris, librairie de l. Hachette et C.ie, 1867 (da qui in<br />

poi QuICHerat). la traduzione italiana si deve al curatore. le note al testo si trovano<br />

nell’originale.<br />

47


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 48<br />

FOrnOnI<br />

donizetti nei confronti della drammaturgia del grand opéra, il gusto del<br />

pubblico italiano, il montare dell’inarrestabile sconforto che colse il cantante<br />

e che di lì a poco lo avrebbe condotto al suicidio. numerose le<br />

personalità del mondo musicale citate, dall’impresario del s. Carlo<br />

domenico Barbaia, col quale nourrit era costantemente in trattativa<br />

durante il suo soggiorno napoletano, al suo collega della scala<br />

Bartolomeo Merelli, che pure aveva provato a ingaggiare il tenore, ma<br />

senza successo; dal direttore dell’Opéra di Parigi Charles duponchel, ai<br />

librettisti eugène scribe e Felice romani; dai compositori Giacomo<br />

Meyerbeer, saverio Mercadante e Ferdinand Hiller, destinatario di alcune<br />

lettere del nostro, ai tenori domenico donzelli e Manuel García.<br />

1<br />

QuICHerat, lettera lI, vol. III, p. 189. alla moglie adèle nourrit, da<br />

napoli, 30 marzo 1838.<br />

Il est seulement fâcheux que cette course m’ait fait prendre froid, et<br />

m’ait obligé de perdre deux bonnes leçons de donizetti. Il continue à<br />

être charmant avec moi, et je suis content aujourd’hui de pouvoir aussi<br />

lui être utile à quelque chose. Voici comment. Il est en pourparler avec<br />

la direction du théâtre-Italien de Paris, qui lui demande un opéra nouveau<br />

pour l’hiver prochain, et il me consulte sur le choix du sujet. en<br />

cherchant, nous sommes tombés sur une donnée qui lui a plu, et il m’a<br />

prié de lui écrire un scenario disposé pour la musique, en ayant égard<br />

aux sujets qu’il aura pour interprètes, et dont je connais les moyens. J’ai<br />

passé hier toute ma soirée, et ce matin quelques heures, à lui bâtir un<br />

plan d’opéra en trois actes, et je vais le lui porter.<br />

31 mars.<br />

donizetti est très content de mon scenario, et me voilà occupé à le lui<br />

copier en caractères lisibles.<br />

[È davvero spiacevole che questa corsa mi abbia fatto prendere freddo e<br />

mi abbia costretto a perdere due lezioni di donizetti. Continua a essere<br />

gentile con me, e io sono contento di potergli ora essere utile a mia<br />

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04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 49<br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

volta. ecco come. È in trattativa con la direzione del théâtre Italien di<br />

Parigi, che gli chiede un’opera nuova per l’inverno prossimo e lui mi ha<br />

consultato sulla scelta del soggetto. durante le ricerche ci siamo imbattuti<br />

in un argomento che gli è piaciuto e mi ha pregato di scrivergli uno<br />

scenario predisposto per la musica, tenendo conto degli interpreti dei<br />

quali conosco i mezzi. Ho passato tutta la serata di ieri e qualche ora stamattina<br />

a costruirgli il piano di un’opera in tre atti e vado a consegnarglielo.<br />

31 marzo.<br />

donizetti è molto contento del mio scenario, ed eccomi impegnato a<br />

trascriverlo in bella copia.]<br />

2<br />

QuICHerat, lettera lV, vol. III, p. 217. alla moglie adèle nourrit, da<br />

napoli, 10 aprile 1838.<br />

Je vois déjà que donizetti a confiance dans mon expérience théâtrale ;<br />

et si je reste ici (ce qui ne me paraît douteux), les ouvrages nouveaux se<br />

ressentiront probablement de mon influence.<br />

[Capisco che donizetti si fida della mia esperienza teatrale e se rimango<br />

qui (cosa che non mi pare in dubbio) i nuovi lavori risentiranno probabilmente<br />

della mia influenza.]<br />

3<br />

QuICHerat, lettera lXI, vol. III, p. 239. a monsieur Ch. P., da napoli,<br />

24 aprile 1838.<br />

Je suis lié d’amitié et de reconnaissance avec donizetti, dont les conseils<br />

sont précieux pour moi ; mais si je prends de lui des leçons de chant et<br />

d’accent italien, il se confie déjà à mon expérience théâtrale ; et quand<br />

il écrira quelque ouvrage pour moi, j’ai tout lieu de croire qu’il me suivra<br />

dans des chemins que je connais et qu’il n’a pas encore tenté d’explorer.<br />

C’est aujourd’hui le premier maestro de l’Italie ; et quoiqu’il ait<br />

produit déjà 60 opéras, il est assez jeune et assez fécond pour entrer dans<br />

une route nouvelle. son ambition est d’arriver en France, et je serai heu-<br />

49


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 50<br />

FOrnOnI<br />

reux et fier de lui en aplanir le chemin, en lui faisant unir nos ressources<br />

dramatiques à la puissance de la mélodie italienne, qu’il manie avec<br />

trop de facilité peut-être. ainsi appuyés l’un sur l’autre, nous avancerons<br />

tous les deux.<br />

[sono legato a donizetti da amicizia e riconoscenza e i suoi suggerimenti<br />

sono preziosi per me; ma se io prendo da lui lezioni di canto e di<br />

pronuncia italiana, lui si affida alla mia esperienza teatrale; e quando scriverà<br />

qualche opera per me ho motivo di credere che mi seguirà lungo<br />

strade che io conosco e che lui non ha ancora tentato. Oggigiorno è il<br />

primo maestro d’Italia e, nonostante abbia già composto 60 opere, è<br />

abbastanza giovane e abbastanza fecondo per intraprendere un nuovo<br />

percorso. arrivare in Francia è la sua ambizione, e io sarei felice e fiero<br />

di spianargli il cammino, facendogli coniugare le nostre risorse drammatiche<br />

alla forza della melodia italiana, che forse maneggia con eccessiva<br />

facilità. Così, sostenendoci a vicenda, avanzeremo entrambi.]<br />

4<br />

QuICHerat, lettera lXII, vol. III, pp. 243-244. al cognato eugène<br />

duverger, da napoli, 25 aprile 1838.<br />

J’ai donc fait part de mes répugnances à Barbaia, qui alors m’a proposé<br />

de m’engager pour l’automne, et de me faire débuter par l’opéra nouveau<br />

que donizetti doit composer à cette époque. J’ai agréé la proposition,<br />

et nous avons pris rendez-vous pour aujourd’hui afin de traiter cette<br />

affaire. donizetti désire beaucoup que cela s’arrange ; et comme je le<br />

désire aussi, et que Barbaia a besoin de moi, il est présumable que nous<br />

tomberons d’accord. J’espère faire adopter à donizetti Polyeucte, dont je<br />

lui ai déjà parlé, et qui lui a déjà monté la tête. donizetti a grande confiance<br />

en moi : je lui ai dessiné le plan d’un opéra italien pour Paris, et<br />

je lui ai composé une ballade française qu’il vient de mettre en musique,<br />

en suivant pas à pas mes avis et mes intentions. et puis, je crois qu’il sent<br />

la nécessité de faire du neuf, et surtout de travailler en vue de la France,<br />

où il désire arriver bientôt. Il se laissera donc diriger un peu par moi, et<br />

de même que je me trouve bien de l’excellence et de la franchise de ses<br />

avis, peut-être mes conseils pourront-ils lui être utiles.<br />

50


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 51<br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

Voici comme je compte traiter avec Barbaia : je ne m’engagerai avec lui que<br />

pour débuter avec cet opéra nouveau écrit expressément pour moi ; et, si<br />

d’ici là je suis assez avancé dans mes études pour être prêt à chanter sur le<br />

théâtre, alors je prendrai soit Lucia, soit Roberto, soit tout autre ouvrage du<br />

répertoire (selon la circonstance), et nous combinerons un autre arrangement<br />

pour une représentation détachée, qui précéderait mon engagement.<br />

[Ho dunque messo a parte delle mie perplessità Barbaia, il quale mi ha<br />

allora proposto un ingaggio per l’autunno, facendomi debuttare con<br />

l’opera nuova che donizetti deve comporre per quel periodo. Ho accettato<br />

la proposta e abbiamo fissato un incontro per oggi, in modo da trattare<br />

l’affare. donizetti desidera veramente che vada a buon fine e, siccome<br />

anch’io lo desidero e Barbaia ha bisogno di me, è presumibile che<br />

troveremo un accordo. spero di fare adottare a donizetti Polyeucte, soggetto<br />

di cui gli ho già parlato e che lo ha già entusiasmato. donizetti ha<br />

grande fiducia in me: gli ho steso il piano di un’opera italiana per Parigi<br />

e gli ho scritto una ballata francese che sta mettendo in musica seguendo<br />

passo passo i miei consigli e i miei desideri. Credo poi che senta la<br />

necessità di fare del nuovo e, soprattutto, di lavorare in vista della Francia,<br />

dove desidera arrivare presto. Perciò si lascerà indirizzare da me e, poiché<br />

io sono felice dell’eccellenza e della franchezza dei suoi suggerimenti,<br />

può darsi che i miei consigli possano essergli utili. ecco come conto<br />

di trattare con Barbaia: non mi impegnerò con lui se non per debuttare<br />

con questa nuova opera scritta espressamente per me; e se per allora sarò<br />

abbastanza avanti nei miei studi per cantare in teatro, allora prenderò sia<br />

Lucia, sia Roberto, sia tutte le altre opere del repertorio (a seconda delle<br />

circostanze) e troveremo un altro accordo per una rappresentazione a<br />

parte, che precederà il mio ingaggio.]<br />

5<br />

QuICHerat, lettera lXIV, vol. III, pp. 246-248. alla moglie adèle<br />

nourrit, da napoli, 29 aprile 1838.<br />

Il n’y a plus moyen de m’en dédire, chère amie : me voilà Italien au<br />

moins pour onze mois encore ; j’ai signé hier mon engagement avec<br />

Barbaia. les conditions d’argent ne sont pas aussi belles que celles qu’on<br />

51


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 52<br />

FOrnOnI<br />

m’offrait à Milan, mais la position est cent fois meilleure, et la chance de<br />

succès bien plus grande, puisque je débute par un opéra de donizetti<br />

écrit exprès pour moi, et dont moi-même j’ai choisi le sujet. C’est celui<br />

que j’avais rêvé en partant de France, c’est le Polyeucte de Corneille, dans<br />

lequel j’ai trouvé de bonnes situations musicales ; et tu sais si j’ai confiance<br />

dans les sentiments que j’aurai à exprimer dans ce rôle de martyr.<br />

Cette confiance, tu dois l’avoir aussi, et nous aurons tous les deux moins<br />

de crainte en pensant que l’intérêt personnel ne nous fait pas seul désirer<br />

le succès, et l’espoir de travailler à une bonne œuvre me soutiendra<br />

plus qu’un vain désir de gloire ; avec cet ouvrage j’espère entrer véritablement<br />

dans une nouvelle carrière, dans une carrière telle que je l’ai<br />

toujours désirée. Ce sujet plaît d’autant plus à donizetti qu’il est tout<br />

nouveau pour l’Italie, et qu’il lui donne la possibilité de faire autre chose<br />

que ce qu’il a fait jusqu’à présent ; les chrétiens lui montent la tête, et il<br />

compte sur l’effet des chants religieux au milieu de situations pathétiques.<br />

nous ne nous en sommes pas tenus à la donnée un peu trop admirative<br />

de Corneille : avant le triomphe du sentiment religieux, nous avons laissé<br />

se développer un peu la passion humaine, et le sacrifice en est d’autant<br />

plus beau. le poète 1 de donizetti a aussi adopté cette donnée avec<br />

confiance, et travaille déjà sur le plan que moi-même j’ai lui ai écrit en<br />

italien. Me voilà donc tranquille de ce côté....<br />

[...]<br />

Juge du plaisir avec lequel j’ai signé mon engagement avec Barbaia ; et<br />

si ton père et maman trouvent que j’ai été un peu facile pour les conditions<br />

d’argent, j’espère qu’ils n’en seront pas moins satisfaits de la belle<br />

position que je prends en commençant, et qu’ils trouveront qu’elle valait<br />

bien un sacrifice de ma part. en définitive, l’engagement n’est pas honteux.<br />

Je dois débuter en septembre, ou octobre au plus tard, avec la première<br />

représentation de l’opéra nouveau, et je reste engagé jusqu’au 20<br />

mars ou au samedi de la Passion à ma volonté ; on me donne 600 ducats<br />

par mois, ce qui fait 2700 francs, plus une demi-représentation à saint-<br />

Charles, abonnement suspendu, qui pourra bien me rapporter pour ma<br />

1. romani, le meilleur librettiste du temps.<br />

52


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 53<br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

part de 3 à 4000 francs, et peut-être plus, si je réussis complétement, et<br />

si je sais la rendre piquante. [...]<br />

Barbaia est tout rayonnant de mon engagement, et il a déjà envoyé à<br />

l’imprimeur son cartello où figure mon nom en gros caractères.<br />

[non c’è più modo per ritirarmi, amica cara: eccomi italiano per almeno<br />

altri undici mesi; ho firmato ieri il mio ingaggio con Barbaia. le condizioni<br />

economiche non sono remunerative come quelle che mi sono<br />

state offerte a Milano, ma la posizione è cento volte migliore e la possibilità<br />

di successo molto più grande, poiché debutto con un’opera di<br />

donizetti scritta espressamente per me e della quale ho scelto io stesso<br />

il soggetto. È quello che avevo sognato partendo dalla Francia, il Polyeucte<br />

di Corneille, all’interno del quale ho già individuato delle buone situazioni<br />

per la musica; e tu sai se ho dimestichezza coi sentimenti che dovrò<br />

esprimere in questo ruolo di martire. la stessa fiducia devi averla anche<br />

tu, ed avremo entrambi meno timore pensando che l’interesse personale<br />

non ci faccia desiderare solo il successo e che la speranza di lavorare a<br />

una buona opera mi sosterrà più di un vano desiderio di gloria; con questo<br />

lavoro spero vivamente di avviare una nuova carriera, una carriera<br />

che ho sempre desiderato. Il soggetto piace sempre più a donizetti, poiché<br />

è affatto nuovo per l’Italia, e poiché gli offre la possibilità di fare cose<br />

diverse da quanto ha fatto fino ad oggi; i cristiani lo fanno impazzire e<br />

conta sull’effetto dei canti religiosi nel mezzo delle situazioni patetiche.<br />

non ci siamo tenuti insomma al dato un po’ troppo agiografico di<br />

Corneille: prima del trionfo del sentimento religioso, abbiamo sviluppato<br />

un po’ la passione umana e anche il sacrificio ne ha tratto vantaggio.<br />

anche il poeta 1 di donizetti ha accettato questa proposta con fiducia e<br />

già lavora sul piano che io stesso gli ho scritto in italiano. eccomi dunque<br />

tranquillo da questo punto di vista...<br />

[...]<br />

Giudica dal piacere con il quale ho firmato il mio impegno con Barbaia<br />

e se i tuoi genitori ritengono che io sia stato un po’ accomodante per le<br />

condizioni economiche, spero che non saranno meno soddisfatti di que-<br />

1. romani, il migliore librettista del tempo. [In realtà il librettista di <strong>Poliuto</strong> è salvadore<br />

Cammarano].<br />

53


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 54<br />

FOrnOnI<br />

sta buona posizione per un inizio e che riterranno che essa val bene un<br />

sacrificio da parte mia. In definitiva l’ingaggio non è disonorevole. devo<br />

debuttare a settembre, o ottobre al più tardi, con la prima rappresentazione<br />

dell’opera nuova e resto ingaggiato fino al 20 marzo o al sabato<br />

santo, a mia scelta; mi si danno 600 ducati al mese, che fanno 2700 franchi,<br />

più una mezza rappresentazione al s. Carlo fuori abbonamento, che<br />

mi potrà rendere dai 3 ai 4000 franchi, e forse di più, se ho successo<br />

completo e se la so rendere arguta. [...]<br />

Barbaia è raggiante per il mio ingaggio e ha già inviato allo stampatore<br />

il suo cartellone dove campeggia il mio nome in caratteri grandi.]<br />

6<br />

QuICHerat, lettera lXVI, vol. III, pp. 250-251. alla sorella madame<br />

aucoc, da napoli, 1 o maggio 1838.<br />

Chère sœur,<br />

tu as appris par adèle qu’il n’y a plus à revenir sur mes pas. Voilà mon<br />

sort fixé pour un an, ou à peu près : je suis engagé jusqu’au 20 mars prochain<br />

au théâtre de saint-Charles. C’en est fait, me voilà italien ; et je<br />

commence par l’épreuve la plus difficile ; j’affronte le public de naples,<br />

qui est le plus froid, le plus exigeant de toute l’Italie. Il n’y a pourtant pas<br />

de quoi s’effrayer, car il n’est pas gâté parce qu’il entend tous les jours.<br />

et puis, il a toujours fait bon accueil aux étrangers qui sont venus se soumettre<br />

à son jugement. déjà j’ai bon nombre d’amis ; on me voit avec<br />

intérêt ; cela fait bon effet que je sois venu passer six mois à naples pour<br />

y étudier l’accent et le goût italiens, et il paraît que la nouvelle de mon<br />

engagement a été accueillie avec faveur.<br />

Moi, ce qui me rassure tout à fait, c’est le début dans un opéra nouveau,<br />

où je n’aurai de comparaison à subir avec personne, un opéra écrit<br />

pour moi par donizetti, qui a le talent de bien mettre en relief les qualités<br />

de ses chanteurs et de cacher leurs défauts ; et puis, par-dessus tout,<br />

le sujet de cet opéra, qui me plaît, que j’ai choisi et auquel j’ai foi. l’effet<br />

de mon rôle reposera sur l’exaltation du sentiment religieux, combattu<br />

un instant par la passion humaine, mais finissant par triompher. toutes les<br />

fois que j’ai eu cette corde à faire vibrer, j’ai su trouver des accents sympathiques,<br />

et plus que jamais aujourd’hui je crois à l’effet de la musique<br />

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04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 55<br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

religieuse. Mon voyage en Italie n’aura pas fait du bien seulement à mon<br />

talent : mon esprit y aura encore plus gagné que ma voix. Par un enchaînement<br />

merveilleux de circonstances inattendues, mes idées se sont toutes<br />

portées vers un objet qui était depuis quelques années le sujet de mes<br />

méditations les plus sérieuses. la rencontre de silvio Pellico, la vue des<br />

chefs-d’œuvre qu’a inspirés la religion, les livres qui me sont tombés sous<br />

la main, ma position même, tout a contribué à me faire trouver le chemin<br />

de la vérité ; et depuis que je suis entré dans cette voie, je me sens<br />

encore plus fort, parce que je me sens plus tranquille. Par un de ces bonheurs<br />

dont la source n’est pas ici bas, adèle marchait en même temps que<br />

moi dans la même route, et sans que l’un influençât l’autre, nous avons<br />

changé tous deux, et changé pour nous retrouver encore plus unis, pour<br />

nous aimer encore davantage.<br />

[Cara sorella,<br />

hai saputo da adèle che non posso più tornare sui miei passi. la mia sorte<br />

è fissata per un anno all’incirca: sono ingaggiato fino al 20 marzo prossimo<br />

al teatro s. Carlo. È fatta, eccomi italiano; e comincio con la prova più<br />

difficile; affronto il pubblico di napoli, che è il più freddo, il più esigente<br />

di tutta Italia. non c’è tuttavia da spaventarsi poiché non è corrotto dall’ascolto<br />

quotidiano. e poi ha sempre accolto benevolmente gli stranieri<br />

che si sono sottoposti al suo giudizio. Ho già un buon numero di amici;<br />

si guarda a me con interesse; poi fa buon effetto il fatto che sia venuto a<br />

trascorrere a napoli sei mesi per studiare la pronuncia e il gusto italiani e<br />

sembra che la notizia del mio ingaggio sia stata accolta con favore.<br />

Ma ciò che mi rassicura di più è il debutto in un’opera nuova, grazie al<br />

quale non dovrò soffrire alcun paragone con nessuno, un’opera scritta<br />

per me da donizetti che ha il talento di mettere nel giusto rilievo le qualità<br />

dei suoi cantanti e di celare i loro difetti e poi, soprattutto, il soggetto<br />

di quest’opera, che mi piace, che ho scelto e nel quale ho fede.<br />

l’effetto del mio ruolo starà nell’esaltazione religiosa che si scontrerà per<br />

un momento con la passione umana, ma che finirà per trionfare. tutte le<br />

volte che mi sono trovato a far vibrare queste corde ho saputo rinvenire<br />

accenti commoventi e oggi più che mai confido nell’effetto della<br />

musica religiosa. Il viaggio in Italia non avrà fatto del bene solo al mio<br />

talento: il mio spirito ne avrà guadagnato ancor più della mia voce.<br />

55


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 56<br />

FOrnOnI<br />

Grazie ad una meravigliosa concatenazione di circostanze inaspettate, le<br />

mie idee si sono tutte indirizzate verso un oggetto che da qualche anno<br />

era al centro dei miei pensieri più profondi. l’incontro con silvio<br />

Pellico, la vista dei capolavori che la religione ha ispirato, i libri che mi<br />

sono capitati fra le mani, la mia stessa situazione, tutto ha contribuito a<br />

farmi trovare il cammino della verità; e da quando percorro questa strada<br />

mi sento ancora più forte, perché mi sento più tranquillo. Per una felice<br />

coincidenza, anche adèle si è incamminata nel medesimo periodo<br />

sulla stessa strada e, senza che l’uno abbia influenzato l’altra, siamo cambiati<br />

entrambi per ritrovarci ancora più uniti, per amarci ancora di più.]<br />

7<br />

QuICHerat, lettera lXVII, vol. III, pp. 252-255. a Ferdinand Hiller, da<br />

napoli, 5 maggio 1838.<br />

Mais arrivons à la nouvelle que j’ai vous donnée. Mon sort est enfin fixé :<br />

il n’y a plus à m’en dédire ; je suis chanteur italien, ou du moins je me<br />

suis engagé pour tel, en attendant que le public reconnaisse la validité de<br />

l’acte sur papier timbré. J’ai signé avec Barbaia un engagement de six<br />

mois, qui doit commencer au mois d’octobre prochain, pour aller<br />

jusqu’à la fin de mars. les conditions d’argent auxquelles j’ai souscrit<br />

sont moins belles que celles que me proposait M. Merelli, mais la position<br />

est bien plus agréable pour moi. Il nous a été difficile de nous<br />

entendre avec donzelli, car les mêmes rôles nous convenaient à tous<br />

deux, et je ne pouvais souscrire à ce que me demandait Merelli, qui voulait<br />

me faire chanter l’opéra buffa et les rôles de tenore sfogato. 2 Ici je serai<br />

presque le maître de choisir et mes rôles et mes opéras ; et puis, j’ai l’immense<br />

avantage de débuter par un ouvrage nouveau, écrit exprès pour<br />

moi par donizetti. si je me confie sans réserve à donizetti pour apprendre<br />

de lui l’accentuation du chant italien, de son côté il a confiance dans<br />

l’expérience que j’ai du théâtre, et est tout disposé à s’en rapporter à moi<br />

sur le choix du libretto qu’il devra mettre en musique.<br />

Il sent la nécessité de faire du nouveau, et a déjà adopté un plan que je<br />

lui ai proposé et qui lui offre des situations qu’il n’a pas eu encore à trai-<br />

2. ténor léger.<br />

56


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<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

ter, un sujet qui l’empêchera de se laisser aller à cette facilité dont il<br />

abuse quelquefois. et puis, sa grande ambition est d’arriver à Paris, d’arriver<br />

à l’Opéra ; et, tout en donnant du nouveau à l’Italie, il veut se préparer<br />

aux exigences de notre scène lyrique. J’espère que je pourrai lui<br />

rendre une partie du bien qu’il me fait. déjà j’ai pu juger de la confiance<br />

qu’il a en moi : il fait un album pour Paris, et il m’a demandé d’abord<br />

quelques sujets de ballades, de romances, qu’il voulait faire exécuter en italien<br />

; et puis, il a désiré que je les lui écrivisse en vers français : j’ai été<br />

assez heureux pour rencontrer juste ce qu’il voulait, et il s’est mis à l’œuvre.<br />

Mais comme le désir de faire du neuf m’avait poussé à me développer<br />

un peu plus qu’on ne le fait dans ce genre de composition, le travail<br />

a été plus difficile pour lui, et il a dû me consulter chaque jour sur ce<br />

qu’il avait fait et sur ce qu’il voulait faire. J’ai été aussi franc avec lui qu’il<br />

l’était avec moi ; il a suivi mes conseils presque aveuglément. aussi j’ai<br />

bon espoir pour l’opéra que nous préparons pour mon début ; je crois<br />

que son poète a bien compris ce que je veux, et d’ailleurs, à mesure qu’il<br />

travaillera, je serais là pour faire retoucher ce qui ne me conviendrait pas.<br />

Quant à donizetti, je le vois déjà préoccupé de la nouveauté de ce sujet<br />

pour lui, et il me dit quelquefois : «Pourvu que je réussisse à bien rendre<br />

ce caractère de musique que vous désirez ! Je n’ai encore rien fait de<br />

semblable». et je suis enchanté de lui voir cette préoccupation ; et, en<br />

l’empêchant de composer trop vite et de se laisser aller à adopter ce qui<br />

lui vient tout d’abord, je crois que je lui rendrai un véritable service.<br />

ainsi, nous aurons gagné tous deux à ce frottement.<br />

[...]<br />

Je me suis acquitté de votre commission auprès de donizetti, qui vous<br />

remercie de votre bon souvenir, et me charge de ses compliments pour vous.<br />

Il compte aller à Paris aussitôt après la représentation de son opéra, qui passera<br />

fin septembre ou au commencement d’octobre. On lui a fait des propositions<br />

pour le théâtre-Italien, mais il n’a pas encore signé d’engagement.<br />

[Ma arriviamo alla notizia che vi ho dato. la mia sorte è finalmente fissata:<br />

non posso più ritrarmi; sono un cantante italiano, o almeno mi sono<br />

impegnato come tale, attendendo che il pubblico riconosca la validità<br />

dell’atto su carta bollata. Ho firmato un ingaggio di sei mesi con Barbaia<br />

che comincerà nel prossimo mese di ottobre e proseguirà fino alla fine<br />

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04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 58<br />

