Artisti italiani all'estero nei secoli XIX e XX ... - ridolfifrancesco.it
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<strong>Artisti</strong> <strong><strong>it</strong>aliani</strong> all’estero <strong>nei</strong> <strong>secoli</strong> <strong>XIX</strong> e <strong>XX</strong>; movimenti artistici<br />
<strong><strong>it</strong>aliani</strong> d’importanza mondiale<br />
Degli innumerevoli artisti <strong><strong>it</strong>aliani</strong> operosi all’estero o per comm<strong>it</strong>tenti stranieri nel<br />
periodo compreso tra il 1830 e i primi decenni del ‘900 elenchiamo i più noti.<br />
Carlo Marocchetti, scultore, dal 1822 al ’30 studiò a Roma; trasfer<strong>it</strong>osi a Parigi,<br />
ricevé come allievo del Bosio un’educazione classicista; fu in segu<strong>it</strong>o onorato e<br />
carico di commissioni, eseguì due angeli adoranti per la chiesa della Maddalena, il<br />
monumento al marchese Tommaso al Père-Lachaise, il bassorilievo per l’arco de<br />
“l’Etoile” (La battaglia di Jemappes), le statue del maresciallo Valée per la scuola di<br />
Saint-Cyr e del duca d’Orléans a Versailles, la statua di Vincenzo Bellini a Parigi, la<br />
statua di Berthollet ad Annecy; nel ’48 è a Londra dove esegue vari monumenti<br />
per la chiesa di S. Paolo, la statua della principessa Elisabetta per la chiesa di S.<br />
Tommaso a Newport, il monumento equestre di Riccardo Cuor di Leone, collocato<br />
presso la Camera dei Lord, la statua della regina V<strong>it</strong>toria giovanetta, la statua<br />
equestre del principe Alberto, quella di Wellington a Glasgow. Nonostante la<br />
formazione classicista, si notano in Marocchetti sfumature romantiche visibili<br />
nella trattazione delle masse e negli effetti luministici.<br />
Giuseppe Molteni nel 1838 r<strong>it</strong>rasse a Vienna Ferdinando I e Metternich; eseguì in<br />
segu<strong>it</strong>o restauri di quadri a Louvre e alla National Gallery di Londra.<br />
Luigi Mussini a Parigi nel 1849 dipinse ad affresco per incarico del governo<br />
francese.<br />
Alberto Pasini, p<strong>it</strong>tore, fu in Persia, Siria e Turchia e lavorò poi a Parigi dove fu<br />
insign<strong>it</strong>o della Legion d’onore.<br />
Lavorarono a Parigi lo scultore Rembrandt Bugatti, famoso per le statue di animali,<br />
l’incisore Paolo Mercuri, Eugenio Agneni che eseguì affreschi decorativi al Louvre,<br />
Leonetto Cappiello che dapprima si dedicò alla caricatura, divenendo celebre, poi<br />
si segnalò come il primo vero cartellonista pubblic<strong>it</strong>ario, e nel 1912 decorò<br />
diverse sale delle Galéries Lafayette.<br />
Carlo Cherubini decorò il “Lido” dei Campi Elisi a Parigi e il “Lido” di Long Beach a<br />
New York. Nicolò Antonio Facchinetti, p<strong>it</strong>tore e scenografo, insegnò all’accademia<br />
delle Belle Arti di Parigi e poi a quella di Rio de Ja<strong>nei</strong>ro.<br />
Si acquistarono grande fama a Parigi Telemaco Signorini, Giovanni Boldini,<br />
Giuseppe de N<strong>it</strong>tis, V<strong>it</strong>torio Corcos, Federico Zandomeneghi, Antonio Mancini e gli<br />
scultori Giovan Battista Amendola ed Ernesto Calì; quest’ultimo fece anche un<br />
grandioso monumento in marmo ad Istanbul per H. M. Rampascher.<br />
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In Gran Bretagna ebbero successo Giuseppe De N<strong>it</strong>tis e gli scultori Carlo Bossoli<br />
alla corte della regina V<strong>it</strong>toria, Domenico Colnaghi, Giovanni Focardi, con sculture<br />
di genere umoristico, Pietro Fa<strong>it</strong>ini che collaborò all’esecuzione del monumento al<br />
principe Alberto ed eseguì numerose statue decorative ed arredi per parchi e ville<br />
(fontane, puteali, portali, camini) e consolles per la nobiltà (anche per le Colonie).<br />
Il p<strong>it</strong>tore Luigi de’Servi operò a Londra e in America meridionale.<br />
Edoardo de Martino fu p<strong>it</strong>tore di corte della regina V<strong>it</strong>toria, dopo essere stato<br />
presso l’imperatore don Pedro del Brasile. Domenico Bruschi decorò dimore a<br />
Londra e in Scozia e fu poi a Malta.<br />
Eugenio Bettini, celebre p<strong>it</strong>tore di vetrate, lavorò in Francia, Spagna, Inghilterra,<br />
Russia e Stati Un<strong>it</strong>i; suo figlio Pompeo eseguì opere per la cattedrale di Glasgow e<br />
per molte chiese dell’America latina.<br />
Attivi in Spagna ricordiamo gli scultori Giacomo Baglietto, Girolamo Benedetti,<br />
Emanuele Pannini, Camillo Torregiani, del quale ricordiamo la statua di Isabella II,<br />
Carlo Niccoli, creato cavaliere dell’ordine di Carlo III, che modellò la statua di<br />
Cervantes (fusa a Firenze dal Galli, collocata nella piazza di Alcalà de Henares),<br />
