“ARRIVANO I NOSTRI” - Parrocchia S. Pio X
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AVE, AVE, AVE MARIA<br />
L’8 dicembre, si sa, è festa solenne per la Chiesa: si<br />
celebra l’Immacolata Concezione della Beata Vergine<br />
Maria. Già all’Angelus, il Papa si sofferma sulle parole<br />
“piena di grazia”, rivolteLe dall’Arcangelo Gabriele,<br />
spiegando che tale espressione “indica l’opera meravigliosa<br />
dell’amore di Dio, che ha voluto ridarci la vita<br />
e la libertà, perdute col peccato, mediante il suo Figlio<br />
Unigenito incarnato, morto e risorto”.<br />
E quel dono non è stato solo per Maria, madre del<br />
Figlio di Dio, ma anche per tutti noi, figli dello stesso<br />
Padre. E infatti il Pontefice precisa: “...Questa figliolanza<br />
la riceviamo per mezzo della Chiesa, nel giorno<br />
del Battesimo”. L’accostamento tra la Madonna<br />
e la Chiesa viene poi ripreso nel pomeriggio.<br />
L’appuntamento si sposta infatti in Piazza di Spagna,<br />
dove per l’intera giornata si rinnova l’omaggio<br />
all’Immacolata, attraverso il deporre di fiori e varie<br />
manifestazioni di devozione popolare da parte di<br />
associazioni, di parrocchie, di lavoratori delle aziende<br />
e delle istituzioni romane, di gruppi di preghiera.<br />
Una tradizione risalente al 1958, cara ai Pontefici più<br />
recenti.<br />
Dopo la lettura del brano 12, 1-6a tratto dal libro<br />
dell’Apocalisse di San Giovanni Apostolo, il Papa da´<br />
inizio alla sua riflessione rivolgendo lo sguardo verso<br />
la sommita’ della colonna con queste parole: “Maria è<br />
raffigurata da una statua che in parte richiama il<br />
passo dell’Apocalisse appena proclamato: “Un segno<br />
grandioso apparve nel cielo: una donna vestita di<br />
sole, con la luna sotto i suoi piedi e, sul capo, una<br />
corona di dodici stelle” (Ap 12,1). Qual è il significato<br />
di questa immagine? Essa rappresenta nello stesso<br />
tempo la Madonna e la Chiesa”.<br />
Il tenore teologico del discorso si eleva, perché il<br />
Papa riprende le frasi del brano biblico, le parole una<br />
per una, e da’ spiegazione del “segno grandioso”<br />
apparso nel cielo che riguardano “una donna”. Il<br />
Pontefice si sofferma su un segno in particolare, e<br />
dice: “...questa immagine della corona di dodici stelle<br />
ci introduce alla seconda grande interpretazione del<br />
segno celeste della “donna vestita di sole”: oltre a<br />
rappresentare la Madonna, questo segno impersona<br />
la Chiesa, la comunità cristiana di tutti i tempi. Essa è<br />
incinta, nel senso che porta nel suo seno Cristo e lo<br />
deve partorire al mondo: ecco il travaglio della Chiesa<br />
pellegrina sulla terra, che in mezzo alle consolazioni<br />
di Dio e alle persecuzioni del mondo deve portare<br />
Gesù agli uomini. È proprio per questo, perché<br />
porta Gesù, che la Chiesa incontra l’opposizione<br />
di un feroce avversario, rappresentato nella visione<br />
apocalittica da “un enorme drago rosso” (Ap 12,3)”.<br />
È il grande tentatore che, spiega il Papa: “...cerca<br />
invano di divorare Gesù – il “figlio maschio, destinato<br />
a governare tutte le nazioni” (12,5), invano perché<br />
Gesù, attraverso la sua morte e risurrezione, è salito<br />
verso Dio e si è assiso sul suo trono.<br />
Perciò il dragone, sconfitto una volta per sempre nel<br />
cielo, rivolge i suoi attacchi contro la donna – la<br />
Chiesa – nel deserto del mondo. Ma in ogni epoca la<br />
Chiesa viene sostenuta dalla luce e dalla forza di Dio,<br />
che la nutre nel deserto con il pane della sua Parola e<br />
della santa Eucaristia”. Benedetto XVI conclude la sua<br />
allocuzione rivolgendo lo sguardo ai nostri giorni,<br />
dicendo: “...mentre Maria è Immacolata, libera da<br />
ogni macchia di peccato, la Chiesa è santa, ma al<br />
tempo stesso segnata dai nostri peccati. Per questo il<br />
Popolo di Dio, peregrinante nel tempo, si rivolge<br />
alla sua Madre celeste e domanda il suo aiuto<br />
...soprattutto in questo momento così difficile per<br />
l’Italia, per l’Europa, per varie parti del mondo”.<br />
È un’invocazione di speranza, affinché la Vergine<br />
Maria aiuti l’umanità “a vedere che c’è una luce al<br />
di là della coltre di nebbia che sembra avvolgere la<br />
realtà”.<br />
STAZIONE SAN PIETRO<br />
a cura di Sandro Morici<br />
A PROPOSITO DI<br />
RICORRENZE<br />
Anno che va, anno che viene. Il<br />
2011 vogliamo ricordarlo come<br />
Anno europeo del volontariato, così<br />
come il 2010 è stato dedito da parte<br />