FOrnOnI<br />

di marzo. le condizioni economiche che ho sottoscritto sono meno<br />

vantaggiose di quelle che mi sono state proposte dal signor Merelli, ma<br />

la posizione è preferibile di molto. È stato difficile intenderci con<br />

donzelli, perché i medesimi ruoli si confacevano ad entrambi e non<br />

potevo acconsentire a quanto mi domandava Merelli che voleva farmi<br />

cantare l’opera buffa e i ruoli da tenore sfogato. 2 Qui sarò libero di decidere<br />

i miei ruoli e le mie opere; inoltre ho l’immenso vantaggio di<br />

debuttare con un’opera nuova scritta espressamente per me da donizetti.<br />

se io mi affido senza riserve a donizetti per apprendere da lui la pronuncia<br />

del canto italiano, da parte sua, lui confida nella mia esperienza<br />

teatrale ed è pienamente disposto a confrontarsi con me sulla scelta del<br />

libretto che dovrà mettere in musica. sente la necessità di fare del nuovo<br />

e ha già adottato un piano che gli ho proposto e che gli offre situazioni<br />

che non ha ancora trattato, un soggetto che gli impedirà di lasciarsi andare<br />

a quella facilità della quale talvolta abusa. e poi la sua grande ambizione<br />

è di arrivare a Parigi, all’Opéra; e, proponendo qualcosa di nuovo<br />

per l’Italia, si vuole preparare alle esigenze della nostra scena lirica. spero<br />

di potergli rendere una parte del bene che mi fa. Ho già potuto constatare<br />

la fiducia che ha in me: sta facendo un album per Parigi e mi ha<br />

chiesto dapprima alcuni soggetti di ballate, di romanze, che voleva portare<br />

in italiano; poi ha espresso il desiderio che li scrivessi per lui in versi<br />

francesi: sono stato molto felice di accontentarlo e si è messo al lavoro.<br />

Ma siccome il desiderio di fare qualcosa di nuovo mi aveva spinto un po’<br />

oltre rispetto a quello che di solito si fa in questo genere di composizione,<br />

il lavoro è stato più difficile per lui, e ha dovuto consultarmi tutti i<br />

giorni su quanto aveva fatto e su quanto voleva fare. sono stato tanto<br />

franco con lui, quanto lui lo è stato con me; ha seguito i miei consigli<br />

quasi ciecamente. Così nutro buone speranze per l’opera che prepariamo<br />

per il mio debutto; credo che il suo poeta abbia compreso quello che<br />

voglio e, in ogni caso, mentre lavorerà, io sarò lì per ritoccare quello che<br />

non mi convincerà.<br />

Quanto a donizetti lo vedo già preoccupato per la novità di questo soggetto<br />

e qualche volta mi dice: «speriamo che io riesca a rendere bene il<br />

carattere della musica che voi desiderate! non ho mai fatto niente di<br />

2. tenore leggero.<br />

58


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<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

simile». Io sono incantato nel vedere in lui questa preoccupazione e<br />

impedendogli di comporre troppo velocemente e di lasciarsi andare a ciò<br />

che gli viene d’istinto, credo di fargli un vero favore. Così avremo guadagnato<br />

entrambi da questi continui contatti.<br />

[...]<br />

Mi sono fatto carico della vostra commissione presso donizetti, che vi<br />

ringrazia del vostro buon ricordo e mi incarica di porvi i suoi complimenti.<br />

Conta di andare a Parigi subito dopo la rappresentazione della sua<br />

opera, che andrà in scena a fine settembre o all’inizio di ottobre. Gli<br />

hanno fatto delle proposte per il théâtre-Italien, ma non ha ancora firmato<br />

l’ingaggio.]<br />

8<br />

QuICHerat, lettera lXVIII, vol. III, pp. 257-258. alla moglie adèle<br />

nourrit, da napoli, 6 maggio 1838.<br />

Voilà une commission de donizetti pour ton père, que tu dois d’abord<br />

embrasser pour moi, et remercier de l’envoi des deux brochures.<br />

donizetti est en pourparler avec duponchel, qui lui a fait offrir un<br />

poème de scribe en trois actes. Malgré tout le désir qu’a donizetti d’arriver<br />

à l’Opéra, il n’accepte pas ce poème, dont le sujet ne lui plaît pas :<br />

c’est le Comte Julien, que devait faire Gomis, et dont Meyerbeer n’a pas<br />

voulu. C’est un ami de donizetti qui se mêle de cette affaire, et donizetti,<br />

qui lui a déjà écrit sa réponse, voudrait que ton père parlât à cet ami, qui<br />

se nomme M. accursi, et loge aux Batignolles. ainsi ton père aurait à<br />

prier ce monsieur par lettre de passer à son bureau, et voilà ce que<br />

donizetti voudrait qu’il fût dit à son ami. Qu’il ne refuse le poème de<br />

scribe que parce que le sujet ne lui est pas sympathique, et que déjà il a<br />

refusé d’écrire un opéra en Italie sur cette même donnée, que romani<br />

avait traitée pour lui. Ce que voudrait donizetti de scribe, ce serait un<br />

poème en cinq petits actes bien courts (comme la Muette), un sujet brillant<br />

et varié, avec deux belles situations pathétiques, mais le reste plutôt<br />

gai que sérieux, enfin le pendant de la Muette, si cela est possible. M.<br />

accursi doit donc voir scribe, et lui donner toutes ces explications. Je<br />

demande pardon à ton père de la peine, et le remercie d’avance. donizetti<br />

serait bien aise aussi de savoir la position de l’Opéra, ce qui s’y fait, ce qui<br />

59


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FOrnOnI<br />

doit s’y faire, et quel serait pour lui le moment propice d’y arriver. si ton<br />

père peut m’écrire une lettre là-dessus, il me ferait bien plaisir.<br />

en attendant, notre Polyeucte va son train : le poète est à l’œuvre, et<br />

donizetti se préoccupe déjà de ce qu’il aura à faire pour entrer dans le<br />

caractère de cette musique chrétienne qu’il va avoir à traiter pour la première<br />

fois. Je ne suis pas fâché de le voir douter un peu de lui-même :<br />

c’est la meilleure disposition pour les gens qui ont trop de facilité. J’ai<br />

toujours de plus en plus confiance dans cette donnée, et j’espère que tu<br />

partages cette confiance.<br />

[ecco una commissione di donizetti per tuo padre, che devi abbracciare<br />

da parte mia e ringraziare per l’invio dei due opuscoli. donizetti è in<br />

trattativa con duponchel, che gli ha offerto un poema di scribe in tre<br />

atti. Malgrado il grande desiderio di donizetti di arrivare all’Opéra, non<br />

accetta questo poema, il cui soggetto non gli piace: è le Comte Julien, che<br />

doveva fare Gomis, e che Meyerbeer non ha voluto. È un amico di<br />

donizetti che segue questo affare e donizetti, che gli ha già scritto la sua<br />

risposta, vorrebbe che tuo padre parlasse a questo amico che si chiama<br />

signor accursi e alloggia a Batignolles. tuo padre dovrebbe pregare per<br />

lettera questo signore di passare dal suo ufficio; ed ecco quello che<br />

donizetti vorrebbe fosse detto al suo amico: che rifiuta il poema di<br />

scribe solo perché il soggetto non lo commuove e che ha già rifiutato<br />

di scrivere un’opera in Italia sullo stesso argomento che romani aveva<br />

preparato per lui. Quello che donizetti vorrebbe da scribe sarebbe un<br />

poema in cinque brevi atti molto corti (come la Muette), un soggetto<br />

brillante e vario, con due belle situazioni patetiche, ma il resto più gaio<br />

che serio, insomma il corrispettivo della Muette, se fosse possibile. Il<br />

signor accursi deve perciò incontrare scribe e fornirgli tutte queste spiegazioni.<br />

Chiedo scusa a tuo padre per il disturbo e lo ringrazio in anticipo.<br />

donizetti gradirebbe molto anche di conoscere la posizione<br />

dell’Opéra, quello che si fa, quello che bisogna fare e quale sarebbe per<br />

lui il momento propizio di arrivare. se tuo padre potesse scrivermi una<br />

lettera in proposito mi farebbe molto piacere.<br />

nell’attesa, il nostro <strong>Poliuto</strong> procede: il poeta è all’opera e donizetti si<br />

preoccupa già di quanto dovrà fare per entrare nel carattere di questa<br />

60


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 61<br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

musica cristiana che si accinge ad affrontare per la prima volta. non sono<br />

spiacente di vederlo dubitare un po’ di se stesso: è la disposizione migliore<br />

per coloro che hanno troppa facilità. Ho sempre più fiducia in questo<br />

soggetto e spero che tu condivida questa fiducia.]<br />

9<br />

QuICHerat, lettera lXX, vol. III, pp. 262-263. alla moglie adèle<br />

nourrit, da napoli, 15 maggio 1838.<br />

Cependant, s’il m’arrive de m’occuper de mon début, de penser à mon<br />

travail, il me semble que c’est d’hier que j’ai commencé à étudier, et que<br />

c’est demain qu’il va falloir me produire en public. aussi les jours s’en<br />

vont pour moi rapidement, quoique je trouve les semaines bien longues<br />

quand je pense à celles qui me séparent de toi. Malgré ces inconséquences<br />

apparentes, je me trouve assez raisonnable, et suis prêt à accepter un<br />

petit retard, s’il est nécessaire à votre bien-être et à la facilité de votre<br />

voyage. d’une autre côté, je ne m’effraye pas trop de mon début par<br />

avance, et, par ce que j’ai fait déjà, j’espère en faire assez d’ici là pour satisfaire<br />

les exigences du public italien.<br />

notre opéra va bon train. donizetti a déjà fait l’introduction, et m’a déjà<br />

fait chanter une prière que je dis au moment de me faire chrétien : le<br />

morceau est bien dans ma voix, et de nature à bien disposer le public et<br />

pour moi et pour l’ouvrage. Il est fait de sorte que, même avec la peur,<br />

je le pourrai bien chanter : l’émotion même que j’éprouverai devra ajouter<br />

à l’effet.<br />

Je suis toujours de plus en plus content de donizetti, qui me montre<br />

une véritable amitié, et qui me témoigne beaucoup de confiance. Il me<br />

consulte sur ce qu’il doit faire ; et comme il cherche du nouveau, il est<br />

bien aise de savoir par moi ce qui fait de l’effet en France. Je lui ai<br />

composé deux ballades françaises, qu’il veut écrire pour Paris : elles ont<br />

eu assez de succès, et il en a déjà mis une en musique. l’une d’elles est<br />

sur napoléon, et un poète italien, ami de donizetti, a déjà essayé de la<br />

traduire. Je ne crois pourtant pas qu’elle soit digne du sujet ; je ne crois<br />

pas surtout qu’elle vaille la peine d’une copie, qui me prendrait la moitié<br />

de cette lettre. dis à eugène qu’il me pardonne la liberté que j’ai<br />

61


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 62<br />

FOrnOnI<br />

prise de toucher à son héros : 3 je ne l’ai fait qu’à mon corps défendant,<br />

et pour complaire à donizetti, qui voulait absolument quelque<br />

chose sur sainte-Hélène. Peut-être la musique fera-t-elle passer les<br />

paroles !<br />

[tuttavia se mi capita di occuparmi del mio debutto, di pensare al mio<br />

lavoro, mi pare ieri che io abbia cominciato a studiare e che mi debba<br />

esibire in pubblico domani. Così i giorni passano rapidamente per me,<br />

benché io trovi le settimane estremamente lunghe quando penso a quelle<br />

che mi separano da te. Malgrado queste apparenti incongruenze, sono<br />

molto razionale e pronto ad accettare un piccolo ritardo, se è utile al<br />

vostro benessere e ad agevolare il vostro viaggio. d’altra parte non mi<br />

preoccupo troppo del mio debutto in anticipo e, per quanto riguarda ciò<br />

che ho già fatto, spero di fare abbastanza da qui a quel giorno per soddisfare<br />

le esigenze del pubblico italiano.<br />

la nostra opera procede bene. donizetti ha già composto l’Introduzione<br />

e mi ha già fatto cantare una preghiera che dico al momento del battesimo:<br />

il pezzo è adatto alla mia voce e scritto in modo da disporre positivamente<br />

il pubblico sia verso di me, che verso l’opera. È di un tipo che,<br />

anche con la paura, io lo potrò cantare bene: l’emozione stessa che proverò<br />

rinforzerà l’effetto.<br />

sono sempre più contento di donizetti, che mi dimostra vera amicizia<br />

e che mi tiene in gran conto. Mi consulta su quanto deve fare e,<br />

siccome cerca del nuovo, è ben lieto di sapere attraverso me ciò che<br />

fa effetto in Francia. Ho scritto per lui due ballate francesi che vuole<br />

comporre per Parigi: gli sono piaciute e ne ha già messa in musica<br />

una. una delle due è su napoleone e un poeta italiano, amico di<br />

donizetti, ha già provato a tradurla. tuttavia non credo sia degna del<br />

soggetto; soprattutto non credo valga la pena di trascriverla, poiché<br />

mi prenderebbe la metà di questa lettera. dì a eugène che mi perdo-<br />

3. M. eugène duverger avait un vrai culte pour la mémoire de l’empereur, et une confiance<br />

inébranlable dans une restauration napoléonienne. Il vit le triomphe de ses idées,<br />

triomphe auquel il n’avait pas été inutile, sans vouloir en tirer vanité et encore moins<br />

profit.<br />

62


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 63<br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

ni la libertà che mi son preso di toccare il suo eroe: 3 non l’ho fatto<br />

che controvoglia e solo per compiacere donizetti, che voleva assolutamente<br />

qualcosa su s. elena. Forse la musica farà sopportare le parole!]<br />

10<br />

QuICHerat, lettera lXXI, vol. III, p. 264. alla madre, da napoli, 20<br />

maggio 1838.<br />

J’espère que tu seras contente aussi du choix que j’ai fait pour mon<br />

début en Italie. Maintenant que j’ai rompu avec mon passé, je veux<br />

tâcher de donner à mon talent une direction conforme à mes croyances,<br />

et j’espère que dieu m’aidera à répandre, par le moyen de mon art, des<br />

pensées bonnes et utiles à l’humanité ; j’espère qu’il permettra que mon<br />

art se purifie, et que sous l’attrait du plaisir, il serve à propager l’amour<br />

du bien, qui est l’amour de dieu. si je veux réussir maintenant, ce n’est<br />

plus tant pour recueillir des applaudissements, de la gloire ; c’est pour<br />

accomplir une œuvre utile, une bonne œuvre : dieu veuille qu’un jour<br />

ce soit une œuvre sainte ! J’ai bon espoir.<br />

[spero che anche tu sarai contenta della scelta che ho fatto per il mio<br />

debutto in Italia. Ora che ho rotto con il passato, voglio fare in modo<br />

di dare al mio talento una direzione conforme alla mia fede e spero che<br />

dio m’aiuterà a diffondere attraverso la mia arte pensieri buoni e utili<br />

per l’umanità; spero che permetterà alla mia arte di purificarsi e che con<br />

l’attrattiva del piacere essa serva a diffondere l’amore del bene, che è<br />

l’amore di dio. se ora voglio avere successo non è più tanto per raccogliere<br />

applausi e gloria; è per compiere un’opera utile, un’opera buona:<br />

dio voglia che un giorno questa sia un’opera santa! ne ho buona speranza.]<br />

3. Il signor eugène duverger aveva un vero culto per la memoria dell’imperatore e<br />

un’incrollabile fiducia in una restaurazione napoleonica. Vive il trionfo delle sue idee,<br />

trionfo al quale non era stato inutile, senza volerne trarre vanità e, ancor meno, profitto.<br />

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FOrnOnI<br />

11<br />

QuICHerat, lettera lXXII, vol. III, p. 266. alla madre, da napoli, 27<br />

maggio 1838.<br />

donizetti travaille à notre opéra, et suit en tout mes avis, non-seulement<br />

pour mon rôle, mais pour tout l’ouvrage, auquel il donne plus de soins<br />

qu’il n’en a jamais donné à aucun de ses opéras. Je continue à étudier<br />

avec lui tout son répertoire : j’ai déjà vu cinq rôles ; j’en sais trois presque<br />

par cœur, et avant peu je saurai les deux autres ; de façon que, lorsque<br />

je débuterai, je serai prêt à me produire dans six ou huit rôles.<br />

d’après ce que m’a déjà dit Barbaia, je vois que je serai presque le maître<br />

de choisir, et de faire monter les ouvrages qui me conviendront : je<br />

n’aurai pour cela qu’à m’entendre avec donizetti.<br />

[donizetti lavora alla nostra opera e segue in tutto i miei consigli, non<br />

solo per il mio ruolo, ma per l’intera opera, alla quale dedica più cure di<br />

quante ne abbia mai dedicate ad alcuna delle sue creazioni. Continuo a<br />

studiare con lui tutto il suo repertorio: ho già passato cinque ruoli; ne so<br />

tre quasi a memoria e in breve saprò gli altri due; in modo che al<br />

momento del mio debutto sarò pronto a esibirmi in sei o otto ruoli.<br />

stando a quanto mi ha detto Barbaia io sarò praticamente libero di scegliere<br />

e di fare montare le opere che mi convengono: per questo non<br />

dovrò che intendermi con donizetti.]<br />

12<br />

QuICHerat, lettera lXXVI, vol. III, pp. 272-274. a Ferdinand Hiller,<br />

da napoli, 6 luglio 1838.<br />

Ce n’est pourtant pas le moment de s’endormir, car voici arriver le mois<br />

de septembre ; l’opéra de donizetti marche à grands pas, et je ne me suis<br />

pas encore assez imprégné du vernis italien : malgré moi, les habitudes<br />

françaises reviennent de loin en loin, et je voudrais bien, lorsque je monterai<br />

sur le théâtre, être si bien façonné aux allures italiennes que je n’aie<br />

pas à m’en préoccuper.<br />

[...]<br />

la place se fait belle pour un jeune maestro : voilà donizetti qui va dire<br />

64


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<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

adieu à l’Italie ; on lui fait des propositions en France qui lui conviennent,<br />

et il est probable que Polyeucte est le dernier opéra qu’il écrira pour<br />

son pays.<br />

dépêchez-vous donc : j’ai déjà en tête une demi-douzaine de plans<br />

d’opéra qui pourront vous aller ; nous n’aurons que l’embarras du choix.<br />

la grande affaire por nous est aujourd’hui de réussir ; et pour cela, il faut<br />

bien nous soumettre à toutes les exigences du public à qui nous venons<br />

demander des applaudissements. Commençons par lui donner seulement<br />

ce qu’il aime ; et puis, quand il nous aura adoptés, peut-être voudra-t-il<br />

nous suivre dans la route nouvelle où nous pouvons le conduire. Mais<br />

réussissons, réussissons à tout prix. Je dois pourtant avouer que, malgré<br />

mon désir de me conformer entièrement au goût du public, je n’ai pu<br />

m’empêcher de donner au libretto que l’on écrit pour moi une tournure<br />

un peu étrange pour ce pays.<br />

le maestro se pique, je crois, d’honneur, et donne tout ce qu’il peut donner<br />

de soins à cette dernière partition. Il l’écrit presque autant pour la<br />

France que pour l’Italie. Il est vrai de dire qu’on s’en occupe plus à Paris<br />

qu’à naples, et qu’il a déjà reçu de plusieurs éditeurs de musique de Paris<br />

des offres pour la vente de cet ouvrage qu’il écrit pour moi, sans que le<br />

titre même en soit connu. Ce titre va peut-être nous causer un peu<br />

d’embarras ; car nous avons affaire à un conseil de révision très sévère ;<br />

et, comme notre héros est un saint, il est très-possible qu’on nous force<br />

à le débaptiser, ou plutôt à le baptiser autrement, car il faut bien que<br />

notre martyr reste chrétien, quel que soit le nom qu’on lui donne.<br />

[non è proprio il momento di addormentarsi perché ecco arrivare il<br />

mese di settembre; l’opera di donizetti procede a grandi passi e io non<br />

mi sono ancora completamente calato nello spirito italiano: mio malgrado,<br />

le abitudini francesi ritornano di quando in quando e, nel momento<br />

in cui salirò sul palcoscenico, vorrei essere così ben adattato alle maniere<br />

italiane da non avere di che preoccuparmi.<br />

[…]<br />

la piazza diventa propizia per un giovane maestro: ecco donizetti che si<br />

appresta a dire addio all’Italia; gli hanno fatto delle proposte in Francia<br />

che gli convengono ed è probabile che <strong>Poliuto</strong> sia l’ultima opera che scrive<br />

per il suo paese.<br />

65


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 66<br />

FOrnOnI<br />

sbrigatevi dunque: ho già in testa una mezza dozzina di progetti d’opera<br />

che potrebbero andar bene per voi; non avremo che l’imbarazzo della<br />

scelta. la grande scommessa per noi oggi è riuscire e per questo dobbiamo<br />

sottometterci alle esigenze del pubblico cui chiediamo gli applausi.<br />

Cominciamo col dargli solamente quello che gli piace e poi, quando ci<br />

avrà adottato, vorrà forse seguirci sulla nuova via lungo la quale potremo<br />

condurlo. Ma dobbiamo riuscire, riuscire a tutti i costi. devo tuttavia<br />

confessare che, malgrado il mio desiderio di conformarmi completamente<br />

al gusto del pubblico, non ho potuto evitare di conferire al libretto<br />

che si scrive per me una piega un po’ strana per questo paese.<br />

Il maestro si sente piccato nell’onore, credo, e dà tutte le attenzioni<br />

possibili a quest’ultima partitura. la scrive quasi pensando sia alla<br />

Francia sia all’Italia. C’è da dire che se ne occupano più a Parigi che a<br />

napoli e che egli ha già ricevuto offerte da diversi editori di musica<br />

parigini per la vendita di quest’opera che scrive per me, senza che<br />

nemmeno il titolo sia conosciuto. Questo titolo potrà forse procurarci<br />

un po’ d’imbarazzo, perché abbiamo a che fare con una censura molto<br />

severa e, siccome il nostro eroe è un santo, è possibile che saremo<br />

costretti a sbattezzarlo, o piuttosto a battezzarlo diversamente, perché<br />

sarebbe bene che il nostro martire restasse cristiano, qualunque sia il<br />

nome che gli verrà assegnato.]<br />

13<br />

QuICHerat, lettera lXXVII, vol. III, pp. 275-276. al cognato eugène<br />

duverger, da napoli, 26 luglio 1838.<br />

Voilà le moment qui approche, cher frère, et je dois prendre mon courage<br />

à deux mains ; car il ne s’agit pas de faire la bête devant ce public napolitain<br />

qui me demandera compte de quinze ans de succès en France ; et<br />

pour l’honneur du public de Paris, je ne voudrais pas faire ici mauvaise<br />

figure, sans compter que la chose serait dure en elle-même pour moi.<br />

Je suis de plus en plus content de mon rôle : il est tout à fait écrit dans<br />

mes moyens, et la disposition des morceaux est telle que l’effet va toujours<br />

crescendo jusqu’à la fin, et la dernière scène me paraît décisive<br />

pour le succès. adèle est encore plus satisfaite de mon rôle que moi-<br />

66


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 67<br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

même, et souvent je dois, malgré la fatigue de mes études chez<br />

donizetti, lui chanter tous mes morceaux, seulement pour lui faire plaisir.<br />

Il est vrai que nous jugeons tous deux avec notre goût français, et<br />

que peut-être ce qui nous plaît laissera froid un public italien.<br />

Cependant je dois dire que toutes les personnes à qui donizetti a fait<br />

entendre les principaux morceaux de son ouvrage en paraissent<br />

enthousiasmées, et ne doutent pas de leur bon effet. Quant au libretto,<br />

ceux qui le connaissent en font aussi de grands éloges, même ceux qui<br />

avaient repoussé le sujet de prime-abord. Il n’est pas encore sorti des<br />

mains de la révision, qui a fait, dit-on, un bon rapport au ministre, tout<br />

en observant que cet opéra conviendrait mieux au carême qu’au carnaval<br />

; mais je ne pense pas que ce soit un obstacle : qui peut le plus, peut<br />

le moins.<br />

[ecco il momento che si avvicina, caro fratello, e devo prendere il coraggio<br />

a due mani, perché si tratta di non fare la bestia davanti a questo pubblico<br />

napoletano che mi chiederà conto di quindici anni di successi in<br />

Francia; e per l’onore del pubblico di Parigi non vorrei fare una cattiva<br />

figura, senza contare che la cosa sarebbe dura anche per me.<br />

sono sempre più soddisfatto del mio ruolo: è assolutamente scritto per<br />

i miei mezzi e la disposizione dei pezzi è tale che l’effetto va via via<br />

crescendo fino alla fine, e l’ultima scena mi sembra decisiva per il successo.<br />

adèle è ancora più soddisfatta di me della mia parte e spesso, malgrado<br />

la fatica dei miei studi con donizetti, devo cantarle tutti i miei<br />

brani solamente per farle piacere. È vero che giudichiamo entrambi con<br />

il nostro gusto francese e che forse ciò che a noi piace lascerà freddo il<br />

pubblico italiano. tuttavia devo dire che tutte le persone cui donizetti<br />

ha fatto sentire i pezzi principali della sua opera ne sono sembrate<br />

entusiaste e non dubitano del loro buon effetto. Quanto al libretto,<br />

quelli che lo conoscono ne fanno pure grandi elogi, anche quelli che<br />

inizialmente avevano criticato il soggetto. non è ancora uscito dalle<br />

mani della censura che si dice abbia fatto un buon rapporto al ministro,<br />

rilevando che quest’opera sarebbe più adatta alla quaresima che al carnevale;<br />

ma non penso che ci siano ostacoli: chi può di più, può di<br />

meno.]<br />

67


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 68<br />

FOrnOnI<br />

14<br />

QuICHerat, lettera lXXVIII, vol. III, pp. 278-279. ad a. d., da napoli,<br />

10 agosto 1838.<br />

Comme le temps passe, cher ami ! nous voilà déjà au mois d’août ; nous<br />

allons entrer en répétition de mon opéra de début, et le mois prochain,<br />

nous serons en scène probablement. le mois prochain ! est-ce possible ?<br />

dans un mois je serai à la veille de remonter sur ces planches que depuis<br />

un an je n’ai pas foulées ! et quelles planches ! les planches de saint-<br />

Charles ! Me voilà Italien ! Me voilà débutant, recommençant une nouvelle<br />

carrière, et, par un singulier rapprochement, la recommençant juste<br />

dans le même mois où j’ai débuté en France ! Puisse cet augure m’être<br />

favorable ! tu sais que je suis entré à naples le jour de ma naissance !<br />

Voilà encore une singulière concordance.<br />

[...]<br />

Il n’y a qu’une chose qui n’est pas changée en moi, c’est ma foi dans<br />

l’avenir de l’art. Mon but est toujours le même, et en m’inoculant la<br />

forme italienne, je n’ai fait que me donner une arme de plus pour la conquête<br />

que j’espère toujours faire faire au théâtre, en lui donnant un but<br />

utile, une action bienfaisante, qui doit tourner au profit du peuple. et si<br />

aujourd’hui j’ai quelque courage en abordant une scène étrangère, je le<br />

dois à la confiance que me donne l’œuvre sur laquelle je m’appuie. Ce<br />

n’est pas seulement en vue d’un intérêt personnel que j’espère réussir :<br />

non, je compte sur la puissance des sentiments dont j’ai à être l’interprète.<br />