lavorò al Pantheon dei duchi d’Alba di Loeches, eseguì varie opere in chiese e<br />
palazzi di Madrid, e la statua in marmo di Cisneros nell’ex palazzo del Senato.<br />
Inoltre:<br />
Francesco Molinelli, dopo avere lavorato a Carrara su ordinazioni spagnole, andò<br />
in Spagna verso il 1850 dove eseguì opere per la chiesa di S. Francesco il Grande a<br />
Madrid, precisamente la cancellata, due evangelisti, bassorilievi delle porte in<br />
gesso, tre bassorilievi a mezzaluna nel portico (Vergine con angeli, Agonia di s.<br />
Francesco, Estasi di s. Francesco).<br />
Ponziano Ponziani con Giuseppe Galeotti eseguì la statua di Giovanni d’Austria<br />
per il Pantheon degli Infanti nella basilica dell’Escuriale (1888).<br />
Tra i p<strong>it</strong>tori in Spagna e in Portogallo ricordiamo Augusto Ferri che affrescò alcuni<br />
teatri (i madrileni Eslava, Alhambra, Novedades), chiese, palazzi, e caffè a Madrid,<br />
a Barcellona e a Valladolid; andato a Lisbona nel 1845, dipinse il sipario del teatro<br />
di donna Maria II. Per questa sua opera e per altri lavori scenografici la regina lo<br />
nominò cavaliere dell’Ordine di Cristo; eseguì decorazioni di stucco in vari palazzi<br />
di Lisbona e nel teatro das Laranjeras.<br />
Giuseppe Cinatti, nel 1836 a Lisbona, lavorò dapprima come scenografo, poi<br />
come arch<strong>it</strong>etto; per più di 40 anni decorò ville, teatri, progettò palazzi, eseguì<br />
illustrazioni di volumi, eresse archi di trionfo, tra i quali quelli per le nozze di<br />
Maria Pia di Savoia con don Luigi I; come restauratore di antichi monumenti compì<br />
l’opera più interessante nel restauro del tempio detto di Diana ad Evora (1863), e<br />
qui gli fu eretto un busto, unico monumento elevato in Portogallo a uno straniero.<br />
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Enrico Gamba eseguì alcuni lavori ad olio ordinatigli dalla Casa reale portoghese;<br />
fu suo collaboratore Alessandro Balduino.<br />
Giovanni Ciniselli nel 1882 scolpì in bronzo il monumento al generale Sà da<br />
Bandeira a Lisbona.<br />
Carlo Grossi nel 1895 decorò il teatro donna Amelia di Lisbona.<br />
Luigi Mannini a Lisbona fece decorazioni <strong>nei</strong> teatri de la Trinidad, de l’Avenida, di<br />
S. Luiz; decorò la scala del palazzo Foz; nel 1900 dipinse una grande tela per<br />
l’esposizione di Parigi; fu anche arch<strong>it</strong>etto, intervenendo <strong>nei</strong> progetti della Quinta<br />
da Regaleira presso Sinora, e nella costruzione del Palace Hotel di Bussaco.<br />
Leopoldo Battistini, recatosi a Lisbona nel 1903, insegnò p<strong>it</strong>tura per 27 anni nella<br />
scuola Marquez de Pombal; eseguì vari quadri tra i quali il r<strong>it</strong>ratto di don Carlos di<br />
Braganza per l’aula magna dell’univers<strong>it</strong>à di Coimbra.<br />
Mario Chiodo Grandi decorò a Lisbona varie ville e chiese.<br />
Giuseppe Cellini insegnò arte industriale ad Oporto dal 1889 al 1910.<br />
Tra gli artisti <strong><strong>it</strong>aliani</strong> in Germania ricordiamo i seguenti:<br />
Salvatore de Carlis nel 1800 fu mandato dal mecenate re Massimiliano II di Baviera<br />
a studiare a Roma; è opera sua il busto di Winckelmann, ora nella gipsoteca di<br />
Monaco.<br />
Giuseppe Lazzerini, scultore, lavorò a Monaco intorno al 1840 e fu poi in<br />
Inghilterra.<br />
Giovanni Calandrelli, intagliatore, visse a Berlino dove lavorò per il re di Prussia.<br />
Suo figlio Alessandro nacque e lavorò molto a Berlino dove eseguì molti<br />
monumenti di sovrani prussiani e varie sculture patriottiche; lavorò anche a<br />
Friesach, Brandeburgo e Swinemunde.<br />
Raffaello Cellai dal 1864 al ’76 visse a Dresda, dove fece le figure del monumento<br />
alla V<strong>it</strong>toria, a Vienna a Berlino e a Monaco dove eseguì alcune sculture.<br />
Giuseppe Cristofani nel 1864 fondò a Dresda una scuola d’arti figurative; visse a<br />
Dresda fino al ’84, eseguendo molti busti e rilievi rappresentanti celebri artisti<br />
tedeschi, espose varie volte vasi artistici ed altri lavori, alcuni dei quali sono <strong>nei</strong><br />
musei della c<strong>it</strong>tà.<br />
Michele Ridolfi, p<strong>it</strong>tore, fu membro onorario dell’accademia di Dresda.<br />
Luigi Calderini eseguì una grande fontana per la c<strong>it</strong>tà di Hudenscheid.<br />
Filippo Cifariello nel 1876 fu chiamato a Passavia per assumere la direzione<br />
artistica di una grande fabbrica di porcellane.<br />
Luigi Bianconi, noto p<strong>it</strong>tore e restauratore di quadri a Berlino, fece lavori molto<br />
apprezzati da Guglielmo I che ne acquistò alcuni.<br />
Augusto Varnesi scolpì la tomba von Meister che è nel cim<strong>it</strong>ero di Sindlingen in<br />
Westfalia; altre opere sono a Hohemark, a Francoforte, a Darmstadt dove scolpì i<br />
