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“ARRIVANO I NOSTRI” - Parrocchia S. Pio X

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NATALI DI IERI<br />

E DI OGGI<br />

Alfredo Palieri<br />

Gli auguri di Natale<br />

fatti per sms? Eh, no!<br />

Anche se sarebbero<br />

sempre meglio degli<br />

scipiti biglietti p.a.(per<br />

auguri) e delle risposte<br />

p.r. (per ringraziamento).<br />

E poi meno male<br />

che quest’anno c’è il<br />

ponte dell’Immacolata,<br />

così possiamo fare il<br />

viaggetto nelle capitali europee, mentre invece il Natale<br />

cade proprio di Domenica. Beh, qualcuno penserà che si<br />

va a Messa una sola volta (per Natale e per Domenica) e<br />

non due volte! Ma per offerta, allora, invece di 5 euro,<br />

diamone 10, così aiutiamo qualche poveretto di più. E i<br />

regali? Quasi quasi riciclo qualcosa dell’anno scorso! E a<br />

pranzo in quei giorni di festa dove andiamo? Che bello il<br />

classico cenone del 24 sera di una volta! Ogni invece la<br />

gente ordina prelibatezze, poi le lascia tutte nel piatto.<br />

Che spreco. E c’è chi soffre la fame, magari dall’altra<br />

parte del mondo.<br />

Ma andiamo indietro negli anni. Un brillante avvocato<br />

della Napoli del ‘600 una volta perse una causa ed entrò<br />

in crisi. Rifletti che ti rifletti, si fece prete e divenne poi<br />

il famoso S.Alfonso de’ Liguori. Assisteva amorevolmente<br />

i carcerati e fu lui a comporre la famosissima “Tu scendi<br />

dalle stelle” che noi cantavamo da bambini portando<br />

il bambinello in processione in giro per casa per poi<br />

collocarlo nel presepe fatto dalla mamma. E c’era pure il<br />

concorso tra tutti i presepi del quartiere! L’ultimo che<br />

ricordo fu vinto dalla famiglia Ferrari, nostri vicini, con i<br />

getti d’acqua ben nascosti tra le rocce di cartapesta.<br />

Un mio caro amico ha realizzato anni fa un bellissimo presepe<br />

permanente che aggiorna di continuo con il materiale<br />

acquistato a Napoli, a s.Gregorio Armeno. Durante gli<br />

anni della guerra i Natali erano molto più tristi. Nel ’43<br />

c’erano l’occupazione tedesca e tanta fame. Eppure la<br />

nostra tata Rina riuscì (miracolo di Natale!) a farci un<br />

piatto di pasta per il 25 dicembre. Roba da ricchi!<br />

Eravamo nascosti dalle suore, dove giunsero gli sfollati<br />

fuggiti dai bombardamenti a Terracina. La zia Lina<br />

preparò e fece poi fare la comunione al quindicenne Toni<br />

e riuscì, non so come, a fargli anche trovare una bella<br />

tazza di cioccolata calda. Tutto era improntato alla sana<br />

semplicità. I rari regali di Gesù bambino erano attesi,<br />

desiderati, gustati in pieno. Al confronto con gli sprechi<br />

di oggi. E poi c’era un profondo senso religioso, con la<br />

novena di Natale. Un’ultima riflessione per evidenziare il<br />

contrasto tra consumismo e lo spirito di carità. Nel<br />

novembre dell’80 noi ingegneri della Motorizzazione<br />

civile eravamo a Colonia per omologare i veicoli Ford<br />

destinati al mercato italiano. La città di Colonia, una delle<br />

più grandi della Germania,manifestava la sua avvenuta<br />

resurrezione dalle distruzioni belliche con uno splendore<br />

di luci e addobbi pre-natalizi e tante ricchezze ostentate<br />

nei negozi dove i tedeschi entravano baldanzosi facendo<br />

costosi acquisti, sotto gli sguardi un po’ meravigliati e<br />

perplessi di noi italiani e degli altri stranieri. Ma guarda,<br />

e questi avevano perso la guerra? Era il trionfo del<br />

consumismo a cui noi non eravamo ancora abituati. Ma a<br />

breve distanza, lungo il fiume Reno, c’erano ancora<br />

truppe dell’occupazione americana. Ebbene le varie<br />

famiglie tedesche della Renania facevano a gara nelle<br />

festività di fine dicembre ad ospitare i soldati americani,<br />