On n’a pas encore fait vibrer la corde religieuse aux oreilles du public<br />

italien ; et, si j’ai le bonheur d’éveiller les sympathies de ce public en lui<br />

chantant l’exaltation d’un martyr chrétien, ce n’est pas à moi seul que<br />

j’attribuerai mon succès. dieu m’aura conduit par la main, et c’est à lui<br />

que j’en rapporterai toute la gloire. si je ne craignais pas que ce fût un<br />

mouvement d’orgueil ridicule et condamnable, je me laisserais aller plus<br />

souvent à penser à ce mot que M. Fortoul dit sur moi quand je quittai<br />

l’Opéra, à ce conseil qu’il me donnait, à cette mission qu’il m’indiquait :<br />

«pendant qu’on veut matérialiser l’art en France, allez», me disait-il, 4<br />

4. dans le journal «le Monde».<br />

68


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 69<br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

«allez spiritualiser l’Italie !». Voilà bien de l’ambition, n’est-ce pas ? C’est<br />

une folie, et la vérité est que je n’y pense pas. non, je vis au jour le jour ;<br />

je ne pense qu’à mon début de saint-Charles, et puis à ce qui peut amener<br />

le plus vite mon retour en France, mon retour près de ma mère, de<br />

mon père, de mes frères et sœur, de mes amis, de vous tous, qui êtes ma<br />

vie, qui êtes moi-même.<br />

[Come passa il tempo, caro amico! eccoci già al mese di agosto; stiamo<br />

per iniziare le prove della mia opera di debutto e il mese prossimo saremo<br />

probabilmente in scena. Il mese prossimo! È possibile? entro un<br />

mese sarò alla vigilia di salire su quel palcoscenico che da un anno non<br />

ho calpestato! e quale palcoscenico! Il palcoscenico del s. Carlo! eccomi<br />

italiano! eccomi debuttante ricominciare una nuova carriera e, per una<br />

singolare coincidenza, ricominciarla nello stesso mese nel quale avevo<br />

debuttato in Francia! Possa questo augurio essermi favorevole! tu sai che<br />

sono giunto a napoli il giorno del mio compleanno! ecco un’altra singolare<br />

coincidenza.<br />

[...]<br />

non c’è che una cosa a non essere ancora cambiata in me, la mia fede<br />

nell’avvenire dell’arte. Il mio fine è sempre lo stesso e assorbendo la<br />

forma italiana non ho fatto altro che acquisire un’arma in più per la conquista<br />

che spero sempre di far fare al teatro, fornendogli uno scopo utile,<br />

un’azione ben fatta che si volga a favore del popolo. e se oggi ho il<br />

coraggio di affrontare una scena straniera lo debbo alla fiducia che mi<br />

procura l’opera su cui faccio affidamento. non è solamente in vista di un<br />

interesse personale che spero di riuscire, no: conto sulla forza dei sentimenti<br />

di cui devo farmi interprete. non è ancora stata fatta vibrare la<br />

corda religiosa alle orecchie del pubblico italiano e, se avrò la capacità di<br />

svegliare la commozione di questo pubblico cantando l’esaltazione di un<br />

martire cristiano, non sarà a me solo che attribuirò il mio successo. dio<br />

mi avrà condotto per mano ed è a lui che riconoscerò tutta la gloria. se<br />

non temessi che fosse un moto d’orgoglio ridicolo e condannevole, io<br />

penserei più sovente alle parole che il signor Fortoul ha detto su di me<br />

quando ho lasciato l’Opéra, al consiglio che mi ha dato, alla missione che<br />

mi ha indicato: «mentre si vuole rendere materialistica l’arte in Francia,<br />

69


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 70<br />

FOrnOnI<br />

andate – mi diceva – 4 andate a spiritualizzare l’Italia!». ecco dell’ambizione,<br />

non è vero? È una follia e la verità è che non ci penso. no, affronto<br />

giorno per giorno; non penso che al mio debutto al s. Carlo e poi a<br />

quanto può ricondurmi più velocemente possibile in Francia, al mio<br />

ritorno presso mia madre, mio padre, i miei fratelli, mia sorella, i miei<br />

amici e voi tutti che siete la mia vita, che siete me stesso.]<br />

15<br />

QuICHerat, lettera lXXIX, vol. III, pp. 280-281. al cognato eugène<br />

duverger, da napoli, 16 agosto 1838.<br />

C’est contre mon gré, cher frère, que vous avez appris les difficultés qui<br />

nous sont survenues au sujet de Polyeucte : j’aurais voulu qu’il ne vous en<br />

fût parlé que lorsque tout serait irrévocablement arrêté. le roi ne veut<br />

pas que la religion chrétienne soit mise en scène, soit en bien, soit en<br />

mal. a propos de cela, je me suis rappelé tout ce que t’avait dit Manuel 5<br />

à Gênes, et l’expérience est venue malheureusement me prouver qu’il<br />

n’a que trop bien jugé l’Italie. Je n’ai pas besoin de te dire tout ce que<br />

me donne à penser cette prohibition de notre Polyeucte : là-dessus nos<br />

idées doivent être les mêmes, comme elles l’ont été sur rome. Il faut me<br />

dépêcher bien vite, bien vite, de gagner un peu de réputation dans ce<br />

pays, et revenir en France, juste au moment où l’on voudra sortir de ce<br />

gâchis dans lequel tombent tous les jours davantage les affaires de l’art<br />

théâtral. un jour que je serai moins pressé, nous causerons plus à l’aise<br />

de tout cela. en attendant, nous avons changé les personnages, le lieu de<br />

la scène et la religion de notre martyr chrétien, et nous en avons fait un<br />

Guèbre, sans rien changer ni aux situations du drame, ni aux sentiments.<br />

dieu veuille que cette transmutation suffise aux susceptibilités de la censure<br />

royale. l’ouvrage y perdra sans doute ; mais j’espère, s’il est adopté<br />

ainsi, que le public ne voudra voir que des chrétiens.<br />

[...]<br />

M. Jauvin et madame dubignon [...] m’ont entendu hier dans presque<br />

tout mon rôle de Polyeucte : ils ont paru très-contents, et ont été bien sur-<br />

4. nel giornale «le Monde».<br />

5. M. Manuel García, que M. duverger, revenant de naples, avait vu à Gênes.<br />

70


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 71<br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

pris du changement qui s’est opéré en moi. Je suis moi-même plus content<br />

chaque jour de ma voix : quoi qu’il arrive, je ne me désespérerai pas,<br />

et je compte bien trouver le moyen de débuter avec succès, même sans<br />

Polyeucte. le plus difficile pour moi est fait, le fond de l’affaire est gagné,<br />

la forme ne doit pas m’inquiéter.<br />

[È mio malgrado, caro fratello, che avete appreso le difficoltà sopraggiunte<br />

intorno al soggetto di <strong>Poliuto</strong>: avrei voluto che ne fosse fatta parola<br />

solo al momento in cui tutto sarebbe stato irrevocabilmente bloccato. Il<br />

re non vuole che la religione cristiana venga messa in scena, né nel bene,<br />

né nel male. a tal proposito mi sono ricordato quanto aveva detto<br />

Manuel 5 a Genova e l’esperienza mi ha sfortunatamente provato che<br />

aveva giudicato fin troppo bene l’Italia. non ho bisogno di dirti quanto<br />

mi dia da pensare questa proibizione del nostro <strong>Poliuto</strong>: su questo le<br />

nostre idee devono essere le medesime, come lo sono state a proposito<br />

di roma. devo affrettarmi a guadagnare un po’ di reputazione in questo<br />

paese e ritornare in Francia giusto nel momento in cui si vorrà uscire<br />

da questo pasticcio in cui cadono ogni giorno di più gli affari dell’arte<br />

teatrale. Il giorno in cui sarò meno sotto pressione, discuteremo con<br />

calma di tutto questo. nell’attesa abbiamo cambiato i personaggi, il<br />

luogo della scena e la religione del nostro martire cristiano e ne abbiamo<br />

fatto un guebro, senza modificare le situazioni del dramma e i sentimenti.<br />

Voglia dio che questo cambiamento sia sufficiente alla suscettibilità<br />

della censura reale. senza dubbio l’opera ne perderà; ma spero, se<br />

verrà adottata in questa forma, che il pubblico non ci voglia vedere che<br />

dei cristiani.<br />

[...]<br />

Il signor Jauvin e la signora dubignon [...] mi hanno ascoltato ieri in quasi<br />

tutto il mio ruolo di <strong>Poliuto</strong>: sono sembrati molto contenti e molto sorpresi<br />

del cambiamento che si è operato in me. Io stesso sono ogni giorno più<br />

contento della mia voce: qualsiasi cosa succeda non mi dispererò e conto<br />

di debuttare con successo anche senza <strong>Poliuto</strong>. la parte più difficile è passata,<br />

la conquista principale è stata fatta, la forma non mi deve inquietare.]<br />

5. Il signor Manuel García, che il signor duverger, tornando da napoli, aveva incontrato<br />

a Genova.<br />

71


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 72<br />

FOrnOnI<br />

16<br />

QuICHerat, lettera lXXX, vol. III, pp. 282-283. alla sorella madame<br />

aucoc, da napoli, 4 settembre 1838.<br />

Chère sœur,<br />

… dieu n’a pas voulu que je débutasse en Italie par Poliutto, malgré tout<br />

l’appui que j’attendais de cet ouvrage ; et non-seulement je dois en<br />

prendre mon parti, mais il faut que je m’en réjouisse : je trouverai sans<br />

doute dans ma résignation la force que j’espérais trouver dans l’expression<br />

de sentiments qui me sont sympathiques. l’Italie n’est peut-être<br />

disposée à accepter des émotions graves et élevées ; le théâtre n’est ici<br />

qu’une simple distraction, un besoin d’émotions faciles ; mais tout ce qui<br />

ressemble à de la morale ne lui va guère. et puis, le clergé en est ici au<br />

point où il était chez nous sous la restauration ; et par opposition contre<br />

une puissance beaucoup trop dominatrice, le public repousse tout ce<br />

qui veut avoir le caractère religieux. ainsi, en jouant Polyeucte, j’avais<br />

réellement une lutte à supporter : seulement elle ne me faisait pas peur,<br />

et j’espérais en sortir à ma gloire. Je me trompais sans doute, puisque<br />

cette lutte ne m’est pas permise.<br />

du reste, je suis content du rôle qui doit me servir de début, 6 et comme<br />

acteur, j’aurai beaucoup plus à y faire que dans Polyeucte.<br />

et puis, toutes ces prohibitions de la révision ont sensiblement offensé<br />

le public, qui a pris fait et cause pour le théâtre, et surtout pour moi :<br />

il paraît que tout le monde s’intéresse aujourd’hui à moi, et que mon<br />

succès sera d’autant plus assuré qu’on a plus fait pour le rendre difficile.<br />

[Cara sorella,<br />

… dio non ha voluto che io debuttassi in Italia nel <strong>Poliuto</strong>, malgrado<br />

tutto il sostegno che mi aspettavo da quest’opera; e non solamente<br />

devo rassegnarmi, ma bisogna che ne gioisca: senza dubbio troverò<br />

nella mia rassegnazione la forza che speravo trovare nell’espressione dei<br />

6. Pia de’ Tolomei. nourrit était peu satisfait de cette pièce, et il faisait un effort pour donner<br />

espoir à sa sœur.<br />

72


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 73<br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

sentimenti che mi sono propri. l’Italia non è forse disposta ad accettare<br />

dei sentimenti gravi ed elevati; qui il teatro non è che una semplice<br />

distrazione, un bisogno di facili emozioni, tutto ciò che si avvicina<br />

alla morale non va bene. Inoltre il clero qui è al punto in cui era<br />

da noi durante la restaurazione e, per opposizione a una forza eccessivamente<br />

dominatrice, il pubblico rifiuta tutto ciò che ha carattere<br />

religioso. Così, interpretando <strong>Poliuto</strong>, avevo veramente una battaglia da<br />

sostenere: essa non mi faceva paura e speravo di ottenere la mia gloria.<br />

senza dubbio mi ingannavo perché questa battaglia non mi è consentita.<br />

del resto sono contento del ruolo con cui debutterò 6 e come attore avrò<br />

più da fare lì che in <strong>Poliuto</strong>.<br />

e poi tutte queste proibizioni della censura hanno offeso la sensibilità del<br />

pubblico che si è schierato con il teatro e soprattutto con me: sembra che<br />

tutti si interessino a me e che il mio successo sarà tanto più assicurato<br />

quanto più si è fatto per renderlo difficile.]<br />

17<br />

QuICHerat, lettera lXXXI, vol. III, pp. 283-284. al cognato eugène<br />

duverger, da napoli, 22 settembre 1838.<br />

avant même d’avoir reçu les lettres de ton père, j’avais entrevu pour moi<br />

plus d’un embarras dans la possession d’un ouvrage 7 dont je n’étais pas<br />

sûr de pouvoir me servir avant un peu de temps ; et comme les productions<br />

d’art n’ont pas grande durée aujourd’hui, il pouvait se faire que<br />

j’arrivasse avec mon Polyeucte comme la moutarde après dîner... une des<br />

raisons qui m’ont surtout déterminé à rompre ce marché, c’est l’absence<br />

de donizetti, qui ne voulait pas s’engager à venir monter son opéra<br />

là où je m’engagerais à le faire représenter. et puis, il veut en conserver<br />

la propriété pour Paris.<br />

6. Pia de’ Tolomei. nourrit era poco soddisfatto di quest’opera e ha compiuto qui uno<br />

sforzo per rincuorare la sorella.<br />

7. Il s’agit de l’idée que nourrit avait eue d’acheter à donizetti la partition de Polyeucte,<br />

afin de s’en réserver la première exécution.<br />

73


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 74<br />

FOrnOnI<br />

[ancor prima di aver ricevuto le lettere di tuo padre, avevo intravisto più<br />

di un problema nel possedere un’opera 7 della quale non ero sicuro di<br />

potermi servire che dopo un po’ di tempo; e siccome le produzioni artistiche<br />

oggigiorno non hanno grande durata, poteva accadere che io arrivassi<br />

col mio <strong>Poliuto</strong> come la mostarda dopo mangiato... una delle ragioni<br />

principali che mi hanno indotto a interrompere questa contrattazione<br />

è l’assenza di donizetti, che non voleva venire a montare la sua opera<br />

allorquando mi fossi impegnato a farla rappresentare. e poi vuole conservarne<br />

la proprietà per Parigi.]<br />

18<br />

QuICHerat, lettera lXXXII, vol. III, pp. 286-287. al suocero<br />

alexandre duverger, da napoli, 25 settembre 1838.<br />

Mon cher père,<br />

Je ne vous dirai rien de l’affaire de la Pia : la lettre d’adèle d’avant-hier<br />

et celle d’aujourd’hui à maman vous en apprennent assez. Je crois être sûr<br />

d’avance que vous approuverez le parti que j’ai pris, quoiqu’il ne me tire<br />

qu’à moitié d’embarras ; car, Polyeucte me manquant, tout me manque.<br />

les anciens ouvrages sont tellement usés qu’il n’y a rien à en faire : un<br />

grand succès même ne pourrait pas soutenir un vieil opéra plus de quatre<br />

ou cinq représentations. le public de saint-Charles est absolument le<br />

public de lyon ou de Bordeaux : ce sont toujours les mêmes figures, sauf<br />

une trentaine d’étrangers, qui se renouvellent chaque semaine. Quant aux<br />

partitions modernes, elles sont toutes taillées sur un patron qui n’offre<br />

que peu de ressources aux moyens que la nature m’a donnés. tout cela<br />

pouvait être bon après un début comme je l’entendais, mais rien de cela<br />

me satisfait pour débuter. en abordant saint-Charles, j’ai à lutter contre<br />

ma réputation de France, contre quelques vieux préjugés, contre quelques<br />

amours-propres engagés : j’ai donc besoin d’avoir en main des<br />

armes solides et dont je sache me servir. attendons : peut-être qu’il nous<br />

tombera un opéra du ciel ; mais je suis bien décidé à tout plutôt qu’à faire<br />

un mauvais début, ce qui équivaudrait pour moi à un fiasco.<br />

7. si tratta dell’idea avuta da nourrit di acquistare da donizetti la partitura di <strong>Poliuto</strong>,<br />

riservandosene la prima esecuzione.<br />

74


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 75<br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

[Mio caro padre,<br />

non vi dirò nulla dell’affare Pia: la lettera di adèle dell’altro ieri e quella<br />

di oggi alla mamma vi informano abbastanza. sono sicuro che voi<br />

approverete la scelta che ho fatto, sebbene non mi tolga che a metà dalle<br />

difficoltà; poiché mancandomi <strong>Poliuto</strong>, tutto mi manca. le opere datate<br />

sono talmente sfruttate che non se ne può far niente: anche un grande<br />

successo non sarebbe in grado di sostenere una vecchia opera più di<br />

quattro o cinque rappresentazioni. Il pubblico del s. Carlo è esattamente<br />

come il pubblico di lione o di Bordeaux: sempre le stesse persone,<br />

salvo una trentina di forestieri che cambiano ogni settimana. Quanto alle<br />

partiture moderne, sono tutte modellate in modo da offrire solo poche<br />

risorse ai mezzi che la natura mi ha donato. tutto ciò poteva andar bene<br />

dopo un debutto come lo intendevo io, ma non per esordire.<br />

affrontando il s. Carlo, devo combattere con il nome che mi sono fatto<br />

in Francia, contro qualche vecchio pregiudizio, contro qualche amor<br />

proprio: ho dunque necessità di avere in mano armi solide e delle quali<br />

mi sappia servire. attendiamo: può darsi che ci cadrà un’opera dal cielo;<br />

ma sono ben deciso a tutto piuttosto che fare un cattivo debutto che<br />

equivarrebbe per me a un fiasco.]<br />

19<br />

QuICHerat, lettera lXXXIII, vol. III, pp. 288-289, 292. al cognato<br />

eugène duverger, da napoli, 13 ottobre 1838.<br />

le refus de Polyeucte a été un véritable chagrin pour moi, car j’avais tellement<br />

compté sur la nouveauté des impressions que cet ouvrage devait<br />

donner à un public italien que j’avais bâti dans ma tête tout un avenir<br />

sur le succès de ce début. et maintenant les choses ont tourné de telle<br />

façon que je dois regarder comme un bonheur que le roi m’ait empêché<br />

de débuter dans cet ouvrage.<br />

[...]<br />

après le départ de donizetti et avec les stupidités de la révision, 8 il n’y<br />

a plus rien à faire pour moi dans ce pays.<br />

8. de la censure.<br />

75


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 76<br />

FOrnOnI<br />

[Il rifiuto del <strong>Poliuto</strong> è stato un vero dispiacere per me, perché avevo talmente<br />

contato sulla novità delle impressioni che questa opera doveva<br />

suscitare in un pubblico italiano che avevo costruito nella mia testa tutto<br />

un avvenire sul successo di questo debutto. e ora le cose sono cambiate<br />

in modo tale che devo considerare come una fortuna il fatto che il re mi<br />

abbia impedito di esordire in questa opera.<br />

[...]<br />

dopo la partenza di donizetti e con le stupidità della revisione, 8 non mi<br />

resta niente da fare in questo paese.]<br />

20<br />

QuICHerat, lettera lXXXVIII, vol. III, p. 305. a Ferdinand Hiller, da<br />

napoli, 16 novembre 1838.<br />

Vous savez que le Polyeucte a été arrêté par la censure. nous avons refait<br />

le libretto, et changé nos chrétiens en guèbres ; mais la révision n’a pas plus<br />

voulu des uns que des autres : c’est le sentiment religieux qu’on voulait<br />

proscrire, sous quelque forme qu’il se présentât. Vous pouvez deviner<br />

toute l’importance que j’avais attachée à débuter dans un opéra écrit<br />

pour moi, et dont le libretto avait été dicté par moi : aussi, vous comprenez<br />

toute la peine que j’ai éprouvée en perdant l’appui sur lequel j’avais<br />

compté pour me présenter dans la lice. Il fallut pourtant en prendre mon<br />

parti, et choisir un autre opéra.<br />

[Voi sapete che il <strong>Poliuto</strong> è stato proibito dalla censura. noi abbiamo<br />

rifatto il libretto e cambiato i nostri cristiani in guebri; ma la censura non<br />

ha più voluto né gli uni né gli altri: è il sentimento religioso che si è<br />

voluto bandire, sotto qualsiasi forma si presentasse. Voi potete immaginare<br />

tutta l’importanza che avevo riposto nel debutto in un’opera scritta<br />

per me e il cui libretto era stato da me dettato: così comprenderete la<br />

pena che ho provato perdendo il sostegno su cui avevo contato per presentarmi<br />

in lizza. È stato tuttavia necessario prenderne atto e scegliere<br />

un’altra opera.]<br />

8. della censura.<br />

76


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 77<br />

<strong>Poliuto</strong> nelle lettere di Adolphe Nourrit<br />

21<br />

QuICHerat, lettera lXXXIX, vol. III, p. 312. al cognato eugène<br />

duverger, da napoli, 22 novembre 1838.<br />

Quand tu verras donizetti, fais-lui bien mes compliments. donizetti<br />

croit qu’il va peut-être donner son Polyeucte à l’Opéra français, avec une<br />

traduction de scribe. tel qu’il est, l’ouvrage ne convient pas à l’Opéra.<br />

Je crois que le maestro ferait mieux de m’attendre ! – Qu’en dis-tu ?<br />

[Quando vedi donizetti, fagli i miei complimenti. donizetti forse darà<br />

il suo <strong>Poliuto</strong> all’Opéra francese con una traduzione di scribe. Così come<br />

è l’opera non è adatta all’Opéra. Credo che il maestro farebbe meglio ad<br />

attendermi! – Che ne dici?]<br />

22<br />

QuICHerat, lettera XCV, vol. III, p. 324. a Ferdinand Hiller, da napoli,<br />

7 gennaio 1839.<br />

une autre difficulté, qui empêchera que je ne m’arrange avec Merelli, c’est<br />

qu’il ne me donne aucune garantie pour les rôles que j’aurai à jouer : je<br />

voulais pour le carnaval un opéra nouveau de donizetti, le Poliutto, ou<br />

un de Mercadante, écrit pour moi, et je ne puis avoir aucune assurance<br />

à cet égard.<br />

[un’altra difficoltà che impedirà che io mi accordi con Merelli è che<br />

non mi fornisce alcuna garanzia sui ruoli che dovrei interpretare: volevo<br />

per carnevale un’opera nuova di donizetti, il <strong>Poliuto</strong>, o una di<br />

Mercadante scritta per me e non ho alcuna assicurazione a tal riguardo.]<br />

77


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 78<br />

78


04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 79<br />

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04. Nourrit - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.40 Pagina 80<br />

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05. Ravasio - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.45 Pagina 81<br />

<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo:<br />

«Ogni fibra nel sen così ci ha scossa<br />

di Paola e <strong>Poliuto</strong> il caso atroce,<br />

che ancor sentiamo l’anima commossa»<br />

a cura di PIERa RaVaSIo<br />

«Dai concittadini dell’illustre <strong>Donizetti</strong> ed in ispecial modo dagli amici<br />

suoi con ansia desiderato, la sera del 31 agosto il nostro gran teatro, 1<br />

affollato, risuonava de’ sublimi accordi del <strong>Poliuto</strong>, non troppo felicemente<br />

drammatizzato dal chiarissimo Cammarano, il quale, benché s’abbia<br />

preso a modello il Polyeucte, bellissima tragedia dell’Eschilo francese<br />

Corneille, a noi pare che questa volta la sua facile Musa non possa propriamente<br />

vantarsi d’aver inspirato la Musa del maestro. Tuttavia il poeta<br />

seppe trovare belle situazioni, contrasti ed affetti, e noi, prescindendo dal<br />

fare la rassegna del suo lavoro, diremo ch’egli non va confuso co’ tanti,<br />

che non meritarono mai di nascere, e che, ad onta de’ molti articoli partoriti<br />

dall’oro, resteranno nel sepolcro che ebbero per culla. non mai<br />

dunque da noi udita quest’opera, vivissimo ne era il desiderio, né fu<br />

vano: e il <strong>Poliuto</strong> basterebbe ad istabilire, ove alta non fosse, la celebrità<br />

dell’orfeo bergamasco. Quanta filosofia non racchiude quest’opera, in<br />

cui l’orecchio riposa dolcemente e deliziosamente ai più soavi accordi e<br />

alle note di melodiosa armonia, le quali s’alzano quanto il comporta la<br />

situazione, non maritate al fracasso, né al cicaleccio de’ ritornelli, né a<br />

quell’uniforme strascico di subornati crescendo che spesse fiate gonfiano<br />

gli spartiti dell’orfeo italiano, e di Verdi. – Lo stile di questo lavoro è<br />

sempre maestoso, talvolta sublime. <strong>Donizetti</strong> cercò ed ottenne grandi<br />

effetti, e forse con mezzi diversi da quelli di che erasi giovato dianzi. I<br />

1. Le recite si tennero al Teatro Riccardi, a partire dal 31 agosto 1850. Gli interpreti principali<br />

erano di primissimo rango: Gaetano Fraschini (<strong>Poliuto</strong>), Fanny Salvini Donatelli<br />

(Paolina) e Francesco Gnone (Severo). Dirigeva l’amico e collega di studi di <strong>Donizetti</strong><br />

Marco Bonesi. In quella medesima stagione l’impresa allestì I masnadieri ed Ernani di<br />

Verdi. Cfr. ERManno CoMuzIo, Il Teatro <strong>Donizetti</strong>, II: Cronologia degli spettacoli, Bergamo,<br />