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sarcofagi dei principi d’Assia, nel parlamento di Berlino, nel duomo di Fulda, nel<br />
municipio di Bochum; nel 1900 fu nominato docente di arte decorativa nel<br />
pol<strong>it</strong>ecnico di Darmstadt.<br />
Carlo Martini visse e lavorò molto a Biberach dove lasciò alcuni quadri che ora<br />
sono nella galleria civica.<br />
Emilio Lugo tra il 1869 e il ’87 visse e lavorò a Dresda, Weimar, Friburgo e<br />
Monaco, radunando intorno a sé un cenacolo di artisti tedeschi che influenzò<br />
fortemente con la sua tendenza neoclassica; opere sue sono in varie gallerie<br />
tedesche.<br />
Angelo Negretti scolpì un gruppo ligneo rappresentante la Deposizione per la<br />
chiesa di Aschau.<br />
Archilao Domini eseguì alcune p<strong>it</strong>ture nel palazzo della Residenza di Eichstätt.<br />
E. Antonio Donadini visse e lavorò molto a Dresda, decorò di p<strong>it</strong>ture monumentali<br />
molti palazzi tedeschi, a Breslavia decorò la chiesa di S. Maurizio, a Glogau quella<br />
della guarnigione, a Berlino il palazzo Pringsheim.<br />
Carlo Conforti visse a lungo in Germania, specialmente a Lipsia dove acquistò<br />
fama come acquerellista e insegnante di p<strong>it</strong>tura, lavorò anche in Francia e in<br />
Inghilterra.<br />
Alessandro Castelli lavorò in Germania, Francia e Inghilterra.<br />
Tra il secolo <strong>XIX</strong> e il <strong>XX</strong> operò a Monaco Girolamo Cairati e Aristide Sartorio<br />
insegnò all’accademia di Weimar.<br />
Giuseppe Gaspare Correggio visse e lavorò a Monaco e a Francoforte dove<br />
affrescò l’interno del palazzo comunale; altri affreschi sono nel Casino mil<strong>it</strong>are di<br />
Flanau.<br />
Lodovico Cremonini insieme con il Franchini fu chiamato a Weimar per eseguire<br />
varie decorazioni p<strong>it</strong>toriche nel castello; lavorò anche negli Stati Un<strong>it</strong>i.<br />
Ricordiamo tra gli scultori <strong><strong>it</strong>aliani</strong> in Germania anche Attilio Sacchetti e un Gagini<br />
attivo in Renania.<br />
In Austria e in Svizzera ebbe fama lo scultore Mario Petrucci; operò a Graz lo<br />
scultore Vincenzo Abbati.<br />
In Belgio troviamo i p<strong>it</strong>tori Cesare dell’Acqua e Giuseppe Antonio Visconti,<br />
paesaggista; in Serbia Enrico Pazzi; a Malta gli scultori Valenti e Moschetti, i p<strong>it</strong>tori<br />
F. Grandi, P. Gagliardi, A. Palombi, V. Monti. Pietro d’Achiardi fece le decorazioni<br />
parietali nella basilica del Getsemani a Gerusalemme.<br />
A Costantinopoli fu p<strong>it</strong>tore di corte dal 1892 al 1910 Fausto Zonato.<br />
In Ungheria: Marco Casagrande, scultore, fu chiamato nel 1833 dall’arcivescovo di<br />
Eger, già patriarca a Venezia, che lo incaricò di apprestare la decorazione<br />
scultorea della cattedrale; l’artista diede così v<strong>it</strong>a ad un laboratorio-scuola,<br />
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frequentato da scalpellini ungheresi e trevigiani, suoi conc<strong>it</strong>tadini, la prima scuola<br />
d’arte scultorea in Ungheria; egli scolpì per la cattedrale numerose statue e un<br />
grande ciclo di rilievi ed ebbe molte altre commissioni; si trasferì poi a Pest dove<br />
lavorò per il ricco imprend<strong>it</strong>ore Ullmann; eseguì rilievi per la casa di Imre Mocsàry;<br />
nel ’38 r<strong>it</strong>ornò ad Eger dove eseguì quattro statue di santi per la scalinata della<br />
cattedrale, dal ’41 fece la decorazione esterna della basilica di Strigonia (ora in<br />
frammenti) e due grandi rilievi, scolpì inoltre le statue dei quattro evangelisti e il<br />
monumento a s. Stefano; nel ’49 decorò il castello del conte Stefano Fay.<br />
Pietro Bonanni fece l’altare maggiore della cattedrale di Strigonia.<br />
Raffaele Monti eseguì i gruppi statuari per la facciata del museo nazionale di<br />
Budapest e un busto dell’imperatore Ferdinando.<br />
Francesco Storno senior lavorò a Sopron come arch<strong>it</strong>etto, p<strong>it</strong>tore, decoratore e<br />
specialmente come restauratore.<br />
Francesco Storno junior lavorò con il padre e dopo la morte ne continuò l’opera<br />
col fratello Galomanno.<br />
Un Della Vedova eseguì per la cattedrale di Strigonia la statua del cardinale Pietro<br />
Pazmany.<br />
Giuseppe Pisani scolpì a Modena il monumento funebre per il principe Carlo<br />
Ambrogio (ora nella cattedrale di Strigonia).<br />
Adeodato Malatesta dipinse per la chiesa di Agria la pala d’altare rappresentante il<br />
Battesimo di Gesù.<br />
Ludovico Lipparini dipinse una pala d’altare per il duomo di Strigonia.<br />
Giacomo Marastoni fondò a Budapest nel 1846 la prima accademia di Belle Arti<br />
nella quale studiarono molti dei migliori artisti ungheresi dell’epoca; inviò opere<br />
