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“ARRIVANO I NOSTRI” - Parrocchia S. Pio X

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NATALE È UNA<br />

NOTTE<br />

SILENZIOSA<br />

E SANTA<br />

Celina e Giuseppe<br />

Zingale<br />

Nel libro “Vi annuncio una grande gioia” il monaco<br />

benedettino Anselm Grün medita il messaggio biblico del<br />

Natale mettendone in risalto la dimensione dell’Incontro e<br />

degli incontri, delle relazioni che scaturiscono dalla nascita<br />

di Gesù, facendo riferimento al vangelo di Luca. In modo<br />

molto originale, l’Autore arricchisce la sua breve e scorrevole<br />

opera inserendovi profonde riflessioni a partire dai<br />

canti natalizi il cui tema centrale è l’incontro con il Bambino<br />

nella mangiatoia, incontro che, vissuto nel profondo della<br />

nostra anima, dà significato a tutta la nostra esistenza e ad<br />

ogni nostro incontro. Cantare aiuta a interiorizzare il<br />

Natale; cantando, lui dice, diventiamo più umani e ci<br />

avviciniamo sempre più al Dio fatto uomo. Anche i canti ci<br />

aiutano a lasciarci permeare dall’amore manifestato da Dio<br />

nel dono del Suo figlio, il Bambino che contempliamo e<br />

adoriamo nella mangiatoia. Il canto, ci viene ancora detto,<br />

può aiutarci non solo a celebrare il Natale , ma a riscoprire<br />

Dio presente nei nostri cuori e a vivere in modo nuovo. Tra<br />

i cinque canti natalizi di cui l’Autore offre una efficace<br />

meditazione, ci piace particolarmente uno che è tra i più<br />

noti e orecchiabili: “Stille Nacht, heilige Nacht”, Silenziosa<br />

notte, santa notte! Chi non ne sente nel cuore l’eco? Ci<br />

ha accompagnati sicuramente in ogni Natale vissuto, a<br />

qualunque latitudine perché universalmente conosciuto,<br />

ascoltato e, forse, “abusato” da pubblicità e contesti non<br />

del tutto adeguati. Non esiste canto natalizio più celebre e<br />

diffuso di questo, forse anche il più denigrato perché<br />

accusato di essere sdolcinato e non adatto alla liturgia. Ma<br />

in verità sembra essere anche il canto che vuole unire tutti,<br />

suscita e rievoca sentimenti della fanciullezza di ciascuno e<br />

a cantarlo si prova profonda tenerezza e intima partecipazione,<br />

al punto da sentire spesso profonda commozione.<br />

Anche per questo crediamo che valga davvero la pena<br />

riscoprirne il messaggio e ripercorrerne la curiosa origine<br />

riprendendo quanto ci racconta lo stesso Grün. La storia di<br />

questa melodia la conoscono in tanti, ma vale la pena<br />

riproporla brevemente per ricordarsi che spesso le cose<br />

belle nascono dalle difficoltà e dai disagi perché è lì che la<br />

mente e il cuore dell’uomo si attivano e si impegnano<br />

maggiormente in una sfida. E che bello che sia fatto a lode<br />

di Dio! Il canto è infatti scaturito da una necessità impellente.<br />

Joseph Mohr, cappellano nella piccola comunità<br />

agricola di Oberndorf, nei pressi di Salisburgo, proprio in<br />

prossimità del Natale del 1818 si accorse che il vecchio<br />

organo della chiesa si era rotto. Allora compose un inno<br />

natalizio che fece musicare all’amico Franz Gruber.<br />

La melodiosa composizione risuonò nella Messa di mezzanotte<br />

toccando i cuori di tutti. Così si diffuse molto rapidamente<br />

oltre Salisburgo, nel Tirolo e in Germania. Venne<br />

tradotto in molte lingue divenendo un vero canto di Natale,<br />

un canto popolare che parla al cuore per “quel Silenzio che<br />

permette di evocare e respirare. Solo nel silenzio Gesù può<br />

nascere nel nostro cuore, quel silenzio che è vuoto di<br />

- 6 -<br />

parole vane, di affanni inutili, di progetti finiti e limitati.<br />

L’incontro con il Bambino è avvolto di silenzio per contemplare<br />

un grande mistero e imprimere profondamente la Sua<br />

immagine, così da trasformare anche gli altri incontri.<br />

Natale sia il tempo per far tesoro di questo silenzio, solo<br />

così potremo ascoltare le lodi degli angeli intorno e come i<br />

pastori adorare! Questa la traduzione italiana riportata da<br />

Grün, rimanendo fedele al testo originario tedesco:<br />

Silenziosa notte, santa notte.<br />

Tutto dorme. Veglia soltanto la santa coppia.<br />

O bel bambino dai ricci capelli, dormi nella pace divina.<br />

Silenziosa notte, santa notte.<br />

Figlio di Dio quanto amore c’è nel sorriso delle tue labbra divine,<br />

poiché è suonata per noi l’ora della salvezza, con la tua nascita, Gesù.<br />

Silenziosa notte, santa notte.<br />

I pastori sono stati i primi a sapere la buona novella dell’angelo.<br />

” Alleluia”.<br />

E si ode risuonare vicino e lontano. Gesù, il Salvatore è tra noi.<br />

Buon Natale!<br />

IL NATALE<br />

DI PAPA GIOVANNI<br />

Cesare Catarinozzi<br />

Dopo la morte di mia madre, mi recai con mio padre<br />

a Sotto il Monte, il paese che diede i Natali a<br />

Giovanni XXIII, il “Papa buono”, che con la sua intuizione<br />

del Concilio ha profondamente rinnovato la<br />

Chiesa Cattolica. Eravamo ospiti della comunità<br />

“Emmaus“ di Padre Davide Turoldo. Ricordo che il<br />

Natale del 1958 la mia famiglia ed io lo vedemmo<br />

uscire dall’auto e fare il suo ingresso nell’ospedale<br />

pediatrico Bambin Gesù. Radio e televisioni di tutto il<br />

mondo trasmisero la notizia. Papa Giovanni visitò<br />

tutti i reparti e per ogni piccolo degente ebbe una<br />

carezza, un sorriso, una parola buona. I luoghi del<br />

dolore vedono sempre la presenza di Cristo, quel<br />

Natale vide anche la presenza del suo vicario. Con<br />

questa visita natalizia Papa Giovanni fu anche il<br />

primo pontefice ad uscire dalle Mura Vaticane e ad<br />

aprirsi al mondo (naturalmente anche i papi precedenti<br />

stendevano la mano agli uomini di buona<br />

volontà, abbiamo i loro scritti!).<br />

Il giorno dopo, Santo Stefano, Papa Giovanni si recò<br />

a far visita ai detenuti del carcere romano Regina<br />

Coeli. Dopo un’accoglienza un pò fredda e diffidente,<br />

i cuori dei detenuti si aprirono al calore del Papa<br />

buono, che si rivolse loro con toccanti parole e pregò<br />

insieme a loro.<br />

Ecco, questi due incontri costituirono forse il Natale<br />

più bello della Chiesa Cattolica; io ero troppo piccolo<br />

per comprendere ciò che stava succedendo, ma ora<br />

so di essere stato per un momento testimone, con la<br />

mia famiglia, di un evento storico.

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