Lucchetti, 1990.<br />

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RaVaSIo<br />

pregi del <strong>Poliuto</strong> sono la grazia, l’elevazione e il patetico; la varietà e la<br />

ricerca delle tinte locali ne sono il carattere. Tutto vi è pittura e contrasto;<br />

ora la gioia feroce si esprime con accenti tumultuosi e discordanti<br />

fra perfette armonie; ora dolci e patetiche melodie fanno diversione a sì<br />

terribili suoni. Il canto, lasciato alla scoperta, prova più di qualunque<br />

ragionamento contro l’abuso degli stromenti che in origine erano chiamati<br />

soltanto a sostenere e a dirigere la voce umana, che è il più perfetto<br />

di tutti, e i quali, sì spesso, dimenticando il loro primo uffizio, paiono<br />

conspirare per distruggere l’incanto. Il <strong>Poliuto</strong> prova, più che ogni altra<br />

opera dell’illustre bergamasco, aver l’autore seguito Rossini e Bellini: il<br />

tentativo era difficile ma ne uscì con gloria. Visto il nuovo osare di<br />

Rossini, di un tratto lo comprese, se ne esaltò, e lasciando gli antichi<br />

modi, si ritemprò intieramente su nuovi. Seguì Bellini, e togliendo, più<br />

che il siculo maestro non fece, corrispondenze di larghi e repliche di<br />

allegri, variò secondo il dialogo i motivi, a tenore de’ contrasti gli andamenti,<br />

secondo i vari affetti i concerti, e derivando per lo più le frasi dal<br />

Genio di Catania, ne ebbe di molte originali, e andò più innanzi che<br />

Bellini medesimo. Per cui, i suoi motivi originali o derivati, suoneranno<br />

per sempre, con accento scolpito, saranno sempre melodie vivaci, energicamente<br />

articolate, e varie e rilucenti di gusto squisito. Possa quest’ultimo<br />

lavoro del nostro concittadino conservare preziosamente la forma<br />

datagli dall’autore per mantenersi nel luminoso posto che ha guadagnato!<br />

Ed arretrino d’orrore quegli impresari o artisti di canto che, con la<br />

sciocca ragione di provvedere agli spettacoli musicali con salutari amputazioni<br />

di rito, bombardano i lavori più peregrini tanto sopra i principali<br />

teatri che sopra quelli improvvisati. – ora veniamo agli esecutori che,<br />

lontani dal bisogno di mettere sotto l’egida del frastuono, o la voce mal<br />

sicura o il poco artifizio d’adoperarla, non lasciatisi abbattere dalle molte<br />

difficoltà, seppero in pochissimi giorni apprestare così desiderato spettacolo,<br />

e prodursi ad appagare, siccome fecero, le nostre esigenze; ciò che<br />

proveremo lontani dal timore ci venga ripetuto il tristissimo adagio, est<br />

modus in rebus. – atto 1. o : applausi al Coro di preludio ed all’aria di<br />

Fraschini (<strong>Poliuto</strong>) “D’un alma troppo fervida”. applausi all’aria “Di quai<br />

soavi lagrime”, cantata dalla Salvini-Donatelli, che sa sempre più farci<br />

gustare quella cara melodia italiana, sì dolce, sì armoniosa, sì patetica.<br />

Fragorosi applausi con chiamata alla stessa per l’aria divinamente esegui-<br />

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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />

ta “Perché di stolto giubilo”. applausi allo Gnone (Severo) che con la sua<br />

cavatina “Di tua beltade immagine” seppe con prestigio di natura raffinata<br />

dall’arte comunicare agli uditori la sua passione, e far loro penetrare<br />

nell’anima i dilicati numeri donizettiani con verità d’espressione e freschezza<br />

di colorito. [...] atto 2. o : applauditi lo Gnone e la Donatelli nel<br />

duo, che è un mazzo di fiori. accolti da generali inestinguibili battimani<br />

i due pezzi del Fraschini “Fu macchiato l’onor mio” con appellazione pel<br />

2 o “Sfolgorò divino raggio”. Chi potrebbe dire l’effetto prodotto nel<br />

pubblico dal canto di questi versi? Ci sbrigheremo con una sola frase:<br />

Fraschini produsse un entusiasmo indicibile; la qual frase è comodissima<br />

perché ritrae lo spettacolo che si vede ne’ teatri in ricorrenze come questa:<br />

i bravo, le esclamazioni di meraviglia, le appellazioni i bis, gli evviva i<br />

trasporti, gli epiteti di celebre, di inarrivabile, di divino avrebbero fatto<br />

disperare tutti i poeti che scrivono inni teatrali. applausi al Pochini<br />

(nearco) nel recitativo “Ed io potrei tradire un mio fratello?” recitativo<br />

che abbastanza appalesa quanto sia dal <strong>Donizetti</strong> ricondotta al nobile uffizio<br />

la declamazione espressiva. applausi alla Donatelli e Fraschini nel duo<br />

e applausi con furore agli stessi prodigalizzati nel finale dell’atto, che può<br />

stare a pareggio dei famosi di Rossini, e che noi chiameremmo il pezzo<br />

magistrale dell’opera. Di questi applausi partecipò eziandio il Cornago<br />

(Callistene) e tutti gli artisti principali furono alla fine dell’atto due volte<br />

evocati. atto 3. o : battimani allo Gnone [sic] nell’aria “alimento alla fiamma<br />

si porga”, e battimani ai coristi. Esplosioni di battimani e di evviva alla<br />

Donatelli ed al Fraschini nel duo. L’anima, e l’espressione della Donatelli<br />

hanno mirabilmente campeggiato nei seguenti versi “ah fuggi da morte<br />

orribil cotanto” e quando alla voce di lei si unì quella del Fraschini nella<br />

esecuzione del duo “Il suon dell’arpe angeliche” di cui si volle la replica,<br />

la loro voce scorrendo come un rivo di latte sopra le note acute della<br />

chiave di soprano e del più grazioso contrasto, gli artisti dierono a conoscere<br />

di possedere la difficil arte di toccare a loro voglia gli affetti.<br />

Ogni fibra nel sen così ci ha scossa<br />

di Paola e <strong>Poliuto</strong> il caso atroce,<br />

che ancor sentiamo l’anima commossa». 2<br />

2. «Giornale di Bergamo», martedì 31 agosto 1850.<br />

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RaVaSIo<br />

Il <strong>Poliuto</strong>, comparso sulle scene bergamasche dopo due anni dalla<br />

prima rappresentazione al Teatro S. Carlo di napoli, era, come si è potuto<br />

leggere nella recensione, assai piaciuto. Tanto che l’impresa del Teatro<br />

Riccardi decise addirittura di riproporlo l’anno successivo. anche in<br />

occasione di questa prima ripresa bergamasca, il successo dell’opera di<br />

<strong>Donizetti</strong> fu grande e superò di gran lunga lo «sfortunato Rigoletto» che<br />

lo precedette nel cartellone.<br />

«Piuttosto che dello sfortunato Rigoletto, 3 sul quale lasceremo che si<br />

concilino le opinioni e le scuole, noi dovremmo parlare del <strong>Poliuto</strong>, da<br />

noi risultato con gioia la sera del 10 andante, 4 sul quale lavoro si fecero<br />

concordissimi al di lui nascere tutti i maestri e tutti i pubblici, eziandio<br />

poco intelligenti, in un solo sentimento di ammirazione. [...] ora veniamo<br />

al carissimo <strong>Poliuto</strong>, opera che piace non solo ai maestri che conoscono<br />

i secreti dell’arte, e sanno trovare quelle bellezze che agli altri<br />

rimangono occulte, ma eziandio al pubblico, il quale vuol estro e<br />

domanda di sentire ed essere commosso. oh sì! Se vi fosse fra gli uomini<br />

chi si attentasse fraudare il <strong>Donizetti</strong> dell’ammirazione che il genio<br />

imperiosamente addimanda, vada al teatro Riccardi, ed intenda la mente<br />

e gli orecchi a quest’ultimo legato dell’orobico anfione, lavoro in cui<br />

sembra siasi stemprata tutta quell’anima gentilissima, tanti racchiude<br />

lampi di verità e di passione, tante peregrine bellezze, tanti fioriti sentimenti<br />

musicali. [...] ora veniamo agli artisti, che, del bello italo canto<br />

veri animatori, ottennero tali e tante ovazioni e chiamate, quante forse<br />

ne’ loro più bei tempi ne ottennero David, Rubini, la Malibran e la Pasta.<br />

ogni brano dell’opera fu un trionfo per essi, alle cui corone gli amatori<br />

della canora e mimica perfezione intrecciano ogni sera nuove foglie. E<br />

come no, se la Gazzaniga, il negrini e Gorin, veri despoti che dominano<br />

la scena, sono altresì quali amanti che lusingano l’uditorio, che scel-<br />

3. Secondo titolo della stagione di fiera 1851. Questa storica esecuzione del capolavoro<br />

verdiano è oggetto di una trattazione dettagliata in «Quaderni della <strong>Fondazione</strong><br />

<strong>Donizetti</strong>», 23, di prossima pubblicazione.<br />

4. Le recite, sempre al Teatro Riccardi, si effettuarono a partire dal 10 settembre. In compagnia:<br />

Carlo negrini (<strong>Poliuto</strong>), Maria Gazzaniga Malaspina (Paolina), Fortunato Gorin<br />

(Severo). Direttore d’orchestra Giovanni Vailati. La stagione d’opera era completata – così<br />

come nel 1850 – da due titoli verdiani: Luisa Miller e Rigoletto. CoMuzIo, Il Teatro<br />

<strong>Donizetti</strong> cit.<br />

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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />

gono il gusto tra la vittoria e la seduzione, tra il sentimento e lo spirito,<br />

tra la forza della volontà e quella della passione? La loro azione [...]<br />

animò ciascuna nota; ogni suono si accese d’una passione drammatica,<br />

per cui passando essi di trionfo in trionfo, fecero esclamare all’affollatissimo<br />

uditorio, de’ cui applausi rintronò tutta la sera il teatro: non si<br />

potrebbe desiderare di più. [...] Perché poi non siasi ancora applaudita<br />

l’orchestra diretta dal Bregozzi, noi lo ignoriamo. Speriamo però che sì<br />

ingiusto silenzio vorrà aver fine, e dai cittadini bergamaschi vorrassi co’<br />

battimani pienamente giustificare le lodi da noi compartite ai bravissimi<br />

professori ed all’esimio Vicentino che li guida». 5<br />

Dovettero poi passare otto anni prima che i bergamaschi potessero<br />

vedere di nuovo <strong>Poliuto</strong> che, questa volta, fu proposto dall’impresa del<br />

Teatro Sociale. 6 Ma, forse anche a causa dei pochi mezzi a disposizione,<br />

l’esito non fu dei migliori.<br />

«In virtù dell’amore platonico che portiamo alla musica veramente<br />

italiana, accorrevam la sera del tredici andante al teatro della Società, ove<br />

il mutilato <strong>Poliuto</strong> di <strong>Donizetti</strong> veniva a farci una nuova visita, e noi lo<br />

riabbracciavamo come uno degli amici che pur ci rimane fra i pochi<br />

buoni – come un lavoro che rappresentò e rappresenterà sempre le glorie<br />

dell’arte nostra – come una musica infine, in cui le umane trachee<br />

non sono condannate alla spietata tensione. Ma questo nostro amico<br />

carissimo, questo valoroso soldato italiano, che ha tutti i suoi documenti<br />

in carta bollata, e può essere sempre certissimo del transito per ovunque<br />

viaggi, come venne trattato dal pubblico, come dagli artisti? Dal<br />

primo (forse per la troppa intima conoscenza) venne trattato come una<br />

bella donna che si vede ad ogni momento, e con la quale non si fanno<br />

né meraviglie, né complimenti. aggiungasi che il pubblico, dotato di una<br />

memoria di ferro, e forse di non troppo buon umore in questi giorni,<br />

istituì, come in processo verbale, confronti d’artisti, di vestiario, d’orche-<br />

5. «Giornale di Bergamo», venerdì 12 settembre 1851.<br />

6. La prima recita si svolse il 13 febbraio. La compagnia prevedeva Giuseppe Swift<br />

(<strong>Poliuto</strong>) Elisa Galli (Paolina) Davide Squarcia (Severo). Direttore d’orchestra Enrico<br />

Magrini. Cfr. LuIGI PILon, Il Teatro Sociale di Bergamo. Vita e opere, a cura di Maria Chiara<br />

Bertieri, Bergamo - Cinisello Balsamo, <strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong> - Silvana Editoriale, 2009.<br />

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RaVaSIo<br />

stra, i quali confronti, a suo giudizio, non reggono con il passato, ciò che<br />

accrebbe l’indifferenza. Dai cantanti venne trattato come un prezioso<br />

velo ricamato da mano gentile, per combinazione caduto fra i denti di<br />

alcuni bottoli che si trastullano. E a noi, durante l’opera, pareva alcune<br />

fiate vedere ne’ suoi interpreti que’ generali che, odorando la sconfitta,<br />

sono costretti a domandare soccorso alle riserve, ed a far venire de’<br />

distaccamenti onde corroborare le ale già scompaginate. È vero che di<br />

quando in quando si udirono applausi per la Galli e per lo Swift che, adagiatisi<br />

alcune volte nelle melodie spontanee e piane, specialmente nel<br />

divino duetto dell’ultima parte, in cui seppero trovare la via del bis, si<br />

provarono ad innaffiare la platea con getti d’onda sonora; ma... que’ getti<br />

ci parvero provocati col sistema delle trombe aspiranti e prementi, sistema<br />

adottato da alcuni claqueurs, che fanno più male che bene, applaudendo<br />

fuori di tempo e non sempre giustamente. Insomma, l’aria che tirava<br />

sopra gli esecutori del <strong>Poliuto</strong>, era di quelle che d’inverno si distendono<br />

monotone e gravi lungo tutta la linea del Po. Signori artisti onorevolissimi<br />

[...] i vostri mezzi, che non sono pochi, potranno in altr’opera<br />

(come nella Elisa Valasco) 7 condurvi comodamente sino ai gradini del<br />

trono artistico, come il grado modesto di caporale può servire di scala a<br />

quello di maresciallo; ma nel <strong>Poliuto</strong>... credeteci, se noi avessimo a portare<br />

le nostre lodi ad alta temperatura, il pubblico, col quale non si scherza,<br />

ci direbbe guidati dalle ‘contribuzioni volontarie agli interessati’. E<br />

poi, diremo col nostro simpatico fra Fusina, alludendo a quei cantanti,<br />

che vogliono sempre essere innalzati alle stelle dai giornalisti, gli elogi<br />

spesso fiate elargiti dai quali vengono giudicati come atti di contrizione<br />

anche prima di Pasqua:<br />

È bello fuor di dubbio<br />

l’esser locati in alto,<br />

ma se mai si precipita<br />

più periglioso è il salto;<br />

e poi, se nasce il caso,<br />

vi ridono sul muso.<br />

7. opera di Giovanni Pacini, secondo titolo della stagione di carnevale 1859. Il primo<br />

titolo, curiosamente come nel 1851 al Riccardi, era Rigoletto. Chiudeva il cartellone<br />

Beatrice di Tenda di Bellini. Cfr. PILon, Il Teatro Sociale cit.<br />

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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />

Le vispe, belle e brave danzatrici, Citerio, Bossi e Testa continuano a giustificare<br />

il favore onde ogni sera le colma il pubblico gentile. Elle infatti<br />

ballano con tanta lena da rimanerne oppresse e sfiancate come giovani<br />

cavalle di contrabbando. Desideriamo però che elle non lascino invecchiare<br />

di troppo il loro passo. Ciò che è buono tre o quattro volte, diventa<br />

indifferente la quinta e noioso la sesta. Chiuderemo l’articolo col fare<br />

menzione delle vecchie ma superbe tele del Perego e dell’andreani, 8 le<br />

quali fanno veramente onore alla scuola lombarda di prospettiva, e lasciano<br />

il desiderio che il nostro bravissimo scenografo Carlo Rota ad esse<br />

sempre più si inspiri ed efficacemente si animi ne’ suoi lavori. Va bene, ci<br />

dirà egli; ma delle paghe spilorce che raggrinzano la fantasia creatrice e<br />

condannano la mano a pericolosa velocità, perché non parlate, o caro<br />

redattore!». 9<br />

La prima di <strong>Poliuto</strong> al Teatro Riccardi la sera del 21 agosto 1866<br />

doveva essere stata quantomeno interessante, non tanto per la recita in sé,<br />

che parve mediocre, ma per il tipo di pubblico che in quell’occasione<br />

animava il teatro.<br />

«Domenica ebbe principio l’attuale stagione di fiera col <strong>Poliuto</strong>,<br />

interpretato dalla signora Marietta De zorzi, dal signor nazzari, dal<br />

signor Enrico Giusti, e dal signor angelo De Giuli. Il Riccardi in detta<br />

sera, si può dire fosse in pieno dominio dei volontari garibaldini. La platea<br />

era piena zeppa di camicie rosse, notandosi fra mezzo ad esse ed anco<br />

nei palchi pochi cittadini e scarsissime signore. Il giudizio dato dell’opera,<br />

se non fu soddisfacente in ogni parte, non mancò però di essere molto<br />

lusinghiero, specialmente per la signora De zorzi, che canta con abilità<br />

ed ha timbro netto e simpatico di voce, e pel sig. nazzari tenore. Furono<br />

infatti chiamati parecchie volte a ricevere gli applausi, e si volle anche la<br />

replica del duetto del 3 o atto dai medesimi cantato con molto impegno.<br />

La messa in scena è quale si può aspettare da uno spettacolo allestito in<br />

fretta, senza alcun sussidio di dote; l’orchestra diretta dal sig. Buzzi, benché<br />

scarsa, ci parve che sapesse convenientemente armonizzare quella<br />

stupenda musica, che è il <strong>Poliuto</strong> del nostro <strong>Donizetti</strong>. non si potrebbe<br />

ugualmente assicurare, che i Cori abbiano esaurito tutta la loro parte.<br />

8. Recte: Paolo Landriani.<br />

9. «Gazzetta di Bergamo», martedì 15 febbraio 1859.<br />

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RaVaSIo<br />

Chiuderemo questo cenno col consigliare chi sostiene la parte di<br />

Severo a voler dimettersi se non vuole che il pubblico più ‘severamente’<br />

lo giudichi». 10<br />

Il titolo rimbalza da un teatro all’altro, con lunghi intervalli di silenzio,<br />

ma l’aspettativa è sempre grande. al Teatro della Società torna nel<br />

1877. nella recensione riemerge una vena polemica contro lo stile compositivo<br />

dei nuovi titoli, a favore di opere come <strong>Poliuto</strong>, più rispondenti<br />

alla tradizione. È una tendenza della critica già presente anche nelle cronache<br />

degli anni precedenti. Si vedrà come, con il procedere degli anni,<br />

le idee cambieranno.<br />

«non ci siamo ingannati nelle nostre aspettazioni: l’avviso che ieri<br />

sera andava in scena il <strong>Poliuto</strong>, una delle più belle ed inspirate creazioni<br />

del genio immortale di <strong>Donizetti</strong>, bastò a richiamare un pubblico assai<br />

numeroso nell’elegante ritrovo della città alta. 11 La società più eletta assisteva<br />

nei palchetti, ove a guisa di vaghi mazzolini di fiori si vedevano<br />

aggruppate leggiadrissime signore in eleganti toilettes; la platea era alla<br />

lettera stipata di spettatori ed anche dal loggione prospettavano le teste<br />

l’una all’altra sovrapposte in doppia e triplice fila.<br />

Sarebbe, più che opera vana, addirittura ridicola per noi, il voler<br />

rilevare i pregi dello spartito donizettiano, che sebbene non rappresentato<br />

da qualche anno, è da tutti conosciuto ed ammirato. Il nostro assunto<br />

pertanto si riduce a quello di semplici cronisti, cui soddisfiamo tanto<br />

più volentieri, perché l’esito della rappresentazione fu tale da rimandare<br />

il pubblico soddisfatto e perché l’esecuzione in complesso fu buona così<br />

da meritare lode agli artisti, alla direzione ed all’impresa. Lo confessiamo<br />

francamente (perché ci è grato questa volta d’esserci ingannati), noi ci<br />

siamo recati ad assistere allo spettacolo con poco buona prevenzione, ma<br />

le nostre aspettazioni furono superate di gran lunga, specialmente per ciò<br />

che riguarda il tenore signor De negri, il quale ieri sera ci sorprese per<br />

la vigoria ed estensione dei suoi mezzi vocali, che non supponevamo<br />

10. «Gazzetta di Bergamo», martedì 21 agosto 1866.<br />

11. Le recite di <strong>Poliuto</strong> si tennero al Sociale nel gennaio del 1877. La compagnia prevedeva<br />

Giovan Battista De negri (<strong>Poliuto</strong>), nina Bonal (Paolina), Giuseppe Mirski<br />

(Severo). Direttore d’orchestra Giuseppe Cairati. La stagione era completata da Diana di<br />

Chavernay di Filippo Sangiorgi. Cfr. PILon, Il Teatro Sociale cit.<br />

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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />

guari in lui. nella parte di <strong>Poliuto</strong>, egli ha veramente primeggiato e si<br />

fece più volte applaudire con calore.<br />

E qui ci sia permesso di aprire, come si suol dire, una breve parentesi,<br />

per rilevare una volta ancora la distanza che corre fra la musica tradizionale<br />

italiana e quella del presente che non crediamo fatto voglia<br />

essere quella dell’avvenire. nella Diana di Chavernay dal primo all’ultimo<br />

gli artisti, che calcano le scene del Teatro della Società, tradivano lo sforzo,<br />

lo studio soverchio, la qual cosa non è certamente atta a divertire lo<br />

spettatore: nel <strong>Poliuto</strong> invece tutti si dimostrarono ben diversi e provarono<br />

quanto sia superiore nell’arte del canto la spontaneità soccorsa dalle<br />

melodiche ispirazioni alle astruserie della musica-scienza o meglio ancora,<br />

della musica-matematica, nella quale l’artista non è soccorso che dalle<br />

sole nozioni del solfeggio e del contrappunto. Ma ritorniamo senz’altro,<br />

giacché lo spazio è breve, all’esito della rappresentazione di ieri sera: la<br />

sinfonia fu applaudita e meritatamente, perché l’orchestra anche ieri sera<br />

si condusse nel modo più lodevole. nel primo atto dell’opera furono<br />

applauditi specialmente il tenore signor De negri e la prima donna<br />

signora Bonal, ma tutti si mostrarono alcun poco incerti, effetto della première,<br />

e l’atto passò un po’ freddino. nel secondo invece gli artisti parvero<br />

a grado a grado animarsi ed essere trasportati dallo slancio della passione,<br />

che è espressa così sublimemente nelle note inspirate del ‘cigno<br />

bergamasco’. Soprattutto nel grandioso finale dell’atto, gli applausi scoppiarono<br />

unanimi e calorosi ed il tenore sig. De negri dovette replicare<br />

il motivo “Lasciami in pace” ecc., che disse con vero accento drammatico.<br />

applaudito fu pure il secondo tenore signor Ernesto Scotti<br />

(nearco), il quale nella sua breve parte ebbe campo di far apprezzare la<br />

sua voce robusta, simpatica e ben intonata. al calar della tela al secondo<br />

atto gli artisti furono chiamati alla ribalta, e le acclamazioni attestarono<br />

la piena soddisfazione del pubblico. nel terzo atto si distinse la brava<br />

prima donna signora Bonal, nel bellissimo duetto col tenore e più volte<br />

le sue frasi, dette con passione ed intelligenza, furono segno di approvazione.<br />

al termine dello spettacolo il pubblico volle risalutare gli artisti<br />

alla ribalta. Prima di terminare però dobbiamo fare un’osservazione ed<br />

è che la sinfonia eseguita ieri sera non fu quella scritta da <strong>Donizetti</strong>, ma<br />

bensì una sinfonia del Mercadante su motivi delle opere del cigno bergamasco.<br />

abbiamo voluto chiedere il motivo di tale cambiamento e ci fu<br />

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RaVaSIo<br />

risposto dipendere da esigenze imperiose dell’orchestra. noi non possiamo<br />

certamente entrare in una disanima della giustezza delle ragioni che<br />

hanno determinato il cambiamento, ma ci permetteremo solo di osservare<br />

che per quanto bella sia la sinfonia dell’altro illustre maestro, come<br />

lo attestarono gli applausi, riuscirebbe senza dubbio più gradito allo spettatore<br />

udire la sinfonia dettata dallo stesso autore dello spartito». 12<br />

Buona senz’altro l’edizione presentata al Teatro Sociale nel febbraio<br />

del 1886. 13<br />

«Vi era una grande aspettativa per l’andata in scena dell’opera di<br />

<strong>Donizetti</strong>, ansietà giustificata dal sapere che la parte di Paolina verrebbe<br />

sostenuta dall’esimia nostra concittadina signora Carolina Capponi-<br />

Pezzotta. Se ne parlava da parecchi giorni come d’una gradita sorpresa,<br />

d’un avvenimento artistico che avrebbe fatto la fortuna dell’impresa e la<br />

delizia del pubblico. Poiché a tutti è noto che la signora Carolina<br />

Capponi, dopo aver riportato completi trionfi all’estero e in alcune principali<br />

città d’Italia, si ritirò a vita privata, per una di quelle speciali predilezioni<br />

degli artisti che hanno raccolto larga messe di applausi, di fiori,<br />

e si sono procurati col vero merito una condizione agiata ed un nome<br />

celebre. [...] Sicché l’abbiamo salutata in parecchie accademie esecutrice<br />

distinta di buona musica, e applaudita, oltre la bella voce, per lo scopo<br />

santo a cui dedicava i suoi pregi artistici e la sua grazia di distinta signora.<br />

Ma il desiderio generale non si appagava di udirla in accademie: la<br />

voleva alla ribalta del teatro, esecutrice d’una di quelle opere che le avevano<br />

fatto acquistare la celebrità. Per vincere la sua modestia la si pregò<br />

di dare con il proprio concorso un maggiore incremento al Teatro<br />

Sociale: era l’unico lato vulnerabile del suo cuore sensibile – far del bene<br />