alle esposizioni di Pest, alcuni suoi quadri sono conservati <strong>nei</strong> musei di Budapest<br />
e Strigonia: egli rappresenta una figura centrale nella v<strong>it</strong>a artistica ungherese<br />
dell’Ottocento.<br />
Il figlio Giuseppe lavorò a Vienna, a Budapest e ad Albareale come r<strong>it</strong>rattista.<br />
Francesco Beda, r<strong>it</strong>rattista, fu in Ungheria, in Austria e in Croazia.<br />
Michelangelo Grigoletti dipinse due tele per la cattedrale di Agria, una<br />
rappresentante s. Michele, l’altra la Sacra Famiglia; lavorò anche a Strigonia dove<br />
fece un’”Assunta” per l’altare maggiore.<br />
Giovanni Busato dipinse per la cattedrale di Agria una pala d’altare rappresentante<br />
s. Anna, andò in Russia e decorò il teatro di Pietroburgo, fece il r<strong>it</strong>ratto dello zar;<br />
a Corfù infine decorò il teatro c<strong>it</strong>tadino.<br />
In Russia fu Cosroe Dusi, professore all’accademia di Pietroburgo; affrescò ad<br />
encausto il soff<strong>it</strong>to ligneo della galleria della p<strong>it</strong>tura antica del nuovo Erm<strong>it</strong>age, il<br />
soff<strong>it</strong>to del teatro Marijnskij (oggi Kirov), fece ancone per la cappella della<br />
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granduchessa Maria, dipinse nella cattedrale di S. Isacco; fu insign<strong>it</strong>o dallo zar<br />
dell’ordine di s. Anna e s. Stanislao.<br />
Giuseppe Colombo Artaria fu nel 1837 professore all’accademia di Mosca.<br />
Felice Bruni insegnò all’accademia di Pietroburgo di cui divenne direttore,<br />
partecipò alla decorazione della cattedrale di S. Isacco, morì a Pietroburgo nel<br />
1874; insegnarono p<strong>it</strong>tura anche Jacopo Ferrari, Antonio Porto e Carlo Scotti.<br />
Paolo Sala decorò il salone del conservatorio di Pietroburgo e palazzi privati nel<br />
Caucaso.<br />
Lo scultore Giovanni V<strong>it</strong>ali eseguì la fontana della piazza della Lubianka a Mosca.<br />
Ricordiamo inoltre gli scultori Salvatore Penna, Antonio Argenti; i p<strong>it</strong>tori Italo<br />
Griselli, celebre r<strong>it</strong>rattista, e Angelo Alessandri.<br />
In Polonia furono i p<strong>it</strong>tori Michele Andriolli e Michele Chiarini; questi lavorò alla<br />
decorazione della villa Potocky a Wilanow dal 1841 ed eseguì gli affreschi della<br />
cupola di S. Carlo a Varsavia.<br />
Tra gli scultori troviamo Leonardo Marconi e Paolo Filippi; questi, chiamato a<br />
Cracovia dall’arch<strong>it</strong>etto Lanci, realizzò un sarcofago per T. Kosciuszko nella<br />
cattedrale di Cracovia, partecipò alla ristrutturazione del castello di Zator con<br />
stucchi in stile neorinascimentale, decorato anche con le p<strong>it</strong>ture di S. Leati, e<br />
lavorò alla trasformazione della cappella della regina Sofia in cappella mortuaria,<br />
nella cattedrale di Cracovia, eseguendo gli stucchi e le statue in gesso dei<br />
cavalieri; realizzò poi le statue dei re polacchi per il palazzo di Balice sui calchi<br />
delle statue poste sulle tombe della cattedrale, e infine 24 busti in gesso di<br />
sovrani e personaggi polacchi, ripresi da tombe e monumenti di Cracovia.<br />
Fu negli Stati Un<strong>it</strong>i per molti anni lo scultore Arrigo Minelli; Febo Ferrari eseguì<br />
opere nella cattedrale di St. John Le divine di New York ed a Yale. Fu attivo anche<br />
lo scultore Pompeo Coppini.<br />
Raffaello Romanelli lavorò in Inghilterra,così come in Austria, a Cuba e in America<br />
settentrionale; eseguì statue e r<strong>it</strong>ratti per re Carol e per le regine Elisabetta e<br />
Maria di Romania.Attilio Baccani dipinse a Londra.<br />
Per quanto riguarda l’attiv<strong>it</strong>à di artisti <strong><strong>it</strong>aliani</strong> in America meridionale nel secolo<br />
<strong>XIX</strong>, in Argentina lavorarono i p<strong>it</strong>tori Augusto Ballerini, Emilio Caraffa, Edoardo<br />
Cerruti, Angelo della Valle, Rinaldo Giudici, Ignazio Manzoni, Edoardo Schiaffino,<br />
Edoardo Sivori, gli scultori Castiglioni e V<strong>it</strong>o Pardo. Giuseppe Aguiari aprì una<br />
scuola privata di p<strong>it</strong>tura a Buenos Aires che ebbe presto gran voga; Maurizio<br />
Domenghini decorò edifici e teatri di Buenos Aires, tra cui il Colon. Quando Carlo<br />
IV abdicò al trono di Spagna a favore del principe delle Asturie, vi chiamò per<br />
eseguire il r<strong>it</strong>ratto del nuovo monarca il migliore p<strong>it</strong>tore dell’epoca residente in<br />
Argentina, Angelo Campagnaschi.In Brasile troviamo l’arch<strong>it</strong>etto Calandrini, i<br />
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p<strong>it</strong>tori Alessandro Biagini, Giovanni Capranesi, Domenico de Angelis, Pignatelli,<br />