alleviando il loro senso di malinconia per la lontananza<br />

dalla famiglia. E quei ragazzi potevano pensare: “Si, è<br />

vero. Ero straniero e mi avete accolto”. Ecco un esempio<br />

di consumismo sconfitto dallo spirito di carità.<br />

- 8 -<br />

IL TORMENTONE<br />

DELL’ULTIMO TRIMESTRE<br />

Giancarlo Bianconi<br />

Settembre: è tempo di migrare diceva D’Annunzio.<br />

Settembre: si ricomincia, dico io. Ecco che, appena<br />

terminata la bella stagione estiva delle vacanze,<br />

con i piacevoli lunghi bagni al mare, le serene<br />

passeggiate nei boschi, le ardite ma avvincenti<br />

arrampicate sui monti, le rilassate serate trascorse<br />

con gli amici magari intorno ad un tavolo con una<br />

bella pizza sopra, ecco - dicevo - che all’istante ci<br />

ritroviamo nuovamente avviluppati dalle spire della<br />

consueta vita quotidiana; il solito tran-tran insomma<br />

per dirla in parole povere, con i suoi mille problemi,<br />

noie, seccature e via discorrendo elargiti con particolare<br />

dovizia, senza alcun risparmio. E, come se non<br />

bastasse, ecco che, non ancora proprio completamente<br />

alle spalle l’afa estiva, e ancora con nel cuore<br />

la nostalgia di questo breve periodo di spensieratezza<br />

occupato solo dai più svariati e divertenti svaghi, che<br />

subito si pone, anzi, si ripropone prepotentemente il<br />

problema di ogni anno: lo specifico tormentone<br />

dell’ultimo trimestre come lo definisco io. Quale?<br />

“E a Natale? Che si fa a Natale, andiamo noi da loro<br />

o loro vengono da noi? Bisogna saperlo, e saperlo<br />

in tempo soprattutto”, “Quanti saremo? Eh! è<br />

importante conoscere il numero di quanti saremo, lo<br />

capisci o no!” “Cosa prepariamo o cosa portiamo?”<br />

“E poi i regali! Quando li facciamo i regali? Guarda<br />

che Natale eccolo eh! è proprio qui, dietro l’angolo:<br />

vai a letto stasera e domani mattina è già Natale.<br />

Anzi sai che ti dico? Io comincio a pensarci subito ai<br />

regali, adesso..., sì proprio adesso che così mi tolgo<br />

il pensiero e mi evito di fare le corse affannose<br />

proprie degli ultimi giorni”. Ma le corse proprie degli<br />

ultimi giorni non vengono affatto evitate: si fanno<br />

comunque. In questo periodo mi capita abbastanza<br />

di frequente udire discorsi del genere: alle fermate<br />

dei mezzi pubblici, al bar, al supermercato, al cinema<br />

durante l’intervallo del film... un po’ dappertutto<br />

insomma. E se, sotto un certo aspetto è rallegrante<br />

l’agitazione che esplode, per così dire, in conseguenza<br />

di questo tormentone, dall’altro però è motivo di<br />

perplessità.<br />

E sì: perché tutti questi discorsi mostrano chiaramente<br />

che la festività del Natale viene comunemente<br />

vissuta ormai unicamente come tradizionale e<br />

scontata, anche se gioiosa, occasione di mero<br />

divertimento.<br />

E tutto ciò spiega la ragione non solo dell’affannosa<br />

agitazione suscitata dal solo aspetto ludico o sociale<br />

della festività, ma anche dello scarso tempo che,<br />

quanto meno in rapporto, viene dedicato alla<br />

riflessione su quello che è - o dovrebbe essere in<br />

assoluto - l’aspetto prioritario del Natale: il suo<br />

significato religioso cioè.<br />

Non andrebbe dimenticato, infatti, che Nostro<br />

Signore non è disceso sulla terra con il fine di<br />

costituire occasione di divertimento per l’umanità,<br />

bensì con quello della sua Redenzione. Del resto la<br />

spirituale nascita di Gesù nelle anime è il tema<br />

suggerito dalla devozione e dalla pietà cristiana che,<br />

annualmente, invita tutti a meditare sul mistero della<br />

nostra salvezza in Cristo Signore.<br />

Quanti - mi domando io - raccolgono o raccoglieranno<br />

questo invito?<br />

BUON NATALE A TUTTI!

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