– la sua costante aspirazione – ed ella accettò non senza trepidare di<br />

dover affrontare il giudizio d’un pubblico così caro al suo animo per<br />

affetto di patria, e che nella sua modestia non voleva ingannare con<br />

meriti consacrati da giudizio di città diverse per indole e tradizione. Ma<br />

sabato sera deve accorgersi quanto sia grande la simpatia che i suoi concittadini<br />

sentono per chi onora la città natale con le più elette virtù, ed<br />

il teatro, sebbene la rappresentazione fosse fuori di abbonamento, raccol-<br />

12. «Gazzetta provinciale di Bergamo», venerdì 12 gennaio 1877.<br />

13. La stagione prevedeva anche Luisa Miller, Lucia di Lammermoor e Linda di Chamounix.<br />

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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />

se un pubblico scelto e numeroso, che ieri sera si accrebbe in modo da<br />

riempire tutti i palchi e stipare la platea. [...] Sotto le spoglie della figlia<br />

del Governatore la sua bellezza acquista un fascino particolare, il peplo<br />

bianco si adatta al suo volto delicato, a quella espressione di dolcezza che<br />

trasparisce da’ suoi occhi intelligenti e dalle sue labbra atteggiate sempre<br />

ad un sorriso di grazia, che è l’interprete fedele del suo animo buono e<br />

squisitamente gentile. un fragoroso applauso salutò il suo primo apparire<br />

sulla scena, poi si cominciò a giudicare della sua bella voce dalle prime<br />

note della scena III: “ove m’inoltro? Qual tremendo speco!...”. Il pubblico<br />

si accorse di essere dinanzi ad un’artista fornita di potenti mezzi<br />

vocali; di una signora dotata di molto ingegno e intuito artistico. [...]<br />

Gli applausi entusiastici e le grida di brava debbono essere stati la<br />

più ambita ricompensa per la nostra concittadina signora Pezzotta, che<br />

mossa dal solo impulso del benefizio si tolse da quel riposo al quale ha<br />

diritto dopo aver pagato con la gloria il suo contributo all’arte, ma che<br />

non appagava l’affetto de’ suoi concittadini, ansiosi di confermare così<br />

onorifici verdetti con una manifestazione calda, unanime e spontanea di<br />

ammirazione e di stima. Degno interprete dello spartito donizettiano è<br />

pure il tenore sig. Francesco Venturini. Questo giovane artista ha una<br />

voce estesa ed intonata, canta con passione e sentimento ed è spesso<br />

applaudito da solo ed in unione alla signora Pezzotta-Capponi. Il merito<br />

del Venturini è tanto più spiccato in quest’opera, poiché l’ha studiata<br />

qui a Bergamo, in un tempo ristretto, eppure ha saputo impadronirsi<br />

della sua parte in modo da renderla efficacemente, sia dal lato musicale,<br />

sia da quello drammatico.<br />

La parte del proconsole Severo è sostenuta dal sig. Massimiliano<br />

Franklin, il quale è di origine russo, ed essendo da poco tempo in Italia,<br />

ha ancora la pronuncia un po’ confusa, ciò che nuoce alla sua voce che<br />

sarebbe, come giudica la “Gazzetta musicale” del Ricordi, robusta ed<br />

estesa. Benissimo i nostri concittadini Biava (Callistene) e agazzi<br />

(nearco) [...] bene anche il sig. Cavenaghi (Felice) i cori e l’orchestra. a<br />

tal proposito dobbiamo una lode sincera al sig. Vitali, maestro istruttore<br />

dei cori, ed una specialissima al maestro concertatore d’orchestra sig.<br />

Viscardo uccelli. Egli è giovanissimo, tutto nervi ed energia, e trascina<br />

le masse poco numerose ad effetti bellissimi. Colorisce poi e dirige<br />

magistralmente. In conclusione: un buon spettacolo che merita davvero<br />

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RaVaSIo<br />

di essere gustato. non già che manchino – tutt’altro – argomenti di critica:<br />

ma se si pensa anche alle condizioni speciali del teatro di città, sarebbe<br />

una pretesa fuori di luogo il voler di più». 14<br />

anche il critico de «L’eco di Bergamo» apprezzò lo spettacolo.<br />

«Sabato sera andò in scena il <strong>Poliuto</strong> di <strong>Donizetti</strong> ed ebbe complessivamente<br />

buona esecuzione e molti spettatori: ieri sera l’esecuzione fu<br />

ancora migliore e il teatro affollatissimo. Gli artisti si meritarono vivi<br />

applausi. Tanto ieri sera quanto l’altra sera venne fatto ripetere il duetto<br />

“al suon dell’arpe angeliche”, a vero dire interpretato molto bene tanto<br />

dalla signora Pezzotta-Capponi (Paolina) quanto dal tenore signor<br />

Venturini (<strong>Poliuto</strong>). La signora Pezzotta-Capponi canta da artista,<br />

maneggiando con vera maestria la sua voce estesa, nitida, pastosa e ricca<br />

di note assai felici. Il pubblico la festeggia meritatamente con frequenti<br />

e calorosi applausi. Il tenore Venturini (<strong>Poliuto</strong>) spiega ricchezza di voce,<br />

pareggiata sovente dall’arte della modulazione, che nei punti salienti dell’azione<br />

drammatica invade gli spettatori che gli battono vivamente le<br />

mani. Bene fanno la parte loro i nostri Biava (Callistene), agazzi<br />

(nearco) e Cavenaghi (Felice); se non fosse che il baritono si trova in<br />

condizioni poco felici di voce, benché si veda che non gli manca studio,<br />

lo spettacolo sarebbe nell’insieme così buono, quale da anni non si è<br />

visto nel teatro dell’alta città. I cori, specialmente ieri sera, andavano<br />

egregiamente. L’orchestra va bene anch’essa; ma qui e colà avrebbe bisogno<br />

di essere più precisa e franca. Temperando un poco gli ottoni, che<br />

talvolta ci parvero troppo intensi a confronto delle altre parti; sentimmo<br />

osservare, e ci sembra con ragione, che i tempi dovrebbero conservarsi<br />

più fedeli alle indicazioni dello spartito, schivando alcune accelerazioni<br />

che tolgono risalto alla melodia. Il sig. Viscardo uccelli, direttore dell’orchestra,<br />

veda se si può migliorare in questo riguardo lo spettacolo, nel<br />

buon andamento del quale egli ha tanta parte. Complessivamente il<br />

<strong>Poliuto</strong> va bene: in alcuni punti egregiamente senz’altro, come lo indica<br />

l’impressione efficace che ne provano concordemente gli spettatori.<br />

Quanto alla musica è troppo conosciuta perché ne abbiamo a far parola.<br />

Diremo soltanto che per ricchezza di creazione e sovrabbondanza<br />

14. «Gazzetta provinciale di Bergamo», lunedì 15 febbraio 1886.<br />

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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />

d’affetto è tale musica del passato, che sebbene sentita cento volte, non<br />

teme di essere vinta da qualsiasi musica dell’avvenire». 15<br />

nel 1895 <strong>Poliuto</strong> viene messo in scena al Riccardi a partire dal 7<br />

marzo. 16<br />

«Lo disse in altri tempi un bello spirito ed i fatti vanno via via confermandolo,<br />

fino a farlo diventare un motto proverbiale, che: “tanto gli<br />

spettacoli teatrali, che i balli e così tanti altri pubblici divertimenti,<br />

dovrebbero cominciare, non dalla prima ma dalla seconda sera”. [...] La<br />

prima del <strong>Poliuto</strong> procedette benino, a malgrado il panico indiavolato,<br />

insinuatosi sul palcoscenico e che speriamo scompaia del tutto alla<br />

seconda rappresentazione. I primi applausi toccarono alla signorina anita<br />

Mugnoz che ebbe pure una chiamata da sola, una col baritono ed una<br />

terza con tutti gli artisti alla fine del secondo atto. I cori numerosi e<br />

buoni, quantunque un pochino indisciplinati, ed anche la messa in scena,<br />

se non sfarzosa, conveniente. L’orchestra, quando si tolgano alcune lievi<br />

incertezze, che spariranno anch’esse nel seguito, ci è sembrata tale da far<br />

onore al bravo maestro concertatore e direttore cav. Bernardi. Insomma,<br />

nel complesso, uno spettacolo che riteniamo potrà piacere ogni sera di<br />

più e meritarsi il favore del pubblico». 17<br />

Come si era accennato, il gusto musicale inizia a cambiare e ne troviamo<br />

testimonianza in un curioso trafiletto pubblicato sulla «Gazzetta»<br />

del 10 marzo, tre giorni dopo il debutto dell’opera.<br />

«Parliamone in due: prima io che non ci ho ancor messo piede; poi<br />

chi c’è stato. Mi si riferisce che il teatro è poco frequentato, e a me non<br />

fa stupore. Innanzi tutto <strong>Poliuto</strong> non ha mai contato tra le migliori opere<br />

del sommo <strong>Donizetti</strong>; l’argomento medesimo gli dà un carattere ieratico,<br />

quasi d’oratorio, per cui, come si ebbe qui a registrare, non è molto,<br />

che venne eseguito nella chiesa di San Giovannino a Firenze. Di fronte<br />

poi alla evoluzione, che anche la musica melodrammatica ha subito,<br />

dopo le innovazioni di Wagner e le trasformazioni di Verdi, appare anche<br />

più invecchiato. [...]<br />

15. «L’eco di Bergamo», lunedì 15 febbraio 1886.<br />

16. La stagione prevedeva anche Pagliacci e Cavalleria rusticana.<br />

17. «Gazzetta provinciale di Bergamo», venerdì 8 marzo 1895.<br />

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RaVaSIo<br />

C’è, quindi una sola cosa da osservare, ossia: come, disponendo di<br />

buoni mezzi di esecuzione (poiché tali mi si dicono i cantanti, orchestra<br />

e cori) si sia pensato a dare giusto il <strong>Poliuto</strong>.<br />

E, detto ciò, lascio la parola a chi c’è stato. (p.b.)». 18<br />

Chi c’era stato ed è ritornato alla seconda recita ed alle successive,<br />

scrive:<br />

«Il <strong>Poliuto</strong>, com’è dato al nostro massimo teatro, piacerà ogni sera di<br />

più, scrivemmo giorni sono, ed i fatti ci diedero ragione.<br />

La signorina anita Mugnoz che, fin dalla prima sera erasi rivelata<br />

una Paolina corretta e buona s’è andata man mano acquistando il favore<br />

del pubblico affermandosi sempre più nella difficile e faticosa parte.<br />

Possiede una voce non poderosa, ma dolce, gradevole, pastosa che sa<br />

modulare benissimo tanto nei registri bassi, che negli acuti e, soprattutto,<br />

intonatissima. Canta con passione e fraseggia benino. a lei toccano<br />

sempre i più caldi applausi del pubblico che la salutano nei punti più<br />

salienti.<br />

Ettore Marchi (<strong>Poliuto</strong>) non ha bisogno di fervorini ed il pubblico,<br />

che tutte le sere applaude al suo canto passionale e dolce, al suo fraseggiare<br />

corretto ed anche all’azione drammatica, ha già pronunciato il suo<br />

verdetto. Il basso Rusconi (Callistene) nella sua parte di poca risorsa si<br />

disimpegna benissimo e potrebbe essere meglio apprezzato, nella sua<br />

grand’aria e coro del terzo atto, quadro primo. Bene anche il baritono<br />

Serra (Severo) quantunque non ci sappiamo spiegare quel suo contegno<br />

quasi impacciato e poco confacente al personaggio che rappresenta. Il<br />

cav. Bernardi, che concertò e diresse l’opera con intelligenza e passione,<br />

è l’anima e la colonna dello spettacolo, e l’orchestra sotto l’abile sua bacchetta<br />

si conduce benissimo. Peccato che, qualche professore dimentichi,<br />

tal fiata, che tutta l’orchestra dipende dalla bacchetta del direttore!.. I<br />

cori, lo abbiamo detto fin dalla prima sera, sono numerosi e buoni, ciò<br />

che fa molto onore al loro bravo maestro. Tirate adunque le somme, lo<br />

spettacolo è buono e merita tutto il favore del pubblico, che speriamo<br />

vorrà accorrervi più numeroso». 19<br />

18. «Gazzetta provinciale di Bergamo», lunedì 10 marzo 1895.<br />

19. Ivi.<br />

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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />

ancora il 15 marzo:<br />

«La serata di ieri segnò un notevolissimo aumento nelle rappresentazioni<br />

di <strong>Poliuto</strong> al nostro massimo teatro, ed anche gli artisti e l’orchestra<br />

fecero del loro meglio, quasi incoraggiati ed animati dal maggior<br />

concorso del pubblico. nei palchi brillavano, in eleganti toilettes, molte<br />

gentili habitues del Riccardi; nelle poltrone, in platea e nel loggione<br />

erano pur numerosi gli spettatori». 20<br />

Ma quel «p.b.» – autore del trafiletto al quale i successivi articoli<br />

paiono dar palesemente torto – percepiva invece la mutata sensibilità dei<br />

tempi se per ritrovare traccia del titolo bisogna attendere addirittura le<br />

celebrazioni del centenario donizettiano, nel 1948. 21<br />

«Bentornato a <strong>Poliuto</strong>! a cent’anni giusti dalla prima rappresentazione,<br />

che l’autore neppure poté aver la gioia di presenziare, <strong>Poliuto</strong>, nel<br />

riprendere il suo posto fra le grandi opere donizettiane, ci ha narrato<br />

degli aspetti più potenti ed eroici del più grande musicista di nostra<br />

gente, con tutti i trionfali presupposti per una salda garanzia di continuità.<br />

Se è pur vero che certe opere richiedono, per la propria vitalità, il<br />

sostegno di una fastosa ed accuratissima esecuzione, è altrettanto vero<br />

che questi stessi elementi d’ordine contingente collaborano, quando presenti,<br />

a denunziarne ogni più recondito aspetto. L’edizione offertane al<br />

<strong>Donizetti</strong> – edizione doppiamente centenaria, e postuma dell’opera –<br />

della morte del maestro, e della prima – assommava appunto in sé, fin nei<br />

più minuti particolari, quelle possibilità e quegli elementi atti a rappresentarne,<br />

e, quando necessario, a ringagliardirne la vetusta e pur solenne<br />

possanza. Si trattava di far rivivere un <strong>Donizetti</strong> pressoché sconosciuto;<br />

un <strong>Donizetti</strong> in uno dei suoi poliedrici e men noti aspetti: quello, precisamente,<br />

in cui il maestro aveva ardito disposare in difficile connubio<br />

l’émpito melodico, cardine della propria personalità, e quell’altro, mistico<br />

ed eroico, per il quale sarebbero occorsi gran numero d’elementi e di<br />

fattori cui forse la mano era men avvezza. non solo. Il gusto del tempo<br />

e le esigenze imposte dal libretto e dal soggetto specifico obbligarono<br />

inoltre ad una grandiosità d’impostazione la quale, quando men control-<br />

20. «Gazzetta provinciale di Bergamo», venerdì 15 marzo 1895.<br />

21. La stagione celebrativa prevedeva, oltre a <strong>Poliuto</strong>, anche La favorita, Betly e Il campanello.<br />

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RaVaSIo<br />

lata, avrebbe rischiato di degenerare nell’enfasi della retorica, nella minor<br />

spontaneità, in cui, quando spinto, l’eloquio musicale si sperde ed annulla.<br />

[...] L’esecuzione, altamente impegnativa per le difficoltà di cui si presenta<br />

irta la partitura, è stata oltremodo degna d’elogio. Mirto Picchi ed<br />

adriana Guerrisi sono apparsi una coppia di altissimo valore interpretativo<br />

e di rara intelligenza artistica. ambedue dotati di un volume e di una<br />

voce assolutamente eccezionale, ne hanno piegato le possibilità alle esigenze<br />

della parte, e, soprattutto, ne hanno saturato ogni aspetto con una<br />

straordinaria coscienza, del personaggio interpretato. Per Gino Bechi<br />

rimandiamo al giudizio già espresso in occasione de La favorita, rimanendo<br />

definitivamente in attesa di salutarlo come uno dei migliori baritoni<br />

della nostra epoca, allorché si sarà deciso di correggere il ben noto eccessivo<br />

appoggio nasale, cui egli crede forse d’affidare, in assoluta originalità<br />

d’intenti, la propria personalità. Degni di grande elogio l’ariè – basso<br />

di splendide doti – il Checchetelli, il Cecchini e il Baracchi. L’autorità<br />

di Gianandrea Gavazzeni, che ha speso la parte migliore di se stesso da<br />

apostolo quale egli è, in una dedizione che aveva addirittura del fanatico,<br />

ha saturato l’intero spettacolo, affrontando e superando financo certi<br />

rischi di squilibri propri dello strumentale, cui talora, forse, una più equilibrata<br />

e controllata concertazione avrebbe, in taluni punti, ovviato. [...]<br />

Le scene, dovute alla collaborazione di achille Funi e Pino Pizzigoni e<br />

realizzate dalla volonterosità degli allievi dell’accademia Carrara, sono<br />

apparse, qua e là, lievemente discutibili, per certi ibridismi di stile e pericolosi<br />

fondali, tali da lasciare qualche volta perplessi. Ciò non toglie che<br />

alcune di esse, cioè quella del primo atto, e quella del tempio di Giove<br />

fossero veramente cose belle e imponenti. Teatro gremito in ogni ordine<br />

di posti, ed applausi travolgenti ed interminabili. Marcello Ballini». 22<br />

Quarantacinque anni dopo, sarà ancora Gianandrea Gavazzeni a<br />

dirigere <strong>Poliuto</strong> ripresentato a Bergamo, con grande successo e per la<br />

prima volta in edizione critica. 23<br />

«un’opera come <strong>Poliuto</strong> meritava un direttore come Gianandrea<br />

Gavazzeni. un’opera come <strong>Poliuto</strong>, rimasta sempre ai limiti del grande<br />

repertorio e contaminata nella sua versione italiana da molteplici, arbi-<br />

22. «L’eco di Bergamo», lunedì 18 ottobre 1948.<br />

23. La prima andò in scena il 30 settembre 1993.<br />

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<strong>Poliuto</strong> nei teatri di Bergamo<br />

trarie sovrapposizioni testuali succedutesi negli anni, non poteva avere<br />

artefice migliore del suo rilancio, nella autenticità della sua versione originale,<br />

di Gianandrea Gavazzeni, che ad ogni sua presenza sul podio<br />

riserva ormai da anni agli ascoltatori solo momenti di straordinaria<br />

intensità e profondità interpretativa. [...] E merito maggiore di<br />

Gavazzeni, capace di esplorare come pochi altri interpreti la realtà ed il<br />

significato di una partitura [...] è stato nella circostanza proprio quello di<br />

collocare il capolavoro donizettiano nella sua giusta prospettiva teatrale<br />

e musicale, rivelandone nel clima austero e tetro della vicenda tutta la<br />

forza dei contrasti drammatici e delle intense passioni dei suoi personaggi.<br />

[...] Qui, ad assecondare in modo ammirevole le sue indicazioni, vi<br />

era l’orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “a. Toscanini”. [...] Sul<br />

palcoscenico, accanto ad un coro (quello del Teatro <strong>Donizetti</strong>) preparato<br />

certo con cura da Giovanni Di Stefano e come poche altre volte perfettamente<br />

coordinato ed inserito nel contesto esecutivo, vi era un cast<br />

di interpreti di chiara fama e di brillante qualità vocale. a José Sempere<br />

(<strong>Poliuto</strong>) la vocalità non ha fatto certo difetto, rilevando per intero le<br />

qualità di questo tenore [...].<br />

Denia Mazzola Gavazzeni, un soprano le cui qualità e le cui prestazioni<br />

hanno ormai raggiunto un livello di affidabilità e professionalità<br />

comune solo alle grandi cantanti, è stata una Paolina appassionata e tormentata.<br />

[...] Simone alaimo, terzo ma non ultimo tra gli interpreti principali,<br />

ha impersonato con grande chiarezza vocale, bellezza di timbro e<br />

compiutezza interpretativa (scenica e musicale) un Severo perfettamente<br />

identificato sia nel ruolo di somma autorità politica e religiosa, sia in<br />

quello più palpabile ed ampio, di non rassegnato, umanissimo amante.<br />

[...] L’allestimento scenico era quello già proposto da Filippo Sanjust per<br />

il teatro dell’opera di Roma: qui, in spazi evidentemente meno adeguati,<br />

ha un poco sofferto della necessità di aprirsi a prospettive più ampie<br />

[...] ma ha avuto il pregio di saper collocare la vicenda e i personaggi in<br />

un contesto credibile e rivelatore della storia e del clima musicale, mirando<br />

all’essenziale, ma non tralasciando l’indispensabile. alla regia di<br />

Pasquale D’ascola, che non ha travalicato in alcun modo le esigenze e le<br />

indicazioni musicali ed ha posto particolare attenzione alla disposizione<br />

delle masse e dei singoli personaggi, era forse da chiedere una minor staticità<br />

delle figure e delle comparse non direttamente coinvolte nell’azio-<br />

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RaVaSIo<br />

ne ed una maggior chiarezza in alcuni interventi a scena sgombra di<br />

alcuni ieratici personaggi. Ma coi tempi che corrono, una regia d’opera<br />

che sappia governare gli spazi teatrali in termini di credibilità e di efficacia,<br />

senza soverchiare la musica, è elemento da non trascurare e sottovalutare.<br />

Il consenso e gli applausi del pubblico (che aveva fatto segnare<br />

il tutto esaurito) non si sono certo fatti sollecitare e la sua approvazione<br />

per tutti i protagonisti, con il grande affetto non celato per il suo grande<br />

direttore, bene si riassume nella scarna frase lanciata dalle gallerie nell’assoluto<br />

silenzio, dopo la sinfonia del I atto: “Viva <strong>Donizetti</strong>, grazie<br />

Gavazzeni”. Gianluigi Gonella». 24<br />

24. «L’eco di Bergamo», sabato 2 ottobre 1993.<br />

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Marco Spada<br />

poliuto: una tragedia della volontà<br />

Note di regia<br />

«Ne perdons plus de temps ; le sacrifice est prêt ;<br />

allons-y du vrai dieu soutenir l’interêt ;<br />

allons fouler aux pieds ce foudre ridicule<br />

dont arme un bois pourri ce peuple trop crédule ;<br />

allons en éclairer l’aveuglement fatal ;<br />

allons briser ces dieux de pierre et de metal ;<br />

abandonnons nos jours à cette ardeur céleste ;<br />

faisons triompher dieu ; qu’il dispose du reste»<br />

(corNeille, Polyeucte, acte ii, scène Vi)<br />

Quando adolphe Nourrit, tenore vecchio stile in cerca di un rilancio<br />

italiano, tra una lezione di canto e l’altra, propose a donizetti di mettere<br />

in musica Polyeucte di corneille, sapeva che stava compiendo un azzardo.<br />

lo sapeva anche il compositore che però, tentato dalla novità, e già<br />

proiettato con la mente e con la carriera a parigi, accettò nel vago presentimento,<br />

poi rivelatosi tragica realtà, che le cose non sarebbero andate<br />

bene.<br />

la tragèdie non aveva un buon commercio con la librettistica italiana;<br />

ne sapeva qualcosa rossini che, sempre a Napoli, aveva visto vanificati<br />

i suoi straordinari sforzi per produrre un’opera grandiosa e avveniristica<br />

come Ermione, tratta dall’Andromaque di racine. Ma la poetica<br />

neoclassica di questo ancora faceva da schermo nel 1819 al cambiamento<br />

di gusto. Nel 1838, si era fuori tempo massimo.<br />

Nourrit aveva ragioni da vendere. il testo di corneille è straordinario.<br />

di una ricchezza psicologica e di una complessità verbale quasi virtuosistica.<br />

ogni personaggio riceve una luce duplice, di antinomie caratteriali,<br />

che segnano la prospettiva profonda del contrasto tra ‘passion et<br />

devoir’ sullo sfondo di un conflitto prima etico che religioso. Ma è un<br />

dramma parlato e raccontato, prima che vissuto ed agito. Su di esso deve<br />

iniziare l’opera di smontaggio e rimontaggio che un librettista italiano<br />

di media levatura, e anche di ottima come Salvadore cammarano<br />

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Spada<br />

(all’epoca forse non ancora versato nella tragedia francese), è costretto a<br />

compiere.<br />

così la frase di Nourrit scritta con signorile eleganza alla moglie –<br />

«Nous ne nous en somme pas tenue à la donnée un peu trop admirative de<br />

corneille avant le triomphe du sentiment religieux…» – alla luce dei<br />

fatti e col senno di poi si tinge di una certa involontaria ironia, dato che<br />

appunto il ‘coté admiratif’ finisce con l’essere quasi estromesso del tutto.<br />

Nell’ottica consueta della sintesi che il melodramma romantico e<br />

popolare pretende, i sentimenti si assolutizzano, le ‘posizioni’ – per dirla<br />

con Verdi – si schematizzano, i piani di lavorazione tra lo ‘sfondo’ paesaggistico<br />

e storico e il ‘primo piano’ privato si separano. polyeucte nell’originale<br />

è mosso dal desiderio assoluto e primario del martirio, è scosso da<br />

una hybris mistica e rigetta come mollezza il richiamo al sacrificio di<br />

vivere una vita santa e di cristiana rassegnazione che viene da Néarque.<br />

Sembra dominato da una nietzschiana volontà di potenza, che arriverebbe<br />

persino a fargli dire paradossalmente, come Zarathustra: «se esistessero<br />

dei, come potrei sopportare di non essere dio!». in queste antinomie<br />

è la ambigua grandezza del personaggio.<br />

certo la freddezza ragionata del suo carattere, che aveva suscitato le<br />

accese rimostranze di pauline, non avrebbe potuto ispirare una bella<br />

scena come «Fu macchiato l’onor mio»; ma certamente della generosità<br />

che lo spinge a ‘consegnare’ la moglie al rivale prima della morte, non<br />

resta traccia. il suo omologo italiano più modestamente è preda della<br />

gelosia, appena venata da ostinazione religiosa. la diminutio di poliuto<br />

comporta quella degli altri: paolina scende un po’ dal piedistallo del<br />

dovere cieco nell’obbedienza filiale e concentra la sua conversione al<br />

martirio in poche battute, con una velocità sorprendente e tragicamente<br />

‘comica’. lo stesso Severo (forse in corneille il personaggio più alto<br />

moralmente, poiché venato di un umanissimo eroico patetismo) si<br />

accontenta di fare il rivale, riscattandosi solo verso la fine.<br />

il triangolo amoroso è, ancora una volta, in primo piano, e la fede<br />

religiosa sullo sfondo, così come le sottili motivazioni politiche di Felice,<br />

padre di paolina, ridotto a poco più di una comparsa. inevitabile? Forse<br />

sì, date le circostanze, ma quando donizetti, con le difficoltà imposte da<br />

una censura ormai isterica, si addentra più e più nel testo spegnendo il<br />

proprio entusiasmo e teme di aver scritto qualcosa di ‘troppo fracassoso’<br />

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Note di regia<br />

non ha tutti i torti. proprio l’atmosfera mistica manca, nonostante i<br />

coretti ripetuti in più punti dell’opera (e anticipati nella sinfonia), mentre<br />

più sentito è l’estroverso ‘ambaradan’ che precede l’arrivo di Severo<br />

e il roboante Finale ii quando viene infranto l’idolo «de pierre et de<br />

metal», nell’attacco anche sgarbato di poliuto «lasciami in pace», certo<br />

memore dell’effettistica maledizione della Lucia.<br />

ciò non vuol dire che l’opera non abbia molte pagine più intimistiche<br />

e di pregio, come il duetto paolina-Severo del secondo atto, il<br />

larghetto del Finale ii e naturalmente il Finale iii, vero punto d’approdo<br />

di tutta l’opera, della quale conserva il tema principale. e addirittura<br />

un momento straordinario, vero colpo d’ala, come l’attacco dell’aria di<br />

paolina, magicamente inserita nel contesto del primo atto.<br />

Non si può dire, perciò, che <strong>Poliuto</strong> sia un’opera mancata, ma probabilmente<br />

resta non realizzata in toto, per lo meno nell’ampiezza delle<br />

intenzioni degli autori, che la lettura del francese aveva entusiasmato: «les<br />

chrétiens lui montent la tête», scriveva Nourrit di donizetti, travasando<br />

il proprio disperato ottimismo per il suo debutto a Napoli nel compositore,<br />

il quale a sua volta aveva forse nutrito propositi di riforma del<br />

melodramma italiano.<br />

donizetti è e resta un maestro di drammaturgia, ma <strong>Poliuto</strong>, ad una<br />

analisi che ne voglia serenamente evidenziare pregi e difetti allo scopo di<br />

una messa in scena, è opera che sente un certo schematismo dei ‘numeri<br />

chiusi’ e, a mio parere, di una certa insita freddezza, dovuta proprio al<br />

ridimensionato scavo psicologico dei protagonisti, che l’edizione critica<br />

evidenzia maggiormente. probabilmente fu questo a spingere il maestro<br />

antonino Votto, nella ormai mitica edizione scaligera del 1960, a ‘rimpolpare’<br />

tutto il primo atto con un’operazione di maquillage che tentava<br />

di ridare all’opera quel tanto di grandeur che l’originale negava.<br />

Fortunate circostanze della vita mi hanno concesso di mettere in<br />

scena in ordine giusto Marino Faliero (1835), Lucia di Lammermoor (1835)<br />

e ora <strong>Poliuto</strong> (1838). la carrellata straordinaria di personaggi e avvenimenti<br />

che donizetti propone hanno acceso il mio entusiasmo, con queste<br />

differenze: Lucia, nella sua perfezione formale persino frustrante per<br />

il regista, e nella sua assoluta corrispondenza tra sentimenti e musica che<br />

li descrive, merita solo di essere servita e assecondata con delicatezza e<br />

coerenza; Marino Faliero, all’opposto, nel suo sperimentalismo e nella sua<br />

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06. Spada - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.47 Pagina 106<br />