Giuseppe Righini, Luigi Santoro, Luigi Stallone; gli affreschi del teatro di<br />
F<strong>it</strong>zcarraldo a Manaus, inaugurato nel 1881, furono esegu<strong>it</strong>i da quattro p<strong>it</strong>tori<br />
<strong><strong>it</strong>aliani</strong>.A Lima operò il p<strong>it</strong>tore Paolo Bertolini.<br />
In Cile lavorarono i p<strong>it</strong>tori Dominiconi e Franco Paolantonio; nel 1849 fu fondata<br />
nella cap<strong>it</strong>ale Santiago l’accademia di Belle Arti; ne fu organizzatore e primo<br />
direttore il p<strong>it</strong>tore Alessandro Ciccarelli, carica che tenne per venti anni; v’insegnò<br />
e ne fu direttore dal 1876 Giovanni Mochi.<br />
Nel Messico lavorò lo scultore Fiorentino Gianetti; insegnò l’arch<strong>it</strong>etto e<br />
archeologo Saverio Cavallari; Mariano Coppedé, intagliatore in legno, eseguì a<br />
C<strong>it</strong>tà del Messico le decorazioni del Palacio de correos y obras publicas; le<br />
sculture del teatro nazionale sono di Leonardo Bistolfi.<br />
Cesare Sighinolfi insegnò per molti anni nell’accademia d’arte di Bogotà.<br />
A Montevideo G. Castiglioni eseguì alcune sculture nel Parlamento.<br />
Passando all’Estremo Oriente, Antonio Fontanesi diffuse in Giappone la tecnica<br />
della p<strong>it</strong>tura ad olio, insegnando all’accademia d’arte di Tokio per tre anni; V.<br />
Ragusa v’insegnò la scultura (e lavorò per il Mikado),C. V. Cappelletti l’arch<strong>it</strong>ettura<br />
e le arti decorative.<br />
Galileo Chini dipinse tre mezze cupole, una lunetta e la vasta cupola dello scalone<br />
della reggia di Bangkok e diresse l’ornamentazione delle altre parti del palazzo.<br />
Infine diamo l’elenco degli scultori che eseguirono opere monumentali e<br />
commemorative commissionate da governi e personal<strong>it</strong>à di molti stati:<br />
Ettore Ferrari realizzò la statua di Ovidio per la c<strong>it</strong>tà di Costanza in Romania,<br />
quelle di Traiano e Decebalo a Cluy, di Radulescu a Bucarest, a Vicosoprano in<br />
Svizzera il monumento ad Engel.<br />
Mario Rutelli fece per Monaco di Baviera la statua di Goethe e per Londra il<br />
colossale monumento commemorativo della v<strong>it</strong>toria, alto 20 metri; ad<br />
Aberystwyth quello dei marinai inglesi.<br />
Ettore Ximenes eseguì il monumento ad Alessandro I per la c<strong>it</strong>tà di Kisinev, quello<br />
di Alessandro II per Kiev; Arnaldo Zocchi il monumento a questo stesso zar per<br />
Sofia, la statua di s. Francesco per Il Cairo.<br />
Per C<strong>it</strong>tà del Capo in Sudafrica Raffaello Romanelli scolpì il monumento equestre<br />
al generale Botha, quello ai caduti della I guerra mondiale per Alessandria<br />
d’Eg<strong>it</strong>to.<br />
Negli Stati Un<strong>it</strong>i d’America la c<strong>it</strong>tà di New York ha il monumento ai martiri del<br />
Maine di Attilio Piccirilli, Chicago quello del generale Grant di L. Rebisso; Fall River<br />
quello al Lafayette di Arnaldo Zocchi, Cincinnati la statua equestre del presidente<br />
Harrison di L. Rebisso; inoltre New York ha i monumenti a Dante e a Giovanni da<br />
789
Verrazzano di Ettore Ximenes, Filadelfia quello a Giuseppe Verdi, opera di Ettore<br />
Ferrari, State Island quello ad Antonio Meucci dello stesso scultore.<br />
A C<strong>it</strong>tà del Messico Adalberto Concetti ed Odoardo Tabacchi eseguirono il<br />
colossale monumento al presidente Juarez.<br />
All’Avana si ammira la statua della Repubblica ed altri gruppi marmorei sul<br />
Campidoglio di Angelo Zanelli; a Montevideo la statua della Libertà di G. Livi e il<br />
monumento al generale Antigas dello Zanelli.<br />
Francesco Fabi-Altini scolpì la colossale statua allegorica del “Maggio” per il<br />
monumento a Simone Bolivar a Lima.<br />
A Buenos Aires troviamo il monumento a Garibaldi di Eugenio Maccagnani, ad<br />
Antonio Devoto e a Cristoforo Colombo di Arnaldo Zocchi, il mausoleo del<br />
generale Belgrano di Ettore Ximenes, il monumento al generale M<strong>it</strong>re di Davide<br />
Calandra; presso Mendoza vi è il colossale monumento della Gloria, innalzato da<br />
M. Ferrari junior.<br />
A S. Paolo del Brasile ammiriamo il monumento all’Indipendenza brasiliana di<br />
Ettore Ximenes, quello a Carlos Gomez di L. Brizzolara.<br />
E. Lippi innalzò a Bogotà l’Altare della patria, Cesare Sighinolfi eseguì il<br />
monumento della regina Isabella, Pietro Costa del generale Santander.<br />
Tra gli scultori del periodo emerge Pietro Canonica, autore di molte opere per<br />
l’estero: il monumento della Repubblica a Istanbul, la statua equestre di Kemal<br />
Pascià ad Ankara, quella del granduca Nicola di Russia, i r<strong>it</strong>ratti di Nicola II, di<br />