della Commissione Europea alla<br />
lotta alla povertà e il 2012 sarà<br />
dedicato all’invecchiamento e alla<br />
solidarietà intergenerazionale. La<br />
ricorrenza non ha fatto notizia:<br />
perché? Ma...perché i volontari<br />
spalano fango, non sfornano soldi...<br />
I volontari costituiscono un bell’esercito...<br />
circa 100 milioni... di<br />
europei impegnati in settori quali<br />
la cultura e l’arte, l’istruzione e<br />
la ricerca, le attivita’ sociali e sanitarie.<br />
Molte le organizzazioni laiche,<br />
ma la Chiesa è e resta in prima<br />
linea. Non solo per la sua presenza<br />
in ambito umanitario e caritativo,<br />
ma soprattutto per la sua visione<br />
previdente e anticipatrice.<br />
E già, perché quest’anno ricorre<br />
anche il 40º dell’istituzione della<br />
Caritas, la “novità pastorale più<br />
significativa dell’ultimo mezzo<br />
secolo in Italia” e del post-Concilio<br />
Vaticano II. Il presidente di Caritas<br />
Italiana, mons. Giuseppe Merisi,<br />
così esordisce nel suo discorso di<br />
saluto: “Il rapporto tra questi 40<br />
anni e il futuro della Caritas sta<br />
scritto nella fedeltà alla sua vocazione,<br />
che è impegno educativo, di<br />
sensibilizzazione sulla prossimità<br />
evangelica, di coordinamento possibile,<br />
dentro il contesto vivo del<br />
cammino ecclesiale e in rapporto<br />
quotidiano con le comunita’ locali”.<br />
Un organismo pastorale, quindi,<br />
articolato attraverso una presenza<br />
capillare diocesana e parrocchiale,<br />
con un compito prevalentemente<br />
educativo al senso della carità. Noi<br />
qui vorremmo sintetizzare solo<br />
alcuni “fatti” significativi del lungo<br />
agire della Caritas, svolto all’impronta<br />
dell’ascolto, dell’osservazione,<br />
dell’accompagnamento di tanta<br />
umanità trovatasi in momenti di<br />
estrema precarietà e fragilità.<br />
Sarebbe un elenco lunghissimo<br />
l’annoverare tutti gli interventi<br />
svolti durante la sua multidecennale<br />
missione. Citiamo soltanto gli<br />
eventi storici più impegnativi: il<br />
sostegno alle vittime delle guerre in<br />
Vietnam, in Ruanda, in Libano, nella<br />
ex-Yugoslavia; i progetti di promozione<br />
socio-economica in Paesi<br />
dei vari Continenti; i soccorsi ai<br />
terremotati del Friuli, Campania,<br />
Umbria, Abruzzo, Haiti; gli interventi<br />
a seguito di uragani in Centro<br />
America e tsunami nell’Oceano<br />
Indiano; la più recente assistenza ai<br />
profughi nei barconi provenienti dal<br />
Nord Africa.<br />
Per quanto riguarda l’impegno<br />
civile della Caritas, iniziato il<br />
- 2-<br />
2 luglio 1971 con l’emanazione del<br />
decreto istitutivo da parte della<br />
C.E.I., desideriamo sommariamente<br />
ricordare la convenzione del 1977<br />
con il ministero della difesa per il<br />
servizio civile degli obiettori di<br />
coscienza; l’appello del 1983 a<br />
parlamento e governo sul tema<br />
della produzione e del commercio<br />
delle armi; nel 1988 il contributo<br />
alla Consulta nazionale degli enti di<br />
servizio civile, le proposte del 1989<br />
per regolamentare il fenomeno<br />
dell’immigrazione; il contributo per<br />
il varo della legge-quadro del 1991<br />
sul volontariato; nel 1995 il sollecito<br />
per l’approvazione di una legge<br />
sull’usura; la pubblicazione nel<br />
1997 del primo rapporto sulla<br />
povertà e l’esclusione sociale in<br />
Italia; la partecipazione all’emanazione<br />
della legge del 2001 sull’istituzione<br />
del servizio civile nazionale;<br />
l’udienza al Quirinale nel 2008 per<br />
presentare le istanze più attuali<br />
ed impellenti. Poi c’è il lavoro quotidiano<br />
di oltre 2800 Centri d’ascolto<br />
e di 158 Osservatori diocesani.<br />
È quanto basta per sottolineare un<br />
percorso di presenza concreta ed<br />
attiva, in Italia e all’estero, per<br />
“costruirsi fratelli in un mondo di<br />
squilibri”. Ecco perché nell’incontro<br />
in Vaticano del 24 novembre scorso,<br />
papa Benedetto XVI ha voluto<br />
incitare la grande famiglia Caritas<br />
con queste parole: “Cari amici,<br />
aiutate la Chiesa tutta a rendere<br />
visibile l’amore di Dio. Vivete la<br />
gratuità e aiutate a viverla.<br />
Richiamate tutti all’essenzialità<br />
dell’amore che si fa servizio.<br />
Accompagnate i fratelli più deboli.<br />
Animate le comunità cristiane. Dite<br />
al mondo la parola dell’amore che<br />
viene da Dio. Ricercate la carità<br />
come sintesi di tutti i carismi dello<br />
Spirito (cfr 1 Cor 14,1)”.