Spada<br />

cupa ruvidezza antiedonistica richiede che lo si sostenga con un profondo<br />

impegno nel fare emergere i personaggi (il maestoso, umanissimo<br />

doge) dal contesto aggrovigliato dei fatti storici e di un libretto sconnesso.<br />

Lucia e Marino sono due facce della stessa medaglia, l’una guarda al<br />

patetico, l’altra al «terribile», come diceva il compositore. entrambe<br />

necessitano di essere vissute umanamente per ridonarle nella loro veste<br />

scenica con profitto.<br />

<strong>Poliuto</strong> obbliga invece a un atteggiamento diverso: mi sono dovuto<br />

porre in un punto di osservazione oggettivo, esterno a personaggi ed<br />

azioni. osservarli vivere per capirne le motivazioni. assestarmi in una<br />

zona franca, quel diaframma che separa il loro agire privato – ormai più<br />

dramma borghese che non tragedia classica – e lo sfondo su cui questo<br />

si dipana. da <strong>Poliuto</strong>, paradossalmente, proprio i poli opposti della tragedia<br />

sono assenti: ciò che domina è un volontarismo raziocinante che non<br />

può che spegnere la mimesi e la partecipazione emotiva. per ciò nell’opera<br />

risalta maggiormente il singolo momento, a se stante, che si bea<br />

di se stesso; per ciò si avverte come marionettistico tutto l’apparato vetero<br />

romano che il libretto propone, al quale oggi non possiamo più guardare,<br />

se non con una abbondante dose di ironia. per questo gli eventi<br />

possono essere contenuti in un salotto privato, che si affaccia sul paesaggio,<br />

quella Metilene che si è proposta alla mia fantasia come un deserto<br />

roccioso e lontano e che, come in corneille, mai interagisce con il ‘paesaggio<br />

interno’ dei protagonisti. resta il ‘trionfo del cristianesimo’ a far<br />

da collante al tutto, ma anch’esso come atto della volontà e della cultura.<br />

Nell’apparente sconfitta e martirio dei cristiani, si esalta all’opposto il<br />

loro trionfo nella Storia, che di lì a poco darà loro definitivamente ragione.<br />

Solo in quell’attimo fugace, all’extremis della partitura, liberati dal<br />

determinismo che ha connotato fin lì le azioni dei personaggi, ne possiamo<br />

comprendere e finalmente gustare anche la poesia.<br />

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06. Spada - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.47 Pagina 107<br />

in questa pagina e nelle seguenti,<br />

bozzetti e figurini di alessandro ciammarughi per <strong>Poliuto</strong>.<br />

Bergamo Musica Festival 2010.<br />

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06. Spada - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.47 Pagina 108<br />

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06. Spada - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.47 Pagina 109<br />

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07. Struttura e argomento - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.50 Pagina 111<br />

Struttura e argomento dell’opera<br />

Atto primo<br />

Il battesimo<br />

N. 1 Introduzione<br />

«Scendiam... silenzio» - «D’un’alma troppo fervida»<br />

Nottetempo un gruppo di cristiani entra furtivamente nelle catacombe.<br />

Accompagnato dal cristiano Nearco, il neofita poliuto (cittadino eminente,<br />

e magistrato) sta per essere battezzato. il suo animo è però sconvolto<br />

dalla gelosia: teme infatti che paolina, sua moglie da poco tempo,<br />

ami qualcun altro. Nearco esalta le qualità di paolina e lo invita piuttosto<br />

a rivolgere a Dio i suoi pensieri. poliuto prega Dio di fargli ritrovare<br />

la serenità. Entrambi si avviano alle catacombe.<br />

N. 2 Scena e Cavatina Paolina<br />

«ove m’inoltro?..» - «Di quai soavi lagrime»<br />

paolina ha seguito non vista il marito, sospettandone le intenzioni: teme<br />

infatti che l’adesione alla fede cristiana, proibita e perseguitata, lo conduca<br />

a morte. Esce Nearco, che la incontra e le conferma i sospetti:<br />

poliuto si è fatto cristiano. paolina è sconvolta, ma le parole della preghiera<br />

che si ode dall’interno delle catacombe la toccano profondamente.<br />

Esce anche poliuto, che s’imbatte stupito in sua moglie. ma è l’alba,<br />

e si odono suoni festosi: l’annuncio che sta per giungere in città il proconsole<br />

Severo suscita apprensione nei cristiani. paolina ne è addirittura<br />

folgorata: a suo tempo innamorata di lui – corrisposta – lo credeva<br />

morto, e solo per questo aveva acconsentito a sposare poliuto secondo il<br />

desiderio di suo padre. A malincuore paolina deve riconoscere che il suo<br />

antico sentimento non è del tutto spento.<br />

N. 3 Coro, Scena e Cavatina Severo<br />

«plausi all’inclito Severo» - «Decio, signor del mondo» - «Di tua beltade<br />

immagine»<br />

Giunge in trionfo Severo, col preciso compito di combattere i cristiani.<br />

in cuor suo, il proconsole non vede l’ora di riabbracciare l’amata paolina.<br />

111


07. Struttura e argomento - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.50 Pagina 112<br />

Struttura e argomento dell’opera<br />

Felice, suo padre e governatore di mitilene, lo accoglie con imbarazzo,<br />

ed è costretto in breve a dirgli che paolina nel frattempo è diventata<br />

moglie di poliuto. Nel tripudio generale, Severo è disperato e in preda a<br />

cupi pensieri: per ragioni diverse, non possono condividere la gioia<br />

generale né il sospettoso poliuto, né Felice che trepida per la sua situazione,<br />

né il vendicativo gran sacerdote Callistene, già innamorato respinto<br />

di paolina.<br />

Atto SECoNDo<br />

Il neofito<br />

N. 4 Scena e Duetto Severo e Paolina<br />

«inoltra il piè: ne’ lari» - «Donna... che! possenti numi»<br />

il perfido Callistene fa in modo che Severo possa incontrare paolina. La<br />

donna vorrebbe che Severo se ne andasse immediatamente: nonostante<br />

il suo animo sia profondamente turbato e combattuto, il dovere le impone<br />

di respingerlo e di non vederlo mai più. Severo è disperato.<br />

N. 5 Scena e Aria <strong>Poliuto</strong><br />

«Veleno è l’aura ch’io respiro. indegno» - «Fu macchiato l’onor mio»<br />

Nel frattempo Callistene ha provveduto ad informare poliuto di quanto<br />

sta accadendo. Questi vorrebbe uccidere la fedifraga e il rivale, ma giungono<br />

ad avvisarlo che Nearco è stato catturato e sta per essere condotto<br />

al tempio di Giove. poliuto è come folgorato: col pensiero alla nuova<br />

fede che ha abbracciato, perdona la moglie e corre al tempio a rendere<br />

testimonianza del proprio credo.<br />

N. 6 Coro e Finale II<br />

«Celeste un’aura» - «magistrati, guerrieri, popolo. È surto»<br />

Nel tempio tutti invocano la potenza vendicatrice di Giove. pena la tortura,<br />

Severo ingiunge a Nearco di rivelare il nome di colui che è stato da<br />

poco battezzato. Nearco rifiuta e sta per essere condotto in carcere, quando<br />

giunge poliuto a costituirsi pubblicamente: il neofita è lui. Sconcerto<br />

generale. Severo ordina di condurlo al supplizio, invano supplicato da<br />

paolina di non farlo. Vedendo sua moglie ai piedi di colui che crede suo<br />

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07. Struttura e argomento - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.50 Pagina 113<br />

rivale, poliuto è preso da un’accesso d’ira e ripudia la moglie gettando a<br />

terra i sacri arredi. Fra l’orrore di tutti, poliuto disconosce paolina, che<br />

prima proclama la sua innocenza, poi è sopraffatta dalla disperazione<br />

cadendo tra le braccia paterne: pur privo di speranza, intanto Severo pregusta<br />

la vendetta, mentre i Sacerdoti maledicono l’empio.<br />

Atto tErzo<br />

Il martirio<br />

Struttura e argomento dell’opera<br />

N. 7 Coro, Scena e Aria Callistene<br />

«Vieni, vieni, al circo andiamo» - «Ecco il sommo pontefice. S’avanza» -<br />

«Alimento alla fiamma si porga»<br />

il popolo già si accalca nel circo, in attesa di vedere il supplizio di poliuto.<br />

Callistene informa che con lui saranno giustiziati altri cristiani, ma invita<br />

i suoi sacerdoti a vigilare perché non venga meno il desiderio di sangue:<br />

sa che paolina è andata a scongiurare Severo perché conceda la grazia a<br />

poliuto, e teme che questi ceda alle preghiere dell’amata.<br />

N. 8 Finale III<br />

«Dorme... malvagio! Vision gradita» - «Ah, fuggi da morte» - «Alle fiere<br />

chi oltraggia gli dei» - «Fra la vita e la morte ancor sei» - «più s’indugia!<br />

Dunque costui»<br />

in carcere, poliuto è tormentato da sogni, ma ha anche la visione di<br />

paolina in cielo circonfusa di luce. Giunge paolina, che gli riafferma la<br />

sua pur travagliata fedeltà e smaschera le trame di Callistene. Commosso<br />

dal suo giuramento, poliuto la abbraccia. paolina vorrebbe persuaderlo<br />

all’abiura, ma poliuto è irremovibile: profondamente toccata da tanto<br />

ardore celeste, anche paolina si converte e si accinge a seguirlo nel martirio.<br />

La mente di entrambi è ormai tutta volta al cielo. poliuto e paolina<br />

sono condotti nel circo per essere sbranati dalle belve. Nel vedere l’amata,<br />

Severo è sconvolto e vorrebbe salvarla, ma Callistene lo incalza e gli<br />

rammenta il suo dovere. La coppia viene condotta al supplizio tra l’esultanza<br />

di Callistene e del popolo eccitato dai sacerdoti, e la disperazione<br />

di Severo che vorrebbe uccidersi ma ne è impedito dalle guardie del suo<br />

seguito.<br />

113


07. Struttura e argomento - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.51 Pagina 114<br />

114


08. preliminari libretto <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.52 Pagina 115<br />

POLIUTO<br />

Tragedia lirica in tre atti<br />

Trascrizione del libretto a stampa<br />

per la prima rappresentazione dell’opera<br />

Napoli, Tipografia Flautina, 1848<br />

115


08. preliminari libretto <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.52 Pagina 116<br />

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08. preliminari libretto <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.52 Pagina 117<br />

Il subbietto di questo lavoro è storico, e Pietro Corneille ne trasse il suo<br />

Polyeucte: ma l’indole del dramma musicale troppo diversa da quella<br />

d’una tragedia, non mi permise di seguire che poche tracce dell’Eschilo<br />

francese. Pure, quanto il consentiva la scarsa latitudine a me conceduta,<br />

mi studiai che la morale vi si mostrasse in tutta la sua luce. Quindi a lato<br />

delle più sublimi virtù cristiane, dipinsi nel personaggio di Callistene, e<br />

come ombre del quadro, gli errori, e l’empietà del paganesimo. Se questa<br />

lirica tragedia (che io dettava prima dei Martiri di Scribe) verrà dall’universale<br />

aggiudicata nuda affatto d’ogni altro pregio, non le sarà contrastato,<br />

ne son certo, il primo a cui mirar dovrebbe ciascun autore drammatico,<br />

lo scopo morale.<br />

Salvadore Cammarano<br />

N. B. Alcuni versi di questo melodramma, che parve condannato<br />

all’oblio, fecer mostra di sé in altri miei lavori: era ovvio sostituire ai<br />

menzionati altri versi, ma ciò poteva nuocere alla musica, ed è in rispetto<br />

di essa, e dell’insigne, quanto infelice amico che ne fu l’autore, se io<br />

lascio la poesia qual fu in origine, invocando all’uopo la pubblica indulgenza.<br />

La musica è del Maestro GAETANO DONIzETTI.<br />

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08. preliminari libretto <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.52 Pagina 118<br />

Cav. D. ANTONIO NICCOLINI, architetto de’ Reali Teatri<br />

Capo scenografo inventore e Direttore di tutte le decorazioni, Sig. Pietro<br />

Venier.<br />

Pittori scenografi, Signori Leopoldo Galluzzi, Luigi Deloisio, Vincenzo<br />

Baldini, Luigi Mari, e Marco Corazza.<br />

Editore e proprietario esclusivo delle poesie de’ libri de’ Reali Teatri, Sig.<br />

Salvatore Caldieri.<br />

Proprietari degli spartiti in partitura pel Regno gli editori di musica,<br />

Signori Girard e Compagni.<br />

Direttore del macchinismo, Sig. Fortunato Queriau.<br />

Appaltatore del macchinismo, Sig. Michele Papa.<br />

Direttore del vestiario, Sig. Carlo Guillaume.<br />

Attrezzeria disegnata ed eseguita da’ Signori Luigi Spertini e Filippo<br />

Colazzi.<br />

Pittore pe’ figurini del vestiario, Sig. Filippo Buono.<br />

Direttore ed inventore de’ fuochi chimici ed artificiali, Signor Felice<br />

Cerrone.<br />

118


08. preliminari libretto <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.52 Pagina 119<br />

SEvERO, proconsole.<br />

Signor Colini.<br />

FELICE, governatore di Melitene.<br />

Signor Rossi.<br />

POLIUTO, magistrato, e sposo di<br />

Signor Boucardé.<br />

PAOLINA, figlia del governatore.<br />

Signora Tadolini.<br />

PERSONAGGI<br />

CALLISTENE, gran sacerdote di Giove.<br />

Signor Arati.<br />

NEARCO, capo dei cristiani d’Armenia.<br />

Signor Ceci.<br />

UN CRISTIANO.<br />

Signor Memmi.<br />

Cristiani - magistrati - sacerdoti di Giove -<br />

popolo armeno - guerrieri romani.<br />

L’avvenimento ha luogo in Melitene, città capitale<br />

d’Armenia, e nell’anno 257 di nostra salute.<br />

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08. preliminari libretto <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.52 Pagina 120


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 121<br />

ATTO PRIMO<br />

Il battesimo<br />

ScenA PRIMA<br />

Tenebrose caverne: sull’alto un forame<br />

donde ha principio una scala intagliata<br />

nella rupe, per cui si discende: nel davanti<br />

l’ingresso ad uno speco, del quale spargesi<br />

poca luce rossastra.<br />

Molti gruppi di cristiani: altri in capo alla<br />

scala, altri ascendono, altri nel piano.<br />

cORO<br />

PARTe I<br />

Scendiam...<br />

II<br />

III<br />

IV<br />

V<br />

Silenzio...<br />

Silenzio...<br />

Immerso<br />

tutto nel sonno è l’universo...<br />

Da questo ignoto, profondo speco<br />

a palesarci non sorga un’eco.<br />

TUTTI Dopo esser discesi.<br />

Ancor ci asconda un velo arcano<br />

all’empio ferro che ne minaccia.<br />

Il giorno forse non è lontano<br />

che fra martiri, al mondo in faccia,<br />

per noi la prece, con labbro<br />

[esangue,<br />

al Re de’ cieli s’innalzerà:<br />

e più del labbro, il nostro sangue<br />

del Dio vivente favellerà.<br />

Entrano silenziosi nello speco.<br />

ScenA II<br />

<strong>Poliuto</strong> e Nearco.<br />

<strong>Poliuto</strong> discende il primo, fa alcuni rapidi<br />

passi verso lo speco, quindi si arresta gettandosi<br />

nelle braccia di Nearco.<br />

neARcO<br />

Tu sei commosso!<br />

POLIUTO<br />

È ver... sul capo mio<br />

l’onda che terge dall’antica macchia<br />

fia sparsa in breve... un sacro<br />

terror m’investe!<br />

neARcO<br />

Di terror che parli?<br />

Quei che t’apre le braccia, ostia di<br />

[pace<br />

s’offerse, e pace ei piove<br />

nell’alme in cui discende.<br />

POLIUTO<br />

Io n’ho ben d’uopo!<br />

Da procellosi affetti<br />

è sconvolta la mia.<br />

neARcO<br />

<strong>Poliuto</strong>!..<br />

POLIUTO<br />

Velen di gelosia<br />

mi rode il cor!..<br />

neARcO<br />

Fia vero!..<br />

Atto I<br />

POLIUTO<br />

Dir la parola, intendere il pensiero<br />

mal può di quanto amor la mia<br />

[consorte<br />

amava... ed amo... di tristezza ingombra<br />

121


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 122<br />

Atto I<br />

talor la vidi, e tacito le guance<br />

solcarle amaro pianto: a lei ne chiesi;<br />

con labbro incerto mendicò ragioni,<br />

che fur pretesti, ed a’ sospiri il varco<br />

negò... ma tardi. Ahi! Quando<br />

giace nel sonno, ed io co’ miei sospetti<br />

veglio, gemer la sento, e tronchi detti<br />

parlar d’amore!.. A callistene apersi<br />

il mio pensier geloso, e d’un rivale<br />

anch’ei sospetta.<br />

neARcO<br />

chi nomasti!.. Ah! Taci.<br />

Dubbio tremendo fomentar! Ministro<br />

d’un culto iniquo; ben costui le parti<br />

tutte ne adempie! Di virtù severa<br />

speglio è la tua consorte, e corpo<br />

[all’ombra<br />

tu dai. calmati... cessa.<br />

Il momento s’appressa,<br />

il momento solenne!<br />

A Dio ti volgi, e quel soccorso<br />

[implora,<br />

che invan giammai non fu richiesto.<br />

POLIUTO<br />

Io piego<br />

la fronte nella polve... e gemo... e<br />

[prego.<br />

D’un’alma troppo fervida<br />

tempra buon Dio gli affetti...<br />

tu che lo puoi, tu dissipa<br />

gli orrendi miei sospetti...<br />

nel combattuto core<br />

discenda il tuo favore,<br />

né più lo scuota un palpito<br />

che indegno sia di te.<br />

neARcO<br />

Vieni, e ti guidi un angelo<br />

del suo delubro a’ piè.<br />

Entrano.<br />

122<br />

ScenA III<br />

Paolina.<br />

PAOLInA<br />

Ove m’inoltro?.. Qual tremendo<br />

[speco!..<br />

Ah! Vano il mio sospetto<br />

non fu! Qui certo han loco<br />

i sanguinosi altari,<br />

e le vietate orribili adunanze<br />

di lor, che Dio si fêro un uom. Lo<br />

[sposo<br />

anch’egli dunque? O morte<br />

rapito m’hai l’amante, ora il consorte<br />

bieca sogguardi!.. Gente appressa!..<br />

Si cela dietro un masso.<br />

ScenA IV<br />

Nearco, seguito da un drappello di<br />

cristiani e detta.<br />

neARcO<br />

Udiste?<br />

Fin che si compia il rito<br />

cauti vegliate della rupe il varco.<br />

In voi m’affido.<br />

cRISTIAnI<br />

Escono.<br />

PAOLInA Avanzandosi.<br />

non temer.<br />

neARcO<br />

Qual voce!.. che!.. Traveggo!..<br />

Donna, tu qui?<br />

nearco?<br />

PAOLInA<br />

Sull’orme<br />

di <strong>Poliuto</strong> trassi. Omai più notti<br />

son, che le piume abbandonar furtivo


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 123<br />

lo scorsi: un dubbio, un fero dubbio<br />

[è sorto<br />

nel mio pensier... la santa<br />

religion degli avi<br />

osato avria disdir?<br />

neARcO<br />

PAOLInA<br />

numi!..<br />

T’apponi al vero.<br />

neARcO<br />

Fatal mistero<br />

tu penetrasti! Una recente legge<br />

non più d’esilio, ma di pronta morte<br />

i neofiti coglie!<br />

La tua virtù fia pegno<br />

del tuo silenzio, ed il periglio estremo<br />

di <strong>Poliuto</strong>!.. Andar m’è d’uopo.<br />

Rientra.<br />

PAOLInA<br />

Io tremo!..<br />

ALcUne VOcI DALLO SPecO<br />

Infiamma quest’alma, o spirto di<br />

[Dio,<br />

che piena di speme a te ricovrò:<br />

e il premio le serba che avanza il<br />

[desio,<br />

che il figlio celeste col sangue<br />

[mercò.<br />

PReGHIeRA GeneRALe<br />

Signor, le tue leggi prostràti<br />

[adoriamo,<br />

le sante tue leggi di pace, d’amor.<br />

Per noi, per le spose, pe’ figli<br />

[preghiamo,<br />

pe’ nostri nemici preghiamo,<br />

[Signor.<br />

PAOLInA<br />

Un turbamento arcano<br />

io provo!.. Al cor mi scende<br />

quella preghiera!.. È forza,<br />

è forza ch’io m’atterri! O che mai<br />

[sento!..<br />

Fin pe’ nemici lor!.. Divino accento!<br />

Di quai soavi lagrime<br />

aspersa è la mia gota!..<br />

Qual mi ricerca l’anima<br />

dolce potenza ignota!..<br />

Somiglia una speranza...<br />

l’umana gioia avanza...<br />

par che dal ciglio infranto<br />

mi cada un fosco vel!..<br />

Par che il devoto canto<br />

ritrovi un’eco in ciel!<br />

ScenA V<br />

<strong>Poliuto</strong>, Nearco, quindi gli altri cristiani.<br />

neARcO<br />

Mira...<br />

POLIUTO<br />

Donna!..<br />

PAOLInA<br />

O sposo mio...<br />

di’... rispondi... abbandonasti<br />

il tuo culto?<br />

POLIUTO<br />

Un vero Dio<br />

me raccolse.<br />

PAOLInA<br />

ed obliasti<br />

qual rigor...<br />

POLIUTO<br />

nol temo.<br />

Atto I<br />

123


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 124<br />

Atto I<br />

Odesi lieta musica guerriera: i cristiani<br />

ricompariscono.<br />

ALcUnI cRISTIAnI<br />

echeggia<br />

lunge ancora un suon giulivo!..<br />

GLI ALTRI<br />

Sorse l’alba... si festeggia<br />

del proconsole l’arrivo.<br />

neARcO<br />

A noi tutti sulla chioma<br />

pende il ferro già snudato:<br />

delle folgori di Roma<br />

qui Severo giunge armato.<br />

PAOLInA<br />

Ah!.. Severo!.. e combattendo<br />

ei sul campo non morì?<br />

neARcO<br />

egli vive.<br />

PAOLInA<br />

(ciel!.. che intendo!..)<br />

Ma la fama?<br />

neARcO<br />

Il ver mentì.<br />

PAOLInA<br />

I suoi occhi sfavillano della più viva gioia,<br />

ma volgendosi a <strong>Poliuto</strong> cerca reprimersi.<br />

(Perché di stolto giubilo<br />

mi balzi o cor nel petto?..<br />

Vive l’amato oggetto,<br />

ma spento egli è per me!<br />

condanna questi palpiti<br />

il mio dover... la sorte...<br />

il palpito di morte<br />

meglio s’addice a te.)<br />

124<br />

cRISTIAnI<br />

Sfidar saprem la morte<br />

eterno Iddio per te.<br />

Partono.<br />

ScenA VI*<br />

Magnifica piazza di Melitene: da un lato<br />

vestibolo del tempio di Giove, dall’altro la<br />

soglia del palagio municipale.<br />

Scorgesi nel fondo gran movimento di<br />

popolo che move all’incontro del proconsole.<br />

Callistene, e Felice, da opposte vie.<br />

cALLISTene<br />

Ognun gioisce, tu soltanto hai gravi<br />

di mestizia le ciglia!<br />

Felice mette un profondo sospiro.<br />

Oh! narra.<br />

FeLIce<br />

Oscuro cittadin, la figlia<br />

mi chiese un dì Severo:<br />

la mia repulsa disperato il trasse<br />

tra l’armi, e spento lo narrò la fama...<br />

cALLISTene<br />

Grido bugiardo, ch’ei ferito cadde,<br />

non estinto in battaglia.<br />

FeLIce<br />

ed io lo seppi;<br />

ma nol dissi alla figlia, e qui da Roma<br />

giunto a regger le sorti<br />

dell’armena provincia, ella costretta<br />

dal paterno voler, di <strong>Poliuto</strong><br />

strinse la man.<br />

* Questa scena si è rinvenuta omessa nella<br />

partizione.