Maria Paola, di Alessandro II, di Alessio Romanoff, di Alexandra di Russia, della<br />
principessa Jusupov, della granduchessa Victoria Mel<strong>it</strong>a con la figlia, di Edoardo<br />
VII, di Alessandra e Victoria d’Inghilterra, di Marina e Olga di Grecia, della<br />
baronessa T. von Essen, del re Fuad d’Eg<strong>it</strong>to, ecc.<br />
Nel 1932 Corrado Feroci eresse il monumento al re Rama I a Bangkok; fondò e<br />
diresse l’accademia di Belle Arti .<br />
Tra la metà del <strong>XIX</strong> secolo e i primi decenni del successivo in Italia la p<strong>it</strong>tura e la<br />
scultura, in sintonia con le correnti innovative europee, si espressero con artisti di<br />
prima grandezza che influirono anche sugli stranieri.<br />
Dal 1850 al ’65 si sviluppò un movimento p<strong>it</strong>torico, chiamato dei macchiaioli, che<br />
può definirsi di rinnovamento; all’accademismo classicheggiante allora dominante<br />
si oppose la scuola p<strong>it</strong>torica toscana, nata dalle riunioni di un gruppo di giovani<br />
artisti al “caffè Michelangelo” di Firenze. Nella tecnica p<strong>it</strong>torica la macchia è quella<br />
iniziale stesura di colore che fissa in maniera sintetica <strong>nei</strong> suoi valori e nelle<br />
tonal<strong>it</strong>à essenziali l’aspetto delle immagini; il concetto di macchia come stimolo<br />
alla fantasia creatrice e anticipazione sommaria dell’opera risale a Leonardo, cui si<br />
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iallaccia il Vasari. I macchiaioli vollero una p<strong>it</strong>tura “a impressione”, attuata per<br />
mezzo di macchie e di colore; il movimento, prima ancora di quello<br />
impressionista, servì a rinnovare profondamente l’ambiente artistico con la ricerca<br />
di nuovi valori p<strong>it</strong>torici fondati sul rapporto dei colori e dei contrasti di luce,<br />
considerando i toni di colore come valore in sé, al di sopra del disegno e<br />
dell’espressione delle figure.<br />
Il corrispondente in scultura dell’impressionismo è l’opera di Medardo Rosso (sec.<br />
<strong>XIX</strong>-<strong>XX</strong>), il punto di partenza della più valida espressione plastica moderna; per la<br />
sua ricerca di un<strong>it</strong>à tra forma e spazio ebbe notevole influenza anche sulla p<strong>it</strong>tura<br />
futurista.<br />
Il divisionismo, movimento artistico <strong>it</strong>aliano, sorse intorno al 1885 e fu operante<br />
fin verso il 1915. I p<strong>it</strong>tori divisionisti adottarono un procedimento che secondo<br />
Gaetano Previati, teorico del movimento, “ riproduce le addizioni di luce mediante<br />
una separazione metodicamente minuta delle tinte complementari”. L’accensione<br />
cromatica del divisionismo acquistò il valore di un recupero storico<br />
dell’impressionismo e consentì una carica dinamica di tutta l’immagine dipinta:<br />
esemplari in tal senso sono “La c<strong>it</strong>tà che sale” di Umberto Boccioni e “Lampada ad<br />
arco” di Giacomo Balla.<br />
Il Liberty o stile floreale, affermatosi in Italia verso il 1890 nell’amb<strong>it</strong>o del<br />
fenomeno culturale e artistico esploso in Europa e passato alla storia con il nome<br />
di Art nouveau, investì tutti i campi dell’espressiv<strong>it</strong>à artistica, specialmente le arti<br />
applicate e la p<strong>it</strong>tura; si ispirava alla natura, al mondo animale e vegetale, dava<br />
v<strong>it</strong>a ad un universo espressivo smagliante per l’eleganza della linea, la prezios<strong>it</strong>à<br />
dei colori, la raffinatezza della decorazione, la stilizzazione delle figure, l’estro<br />
dell’invenzione. Carlo Bugatti fu il più originale creatore di forme di arredamento<br />
dell’epoca; Galileo Chini creò le più straordinarie ceramiche prodotte nel<br />
continente. Ma è nella p<strong>it</strong>tura e nella scultura, le cosiddette “arti maggiori”, più<br />
che nelle “arti applicate e decorative” che una folta schiera di p<strong>it</strong>tori e scultori<br />
<strong><strong>it</strong>aliani</strong> non trova paragone per qual<strong>it</strong>à e quant<strong>it</strong>à nel contesto mondiale; si pensi<br />
ad artisti di prima grandezza come Giovanni Boldini, Francesco Paolo Michetti,<br />
Giuseppe Pellizza da Volpedo, Giacomo Balla, Gino Severini, Umberto Boccioni,<br />
Aristide Sartorio, Luigi Viani, Felice Casorati, o scultori come Leonardo Bistolfi,<br />
Adolfo Wildt, Arturo Martini, Libero Andreotti.<br />
Importanza fondamentale ebbe il Futurismo, stile che ebbe origine con Tommaso<br />
Martinetti come movimento letterari d’avanguardia; con il “Manifesto”, pubblicato<br />
a Parigi nel 1909, esso si sviluppò soprattutto dopo l’adesione di un gruppo di<br />
artisti, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini, Giacomo Balla.<br />