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 125<br />

cALLISTene<br />

creduto<br />

mai non avresti che Severo in alto<br />

poggiasse tanto!.. e forse<br />

l’acquistato poter, la sua guerriera<br />

gloria, d’amor le fiamme<br />

spinsero in lui. Fa cor. De’ magistrati<br />

alla schiera t’aggiungi: omai le trombe,<br />

odi, squillan dappresso.<br />

FeLIce<br />

È ver!..<br />

cALLISTene<br />

T’affretta.<br />

Felice entra nel palagio municipale.<br />

Donna, spregiasti l’amor mio! Vendetta<br />

piena, feroce ne trarrò... la vidi<br />

lampeggiar fra gli accenti<br />

di quel codardo, e mi colmò di gioia!<br />

Mettendo l’indice sul cuore.<br />

Qui scritto io porto: chi m’offende,<br />

[muoia.<br />

Si reca nel tempio.<br />

ScenA VII<br />

La scena si riempie di popolo, quindi comparisce<br />

Severo, preceduto dalle sue legioni.<br />

cORO<br />

Plausi all’inclito Severo,<br />

lauri eterni alla sua chioma,<br />

egli è vita dell’impero,<br />

scudo e brando egli è di Roma.<br />

Saggio in pace, e prode in guerra<br />

fra i mortali un dio sembrò:<br />

ed ogni eco della terra<br />

del suo nome rimbombò!<br />

SeVeRO<br />

Decio, signor del mondo,<br />

popolo armeno, a te m’invia: felice<br />

egli ti brama, ed a tal uopo ingiunto<br />

m’ha d’estirpar l’iniqua<br />

sacrilega genìa ribelle ai numi,<br />

che s’annida tra voi, come tra i fiori<br />

malvagia serpe. (In breve<br />

ti rivedrò mia speme!.. Il sen mi<br />

[scuote<br />

un palpitar frequente!..<br />

La tua dolce presenza il cor già sente!<br />

Di tua beltade immagine<br />

è questo sol ch’io miro;<br />

piena è di te quest’aura,<br />

piena del tuo respiro...<br />

ah! Tutto in queste arene<br />

parla contento e amor!<br />

celeste Iddio propizio<br />

chiuse la mia ferita,<br />

pur da te lunge, ahi misero!<br />

Io non sentìa la vita...<br />

dappresso a te, mio bene,<br />

saprò che vivo ancor!)<br />

ScenA VIII<br />

Callistene, Felice, <strong>Poliuto</strong>,<br />

sacerdoti, magistrati, e detti.<br />

cALLISTene<br />

come fausta è a noi l’aurora<br />

che in Armenia te conduce,<br />

a’ tuoi voti Giove ognora<br />

fausto arrida, invitto duce.<br />

Atto I<br />

SeVeRO<br />

Grato appien!..<br />

Scorge Felice.<br />

Sei tu?.. M’abbraccia. –<br />

e la figlia?<br />

FeLIce<br />

(ciel!.. che mai,<br />

che dir posso?.. Il cor s’agghiaccia!..)<br />

125


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 126<br />

Atto I<br />

SeVeRO<br />

non rispondi!<br />

FeLIce Con sommo turbamento.<br />

La vedrai...<br />

SeVeRO<br />

ella forse?..<br />

FeLIce<br />

Al tuo cospetto<br />

mira intanto il suo consorte.<br />

SeVeRO Come tocco dal fulmine.<br />

Il consorte!..<br />

POLIUTO<br />

FeLIce<br />

(Oh momento!..)<br />

SeVeRO<br />

cALLISTene<br />

(Qual sospetto!..)<br />

(Oh colpo!..)<br />

(Oh sorte!)<br />

SeVeRO<br />

(non deliro?.. Altrui porgesti,<br />

donna rea, la mano, e il cor?..)<br />

FeLIce<br />

(Freme!..)<br />

SeVeRO<br />

POLIUTO<br />

(Si coverse di pallor!)<br />

126<br />

(O cruda, e lo potesti?..)<br />

SeVeRO<br />

(no, l’acciar non fu spietato<br />

che spargeva il sangue mio,<br />

ma il destino avverso e rio,<br />

che la vita mi serbò!<br />

Ah! Gioisci, o core ingrato,<br />

gel di morte in sen mi piomba...<br />

questo avanzo della tomba<br />

alla tomba io renderò.)<br />

cALLISTene<br />

(La vendetta che giurai,<br />

donna ingrata, compirò.)<br />

FeLIce<br />

(Ah! Per me del giorno i rai<br />

densa nube circondò!)<br />

POLIUTO<br />

(Fredda mano il cor m’afferra!..<br />

Luce orrenda balenò!..)<br />

cORO<br />

ei fu grande in pace e in guerra:<br />

fra i mortali un dio sembrò!<br />

Severo entra nel palagio municipale; tutti<br />

seguono.<br />

Fine del 1 o atto.


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 127<br />

ATTO SecOnDO<br />

Il neofito<br />

ScenA PRIMA<br />

Atrio nelle case di Felice:<br />

in fondo deliziosi giardini.<br />

Severo, Callistene.<br />

cALLISTene<br />

Inoltra il piè. ne’ lari<br />

siam di Felice: ov’egli assente or fosse<br />

a te dirà la figlia:<br />

l’atrio varcar tu la vedrai, che l’ora<br />

è questa in cui si tragge<br />

a’ suoi penati.<br />

SeVeRO<br />

Esitante.<br />

cALLISTene<br />

Parla.<br />

Oh! Dimmi...<br />

SeVeRO<br />

Quai giorni dello sposo accanto<br />

mena costei?<br />

cALLISTene<br />

nel pianto<br />

solinga vive. Il padre<br />

a me svelò ch’ella d’amor sul Tebre<br />

ardea... ma nella tomba<br />

scese l’oggetto sospirato... e forse<br />

d’Imene al tempio suo malgrado spinta<br />

fu dal paterno cenno.<br />

SeVeRO<br />

(Qual benda egli mi strappa!.. Oh ciel!..)<br />

cALLISTene<br />

Ma denno<br />

fra poco arder gl’incensi al re de’ numi.<br />

Uopo è ritrarmi all’ara: ivi t’aspetto.<br />

(compiasi l’opra.)<br />

Parte.<br />

SeVeRO<br />

Sventurata è dunque!<br />

Sventurata, non rea!.. Qualcun<br />

[s’appressa!<br />

Gelo, ed avvampo!.. non m’inganno,<br />

[è dessa!<br />

SeVeRO<br />

Donna...<br />

ScenA II<br />

Paolina, e detto.<br />

PAOLInA<br />

che!.. Possenti numi!..<br />

Tu, tu stesso!.. Ah! non seguirmi...<br />

SeVeRO<br />

Odi... arresta... invan presumi,<br />

dispietata, invan fuggirmi...<br />

varca il centro della terra,<br />

scendi il regno della morte,<br />

io ti seguo.<br />

PAOLInA<br />

(eterna guerra<br />

mi farai tremenda sorte!..)<br />

SeVeRO<br />

Tremi!<br />

PAOLInA<br />

(Un gel mi sta sul core!..)<br />

SeVeRO<br />

Io ti veggo impallidir!<br />

Atto II<br />

127


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 128<br />

Atto II<br />

Un oggetto di terrore<br />

son per te?<br />

PAOLInA<br />

(Vorrei morir!)<br />

SeVeRO<br />

Il più lieto de’ viventi<br />

fui giungendo in queste arene!<br />

Un olimpo di contenti<br />

io sperai dal nostro imene!..<br />

La mia gioia è volta in pianto...<br />

gronda sangue il core infranto...<br />

fu delirio la mia speme!<br />

D’egra mente un sogno fu!<br />

PAOLInA<br />

(ei non vegga il pianto mio,<br />

le mie smanie non intenda...<br />

se pietoso in ciel v’è un Dio,<br />

da me stessa mi difenda.<br />

Tutto, ah! Tutto il primo ardore<br />

si ridesta nel mio core...<br />

io son donna, ed ha purtroppo<br />

un confine la virtù!)<br />

Ahi! chi ti guida, incauto?<br />

SeVeRO<br />

Mel chiedi? L’amor mio.<br />

PAOLInA<br />

entrambi siam colpevoli,<br />

tu se prosegui, ed io<br />

se più t’ascolto. Involati...<br />

esci...<br />

SeVeRO<br />

PAOLInA<br />

Lo devi.<br />

128<br />

e potrei lasciarti?<br />

SeVeRO<br />

PAOLInA<br />

Oh! cruda!..<br />

addio ricevi, e parti.<br />

SeVeRO<br />

Ultimo!<br />

PAOLInA<br />

Sì.<br />

SeVeRO<br />

né spargere<br />

t’odo un sospir! no, mai,<br />

mai non mi amasti!..<br />

Un ultimo<br />

PAOLInA Con trasporto inconsiderato.<br />

e leggere<br />

mi puoi nell’alma? e sai<br />

qual rio contrasto?.. (Ahi misera!<br />

che parlo!..)<br />

SeVeRO<br />

Il vero intendo!..<br />

Tu m’ami ancora? Oh! Dimmelo...<br />

PAOLInA<br />

(Strazio di morte orrendo!)<br />

SeVeRO<br />

Mira, lo chieggo in lagrime...<br />

PAOLInA<br />

Ah! cessa...<br />

SeVeRO<br />

ed al tuo piè...<br />

<strong>Poliuto</strong> e Callistene traversano la scena in<br />

fondo.


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 129<br />

PAOLInA<br />

Quest’alma è troppo debole<br />

in così rio cimento!..<br />

Fuggi... nol sai che perdere<br />

mi puote un sol momento?<br />

Ah! D’un rimorso orribile<br />

non far ch’io sparga il pianto...<br />

lasciami, o crudo, gemere,<br />

ma di dolor soltanto...<br />

pura, innocente lasciami<br />

spirar lontan da te.<br />

SeVeRO<br />

no, vivi, esulta, o barbara,<br />

del tuo consorte a fianco...<br />

disperdi, oblia d’un misero<br />

il sovvenir pur anco...<br />

non io, non io dimentico<br />

sarò di te giammai:<br />

fin che gli resta un palpito<br />

in questo cor vivrai...<br />

sepolto, ignoto cenere<br />

avvamperò per te.<br />

Parte disperato, Paolina si ritira.<br />

ScenA III<br />

<strong>Poliuto</strong>.<br />

POLIUTO<br />

Veleno è l’aura ch’io respiro!.. È<br />

[fiamma<br />

il sangue mio!.. L’indegna<br />

qui l’invitò... non mente<br />

no, callistene... io stesso, io vidi!.. e<br />

[un brando,<br />

un pugnal non avea!..<br />

Ma trema, o coppia rea...<br />

morte ad entrambi!.. Ove trascorro?..<br />

[Il Giusto<br />

perdonava i nemici<br />

che fatto avean di lui sì crudo<br />

[scempio!..<br />

Imitarne io promisi il grande esempio!<br />

Ah! non posso... egli era un Dio,<br />

io son uom, son polve abbietta.<br />

Fu macchiato l’onor mio!..<br />

necessaria è la vendetta...<br />

spargerà di sangue un rivo<br />

la mia destra punitrice...<br />

sul codardo semivivo<br />

ferir vo’ la traditrice,<br />

e strapparle il cor dal petto,<br />

il perverso, infido cor...<br />

ah! L’amai d’immenso affetto!..<br />

Ora immenso è il mio furor!..<br />

ScenA IV<br />

Un cristiano, e detto.<br />

cRISTIAnO Nella massima agitazione.<br />

Signor?..<br />

POLIUTO<br />

cRISTIAnO<br />

POLIUTO<br />

ebben?..<br />

che vuoi?<br />

cRISTIAnO<br />

Di ceppi carco<br />

fu strascinato...<br />

nearco...<br />

POLIUTO<br />

Ahi! Dove?..<br />

Mi trema il cor!..<br />

cRISTIAnO<br />

al tempio.<br />

Di Giove<br />

Atto II<br />

129


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 130<br />

Atto II<br />

POLIUTO<br />

eterno Iddio...<br />

che sento!<br />

cRISTIAnO<br />

In gran periglio<br />

stanno i fratelli.<br />

Parte rapidamente.<br />

POLIUTO<br />

ed io!..<br />

Resta un momento assorto ne’ suoi pensieri,<br />

quindi si riscuote ad un tratto.<br />

cessa fatal consiglio<br />

dell’ira... il ciel mi schiude<br />

la via che tragge a sé!..<br />

M’infiamma una virtude<br />

che pria non era in me!..<br />

Sfolgorò divino raggio,<br />

da’ miei lumi è tolto un velo...<br />

voce santa come il cielo<br />

di perdono a me parlò!<br />

Obliato è già l’oltraggio,<br />

più vendetta il cor non chiede...<br />

Dio quest’anima mi diede,<br />

pura a Dio la renderò.<br />

Parte.<br />

ScenA V<br />

Tempio di Giove: nel mezzo gran simulacro<br />

del nume, innanzi al quale un’ara<br />

ardente.<br />

Callistene, Severo, Felice, Paolina, sacerdoti<br />

e popolo armeno.<br />

SAceRDOTI In tuono di fanatico zelo.<br />

celeste un’aura<br />

pel tempio move!<br />

Al sacrifizio<br />

presiede Giove,<br />

che il giusto premia,<br />

130<br />

e l’empio atterra,<br />

che può dai cardini<br />

scuoter la terra,<br />

le stelle innumeri<br />

strappare al ciel!<br />

POPOLO<br />

Ver noi propizio<br />

abbassa i lumi<br />

rettor del fulmine,<br />

primier de’ numi:<br />

tu dell’Armenia<br />

veglia su i fati,<br />

qual padre tenero<br />

su i figli amati;<br />

proteggi un popolo<br />

a te fedel.<br />

cALLISTene Gettando nuovi incensi<br />

sull’ara.<br />

La tua possanza colga gli audaci<br />

d’un falso nume stolti seguaci.<br />

SAceRDOTI<br />

Sia maledetto chi reca insulto<br />

del gran tonante al sacro culto.<br />

Muoia deserto, e fra tormenti,<br />

gli sia negata la tomba ancor.<br />

La polve iniqua sperdano i venti...<br />

di lui non resti che infamia e orror.<br />

cALLISTene<br />

Magistrati, guerrieri,<br />

popolo, è surto alfin delle celesti<br />

vendette il giorno! Io l’affrettai,<br />

[chiamando<br />

l’armi di Roma. Tribunal migliore,<br />

a difendere il tempio,<br />

non v’ha del tempio istesso.<br />

POPOLO<br />

È ver.


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 131<br />

Ad un cenno di Callistene si avanza<br />

[Nearco].<br />

ScenA VI<br />

Nearco fra le guardie, e detti.<br />

cALLISTene<br />

Quest’empio<br />

nemico è degli dei: securo avviso<br />

ebbi, che aggiunse, nella scorsa notte,<br />

uno a tanti seguaci<br />

del suo vietato culto.<br />

A Severo.<br />

Quel reo di morte, ch’ei discopra<br />

[imponi.<br />

SeVeRO<br />

L’accusa udisti?<br />

neARcO<br />

SAceRDOTI<br />

baldanza!<br />

e la confermo.<br />

PAOLInA<br />

(Il cor mi trema!..)<br />

SeVeRO<br />

Il neofita appella.<br />

neARcO<br />

Io?<br />

estrema<br />

SeVeRO<br />

Sì; lo ingiungo<br />

a nome di colui che tempra i fati<br />

dell’impero latino.<br />

neARcO<br />

ed io potrei<br />

tradire un mio fratello?<br />

Bruttar di tanto eccesso<br />

potrei quest’alma?.. Inorridisco! Il<br />

[sangue<br />

chiedimi, il sangue mio...<br />

l’anima no, che l’anima è di Dio!<br />

SeVeRO<br />

Ti può quel reo silenzio<br />

costar tremende pene!<br />

SAceRDOTI<br />

Omai favella.<br />

PAOLInA<br />

(Un brivido<br />

ricerca le mie vene!..)<br />

Un momento di pausa: Nearco persiste nel<br />

silenzio.<br />

SeVeRO<br />

entro il più nero carcere<br />

l’indegno strascinate,<br />

e fra tormenti orribili<br />

discopra il ver.<br />

Le guardie circondano Nearco, che muove<br />

intrepido per uscire.<br />

POLIUTO<br />

PAOLInA<br />

(Oh numi!..)<br />

ScenA VII<br />

<strong>Poliuto</strong>, e detti.<br />

Fermate.<br />

POLIUTO<br />

Quel neofito<br />

da voi richiesto...<br />

Atto II<br />

131


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 132<br />

Atto II<br />

GLI ALTRI Tranne Paolina e Nearco.<br />

ebben?<br />

POLIUTO<br />

Son io.<br />

cALLISTene e FeLIce<br />

Tu stesso!..<br />

SAceRDOTI<br />

SeVeRO<br />

egli!..<br />

PAOLInA<br />

Ah perfido!..<br />

Ho la morte in sen!..<br />

SeVeRO, cALLISTene, FeLIce,<br />

SAceRDOTI e POPOLO<br />

La sacrilega parola<br />

nel delubro ancor rimbomba,<br />

ed il giorno non s’invola?<br />

e la folgore non piomba?<br />

A <strong>Poliuto</strong>.<br />

Troncherà supplizio infame<br />

di tua vita il nero stame!<br />

Pena eterna fra gli estinti<br />

è serbata, iniquo, a te!<br />

PAOLInA<br />

(Qual preghiera omai disciolgo?<br />

Tutti irati son gli dei!..<br />

nazareno, a te mi volgo;<br />

s’egli è ver che nume sei,<br />

tu soccorri al mio consorte,<br />

tu lo scampa dalla morte...<br />

e gridar m’udrà la terra<br />

che altro Dio non v’ha per me.)<br />

132<br />

POLIUTO<br />

(Dell’iniqua, del protervo<br />

no, la vista io non sostengo!..<br />

Dio, proteggi l’umil servo...<br />

a morir per te qui vengo,<br />

ma gli affetti della terra<br />

sorgon feri a nuova guerra!..<br />

Questo ardor che il sen m’infiamma<br />

tutto ardor del ciel non è!)<br />

neARcO<br />

non compiango la tua sorte,<br />

ma l’invidio, la desìo.<br />

Sulla terra oltraggi e morte,<br />

gloria e vita in grembo a Dio!<br />

La tua lingua, ed il tuo core<br />

porgan laudi al creatore...<br />

già de’ martiri la palma<br />

s’apparecchia in ciel per te!<br />

SeVeRO<br />

Alla morte lo serbate.<br />

Le guardie si avanzano per impadronirsi<br />

di <strong>Poliuto</strong>.<br />

PAOLInA<br />

no, crudeli...<br />

SAceRDOTI<br />

cALLISTene<br />

S’obbedisca.<br />

e che pretendi?<br />

PAOLInA<br />

V’arrestate...<br />

padre, ah! Padre lo difendi.<br />

FeLIce<br />

egli è reo.


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 133<br />

PAOLInA A Callistene.<br />

Deh! Tu...<br />

Non potendo vincere la sua ripugnanza.<br />

non trovo<br />

la parola... forza ignota<br />

mi respinge!<br />

A Severo prostrandosi.<br />

Il duol ch’io provo...<br />

la mia smania il cor ti scuota...<br />

SeVeRO<br />

che!.. Gemente a’ piedi miei!..<br />

PAOLInA<br />

Qui morrò, se a me tu nieghi<br />

la sua vita...<br />

SeVeRO<br />

ed io potrei?..<br />

POLIUTO Prorompendo.<br />

Tu, per me, costui tu preghi!<br />

empia!<br />

PAOLInA<br />

POLIUTO<br />

PAOLInA<br />

Sposo!..<br />

Il fui.<br />

Qual detto!..<br />

POLIUTO<br />

Sciolgo, esecro il rio legame<br />

onde un giorno a te mi ha stretto<br />

questo Dio bugiardo, infame...<br />

Rovesciando l’ara.<br />

le tue colpe un Dio verace,<br />

scellerata, punirà!<br />

SAceRDOTI<br />

Alle fiere il reo, l’audace...<br />

Atto II<br />

PAOLInA Nell’estrema disperazione, e<br />

volendo gettarsi fra le braccia di <strong>Poliuto</strong>.<br />

Innocente io son...<br />

POLIUTO Respingendola.<br />

Tu?.. Va...<br />

morire in pace mi lascia omai...<br />

t’odio, ti sprezzo quanto t’amai...<br />

nel ciel, che m’apre un Dio<br />

[clemente,<br />

mi fia d’ogn’altra gioia maggior,<br />

l’esser diviso eternamente<br />

da te, macchiata d’impuro amor.<br />

PAOLInA Tratta di senno.<br />

no, gl’infelici non hanno un<br />

[Dio!..<br />

È sol mio fallo il destin mio!..<br />

Se alcun di voi pietà conosce,<br />

mi vibri un ferro in mezzo al cor...<br />

a me la vita fra tante angosce<br />

di cento morti sarìa peggior.<br />

SeVeRO<br />

(Sparger quel sangue m’è d’uopo<br />

[in breve...<br />

ella abborrirmi, fuggir mi deve!<br />

e ognor funesto, non cangia tempre<br />

il mio destino persecutor!..<br />

Me sventurato! Son io per sempre<br />

morto alla speme, morto all’amor!)<br />

SAceRDOTI<br />

Sia maledetto chi reca insulto<br />

del gran tonante al sacro culto.<br />

Muoia deserto, e fra tormenti,<br />

gli sia negata la tomba ancor.<br />

La polve iniqua sperdano i venti...<br />

di lui non resti che infamia e orror.<br />

133


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 134<br />

Atto III<br />

FeLIce<br />

Fra queste braccia ricovra o<br />

[figlia...<br />

a te rimane un padre ancor.<br />

neARcO<br />

Tu, quella mente gran Dio<br />

[consiglia,<br />

tu, di costanza arma quel cor.<br />

<strong>Poliuto</strong> e Nearco partono fra le guardie:<br />

intanto Felice tragge seco a viva forza la<br />

figlia.<br />

134<br />

Fine del 2 o atto.<br />

ATTO TeRZO<br />

Il martirio<br />

ScenA PRIMA<br />

Bosco sacro: muro in fondo che lo divide<br />

dalla città: da un lato parte del tempio di<br />

Giove.<br />

Odonsi da lontano confuse voci popolari.<br />

POPOLO<br />

Vieni, vieni... al circo andiamo...<br />

stringe il tempo!.. Su, corriamo...<br />

di tai mostri sgombro il mondo,<br />

vendicato il ciel sarà!..<br />

Oh! Spettacolo giocondo!..<br />

Sangue a rivi scorrerà!..<br />

ScenA II<br />

Giungono sacerdoti da parti diverse, quai<br />

persone chiamate ad un convegno indi,<br />

Callistene.<br />

SAceRDOTI<br />

ecco il sommo pontefice.<br />

cALLISTene<br />

S’avanza<br />

l’ora solenne del supplizio, ed una<br />

la vittima non fia!<br />

SAceRDOTI<br />

come?<br />

cALLISTene<br />

L’esempio<br />

di <strong>Poliuto</strong> altri seguir, cui morte<br />

pel nuovo Dio non atterrisce.<br />

SAceRDOTI<br />

Oh, stolti!


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 135<br />

cALLISTene<br />

Il suo dolore, e l’onta,<br />

nel domestico tetto,<br />

Felice asconde... ma la figlia corse<br />

del proconsole ai piè!<br />

SAceRDOTI<br />

Dubiti forse<br />

che il pianto femminil pietà ritrovi<br />

nell’alma di Severo?<br />

cALLISTene<br />

È debil sempre<br />

alma schiava d’amor. cauti nel volgo<br />

disseminarci fia prudenza, e viva<br />

tener la brama, che già ferve in esso<br />

dell’imminente strage, onde prorompa,<br />

se vien deluso, in tutto il suo tremendo<br />

furor. La plebe un’arme<br />

vana è per sé, ma quando<br />

la tratta il saggio, è formidabil brando!<br />

Alimento alla fiamma si porga,<br />

tal che incendio vorace ne sorga.<br />

Il poter degli altari che langue<br />

col terrore afforziamo e col sangue:<br />

ed agli occhi del mondo insensato<br />

l’util nostro, util sembri del ciel.<br />

SAceRDOTI<br />

Ben t’avvisi! All’intento bramato<br />

la vendetta de’ numi sia vel.<br />

Partono.<br />

ScenA III<br />

Prigione del circo.<br />

<strong>Poliuto</strong>, immerso nel sonno.<br />

POLIUTO<br />

Donna! Malvagio!..<br />

Si desta.<br />

Vision gradita!..<br />

Bella, e di sol vestita,<br />

qual puro incenso degli altari, al cielo<br />

salìa la sposa, e il ciel schiudeasi, e voce<br />

n’uscia soave: alla virtude onore!<br />

con subito fragore<br />

l’inferno spalancato<br />

predava intanto orribil mostro, ed era...<br />

callistene! Fu questo<br />

del Signore un avviso? ed innocente<br />

ella sarìa?.. chi giunge!<br />

ScenA IV<br />

Paolina e detto.<br />

PAOLInA<br />

La tua sposa infelice,<br />

ma non rea di spergiuro... ah! Son<br />

[contati<br />

gl’istanti!.. Odimi. È vero<br />

prima d’esser consorte, amai Severo,<br />

lo piansi estinto... dalla tomba uscito<br />

egli a me riede: usbergo<br />

ebbi virtù nel periglioso incontro...<br />

pugnai, ma vinsi.<br />

POLIUTO<br />

e fra’ paterni lari<br />

nol trasse un cenno tuo?<br />

PAOLInA<br />

che parli! Ah! D’onde<br />

sì rio sospetto?<br />

POLIUTO<br />

callistene...<br />

Atto III<br />

PAOLInA<br />

Or basti.<br />

Tal nome pronunciasti<br />

che ricorda ogni colpa!<br />

egli perder mi volle!.. Arcan<br />

[tremendo<br />

135


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Atto III<br />

svelarti è forza: d’esecrabil fiamma<br />

arde colui... per la tua sposa!<br />

POLIUTO<br />

Oh vile!<br />

creder poss’io tanta perfidia?..<br />

PAOLInA<br />

Il giuro...<br />

e qual nume tu vuoi del giuramento<br />

vindice al par, che testimone imploro.<br />

POLIUTO È nella più viva commozione:<br />

ricorre al suo pensiero quanto gli parve nel<br />

sogno, cade in ginocchio, ed inondato di<br />

lagrime, e non potendo formar parole, alza<br />

le mani al cielo come in rendimento di grazie,<br />

quindi sorge ed abbraccia Paolina.<br />

Questo pianto favelli!.. Or pago io<br />

[moro!<br />

PAOLInA<br />

Tu non morrai!<br />

POLIUTO<br />

che dici!..<br />

PAOLInA<br />

Le provocate, ultrici<br />

folgori, ancor sospende<br />

chi può. Riedi all’antico, al vilipeso<br />

culto de’ numi, e la tua vita è salva.<br />

POLIUTO<br />

Ma l’anima perduta!<br />

PAOLInA<br />

POLIUTO<br />

Taci...<br />

136<br />

O sposo mio...<br />

PAOLInA<br />

no...<br />

POLIUTO<br />

Vanne...<br />

PAOLInA<br />

A’ piedi tuoi son io...<br />

ah! Fuggi da morte orribil<br />

[cotanto...<br />

all’alma ti giunga l’acerbo mio<br />

[pianto...<br />

lo sparge la piena d’immenso<br />

[dolore...<br />

è pianto d’un core squarciato<br />

[per te.<br />

POLIUTO<br />

Lasciando la terra il giusto non<br />

[muore;<br />

nel cielo rinasce a vita migliore.<br />

Ma cessa... ma tergi l’amaro tuo<br />

[pianto...<br />

quel duolo soltanto è morte per me.<br />

PAOLInA<br />

T’arrendi.<br />

POLIUTO<br />

nol deggio...<br />

PAOLInA<br />

Pietà d’un affanno<br />

che m’apre l’avello...<br />

<strong>Poliuto</strong> cerca nascondere le sua commozione.<br />

non torcere il viso...<br />

mi dona i tuoi giorni, e tutti<br />

[saranno,<br />

in grembo all’amore, di gioia un<br />

[sorriso.