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Nato da violenta polemica contro il tradizionalismo culturale e il “passatismo<br />
borghese”, si ispirò al m<strong>it</strong>o della veloc<strong>it</strong>à e alla c<strong>it</strong>tà industriale, rifacendosi ai<br />
principi della scomposizione del colore e della forma; arte che da <strong>it</strong>aliana divenne<br />
ben presto europea, implicò una revisione totale degli schemi formali, non sol<br />
nelle arti figurative ma anche nella letteratura, nel teatro, nella musica, nella<br />
fotografia. Con il Futurismo per la prima volta assistiamo alla precisa ed espressa<br />
volontà da parte di una avanguardia di cambiare il mondo e le forme della<br />
comunicazione; insieme con il Cubismo fu la matrice di molti movimenti affini o<br />
derivati come il Suprematismo.<br />
Antonio Sant’Elia nel 1912 aderì al movimento con il famoso “Manifesto<br />
dell’arch<strong>it</strong>ettura futurista”; così si espresse:”…noi dobbiamo inventare e<br />
rifabbricare la c<strong>it</strong>tà futurista, simile ad un immenso cantiere tumultuante e la casa<br />
futurista simile ad una macchina gigantesca…”. Egli volle così audacemente<br />
reagire, esprimendo quasi esclusivamente a livello d’ipotesi teorico-progettuale<br />
(essendo venuto a mancare molto giovane, combattendo nella prima guerra<br />
mondiale) l’insofferenza di una tradizione sterile e vuota e l’aspirazione a<br />
collegarsi attraverso il m<strong>it</strong>o della ”tecnica” alle ricerche estetiche condotte in<br />
quegli anni; sviluppò così una ricerca volumetrica e spaziale che, grazie ad una<br />
latente dinamic<strong>it</strong>à, si svincola dagli “stili” e previene in parte le successive<br />
esperienze del costruttivismo. Anche le sue ipotesi sul rapporto tra edificio e c<strong>it</strong>tà<br />
(strade a molti livelli, torri di distribuzione e di smistamento del traffico, ecc.),<br />
espressione del m<strong>it</strong>o futurista, cost<strong>it</strong>uiscono stimolanti anticipazioni di alcune<br />
linee di sviluppo del “Movimento moderno”.<br />
La corrente della p<strong>it</strong>tura metafisica si sviluppò in Italia dopo il Futurismo e in<br />
opposizione ad esso; ne fu iniziatore nel 1910 Giorgio de Chirico. La formula<br />
metafisica si fonda sulla ricerca di una suggestione magica come risultante della<br />
coesistenza di oggetti e personaggi nello spazio. Il termine allude appunto al<br />
nuovo, sorprendente significato che gli oggetti acquistano fuori del loro ambiente<br />
consueto; la p<strong>it</strong>tura metafisica anticipa gli aspetti del dadaismo e del surrealismo.<br />
De Chirico ha eserc<strong>it</strong>ato il suo magistero su numerosi p<strong>it</strong>tori, poeti, scr<strong>it</strong>tori<br />
europei: su Carlo Carrà e Giorgio Morandi, sui francesi Tanguy, Apollinaire, Jouve,<br />
Breton, sul tedesco M. Ernst, sugli spagnoli Dalì e Mirò, sui belgi Magr<strong>it</strong>te e<br />
Delvaux.<br />
Assunse importanza internazionale la rivista ”Valori plastici”, pubblicata nel 1918<br />
a Roma per esprimere i valori attuali dell’arte attraverso il recupero della figura<br />
umana; la rivista, pubblicata fino al ’22, ebbe anche un’edizione francese e fu<br />
conosciuta in Germania e in Olanda, fonte di nuove idee e di ispirazione per molti<br />
artisti stranieri.<br />
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Ricordiamo infine il p<strong>it</strong>tore Massimo Campigli che a Ginevra affrescò nel 1937 il<br />
palazzo delle Nazioni Un<strong>it</strong>e.<br />
Tra le opere degli arch<strong>it</strong>etti <strong><strong>it</strong>aliani</strong> all’estero verso la fine del secolo <strong>XIX</strong><br />
ricordiamo l’Achilleion, la sontuosa villa nell’isola di Corfù, di Raffaele Car<strong>it</strong>o, per<br />
Elisabetta d’Austria (1890) e gli edifici costru<strong>it</strong>i a Costantinopoli da Raimondo<br />
d’Aronco nel 1896, chiamato come arch<strong>it</strong>etto di stato dal governo turco (la sua<br />
arch<strong>it</strong>ettura si ricollega all’avanguardia europea dell’Art nouveau).<br />
Dal 1903 al ’16 l’intero dipartimento dei lavori pubblici in Siam fu diretto da<br />
artisti e arch<strong>it</strong>etti <strong><strong>it</strong>aliani</strong> che costruirono tutti gli edifici pubblici della cap<strong>it</strong>ale e<br />
costruirono nel paese centinaia di chilometri di strade e ferrovie. L’opera più<br />
importante è la reggia di Bangkok di T. Tamagno e A. Rigotti, costru<strong>it</strong>a con la<br />
collaborazione degli ingegneri Allegri e Gallo. Le parti arch<strong>it</strong>ettoniche e decorative<br />
del palazzo furono portate dall’Italia, così come i lavori in gran<strong>it</strong>o e in marmo di<br />
Carrara.<br />
Mario Palanti progettò numerosi edifici in Argentina e in Uruguay; Giuseppe<br />
Sommaruga vinse il concorso mondiale del palazzo del Parlamento a Buenos<br />
Aires.<br />
Dal 1912 al ’40 nelle isole dell’Egeo si costruirono opere di pubblica util<strong>it</strong>à e case<br />
di ab<strong>it</strong>azione a Calchi, Calimno, Caso, Castelrosso, Coo, Lero, Lisso, Nisiro,<br />
Patmo, Piscopi, Rodi, Scarpanto, Simi e Stampalia, oltre a quattro villaggi rurali a<br />
Rodi e due a Coo. A Rodi in particolare secondo il piano di Florestano di Fausto<br />
furono edificati il palazzo del governo, del tribunale, della posta, della banca, il<br />
museo archeologico, il museo etnografico, il teatro e i nuovi quartieri di<br />
ab<strong>it</strong>azione con le scuole, le terme, il mercato, l’albergo delle “Rose”, l’ospedale<br />
nuovo, lo stadio, l’aeroporto, le banchine portuali, i ponti, le strade ecc. Nell’isola<br />
di Coo fu tracciato il piano regolatore della nuova c<strong>it</strong>tà, dopo le distruzioni<br />
causate dal terremoto del 1933, dall’arch<strong>it</strong>etto Rodolfo Petracco: sorsero la chiesa<br />
dell’Agnus Dei, due chiese ortodosse, l’acquedotto, il museo, il teatro, il<br />
municipio, il palazzo di giustizia, il mercato coperto, l’ospedale, vari edifici<br />
scolastici, e si attuarono grandi scavi archeologici. Nell’isola di Lero fu creata la<br />
c<strong>it</strong>tà di Portolago (1923).<br />
Tra i numerosi arch<strong>it</strong>etti impegnati <strong>nei</strong> lavori in Egeo ricordiamo anche P.<br />
Lombardi, A. Barnab<strong>it</strong>i, M. Platania, A. Torasso, C. Buscaglione, M. Paolini.<br />
Anche in Albania dal 1911 al ’40 si diffuse il Novecento arch<strong>it</strong>ettonico <strong>it</strong>aliano; a<br />
Tirana si costruirono il palazzo del Consiglio dei ministri, il teatro, lo stadio,<br />
l’ist<strong>it</strong>uto delle scienze, i ministeri degli esteri, dei lavori pubblici, di giustizia e<br />
case d’ab<strong>it</strong>azione nel centro c<strong>it</strong>tadino; molte di queste opere sono di Florestano di<br />
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Fausto. A Durazzo si costruirono molti edifici per ab<strong>it</strong>azione e la villa reale, opera<br />
dello stesso arch<strong>it</strong>etto.<br />
I quartieri nuovi delle c<strong>it</strong>tà più importanti della Libia e dell’Africa orientale come<br />
Bengasi, Derna, Misurata, Tripoli, Addis Abeba, Asmara, Gondar e Mogadiscio<br />
hanno assunto nel periodo, rispettivamente tra il 1912 e il ’40 e tra il 1936 e il<br />
’40, l’aspetto di c<strong>it</strong>tà del meridione d’Italia.<br />
Ottavio Cabiati studiò i piani regolatori di Bengasi e Tripoli; questa c<strong>it</strong>tà in<br />
particolare è stata trasformata con l’impianto dei servizi civili, con la sistemazione<br />
delle mura, della zona dell’arco di Marco Aurelio (opera di Florestano di Fausto),<br />
del lungomare (opera di Armando Brasini) e del porto, con la costruzione di molti<br />
edifici, la nuova cattedrale, il casinò municipale, case di ab<strong>it</strong>azione. Fu aperta la<br />
l<strong>it</strong>oranea dalla Tunisia all’Eg<strong>it</strong>to; furono inoltre costru<strong>it</strong>i molti villaggi rurali con<br />
moschee e minareti. Ricordiamo gli arch<strong>it</strong>etti Umberto di Segni, Carlo Enrico Rava,<br />
Marcello Piacentini, Giovanni Pellegrini, Alberto Alpago Novello.<br />
Ad Asmara si costruirono il palazzo del governo, della giustizia, i mercati, la<br />
cattedrale, l’ospedale, le scuole, il teatro, gli alberghi, la ferrovia, l’acquedotto,<br />
l’impianto idroelettrico, la stazione radiotelegrafica; a Mogadiscio il teatro, la<br />
stazione ferroviaria, la cattedrale, il porto, il lungomare, ecc. La nuova c<strong>it</strong>tà di<br />
Addis Abeba fu creata secondo il piano regolatore del 1936 degli ingegneri<br />
Camillo Guidi e Cesare Valle; il centro abissino è stato rispettato nella sua<br />
integr<strong>it</strong>à e separato da un’ampia zona di verde; ampliamenti successivi furono<br />
progettati dagli arch<strong>it</strong>etti Enrico del Debbio, Plinio Marconi, Giuseppe Vaccaro.<br />
A partire dal ’36 furono elaborati piani regolatori per l’ampliamento e la<br />
modernizzazione di molti altri centri: Dire Daua secondo il piano di Guido<br />
Ferrazza, Gimma e Gondar secondo quello di Gherardo Bosio; lo stesso Bosio, P.<br />
Marconi e G. Ubrich tracciarono quello di Harrar.<br />
Gimma è collegata ad Addis Abeba da una camionabile di grande traffico, lunga<br />
355 chilometri, aperta nel ’36. Concludiamo dicendo che nella regione sono sorti<br />
molti villaggi agricoli e impianti di irrigazione.<br />
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