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 137<br />

POLIUTO<br />

È lampo fugace la gioia mortale,<br />

ma sede l’empiro d’eterna<br />

[esultanza.<br />

PAOLInA<br />

Pensasti agli orrori del punto fatale?<br />

POLIUTO<br />

Iddio con la fede ci dà la costanza.<br />

Paolina è vivamente colpita dallo zelo di<br />

<strong>Poliuto</strong>.<br />

PAOLInA<br />

coraggio inaudito! Un fulgido<br />

[lume<br />

sul ciglio mi striscia e l’ombre<br />

[dirada!..<br />

Spirarti que’ sensi non puote che<br />

[un nume!..<br />

Lo credo... lo adoro... al circo si<br />

[vada.<br />

POLIUTO<br />

che parli!.. Oseresti?..<br />

PAOLInA<br />

Sfidar la tua sorte.<br />

POLIUTO<br />

Un orrido gelo mi piomba sul<br />

[core!..<br />

A sposo che t’ama puoi chieder la<br />

[morte?<br />

PAOLInA<br />

Il giusto rinasce a vita migliore.<br />

POLIUTO<br />

La terra i suoi beni ancora<br />

[t’appresta.<br />

PAOLInA<br />

È sede l’empiro d’eterna esultanza.<br />

POLIUTO<br />

non temi lo strazio dell’ora<br />

[funesta?<br />

PAOLInA<br />

Iddio con la fede ci dà la costanza.<br />

POLIUTO<br />

Fia vero!.. La grazia nell’alma ti<br />

[scende!..<br />

La pone in ginocchio, ed alzando gli occhi<br />

al cielo, stende la destra sul capo di lei in<br />

atto solenne.<br />

La via di salute fu schiusa per te.<br />

La rialza, e cadono uno fra le braccia dell’altro.<br />

Insieme si muoia... un premio<br />

[ne attende<br />

là, dove possanza di tempo non è!<br />

A DUe Rapiti in estasi divina.<br />

Il suon dell’arpe angeliche<br />

intorno a me già sento!..<br />

La luce io veggo splendere<br />

di cento soli e cento!..<br />

Di me non ho che l’anima!..<br />

Già son del nume a’ piè!..<br />

eternamente vivere<br />

m’è dato in ciel con te!<br />

Atto III<br />

ScenA ULTIMA<br />

Si aprono le porte: vedesi l’anfiteatro<br />

rigurgitante d’immenso popolo. – Severo,<br />

Callistene, altri sacerdoti, ed alcune guardie<br />

entrano nella prigione.<br />

POPOLO<br />

Alle fiere chi oltraggia gli dei...<br />

sia punito l’orrendo misfatto...<br />

137


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 138<br />

Atto III<br />

SeVeRO A <strong>Poliuto</strong>.<br />

Fra la vita e la morte ancor sei.<br />

Scegli.<br />

POLIUTO<br />

Morte.<br />

SeVeRO Alle guardie.<br />

nel circo sia tratto.<br />

PAOLInA<br />

Io lo seguo: mertata ho la pena...<br />

del suo nume la fede abbracciai.<br />

SeVeRO, cALLISTene, SAceRDOTI<br />

Con immensa sorpresa.<br />

Tu!..<br />

PAOLInA<br />

SAceRDOTI<br />

Lo giuro.<br />

All’arena, all’arena...<br />

cALLISTene Mal frenando la sua gioia<br />

infernale.<br />

ella mora.<br />

SeVeRO<br />

no, crudi, giammai...<br />

cALLISTene<br />

A difender gli altari venisti,<br />

o le colpe?<br />

SeVeRO<br />

Un istante concedi!..<br />

A Paolina.<br />

Ah! Ti cangia... se ancora persisti<br />

guai!..<br />

138<br />

PAOLInA<br />

non cangio.<br />

cALLISTene<br />

Proconsole!..<br />

SeVeRO<br />

Oh! cedi...<br />

no, d’amor non favello gli accenti,<br />

non domando che vivi per me...<br />

tu sei figlia... del padre sovvienti...<br />

ah! Se muori, egli muore con te!..<br />

PAOLInA<br />

A pregar vado in cielo per lui.<br />

cALLISTene<br />

Più s’indugia?<br />

SeVeRO<br />

Tu dunque?..<br />

PAOLInA Accennando Callistene.<br />

costui<br />

aborrisco, ed esecro, detesto<br />

i suoi numi.<br />

cALLISTene<br />

empia donna!..<br />

SAceRDOTI<br />

POLIUTO<br />

O mia sposa!..<br />

SeVeRO<br />

che orror!..<br />

Qual giorno funesto!..<br />

SAceRDOTI<br />

né gettata alla belve fu ancor?<br />

Le guardie circondano Paolina e <strong>Poliuto</strong>.


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 139<br />

SeVeRO Nell’estrema disperazione.<br />

Giove crudel, famelico<br />

di sangue e di vendetta,<br />

ancor vi son colpevoli...<br />

punirli a te s’aspetta...<br />

la donna rea, sacrilega<br />

adoro più di te...<br />

se giusto sei, la folgore<br />

vibra dal ciel su me.<br />

PAOLInA, POLIUTO<br />

Il suon dell’arpe angeliche<br />

intorno a me già sento!..<br />

La luce io veggo splendere<br />

di cento soli e cento!..<br />

Di me non ho che l’anima!..<br />

Già son del nume a’ piè’!..<br />

eternamente vivere<br />

mi è dato in ciel con te!<br />

cALLISTene<br />

(Tu vero nume, ed unico,<br />

vendetta, sei per me!)<br />

POPOLO<br />

Con grida ferocissime.<br />

A morte, a morte, o perfidi...<br />

il vostro Dio dov’è?<br />

cRISTIAnI Che odonsi dalle prigioni<br />

contigue.<br />

Signore, a te sia gloria!<br />

Lieti moriam per te!<br />

cALLISTene Protendendo la mano in<br />

atto di maledizione verso <strong>Poliuto</strong> e<br />

Paolina, mentre son condotti al supplizio.<br />

Su voi, perversi, cada<br />

l’infamia!<br />

SeVeRO<br />

ed io vivrò?<br />

PAOLInA e POLIUTO<br />

A trionfar si vada!<br />

cALLISTene<br />

(Oh gioia!..)<br />

SeVeRO Snuda il brando per trucidarsi.<br />

Morte!<br />

GUARDIe Disarmandolo. Intanto si<br />

abbassa la tela.<br />

Ah!.. no...<br />

Fine.<br />

Atto III<br />

139


09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 140<br />

140


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09. libretto - <strong>Poliuto</strong>:Layout 1 02/09/2010 17.53 Pagina 142<br />

142


10. Bibliografia - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.56 Pagina 143<br />

Bibliografia<br />

Les martyrs, Venezia, Teatro La Fenice, 1978.<br />

John BLack, Cammarano’s Self-borrowings. The Libretto of <strong>Poliuto</strong>, «The<br />

<strong>Donizetti</strong> Society Journal», 4, 1980, pp. 89-103.<br />

WiLLiam aShBrook, La struttura drammatica nella produzione musicale di<br />

<strong>Donizetti</strong> dopo il 1838, in Atti del 1 o Convegno internazionale di studi<br />

donizettiani, Bergamo, azienda autonoma di turismo, 1983, pp. 721-<br />

736.<br />

<strong>Poliuto</strong>, roma, Teatro dell’opera, 1988.<br />

WiLLiam aShBrook, <strong>Poliuto</strong>: pietre miliari per un’opera ‘internazionale’<br />

sulla via per Parigi, in Contributi alla conoscenza delle opere <strong>Poliuto</strong>, Betly, il<br />

campanello, imelda de’ Lambertazzi, Bergamo, comune di Bergamo -<br />

Teatro <strong>Donizetti</strong>, 1993, pp. 7-11.<br />

micheLe GirarDi, <strong>Donizetti</strong> e il grand opéra: il caso de Les martyrs, in<br />

L’opera teatrale di Gaetano <strong>Donizetti</strong>. Atti del Convegno internazionale di studio,<br />

Bergamo, 17-20 settembre 1992, a cura di Francesco Bellotto, Bergamo,<br />

comune di Bergamo, 1993, pp. 135-145.<br />

roGer Parker, <strong>Poliuto</strong>: edizione critica di un’opera francese ‘avant la lettre’,<br />

in Contributi alla conoscenza delle opere <strong>Poliuto</strong>, Betly, il campanello, imelda<br />

de’ Lambertazzi, Bergamo, comune di Bergamo - Teatro <strong>Donizetti</strong>,<br />

1993, pp. 13-16.<br />

henry PLeaSanTS, The Great Tenor Tragedy: The Last Days of Adolphe<br />

Nourrit, as told (mostly) by himself, Portland (oregon), amadeus Press,<br />

1995.<br />

Les martyrs, reggio emilia, Teatro municipale Valli, 1997.<br />

143


10. Bibliografia - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.56 Pagina 144<br />

Bibliografia<br />

FrançoiS LeVy, Polyeucte, <strong>Poliuto</strong>, Les martyrs : mort et transfiguration<br />

d’une «tragédie parfaite», in <strong>Donizetti</strong>, Parigi e Vienna. Atti del Convegno internazionale,<br />

Roma, 19-20 marzo 1998, roma, accademia nazionale dei<br />

Lincei, 2000, pp. 103-130.<br />

John BLack, The Contract for Paris, «The <strong>Donizetti</strong> Society Journal», 7:<br />

<strong>Donizetti</strong> and France, a cura di alexander Weatherson e Fulvio Stefano Lo<br />

Presti, London-Bergamo, <strong>Donizetti</strong> Society - <strong>Fondazione</strong> <strong>Donizetti</strong>,<br />

2002, pp. 11-22.<br />

GiancarLo LanDini, Nourrit e <strong>Donizetti</strong>, «The <strong>Donizetti</strong> Society<br />

Journal», 7: <strong>Donizetti</strong> and France, a cura di alexander Weatherson e Fulvio<br />

Stefano Lo Presti, London-Bergamo, <strong>Donizetti</strong> Society - <strong>Fondazione</strong><br />

<strong>Donizetti</strong>, 2002, pp. 571-677.<br />

mariaSiLViaTaTTi, L’immaginario risorgimentale in alcuni libretti di Salvatore<br />

Cammarano, in Dal libro al libretto. La letteratura per musica dal ’700 al ’900.<br />

Atti dell’Incontro di studi, Roma, 3-4 giugno 2003, a cura di mariasilvia<br />

Tatti, roma, Bulzoni, 2005, pp. 115-129.<br />

micheLe GirarDi, <strong>Poliuto</strong> o el fanatismo: «este tema agrada mucho más a<br />

<strong>Donizetti</strong>», in Temporada de la ópera, Bilbao, asociación bilbaína de amigos<br />

de la ópera, 2007, pp. 192-197.<br />

144


10. Bibliografia - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.56 Pagina 145<br />

145


10. Bibliografia - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.56 Pagina 146<br />

146


11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 147<br />

Discografia essenziale<br />

1960<br />

Interpreti principali: Corelli - Callas - Bastianini - Zaccaria<br />

Direttore: Antonino Votto<br />

Orchestra e Coro del Teatro alla Scala di Milano<br />

Note: registrazione dal vivo (Teatro alla Scala, Milano)<br />

BJR 106 (LP); Foyer FO 1012 (LP); Replica 2442/4 (LP); CBS/Sony<br />

54DC 838-9 (CD); Arkadia 520-2 (CD); Melodram CDM 26006 (CD);<br />

Hunt CD 520.2 (CD); Emi 7243 5 65448 2 6 (CD); Verona 28003/4<br />

(CD)<br />

1977<br />

Interpreti principali: Lamberti - Maliponte - Bruson - Pagliuca<br />

Direttore: Francesco Molinari Pradelli<br />

Orchestra e Coro del Teatro S. Carlo di Napoli<br />

Note: registrazione dal vivo<br />

Voce 60 (LP); Celestial Audio CA 140 (CD)<br />

1978<br />

Interpreti principali: Garaventa - Gencer - Bruson<br />

Direttore: Gianluigi Gelmetti<br />

Orchestra e Coro del Teatro La Fenice di Venezia<br />

Note: registrazione dal vivo<br />

Voce<br />

1986<br />

Interpreti principali: Carreras - Ricciarelli - Pons - Polgár<br />

Direttore: Oleg Caetani<br />

Chor der Wiener Singakademie<br />

Wiener Symphoniker<br />

Note: registrazione dal vivo (Konzerthaus, Wien)<br />

CBS 44821 (LP); CBS M2K 44821 (CD); Legato Classics LCD 129<br />

(CD); Sony Classical CSCR 8119-20 (CD)<br />

147


11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 148<br />

Discografia<br />

1988<br />

Interpreti principali: Martinucci - Connell - Bruson - Federici<br />

Direttore: Jan Latham-König<br />

Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma<br />

Note: registrazione dal vivo (Teatro dell’Opera, Roma)<br />

Nuova Era 6776/77 (CD); Brilliant Classics 92462 (CD)<br />

1993<br />

Interpreti principali: Sempere - Mazzola Gavazzeni - Alaimo - Di<br />

Cesare<br />

Direttore: Gianandrea Gavazzeni<br />

Coro del Teatro <strong>Donizetti</strong> di Bergamo<br />

Orchestra Sinfonica dell’Emilia Romagna “Arturo Toscanini”<br />

Note: registrazione dal vivo (Teatro <strong>Donizetti</strong>, Bergamo)<br />

Ricordi Fonit Cetra RFCD 2023 (CD)<br />

148


11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 149<br />

149


11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 150<br />

150


11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 151<br />

151


11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 152<br />

ORChESTRA DEL BERGAMO MUSICA FESTIVAL<br />

Violini primi: Pierantonio Cazzulani °, Mauro Rovetta **, Donatella Colombo,<br />

Bruno Tripoli, Esona Ceka, Agata Borgato, Cesare Zanetti, Filippo Palermo,<br />

Emanuele Breda, Klelia Cili<br />

Violini secondi: Luca Braga *, Alessia De Filippo **, Eugenio Ciavanni, Chiara<br />

Paruzzi, Anita Della Corte, Alberto Martinelli, Dario Cosenzi, Agnese Papetti<br />

Viole: Christian Serazzi *, Irina Balta **, Ianina Puscasu, Marco Lorenzi, Nicola<br />

Pietro Curioni, Nicola Sangaletti<br />

Violoncelli: Massimo Repellini *, Flavio Bombardieri **, Diego Palermo, Paolo<br />

Verzicco, Luca Pelliccioli<br />

Contrabbassi: Gianpiero Fanchini *, Andrea Sala **, Alan Cretti<br />

Flauti e ottavino: Gianni Biocotino *, Nadia Vecchi (anche ottavino)<br />

Oboi: Pietro Corna *, Matteo Martinelli<br />

Clarinetti: Giuseppe Bonandrini *, Fabio Ghidotti<br />

Fagotti: Annamaria Barbaglia *, Giovanni Magni<br />

Corni: Ezio Rovetta *, Massimiliano Crotta, Alessandro Mauri **, Aldo Spreafico<br />

Trombe: Aldo Epis *, Valerio Panzolato<br />

Tromboni: Francesco Mazzoleni *, Valerio Mazzucconi, Gianluca Tortora<br />

Basso tuba: Fabio Pagani<br />

Timpani: Simona Slaviero<br />

Percussioni: Simone Fortuna, Enrico Pelliccioli<br />

Arpa: Eva Perfetti<br />

° spalla<br />

* prima parte<br />

** concertino


11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 153<br />

CORO DEL BERGAMO MUSICA FESTIVAL<br />

Soprani: Vania Allegri, Daniela Bortolon, Claudia Ceruti, Eleonora Del Zano,<br />

Wilma Lazzarini, Mara Liepina, Sonia Lubrini, Patrizia Negrini, Patrizia<br />

Rottini, Marisa Intravaia, Giuseppina Carluccio<br />

Mezzosoprani: Alessandra Fratelli, Daniela Giazzon, Ilaria Magrini, Maria<br />

Michela Mollica, Lorena Avanzini, Chiara Campara, Claudia Peri, Cristina<br />

Vincenzi, Luisa Ferrari<br />

Tenori I: Giovanni Caccamo, Francesco Lodetti, Marco Gaspari, Gigi Gremizzi,<br />

Alessio Manno, Roberto Medaina, Daniele Mutti, David Santos, Donato<br />

Scorza, Francesco Cortinovis, Filiberto Ricciardi, Ezio Pirovano, Amerigo Iori<br />

Tenori II: Emilio Aldi, Luigi Barilone, Edoardo Cavalli, Damiano Cerutti,<br />

Daniele Olivieri, Alessandro Raimondi, Marco Tomasoni, Maurizio Saccani,<br />

Gian Maria Aliverta<br />

Bassi: Giuseppe Capoferri, Francesco Laino, Angelo Lodetti, Francesco<br />

Pozza, Rossano Duzioni, Arturo Diego Manto, Gabriele Sagona, PierMarco<br />

Vinas, Alessandro Nuccio, GianClaudio Zanchetta, Andrea Villa, Carlo<br />

Bonarelli


11. Discografia essenziale - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 17.58 Pagina 154<br />

Direttore di scena: Elisabetta Acella<br />

Maestro suggeritore: Eliseo Castrignanò<br />

Maestri collaboratori: Samuele Pala (I Maestro di sala), Margherita Colombo<br />

Maestro alle luci: Marco Creti<br />

Maestro ai sovratitoli: Alberto Sonzogni<br />

Responsabile Attività Orchestra: Christian Serazzi<br />

Ispettore Orchestra: Stefano Bonassoli<br />

Assistente alla direzione artistica per il casting e Responsabile Coro: Fabio Tartari<br />

Macchinisti: Carlo Micheletti (capo macchinista),<br />

Marcello Cavagna, Marco Filetti, Bruno Traini<br />

Elettricisti: Renato Lecchi (capo elettricista), Alessandro Andreoli,<br />

Alberto Bonometti, Cristian Tasca<br />

Sarte: Debora Baudoni, Valentina Caspani, Cinzia Mascheroni<br />

Attrezzisti: Walter Magnoni, Alberto Mostosi<br />

Parrucchiere: hair Style di Giudici Adriana<br />

Truccatori: Raul Ivaldi, Laura Busetti<br />

Costumi: Nicolao Atelier, Venezia<br />

Calzature: Centro Telecinematograficoculturale, Milano<br />

Attrezzeria: Opera Scene Europa S.r.l., Morlugo (Rm) - E. Rancati, Roma<br />

Scene: Opera Scene Europa S.r.l., Morlugo (Rm)<br />

Grafico: Matteo Arena<br />

Collaboratore ufficio stampa: Joannes Tasca<br />

Segreteria amministrativa: Silvia Bonanomi, Stefano Togni<br />

Logistica eventi collaterali: Matteo Sartori


12. Pubblicazioni FD - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 18.00 Pagina 137<br />

Pubblicazioni della <strong>Fondazione</strong> donizetti<br />

saggi e monograFie<br />

girolamo calvi, Di Giovanni Simone Mayr, a cura di Pierangelo Pelucchi,<br />

bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2000.<br />

Attorno al palcoscenico. La musica a Trieste fra Sette e Ottocento e l’inaugurazione del<br />

Teatro Nuovo (1801), a cura di maria girardi e Paolo da col, bologna-bergamo,<br />

arnaldo Forni editore - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2001.<br />

Il Teatro di <strong>Donizetti</strong>. Atti dei convegni delle celebrazioni 1797/1997-1848/1998, i:<br />

La vocalità e i cantanti, a cura di Francesco bellotto e Paolo Fabbri, bergamo,<br />

<strong>Fondazione</strong> donizetti, 2001.<br />

Il Teatro di <strong>Donizetti</strong>. Atti dei convegni delle celebrazioni 1797/1997-1848/1998, ii:<br />

Percorsi e proposte di ricerca, a cura di Paolo cecchi e luca zoppelli, bergamo,<br />

<strong>Fondazione</strong> donizetti, 2004.<br />

Alfredo Piatti. Studi e documenti, a cura di virgilio bernardoni, bergamo,<br />

<strong>Fondazione</strong> donizetti, 2004.<br />

Il Teatro di <strong>Donizetti</strong>. Atti dei convegni delle celebrazioni 1797/1997-1848/1998,<br />

iii: Voglio amore, e amor violento. Studi di drammaturgia, a cura di livio aragona e<br />

Federico Fornoni, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2006.<br />

le Fonti donizettiane<br />

<strong>Donizetti</strong> a Casa Ricordi. Gli autografi teatrali, a cura di alessandra campana,<br />

emanuele senici e mary ann smart, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, 1998.<br />

Caro Aniello. I carteggi donizettiani del Fondo Moscarino (1836-1847), a cura di<br />

carlo moscarino, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2008.<br />

ePistolari<br />

Il carteggio Mayr, i: 1782-1804, a cura di Paolo Fabbri, bergamo, <strong>Fondazione</strong><br />

donizetti, 2008.


12. Pubblicazioni FD - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 18.00 Pagina 138<br />

quaderni della <strong>Fondazione</strong> donizetti<br />

(a cura di livio aragona e Federico Fornoni)<br />

Roberto Devereux, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 1), 2006.<br />

Lucia di Lammermoor, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 2), 2006.<br />

Anna Bolena, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 3), 2006.<br />

La Voix humaine, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 4), 2006.<br />

Cavalleria rusticana, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 5), 2006.<br />

L’elisir d’amore, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 6), 2007.<br />

Don Gregorio, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 7), 2007.<br />

Histoire du soldat - Brundibár, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 8), 2007.<br />

Lucrezia Borgia, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 9), 2007.<br />

La bohème, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 10), 2007.<br />

La Favorite, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 11), 2008.<br />

I puritani, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 12), 2008.<br />

Marino Faliero, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 13), 2008.<br />

Parigi 1835, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 14), 2008.<br />

Carmen, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 15), 2008.<br />

Linda di Chamounix, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 16), 2009.<br />

La traviata, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 17), 2009.<br />

L’elisir d’amore, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 18), 2009.<br />

Il barbiere di Siviglia, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 19), 2009.<br />

La figlia del reggimento, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, (qF 20), 2009.


12. Pubblicazioni FD - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 18.00 Pagina 139<br />

coedizioni<br />

«the donizetti society Journal», 7: <strong>Donizetti</strong> and France, a cura di alexander<br />

Weatherson e Fulvio stefano lo Presti, london-bergamo, donizetti society -<br />

<strong>Fondazione</strong> donizetti, 2002.<br />

Mayr a S. Maria Maggiore, 1802-2002. Atti del Convegno di Studi per il Bicentenario<br />

della nomina di Giovanni Simone Mayr a Maestro della Cappella in Bergamo, a cura<br />

di livio aragona, Francesco bellotto e marcello eynard, bergamo, civica<br />

biblioteca e archivi storici “angelo mai” - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2004.<br />

luigi Pilon, Il Teatro Sociale di Bergamo. Vita e opere, a cura di maria chiara<br />

bertieri, cinisello balsamo - bergamo, silvana editoriale - <strong>Fondazione</strong><br />

donizetti, 2009.<br />

Il Teatro Sociale di Bergamo. Il restauro, a cura di Federico Fornoni, cinisello<br />

balsamo - bergamo, silvana editoriale - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2009.<br />

le musiche<br />

gaetano donizetti, Pietro il Grande Kzar delle Russie, edizione critica a cura<br />

di maria chiara bertieri, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2007.<br />

gaetano donizetti, Don Gregorio, ricostruzione e revisione sui materiali<br />

autografi a cura di maria chiara bertieri, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, edizione<br />

per l’esecuzione.<br />

gaetano donizetti, Marino Faliero, revisione sui materiali autografi a cura di<br />

maria chiara bertieri, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, edizione per l’esecuzione.<br />

gaetano donizetti, Parisina, revisione sull’autografo a cura di maria chiara<br />

bertieri, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, edizione per l’esecuzione.<br />

giovanni simone mayr, Che originali, revisione a cura di maria chiara<br />

bertieri, bergamo, <strong>Fondazione</strong> donizetti, edizione per l’esecuzione.<br />

edizione critica delle oPere di gaetano donizetti<br />

(edizione nazionale delle opere di gaetano donizetti)<br />

Maria Stuarda, edizione critica a cura di anders Wiklund, milano-bergamo,<br />

ricordi-comune di bergamo, 1991.


12. Pubblicazioni FD - <strong>Poliuto</strong>:Layout 2 02/09/2010 18.00 Pagina 140<br />

Il campanello, edizione critica a cura di ilaria narici, milano-bergamo, ricordi -<br />

comune di bergamo, 1994.<br />

La Favorite, edizione critica a cura di rebecca harris-Warrick, milanobergamo,<br />

ricordi - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 1997.<br />

<strong>Poliuto</strong>, edizione critica a cura di William ashbrook e roger Parker, milanobergamo,<br />

ricordi - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2000.<br />

Le convenienze ed inconvenienze teatrali, edizione critica a cura di roger Parker e<br />

anders Wiklund, milano-bergamo, ricordi - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2002.<br />

Dom Sébastien, edizione critica a cura di mary ann smart, milano-bergamo,<br />

ricordi - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2003.<br />

Linda di Chamounix, edizione critica a cura di gabriele dotto, milanobergamo,<br />

ricordi - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2006.<br />

Pia de’ Tolomei, edizione critica a cura di giorgio Pagannone, milano-bergamo,<br />

ricordi - <strong>Fondazione</strong> donizetti, 2007.<br />

Deux hommes et une femme, edizione critica a cura di Paolo a. rossini con la collaborazione<br />

di Francesco bellotto, milano-bergamo, ricordi - <strong>Fondazione</strong><br />

donizetti, 2008.

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